La Goccia

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N° 9 anno 2020 (autorizzazione n°6 del 17/07/2017)

Associazione Donatori di Sangue di Colle di Val d’Elsa

EMERGENZA Covid-19

VINCEREMO!

Direttore Responsabile: Carlotta Lettieri - Capo Redattore: Pietro Peli Redazione: Valentina Benocci, Katiuscia Bozzolan, Tiziano Catarina, Franca Consortini, Ilaria di Pasquale, Elena Ferrandi, Laura Landozzi, Paolo Leoncini, Daniela Lotti, Chiara Mantici, Valerio Peruzzi, Michele Pollara, Julia Radi. Se anche tu vuoi collaborare alla realizzazione del giornalino, inviaci il Tuo articolo all’indirizzo e-mail: adslagoccia@gmail.com ASSOCIAZIONE DONATORI DI SANGUE - Via Liguria,11 - 53034 - Colle di Val d’Elsa - SI - Tel. 0577 920169 e-mail: associazione@donatoridisanguecolle.it - www.donatoridisanguecolle.it


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Pubblica Assistenza Colle Val d'Elsa IBAN IT 30 N 08425 71860 000040471963 Causale: Donazione Emergenza Covid-19

NON CHIAMATECI EROI O ANGELI... SIAMO SEMPRE STATI COSÍ

VOLONTARI


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Non è facile scrivere un editoriale in un tempo come questo. Anzi: non è facile scrivere in assoluto. Il senso di sospensione, di precarietà, di incapacità di comprendere sembra pervadere ogni cosa ed il senso di questo tempo che ci è dato sembra non esserci. Per quanto lontana sia, questa è la prima epidemia a livello mondiale che conosciamo dal 1918-20, dalla famosa “Spagnola” che fece più vittime anche della Grande Guerra. Ed è anche il momento più difficile per l’Italia dal 1945 a oggi. Le imprese quasi ferme, le scuole chiuse, la società civile quasi congelata. Ma se un insegnamento si può trovare è che poi, con sforzo e fatica, ci si rialza anche da batoste terribili e momenti che sembrano

irreparabili. Ciò che occorre adesso è mettere in campo la parte migliore del senso di umanità che ognuno possiede: solidarietà, cura del prossimo, attenzione ai bisogni di tutta la comunità. Le associazioni di Pubblica Assistenza e dei Donatori di Sangue non sono venute meno ai vincoli che ci legano come comunità e che rendono una vita degna di essere vissuta: in questo numero del tutto speciale, in circostanze così inusuali vogliamo mostrarvelo. Certi che, quando un po’ di normalità sarà tornata nelle nostre vite, non ci perderemo di vista. A presto allora, a quando il sole della primavera ci farà più liberi dal Coronavirus.

QUANDO una mattina verrai preso dal desiderio irrefrenabile di contribuire ad alleviare uno dei bisogni primari delle persone. QUANDO vorrai dimostrare a te stesso che esisti perché esistere significa realizzare qualcosa per gli altri. QUANDO ti vorrai sentire appagato dalla certezza che senza il tuo gesto il mondo sarebbe meno umano. SARÀ GIUNTO IL MOMENTO di compiere quei pochi gesti necessari a donare il sangue: CONTATTARE i volontari dell’Associazione Donatori di sangue, di persona in Via Liguria,11 o telefonare al numero 0577920169 ANDARE al Centro Emotrasfusionale ed in pochi minuti controllare la tua idoneità. DOPO TRENTA MINUTI AVRAI RAGGIUNTO IL TUO SCOPO, REALIZZATO IL TUO DESIDERIO. SEI DIVENTATO/A UNA PERSONA IMPORTANTE PERCHÉ ATTRAVERSO IL TUO GESTO QUALCUNO POTRÀ AFFRONTARE UN PROBLEMA SANITARIO CHE GLI POTRÀ CONSENTIRE DI VIVERE

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INDICE: ► (p. 3) Editoriale ► (p. 4-5) Intervista a Julia Radi, presidente Associazione Donatori di Sangue di Colle di Val d’Elsa ► (p. 6) Intervista ad Elena Marchini, medico del Centro Emotrasfusionale dell’ospedale di Campostaggia ► (p. 7-8) Intervista a Leonardo Parri, presidente Associazione Pubblica Assistenza di Colle di Val d’Elsa ► (p. 9) Pronto Badante ► (p. 10) Vita in associazione ► (p. 11) Spesa alimentare e farmaci a domicilio ► (p. 12-13) La Protezione Civile della Publica Assistenza colligiana in campo a supporto dell’emergenza Covid-19 ► (p. 14-15) Coronavirus, chi è costui? ► (p. 16-17) Cinofili ANPAS ai tempi del Covid-19 ► (p. 18) Una grande ricchezza a disposizione di tutti! ► (p. 19) Il volontario ai tempi del Covid-19 ► (p. 20) L'ingegnere clinico: questo sconosciuto ► (p. 21) Una sola parola: GRAZIE! Grande solidarietà da parte delle realtà colligiane alla Pubblica Assistenza di Colle di Val d’Elsa ► (p. 22) Un’iniziativa colligiana per affrontare l’isolamento


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INTERVISTA A JULIA RADI, PRESIDENTE ASSOCIAZIONE DONATORI DI SANGUE DI COLLE DI VAL D’ELSA

Come stanno andando le donazioni, abbiamo una buona risposta da parte dei nostri iscritti o la paura ha limitato le donazioni? Non posso fare altro che ringraziare tutti i nostri iscritti, che hanno reagito in maniera più che positiva all’ attuale situazione e capito quanto, in particolare anche in questo momento, sia importante donare il sangue. Dopo un primo momento di sbandamento, sia da parte nostra, per poter raccogliere le informazioni necessarie da trasmettere alle persone e per organizzare in maniera diversa il servizio, che da parte dei donatori, che come tutti si sono trovati giustamente disorientati per la gravità della situazione, abbiamo poi avuto e stiamo tuttora avendo una partecipazione attiva pressoché normale. In aiuto dobbiamo dire abbiamo avuto anche la stampa e le televisioni che hanno portato all’attenzione di tutti la sicurezza e l’importanza della donazione, in particolare in questi momenti di criticità sanitaria. Mi preme anche sottolineare con

piacere che, in questo momento di difficoltà, alcuni donatori, oltre che donare, si sono resi disponibili a collaborare per la realizzazione di servizi in aiuto dei nostri cittadini più fragili, come effettuare e consegnare a domicilio la spesa alimentare ed i farmaci. Inoltre, hanno partecipato al recapito presso i cittadini del nostro Comune delle mascherine inviate dalla Regione Toscana. Come state organizzando il servizio dell'associazione in questo periodo di STOP?

Aldo, Franca, Laura e Lorella, che seguono quotidianamente i donatori, attraverso telefonate, messaggi e consulenze, hanno svolto un buon lavoro anche in questo frangente. Naturalmente l'accoglienza in Sede è stata sospesa, ma loro si sono organizzati dai loro domicili in modalità "smart working" per chiamare i donatori e per fisare gli appuntamenti presso il Centro Emotrasfusionale. Abbiamo inviato SMS a tutti, fornendo informazioni e tranquillizzando sulla sicurezza della donazione e contemporaneamente informando su quanto in questo momento sia importante un simile gesto. Quindi le posso dire con orgoglio che siamo riusciti a stare al passo di quest'era moderna, permettendo alla nostra Associazione di non fermarsi mai. Quali iniziative erano in programma per promuovere la donazione e quante di queste non hanno potuto essere realizzate? Quest’anno avevamo puntato molto su alcune iniziative, che avevano il duplice scopo di portare l’Associazione sempre più a contatto con la nostra comunità locale e, nel contempo, di raccogliere fondi per

"Io dono, tu doni, egli vive" Con il tuo gesto forse non salverai il mondo, ma una vita si. DIVENTA DONATORE di SANGUE


