Popolo e Libertà - Settembre 2018

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N.6 SETTEMBRE 2018 – GAB 6501 BELLINZONA

Libertà Popolo e

SETTEMBRE 2018

MENSILE ILLUSTRATO DI ATTUALITÀ E POLITICA

ESPORTAZIONI DI ARMI: VOGLIAMO ESSERE COMPLICI DI QUESTE TRAGEDIE? PREMI DI CASSA MALATI: ADESSO BASTA!

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POPOLO E LIBERTÀ



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POPOLO E LIBERTÀ SETTEMBRE 2018

SOMMARIO

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EDITORIALE Fiorenzo Dadò

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A TU PER TU CON Luigi Pedrazzini

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CON NOI IN REDAZIONE Dietro le quinte

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INTERVISTA Nicolò Parente

VOCE 10 LA DELLA STRADA Le nostre tradizioni vanno salvaguardate?

13 L’INTERVISTA Gerhard Pfister E SOCIALITÀ 14 SANITÀ Nuovi aiuti per le famiglie A FACCIA 17 FACCIA Filippo Lombardi Fabio Abate LE QUINTE 19 DIETRO Vincenzo Lo Russo Sabrina Gendotti

20 VOCE DA BERNA 21 VOCE DAL TICINO NOSTRA STORIA 22 LA Le gloriose origini del PEL NOSTRA STORIA 23 LA Retrospettiva sul nostro partito

27 ILDonPENSIERO Gianfranco Feliciani

37 L’ARTIGLIO LO SPORT 38 OLTRE Ajla Del Ponte SPAZIO GIOVANI 40 Per un futuro sui binari giusti

41 IMPEGNO POLITICO IN MEMORIA 42 Giuseppe Lepori Giuseppe Poma

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ANNUNCI GRATUITI

DI CASSA MALATI, TERRORISMO E ARMAMENTI DI FIORENZO DADÒ, PRESIDENTE CANTONALE PPD C’è chi è contro l’esercito e sostiene che la Svizzera non ne ha nessun bisogno. C’è chi crede che la pace possa essere conservata in altri modi, ad esempio con l’abolizione delle armi. C’è persino chi ritiene che gli svizzeri debbano fungere da cavie, mettendo al rogo le caserme e iniziando a dare il buon esempio. In un mondo ideale e immaginario, dove i conflitti e la cattiveria vengono placati con la forza della ragione, saremmo i primi a perseguire con convinzione questa via. Ma purtroppo, come vediamo attorno a noi, la realtà è un’altra e chi ci governa ha il dovere di garantire la sicurezza della popolazione e delle nostre frontiere. A TUTTO C’È UN LIMITE! Se la Svizzera ha perciò bisogno di un’industria bellica che ci garantisca l’indipendenza, è per contro eticamente inaccettabile, potremmo dire vergognoso, che la maggioranza del Consiglio Federale (PLR e UDC) voglia allentare il divieto di esportazione di armi verso nazioni coinvolte in guerre civili, i cui governi sostengono il terrorismo. La Svizzera è un paese neutrale, con una tradizione umanitaria riconosciuta e stimata in tutto il Mondo; queste proposte non fanno altro che indebolirci, sacrificando il nostro successo e la nostra immagine sull’altare degli interessi economici di pochi.

VENDERE ARMI AI PAESI ISLAMICI È DA IRRESPONSABILI Vendere armi ai paesi islamici e in via di sviluppo, che con le guerre e le torture alimentano l’arrivo di profughi alle nostre frontiere, è un controsenso, in quanto sono proprio questi governi corrotti che finanziano e sostengono ideologicamente i gruppi terroristici attivi in Europa, gli stessi che combattono quei valori di pace e convivenza tanto cari a noi svizzeri. E che a sostenere senza pudore questo dannoso commercio di armi siano coloro che si dicono paladini dell’identità nazionale denunciando la presenza di immigrati tra noi, non può che lasciar basite anche le anime più candide. CASSA MALATI: ADESSO BASTA, È INIZIATIVA! Nel mentre che il Governo denuncia il Pronzini e che altri fortunati signori trovano il tempo per lanciare un’iniziativa contro la grave minaccia che incombe sulla laicità dello Stato, i ticinesi apprendono dell’ennesimo salasso al loro portamonete con l’aumento dei premi di cassa malati. Una situazione non più sostenibile, che a Berna sembrano non saper o voler risolvere. Se la politica si è incartata tra oggettive difficoltà e interessi delle lobby, a questo punto, prima che si raggiunga l’esasperazione, deve intervenire la popolazione. Dal 20 ottobre firmiamo tutti l’iniziativa popolare (cfr. pagina 26) e facciamo sentire con forza la nostra voce.

