Popolis - Speciale Fusione

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Periodico di attualitĂ , economia, informazione e cultura cooperativa ANNO 8 SPECIALE

Cassa Padana e Bcc Camuna, una fusione per il futuro 1


«Una fusione indispensabile. Utile e vantaggiosa per la Valle Camonica» INTERVISTA AL PRESIDENTE DI BCC CAMUNA MIRKO COMININI, 37 ANNI, È PRESIDENTE DI BCC CAMUNA DA FINE 2006. CONOSCE BENE LA STORIA DELLA BANCA. NE HA SCRITTO NEL LIBRO “BANCA DI CREDITO COOPERATIVO CAMUNA-BANCA DELLA COMUNITÀ”- PUBBLICATO DA ECRA NEL 2006. A LUI CHIEDIAMO MOTIVAZIONI E OBIETTIVI DELLA FUSIONE FRA CASSA PADANA E BCC CAMUNA.

PRESIDENTE, PERCHÉ RITIENE UTILE E VANTAGGIOSA LA FUSIONE CON UN’ALTRA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO? E PERCHÉ SI È ARRIVATI A UN PROGETTO DI FUSIONE PROPRIO CON CASSA PADANA?

DI MIRIAM TONIOLO

anche con altre banche di credito cooperativo della provincia di Brescia, con gli amici di Leno è da subito emersa unità di vedute e di intenti su quale dovesse essere lo spirito e la finalità di un simile progetto. Cassa Padana – con la quale la Bcc Camuna ha collaborato a importanti iniziative volte a valorizzare la specificità della cooperazione di credito anche in ambito internazionale – nello svolgimento dell’attività bancaria persegue al tempo stesso con convinzione, e i risultati lo dimostrano, gli obiettivi che lo statuto delle Bcc ben dichiara all’articolo 2. Con la fusione, come peraltro dichiarato nel “piano industriale” approvato dall’Organo di Vigilanza, l’area della Valle Camonica continuerà a mantenere sostanziale autonomia sul territorio e, con le sinergie che si vengono a creare, si potranno destinare maggiori e adeguate risorse a favore dei soci, dei clienti, del territorio.

Il quadro normativo che negli ultimi anni si è venuto a creare non consente a una banca di limitate dimensioni quale è la Bcc Camuna di potersi adeguatamente strutturare, salvo assumersi un aggravio di costi incompatibile con il contesto attuale e prospettico del mercato. La limitata dimensione della Bcc Camuna non consente inoltre di poter destinare le adeguate e necessarie risorse per lo sviluppo commerciale, risorse che, invece, a seguito della fusione con Cassa Padana, saranno immediatamente messe a disposizione sul territorio della Valle Camonica con l’apertura entro breve di altri sportelli, a beneficio dei soci e del territorio camuno. Si porterà avanti l’operazione di fusione con Cassa Padana proprio perché avendo avuto modo di intrattenere colloqui

COSA RISPONDEREBBE A UN SOCIO CHE FOSSE INVECE FAVOREVOLE A MANTENERE L’AUTONOMIA DELLA BCC CAMUNA?

Risponderei, e rispondo, che l’autonomia, pur riconoscendo che sia un fattore importante, non è il “fine” ma soltanto uno dei “mezzi” per raggiungere gli obiettivi. Quindi, se il contesto e le prospettive di lungo termine mutano e gli obiettivi si possono meglio e con più efficacia perseguire attraverso altre strade, la rinuncia all’autonomia deve rappresentare un sacrificio necessario per ottenere però ben maggiori benefici nel tempo. Il sentimentalismo, pur comprensibile, non deve prevalere nel momento in cui si devono assumere decisioni che devono essere prese sulla base di situazioni oggettive e con il criterio della razionalità. La cosa importante è che si guardi agli obiettivi che si intendono raggiungere. Quelli indicati e già nell’immediato ottenuti con la fusione con Cassa Padana – dallo sviluppo territoriale ai benefici per i soci, dal sostegno alle associazioni alla valorizzazione del territorio e al miglioramento della qualità dei servizi ai clienti – sono tangibili e sostanziali.

MIRKO COMININI, IL PRESIDENTE SCRITTORE Il Presidente della BCC Camuna, Mirko Cominini, è nato a Breno (Bs), il 25 settembre 1973. Risiede a Berzo Inferiore, sempre nel bresciano, è sposato e ha due figlie. Si è laureato in Giurisprudenza, indirizzo d’impresa, presso l’Università degli Studi di Brescia, con una tesi dal titolo “La Cassa Rurale di Esine e l’economia della media Val Camonica tra Otto e Novecento”. Mirko Cominini è collaboratore interno in uno studio professionale a Brescia. Nel 2005 è entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione della BCC Camuna ed è inoltre membro del Comitato Esecutivo. Il 21 novembre 2006 è stato nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione. Dal 2009 è anche membro del Consiglio di Amministrazione della Federazione Lombarda delle Bcc. Mirko Cominini è autore del libro “La Cassa rurale depositi di Esine” (Grafo, Brescia 2002). In occasione delle celebrazioni del 110° anniversario della BCC Camuna ha scritto un nuovo libro, “Banca di Credito Cooperativo Camuna – Banca della Comunità” (Ecra, 2006).

QUINDI, LA FUSIONE CON CASSA PADANA È LA SOLUZIONE MIGLIORE?

Sì. Io e il consiglio di amministrazione che presiedo, dopo mesi di attività volta a verificare e vagliare ogni ipotesi, siamo convinti, senza alcuna remora, che la fusione con Cassa Padana sia la soluzione migliore e risponda pienamente al bene di soci e clienti della Bcc Camuna.

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«Un impegno per il futuro» INTERVISTA AL PRESIDENTE DI CASSA PADANA

CON VITTORIO BIEMMI, 69 ANNI, PRESIDENTE DI CASSA PADANA DAL 1993, UNA VITA NEL CREDITO COOPERATIVO, PARLIAMO DEL PROGETTO DI FUSIONE FRA CASSA PADANA E BCC CAMUNA, DEGLI OBIETTIVI DI FONDO, DELLE PROSPETTIVE CHE APRE.

DI BARBARA PONZONI

barbara.ponzoni@cassapadana.it

PRESIDENTE, PERCHÉ CASSA PADANA È IL PARTNER MIGLIORE DELLA BCC CAMUNA IN QUESTO PROGETTO DI FUSIONE CHE PREVEDE IL RAFFORZAMENTO DELLA PRESENZA DEL CREDITO COOPERATIVO NELLA

VALLE CAMONICA?

Perché Cassa Padana è una banca che cerca di promuovere a 360 gradi il territorio dove è radicata, non solo negli aspetti economici, ma in quelli sociali, civili, culturali che fanno la qualità di vita complessiva di una comunità locale. Bene comune, coesione sociale, sviluppo sostenibile, indicati come obiettivi per il nostro tipo di banche, sono stati declinati in progetti in cui in modo proattivo la banca si è fatta carico dei problemi e dei bisogni espressi dal territorio. La Banca non si muove con una testa “imprenditoriale pura” mitigata da una funzione sociale residuale, che nemmeno contamina la parte imprenditoriale che procede con logiche sue. Funzione imprenditoriale bancaria e sociale fanno riferimento per il loro comune operare a stessi valori, modalità e logiche d’azione, vanno avanti insieme perché sono parte di un obiettivo più complesso individuato dall’articolo 2. Lo dimostra il comportamento tenuto dalla Cassa Padana nell’attuale contesto di crisi che, in tutte le azioni, discende da un’unica linea di coerenza.

VITTORIO BIEMMI, DAL 1996 AL VERTICE DI CASSA PADANA Vittorio Biemmi ha 69 anni, è sposato e ha due figli. È commercialista, consulente del lavoro e revisore contabile. Dal 1996 presiede Cassa Padana entrando così a far parte del mondo della cooperazione di credito. Biemmi è anche vice presidente della cooperativa sociale “Collaboriamo”, nonché presidente del Dominato Leonense Sanità e della Fondazione Dominato Leonense.

TUTTO CIÒ SI SPOSA BENE CON LA VALLE CAMONICA?

Sì, la Valle Camonica è una comunità locale con una forte e precisa identità. Sappiamo che senza comunità locale non ci può essere nel lungo periodo una banca locale. La Bcc Camuna ha uno storico radicamento di oltre 100 anni, fatto di conoscenza dei bisogni, di relazioni importanti con il tessuto socio-economico della valle. Come Cassa Padana in questo abbiamo molte cose da imparare.

sione non è un valore assoluto. Abbiamo constatato sul campo come spesso ci sia del valore proprio nelle realtà più piccole e come nelle relazioni di reciprocità ben impostate si riceve molto di più di quello che si dà. Ad esempio il progetto Microfinanza campesina ha influenzato tantissimo Cassa Padana e oggi la nostra banca non sarebbe così senza il progetto in Ecuador, sia nell’organizzazione, sia nella visione più completa di banca che sostiene a tutto tondo la comunità locale. Sono occasioni per crescere e migliorare tutti. Sappiamo che sarà così anche per questo progetto impegnativo che ci accingiamo a vivere.

IN CHE SENSO?

Identità, coesione sociale, appartenenza sono valori centrali per il nostro futuro. Immaginiamo che solo comunità locali molto forti e unite possano aprirsi e interagire in modo positivo con il mondo e cogliere a pieno i vantaggi della globalizzazione, senza subirne solo i danni. E poi c’è il personale della Bcc Camuna. È una grandissima risorsa, perché ha una duttilità, una flessibilità, una capacità di lavorare in condizioni di stress che nelle realtà di più grandi dimensioni tende ad affievolirsi. È un fattore critico di successo nelle complessità con cui necessariamente oggi bisogna confrontarsi. Nei progetti internazionali abbiamo capito che la dimen-

LA BANCA È ATTREZZATA PER CONTRIBUIRE ALLA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI AMBIZIOSI PREVISTI NEL PIANO DI FUSIONE?

In questi anni abbiamo predisposto un’organizzazione ormai rodata, sia nell’operatività classica di intermediazione bancaria e dei servizi, sia nella dimensione più progettuale e di sostegno alla comunità locale. Siamo pronti ad affrontare l’impegno con passione e competenza.

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«Un nuovo sviluppo

per il credito cooperativo nel nostro territorio» A COLLOQUIO CON IL DIRETTORE DELLA BCC CAMUNA FABRIZIO MOLINARI, 46 ANNI, È DIRETTORE GENERALE DELLA BCC CAMUNA DAL 2009. È LUI A ILLUSTRARE AI SOCI DI CASSA PADANA CIÒ CHE È LA BCC CAMUNA, CON LA QUALE SI INTENDE PORTARE A TERMINE IL PROGETTO DI FUSIONE.

QUAL È LA STORIA DEGLI ULTIMI ANNI DELLA BCC CAMUNA? COME PRESENTEREBBE QUESTA BANCA? La Bcc Camuna di oggi nasce dalla fusione nel 1992 della Cassa Rurale di Esine, nata nel 1895, con la Cassa Rurale di Ceto nata alla fine degli anni Ottanta. Compatibilmente con le proprie risorse, la banca ha da sempre svolto un ruolo importante in Valle Camonica sostenendo le associazioni e le iniziative di volontariato sul territorio, attraverso contributi e sponsorizzazioni. Tuttavia, proprio per le limitate dimensioni e quindi le limitate risorse, non sempre si è in grado di rispondere pienamente alle esigenze che si manifestano in un territorio come quello camuno che presenta alcune problematiche dal punto di vista economico. Purtroppo, negli ultimi anni, non si sono create le condizioni per poter ampliare il proprio presidio in Valle Camonica attraverso l’apertura di nuovi sportelli. Non vi è stata quindi la possibilità di svilupparsi in termini di dimensione aziendale.

