Popolis - Ottobre 2011

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Periodico di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa anno 9 • n. 5 ottobre 2011

“La messa dell’uomo disarmato”: un cd per le scuole Mercatino online per i libri scolastici In Cassa Padana il Nobel dei missionari 2011 1


editoriali

Più vicini al socio

Cari soci, Con questo numero la rivista Popolis diventa mensile. Nella relazione con i soci si è dimostrata uno strumento importante di comunicazione, informazione, formazione e stimolo. In modo semplice e diretto racconta delle iniziative della Cassa e contribuisce a dare una rappresentazione concreta del modello di banca dei territori sviluppato in questi anni. Una migliore comunicazione è il primo passo per rinforzare nei nostri soci e clienti il senso pieno della partecipazione attiva alla vita e ai problemi delle comunità locali. Confidiamo che questo sforzo comunicativo, fatto di contenuti, proposte e non di mera pubblicità di prodotti bancari, sia uno strumento efficace e venga apprezzato dai soci, dai clienti, da tutti coloro che sono in relazione attiva e diretta con la banca. Certamente c’è uno scambio mutualistico fra i soci e la banca di tipo quantitativo, che la banca in questi anni ha provveduto a consolidare. Ma ne esiste anche uno qualitativo e a più lungo termine. Passa da un lato per una sempre maggiore coerenza di azione della Cassa rispetto agli obiettivi statutari e dall’altro per una crescente consapevolezza e identificazione dei soci – e dei territori in generale – rispetto alla “differenza” del nostro istituto. Sviluppare in tutti i sensi il profilo identitario rappresenta un fattore centrale per il futuro, anche dal punto di vista economico, come leva di competitività. La rivista, per la capillarità e la frequenza raggiunta, rappresenta un piccolo tassello importante del mosaico ben più grande e articolato che la Cassa sta tessendo. Vittorio Biemmi

sommario

presidente Cassa Padana

QRCode, nuovi contenuti multimediali su Popolis Se sfogliando la rivista trovate questo “disegno”

avrete scoperto un QRCode che vi permetterà, grazie al vostro cellulare, di vedere un video, leggere un testo in Internet, sfogliare un sito web.

4-5 «Cassa Padana guarda avanti. Con ottimismo e determinazione. Per i nostri figli e per migliorare il mondo». A ruota libera con il direttore generale Luigi Pettinati

6 Core banking Cassa Padana Tecnologia e innovazione per le operazioni di tutti i giorni

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Ma come si fa? Il vostro telefono cellulare o smartphone deve avere un programma gratuito di lettura. I più comuni sono Nokia Reader, QR App e QR Launcher (per Iphone), KaywaReader, Barcode Scanner (per Android). Una volta scaricato il programma, “mostrate” al vostro cellulare, inquadrandolo con la fotocamera, il QRCode. Il gioco è fatto. Il nome QR è l’acronimo dell’inglese Quick Response (risposta rapida) poiché il codice fu sviluppato per permettere una rapida decodifica del suo contenuto.

Assicurazione sulla casa: la giusta tutela è Famiglia Confort

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Complessità odierne

La criticità maggiore dell’attuale fase deriva dalla necessità di far convivere una profonda dicotomia che il periodo di crisi ha ulteriormente stressato. È vitale conoscere, interpretare bene le sollecitazioni e le implicazioni che, freneticamente e in modo spesso poco prevedibile e razionale, il mondo globale e interconnesso ti ribalta in casa, intrecciandosi con l’operatività aziendale, sottoposta oggi a maggior carico di complessità. Per presidiare quotidianamente, velocemente tenerne conto e adattarsi ad input interni ed esterni. Tutto ci riguarda, tutto influenza con velocità e impatti sempre più stringenti. È un lavoro stressante e assorbente che ti porta a vivere intensamente la giornata. Gli stimoli quotidiani sarebbero quindi di per sé già più che sufficienti. In realtà è solo una parte del lavoro. Contemporaneamente è necessario continuare ad “alzare la testa”, pensare al futuro costruendone oggi le basi. Ciò a maggior ragione vale per le realtà come la Cassa che hanno obiettivi più elevati di farsi carico del bene comune dei territori dove operano. Tenere insieme la dicotomia non è semplice, così come programmare in scenari dove l’incertezza e la mutevolezza delle variabili esogene regnano sovrane. Eppure è vitale farlo ed è onere di una classe dirigente. La Cassa da parte sua può contare su una base molto solida di risorse umane, patrimoniali, e organizzative, e sulla chiarezza di fondo degli obiettivi che intende perseguire. Sono certezze non da poco con cui affrontiamo il contesto odierno, assolutamente sfidante e altamente formativo, e costruiamo il domani. Luigi Pettinati

