Nuovo Ezzelino - Febbraio 2015

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Il 2014 dei “Recuperanti”, un grazie da ricordare In questa serie di restauri, io Anna e Davide, abbiamo coinvolto nuovi amici, questo prezioso dono di tempo e forza lavoro, che ha coinvolto mia moglie Michela, la mia terzogenita Eva e il mio caro amico Giustino Zen, lo considero ancora una volta un dono dal cielo dei nostri cari soldati che non vogliono essere dimenticati.

RESOCONTI

di Claudio e Davide Zen

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Abbiamo sistemato la tomba del generale Viola a cima Grappa, il monumento dedicato alla quinta divisione alpina Pusteria in valle Santa Felicita a Romano, la parte austriaca del sacrario di cima Grappa, la lapide sul col Caprile in memoria di Peter Pan, la lapide in località busa dee cavare a ricordo dei partigiani caduti nel rastrellamento del Grappa e, sempre in comune di Borso, località malga Pat, alcuni monumenti funebri di soldati sepolti nel primitivo cimitero intitolato al capitano delle fiamme nere Enrico Picaglia che poi ho ritrovato sepolti a cima Grappa. Questo anno è stato importante anche per un lavoro che abbiamo fatto per il comune di Posina dove il sindaco Chechellero ci aveva chiesto aiuto nel ripristino del loro monumento ai caduti. Ma soprattutto, siamo rimasti vera-

mente soddisfatti di aver fatto sorridere nuovamente due cari amici: Palma Viola e Roberto Rosa. Io e l’amico Loris Giuratti, assieme ad un nutrito gruppo di volontari, lo scorso mese di marzo, ci siamo recati a Roma, dove abbiamo fatto dono alla contessa Palma Viola di copia della medaglia d’oro trafugata proprio dal museo del Vittoriano all’Altare della Patria un anno prima. Ma non ci siamo fermati a questo, abbiamo voluto che i nostri ragazzi fossero loro stessi i depositari del massimo simbolo al valore militare, direttamente nella teca, dimostrando a tutti i presenti e a quanti nei giorni successivi avessero letto i giornali, che le nuove generazioni sono in grado di arrivare dove gli adulti spesso falliscono o tergiversano. Forse di tutti i lavori che abbiamo avuto l’onore di fare, questo è quel-

lo che ci ha maggiormente onorati, lasciandoci un ricordo indelebile per tutta la vita. In fondo la signora Viola, o Roberto Rosa, figlio di Ettore, che abbiamo fatto incontrare per la prima volta, proprio con la vedova del capitano degli arditi, rappresentano la memoria vivente della Grande Guerra, ma sono anche anziani un poco soli e sicuramente abbandonati dalle istituzioni. Il poter renderli felici forse è stato il più bel regalo che Ettore Viola e Ermes Rosa, mi hanno potuto fare per ricambiare il nostro lavoro di recuperanti. Si, hai capito giusto, recuperanti, perchè proprio in questi giorni, che la parola recuperante è troppo spesso associata a vandalismo, furto e danno al patrimonio collettivo. Questo è il nostro modo di intenderla: recuperanti di memorie perdute. Un caro saluto, Anna, Davide, Eva, Michela, Claudio, Giustino Zen.


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