FABRIZIO MOLINARI, UNA CARRIERA E UNA VITA ALLA BCC CAMUNA

» IN ALTO:

Bassa Valle Camonica (foto di Mauro Fiora)

DI MIRIAM TONIOLO

Il Direttore Generale della BCC Camuna, Fabrizio Molinari, è nato a Darfo in provincia di Brescia, il 17 gennaio 1964. Vive a Piancogno, sempre nel bresciano, è sposato e ha due figli, un maschio e una femmina. Molinari ha conseguito il diploma di Ragioneria presso l’Istituto Tecnico Teresio Olivelli di Darfo Boario Terme ed è iscritto all’Albo Unico dei Promotori Finanziari. Nel 1983 è stato assunto presso la Cassa Rurale ed Artigiana di Esine, ora BCC Camuna, in qualità di impiegato con funzioni amministrative. Nel 1993 è diventato responsabile dell’Area Finanza e nel 2006 è nominato Vice Direttore Generale. È Direttore Generale della BCC Camuna dal 2009.

LE

SITUAZIONI EMERSE NEL SETTORE BANCARIO IN CONCOMI-

TANZA CON LA GRAVE CRISI ECONOMICA IN ATTO SEMBRANO DIMOSTRARE CHE NON SEMPRE LA GRANDE DIMENSIONE È SINONIMO DI “SOLIDITÀ” E “EFFICIENZA”.

COSA NE PENSA? Questo è indiscutibilmente vero ed è dimostrato dal

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CONSULTA, LA VOCE DELLA BASE SOCIALE

fatto che grandi gruppi bancari negli Stati Uniti e in Europa hanno dovuto ricevere aiuti dagli stati nazionali. Tuttavia, il contesto normativo complessivo attuale richiede dimensioni minime che consentano di avere “costi di struttura” compatibili e, ancora più importante, poter presidiare con efficacia ed efficienza ogni processo di lavoro che l’attività bancaria impone. La dimensione attuale della Bcc Camuna è tale per cui grande parte delle risorse umane è impegnata in attività amministrative. Con conseguente aggravio di costi.

COSA CONTRADDISTINGUE UNA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO RISPETTO ALLE ALTRE AZIENDE BANCARIE? La funzione svolta dalle banche di credito cooperativo in Italia, pur essendo mutata rispetto alle origini, è sempre molto importante. Volendo sintetizzare, l’obiettivo è oggi quello di “far ricadere” sul territorio dove si opera una parte sostanziale di quanto sul territorio si ottiene dal punto di vista dell’attività bancaria. Favorendo in questo modo la crescita sostenibile del territorio stesso. QUINDI PUÒ CONTINUARE AD ESSERVI SPAZIO IN VALLE CAMONICA PER UNA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO? Penso che a maggior ragione la funzione che una banca di credito cooperativo può svolgere sia importante in Valle Camonica. Caratterizzata da un ampio territorio e da centri abitati anche di piccole dimensioni, quest’area non sempre può godere di servizi come quelli dei centri più popolosi. Le banche di credito cooperativo, infatti, sia nel portare avanti la propria attività bancaria, in particolare nel valorizzare il territorio pur nella consapevolezza di dover mantenere

Nel 1998 è stata costituita la Consulta soci della BCC Camuna, con lo scopo di contribuire alle scelte attinenti le funzioni statutarie e sociali della Banca. La Consulta è composta da una quarantina di Soci per lo più residenti nelle zone di competenza della Banca. Opera con efficacia, affiancando il Consiglio di Amministrazione, fornisce indicazioni utili per le iniziative svolte verso la base sociale (gite, festa del socio, borse di studio). È “la voce” della base sociale nonché un importante mezzo grazie al quale il Consiglio di Amministrazione può attuare quelle strategie che danno impulso alla presenza della Banca nel territorio. Aumentare il coinvolgimento dei soci nell’attività della Banca stessa favorisce sia la coesione sociale che la crescita responsabile nel comprensorio camuno.

adeguati equilibri tecnici, operano non tanto sulla base della “convenienza economica” quanto sull’utilità che al territorio ne deriva. Troppe volte non si tiene nella dovuta considerazione questo aspetto, che invece rappresenta il vero “valore aggiunto” che una banca di credito cooperativo offre rispetto agli altri istituti bancari.

CON

CASSA PADANA, QUALI SONO LE PRO? Nel mio ruolo mi limito alle valutazioni di tipo tecnico: dal lato strutturale con una fusione si creano importanti sinergie che possono portare beneficio a tutti in termini di qualità dei servizi. Avendo partecipato, pur in chiave tecnica, agli incontri con Cassa Padana, posso dire di avere personalmente riscontrato una forte condivisione in quello che deve essere il ruolo di una banca di credito cooperativo. Questa condivisione è sicuramente un fattore essenziale per una prospettiva che possa perseguire quegli obiettivi che anche la Bcc Camuna, in questi anni, avrebbe voluto raggiungere. LA FUSIONE CON

SPETTIVE

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Progetti e obiettivi fra locale e internazionale INTERVISTA AL DIRETTORE DI CASSA PADANA

A COLLOQUIO CON IL DIRETTORE GENERALE DI CASSA PADANA, LUIGI PETTINATI, 62 ANNI, 40 NEL CREDITO COOPERATIVO, GIÀ GIOVANE DIRETTORE NELL’ALLORA CASSA RURALE DI SENIGA E PESCAROLO AGLI INIZI DEGLI ANNI 70. CON LUI PARLIAMO DI CIÒ CHE OGGI È CASSA PADANA, SIA COME ORGANIZZAZIONE CHE COME PUNTO DI RIFERIMENTO DELLA COMUNITÀ LOCALE IN CUI SI TROVA AD OPERARE.

NON È FACILE, MA SE VOLESSE RIASSUMERE L’EVOLUZIONE CHE HA PORTATO AD OGGI CASSA PADANA, CON LE SUE IDENTITÀ E CARATTERISTICHE, COME LA PRESENTEREBBE? La nostra Cassa ha circa 110 anni di età. Il percorso storico che ha portato la banca all’attuale dimensione e consapevolezza del ruolo che può svolgere nella comunità locale è iniziato alla metà degli anni ’70 a seguito della fusione di tre piccole casse rurali: Leno-Seniga e Pescarolo -Gambara, che ha dato luogo alla Cassa Rurale e Artigiana della Bassa Bresciana. A partire dagli anni ’90 si sono sviluppate quattro fasi che, partite in momenti diversi, tuttora continuano, anche se con differente capacità propulsiva: fase dimensionale, fase organizzativa, fase culturale, fase progettuale attuativa.

DI BARBARA PONZONI

barbara.ponzoni@cassapadana.it

a 2.783 del 31 dicembre 2009), nel numero degli sportelli (9 nel 1992, 16 nel 1995, 22 nel 2000, 39 nel 2009) nella presenza in nuovi territori (Bassa Parmense 1995, Cremona città 1996, Brescia città 1998, Parma città 2001, provincia di Reggio Emilia 2002, provincia di Mantova 2003, provincia di Verona 2007). Parallelamente ad uno sviluppo quantitativo si è strutturata l’organizzazione aziendale, sia dal punto di vista dell’articolazione territoriale (creazione delle aree e dei comitati di area, 1994) che interno e in termini di capacità di fornire nuovi servizi. In questo campo punto di snodo è stato il cambio del sistema informatico (il passaggio a Cedacri è del 1998). La dimensione non è però un valore assoluto, sia per la solidità della banca che per la sua capacità di svolgere a fondo il ruolo nella comunità locale assegnatole dall’articolo 2. L’attuale fase di crisi lo sta a dimostrare.

CASSA PADANA È CRESCIUTA, SIA DAL PUNTO DI VISTA QUANTITATIVO CHE ORGANIZZATIVO... La fusione fra la Cassa di Gussola e la Bassa Bresciana del 1993, da cui è nata Cassa Padana, è stata l’elemento fondamentale per l’avvio di una importante fase di espansione quantitativa nei volumi (in euro, il montante della Cassa è passato da 468 milioni del 1992, 1.471 del 2000 fino

E LA FASE CULTURALE E PROGETTUALE? È Popolis (la genesi è del 2000) la chiave di volta per una maturazione progressiva del ruolo che la banca è chiamata a svolgere nella comunità locale. La conoscenza del territorio, dei problemi e delle potenzialità, l’instaurazione di relazioni positive con soggetti profit/no profit,

MICROFINANZA CAMPESINA IN ECUADOR Si tratta di una collaborazione nata per sostenere lo sviluppo di una nascente rete di casse rurali in Ecuador (www.popolis.it/ecuador). Avviata da Cassa Padana nel 2001, al progetto ora partecipano 160 Banche di Credito Cooperativo, realtà istituzionali italiane, come Banca d’Italia, il Ministero degli esteri, la Conferenza episcopale italiana e internazionali, come il Banco Interamericano di Sviluppo, le migliori forze dell’associazionismo e della società civile italiana. Il volume delle risorse stanziate, a titolo di finanziamento e di donazione, è superiore ai 30 milioni di dollari a cui si aggiunge l’affiancamento in termini di trasmissione di know how e assistenza tecnica. Da più parti è considerato come l’inizio di una nuova via della cooperazione allo sviluppo.

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DOMINATO LEONENSE SANITÀ Cassa Padana, attraverso la società Dominato Leonense Sanità, gestisce da 4 anni un reparto di riabilitazione di 50 posti letto accreditato dalla regione Lombardia, fornendo un servizio qualificato per un bacino di utenza di oltre 100 mila persone che altrimenti ne sarebbe sprovvisto. Nel corso di questi anni il progetto è stato implementato di una serie di servizi e attività ulteriori, come la piscina e l’ospedale di comunità.


LUIGI PETTINATI, UNA VITA NEL CREDITO COOPERATIVO

pubblico/privato hanno favorito il percorso. Questa consapevolezza crescente, sia nel gruppo dirigente della banca che nei dipendenti è stata rinsaldata attraverso discussioni, convegni, corsi e alimentata attraverso forme periodiche di condivisione (riunioni) e strumenti di comunicazione rapidi, efficienti e poco costosi (intranet aziendale). Popolis è stato anche il primo progetto di intervento e coinvolgimento territoriale di Cassa Padana. La Cassa gradualmente ha acquisito un ruolo di incubatrice di idee progettuali e generatrice di soluzioni, la cui concretizzazione prevede una politica di alleanze sul territorio. Da Popolis nascono E-Cremona.it (2002), Microfinanza campesina in Ecuador (2001), Dominato Leonense (2002) e da qui ancora il Progetto Bit (2003), il Dominato Leonense Sanità (2003) e così via. Ad una fase iniziale destrutturata, in corrispondenza del raggiungimento della maturità dei vari progetti si consolidano le attività e si realizzano presidi permanenti (Net People 2002, ArchèNatura e Fondazione Dominato Leonense 2004, divisione soci e territorio 2007).