direttore generale Cassa Padana

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A Sissa si respira aria di cassa rurale

La seconda volta della Lubes Villa Badia, corsi per tutti i gusti

Padernello, al via il restauro della Sala Rossa

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Professione spettacolo: al via il Teatro di Desiderio

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Un cd per “La messa dell’uomo disarmato”

Master glocale: dal 2012 nuove edizioni Chi cerca trova: un mercatino online per i libri scolastici

Sull’altare di Verdi e della musica Incontro con Eddy Lovaglio, presidente dell’associazione Parma OperArt

20-21 Da Torrazzo a Torrazzo, in bicicletta nella campagna cremonese

14-15 11 Riabilitazione a Leno: fra speranza e incertezza

In Cassa Padana il Nobel dei missionari 2011

16 Un tempio per la comunità

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17 Da Cassa Padana un aiuto al Servizio di Diabetologia dell’Ospedale di Esine 3

Un Maestro, mille Maestri L’imponente opera del cremonese Virginio Lini in onore di Giuseppe Verdi


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«Cassa Padana guarda avanti. Con ottimismo e determinazione. Per i nostri figli e per migliorare il mondo»

di Macri Puricelli

macri.puricelli@popolis.it

Economia, cultura, servizi, fusioni: a ruota libera con il direttore generale Luigi Pettinati

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le premesse – mentre scriviamo in questa prima settimana di settembre, i mercati finanziari affrontano le ennesime difficoltà – il direttore generale di Cassa Padana non riesce a essere pessimista. “Ogni mattina si apre una sfida nuova”, dice Luigi Pettinati, “e la nostra banca è una nave agile e sicura che tiene la rotta. Non è in balia della tempesta e del mare. Non ci lasciamo trascinare. Ieri come oggi andiamo per la nostra strada, con i nostri progetti, il patrimonio e la professionalità”. onostante

L’ottimismo

dell’azione è un’ottima ricetta, direttore, ma

non elimina la crisi né riduce il debito pubblico...

È chiaro che per rientrare dal debito l’Italia dovrà ridurre

ancora le spese e aumentare le tasse. A scapito della crescita e con il rischio di creare problemi seri di coesione sociale. Usciamo da anni di alto indebitamento con troppi soldi erogati in modo abbondante e a poco costo. Tutto ciò ha in qualche modo drogato il mercato. Il rientro dall’indebitamento sarà un processo doloroso, ma necessario: i debiti vanno pagati. In questo difficile scenario noi dobbiamo fare la nostra parte. Dobbiamo guardare al futuro cercando soluzioni che attenuino i rischi e permettano di cogliere le opportunità che, nonostante tutto, ancora ci sono.