IMPRESSUM POPOLO E LIBERTÀ Mensile del PPD Ticino Editore Popolo e Libertà Ed. SA Responsabile redazionale Nicolò Parente Redazione Igor Zellweger Jacopo Canova

Redazione e Segretariato Viale Portone 5, cp 1570, 6500 Bellinzona Tel. 091 825 12 45 Fax 091 825 85 51 redazione@popolo-liberta.ch CARTA SVIZZERA

Abbonamento e pubblicità Tel. 091 825 23 77 segretariato@ppd-ti.ch Tiratura 20.000 copie Consulenza grafica Centro Stampa Ticino SA Stampa Centro Stampa Ticino SA, Muzzano


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SETTEMBRE 2018

SETTEMBRE 2018

IL LAVORO PIÙ STIMOLANTE Il lavoro centrale della redazione riguarda la stesura dei testi. Possono essere articoli di cronaca o di approfondimento. Va in questa direzione il Dossier, rubrica che ogni mese cerca di indagare un tema e di proporre spunti di riflessione. Un altro formato che utilizziamo volentieri è quello dei foto-testi, una soluzione pratica e immediata con cui ci piace ricordare eventi o manifestazioni abbinando una foto a un breve testo. Anche nel lavoro di stesura occorre prestare attenzione alla lunghezza e spesso bisogna fare delle scelte, ma per un giornalista è sicuramente un compito molto stimolante.

DIETRO LE QUINTE ALLA SCOPERTA DEL LAVORO CHE VIENE SVOLTO IN SEGRETARIATO COME NASCE IL POPOLO E LIBERTÀ L’allestimento di un’edizione di un mensile non ha ritmi serrati come accade per quella di un settimanale o addirittura di un quotidiano, ma richiede ugualmente un’attenta pianificazione. Al “Popolo e Libertà” tutto inizia con una riunione di redazione, in cui si discute il tema centrale del giornale e quindi gli argomenti e gli ospiti da coinvolgere. Alcune rubriche sono fisse, mentre per altre bisogna trovare le persone disponibili, tenendo conto delle diverse sensibilità: il “Popolo e Libertà” deve essere il giornale di tutto il Cantone e non solo di una categoria o di una regione. Il risultato della riunione è un primo timone, in cui figurano le rubriche, i temi e le persone da contattare.

à t r e Lib

RACCOLTA DEL MATERIALE Al termine di consegna dovremmo poter disporre di tutti i contributi richiesti, ma c’è sempre qualche smemorato che bisogna sollecitare. Il materiale in arrivo viene molto spesso riadattato: un po’ per esigenze tipografiche, un po’ per eliminare alcuni errori. I testi finiti vengono comunque sottoposti agli interpellati per una conferma finale. A mano a mano che le pagine sono pronte vengono inviate al “Corriere del Ticino”, dove una nostra collaboratrice è pronta a esaudire le nostre richieste per quanto riguarda l’impaginazione grafica, dando così vita alle prime bozze del giornale.

oe

Popol

LITICA

STRAT

E ILLU

IL MENS

COINVOLGIMENTO DEGLI OSPITI Una volta deciso il programma, bisogna prendere contatto con gli ospiti e – credeteci – non è affatto facile. Per le rubriche fisse Sanità e socialità, Voce dal Ticino e Voce da Berna di solito basta mandare un piccolo promemoria ai nostri deputati, mentre per altre rubriche le cose sono più complicate. Per le interviste privilegiamo una telefonata o un incontro, altre volte gli ospiti preferiscono inviarci le loro risposte per iscritto. In questi casi occorre essere molto precisi nello specificare i termini delle risposte, in particolare sulla lunghezza (il margine di cui disponiamo non è molto ampio) e sulla data di consegna.