COSA È OGGI CASSA PADANA? Una banca che cerca di orientare il suo operato in modo coerente con obiettivi particolari di questo tipo di istituzione previsti dall’articolo 2 dello statuto. Una banca di credito cooperativo si trova a dover ricercare continuamente un equilibrio fra due esigenze che sembrano contrapposte fra di loro. Deve perseguire da un lato efficienza nell’erogazione dei servizi alla clientela con prodotti bancari semplici, trasparenti, che rispondono a bisogni effettivi delle persone. Non deve cadere in una logica operativa da società per azioni che non le appartiene. Dall’altro deve essere efficace, cioè promuovere valore per i soci e bene comune, coesione sociale e sviluppo sostenibile, mantenendo però un quadro tecnico idoneo e non scivolando in modalità tipiche delle organizzazioni di beneficenza. La fase di crisi che stiamo vivendo è un banco di prova, un’occasione per crescere nella coerenza a tutto tondo verso i valori di cui il nostro tipo di banche è portatore. È UNA MISSIONE DIFFICILE... È un lavoro molto impegnativo, ma che ti coinvolge fortemente e ti chiede una grande dose di passione. Bisogna avere una visione di lungo periodo, flessibilità nell’adattarsi a esigenze che cambiano. Se poniamo al centro i bisogni

Luigi Pettinati ha 62 anni, è sposato e ha una figlia. Nel 1966 ha conseguito la maturità tecnico-commerciale ITC Beltrami e due anni dopo – fin dal 1971, è già nel mondo del credito cooperativo lavorando come cassiere alla Cassa Rurale ed Artigiana di Alfianello (Bs). La carriera prosegue come direttore della Cassa Rurale ed Artigiana di Seniga e Pescarolo, dal 1971 al 1975. Da quello stesso anno e fino all’83 diventa direttore della Filiale di Seniga della Cassa Rurale ed Artigiana della Bassa Bresciana. Dal 1983 al 1986 è direttore della Filiale di Gottolengo della Cassa Rurale ed Artigiana della Bassa Bresciana. Nel 1989 diventa vice direttore della Cassa Rurale ed Artigiana della Bassa Bresciana. Direttore generale di Cassa Padana lo diventa nel settembre 1992. Attualmente è anche consigliere delle società Net People, Bcc Multimedia SpA, BIT, Finanziaria per l’investimento sul territorio. È poi consigliere della Fondazione Terzio Millennio, di Archenatura e del Dominato Leonense Sanità.

della comunità è necessario spesso avventurarsi in campi nuovi e sconosciuti per la nostra esperienza. Serve quindi anche coraggio.

E L’APERTURA INTERNAZIONALE? Immagino una banca fortemente radicata nel suo territorio, ma aperta a dare e ricevere dall’esterno. Viviamo in un mondo globalizzato. Dobbiamo coglierne le opportunità e non solo subirne i rischi. Attraverso la mutualità internazionale abbiamo ricevuto molto. Senza queste esperienze (Ecuador, Perù, Argentina, Messico) oggi la banca non sarebbe così come oggi si presenta, con le sue caratteristiche, la sua formula organizzativa, la sua cultura aziendale. E IL FUTURO? C’è grande spazio per il credito cooperativo. È una formula che si è dimostrata vincente. Sempre di più nel futuro sarà necessario mettersi insieme per affrontare in modo efficace problemi e cogliere meglio nuove opportunità.

FONDAZIONE DOMINATO LEONENSE

POPOLIS

La Fondazione Dominato Leonense (www.fondazionedominatoleonense.it) è un’istituzione culturale volta alla ricerca, alla documentazione e allo studio della storia, delle tradizioni e del patrimonio culturale della vasta zona del Dominato Leonense, a cavallo delle province di Brescia, Cremona, Parma, Mantova e Reggio Emilia, che per secoli ha beneficiato dell’influenza politicoeconomica e culturale del monastero benedettino di Leno. La fondazione propone attività di animazione e di valorizzazione del territorio, rapportandosi con enti, associazioni, scuole.

È un portale locale (www. popolis.it) che in dieci anni ha aggregato nella comunità virtuale aziende, associazioni, comuni, scuole, cooperative sociali. È un contenitore in tempo reale dell’attività dei componenti la comunità. La conoscenza diretta stimolata da incontri, convegni e manifestazioni promosse ha prodotto – e continua a produrre – azioni concrete sul territorio.

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Il progetto di fusione

fra Bcc Camuna e Cassa Padana GLI OBIETTIVI DI FONDO DEL PIANO INDUSTRIALE

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avvio alla fine del mese di dicembre del 2009 il percorso che, in caso di esito positivo, porterà alla fusione fra Cassa Padana e la Bcc Camuna. Al di là dei dati attuali e prospettici delle banche, del loro profilo organizzativo e gestionale, presentiamo brevemente il contesto in cui è maturato il progetto e gli obiettivi di fondo. Partiamo dalla Bcc Camuna. È una delle più antiche Banche di Credito Cooperativo della Lombardia, costituita nel lontano 1895 grazie a 24 coraggiosi fondatori che diedero vita alla “Cassa rurale di depositi e prestiti di Esine”. La Bcc Camuna è fortemente radicata in Valle Camonica e sentita dalla propria comunità di famiglie e piccole A PRESO

mensioni e ben strutturata che negli ultimi dieci anni ha sviluppato un modello di banca locale proattivo a 360 gradi verso i bisogni che la comunità locale esprime, in coerenza con l’articolo 2 dello Statuto Sociale. Ritiene che sia un modello valido e che si possa applicare a nuovi territori e realtà locali, in particolare in Valle Camonica, dove vi è una comunità con forte identità e coesione sociale. Ha una presenza articolata su tre regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) e su sei diverse province (Brescia, Cremona, Mantova, Reggio Emilia, Parma e Verona). Ciò dimostra la capacità della Banca di rapportarsi con successo a comunità e territori diversificati. La Cassa è in grado di svilup-

imprese come banca di riferimento e fondamentale volano autoctono di sviluppo economico della Valle che ne ha accompagnato tutta la storia moderna. Rappresenta oggi l’unica espressione di realtà creditizia locale non appartenente a gruppi, capace di rispondere alle esigenze creditizie della popolazione camuna, anche in funzione di contrasto all’ancora presente fenomeno dell’usura che la crisi economica tende ad aggravare. Le piccole dimensioni della banca non le consentono un progetto di sviluppo finalizzato ad un rafforzamento e ad una estensione del proprio presidio della Valle. Veniamo ora a Cassa Padana. È una Bcc di grandi di8

pare, con le proprie risorse ed esperienze, in Valle Camonica una Banca di Credito Cooperativo con una maggiore copertura nei servizi di intermediazione finanziaria, ma anche con una maggiore opportunità di valorizzazione territoriale completa di un’area con peculiarità storiche, sociali, culturali specifiche. Date queste premesse di partenza, possiamo indicare gli obiettivi di fondo precisati nel piano di fusione, oggetto di valutazione prima da parte della Banca d’Italia e successivamente delle assemblee soci delle due banche: • preservare la presenza del Credito Cooperativo in Valle Camonica, prevedendo la creazione di una Area territoriale “Camuna” esclusivamente dedicata


LE TAPPE DELLA FUSIONE

DA SUBITO UNA MAGGIORE COPERTURA DI SPORTELLI NELLA VALLE

Il progetto di fusione prevede un percorso complesso e articolato che sintetizziamo nei suoi passaggi fondamentali: • i due consigli di amministrazione redigono e approvano il piano di fusione; • Cassa Padana inoltra alla Banca d’Italia il piano di fusione e ne richiede l’approvazione; • in caso di esito positivo da parte di Banca d’Italia, il progetto di fusione deve essere depositato per l’iscrizione presso l’ufficio del registro delle imprese; • a seguire i due consigli di amministrazione redigono e approvano la situazione patrimoniale e la relazione che illustra il piano di fusione, convocando l’assemblea straordinaria dei soci; • durante i trenta giorni che precedono l’assemblea, presso la sede delle Bcc restano depositati i documenti relativi alla fusione; • la fusione è sottoposta alle assemblee straordinarie dei soci; • in caso di esito positivo le delibere assembleari sono depositate entro 30 giorni per l’iscrizione nel registro delle imprese. A seguire l’atto di fusione.

Nel piano di fusione è prevista la creazione della nuova “Area della Valle Camonica” che raggrupperà le filiali ad oggi operanti in zona e sarà successivamente integrata dagli sportelli di futuro insediamento in Valle Camonica. Contando sulle professionalità presenti nella Bcc Camuna, sulla loro profonda conoscenza del territorio di operatività, si intende infatti consolidare la propria presenza in Valle mediante l’apertura in breve tempo, entro la prima parte dell’anno 2011, di almeno altre quattro filiali che avranno l’obiettivo di presidiare maggiormente il territorio ed iniziare il percorso di congiunzione con l’area storica di competenza della Cassa. I paesi che potrebbero essere presidiati da uno sportello sono stati individuati per realizzare un rafforzamento della presenza in Alta Valle Camonica e ricongiungimento dell’attuale rete commerciale camuna, e nella Bassa Valle, come inizio del processo di presidio del territorio verso la città di Brescia. Presentiamo le caratteristiche e potenziali acquisiti con l’aumento degli sportelli in Valle Camonica previsti dal piano fusione entro un anno.

CARATTERISTICHE SOCIO ECONOMICHE DELL’AREA ACQUISITA IN VALLE CAMONICA A SEGUITO DELLE NUOVE APERTURE DI FILIALI

STRUTTURA DEMOGRAFICA (dati al 2008) Popolazione

37.623

N° Famiglie

16.137

Popolazione anziana (oltre 65 anni) N° Pensioni

7.618 11.452

STRUTTURA PRODUTTIVA Unità Locali Artigiane 2003

all’attività commerciale e sociale a favore della comunità locale; • avviare fin da subito un significativo progetto bancario di sviluppo nel territorio camuno; • proporre in parallelo progettualità in Valle Camonica finalizzate ad una sempre più integrale realizzazione dei principi dell’art. 2, avvalendosi delle risorse patrimoniali, umane, organizzative e di esperienza sviluppate in questi anni dalla Cassa Padana. Sarà sempre più banca di diversi territori, caratterizzata da ampia autonomia alla singola area territoriale, sia sotto il profilo bancario, sia sotto il profilo sociale e cooperativo, in applicazione piena del principio di sussidiarietà.