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Come? Il problema oggi non è tanto quello di continuare a dare soldi, piuttosto di seguire i nostri clienti aiutandoli a far fronte ai loro impegni. Bisogna avere pazienza, cura, spirito di collaborazione. E rimodulare i piani di rientro sia per le famiglie che per le aziende. Oltre all’indebitamento, le famiglie si trovano di fronte a risorse pubbliche sempre più scarse. Dallo Stato e dagli Enti locali sul territorio arrivano sempre meno soldi e molti servizi sono a rischio. Certo, questo è un altro grosso problema dell’oggi e del futuro. Per questo c’è bisogno di sperimentare nuove soluzioni efficaci che permettano di mantenere i servizi essenziali senza gravare troppo sulle spalle dei cittadini. Su questo Cassa Padana ha ormai un’esperienza decennale in tanti settori. Non ci siamo tirati indietro neppure con la crisi. Senza indebolire la banca o peggiorare le risorse a disposizione. Siamo nella sanità da sei anni con l’ospedale di Leno, con Popolis lavoriamo nella comunicazione da 11, nella cultura e nell’istruzione con la Fondazione Dominato Leonense siamo attivi da 7 anni. Con Villa Giuseppina di Gottolengo entriamo ora nell’area dell’assistenza. Insomma siamo lì dove i bisogni si manifestano. Le stesse filiali sono attrezzate per affrontare lo sviluppo del territorio in modo complessivo, non solo puramente economico. È vero: mai come adesso la capacità di Cassa Padana di essere un’istituzione con un ampio spettro di attività è messa sotto pressione. Ma questa è la strada che abbiamo scelto. Indietro non si torna.

bara) del 1975 approdata alla Cassa Rurale e Artigiana della Bassa Bresciana e quella fra la Cassa di Gussola e la Bassa Bresciana del 1993, da cui è nata la Cassa Padana. Da qui è iniziata la fase di espansione quantitativa sia nei volumi che nel numero degli sportelli: 9 nel 1992, 22 nel 2000, fino ai 49 del 2010. Siamo cresciuti anche come presenza in nuovi territori: Bassa Parmense nel 1995, Cremona città nel 1996, Brescia città nel 1998, Parma città nel 2001, provincia di Reggio Emilia nel 2002, provincia di Mantova nel 2003, provincia di Verona nel 2007 e Valle Camonica, con la fusione con la BCC Camuna, nel 2010. Le fusioni fanno parte di un necessario processo evolutivo del fare banca. Dobbiamo crescere per continuare a essere una banca “dei territori”.

In area bancaria Cassa Padana ha “tenuto la rotta” anche con le fusioni. Nel 2010 con la BCC Camuna, a fine anno con Banca Veneta 1896. Dal punto di vista organizzativo la crescita di dimensioni è importante per garantire un’adeguata qualità ed è utile per avere quella massa critica necessaria ad affrontare la complessità del futuro. E con adeguati investimenti essere in grado di dare risposte ai diversi territori. Il modello attuale di Cassa Padana è la visione moderna della piccola cassa rurale che cinquant’anni fa era monosportello in un mondo limitato nello spazio e autoreferenziale. La stessa Cassa Padana è nata da due fusioni, quella fra tre Casse (Leno, Seniga e Pescarolo, Gam-

Ma

alle spalle bisogna avere un’organizzazione forte ed

efficace.

Ovvio. E Cassa Padana ce l’ha. Anche perché in questo momento la velocità nel dare risposte è determinante. Bisogna risolvere i problemi senza aspettarci aiuti dall’esterno. Dobbiamo guardare in faccia la realtà, che ci piaccia oppure no. Non abbiamo scelta. Dobbiamo avere capacità di costruire alleanze, capacità di analisi e azione. Noi abbiamo sempre agito così e oggi dobbiamo impegnarci ancora di più. In questo caos di regole e proposte che vanno e che vengono dobbiamo immaginarci soluzioni nuove e autonome. E pensare non tanto all’oggi, quanto al futuro. Fra cinque, dieci anni. Seminare per i nostri figli e i nostri nipoti. Dobbiamo scongiurare le conseguenze negative che questi anni turbolenti, in cui decisioni e controdecisioni si muovono velocemente, potrebbero avere sul futuro. La partita noi ce la giochiamo ogni giorno. Abbiamo patrimoni solidi, professionalità, realtà territoriali vive e concrete. Sappiamo che ci vuole una maggiore qualità in tutto. Anche nelle persone, proprio per affrontare la quotidiana gestione della complessità. Economica, sociale e culturale. Cassa Padana ha iniziato molti anni fa ad “adattarsi” al mondo che stava cambiando. Anche perché siamo convinti che le difficoltà possono essere sfruttate a nostro vantaggio. È una ricetta che vale per tutti. Famiglie, aziende, banche. Bisogna reagire e agire. Dobbiamo farlo per il futuro dei nostri figli. Per migliorare il mondo e i nostri luoghi. Ecco come siamo noi. Magari anche un po’ sognatori. Ma va benissimo così. ¬ 5