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l’acquisto di un defibrillatore da donare a tutti i cittadini. Infatti, ci stavamo informando per trovare una collocazione proprio nella centralissima P.zza Arnolfo che al momento ne è sprovvista. Con le nostre volontarie avevamo iniziato dallo scorso anno, con buoni riscontri, a realizzare bomboniere solidali per nascite, comunioni, matrimoni ed altri eventi e quest’anno contavamo di aumentarne la produzione. Inoltre, dopo i riscontri positivi dello scorso anno, volevamo, nel periodo pasquale, effettuare la vendita nella nostra piazza di gadget a forma di goccia (il nostro simbolo). Abbiamo realizzato fermaporta, portachiavi, presine e, come novità di questo anno, anche un quaderno per appunti, ma anche questa iniziativa purtroppo è naufragata, così come l’ultima idea in programma, che era quella di organizzare, con il gruppo giovani come promotori, un apericena nel terrazzo della nostra Associazione. Tutte iniziative che nostro malgrado ci troviamo a rinviare. Quali iniziative intendete portare avanti per trasmettere sempre di più nei giovani la sensibilità a questo gesto? Al momento, proseguiremo con le nostre iniziative istituzionali di sostegno ai donatori e, puntando sempre più sul passaparola, continueremo con le uscite del nostro giornalino, che potrà essere letto, oltre che in formato cartaceo, anche in digitale e che continuerà a far conoscere la nostra associazione e le nuove iniziative, affinchè altre persone possano aderire. Inoltre, non escludiamo di effettuare, appena questo sarà possibile, le iniziative che avevamo in programma. Ora un po' di dati: quanti donatori attivi fanno parte dell'associazione e quante donazioni

sono state effettuate nel corso del 2019? Nell’anno 2019 sono cresciuti di numero sia i donatori che le donazioni! Continuiamo ad essere una zona molto sensibile e attiva alla donazione, anche se il ricambio generazionale non sempre è facile. Per questo, come già accennato prima, stiamo pensando ad iniziative che possano avvicinare i giovani a questa forma di volontariato, che con poco sforzo, permette di dare un vero aiuto a tante persone che stanno affrontando grosse problematiche sanitarie. Riporto intanto un po’ di dati sugli ultimi anni, relativi alle donazioni

effettuate e sui nostri donatori. Come si può notare, la fascia più consistente di donatori rimane quella tra i 41 e i 60 anni. Il NOSTRO ZOCCOLO DURO! Negli ultimi anni sono aumentati gradualmente un po’ anche i giovani, ma ancora non si riesce a compensare i nuovi arrivi con il termine delle donazioni, fissato al compimento dei 65 anni. Un appello a tutti i genitori: invitate i vostri figli a donare il sangue! Con 15 minuti di impegno si può salvare una vita e tenere sotto controllo la propria salute.

TOTALE

DONAZIONI

ANNO

SANGUE

PLASMA

TOTALE

2017

673

125

798

29+

2018

739

171

910

112+

2019

749

170

919

9+

Fascia

2015

2016

2017

2018

2019

75

77

83

87

94

93

89

93

104

99

153

156

154

158

152

158

157

155

156

154

51

55

51

38

44

530

5 34

536

543

545

di età da 18 a 30 da 31 a 40 da 41 a 50 da 51 a 60 da 60 a 65 Totale

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INTERVISTA AD ELENA MARCHINI, MEDICO DEL CENTRO EMOTRASFUSIONALE DELL’OSPEDALE DI CAMPOSTAGGIA

In questo periodo ci è sembrato doveroso tornare a sentire la voce di un esperto. La prima intervista di questo giornalino, nel suo numero Zero, fu alla Dott.ssa Elena Marchini, medico del Servizio Emotrasfusionale dell’Ospedale di Campostaggia. Siamo tornati a intervistarla. Cara Elena, è un piacere risentirti in questo contesto che immagino sia davvero inusuale per voi medici. Nei limiti del possibile, puoi dirci qual è la situazione nel comparto delle donazioni? Non essendoci casi documentati di trasmissione trasfusionale del virus, abbiamo continuato a ricevere i donatori per le consuete donazioni di sangue come da direttive del Centro Nazionale Sangue, tenendo ovviamente conto dei provvedimenti nazionali e aziendali ed adottando le misure di contenimento del contagio da Covid-19, come da procedure aziendali. Puoi dirci nella fase attuale quanto sia importante avere delle riserve di sangue e dei suoi derivati in questa situazione di emergenza medica? La paura da Covid-19 può essere un deterrente e ridurre le donazioni di sangue. Nella prima settimana di marzo le donazioni sono calate in media del dieci per cento in tutta Italia, come riferiscono i dati del Centro nazionale Sangue. Anche in Valdelsa si è assistito ad un calo di quasi il 20%. Successivamente, anche grazie agli appelli alla donazione, l'afflusso dei donatori è tornato a crescere. Sarebbe molto importante mantenere questo trend per continuare a garantire le terapie degli altri malati. Le riduzioni delle donazioni mettono a rischio tutti i pazienti che ogni giorno hanno

bisogno di trasfusioni o farmaci emoderivati, indipendentemente che siano affetti o meno da Covid-19.

Il vostro servizio si caratterizza per lo scrupoloso rispetto di tutte le norme igieniche anche in tempi normali. Ma, si sa, qualcuno potrebbe avere dei dubbi. È possibile donare in sicurezza? Certamente. Oltre allo scrupoloso controllo che viene effettuato all' ingresso dell'ospedale, dove gli operatori dispensano a tutti coloro che entrano disinfettante per le mani e rilevano la temperatura corporea, la Direzione Sanitaria ha “rafforzato” le procedure di sanificazione degli ambienti da parte della ditta di pulizie e di tutti gli operatori sanitari. Quali sono le accortezze che un donatore di sangue deve seguire? Le disposizioni del Centro Nazionale Sangue, che hanno una natura solo precauzionale, non essendoci casi documentati di trasmissione trasfusionale del virus, tengono anche conto dei provvedimenti, presi a livello nazionale, finalizzati all'individuazione dei soggetti a rischio e che applicano ai medesimi urgenti misure di contenimento. Tali disposizioni raccomandano di: - applicare il criterio di sospensione temporanea di almeno 14 giorni dopo la possibile esposizione al rischio di contagio per contatto con soggetti con infezione documentata da Covid-19; - applicare il criterio di sospensione temporanea di almeno 14 giorni dalla risoluzione dei sintomi o dall’interruzione dell’eventuale terapia per i donatori con anamnesi positiva per infezione da Covid-19

(infezione documentata oppure comparsa di sintomatologia compatibile con infezione da Covid-19). Il paziente guarito è colui il quale risolve i sintomi dell’infezione da Covid-19 e che risulta negativo in due test consecutivi, effettuati a distanza di 24 ore uno dall’altro, per la ricerca di Covid-19; - sensibilizzare i donatori ad informare il Servizio trasfusionale di riferimento in caso di comparsa di sintomi compatibili con infezione da Covid-19 oppure in caso di diagnosi d’infezione da Covid-19 nei 14 giorni successivi alla donazione (post donation information). Al fine di evitare l’aggregazione dei donatori nei locali di attesa e, di conseguenza, consentire il mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale (almeno 1 metro), si raccomanda di: - presentarsi al trasfusionale previo appuntamento telefonico e in assenza di sintomi compatibili con infezione da Covid-19 . A tale proposito, vorrei invitare tutti coloro che volessero donare a prendere visione degli aggiornamenti delle misure precauzionali contro il coronavirus, disponibili sul sito del centro nazionale sangue: www.centronazionalesangue.it Si può dire che donare in un momento come questo è ancora più importante per concretizzare quella solidarietà che lega il donatore e ricevente? Certamente. E ancora una volta la Valdelsa si è dimostrata esemplare nella solidarietà: l'affluenza alle donazioni di sangue ed emocomponenti è stata massima. Grazie Elena e, ovviamente, buon lavoro a te ed al tuo staff.