1.193

Unità Locali Artigiane Industria 2008

899

Unità Locali Industria 2008

1.403

Unità Locali Manifatturiere 2008

1.004

Unità Locali Costruzioni 2008

1.333

Unità Locali Servizi 2008

598

Unità Locali Trasporti 2008

94

Unità Locali Credito 2008

130

Unità Locali Commercio 2008

1.336

Imprese Agricole

358

REDDITO E PRODOTTO BANCARIO (dati in Euro) Reddito disponibile delle famiglie 2006 Prodotto Bancario 2008

633.357.000 2.326.707.000

DIMENSIONE MERCATO BANCARIO (dati di Matrice e Stime S.I.T. Sistema Informativo Territoriale - 2007 euro) Impieghi clientela

813.353.832

Depositi clientela

515.614.592

Montante

1.328.968.424

CONCORRENZA BANCARIA (dati Banca d’Italia a giugno 2009) N° Banche

13

N° Sportelli

30

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Le politiche commerciali e a favore della base sociale U

rilevante è la comunicazione ai soci della Bcc Camuna di alcuni istituti rilevanti di scambio mutualistico che, nel momento di avvenuta fusione, vanno ad acquisire (come ad esempio il ristorno), così come forme di tutela in caso di malattia (polizza di assicurazione). Il ragionamento di fondo valido per tutti è che la base sociale che risulta dalla fusione assume dal punto di vista numerico un valore rilevante e raggiunge una massa critica che permette di valutare nel futuro forme di scambio mutualistico più articolate, come ad esempio la Cassa mutua. La nuova Banca sarà in grado di offrire ai propri soci e clienti, oltre ai prodotti e servizi di finanziamento classici offerti dal Credito Cooperativo in misura quantitativamente più elevata, una serie di ulteriori servizi sviluppati in questi anni per dare una risposta ai bisogni avvertiti dal territorio. In particolare: • rete promotori: è attiva dal 2000 una rete costituita da n. 20 promotori distribuiti sulle 5 aree territoriali e che fanno capo ad un coordinatore, uno per ogni area, insediato presso le filiali ove è presente il presidio d’area. La rete ha il compito di sviluppare la penetrazione commerciale dell’area supportando le filiali e usufruendo dei presidi di controllo strutturati presso le filiali stesse ivi compresa l’istruttoria delle pratiche di affidamento; • consulenza alle imprese: nel corso del 2009 è stata N TEMA

avviata la nuova funzione di consulenza alle imprese allocata presso la Divisione servizi alle imprese che avvalendosi dell’accordo di partnership con lo studio V.N.Z. & Co. di Marco Vitale e con BIT SPA Servizi per l’investimento sul territorio (società del credito cooperativo), fornisce servizi di consulenza qualificata alle imprese nostre clienti, soprattutto medio piccole, sostenendo le stesse nell’affrontare i problemi

connessi alla crisi economica e accompagnandole in progetti di sviluppo; • fondo chiuso: nel 2005 è divenuto operativo il fondo chiuso “Dominato Leonense” di 10 milioni di euro costituito per svolgere un ruolo più attivo nei processi di sviluppo delle aziende e favorirne una migliore competitività sul mercato. Dal lato della raccolta offrire agli investitori professionali un’ulteriore tipologia di investimento.

LA CREAZIONE DI UN’AREA CAMUNA AUTONOMA Il piano di fusione prevede una sostanziale modifica dell’organigramma di Cassa Padana con la creazione di una nuova area territoriale (“Area della Valle Camonica”) che si aggiungerà alle attuali n. 5 aree territoriali di Cassa Padana. Si intende sperimentare sulla nuova area acquisita una struttura diversa rispetto alle preesistenti aree territoriali. In particolare, usufruendo delle competenze esistenti presso la Bcc Camuna, si intende fornire maggiore supporto alla funzione del capo area affinché possa espletare in maniera più organica ed efficiente le attività di gestione dell’area, di presidio delle funzioni di controllo e di raggiungimento degli obiettivi di promozione del territorio nell’ambito dell’attività progettuale della Cassa. Dal punto di vista del personale, le attuali risorse centrali della Bcc Camuna non poste a presidio delle funzioni di area, hanno la possibilità di optare per una riallocazione presso le attuali filiali in Valle Camonica o in quelle che si intendono aprire nel corso del 2010/2011, oppure presso gli uffici della sede della Cassa Padana.

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Una funzione progettuale per la Valle Camonica N

di fusione si delinea la visione strategica di una bcc aperta e che interagisce con le altre forze attive presenti nella comunità locale camuna, svolgendo una funzione propositiva nelle progettualità. È un centro di fiducia e snodo di relazioni profit/no profit, pubblico/privato; entra in progetti di sviluppo del territorio partecipando direttamente nella fase di elaborazione e di gestione, giocando spesso un ruolo EL PIANO

di animatore e regista. La Bcc è in grado di cogliere i segnali provenienti dalla comunità locale, anticiparne le prospettive future, aggregare soggetti pubblici e privati, indirizzare gli operatori economici per favorire iniziative di sviluppo complessivo del territorio. Ha il peso economico, il prestito istituzionale, le competenze tecniche e relazionali, i valori cooperativi che ne attribuiscono naturalmente una funzione

di privato-sociale, per generare idee, essere incubatore di soluzioni, entrare nella loro realizzazione non solo da semplice finanziatore, coinvolgendo, creando reti, facendo alleanze progettuali con le migliori realtà locali. Questo non solo in campo strettamente economico, ma anche sociale, culturale, ambientale, perché il suo ruolo è di motore di sviluppo della comunità locale a 360 gradi. L’obiettivo è di realizzare

in Valle Camonica “progetti territoriali” caratterizzati da un mix di: a) relazioni attivate dalla banca con soggetti del territorio; b) capacità e know how della banca direttamente messe in campo; c) donazione/sponsorizzazione/capitale offerto dalla banca; d) credito attivato in varie forme per rispondere ad un bisogno/opportunità del territorio.

I NUMERI DELLA FUSIONE A sinistra: attuale zona di operatività della Bcc Camuna. Qui sotto: la futura zona di operatività dell’“Area della Valle Camonica” a un anno dalla fusione, così come previsto dal piano di fusione.

Mettiamo a confronto alcuni dati quantitativi legati alle caratteristiche socio-economiche della zona di operatività delle due banche, ai fondamentali di bilancio e al risultato che ne uscirebbe come “bcc somma” qualora il progetto di fusione completasse con esito positivo l’iter iniziato.

Giugno 2009

Cassa Padana

Comuni di Competenza Territoriale

Bcc Camuna

Bcc “Somma”

157

27

184

Comuni di Insediamento Diretto

34

4

38

Sportelli

39

4

43

Non sono previsti comuni di sovrapposizione

Giugno 2009

Cassa Padana

Bcc Camuna

Bcc “Somma”

Raccolta diretta

€ 1.343.704.743

€ 118.756.261

€ 1.462.461.004

€ 251.271.000

€ 23.979.910

€ 275.250.910

Raccolta globale

€ 1.594.975.743

€ 142.736.171

€ 1.737.711.914

Impieghi

€ 1.199.716.371

€ 96.809.174

€ 1.296.525.545

Montante Totale (Racc. Dir.+ Impieghi)

€ 2.543.421.114

€ 215.565.435

€ 2.758.986.549

€ 199.642.532

€ 12.284.175

€ 211.926.707

39

4

43

Comuni di Competenza Territoriale (2)

157

25

182

N° Dipendendi

275

33

308

4.753

2.392

7.145

36.267

5.140

41.407

Raccolta indiretta (val. mercato)

Patrimonio

(1)

N° Filiali

N° Soci Clienti Totali

(1) Capitale Sociale, Fondo di dotazione, Riserve (2) Nessun comune sovrapposto nelle aree operative

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Giugno 2009

Cassa Padana

Bcc Camuna

Bcc “Somma”

CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE Popolazione 2008

2.101.712

75.394

2.177.106

Popolazione maschile 2008

1.012.898

37.452

1.050.350

Popolazione femminile 2008

1.088.814

37.942

1.126.756

< 18 anni

339.608

12.527

352.135

18-29 anni

250.186

10.303

260.489

30-44 anni

519.369

18.136

537.505

45-64 anni

532.122

19.989

552.111

> 65 anni

430.134

13.551

443.685

Famiglie 2008

917.463

31.408

948.871

N° pensioni 2008

637.314

21.231

658.545

26.551

1.238

27.789

382.695

57.701

440.396

U.L. Artigiane 2003

63.089

2.471

65.560

Artigiane operanti industria 2008

46.965

1.876

48.841

Industria 2008 - di cui Attività Manifatturiere - di cui Costruzioni

72.724 34.089 38.103

2.829 1.297 1.478

75.553 35.386 39.581

Servizi alle imprese 2008

35.712

909

36.621

9.194

222

9.416

71.276

2.579

73.855

7.617

268

7.885

243.488

8.683

252.171

358.721.210

74.764.720

216.742.965

18.479

16.250

17.365

1.040

916

978

162.414.685.000

5.151.218.000

167.565.903.000

77.277

68.324

76.967

39

4

43

141

4

145

Sportelli altre Banche (giugno 2009)

1.615

43

1.658

Totale Sportelli Bancari

1.795

51

1.846

377

29

406

2.172

80

2.252

CARATTERISTICHE DELL’ATTUALE AREA OPERATIVA DELLE DUE BANCHE

CARATTERISTICHE PRODUTTIVE Aziende agricole 2000 Superficie agricola 2000 (ha)

Trasporti 2008 Commercio 2008 Credito 2008 Totale Unità Locali 2008

CARATTERISTICHE FINANZIARIE Valore Aggiunto media 2005 (euro) Reddito pro capite media 2006 (euro) Risparmio pro capite media 2002 (euro) Prodotto bancario 2008 (euro) Prodotto bancario pro capite 2008 (euro)

CONCORRENZA BANCARIA Sportelli Bcc in analisi (ottobre 2009) Sportelli altre Bcc (ottobre 2009)

Sportelli postali (settembre 2009) Totale Sportelli presenti Fonte. S.I.T. - Sistema Informativo Territoriale; Banca d’Italia

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Più il mix è articolato, con pesi diversi a seconda della tipologia dell’iniziativa, più la progettualità è efficace, innovativa e difficilmente imitabile da altri soggetti bancari. Più il processo è frammentato (in particolare è solo donazione o solo credito), più ci troviamo di fronte ad una modalità attuata anche dal resto del sistema bancario. Per poter essere coerenti con questi obiettivi, Cassa Padana da 10 anni ha creato e sviluppato una struttura organizzativa volta specificatamente allo sviluppo delle tre mutualità, interna verso soci, esterna rivolta al territorio e internazionale. Nel piano di fusione è prevista l’attivazione di un presidio dedicato in Valle Camonica per sviluppare iniziative direttamente sul posto e secondo il principio di sussidiarietà, presidio che godrà dell’appoggio e del know how maturato da Cassa Padana in questo ambito.