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Core banking Cassa Padana Tecnologia e innovazione per le operazioni di tutti i giorni

Di Andrea Daffi

andrea.daffi@cassapadana.it

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è un prodotto realizzato dal partner Cedacri ed è dedicato ad una clientela esclusivamente Corporate (aziendale). Non è necessaria alcuna installazione di software: si utilizza via browser attraverso l’utilizzo di codice utente, password e Token/otp. Per poter accedere al servizio il cliente deve: • disporre di un personal computer con configurazione minima pentium; • disporre di browser compatibile (consigliato Internet Explorer 7 o superiore); • disporre del collegamento ad Internet. l core banking

È disponibile in due versioni: monobanca e multibanca. In entrambe le versioni consente di: • Consultare saldi e movimenti; • Disporre bonifici sia Italia che Esteri (solo euro); • Presentare distinte di portafoglio (riba, rid, mav) e gestire i relativi esiti; • Avvisare come pagate o impagate le riba; • Consultare tutta la documentazione bancaria (ad esempio: e/c, documenti di sintesi, distinte di presentazione di portafoglio) e se richiesto dal cliente smaterializzare tutta la documentazione consentendo la consultazione con una profondità storica di 5 anni (la profondità storica di 5 anni riguarda gli e/c; si ricorda inoltre l’obbligo da parte della clientela a conservare la documentazione per almeno 10 anni); • Nella versione Multibanca inoltre consente tramite il CBI di eseguire le operazioni dispositive e consultative su tutte le banche all’interno di un’unica procedura. Il CBI è un servizio che consente di scambiare flussi informativi e dispositivi standardizzati, in via telematica, con tutte le banche presso le quali intrattiene rapporti. Il cliente ha la possibilità di gestire tutti i rapporti bancari aperti presso istituti diversi con un unico collegamento telematico. Il servizio offerto coinvolge, oltre al cliente, una banca attiva e una o più banche

passive. La banca attiva (o proponente) è la banca che offre il servizio e con la quale il cliente stipula il contratto. Si fa carico dello scambio di informazioni e disposizioni con le altre banche e gestisce il rapporto diretto col cliente. Le banche passive non hanno scambio diretto col cliente, ma ricevono flussi dalla banca attiva. Si tratta di un prodotto multiazienda, multiutente e multitasking che consente un’ampia personalizzazione del servizio sulla base delle esigenze del singolo cliente. Multiazienda in quanto è possibile tramite dei contratti delega definire un’azienda principale e una o più aziende secondarie e tramite l’accesso come azienda principale lavorare su tutte le aziende collegate (configurazione consigliata per gruppi di aziende facenti capo agli stessi amministratori). Multiutente in quanto la banca fornisce l’utente definito Master; sarà poi l’utente stesso a definirsi uno o più utenti secondari permettendo loro operatività diversificata in base alle loro funzioni. Si ricorda che per ogni utente secondario è necessario un token/otp al costo una tantum di 15 euro. È infatti possibile abilitare la consultazione e l’operatività a livello di singolo con6