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INTERVISTA A LEONARDO PARRI, PRESIDENTE ASSOCIAZIONE PUBBLICA ASSISTENZA DI COLLE DI VAL D’ELSA modo particolare nel primo periodo, costringendoci a fare ricorso ad acquisti diretti con nostre risorse.

Caro presidente, poterti intervistare in una situazione così delicata per la salute pubblica è un vero privilegio. Innanzitutto come sta vivendo l’Associazione questo periodo? Con l'arrivo di questa emergenza ci siamo trovati di fronte un nemico invisibile, qualcosa di inedito nei confronti del quale avevamo però un obbligo, quello di reagire prontamente. Ci siamo dovuti riorganizzare, riadattandoci alla nuova realtà. Abbiamo, di fatto, sospeso quasi tutti i servizi di attività ordinaria (trasporti per visite mediche, per fisioterapia, ecc.), indirizzando la nostra attività su emergenza sanitaria, protezione civile e assistenza ai cittadini dal punto di vista sociale, spesso a fianco degli enti locali. Anche dal punto di vista operativo abbiamo dato disposizioni a volontari e dipendenti per l’uso tassativo dei dispositivi di protezione, abbiamo invitato il nostro personale a non sostare nei locali salvo i momenti di servizio, ci siamo attrez-

zati per fare riunioni online del Consiglio Direttivo o dei responsabili di settore, al fine di ridurre al minimo i momenti di contatto. Quali sono le nuove problematiche affrontate con i servizi di emergenza? Da una parte, si continua nel servizio di emergenza territoriale con una tipologia di interventi, rispetto al passato, sempre più indirizzata verso casi di pazienti con sintomatologia e sospetti Covid-19. Dall’altro lato, abbiamo iniziato il nuovo servizio di emergenza COVID, svolto su base provinciale e con trasferimenti verso ospedali anche fuori provincia, per il trasporto di pazienti positivi. Il maggior problema che abbiamo dovuto affrontare è stato quello della sicurezza. Assicurare la protezione, l'incolumità e la salute dei nostri soccorritori e dei pazienti trasportati è stata per noi la priorità assoluta e non sempre è stato facile, data la scarsità delle forniture di DPI, in

Quali sono le attività che la Pubblica Assistenza ha messo in campo per aiutare la popolazione? Abbiamo iniziato a metà marzo come Associazione con il servizio gratuito di approvvigionamento e consegna a domicilio di generi alimentari e di farmaci. Tale servizio è rivolto principalmente alle persone anziane o con gravi problemi e non in grado di sopperire autonomamente, per permettere loro di rimanere in casa, evitando di esporsi a possibili rischi di contagio. Questo servizio, tuttora attivo, viene da noi svolto per tre giorni la settimana ed è molto apprezzato. In un mese e mezzo abbiamo fatto circa 300 servizi a domicilio di spesa alimentare o farmaci e servito circa 100 famiglie colligiane. Abbiamo poi fatto, insieme ad altre Associazioni, la consegna del primo lotto di mascherine della Regione a tutti gli abitanti del nostro Comune, impegnando come Pubblica Assistenza in due giorni 60 volontari. Abbiamo poi provveduto, per conto del nostro Comune, ad effettuare la consegna a domicilio dei buoni pasto a circa 600 famiglie colligiane, sempre grazie alla generosa disponibilità dei numerosi nostri volontari. Nelle prossime settimane attiveremo uno sportello di ascolto e supporto psicologico per i cittadini colligiani, legato all’emergenza coronavirus. Vedo che c’è stata una grande risposta dei volontari, me lo puoi

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confermare? I nostri volontari sono abituati a non tirarsi mai indietro, in modo particolare in una situazione difficile come l’attuale. Mettersi a disposizione della nostra comunità, per aiutare o essere vicini a chi si trova in una situazione precaria o di maggiore difficoltà, sta nel DNA dei nostri volontari. Sono ragazzi e ragazze, giovani o meno giovani, che, senza chiedere niente in cambio, dedicano parte del proprio tempo e soprattutto tanta passione e generosità al servizio degli altri. Credo che tutti dobbiamo nei loro confronti il massimo rispetto e la massima ammirazione. Sono un patrimonio da tutelare per l’intera comunità. Terminata questa brutta espe-

rienza, pensi cambi qualcosa nelle attività della nostra Associazione e nel rapporto con i cittadini? Sicuramente sì! Ormai lo dicono tutti, niente sarà come prima, ma senza addentrarsi in argomenti che adesso è prematuro trattare, ritengo che questa esperienza dovrà insegnare a tutti a non farsi trovare impreparati. Per quanto riguarda la nostra Associazione e il mondo del volontariato in genere, dovremo arricchirci da questa esperienza per guardare il futuro attraverso un diverso modo di essere. Accanto alle attività tradizionali e fondamentali del trasporto socio sanitario, dovremo essere sicuramente più presenti nel sociale, attenti a cogliere, con rapidità e risposte adeguate, i tanti nuovi bisogni che emergeran-

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no nella nostra comunità. Ci sarà sicuramente necessità di maggiore collaborazione e sinergie tra le associazioni, le Istituzioni e gli enti presenti sul territorio. Per quanto riguarda il rapporto con i cittadini ritengo che questo periodo abbia contribuito a farci avvicinare a un numero sempre maggiore di uomini e donne, molti anche giovani. Tante sono state le dimostrazioni di affetto e vicinanza verso la nostra Associazione. Molti hanno anche contribuito ad effettuare donazioni, alcune di valore simbolico e comunque apprezzabilissime. Tante persone, in prevalenza giovani, hanno espresso il desiderio di diventare volontari per essere vicini al nostro mondo, ai nostri valori e soprattutto alla gente. La cosa ci riempie di gioia e fa ben sperare nel futuro.


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attivo da lunedì a venerdì ore 8.00 - 19.30 e sabato ore 8.00 - 15.00 martedì ore 14.00 - 18.00 consulenza in materia previdenziale e assistenziale regione.toscana.it/prontobadante Numero Verde

800 59 33 88

Con la fine del mese di Febbraio è terminato il secondo anno del Progetto Regionale “Pronto Badante”, di cui la nostra Associazione è capofila per la Zona Alta Valdelsa. La soddisfazione per i risultati ottenuti è alta. Abbiamo ricevuto quasi 110 richieste di intervento e risposto in maniera più esauriente possibile a tutte le domande delle persone che accedevano a questo servizio. Si trattava di persone che stavano affrontando un momento di difficoltà, a causa dell’aggravarsi delle condizioni di un familiare anziano. Abbiamo cercato di fornire sempre indicazioni esaustive, su come orientarsi nei servizi presenti nella nostra zona, su come e quando rivolgersi ai servizi pubblici ed abbiamo erogato un sostegno economico per il periodo della prima urgenza, nei casi in cui veniva attivato l’aiuto di un assistente familiare. Siamo quindi al terzo anno di progetto in Valdelsa! La Regione, con il progetto “Pronto Badante”, ha infatti deciso di mettere, a disposizione delle famiglie toscane un servizio di sostegno rivolto alla persona anziana nel momento in cui si presenta, per la prima volta, una situazione di fragilità. Quindi ricordiamo che per poter accedere al servizio, la persona deve: ● avere almeno 65 anni; ● essere residente in Toscana; ● trovarsi per la prima volta in un momento di difficoltà, fragilità o disagio;

● non avere la presa in carico dei servizi sociali (Progetto Assistenza Personalizzato). Per attivare “Pronto Badante” dovete chiamare al numero verde 800 59 33 88 (attivo da lunedi a venerdi dalle 8 alle 19:30 e il sabato dalle 8 alle 15), risponde un operatore incaricato e qualora sussistano tutte le condizioni, la richiesta viene inoltrata ad un operatore del territorio di residenza. Sarete contattati dall’operatore della Valdelsa, che si recherà entro massimo 48 ore, presso il vostro domicilio (causa Covid 19, ora solo tramite contatto telefonico). Questo per garantire un unico punto di riferimento, per avere informazioni sui servizi e percorsi socio-assistenziali. Inoltre potrà essere erogato un contributo di 300 euro una tantum, a conclusione del periodo di attivazione di un rapporto di lavoro regolare e occasionale con una/un assistente familiare (fino a un massimo di 30 ore), per le prime necessità. La prestazione lavorativa può essere effettuata sia da una badante esterna al nucleo familiare, oppure da una/un assistente della famiglia, ad esclusione del coniuge e i parenti/affini entro il 1° grado. L'operatore autorizzato assiste l'anziano e la famiglia anche nelle procedure per l'attivazione di un rapporto di assistenza familiare, tramite protocolli INPS, ed inoltre fornisce un tutoraggio per aiutare la famiglia e l'assistente familiare nelle prime fasi dell'attivazione del rapporto.