Cassa Padana, dall’impegno locale a quello internazionale IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI CASSA PADANA Presidente: Vittorio Biemmi Vice Presidente: Giancarlo Voltini Consiglieri: • Alberto Barbarini • Angelo Chiesa • Valerio Costa • Claudio Iseppi • Giovanni Mazza • Oreste Ramponi • Ermelina Ravelli • Giuliano Spinelli • Giovanni Tebaldini Direttore generale: Luigi Pettinati Vice direttori: Andrea Lusenti (vicario) e Franco Aliprandi

LA RETE DEGLI SPORTELLI CASSA PADANA Area Bassa Bresciana Leno Gambara Seniga Gottolengo Isorella Castelletto di Leno Leno Centro

DI LIDIA SBARBADA

lidia.sbarbada@cassapadana.it FRA I SOCI FONDATORI della cassa rurale di Leno si contavano 14 proprietari agricoli, due fittavoli, un maniscalco, due calzolai, un sarto, un sacerdote e un professionista. Era il 1893. Un paio d’anni prima nasceva anche la Cassa Rurale di Gambara, un piccolo paese a 13 km da Leno: alla fondazione parteciparono 61 soci, in maggior parte agricoltori, piccoli commercianti ed artigiani. Contemporaneamente, a Seniga nasceva nel 1897, dall’impegno illimitato e solidaristico di altri 20 soci, la Cassa Rurale di Seniga e Pescarolo. Le tre casse rurali citate attraversarono con fatica il periodo fascista e la ripresa dopo la seconda guerra mondiale fu lenta e difficile. Finché, a metà degli anni 70 avviene la fusione delle tre casse che danno vita alla “Cassa Rurale ed Artigiana della Bassa Bresciana” – la banchina, come ancora oggi ricordano i soci più anziani – con sede a Leno. La denominazione “Cassa Padana” risale al 1993, in occasione della fusione con la Cassa

Area Mella Cigole Bagnolo Mella Manerbio Fenili Belasi Brescia Pavone Mella Cignano di Offlaga Area Cremona – Casalasco Pescarolo Gadesco Pieve Delmona Gussola Martignana Po Cella Dati Torre de’ Picenardi Cremona Cremona Porta Po

Area Parma – Reggio Emilia Sissa Viarolo di Trecasali Vicofertile Taneto di Gattatico Parma – Viale Piacenza Caprara di Campegine Reggio Emilia Parma – Via Mantova Rubiera Area Mantova – Verona Goito Gazoldo degli Ippoliti Volta Mantovana Valeggio sul Mincio Alpo di Villafranca San Giorgio in Salici Castellucchio Curtatone

Rurale ed Artigiana di Gussola, una Banca di Credito Cooperativo – denominazione voluta dal nuovo testo unico bancario entrato in vigore nello stesso anno – che in poco più di 10 anni avrebbe esteso la propria presenza a 6 province (Verona, Cremona, Parma, Brescia, Mantova, Reggio Emilia), sostenuta da una rete capillare e diffusa di circa 40 sportelli.

» IN ALTO:

Villa Seccamani a Leno, sede di Cassa Padana (foto di Silvano Treccani)

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I NUMERI IN SINTESI AL 30/06/2009 Dipendenti 275 Soci 4753 Clienti 36267 Sportelli 39 Impieghi 1199 Raccolta 1343 Raccolta indiretta 251 Montante 2543 Patrimonio 199


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Elaborazione: Federazione Lombarda delle Bcc

Angolo Artogne Berzo Demo Berzo Inferiore Bienno Bovegno Borno Braone Breno Capo Di Ponte Cervano Ceto Cevo Cimbergo Cividate Corteno Golgi Darfo Boario Terme Edolo Esine Gianico Malonno Ono San Pietro Paisco Loveno Piancogno Rogno Sonico Daone Alfianello (BS) Azzano Mella (BS) Bagnolo Mella (BS) Barbariga (BS) Bassano Bresciano (BS) Borgosatollo (BS) Botticino (BS) Bovezzo (BS) Brescia (BS) Calvisano (BS) Capriano Del Colle (BS) Castel Mella (BS) Castenedolo (BS) Cellatica (BS) Cigole (BS) Collebeato (BS) Concesio (BS) Dello (BS) Fiesse (BS) Flero (BS) Gambara (BS) Ghedi (BS) Gottolengo (BS) Gussago (BS) Isorella (BS) Leno (BS) Manerbio (BS) Milzano (BS) Montirone (BS) Nave (BS) Offlaga (BS) Pavone Del Mella (BS) Poncarale (BS) Pralboino (BS) Remedello (BS) Rezzato (BS) Roncadelle (BS) San Gervasio Bresciano (BS) San Paolo (BS) San Zeno Naviglio (BS) Seniga (BS) Verolanuova (BS) Visano (BS) Bonemerse (CR) Cà D’andrea (CR) Cappella DèPicenardi (CR) Casalmaggiore (CR) Castelverde (CR) Cella Dati (CR)

Cicognolo (CR) Cingia DèBotti (CR) Cremona (CR) Derovere (CR) Drizzona (CR) Gabbioneta-Binanuova (CR) Gadesco-Pieve Delmona (CR) Gerre DèCaprioli (CR) Grontardo (CR) Gussola (CR) Isola Dovarese (CR) Malagnino (CR) Martignana Di Po (CR) Motta Baluffi (CR) Ostiano (CR) Persico Dosimo (CR) Pescarolo Ed Uniti (CR) Pessina Cremonese (CR) Pieve San Giacomo (CR) San Daniele Po (CR) San Giovanni In Croce (CR) Scandolara Ravara (CR) Scandolara Ripa D’Oglio (CR) Sesto Ed Uniti (CR) Solarolo Rainerio (CR) Sospiro (CR) Spinadesco (CR) Stagno Lombardo (CR) Torre de’ Picenardi (CR) Torricella Del Pizzo (CR) Vescovato (CR) Volongo (CR) Voltido (CR) Asola (MN) Borgoforte (MN) Castellucchio (MN) Cavriana (MN) Ceresara (MN) Curtatone (MN) Gazoldo Degli Ippoliti (MN) Goito (MN) Guidizzolo (MN) Mantova (MN) Marcaria (MN) Marmirolo (MN) Monzambano (MN) Piubega (MN) Ponti Sul Mincio (MN) Porto Mantovano (MN) Redondesco (MN) Rodigo (MN) Roverbella (MN) Virgilio (MN) Volta Mantovana (MN) Campogalliano (MO) Formigine (MO) Modena (MO) Castelvetro Piacentino (PC) Monticelli D’Ongina (PC) Collecchio (PR) Colorno (PR)


15

Felino (PR) Fontanellato (PR) Fontevivo (PR) Langhirano (PR) Lesignano DèBagni (PR) Mezzani (PR) Montechiarugolo (PR) Noceto (PR) Parma (PR) Roccabianca (PR) Sala Baganza (PR) San Secondo Parmense (PR) Sissa (PR) Sorbolo (PR) Torrile (PR) Traversetolo (PR) Trecasali (PR) Albinea (RE) Bagnolo In Piano (RE) Bibbiano (RE) Brescello (RE) Cadelbosco Di Sopra (RE) Campegine (RE) Casalgrande (RE) Castelnovo Di Sotto (RE) Correggio (RE) Gattatico (RE) Montecchio Emilia (RE) Poviglio (RE) Quattro Castella (RE) Reggio Emilia (RE) Rubiera (RE) San Martino In Rio (RE) Sant’Ilario D’enza (RE) Scandiano (RE) Bussolengo (VR) Castel D’Azzano (VR) Castelnuovo Del Garda (VR) Mozzecane (VR) Peschiera Del Garda (VR) Povegliano Veronese (VR) Sommacampagna (VR) Sona (VR) Valeggio Sul Mincio (VR) Verona (VR) Vigasio (VR) Villafranca Di Verona (VR)


Bcc Camuna, oltre un secolo di storia IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI BCC CAMUNA Presidente: Mirko Cominini Vice Presidente: Donatella Bigatti Consiglieri: • Giovanni Biasini • Valeria Dellanoce • Livia Formentelli • Bortolo Gasparini • Alessandro Gelmi • Salvatore Musto • Gianmario Stofler Direttore generale: Fabrizio Molinari DI SANDRA BASSI

MERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO 1895, nella sala terrena della casa parrocchiale a Esine, 24

LA RETE DEGLI SPORTELLI BCC CAMUNA

capofamiglia di Esine si radunarono per costituire fra loro una società in nome collettivo

• Esine (filiale Sede) • Ceto • Malonno • Montecchio (frazione di Darfo Boario Terme)

con la denominazione “Cassa Rurale di Depositi di Esine società cooperativa in nome collettivo”. Il Comitato promotore era composto da Giovan Maria Nodari, Bortolo Nodari, don Luigi Magoni e don Giovanni Bondioni. Nel 1992, a seguito della fusione con la Cassa Rurale di Ceto, nata pochi anni prima, è diventata la Cassa Rurale Camuna. Con l’entrata in vigore del nuovo testo unico bancario, è ora denominata “Banca di Credito Cooperativo Camuna”. Da banca mono sportello fino al 1992, si è aggiunto lo sportello di Ceto a seguito della fusione. Dopo l’apertura, nel 2000 e nel 2004, degli sportelli di Malonno e Montecchio, la Bcc Camuna ha attualmente 4 filiali, distribuite nella media e alta Valle Camonica.

I NUMERI IN SINTESI AL 30/06/2009 Dipendenti Soci Clienti Sportelli Impieghi Raccolta Raccolta indiretta Montante Patrimonio

» IN ALTO:

Sede di Esine della Bcc Camuna (foto archivio Bcc Camuna)

A DESTRA:

Media Valle Camonica (foto di Mauro Fiora)

16

33 2392 5552 4 97 118 24 215 14

»


Valle Camonica,

luogo magico delle Alpi centrali “Una Valle per abitare, una Valle per pensare, una Valle per vivere, una Valle per sognare” Eugenio Fontana, “Valle Camonica una Valle da sogno”

L

VALLE CAMONICA, o Valcamonica, è una delle valli più estese delle Alpi centrali, nella Lombardia orientale. È lunga circa 90 km. Inizia dal Passo del Tonale, a 1883 metri sul livello del mare e termina alla Corna Trentapassi a Pisogne, sul lago d’Iseo. Ha una superficie di circa 1335 km ed è attraversata in tutta la sua lunghezza dall’alto corso del fiume Oglio, che nasce a Ponte di Legno e ha la sua foce nel Sebino, tra Pisogne e Costa Volpino. La quasi totalità della Valle è ricompresa nel territorio amministrativo della Provincia di Brescia, esclusi i comuni di Lovere, Rogno, Costa Volpino e la Val di Scalve, che fanno parte della provincia di Bergamo. La Valle Camonica deriva il suo nome dal latino Vallis Camunnorum, ovvero la Valle di quei Camuni che i romani chiamavano Camunni. A

TERRA DI INCISIONI RUPESTRI E ANTICHE TRADIZIONI DI SANDRA BASSI

L

VALLE CAMONICA è anche la “Valle delle incisioni rupestri”. È la terra che ospitò la romana “Civitas Cammunorum”, che vide sorgere castelli, rocche, torri. Patria di pittori e delle loro scuole. È la terra che oggi ospita l’arte del legno, con espressioni sublimi e realiA

stiche come la Via Crucis di Cerveno. E anche l’arte del ferro. È una terra di antiche tradizioni, depositaria di saperi che si uniscono a nuovi sapori attraverso la varietà gastronomica nella riproposta dei piatti tipici camuni. Si è soliti dividere il territorio della Valle Camonica

in tre aree morfologicamente diverse tra loro: la Bassa Valle dalle sponde del Lago d’Iseo fino al paese di Breno, caratterizzata da un territorio pianeggiante con spazi destinati all’agricoltura; la Media

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Valle che termina all’altezza di Edolo e l’Alta Valle, da Edolo fino al Tonale, con caratteristiche tipicamente alpine.


» Stradina II. Parco archeologico comunale di Stradina-Bedolina, Capo di Ponte. Composizione con antropomorfi, costruzione ed epigrafe in alfabeto camuno. Età del ferro. (Foto A. Marretra © CCSP Archivio WARA).