to e sono disponibili parecchi livelli di workflow autorizzativi per adattarsi al meglio ai poteri delegati stabiliti nei vari statuti delle aziende. Multitasking in quanto è possibile aprire più finestre (così come avviene nei moderni browser) su funzioni diverse; ad esempio aprire la funzione movimenti e contemporaneamente aprire la funzione bonifico e allo stesso tempo la rubrica e senza dover entrare e uscire dalle varie funzioni, spostarsi da una finestra all’altra e, come nel caso appena indicato, consultare il saldo per poter effettuare il bonifico e importare i dati del destinatario dalla rubrica usando la funzione di drag and drop (trascina e rilascia), presente in tutte quelle maschere che prevedono la digitazione di dati. Sempre attenti alle esigenze di mercato e ai costi, abbiamo ridotto per il nuovo prodotto, creato utilizzando le più recenti tecnologie, il canone mensile di 5 euro rispetto alla versione precedente “tlq web full” ed inoltre è stata integrata la sicurezza senza gravare sull’utente finale, al quale viene concesso in comodato d’uso gratuito un token/otp. Per maggiori informazioni sul servizio e sui costi si rimanda ai fogli informativi presso tutte le Filiali della Cassa Padana. ¬


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Assicurazione sulla casa:

la giusta tutela è Famiglia Confort di Matteo Salamini

matteo.salamini@cassapadana.it

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tipulare una polizza assicurativa sulla propria casa è una misura preventiva non obbligatoria che fino ad alcuni anni fa era poco utilizzata. Per Cassa Padana rappresenta oggi il prodotto assicurativo più utilizzato da soci e clienti. Tante famiglie assicurano il proprio immobile per far fronte a qualsiasi imprevisto. Se è vero che prevenire è meglio che curare, è preferibile pagare un piccolo premio annuo che ti metta al riparo dal pagamento di enormi debiti causati da eventi che non possiamo prevedere. Vediamo quali opzioni Cassa Padana propone per la polizza della casa, ormai un prodotto altamente personalizzabile e completo che per-

mette di scegliere nel dettaglio cosa tutelare e i relativi massimali: • Incendio nei locali e loro contenuto. • Rimborso spese per spargimento d’acqua e per la ricerca e riparazione dei guasti. • R imborso danni causati da fenomeno elettrico, quando causati da sbalzo di tensione e danneggiamento dispositivi elettronici tv, computer, lavastoviglie, ecc. • Rimborso spese atti vandalici, nonché per danni causati a pareti, porte, finestre, cancelli infissi che posso-

no essere causati dai ladri. • Rimborso per danni derivanti da eventi atmosferici, quali grandine, trombe d’aria, fulmine e danni elettrici conseguenti, sovvracarico di neve. • Danni causati alle cose assicurate per ordine dell’autorità allo scopo di impedire o arrestare l’incendio. • Tumulti, scioperi, sommosse, atti vandalici o dolosi, terrorismo e sabotaggio. • Spese per demolire e sgomberare i residui del sinistro. • Rimborso per danni che la propria abi-

tazione può causare a terzi (allagamenti, infiltrazioni, incendio scoppio, oggetti che cadono dall’alto di terrazzi e balconi). • Responsabilità civile del nucleo familiare, che copre i danni che gli abitanti della casa possono causare a terzi all’interno o all’esterno dell’abitazione. • Rimborso relativo al furto di oggetti di valore all’interno dell’abitazione. • La presenza in contratto di un servizio assistenza 24 ore su 24 per informazioni, o reperimento ed invio di tecnici come idraulici o falegnami ecc. • La tutela legale che contempla assistenza all’assicurato per difesa penale e civile. Inoltre è bene considerare che il nostro prodotto Famiglia Confort Coop di Assimoco prevede tre formule che offrono diverse coperture a seconda delle esigenze del cliente: da una formula minima prestata sul solo fabbricato, ad una formula massima “all risk”. Cassa Padana conosce il valore della serenità quotidiana e quindi per proteggere la tua casa ha previsto una soluzione che garantisce massima sicurezza contro i rischi che potrebbero coinvolgere la tua casa e la tua famiglia… in casa e fuori casa! Perché un futuro entusiasmante ha radici in un presente sereno. Le Filiali sono a disposizione per ulteriori informazioni o richiedere un preventivo. ¬