À E PO UALIT T T A I OD

ULTIMA RILETTURA E FINALMENTE… LA STAMPA! Una volta pronte, le bozze ci vengono ritornate per un’ultima rilettura. Questa fase non è da sottovalutare: piccoli refusi possono nascondersi ovunque e il modo migliore per scovarli è leggersi i testi a vicenda. Il giorno della stampa ci rechiamo di persona alla sede di Muzzano del “Corriere del Ticino”, dove con la nostra collaboratrice ci occupiamo di inserire le immagini mancanti o di alcune revisioni dell’ultimo minuto. Quando tutti siamo veramente soddisfatti, viene dato il via alle rotative. Siamo ormai alla fine del nostro viaggio: il “Popolo e Libertà”, ancora fresco di stampa, è pronto per entrare nelle vostre case.


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IL LAVORO PIÙ STIMOLANTE Il lavoro centrale della redazione riguarda la stesura dei testi. Possono essere articoli di cronaca o di approfondimento. Va in questa direzione il Dossier, rubrica che ogni mese cerca di indagare un tema e di proporre spunti di riflessione. Un altro formato che utilizziamo volentieri è quello dei foto-testi, una soluzione pratica e immediata con cui ci piace ricordare eventi o manifestazioni abbinando una foto a un breve testo. Anche nel lavoro di stesura occorre prestare attenzione alla lunghezza e spesso bisogna fare delle scelte, ma per un giornalista è sicuramente un compito molto stimolante.

DIETRO LE QUINTE ALLA SCOPERTA DEL LAVORO CHE VIENE SVOLTO IN SEGRETARIATO COME NASCE IL POPOLO E LIBERTÀ L’allestimento di un’edizione di un mensile non ha ritmi serrati come accade per quella di un settimanale o addirittura di un quotidiano, ma richiede ugualmente un’attenta pianificazione. Al “Popolo e Libertà” tutto inizia con una riunione di redazione, in cui si discute il tema centrale del giornale e quindi gli argomenti e gli ospiti da coinvolgere. Alcune rubriche sono fisse, mentre per altre bisogna trovare le persone disponibili, tenendo conto delle diverse sensibilità: il “Popolo e Libertà” deve essere il giornale di tutto il Cantone e non solo di una categoria o di una regione. Il risultato della riunione è un primo timone, in cui figurano le rubriche, i temi e le persone da contattare.

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RACCOLTA DEL MATERIALE Al termine di consegna dovremmo poter disporre di tutti i contributi richiesti, ma c’è sempre qualche smemorato che bisogna sollecitare. Il materiale in arrivo viene molto spesso riadattato: un po’ per esigenze tipografiche, un po’ per eliminare alcuni errori. I testi finiti vengono comunque sottoposti agli interpellati per una conferma finale. A mano a mano che le pagine sono pronte vengono inviate al “Corriere del Ticino”, dove una nostra collaboratrice è pronta a esaudire le nostre richieste per quanto riguarda l’impaginazione grafica, dando così vita alle prime bozze del giornale.

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IL MENS

COINVOLGIMENTO DEGLI OSPITI Una volta deciso il programma, bisogna prendere contatto con gli ospiti e – credeteci – non è affatto facile. Per le rubriche fisse Sanità e socialità, Voce dal Ticino e Voce da Berna di solito basta mandare un piccolo promemoria ai nostri deputati, mentre per altre rubriche le cose sono più complicate. Per le interviste privilegiamo una telefonata o un incontro, altre volte gli ospiti preferiscono inviarci le loro risposte per iscritto. In questi casi occorre essere molto precisi nello specificare i termini delle risposte, in particolare sulla lunghezza (il margine di cui disponiamo non è molto ampio) e sulla data di consegna.

À E PO UALIT T T A I OD

ULTIMA RILETTURA E FINALMENTE… LA STAMPA! Una volta pronte, le bozze ci vengono ritornate per un’ultima rilettura. Questa fase non è da sottovalutare: piccoli refusi possono nascondersi ovunque e il modo migliore per scovarli è leggersi i testi a vicenda. Il giorno della stampa ci rechiamo di persona alla sede di Muzzano del “Corriere del Ticino”, dove con la nostra collaboratrice ci occupiamo di inserire le immagini mancanti o di alcune revisioni dell’ultimo minuto. Quando tutti siamo veramente soddisfatti, viene dato il via alle rotative. Siamo ormai alla fine del nostro viaggio: il “Popolo e Libertà”, ancora fresco di stampa, è pronto per entrare nelle vostre case.