Parallela alla morfologia corre la suddivisione climatica con temperature miti nel tratto iniziale della valle, dove si sente l’influenza del lago, e più fresche man mano ci si avvicina ai monti, fino ad arrivare nell’alta Valle Camonica dove il clima diviene più fresco in estate e l’inverno nevoso e freddo favorisce il turismo invernale. Le coltivazioni sono concentrate nel fondo valle: relativamente diffusi mais e segale, alberi da frutto e ortaggi. La viticoltura si è sviluppata sui terrazzamenti dove iniziano le aree boschive. Molto diffusi sono i castagneti, le faggete e i boschi di querce e betulle. Intorno ai 1000 metri d’altezza si estendono pinete e lariceti. In alta quota si trovano

rismo invernale. I numerosi sentieri montani si snodano attraverso paesaggi di incantevole bellezza dove rilassarsi e rigenerarsi nel silenzio delle vette camune, fino ad arrivare ad itinerari più impegnativi che portano ai rifugi situati a quote elevate. Nelle stazioni termali di Boario e Angolo Terme, è possibile rilassarsi e curarsi immersi in meravigliosi e verdeggianti parchi, beneficiando degli effetti terapeutici delle acque provenienti dal Monte Altissimo. In Valle Camonica si coltivano prodotti genuini utilizzati per creare gustosi e saporiti piatti. I sapori della Valle sono ricchi, intensi basati su prodotti di montagna. Famosi i formaggi come la rosa camuna, il Silter e quelli di origine caprina. C’è poi il salame, i prodotti da forno, il vino che sta già ottenendo ottimi risultati oltre che importanti riconoscimenti e il pesce nella zona del lago d’Iseo. Il territorio è anche ricco di castagneti i cui frutti si utilizzano sia in pasticceria, sia in cucina. In Valle Camonica si produce anche miele di vario genere (castagno, millefiori, acacia ecc..), piccoli frutti, erbe officinali, aceto, succhi di mele e liquori per tutti i gusti (liquirizia, caffé, genepì, ecc..): sapori unici ottenuti grazie alla cura ed alla pazienza della gente del posto.

pascoli e alpeggi, mentre ad altitudini ancora più elevate prevalgono arbusti e flora alpina. L’agricoltura è attualmente un’attività secondaria, sebbene stia avendo una forte crescita la coltura della vite nel comprensorio Malegno Capo di Ponte. Il tessuto economico della Valle Camonica, basato fino agli anni ’70 sull’attività zootecnica, agricola, sulla siderurgia e l’industria tessile, è ricco di piccole e medie imprese il cui ambito spazia oggi dal settore terziario al settore edile. Il turismo è una importante risorsa economica per la Valle Camonica. La montagna offre molte occasioni di svago e divertimento sia in inverno che in estate. Le stazioni sciistiche di Monte Campione, Borno, Aprica, Temù e Ponte di Legno-Tonale sono un fiore all’occhiello per il tu18

IL FIUME OGLIO, OGLIO PUNTO DI RACCORDO DI AMPI TERRITORI L’Oglio (Òi in camuno, bergamasco, bresciano, cremasco e mantovano, Ùi in cremonese) è un fiume che attraversa le province di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova. Nella gerarchia degli affluenti del Po con i suoi 280 km di corso occupa il secondo posto per lunghezza, dopo l’Adda, mentre risulta il quarto per superficie di bacino, dopo Tanaro, Adda e Ticino. Ed è il terzo per portata media alla foce, dopo Ticino e Adda. Il fiume Oglio nasce nel paese di Ponte di Legno, dove si uniscono i torrenti Narcanello (proveniente dal ghiacciaio della Presena) e Frigidolfo (che giunge dalla Cima di Ercavallo, nel Parco dello Stelvio) sulle Alpi Orobie. Durante la sua discesa dalla Valle Camonica raccoglie le acque del massiccio dell’Adamello, del Montirolo, della Concarena, fino a formare, presso Lovere e Pisogne, il Lago d’Iseo, di cui è immissario ed emissario. Numerosi sono i suoi affluenti: Chiese, Mella, Borlezza, Dezzo oltre a una miriade di torrenti e fossi. La foce si trova in località Torre d’Oglio, in provincia di Mantova. L’Oglio ha una portata media elevata (130 mc/s) e un regime regolare, questo grazie all’alimentazione alpina e soprattutto alla presenza del Lago d’Iseo che è un efficace regolatore dei flussi. Pertanto, il bacino dell’Oglio è ampiamente sfruttato a scopo idroelettrico e per l’irrigazione. Il fiume, lungo il suo tragitto, attraversa ambienti diversi, da quelli incontaminati delle montagne, a quelli sempre più antropizzati delle valli. E proprio nel suo basso corso sono stati istituiti i parchi regionali dell’Oglio Nord e Sud.


PERCORSI D’ARTE Dalla bassa all’alta Valle Camonica si snoda un originale percorso sulla via dell’arte. Pittori come Girolamo Romanino, Callisto Piazza, Pietro da Cemmo, Paolo Caylina, dalla seconda metà del ‘400 hanno lasciato meravigliosi affreschi ancor oggi perfettamente conservati. L’opera di Pietro da Cemmo è visibile nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Esine. Sua è la cappella del Convento dell’Annunciata a Piancogno. Il Romanino ha lasciato dipinti nelle chiese di S.Maria a Bienno, S.Antonio a Breno e S.Maria della neve a Pisogne. Callisto Piazza e Paolo Caylina furono attivi a Borno, Erbanno, Esine ed Edolo.

La gemma di Esine: Santa Maria Assunta

» Interno della Chiesa di S. Maria Assunta a Esine. (Foto di Livio Nodali).

La chiesa, intitolata alla Vergine Assunta, risale all’ottavo decennio del XV secolo. È qui che Pietro da Cemmo, tra il 1491 e il 1493, dipinse uno dei più suggestivi cicli pittorici presenti in Valle Camonica. Sull’arco colpisce la figura del Padre eterno, più in basso l’Annunciazione di Maria, la Passione e la Deposizione. Sulla volta campeggia il Cristo Pantocrathor (tre metri in altezza) vicino a figure di santi per poi arrivare alla Incoronazione della Vergine. Sulle pareti sono dipinte la Natività e l’Adorazione dei Magi. La parete di fondo è completamente occupata da una grande Crocifissione. Si ha la sensazione che il maestro abbia riscritto la Bibbia sulle pareti della Chiesa, attraverso i suoi affreschi sono narrati gli episodi della vita di Gesù con ricchezza di particolari ed una intensa comunicatività.

Il ferro e la pietra Il ferro e la pietra e le loro lavorazioni sono stati per anni fonte economica fondamentale per tutta la Valle Camonica. Ancora oggi numerose persone, sia per lavoro che per passione, tramandano queste tradizioni alle nuove generazioni per evitare che si perdano quei preziosi saperi che compongono il patrimonio immateriale della comunità. A Bienno vi è la fucina dove, manipolando il ferro fuso grazie ad un mulino azionato dall’acqua, si ottengono oggetti e complementi d’arredo unici nel loro genere.

Foppe di Nadro, riserva naturale incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo, Paspardo. (Foto di A. Marretra © CCSP Archivio WARA).

L’ARCHEOPARK PER VIAGGIARE NEL TEMPO

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Per poter vivere un’esperienza unica è stato realizzato un importante parco a tema, Archeopark, che si trova nel comune di Darfo Boario Terme, dove grazie a una ricostruzione storica e ambientale dettagliata è possibile conoscere e sperimentare la cultura degli antichi camuni dal neolitico al periodo romanico. Molti sono i segni che testimoniano una fede innata nella gente camuna dalla preistoria in avanti. Le incisioni rupestri riportano a significati e credenze religiose e le numerose chiese e pievi degne di visita dislocate in tutto il territorio lo confermano. A Bienno si può ammirare l’Eremo dei SS. Pietro e Paolo e la imponente statua di Cristo Re. Vi è poi la Via Crucis a Cerveno, capolavoro ligneo settecentesco, composto da 198 statue in gesso e legno, realizzate da Beniamino Simoni, che rappresenta la passione e la morte di Gesù Cristo. Un viaggio singolare attraverso lo spiccato realismo dei volti e della postura delle statue.

I CAMUNI E LA LORO ANTICA STORIA RACCONTATA DALLE INCISIONI La maggior traccia lasciata dal passato in Valle Camonica è sicuramente rappresentata dalle incisioni rupestri distribuite in tutto il territorio valligiano e racchiuse in ben otto parchi archeologici. Le incisioni su pietra rappresentano il più vasto e importante comprensorio europeo d’arte rupestre preistorica, tanto da essere designate dall’Unesco, nel 1979, Patrimonio dell’Umanità. Questi graffiti sono testimonianza della vita, delle attività, degli usi e costumi degli antichi camuni di un esteso arco di tempo. È partendo da queste testimonianze che possiamo comprendere le varie fasi di evoluzione dell’antenato del popolo valligiano. Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane custodisce un gran numero di rocce significative sia dal punto di vita cronologico (incisioni dal primo neolitico al post camuno), sia dal punto di vista tipologico.

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La zona di competenza

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Cremona, il Torrazzo. A destra, Mantova al tramonto.

di Cassa Padana DI BARBARA PONZONI

barbara.ponzoni@cassapadana.it LA STORIA UFFICIALE DI CASSA PADANA è la storia che accomuna tante realtà cooperative, nate appunto sul finire del ’900. Ma Cassa Padana – ciò che rappresenta e i valori a cui si ispira – va oltre questo: al tempo di re Desiderio e dei benedettini. Nel 758 d.C., proprio per volere del famoso re Longobardo nasce l’abbazia “Ad Leones” di Leno. Nel 2002 Cassa Padana, consapevole dell’importanza simbolica di questo passato glorioso, acquista una parte di villa Badia, costruita sui resti dell’abbazia, e nel 2003 inizia uno scavo estensivo. Da allora ad oggi sono stati fatti convegni, pubblicazioni, eventi. Cosa è emerso? La presenza di una struttura enorme che, al massimo splendore – nel 1200 circa – contava più di 100 presenze fra monaci e studenti; per secoli fu centro importante di potere economico-politico dell’Italia settentrionale, seconda solo a Montecassino. Ed è proprio sulle fondamenta di questa storia e di questo importante passato che Cassa Padana è cresciuta e si è sviluppata, dal punto di vista culturale e dei valori, ma anche economico e geografico: le sei province interessate dalla presenza di Cassa Padana corrispondono a quel “Dominato Leonense” che fu di influenza benedettina. Un’influenza forte che ha determinato il carattere e la vocazione di questo territorio, punto di riferimento e motivo di continuità per Cassa Padana. I benedettini, con il loro incessante lavoro e dedizione, hanno reso la Pianura Padana quella che è oggi: un territorio dalla forte vocazione agricola, dai radicati valori cristiani, con ricchezze e potenzialità incredibili. L’obiettivo primo è quindi promuovere e sviluppare un forte senso di appartenenza e di coesione sociale fra i diversi attori del territorio, recuperando tradizioni, storia e valori che rappresentano una ricca specificità da valorizzare. Proprio in quest’ottica Cassa Padana si è sviluppata nei territori che furono del “Dominato Leonense”, con l’intento di valorizzarli nelle loro peculiarità e specificità, com’era caratteristica dei benedettini. Sei provincie, sei realtà differenti, ma accomunate da medesimi valori. Vediamole nel dettaglio.

