Conegliano Valdobbiadene Magazine #4 Dicembre 2017

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Dicembre 2017 Conegliano Valdobbiadene

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n incontro insolito e inedito, quello tenuto lo scorso 18 ottobre, nella splendida cornice di Casa degli Atelliani-Vigna di Leonardo, dove il Consorzio di Tutela ha presentato ad alcuni giornalisti della stampa nazionale la Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco

Superiore Docg. Non solo una degustazione di alcuni vini di aziende associate, tenuta dal sommelier Ais Giorgio Rinaldi, ma anche una particolare atmosfera costruita dal sound sommelier Paolo Scarpellini. Ai due protagonisti della serata abbiamo chiesto di raccontarci come è andata.

GIORGIO RINALDI Membro del Consiglio Nazionale e delegato per la provincia di Como della Associazione Italiana Sommelier, Giorgio Rinaldi, che lavora allo Sheraton Lake Como Hotel, è esperto di analisi sensoriale. Giorgio, quale è stato l’approccio e le considerazioni sui vini presentati alla Masterclass? La degustazione si è svolta in due momenti e ha coinvolto due gruppi di giornalisti, parte del settore e parte no. Obiettivo è stato quello di accompagnarli nella conoscenza della Docg attraverso la degustazione di una quindicina di vini di varie tipologie, dal Cartizze al Dosaggio Zero, passando attraverso

le Rive. Al di là delle differenze delle varie tipologie di Superiore, ho trovato un comun denominatore nell’eleganza del gusto del vino, non facile da scoprire nel complessivo Mondo Prosecco. Non solo equilibrio, ma anche grande personalità. Non ho trovato nessun vino deludente. Come trovi sia oggi la conoscenza del Superiore? La conoscenza sta sicuramente crescendo, sia in Italia che all’estero. Anzi, credo che se il vino viene spiegato bene e da professionisti che sappiano ben interpretare le necessità dei consumatori, venga ben percepita la differenza. La valorizzazione delle particolarità è un fattore importante. E ritengo che all’estero sia anche più facile da far comprendere.

PAOLO SCARPELLINI Nato a Bergamo, cresciuto a Bologna, vissuto a Milano e trasferito a Torino, Paolo Scarpellini ha iniziato come dj diventando poi critico musicale per varie testate ma anche globetrotter come esperto di turismo ed enogastronomia. Da qualche anno è ritornato alle sette note col mestiere di Music Designer. Paolo, come opera un sound sommelier? Il lavoro è quello di realizzare degustazioni sonorizzate, spesso accompagnate da un sommelier, un enologo o dallo stesso produttore che raccontano il vino. La scelta della colonna sonora da abbinare a ciascun vino varia a seconda della struttura, dell’aroma, dell’annata e del territorio di provenienza. Ma è importante considerare anche l’ambiente in cui si tiene la degustazione, che nel caso della Masterclass era un’antichissima casa milanese, la stessa dove un tempo Leonardo Da Vinci coltivava le sue vigne.

Vino e musica: cosa li accomuna? L’obiettivo è quello di facilitare e incentivare chi ascolta a percepire più in profondità le caratteristiche del vino. Ci sono anche ricerche che hanno dimostrato che tutte le percezioni che abbiamo sono acuite dall’uso del senso dell’udito. Quindi si percepiscono meglio gli aromi, che a volte possono sfuggire. Che musica hai scelto per le degustazioni del Superiore? Il Prosecco Superiore, proprio per le sue caratteristiche di piacevolezza, intensità e morbidezza, richiede composizioni che richiamino alla leggerezza e all’eleganza. Quindi brani effervescenti, molto di sottofondo dalle tonalità ricercate. Inoltre, visto che il Prosecco ha una nomea di vino “femminile”, ho scelto prevalentemente brani dolci ed eleganti, ma con note di complessità, di autrici femminili, come Fiorella Mannoia, Sade, Tina Turner e Malika Ayane.

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