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SETTEMBRE 2018

ELEZIONI 2019 LA BASE PPD NON SI SOTTOVALUTI!

saranno solo cartelloni accattivanti e slogan incisivi ad aiutare il Partito a conseguire un risultato soddisfacente ovvero, così come dichiarato, il mantenimento delle posizioni. Non sarà neppure unicamente una questione di nomi presenti sulle liste e di impegno profuso da parte della dirigenza. La base PPD giocherà un ruolo importante. Probabilmente la stessa sottovaluta il proprio valore, il proprio ruolo e ciò che potrebbe fare per aiutare il Partito. Ciò che andiamo ripetendo in ogni occasione è che il risultato di aprile 2019 dipenderà da quanto la base avrà creduto nella possibilità di dare un futuro al PPD, alla sua storia, ai suoi valori e al lavoro che tutti i nostri predecessori – bisnonni, nonni, genitori – hanno fatto con la casacca azzurra operando per il bene della comunità. L’appello è dunque alla mobilitazione generale lavorando, con orgoglio, affinché il PPD raggiunga il proprio obiettivo.

SERVIZIO A CURA DELLA REDAZIONE

A CONFRONTO CON NICOLÒ PARENTE, SEGRETARIO CANTONALE, IN PREVISIONE DELLE FUTURE SFIDE DEL PARTITO Come sei diventato Segretario cantonale? In modo del tutto inaspettato. Dopo la fine degli studi universitari a Friburgo e oltre due anni di attività a Berna presso l’Amministrazione federale ero parzialmente tornato in Ticino, continuando comunque a svolgere nella Capitale il ruolo di assistente parlamentare, poiché assunto dall’Ufficio cantonale incaricato di curare i rapporti con la Confederazione. Non avevo dunque tra i miei piani quello di assumere il ruolo di Segretario. Poi a metà 2016, nel solco del rinnovamento in atto del PPD, mi è stata fatta questa proposta. Una proposta che ho valutato, cosciente – e incosciente – di quello che lasciavo e di quello a cui andavo incontro. Alla fine ha prevalso la voglia di scendere in campo e di provare a dare il mio contributo senza rimanere sui comodi seggiolini della tribuna a osservare, fare teorie ma di concreto poco o nulla. In questi anni quali sono state le sfide principali alle quali sei stato confrontato? L’arrivo in Segretariato non è coinciso, solo, con quello che ci si potrebbe attendere ovvero il lavoro “politico”. I primi mesi infatti sono stati dedicati alla risoluzione di questioni legate ad aspetti finanziari e di personale. Il Po-

polo e Libertà navigava in brutte acque; il suo salvataggio, portato a casa con lo sforzo di diversi generosi amici, è stata una delle priorità che abbiamo affrontato con Fiorenzo Dadò con il quale poi, grazie anche alla sua esperienza in ambito editoriale, abbiamo progettato e realizzato il nuovo mensile. Nel mezzo il contatto con le Sezioni e quella che si può definire la Politica con la “P” maiuscola non sono comunque mancate: abbiamo lanciato con successo iniziative come quella sulla tassa di circolazione, presentato proposte riguardanti la protezione del mercato del lavoro ticinese, l’assunzione di cinquantenni disoccupati, abbiamo denunciato coraggiosamente, consapevoli di pestare i piedi a grossi interessi, ingiustizie grandi come una casa anzi come un palazzo (eVita a Giubiasco) da 12,6 milioni di franchi e, da ultimo, abbiamo lanciato una petizione per salvare l’Infocentro Alptransit di Pollegio. Altre idee e altri progetti sono in corso di realizzazione e prossimamente se ne saprà di più. Quali sono i compiti principali che vengono svolti dal Segretariato cantonale? Il Segretariato è in un qualche modo la casa di tutti i PPD. Dal Segretariato passano tutti i contatti sia con la base e le Sezioni sia con i deputati a Bellin-