Inoltre, contattando il numero verde 800 59 33 88 il martedì pomeriggio dalle 14 alle 18 un consulente esperto risponderà alle famiglie su richieste in materia di contratto con la badante, o di natura previdenziale e assistenziale. Anche per l’anno in corso la nostra Associazione svolgerà il ruolo di capofila per la Valdelsa, il nostro intento è e sarà quello di ampliare l’offerta a tutti gli anziani della Valdelsa, offrendo un servizio di informazione, anche presso la nostra sede per 2 pomeriggi la settimana. Tutte le persone che si trovano ad affrontare un momento di particolare difficoltà per l’aggravarsi delle condizioni di un familiare anziano potranno telefonare al n.380 1093891, dove una persona incaricata fornirà il maggior numero possibile di informazioni su come accedere ai servizi e se necessario attivare il contributo previsto per coprire la prima emergenza con personale esterno. A causa dell’attuale situazione dovuta al COVID 19 il nostro operatore interverrà al momento solo telefonicamente ma fornendo sempre un aiuto ed un supporto alle famiglie analizzando il bisogno presente, comunicando i percorsi da seguire per rispondere alle esigenze e indicando anche i servizi aggiuntivi attualmente presenti e le modalità di comportamento legate al Virus ed i servizi pubblici da coinvolgere.

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VITA IN ASSOCIAZIONE

Di eventi che lasciano il segno nella vita di ognuno di noi ce ne sono stati parecchi durante la nostra esistenza. Quelli del 1960 come me non potranno dimenticare la conquista della Luna del 1969 con il balzo avanti dell’umanità, poi i Mondiali di calcio del 1982 e la gioia di sentirsi finalmente fieri di essere italiani, ma anche la caduta del muro di Berlino del 1989 con la speranza di un mondo senza più divisioni e conflitti. Eppure, tutti questi eventi messi insieme non uguagliano la scossa che ha segnato le nostre vite in queste ultime settimane e che continuerà a segnarle ancora per chissà quanto tempo ancora. Sono tempi dettati dal virus, uno sgradito ospite beffardamente chiamato “corona”. Cosa ci può essere di “regale” in un morbo che miete vittime tra i più indifesi e che condiziona la vita di tutto il mondo? “Sono io la morte e porto corona e son di tutti voi signora e padrona” recita “Ballo in Fa Diesis Minore”, una canzone di Angelo Branduardi. Si, questa epidemia è la nostra “padrona”: ci ordina, ci vieta, ci costringe, ci impone, si è presa le nostre vite, la nostra esistenza. Separa famiglie e divide amori, allontana amici e colleghi e, non meno importante, flagella

l’economia del nostro Paese, lasciando in difficoltà tanti lavoratori e imprenditori. Insomma, fa male a proprio a tutto e a tutti. Anche qui, a lavoro in Associazione, si respira un clima surreale che avvolge ogni cosa e chiunque. In segreteria, con le opportune precauzioni, rispettando i protocolli e attenendomi alle norme di profilassi, mi sento abbastanza sicuro e cerco, oltre che di occuparmi, come di consueto, del disbrigo delle pratiche d’ufficio, di supportare gli altri con senso di vicinanza e di condivisione della situazione. Solo nella stanza, vedo da una piccola finestra di vetro il mondo fuori che scorre di quel tanto per consentire a volti familiari di affacciarsi di volta in volta e di interloquire con me. Nonostante tutto, quei volti restano familiari, perché le mascherine possono velare i visi, ma non coprire gli sguardi che caratterizzano ognuno di noi. Una situazione, che per quanto irreale, non potrà mai scalfire il senso di umanità e di confidenza che ci lega tutti, dipendenti e volontari. Anche la nostra sede, di solito via vai di gente, di soci, di soccorritori e di barellieri, adesso è un’asettica e silenziosa cattedrale. Pochi si aggirano per i suoi corridoi, quasi in

religioso silenzio, ovunque mascherine, gel disinfettanti, guanti sterili, occhiali protettivi, tute monouso, eppure dietro quei volti seminascosti gli sguardi sono i soliti, gli stessi di sempre. Gli sguardi di chi è sempre pronto, di chi è sempre disponibile, di chi vuole ripartire. Si, perché una cosa è certa, alla fine saremo noi a prevalere su questa odiosa e soffocante “padrona”, rimpossessandoci delle nostre esistenze, con la speranza che tutto questo almeno ci sia servito di lezione e ci abbia insegnato ad avere più rispetto e più riguardo per il bene più importante, per il bene più prezioso per ognuno di noi… la vita.

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Tiziano

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SPESA ALIMENTARE E FARMACI A DOMICILIO

Tra le tante attività che hanno caratterizzato questo periodo di emergenza, una è sicuramente stata di fondamentale importanza per supportare le fasce più deboli della popolazione che per la propria sicurezza hanno dovuto limitare i propri spostamenti. La spesa ed i farmaci a domicilio sono stati infatti uno dei servizi più richiesti dai colligiani ed è stato necessario uno sforzo organizzativo e gestionale superiore per riuscire a soddisfare tutte le richieste. Sforzo che ha coinvolto nella fase della distribuzione i volontari dell'associazione e quelli de La Scossa che hanno collaborato al progetto, aiutando a fare la spesa ed a consegnarla a casa nei momenti di maggior richiesta.

Ma quali sono stati i passaggi cardine e come si sono svolti? Mi ha raccontato Katiuscia, una delle volontarie che hanno seguito direttamente il progetto, che il servizio ha visto infatti realizzare una pianificazione nei minimi dettagli dalla presa in carico delle richieste, alla

distribuzione. È proprio lei infatti che mi ha raccontato il grande lavoro che è stato necessario per scremare tutte le domande che venivano inviate tramite la compilazione di un modulo online o tramite una telefonata. Ed è stato l'aspetto delle telefonate che ha colpito particolarmente Katiuscia, che spesso si è trovata dall'altra parte della cornetta persone che si sono affezionate alla sua voce e che hanno richiamato nei giorni successivi anche semplicemente per sentirsi meno sole. Per qualcuno è stato un po' come avere una nipote acquisita. La fase successiva è stata quella della spesa vera e propria, con i volontari che con tutti i dispositivi di protezione necessari hanno acquistato i beni indicati delle varie liste della spesa consegnate. Questo passaggio, insieme alla successiva consegna a domicilio, viene svolto più volte alla settimana ed è arrivato a raggiungere fino a 15 spese al giorno, per un totale di oltre 300 servizi effettuati fino a questo momento, un numero veramente importante che rende bene l'idea del grande lavoro effettuato dalle due associazioni ed i propri volontari. Menzione a parte per la sezione dedicata ai farmaci a domicilio, che nella loro gestione hanno ovviamente reso necessario il recupero delle richieste presso i medici di riferimento o quello del piano terapeutico all'ospedale di Campostaggia, sempre da parte dei volontari che, una volta acquistati i medicinali in farmacia, li consegnano a domicilio con tutte le accortezze necessarie. Ovviamente, per quanto riguarda il lato economico, è stato ideato un sistema di anticipo dei soldi da parte dell'associazione Pubblica Assistenza per evitare qualsiasi tipo di truffa. In questo modo le persone hanno pagato con i propri soldi solamente al momento della consegna sa parte

dei volontari, senza bisogno di anticipare nulla. Penso sia doveroso sottolineare alcuni aspetti che questo progetto ha portato in termini di collaborazione tra due associazioni che solitamente si occupano di ambiti totalmente diversi, ma che nell'emergenza si sono trovate ad unire le proprie forze per dare un servizio gratuito alla comunità in un momento di massima difficoltà come quello che stiamo attraversando. Da questo punto di vista, si è notata ancora di più in questi mesi l'importanza del tessuto sociale e della rete di volontariato che abbraccia il nostro territorio, rete che ci tengo a sottolineare era presente anche prima e lo sarà anche dopo l'emergenza. Tanti cittadini e cittadine, che decidono di dedicare una parte del loro tempo al volontariato e a chi in quel momento ne può avere bisogno, senza chiedere niente, e che spesso vengono ricambiati da quegli sguardi che anche da sopra le mascherine parlano più di tante parole e racchiudono un semplice... grazie.

