I Padroni del Fumo

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quadri, esagoni (questi due ultimi riferiti a piastrelle), camini e gesso ed in quello del 1919 anche mensole di 4 diversi formati, finimenti, lucernai, triangoli, vasi da ornamento, mattoni forati da 2 piccoli, pianelle grandi e piccole, forati da 6 buchi, tegole marsigliesi, mattoni a cuneo, mattoni sagomati e tubi di terra». Soffermando in particolare l’attenzione sulla voce ‘Atrezzi’ (sic) del medesimo registro relativo al 1910, è inoltre possibile farsi un’idea più precisa di quella che poteva essere la dotazione di una fornace per mattoni dell’inizio del XX secolo. Fra gli strumenti di lavoro oltre al comune materiale di ferramenta come lime, pialle, scalpelli, martelli, trapano, squadre, chiavi, compasso, cacciavite…, troviamo «10 banchi per fornaciai e 2 banchi fornaciai piccoli, 2 banchi grandi per coppi, 10 carrette per acqua fornaciai, 64 carrette di cui: 25 per fornaciai, 5 senza ruota, 4 nuovo sistema, 8 rinforzate, 20 a tramoggia, 2 portategole; 20.000 telarini per tegole, 25 mc di listelli di abete per stendaggi tegole, 17 zappe da fornaciaio, 40 cavaletti per fornaciaio, 2 stampi mattoni da pozzo nuovi, 18 pale, 3 badili e 24 traversine ferrovia». Il primo periodo di attività, dal 1905 al 1909, costituisce con molta probabilità un banco di prova per l’allargamento del progetto industriale concepito a Millesimo, che in breve va consolidandosi. Confrontando i bilanci della Ditta Fratelli Ferrari e C.ia di Sale delle Langhe relativi agli anni 1909 e 1910 è infatti possibile notare un notevole incremento delle voci dell’attivo patrimoniale. Di conseguenza, si può ipotizzare che in breve tempo si sia reso necessario un consistente ampliamento dello stabilimento. Nel giro di poco più di un decennio si assiste quindi ad uno sviluppo progressivo e consistente della fornace di Sale delle Langhe che ha reso necessario non solo l’allargamento della compagine societaria con l’ingresso di due nuovi soci e l’apporto di capitali ‘freschi’, ma anche l’ampliamento degli impianti, l’acquisizione di nuovi terreni da utilizzare sia come cava di argilla sia per la costruzione di abitazioni per gli operai e di uffici per l’impresa. Inoltre si può ritenere che il favorevole andamento economico registrato nel primo decennio del ’900 e le prospettive di ulteriore sviluppo siano state alla base della decisione di realizzare un nuovo binario ferroviario con relativi scambi in aggiunta a quello costruito nel 1909 e di progettare, nel 1914, il raddoppio di quello esistente51.

Il lavoro Dall’analisi dei registri della fornace al momento disponibili, è stato possibile ricostruire la consistenza della manodopera, l’organizzazione del lavoro, l’entità della produzione e, più in generale, il patrimonio mobiliare e immobiliare e il movimento di capitali e forza lavoro. Sulla base dei dati contenuti nel Libro di matricola degli operai relativo all’anno 1913 intestato alla Ditta F.lli Ferrari & C., con posizione assicurativa n. 29731 rilasciato dalla Società Anonima di Assicurazione Contro gli Infortuni con sede in Milano, si è proceduto all’analisi del genere dei lavoratori, delle classi di età computate dall’anno di nascita al momento dell’assunzione, della provenienza con riferimento al comune di nascita e di residenza, della mansione esercitata e della retribuzione.

Nel Bilancio al 28 febbraio 1914 nella parte prima (Attività), alla voce contrassegnata con la lettera N appare l’annotazione «Cauzioni colle Ferr. Stato – Ragioneria di Torino, per spese studio nuovo raccordo», per un ammontare di £ 600.

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