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Veduta di Brescia.

BRESCIA Cassa Padana nasce qui, nel cuore della Bassa Bresciana. Qui ci sono le filali “storiche” e i soci trentennali e oltre. Qui è la sede, il cuore

pulsante della nostra realtà. L’appuntamento più sentito e rappresentativo del lavoro della Fondazione Dominato Leonense è a Leno: la Fiera

di San Benedetto a metà luglio, una mostra mercato dell’agro-alimentale biologico e del commercio equo solidale che rappresenta un vero e proprio momento di valorizzazione dei prodotti e della cultura del territorio. Il parco di villa Badia -in questo fine settimana- si veste di bancarelle colorate, rievocazioni storiche in costume, giochi per bambini e proposte alimentari per tutti. In quell’occasione si tiene anche l’annuale assemblea dei soci della Fondazione, che conta 800 soci, composti da privati, scuole, comuni ed altre associazioni e istituzioni pubbliche che operano sul territorio. Ha un proprio Consiglio di Amministrazione formato dal Presidente Vittorio Biemmi e da nove consiglieri.

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CREMONA La prima sfida “cittadina” è a Cremona. Nel 1996 nasce la prima filiale in città di Cassa Padana. Cremona è famosa per i suoi violini e per il dolce tipico natalizio, il torrone. 700 camper, 100 pullman, migliaia di auto in movimento, persone in bicicletta, in passeggino e soprattutto a piedi, per un totale che spesso supera ampiamente le 100 mila presenze, questi i numeri della Festa del Torrone, un grande evento gastronomico-culturale, incentrato sul prodotto tipico che rende Cremona famosa nel mondo, ma anche la kermesse capace di valorizzare l’intero territorio nel quale questa specialità nasce e viene prodotta, coniugando l’offerta della miglior produzione di torrone e di dolci affini, con un ricco programma di iniziative parallele. Cassa Padana, sempre attenta alle peculiarità del territorio, ogni anno contribuisce alla realizzazione di eventi ad hoc per arricchire il ricco programma della manifestazione.


MANTOVA L’avventura Mantovana di Cassa Padana parte con le filiali di Gazoldo degli Ippoliti e Goito, acquisite dalla Bcc di Castelgoffredo. Il territorio mantovano, molto simile per numeri e valori al tessuto cremonese, vanta tradizioni molto antiche. Una di queste è la Fiera delle Grazie, un evento che si ripete dal 1425 quando il marchese Gian Francesco Gonzaga decretò l’inizio del “libero mercato di merci” sul sagrato di fronte al Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie che dal 1406, anno della sua inaugurazione, domina la frazione di Curtatone. Una fiera non solo dei mantovani ma di tanta gente che ogni anno arriva da ogni parte d’Italia nel borgo per rendere omaggio alla Madonna. Ciò che è stato proposto nell’edizione 2009 dalla Fondazione Dominato Leonense, in collaborazione con Anima Media, Associazione della Diocesi di Cracovia, è l’allestimento di una mostra fotografica, un viaggio attraverso foto inedite non tanto sul Santo Padre quanto su Don Karol, quel parroco giovane che nel 1948 ritorna da Roma in Polonia, che fa il coadiutore nella parrocchia di San Floriano a Cracovia e fino al 1951 è cappellano degli universitari.

PARMA Parma, terza nella classifica fra i capoluoghi “Ecosistema urbano”, secondo uno studio di Legambiente, pubblicato dal Sole-24 Ore, vede la presenza di Cassa Padana, in città, dal dicembre 2006. La filiale, in viale Piacenza, si dedica spesso all’arte: come la mostra di opere di Gabriel Morvay, concesse in prestito da un privato collezionista, allestita nelle sale espositive della bella sede. Un connubio che prosegue fruttuoso fra Cassa Padana e le tele di Morvay, già esposte per un breve periodo la scorsa primavera all’interno della Filiale di Cremona. Negli spazi delle proprie Filiali Cassa Padana intende quindi svolgere non solo attività istituzionali, ma offrire alle persone che vivono nel territorio la possibilità di avvicinarsi alle opere d’arte.

REGGIO EMILIA Dopo le filiali di Gattatico (dicembre 2002) e Caprara di Campegine (ottobre 2007) Cassa Padana nel 2008 rafforza la propria operatività nell’area con una nuova presenza cittadina a Reggio Emilia, in uno dei luoghi più rappresentativi ed artistici della città, la meravigliosa Sala degli Angeli all’interno di Palazzo Caffari, le cui fondamenta furono gettate nel 1.400 da parte della famiglia dei Caffari, tessitori e tintori di seta. In occasione dell’apertura la Fondazione ha organizzato, con la supervisione di Maurizio Bernardelli Curuz, direttore della rivista Stile Arte, una mostra personale dell’artista di Campegine Alfonso Borghi. La personale, intitolata “Sotto l’epidermide delle apparenze”, raccoglieva diverse opere dell’artista reggiano, che ha dedicato gli anni giovanili a dipingere paesaggi e figure, attratto dai grandi del Quattrocento italiano.

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VERONA Dopo le filiali di Alpo di Villafranca, San Giorgio in Salici e Valeggio sul Mincio, entro la primavera verrà inaugurata la filiale di Verona. Durante gli interventi per la preparazione dello stabile, su segnalazione dell’ingegnere che segue i lavori, siamo venuti a conoscenza di un’antica cripta, ancora intatta, costruita dai benedettini lenesi, sicuramente molto simile, se non identica, a quella dell’abbazia di Leno. La Fondazione si è interessata a questo sito e a breve partiranno i lavori di pulizia interna della cripta da parte di un restauratore specializzato per consentire la redazione di un progetto completo di restauro. La cripta verrà presentata al pubblico in occasione dell’apertura dello sportello, quale miglior esempio di intreccio fra la storia di questa città e quella di Leno?

La Cattedrale di Reggio Emilia. Sopra, l’Adige a Verona.


C

OME RECITA L’ART.

2 dello Statuto Sociale “la Bcc ispira la propria attività ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata” e quindi, come previsto nella Carta dei Valori del Credito Cooperativo. Il conseguimento di un equo risultato, e non la distribuzione del profitto, è la meta che guida la gestione del Credito Cooperativo. “La Bcc ha lo scopo di favorire i soci nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi promuovendo lo sviluppo della cooperazione, l’educazione al risparmio e alla previdenza, nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera”. La Bcc persegue altresì il miglioramento continuo della qualità e della convenienza dei prodotti e dei servizi offerti e promuove la partecipazione dei soci alla vita della cooperativa. “I soci”, a loro volta, “hanno l’obbligo di collaborare al buon andamento della Bcc, contribuendo allo sviluppo e lavorando intensamente con essa e hanno diritto di fruire dei servizi e dei vantaggi offerti dalla Bcc nei modi e nei limiti fissati dai regolamenti e dalle deliberazioni sociali”, come indicato dall’Art.9 dello Statuto Sociale. Con l’introduzione del ristorno ciascun socio di Cassa Padana ha ottenuto la restituzione di una somma parametrata al lavoro effettuato con la banca. La Cassa ha introdotto il ristorno nel 2003, con apposita delibera dell’Assemblea ordinaria dei soci, che ha approvato anche il relativo Regolamento di distribuzione.

Il ristorno,

per una relazione più stretta fra socio e Bcc

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DI LIDIA SBARBADA

lidia.sbarbada@cassapadana.it


IL COSIDDETTO “RISTORNO FIGURATIVO” Per “ristorno figurativo” si intende l’importo cui la Banca rinuncia (con una diminuzione del margine di intermediazione) a seguito dell’applicazione di condizioni di favore ai soci nell’operatività bancaria, in termini di tassi sulla raccolta, tassi sugli impieghi, prezzo dei servizi. Il ristorno figurativo presenta elementi di aleatorietà e variabilità indipendenti da politiche effettivamente poste in essere verso la compagine sociale e dallo stesso “status” di socio. Cassa Padana regolarmente lo rileva, ma utilizza questo tipo di informazioni conscia dei limiti che hanno e senza che ciò influenzi lo sviluppo di politiche di mutualità interna.

1.600.000

800.000

600.000

600.000

400.000

400.000

200.000

200.000

0

€ 408.442,67

1.000.000

800.000

€ 382.442,67

1.200.000

€ 621.995,75

1.400.000

€ 434.659,37

€ 900.000

1.000.000

Il ristorno viene distribuito ai soci mediante incremento della partecipazione sociale, ossia con l’attribuzione di azioni gratuite. Il ristorno non può essere inferiore al corrente valore nominale dell’azione (attualmente pari a euro 25,82). In caso contrario la relativa differenza è imputata in un apposito fondo fino a che la quota di pertinenza del socio non raggiunga il predetto valore grazie ai successivi ristorni. Il ristorno riconoscibile a ciascun socio non può essere superiore a cento volte il corrente valore nominale dell’azione. Il ristorno eccedente tale limite è destinato a fini di beneficenza o mutualità. Ad ogni socio, dopo l’assemblea, viene spedita una lettera nella quale si comunica la misura del ristorno spettante e il riepilogo delle azioni possedute da ciascuno.

€ 443.782,29

€ 1.500.000

€ 1.400.000

€ 1.200.000

1.200.000

€ 1.100.000

1.400.000

€ 1.050.000

1.600.000

€ 1.033.000

Per determinare l’utile di esercizio ristornabile occorre diminuire l’utile stesso delle quote da destinare obbligatoriamente a riserva legale e ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione. La parte rimanente dell’utile di esercizio, nei limiti della quota del margine di intermediazione lordo imputabili – in base alla contabilità analitico/gestionale in essere presso la banca – all’operatività svolta con i singoli soci, rappresenta l’utile di esercizio ristornabile. L’utile ristornabile non può comunque eccedere il limite del cinquanta per cento dell’utile residuo dopo le destinazioni obbligatorie. Durante l’Assemblea dei soci il Consiglio di Amministrazione, nel rispetto della sana e prudente gestione della Banca, può proporre all’Assemblea la quota di utile da riconoscere ai soci a titolo di ristorno. Su tale proposta l’Assemblea è chiamata a deliberare. Inoltre il Consiglio di Amministrazione sottopone all’approvazione dell’As-

In che forma viene distribuito ai soci?

€ 1.031.086,48

Quali sono le modalità per stabilire l’ammontare di utile da destinare a ristorno?

semblea l’elenco dei contratti rispetto ai quali è calcolato il ristorno. I rapporti contrattuali tenuti in considerazione per la determinazione del ristorno sono il margine finanziario e il margine da servizi.

€ 432.619,60

È una quota di utile conseguito dalla Banca che viene ripartita tra i soci, mediante incremento della quota sociale detenuta da ciascun socio, tenendo conto del suo margine di contribuzione. In altri termini, il ristorno rappresenta la restituzione di una parte e quindi la riduzione del prezzo pagato per i servizi resi dalla banca (commissioni ed interessi passivi) e la restituzione di una parte e quindi la maggior remunerazione dei depositi sottoscritti presso la banca (interessi attivi). Distribuito in proporzione all’operatività di ciascun socio con la Cassa, quindi è irrilevante il numero di azioni possedute, il ristorno premia la fedeltà del Socio-Cliente. Il ristorno è un istituto tipico della cooperazione. È intrinsecamente diverso dalla distribuzione degli utili che viene effettuata sulla base del capitale conferito.