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La Protezione Civile della Pubblica Assistenza colligiana in campo a supporto dell’emergenza Covid-19 Sono molti i fronti sui quali la squadra di Protezione Civile della Pubblica Assistenza di Colle di Val d’Elsa è stata ed è impegnata nell’ambito della complessa emergenza Covid-19. A partire dal mese di febbraio, infatti, i nostri volontari hanno iniziato ad essere coinvolti in numerosi servizi appositamente attivati per la gestione della pandemia. Dal punto di vista organizzativo, le Pubbliche Assistenze presenti in Italia, unite tra loro nell’ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), rappresentano la più grande organizzazione nazionale di Protezione Civile per numero di strutture operative sul territorio, di volontari e di giornate impiegate nelle diverse situazioni emergenziali che ne hanno richiesto l’attivazione. Ogni Associazione offre, quindi, il suo contributo in risposta alle diverse istanze di supporto che possono provenire dal proprio Comune, o Unione di Comuni, dalla Sala Operativa Provinciale (S.O.P.), oppure dalla Regione Toscana tramite la Sala Operativa Regionale (S.O.R.), la quale veicola anche le richieste che arrivano dalla Sala Operativa Nazionale (S.O.N.) da parte del Dipartimento di Protezione Civile (D.P.C.). La nostra Associazione, in particolare, si muove e svolge le proprie attività di P.C. assieme alle Pubbliche Assistenze della Provincia di Siena, formando l’ANPAS Zona Senese. Il sistema di Protezione Civile italiano divide gli eventi calamitosi in tre fasce di intervento: gli eventi A, di tipo locale, gli eventi B, di tipo regionale, e gli eventi C, su scala nazionale. Le richieste di intervento pervenute durante questo periodo alla nostra squadra operativa sono classificate come di tipo C ed A, con attivazione dunque a livello nazio-

nale, da parte del Dipartimento di Protezione Civile, ed a livello locale, da parte del nostro Comune e della Provincia.

Già nei primi giorni di febbraio, e sino all’ingente riduzione del traffico aereo, in affiancamento al personale sanitario aeroportuale, al fine di controllare la temperatura dei passeggeri la nostra Associazione ha supportato il servizio di presidio presso vari aeroporti, inizialmente allo sbarco dei soli voli internazionali e poi di ogni tipologia di volo.

Successivamente, tra il 4 ed il 6 marzo, a seguito della richiesta della Regione Toscana di allestire presso le carceri regionali tende autostabili per il triage sanitario, la nostra squa-

dra di Protezione Civile è stata impiegata nel montaggio di queste strutture. Siamo, inoltre, stati coinvolti nell’azione di evacuazione di pazienti non Covid-19 dalle rianimazioni lombarde verso la Toscana, mettendo a disposizione due ambulanze con uno stand-by operativo di circa cinque giorni. Sempre a livello provinciale, l’Unità di Protezione Civile ha preso parte all’attività di montaggio, ove richiesto, delle tende di decontaminazione all’ingresso delle residenze sanitarie per anziani ed alla fornitura di circa trenta brandine per la permanenza prolungata del personale sanitario nelle case di riposo.

A seguito, lo scorso 6 aprile, dell’attracco al Porto di Piombino di una nave da crociera con a bordo un focolaio Covid-19, è stato disposto dalla Centrale Remota Operazioni Soccorso Sanitario (C.R.O.S.S.) il Protocollo Sismax (Sistema Integrato Sanità in Maxiemergenza), che consiste nella predisposizione di un posto medico avanzato di pronto impiego, con personale ed attrezzature condivise tra le ASL, l’ANPAS ed altre Associazioni di Volontariato. Alcuni membri della nostra squadra di Protezione Civile provinciale hanno preso parte all’operazione, curando, tra le altre cose, la parte di impiantistica. Fin da sabato 7 marzo, avendo intuito che la situazione emergenziale avrebbe potuto coinvolgere l’intera

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nazione, così come poi è avvenuto lunedì 9 con l’estensione delle misure di contenimento del virus a tutta la penisola, la Pubblica Assistenza di Colle di Val d’Elsa si è concentrata nell’organizzazione del servizio di spesa e farmaci a domicilio. Fare la spesa o procurarsi i medicinali, attività che da sempre svolgiamo nella vita di tutti i giorni senza prestare troppa attenzione a quanto siano fondamentali, per molte persone della nostra comunità sono infatti diventate, da un momento all’altro, azioni impossibili da svolgere in autonomia. In collaborazione con l’Associazione La Scossa, la Pubblica Assistenza ha così attivato, a partire dal 13 marzo, un servizio gratuito di prenotazione e di consegna della spesa e dei farmaci alla popolazione. Ogni settimana serviamo più di cento famiglie, distribuendo spesa e medicinali il lunedì, il mercoledì ed il venerdì. Un nostro volontario, reperibile quotidianamente in orario di ufficio, raccoglie telefonicamente le informazioni su spesa e farmaci e, con il supporto informatico di un altro volontario, inserisce tutto in un database. Successivamente le liste delle prenotazioni vengo stampate e consegnate ai Volontari che eseguono il servizio. Annotiamo, quindi, la lista della spesa, andiamo presso il supermercato richiesto, facciamo la spesa e la consegniamo a domicilio. Per quanto concerne i farmaci, il servizio comprende il ritiro della ricetta presso il medico, o presso l’utente se si tratta di ricetta telematica, quello dei farmaci presso la farmacia che il destinatario preferisce, quello di bombole di ossigeno, nonché quello dei farmaci ospedalieri presso l’Ospedale di Campostaggia. In occasione di questi servizi, inoltre, abbiamo avuto modo di consegnare circa 100 mascherine, realizzate e donate alla cittadinanza da Valdelsa Lab. Un’ulteriore importante attività che ha visto coinvolto il gruppo Volon-

tari della Pubblica Assistenza colligiana è stata, nei giorni dell’8, 9 e 10 aprile, la distribuzione delle mascherine alla popolazione, per conto del Comune di Colle di Val d’Elsa, nelle frazioni di Gracciano, San Marziale, Agrestino, Querciolaia e Collalto, nonché nella zona del centro, da Piazza Arnolfo sino al confine con il Comune di Poggibonsi. Un nutrito numero di volontari si è occupato di distribuire porta a porta, sulla base delle liste predisposte dal Comune, una coppia di mascherine per ciascun abitante, premurandosi di consegnare tali fondamentali presidi personalmente ai cittadini, svolgendo a tal fine anche più passaggi nelle aree di competenza dell’Associazione, laddove i destinatari non fossero stati reperibili nelle rispettive abitazioni al momento della prima consegna. Nell’arco delle tre giornate sono stati distribuiti alla popolazione circa 8.000 mascherine, grazie complessivamente al contributo ed all’impegno di circa 100 volontari, divisi in due turni al giorno.