zona e a Berna e con il Consigliere di Stato così come con Generazione Giovani, l’Associazione Donne e tutte le Associazioni riconosciute. I nostri uffici in Viale Portone fungono pure da laboratorio di idee e progetti così come accennato in precedenza. È qui che dalla mattina alla sera, tra una riunione e l’altra, si approfondis cono temi, si reagisce e si pubblicano comunicati stampa, si elaborano proposte, si discute, ci si confronta, ci si relaziona con il Partito svizzero e – in definitiva – si promuove l’attività politica del PPD. Una promozione che, oltre al nostro lavoro, è possibile grazie al volontariato e alla generosità di tanti popolari democratici. Il 2019, anno elettorale, è ormai alle porte. Come procede la pianificazione

della campagna elettorale? Su quali aspetti verrà messo maggiormente l’accento? Siamo all’opera ormai da diversi mesi. Da un lato c’è il lavoro legato alla selezione dei candidati per il Consiglio di Stato, compito questo assunto dalla Commissione cerca che sta ultimando la propria attività, mentre dall’altro c’è la preparazione della campagna di Partito. Una campagna che, abbiamo deciso, punterà sui temi e sulle soluzioni targate PPD. Pochi concetti, chiari e accessibili a tutti. Siamo però coscienti che non

Cosa ti piace del tuo ruolo? Tornare a casa la sera tardi, non staccare nemmeno il fine settimana e non avere orari. Sono ovviamente ironico anche se questi sono, grosso modo, i tempi e i ritmi di questo mestiere. Un mestiere sicuramente impegnativo che, grazie alla passione e l’attaccamento al Partito, si riesce comunque a gestire e ad affrontare con motivazione. Cosa mi piace del mio ruolo? L’approfondimento dei temi e l’elaborazione di proposte grazie al coinvolgimento di persone con competenze specifiche e il contatto con la gente e l’esserci per tutti coloro i quali mi interpellano. Un “esserci” fatto di email, telefonate, discussioni e incontri durante i quali bisogna prestare attenzione all’altro. Non con superficialità bensì con interesse e disponibilità a fare proprie le richieste che escono in questi frangenti. Non finisce però tutto qui. Per me è essenziale mantenere fede all’impegno preso con le persone che ci chiedono un aiuto, tornando a farsi vivi con una risposta. Non fare ciò significa tradire la fiducia che l’altro ha riposto in te. Non c’è cosa più fastidiosa di deludere le persone in questo modo.


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ELEZIONI 2019 LA BASE PPD NON SI SOTTOVALUTI!

saranno solo cartelloni accattivanti e slogan incisivi ad aiutare il Partito a conseguire un risultato soddisfacente ovvero, così come dichiarato, il mantenimento delle posizioni. Non sarà neppure unicamente una questione di nomi presenti sulle liste e di impegno profuso da parte della dirigenza. La base PPD giocherà un ruolo importante. Probabilmente la stessa sottovaluta il proprio valore, il proprio ruolo e ciò che potrebbe fare per aiutare il Partito. Ciò che andiamo ripetendo in ogni occasione è che il risultato di aprile 2019 dipenderà da quanto la base avrà creduto nella possibilità di dare un futuro al PPD, alla sua storia, ai suoi valori e al lavoro che tutti i nostri predecessori – bisnonni, nonni, genitori – hanno fatto con la casacca azzurra operando per il bene della comunità. L’appello è dunque alla mobilitazione generale lavorando, con orgoglio, affinché il PPD raggiunga il proprio obiettivo.

SERVIZIO A CURA DELLA REDAZIONE

A CONFRONTO CON NICOLÒ PARENTE, SEGRETARIO CANTONALE, IN PREVISIONE DELLE FUTURE SFIDE DEL PARTITO Come sei diventato Segretario cantonale? In modo del tutto inaspettato. Dopo la fine degli studi universitari a Friburgo e oltre due anni di attività a Berna presso l’Amministrazione federale ero parzialmente tornato in Ticino, continuando comunque a svolgere nella Capitale il ruolo di assistente parlamentare, poiché assunto dall’Ufficio cantonale incaricato di curare i rapporti con la Confederazione. Non avevo dunque tra i miei piani quello di assumere il ruolo di Segretario. Poi a metà 2016, nel solco del rinnovamento in atto del PPD, mi è stata fatta questa proposta. Una proposta che ho valutato, cosciente – e incosciente – di quello che lasciavo e di quello a cui andavo incontro. Alla fine ha prevalso la voglia di scendere in campo e di provare a dare il mio contributo senza rimanere sui comodi seggiolini della tribuna a osservare, fare teorie ma di concreto poco o nulla. In questi anni quali sono state le sfide principali alle quali sei stato confrontato? L’arrivo in Segretariato non è coinciso, solo, con quello che ci si potrebbe attendere ovvero il lavoro “politico”. I primi mesi infatti sono stati dedicati alla risoluzione di questioni legate ad aspetti finanziari e di personale. Il Po-