€ 1.480.115,96

Cos’è il ristorno?

0 2003 2004 su utili su utili 2002 2003

2005 su utili 2004

2006 su utili 2005

2007 su utili 2006

2008 su utili 2007

2009 su utili 2008

benefit benefit tasso servizi 2005 2005

Ammontare del ristorno distribuito ai soci di Cassa Padana a partire dal 2003

benefit benefit tasso servizi 2006 2006

benefit benefit tasso servizi 2007 2007

benefit benefit tasso servizi 2008 2008

Ammontare del ristorno figurativo diviso in migliori condizioni ai soci sui tassi e sul costo dei servizi

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Vicini al socio in caso di malattia

DI LIDIA SBARBADA

lidia.sbarbada@cassapadana.it

T

in cui si articola lo scambio mutualistico fra banca e soci, sicuramente quello della salute è fra i più importanti. Cassa Padana offre, gratuitamente, ai suoi soci un’assicurazione che prevede la corresponsione di una diaria giornaliera in caso di ricovero in una struttura ospedaliera del socio o di un suo familiare (inteso come coniuge o convivente more uxorio e figli, così come risulta dallo stato di famiglia anagrafico). Nel caso ad essere socio della Cassa Padana fosse una società, il beneficiario della polizza sarebbe, a seconda della tipologia societaria: RA GLI AMBITI

• Società semplici e di persone (sas, snc): l’assicurazione è prestata pro-quota in favore di ciascun socio (e relativo nucleo familiare); • Spa e Soc.Coop. a r.l.: l’assicurazione è prestata a favore del presidente (e relativo nucleo familiare); • Srl: l’assicurazione è prestata pro quota in favore di ciascun socio amministratore (e relativo nucleo familiare) così come risulta dalle certificazioni societarie. Nei box riepiloghiamo le principali prestazioni offerte dalla Polizza.

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PRESTAZIONI A. Degenza ospedaliera Corresponsione, in caso di ricovero reso necessario da infortunio o malattia, di una diaria giornaliera di euro 46,50 con un massimo di 100 pernottamenti per anno assicurativo e per nucleo familiare. B. Ricovero con intervento di alta chirurgia (specificati in apposita appendice) • Soluzione 1 Se l’intervento è stato effettuato a pagamento. Rimborso delle spese sostenute fino al 90%, con un massimale di euro 310.000,00 per anno assicurativo, per socio e relativo nucleo familiare. Oltre alla spese sostenute per l’intervento (medicinali, onorari dell’équipe che effettua l’intervento chirurgico, materiale di intervento, diritti di sala operatoria, rette di degenza), sono rimborsabili anche le spese sostenute 60 giorni prima del ricovero e nei 120 giorni successivi relativamente a visite e trattamenti specialistici, accertamenti diagnostici, esami di laboratorio tutti pertinenti la patologia considerata, assistenza medica e infermieristica, trattamenti fisioterapici e rieducativi.

500.000

n. 420

350.000

Degenza ospedaliera: anni 80 Ricovero con interventi di alta chirurgia: anni 75 Indennità sostitutiva del rimborso spese per interventi di alta chirurgia: anni 75 Dal 76° all’80° anno la diaria è corrisposta con il massimo di 30 giorni per ricovero e di 60 giorni per anno assicurativo e nucleo familiare.

300.000 250.000

n. 426

n. 512 € 382.000

400.000

€ 368.000

LIMITI DI ETÀ

n. 533

2008

2009

€ 351.000

450.000

€ 469.000

• Soluzione 2 Se l’intervento è avvenuto a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale. Sarà corrisposta una diaria giornaliera di euro 130,00 per ciascun pernottamento in Istituto di Cura, con un massimo di 100 pernottamenti per anno assicurativo e per nucleo familiare.

200.000 150.000 100.000 50.000 0 2006

2007

Numero sinistri inviati e liquidati, per anno.

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Torre de’ Picenardi. (Foto di Valerio Gardoni).

Pedalando pedalando, nelle terre del Dominato Leonense BASSA BRESCIANA. Nell’elenco delle proprietà della potente abbazia benedettina di Leno è indicata “Turricella cum Ecclesia Sancti Andree”. Siamo nella Bassa, in località Torricella. L’itinerario in bici parte dal cortile del castello di Ostiano, si snoda nel territorio appartenuto all’abbazia benedettina di Leno. Eretto dai Gonzaga, del castello rimane solo una porzione. Nel cortile una sinagoga ebraica che si regge in piedi a mala pena testimonia il luogo di culto della comunità israelitica del paese dal 1731 sino agli inizi del XX secolo. Da Ostiano andiamo verso Volongo: siamo nel parco dell’Oglio sud. Appena fuori paese, una stradina laterale porta all’antico cimitero ebraico, ancora perfettamente conservato. Quando ci si inoltra tra il verde dei campi, sulla nostra destra c’è la pieve della Beata Vergine del Buoncosiglio. Sulla facciata è ancora visibile l’affresco di San Cristoforo protettore dei viandanti. Vale una sosta. Pochi chilometri per arrivare a Volongo che con Ostiano condivise una travagliata storia di terra di confine, contesa tra Brescia, Cremona e Milano sino a quando si imposero i Gonzaga. Ora corriamo verso Fontanella Grazioli, un piccolo borgo di vocazione contadina. Qui ogni maggio si rinnova da tempi remoti il rito “dell’albero di maggio”: la tradizione vuole che i giovani del paese rubino nella notte un albero altissimo per farne dono simbolico alla Madonna della Malongola, un piccolo santuario posto ai margini del borgo. La rotta prosegue sino a Isola Dovarese

DI VALERIO GARDONI

valerio.gardoni@popolis.it

dove superiamo il placido Oglio. Il nome rimanda al tempo in cui il paese era soggetto alle frequenti esondazioni del fiume che lo isolavano, proprio come un’isola. Il centro è un elegante spazio rinascimentale con un lungo porticato e palazzi a chiudere la piazza dove in settembre si svolge il tradizionale Palio delle contrade. Oltrepassato l’arco al centro del porticato, l’itinerario prosegue in direzione di San Lorenzo de’ Picenardi ove ci accoglie l’imponente castello Sommi Picenerdi Crotti, XIX secolo, circondato da un parco ben curato. A poca distanza entriamo a Torre de’ Picenardi: vale la pena buttar l’occhio sulla sontuosa villa ottocentesca Sommi Picenardi. L’itinerario ora corre nella campagna cremonese, punteggiata da cascinali, interrotta dai piccoli borghi agricoli (Pozzo, Cansero, Cappella de’ Picenardi), luoghi tranquilli dove il tempo segue il ritmo delle stagioni. La strada ci conduce poi a Cicognolo e al suo neogotico castello Manfredi Gobbi, esempio di rievocazione ottocentesca degli antichi manieri medioevali. Procediamo verso nord in direzione di Pescarolo e del Museo del lino (tel. 0372 836193) che ospita una raccolta di attrezzi e manufatti che documentano la tradizione dell’attività linaria e tessile della Bassa. Da Pescarolo viriamo verso Gabbioneta e, poco dopo, ecco il ponte sull’Oglio dove si affaccia Ostiano. Siamo alla fine dell’anello di questa terra contadina, ricca di borghi, ville, castelli e storia iniziata dalla bonifica benedettina della grande abbazia di Leno. In tutto sono 38 chilometri in piano. 26


Sognando l’Adamello Dal rifugio Prudenzini al Passo Salarno e verso la vetta DI CHRISTIAN BERTOGLIO

christian.bertoglio@cassapadana.it fotografie di Giuseppe Nervi

LA PIÙ ALTA MONTAGNA BRESCIANA è raggiungibile da più parti, o meglio da più rifugi. Per arrivare sulla vetta occorrono due giorni. Il primo è di avvicinamento, e serve per giungere a uno dei vari rifugi ai piedi dell’Adamello. Dopo il pernottamento ci si dedica alla vera e propria scalata che dal rifugio ci conduce in vetta. L’Adamello non è, non può e non deve essere una montagna per tutti: solo scalatori esperti possono conquistare questa ambita vetta, perché la fatica e i pericoli che si affrontano sono ostacoli ardui da superare. Il rifugio

Prudenzini, nonostante non sia quello più vicino ai 3553 metri, è sicuramente sede di partenza di una delle più classiche vie che ci conducono all’Adamello. Sono le quattro del mattino quando Marco, gestore del rifugio Prudenzini, ci sveglia. Dopo una veloce colazione, ancora con il buio, ci si mette in viaggio. La meta è molto lontana. Seguiamo il sentiero 14 per circa un’ora. Dopo il sentiero si trasforma in un’immensa e interminabile “ganda” che termina al passo Salarno. È una fatica che dura circa due ore, ma ne vale la pena perché, non appena si giunge al passo, si può assistere ad uno dei più bei spettacoli che la natura può offrire, il Pian di Neve. Dalla base di un ghiacciaio che si perde a vista d’occhio, si innalzano maestose le vette del Corno bianco, del Carè Alto, dei corni di Salarno, delle vedrette antiche e, soprattutto, del maestoso Adamello. Sono le otto del mattino quando arriviamo al bivacco Giannantoni che si trova all’imboccatura del Passo. Ci fermiamo qualche minuto per rifocillarci e riprendere fiato. Uno sguardo al cielo: il tempo promette bene! È la giornata ideale per giungere in vetta. Alle otto e trenta, dopo esserci attrezzati e imbragati a dovere, partiamo. Dobbiamo fare molta attenzione per non finire in qualche crepaccio dissimulato. Alle dieci del mattino la vetta è conquistata. E qui altri suggestivi e imponenti paesaggi. Indescrivibili. Non vorremmo più scendere a valle. Tuttavia bisogna fare presto perché il sole scioglie il ghiaccio vivo del Pian di Neve e si rischia di sprofondare nella “granita” fino alla cintola. Come al mattino siamo partiti dal Prudenzini di mala voglia, anche ora ripartiamo di mala voglia, ma per ben altro motivo. Il ritorno è tranquillo e alle 2 del pomeriggio siamo di nuovo al rifugio sani e salvi, anche se terribilmente stanchi. Giungere al Passo Salarno dal rifugio Prudenzini (tre ore e trenta minuti circa) è molto faticoso, ma non è difficile. Chiunque abbia resistenza lo può fare. Dal Passo alla vetta (altre due ore circa) è tutt’altra cosa. Bisogna conoscere il ghiacciaio con tutte le sue insidie e le rocchette finali prima della cima non sono una sciocchezza.

Supplememento a POPOLIS, periodico bimestrale di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n.43/2000 dell’8 agosto 2000 Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, LenoBrescia

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Hanno collaborato: Sandra Bassi, Christian Bertoglio, Stefano Boffini, Valerio Gardoni, Barbara Ponzoni, Lidia Sbarbada, Miriam Toniolo Foto di copertina: Un ponte ferroviaro della linea Iseo-Edolo in Valcamonica (Foto Mauro Pini)


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