Oltre ai servizi specificamente dedicati alla gestione dell’emergenza Covid-19, il settore di Protezione Civile si sta impegnando nel continuare a portare avanti anche le attività ordinarie, tra le quali quella

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dell’Unità Cinofila di ricerca di dispersi in superficie, che ci ha visto impegnati attivamente dal 27 al 29 marzo. La nostra squadra di P.C., infatti, è profondamente cosciente del valore che, proprio in un momento così delicato, siano mantenute attive in parallelo tutte le attività regolarmente svolte. Purtroppo, a causa delle disposizioni governative sul contenimento della pandemia, il grande fervore che all’interno della nostra Associazione e nell’ambito dell’ANPAS Toscana e dell’ANPAS Zona Senese si stava sviluppando per la programmazione di numerose attività primaverili ed estive è stato messo momentaneamente da parte. Ricordiamo qui, tra gli eventi al momento sospesi, l’edizione 2020 dei “May Days” all’Isola d’Elsa, una quattro giorni in cui i Volontari ANPAS provenienti da tutta la Regione Toscana si esercitano sulle varie specializzazioni che caratterizzano le Pubbliche Assistenze, i campi scuola “Anch’io sono la Protezione Civile”, campi estivi per bambini e ragazzi incentrati sulla formazione teorica e pratica circa le varie tematiche di protezione civile, nonché i vari corsi di formazione, gli esami per nuove unità cinofile e la consueta esercitazione di zona. La sospensione di tali attività e manifestazioni è stata opportunamente decisa con la consapevolezza dell’importanza di rispettare le misure ministeriali e di dare il proprio contributo nella gestione dell’attuale emergenza. Impegno e dedizione nel prestare il proprio supporto nella lotta a questo nuovo e così aggressivo nemico, accompagnati dalla speranza e dal desiderio di tornare nuovamente alla normalità. La Protezione Civile anche in questa emergenza c’è e resta a servizio di tutta la popolazione.


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CINOFILI ANPAS AI TEMPI DEL COVID-19

(foto di repertorio) Il Gruppo Cinofilo ANPAS Zona Senese unisce tutte le unità cinofile ed aspiranti tali delle Pubbliche Assistenze di tutta la provincia, formate per la ricerca di persone scomparse in superficie e sotto le macerie e comprendente, binomi specializzati in attività ludico-ricreative con bambini, disabili e anziani. Prima di essere volontari, siamo proprietari di fedeli compagni a 4 zampe e ci teniamo a salvaguardare il loro benessere psico-fisico, mettendoci a disposizione di altri proprietari per affrontare questa condizione al meglio. Vista la situazione in cui si trovava il nostro Paese, anche il nostro Gruppo Cinofilo si è sentito in dovere fin da subito di sospendere gli addestramenti e rinunciare ad eventi ed esercitazioni, in modo tale da avere la possibilità di dare il buon esempio ai cittadini ed investire il nostro tempo libero nelle numerose attività organizzate dalle nostre Associazioni per fronteggiare questa emergenza. La sospensione di tutte le nostre attività ci ha però messo di fronte alle difficoltà di riuscire a mantenere cani e conduttori allenati e di non perdere i risultati del lavoro svolto. Era perciò fondamentale trovare

una soluzione che ci permettesse di garantire il più possibile, in caso di attivazione reale, una performance al massimo delle potenzialità. Anche durante la quarantena rimaniamo, infatti, sempre operativi e

pronti a partire in caso di attivazione per la ricerca di un disperso, come è successo il 28 marzo, per la ricerca di una donna scomparsa, alla quale due delle nostre unità cinofile hanno preso parte.

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Abbiamo pertanto creato un gruppo di addestramento telematico, con lo scopo di condividere video ed esercizi da svolgere con i propri cani per mantenere la loro mente allenata e sfogare, almeno in parte, le energie represse. Lavorare con i cani è un’attività difficile da sostenere virtualmente fuori dal campo di addestramento, ma, tale soluzione ci ha permesso di dar vita ad una vera e propria cascata di opinioni, suggerimenti ed occasioni di confronto. Inoltre il gruppo ha ideato delle sfide cinofile alla portata di tutti i proprietari con i loro cani, pubblicate periodicamente sul gruppo Facebook “Gruppo Cinofilo Anpas Zona Senese”.

Riteniamo importante lanciare un messaggio di rassicurazione riguardante la trasmissione del virus da parte dei nostri animali. Possono infatti esserci modi per prevenire o limitare l’eventuale trasporto del “nemico invisibile” nelle abitazioni da parte loro come, per esempio, fare in modo che il cane non si strofini contro superfici esterne e pulirne le zampe con acqua e sapone

neutro, salviette specifiche o soluzione di amuchina liquida diluita con acqua in rapporto 1:10 (importantissima la diluizione ed evitare l’uso di gel, alcool e candeggina, assolutamente dannosi). Inoltre, grazie all’esistenza del Gruppo Cinofilo Zona Senese, le Pubbliche Assistenze di Colle Val d’Elsa e di Siena si sono rese disponibili a supportare la popolazione nel prendersi cura del proprio animale domestico, tra cui visite veterinarie ed uscite. Passare del tempo in compagnia del proprio animale domestico e svolgere attività insieme a lui può apportare benefici reciproci e alleviare lo stress. Durante questo periodo di isolamento, il tempo libero è sicuramente un’occasione per passare dei bei momenti con il nostro amico a 4 zampe e rafforzare il rapporto. Il cane, infatti, necessita di stimoli psicofisici per poter godere di un reale benessere tra cui una sana relazione con noi.

In un mondo così caotico, troviamo di estrema importanza sostenere un appello contro gli abbandoni, poiché, per i motivi sopra citati, non

esistono scuse valide per pensare che il nostro compagno di vita possa rappresentare un problema in questa situazione! Al contrario, possiamo trovare in lui un amico con cui trascorrere del tempo prezioso: passeggiate, giochi, esercizi divertenti ed educativi saranno inoltre utili per accrescere le sue competenze, incrementare il nostro valore ai sui occhi, appagarlo (ed appagarci) e, non di minor importanza, stancarlo. Cani e gatti sono però animali molto abitudinari e cambiarne la routine può portarli a vivere disagio e stress, soprattutto nel momento in cui torneremo alla normalità. Cerchiamo perciò di non stravolgere troppo la loro vita mantenendo il più possibile i loro ritmi (pasti, uscite, momenti in cui vengono lasciati soli). Infatti, in ogni caso è importante essere consapevoli che il nostro compagno di vita subirà inevitabilmente questo cambiamento. A tal proposito, oltre ai consigli citati sopra, invitiamo a monitorarlo attentamente e, in caso di osservazione di comportamenti anomali di qualsiasi tipo, a rivolgersi a professionisti del settore (educatori e addestratori). Visto il momento di difficoltà, abbiamo deciso di mettere a disposizione la nostra formazione personale nel settore di educazione cinofila insieme al nostro ruolo di volontarie nel Gruppo Cinofilo Zona Senese, al fine di chiarire qualsiasi dubbio, consiglio o parere per quanto possibile.

(Elisabetta e Gianna, addestratrici e volontarie del Gruppo Cinofilo ANPAS della Zona Senese)

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UNA GRANDE RICCHEZZA A DISPOSIZIONE DI TUTTI!

Era il 1992 e mi ero da poco trasferito da Firenze a Colle. La mia nuova città mi piaceva molto con il suo centro storico caratterizzato da opere e mestieri di ogni tipo, brulicante di gente attiva.

