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Città ◆ [ 9 ] “Dipende da quale turismo - incalza Mauro Regazzini, della trattoria “Da Giancarlo” di Santa Caterina -. Dobbiamo interrogarci sul tipo di turismo che intendiamo attirare e poi muoverci di conseguenza: a mio parere il territorio dovrebbe essere maggiormente pubblicizzato e si dovrebbe puntare a una risistemazione degli itinerari, oltre che a una maggiore informazione sull’offerta gastronomica”. “Solo noi possiamo promuovere quello che abbiamo - sostiene l’assessore al turismo Daniela Rader - e per farlo è necessario capire cosa vogliamo promuovere e a chi vogliamo presentarlo. Le stime attuali dicono che il turista più disposto a spendere è chi viaggia per cultura ed enogastronomia: puntiamo su questo al Tretto, ma con un progetto adeguato e condiviso, che leghi partecipazione pubblica, investimenti industriali e partecipazione degli operatori territoriali. Oggi l’offerta che presenta il Tretto è variegata, ma migliorabile attraverso un piano di business che sia realistico e realizzabile: moltiplichiamo i tavoli di confronto come questo e iniziamo a lavorare seriamente per un rilancio”. “Di turismo al Tretto si è parlato tanto e si è fatto poco - concorda Guido Xoccato, presidente dell’Ascom scledense - ma dobbiamo renderci conto che il settore dei servizi, compreso il turismo, è il petrolio dei nostri anni. Dobbiamo applicare un concetto manageriale al mondo turistico, sfruttando la nascita della nuova area tematica della Pede-

montana e dobbiamo muoverci subito. Il Veneto è la sesta regione più visitata in Europa, ma da Schio transita solo il 3% del flusso turistico: va fatto di più e l’Ascom è disposta a mettersi in gioco per sostenere eventuali rassegne ed eventi”. “Per muoverci in modo incisivo serve il coordinamento dell’amministrazione comunale - s’inserisce Marco Adriani, del neonato agriturismo “Maggiociondolo” di San Rocco -. Solo un centro può dare direttive comuni, disegnate dopo aver concordato un progetto specifico. Chi viene a camminare sui sentieri della Grande Guerra è un visitatore estemporaneo, dobbiamo puntare a qualcosa di più, a qualcuno che si fermi perché al Tretto trova qualcosa che non c’è altrove, anche in termini di servizi ed enogastronomia: insomma, definiamo il prodotto, creiamo un marchio e poi vendiamolo”. “Senza sopravvalutarlo, però - puntualizza Gianni Raumer, dell’agriturismo “Picchio Nero” -. Il Tretto non è il Chianti. Va predisposto un piano realistico, che tenga conto delle potenzialità, ma anche dei limiti che hanno evidenziato i miei colleghi: io vedrei bene un progetto turistico ambientale, per esempio”. “A suo tempo è stato fatto e per un certo periodo pareva potesse funzionare, con rassegne come “Sgresendando” - sottolinea Ezio Sartore, che coordina il Laboratorio Didattico Ambientale di Sant’Ulderico -. Si era appena iniziato, ma poi il tutto è stato fermato, vuoi per la crisi

Un turista entra allo IAT... Una capatina allo I.A.T., fingendoci turisti, per verificare cosa offre il Tretto e come viene presentato a chi viene da fuori.

A

Mirella dal zotto

ssolato pomeriggio agostano in una Piazza Statuto da duello alla “Mezzogiorno di fuoco”. Raggiungiamo l’ufficio dello I.A.T. scledense e consultiamo tutti i dépliant disponibili sulle nostre zone, considerando piacevolmente che, sì, ci si sta muovendo per far conoscere le bellezze del nostro territorio. Ma noi ci vogliamo fingere turisti desiderosi di visitare il Tretto, perché veniamo da fuori, perché l’Altopiano di Asiago lo conosciamo già e perché vorremmo sapere se c’è qualcosa di comodo, accessibile e agibile negli immediati dintorni di Schio. Ci viene proposto da una solerte e sim-

patica addetta proprio il Tretto! “Tretto, l’altopiano di Schio, tanti motivi per viverlo nell’estate 2013 e non solo...”: questo sta scritto nell’opuscolo che ci viene consegnato. Leggiamo di una serie di manifestazioni che vanno dal filò alle camminate, da giri “coi carèti” alle rievocazioni storiche, dalle degustazioni ai concerti di cori alpini, dalle commemorazioni patriottiche alle feste per gli anziani, dalle passeggiate con gli asini alle gare ciclistiche e podistiche, dalle sculture in legno realizzate al momento alla contemplazione dell’universo stellato, dai concerti d’organo alle escursioni a sei zampe con cani e padroni. Ci viene consegnato anche l’info-foglio di “Campigolando”, passeggiata

vuoi per il disinteresse e la nostra attività si è ridotta del 70%. Il progetto Porta del Tretto, che ci aveva fatto ben sperare, è fallito”. “In realtà per prima cosa bisogna capire a chi fa piacere e a chi interessa che ci sia turismo al Tretto - sostiene Daniele Dalla Vecchia, presidente del Consiglio di Quartiere -. La popolazione va interrogata e ascoltata: non si può far subire passivamente un progetto di modificazione economica di questo tipo, soprattutto ai pochi abitanti che rimangono al Tretto. Si potrebbero attivare politiche per incentivare gli scledensi a salire al Tretto, con progetti di defiscalizzazione e con il potenziamento dei servizi”. “Oggi abbiamo qualcosa da promuovere in modo serio - interviene Lidia Zocche, responsabile dell’ufficio relazioni con il pubblico del Comune -. I nostri uffici stanno lavorando a cartoguide aggiornate del territorio e alla creazione di pacchetti turistici da presentare a tutto il Nord Italia. È ora il momento di muoversi, è ora che si può creare un piano di lavoro”. “Ed è necessario svilupparlo in modo condiviso - conclude l’assessore Rader -. Il Tretto non sarà certamente il Chianti, ma sta diventando un marchio che, se ben pensato, può contribuire, sul lungo termine, a far ripensare l’idea stessa che noi cittadini abbiamo del nostro territorio: solo se gli scledensi saranno i primi a credere nelle potenzialità turistiche del luogo in cui vivono sarà poi possibile convincere di questo anche gli altri”. ◆ alla riscoperta delle contrade e dei boschi del Tretto. Sempre nell’opuscolo-miniera, per la verità un po’ troppo denso di informazioni, notiamo la pubblicità di undici strutture ristorative, due B&B, un allevamento di cani di razza, un’associazione di laboratori creativi per tutte le età, un laboratorio didattico-ambientale, un’Onlus per far del bene ovunque, tre negozi e tre case per far soggiornare gruppi. “Lei ha camper o roulotte?” “No”. “Beh, altrimenti le indicavamo il Camping Club Cerbaro. Se desidera, a pagamento, ci sono due opuscoli: uno sul Sentiero Natura (l’abbiamo percorso, ma va tenuto meglio, ndr) e uno con la storia del Tretto e molte proposte di escursioni per varie esigenze”. Ma insomma, il Tretto è depresso o no? Questo è il dilemma perché ci sembra che le premesse per far funzionare le cose ci siano, e le motivazioni anche. Si tratta di tirar fuori dal cervello e dal cuore un paio di paroline magiche: collaborazione (dall’alto e dal basso) e fiducia.


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