polo e Libertà navigava in brutte acque; il suo salvataggio, portato a casa con lo sforzo di diversi generosi amici, è stata una delle priorità che abbiamo affrontato con Fiorenzo Dadò con il quale poi, grazie anche alla sua esperienza in ambito editoriale, abbiamo progettato e realizzato il nuovo mensile. Nel mezzo il contatto con le Sezioni e quella che si può definire la Politica con la “P” maiuscola non sono comunque mancate: abbiamo lanciato con successo iniziative come quella sulla tassa di circolazione, presentato proposte riguardanti la protezione del mercato del lavoro ticinese, l’assunzione di cinquantenni disoccupati, abbiamo denunciato coraggiosamente, consapevoli di pestare i piedi a grossi interessi, ingiustizie grandi come una casa anzi come un palazzo (eVita a Giubiasco) da 12,6 milioni di franchi e, da ultimo, abbiamo lanciato una petizione per salvare l’Infocentro Alptransit di Pollegio. Altre idee e altri progetti sono in corso di realizzazione e prossimamente se ne saprà di più. Quali sono i compiti principali che vengono svolti dal Segretariato cantonale? Il Segretariato è in un qualche modo la casa di tutti i PPD. Dal Segretariato passano tutti i contatti sia con la base e le Sezioni sia con i deputati a Bellin-

zona e a Berna e con il Consigliere di Stato così come con Generazione Giovani, l’Associazione Donne e tutte le Associazioni riconosciute. I nostri uffici in Viale Portone fungono pure da laboratorio di idee e progetti così come accennato in precedenza. È qui che dalla mattina alla sera, tra una riunione e l’altra, si approfondis cono temi, si reagisce e si pubblicano comunicati stampa, si elaborano proposte, si discute, ci si confronta, ci si relaziona con il Partito svizzero e – in definitiva – si promuove l’attività politica del PPD. Una promozione che, oltre al nostro lavoro, è possibile grazie al volontariato e alla generosità di tanti popolari democratici. Il 2019, anno elettorale, è ormai alle porte. Come procede la pianificazione

della campagna elettorale? Su quali aspetti verrà messo maggiormente l’accento? Siamo all’opera ormai da diversi mesi. Da un lato c’è il lavoro legato alla selezione dei candidati per il Consiglio di Stato, compito questo assunto dalla Commissione cerca che sta ultimando la propria attività, mentre dall’altro c’è la preparazione della campagna di Partito. Una campagna che, abbiamo deciso, punterà sui temi e sulle soluzioni targate PPD. Pochi concetti, chiari e accessibili a tutti. Siamo però coscienti che non

Cosa ti piace del tuo ruolo? Tornare a casa la sera tardi, non staccare nemmeno il fine settimana e non avere orari. Sono ovviamente ironico anche se questi sono, grosso modo, i tempi e i ritmi di questo mestiere. Un mestiere sicuramente impegnativo che, grazie alla passione e l’attaccamento al Partito, si riesce comunque a gestire e ad affrontare con motivazione. Cosa mi piace del mio ruolo? L’approfondimento dei temi e l’elaborazione di proposte grazie al coinvolgimento di persone con competenze specifiche e il contatto con la gente e l’esserci per tutti coloro i quali mi interpellano. Un “esserci” fatto di email, telefonate, discussioni e incontri durante i quali bisogna prestare attenzione all’altro. Non con superficialità bensì con interesse e disponibilità a fare proprie le richieste che escono in questi frangenti. Non finisce però tutto qui. Per me è essenziale mantenere fede all’impegno preso con le persone che ci chiedono un aiuto, tornando a farsi vivi con una risposta. Non fare ciò significa tradire la fiducia che l’altro ha riposto in te. Non c’è cosa più fastidiosa di deludere le persone in questo modo.


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