Colle Val d’Elsa a quel tempo era davvero molto attrattiva e quasi tutte le attività principali ruotavano ancora intorno ai vari quartieri. Si frequentava assai spesso piazza Arnolfo, dove ancora facevano sosta i bus di linea, così come si era attratti dalle tante vie del centro animate e rese vitali da numerosi esercizi commerciali ed artigiani, oggi del tutto scomparsi. In Colle Alta l’Ospedale ed il Pronto Soccorso erano sempre molto attivi. Poi, proprio all’ingresso della città, c’era quella piazza Scala a momenti sonnacchiosa e poi improvvisamente attiva con il suo andirivieni di ambulanze e tutte quelle persone lì intorno affaccendate. Non sapevo ancora quasi nulla di cosa fosse in realtà la Pubblica Assistenza, ma avevo in mentegià da qualche tempo l’idea di fare del volontariato. Così un sabato pomeriggio mi venne l’ispirazione e varcaila soglia della Pubblica in piazza Scala. Ricordo ancora bene i due volontari che trovai nella saletta del secondo piano. In un clima subito amichevolemi parlarono delle attività dell’Associazione, soffermandosi in modo particolare sulle attività svolte

dal gruppo volontari. Il risultato fu che il venerdì sera successivo ero già di servizio in ambulanza! Quella di allora era ancora una Pubblica Assistenza magicamente intrisa di un olio dal profumo antico, oggi appena percettibile. Si usavano ancora i sacchetti di sabbia per immobilizzare i feriti in barella e la centrale operativa del 118 con i suoi protocolli era ancora tutta da realizzare…

Iniziò così un decennio molto fertile della mia vita durante il quale, a tratti, la Pubblica arrivò a diventare letteralmente la mia seconda casa. Quello fu per me un periodo importante con il suo prezioso carico di esperienze, a volte assai complesse da gestire, ma di cui poi ho fatto tesoro negli anni a venire. Dopo tanto tempo passato lontano dalla Pubblica, eccomi giunto a questo anno 2020, con l’emergenza Covid-19 che incombe minacciosa un po’ su tutti. Mi sono trovato a chiedermi cosa avrei potuto fare per rendermi utile. Come in quel lontano sabato, la mia mente è torna alla Pubblica Assistenza e così ho deciso di telefonare ad una persona a me sempre cara, proprio uno di quei due volontari che per la prima volta mi accolsero al secondo piano di piazza Scala…che bella sensazione di déjà-vu!

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Detto fatto! Eccomi di nuovo qui, seduto nella sala riunioni intestata a Mario Gelli, insieme a tanti altri volontari, tutti ben distanziati tra loro, con indosso le mascherine. Siamo attenti ad ascoltare le istruzioni per poi correre a svolgere alcune urgenti attività legate all’emergenza Covid-19, come richiesto dalle Autorità. In questi attimi, per me così coinvolgenti, mi ha emozionato soprattutto constatare la solerzia, la dedizione e il coraggio con cui questi Volontari di ogni età si sono fatti trovare pronti ad agire in un momento così grave, organizzandosi efficacemente in modo corale e nel rispetto gerarchico dei ruoli assegnati a ciascuno di loro. Nello scorrere inesorabile del tempo, nell’alternarsi dei protagonisti, nel mutare dei contesti, la Pubblica Assistenza di Colle è rimasta comunque fedele a se stessa ed ai suoi valori fondanti, nell’intento di partecipare alla costruzione di una società più giusta e solidale. Questo patrimonio a disposizione di tutti rappresenta una dote inestimabile ricevutada chi con lungimiranza ci ha preceduto e che spetta a noi tramandare alle nuove generazioni. Con di nuovo indosso la divisa arancione, la mascherina ed i guanti, sono così tornato a respirare una benefica aria di casa che mi ha fatto stare proprio bene… Lunga vita alla Pubblica Assistenza! Vincenzo


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IL VOLONTARIO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Quando la sera del 9 marzo scorso il Presidente del Consiglio annuncia agli italiani che in una situazione di pandemia il sistema sanitario nazionale così come è organizzato non può far fronte a nuovi contagi e l’unico modo per arginare il virus è quello di rimanere tutti a casa e fermare le attività economiche non essenziali, un comparto che invece ha continuato ancora di più nella propria attività è stato quello del volontariato. Il cosiddetto terzo settore che in molti casi ha dovuto sopperire alle mancanze delle istituzioni politiche. I volontari, a dispetto della paura di contrarre il virus e della situazione personale di incertezza (molti di loro senza lavoro perché licenziati, cassaintegrati o lavoratori autonomi costretti ad interrompere la loro attività), si sono stretti ancora di più alla propria associazione. In un periodo di dubbi la certezza è stata quella di far sentire la propria presenza anche solo per un supporto morale. Chi non è stato attivo sul campo ha fatto sentire la propria vicinanza anche con piccoli gesti. È bastata una telefonata o far recapitare il pranzo e la cena alla squadra di turno per far capire “io sono con voi e vi supporto in questo difficile periodo”.

Intervistando alcuni di loro, le parole più usate nei loro discorsi sono stati “paura” e“dubbio”. “Paura” perché si combatte con un nemico nascosto, dato che in una prima fase chi era sul campo lavorava nell’insicurezza senza adeguati presidi medici né indicazioni ben precise sul come operare. Dubbi se continuare o meno a prestare la propria attività di volontario per paura di contrarre il virus, mettendo in pericolo non solo se stessi ma anche i propri familiari. Anche nello svolgimento dei servizi sia ordinari che di emergenza la situazione è mutata, visto che si opera in un clima di massima attenzione con maggiori accortezze da prendere non solo per proteggere se stessi ma anche gli altri. Altro aspetto venuto alla luce è stato quello del mancato contatto umano con le persone. In molti casi il compito di un volontario è quello di trasferire la propria umanità ai pazienti, anche solo facendo due chiacchiere o stringendogli la mano. Ora invece con le nuove direttive di distanziamento questo non può più accadere, a maggior ragione durante il trasporto di pazienti affetti da Covid-19, in quanto il contatto è praticamente impossibile a causa dei presidi medici che ogni volontario è

obbligato ad indossare. Gli stessi pazienti hanno da subito percepito questo distacco forzato, rimanendo sempre empatici con i nostri volontari capendo la situazione estrema nella quale operavano. L’incertezza nelle loro parole è riferita anche al proprio futuro personale visto con molte ombre per la situazione sanitaria che nessuno sa quando migliorerà e per il proprio lavoro che in questo periodo è stato forzatamente assente. Il mancato rapporto umano tra volontari è stato un altro aspetto emerso; far parte di un’associazione vuol dire far parte di un gruppo. L’associazione vive anche di attività ludiche, è un luogo di aggregazione sociale, si parla al plurale e non al singolare, tutte caratteristiche che contrastano con il vivere odierno fatto di distanziamento sociale, divieto di assembramenti e stare chiusi ognuno nelle proprie case. Il volontariato non si può fare virtualmente; si fa sul campo, ci si sporca le mani, non basta un click sul mouse di un computer. Un futuro senza rapporti umani dovrebbe solo mettere paura! Questa è la mia paura e il mio dubbio sul futuro che ci aspetta. Quindi, non vi dirò “andrà tutto bene”. Questa frase, oggi abusata, lasciamola dire e scrivere ai bambini nei tanti cartelli colorati appesi alle finestre delle loro case. Lo faccio per rispetto verso chi, per motivi di salute, lavoro, famiglia, il “tutto bene” rimane un eufemismo.

Rinchiudersi in casa a guardare un libro, una foto, un giornale e ignorando quel rodere sordo che cambia “io faccio” e lo fa diventare “io ricordo”... F. Guccini

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L'ingegnere clinico: questo sconosciuto

In questo numero non vi parleremo dei mestieri d'un tempo, ma concentreremo l'attenzione su un mestiere che, soprattutto in questo periodo di emergenza Coronavirus, è uscito allo scoperto. Ma veniamo al dunque. Non tutti sapranno che, negli ospedali di tutto il mondo, circola indisturbato uno “strano personaggio”, che si fa chiamare ingegnere clinico. Quest'ultimo, supportato da un gruppetto di tecnici, silenziosamente, si occupa della gestione delle apparecchiature elettromedicali presenti nelle strutture sanitarie. Quante volte mi sono sentita dire: ma cosa ci fa un ingegnere in un ospedale? Cosa fai di preciso? Facciamo una breve premessa e diamo qualche definizione. l’Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC), che opera in Italia sin dai primi Anni ‘90 definisce “ingegnere clinico” un “professionista che partecipa alla cura della salute garantendo un uso sicuro, appropriato ed economico delle tecnologie nei servizi sanitari”. L’ingegneria clinica si sviluppa infatti negli USA a partire dagli Anni '70, quando

amministratori ospedalieri e autorità accademiche iniziarono a ritenere necessaria all'interno delle strutture ospedaliere la presenza di personale tecnico capace di assicurare un elevato grado di sicurezza e una corretta gestione delle apparecchiature presenti nelle strutture stesse. Si avviò così la preparazione di appositi ingegneri (Clinical Engineer) e di tecnici specializzati (Biomedical Equipment Technician). Grazie ai risultati positivi, sotto il profilo della sicurezza e degli aspetti economico-gestionali, conseguiti in seguito all'introduzione di tali figure professionali, si verificò una veloce diffusione dei SIC in USA, in Canada e nei maggiori Paesi europei. Basti pensare che nel 1992 negli Stati Uniti più della metà degli ospedali con almeno 200 posti letto disponeva di un proprio SIC. In questo periodo di emergenza Coronavirus, avrete spesso sentito dire “è necessario riorganizzare reparti ospedalieri, allestire postazioni di terapia intensiva, allestire ospedali da campo, ecc.” Per fare tutto ciò, oltre ai più noti medici ed infermieri, che si occupa-

no della gestione del paziente dal punto di vista clinico, è sceso in campo ed in prima linea, affiancando il personale sanitario nella lotta contro il “nemico invisibile”, l'ingegnere clinico. Le azioni principali sono state quelle di: riorganizzare le apparecchiature già presenti negli ospedali, acquistare e collaudare nuovi dispositivi, gestire manutenzioni straordinarie, ecc. È stato inoltre importante creare percorsi ed ambienti ad hoc, al fine di separare gli accessi negli ospedali di pazienti non covid, covid o sospetti covid. In quest'ottica l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese ha compiuto diverse azioni, tra cui la realizzazione di pre-triage di accesso al Pronto Soccorso, quella di diversi check point di accesso in punti strategici e la trasformazione del lotto DEA in padiglione Covid-19, suddiviso in tre aree di attività clinico-assistenziale (Area di Alta Intensità Assistenziale, Area a Media Intensità assistenziale, Area Medico-Chirurgica), al fine di gestire nel miglior modo possibile i pazienti a seconda del livello di gravità della malattia.

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Una sola parola: GRAZIE!

Grande solidarietà da parte delle realtà colligiane alla Pubblica Assistenza di Colle di Val d’Elsa

Nell’ambito di questa lunga emergenza causata dal Covid-19, la solidarietà di imprese, professionisti, associazioni valdelsane e dei cittadini colligiani in generale ha rappresentato e tuttora rappresenta un supporto fondamentale per la Pubblica Assistenza di Colle di Val d’Elsa, offrendo all’Associazione un importante contributo materiale ed una grande spinta motivazionale nel continuare a portare avanti le quotidiane attività di volontariato ed i servizi attivati a seguito della diffusione del Coronavirus. In questi mesi così complessi c’è stato e continua ad esserci bisogno di speranza, coraggio, costanza e forza di volontà, ma anche di guanti, tute protettive, mascherine e mezzi sanitari efficienti, presidi che permettono ai Volontari di poter svolgere il proprio servizio in sicurezza, proteggendo se stessi e la comunità tutta dal contagio. Vogliamo, quindi, cogliere l’occasione all’interno di questo spazio per

dire grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato e continuano a farlo: alla TECON S.r.l. per la donazione di 100 tute protettive e di 400 mascherine chirurgiche; alla Ferramenta Petrini S.r.l. per la donazione di 200 mascherine chirurgiche; alla De Marco Parts per la donazione di 700 mascherine chirurgiche; alla METAF S.r.l. per la donazione di 200 mascherine chirurgiche; alla Bahia do Sol per la donazione di 400 mascherine chirurgiche e di camici; alla AFFA S.r.l. – Azienda Forgiatori Ferro Acciaio per la donazione di 50 mascherine protettive; a Repubblica Abbigliamento per la donazione di 100 mascherine chirurgiche; alla Mind GAP-Eventi per la donazione di 150 mascherine chirurgiche; all’Arnolfo Drink S.n.c. per la donazione di 2 bancali di acqua e succhi di frutta; alla Pizzeria Luna di Saturno, al Bar Pasticceria Cennini ed alla Paninoteca Da Poldo per aver offerto cene e cola-

zioni ai Volontari in servizio. Un sentito ringraziamento, inoltre, alla ASD Le Ancelle ed alla Pizzeria CaBò, assieme ai ragazzi del gruppo del Fantacalcio, per le loro donazioni, importanti testimonianze di sostegno e vicinanza alla nostra realtà associativa, e a tutti coloro che ci hanno dato il proprio sostegno, pur volendo restare anonimi. Ringraziamo, infine, lo Sport Village La Badia per aver ospitato presso la foresteria alcuni dei nostri Volontari, consentendo loro di poter effettuare servizio garantendo la propria sicurezza e quella delle relative famiglie. Nella costante battaglia contro il contagio da Coronavirus ogni contributo fatto con generosità ed entusiasmo possiede un valore enorme e rappresenta un attestato di fiducia e vicinanza da parte di tutta la popolazione alla nostra Associazione. Ancora, semplicemente, grazie.

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UN’INIZIATIVA COLLIGIANA PER AFFRONTARE L’ISOLAMENTO Tra le tante iniziative nate in questo triste periodo d’isolamento, ne raccontiamo una di una nostra concittadina, che ha riscosso notevole gradimento. Stiamo parlando dell’idea di Cinzia Panteri che, con un gruppo di amici, ha cercato di far trascorrere dei momenti sereni alla sua famiglia ed a quella dei suoi amici, che sono stati promotori dell’iniziativa di aprire una pagina Facebook per socializzare, pagina a cui altri hanno poi portato il proprio contributo divertendosi, trascorrendo e facendo trascorre a tutti quelli che vi accedevano un po’ di tempo virtualmente insieme. Ecco il racconto di Cinzia: «I primi giorni non sono stati certo facili, né per noi grandi né tantomeno per i nostri piccoli. Il tempo non passava mai ed era sempre più difficile pensare a cosa far fare ai ragazzi ed anche a cosa fare noi. Trovare, cioè, il modo di far fruttare in maniera positiva il troppo tempo a disposizione a cui nessuno di noi era abituato. Grazie poi a due amici di vecchia data, che hanno avuto l’idea, è nato il gruppo Facebook “Io resto a casa in Valdelsa”. Il nostro scopo è stato quello di utilizzare il tempo, facendo compagnia ai colligiani ed a tutti i valdelsani, attraverso tante iniziative virtuali che hanno riscosso il gradimento di tutti ed il nostro naturalmente. Con l’aiuto delle telecamere, abbiamo potuto inquadrarci mentre cucinavamo e spiegavamo le ricette che di volta in volta eseguivamo e abbiamo fatto vedere la nascita e la vita di alcuni animali. Un gruppo di amici si è poi unito al nostro ed alcuni hanno cantato canzoni, mentre altri

hanno realizzato tante cose simpatiche sia per noi che per chi ci ha seguito! Tutti noi speriamo che questo periodo di isolamento abbia portato anche a ritrovare al nostro interno i valori veri, che forse con la vita frenetica avevamo dimenticato e perso nel corso del tempo. Ci auguriamo, quindi, che almeno un aspetto positivo il nostro nemico invisibile l’abbia portato e cioè che tutti ricomincino a pensare un po’ anche agli altri e specie a chi si trova in un momento di fragilità. Parlo nello specifico di quel piccolo-grande gesto che è donare il sangue che per tante persone ammalate può risolvere almeno un po’ dei loro problemi. Spero che la gente che in questo periodo non è uscita per paura e per ovvie restrizioni vada a DONARE IL SANGUE! Il donare un sorriso, una parola giusta, prodotti alimentari e naturalmente il sangue restituirà a noi molto più di quanto diamo, in soddisfazione, gratificazione e stima di noi stessi. Un grosso grazie all’Associazione Donatori di sangue! Grazie a tutti i donatori per quello che avete fatto e state facendo per tutti noi!»

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