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A Sissa

si respira aria di cassa rurale di Benedetta Cherubini

benedetta.cherubini@cassapadana.it Enrico Raschi, 43 anni e residente nella Bassa Cremonese a San Giovanni in Croce, è il responsabile della Filiale Cassa Padana di Sissa. Sposato dal 1998 con Alessandra, da cui ha avuto 8 anni fa Simone, condivide con la sua famiglia la passione per la montagna e per lo sci d’inverno. Dopo aver conseguito il diploma in Ragioneria, Enrico ha iniziato il suo precorso lavorativo nel 1989 presso l’ex Cassa Rurale di Gussola, realtà che ha dato vita a Cassa Padana BCC dopo la fusione del 1993 con la Cassa Rurale della Bassa Bresciana. La fase di espansione territoriale che ha caratterizzato quegli anni, ha portato alla nascita di nuove filiali tra cui lo sportello di Cella Dati, dove Enrico ha ricoperto il ruolo di vice responsabile sino al 1996, quando è stato trasferito nell’area parmense di Cassa Padana e dove ha avuto inizio la sua avventura nella filiale di Sissa, di cui è responsabile dal dicembre del 2000.

a Filiale di Sissa è stata aperta nel 1994 ed è stata la prima al di fuori dalle province ‘storiche’ di Brescia e Cremona. “Nella zona allora erano in pochi a conoscere le realtà delle BCC (allora più comunemente chiamate Casse Rurali) e nei primi anni il nostro ‘essere diversi’ veniva visto con un’iniziale diffidenza. Con la pazienza, la cordialità e la competenza che ci contraddistinguono negli anni siamo stati gradualmente sempre più apprezzati caratterizzandoci come ‘la banca’ del territorio” spiega Enrico. E aggiunge: “Il nostro essere BCC è riconoscibile a Sissa anche nel sostegno alle tante iniziative culturali, di svago, di volontariato che qualificano questo territorio della Bassa Parmense, tra cui non possiamo non ricordare il vitale lavoro dell’AVIS locale e della frazione di Trecasali; il premio letterario internazionale Padus Amoenus organizzato dall’Associazione Anziani; l’Associazione Tradizioni della Bassa con l’annuale appuntamento del

da sinistra:

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Festival Cantoni ed il Museo Della Musica a Coltaro; le numerose iniziative della ProLoco di Sissa e la ormai Fiera nazionale dedicata al maiale e ai prodotti della norcineria chiamata November Porc”. In filiale, Enrico Raschi è affiancato da Claudio Boschetti, che lo coadiuva nelle attività come vice responsabile e dalle colleghe Daniela Sartori, Maria Muzio e Elisa Oxoli, che oltre alla gestione del front-office lo sostengono nell’offerta di servizi bancari.

Enrico racconta che è di uso comune in quest’area territoriale definire Sissa come la ‘filiale scuola’ proprio per i numerosi nuovi assunti che hanno iniziato qui la propria attività lavorativa in Cassa Padana e i consequenziali avvicendamenti dei colleghi del front-office. Sarà la bontà dell’aria che si respira e la grande stima sempre ben riposta nei colleghi, ma ad Enrico non è mai mancato un gruppo di lavoro ben affiatato, dove le particolarità dei singoli diventano potenzialità per l’intera struttura. ¬

Daniela Sartori, Claudio Boschetti, Maria Muzio, Elisa Oxoli e Enrico Raschi

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Appuntamenti fra ottobre e dicembre FESTA DI SAN DONNINO Sabato 8 e Domenica 9 ottobre Frazione di Torricella A cura di ‘Associazione un Po… di Torricella’ FESTA DEI COMBATTENTI Domenica 30 OTTOBRE Frazione di Coltaro – “Circolo La Duchessa” A cura di ‘Associazione Combattenti’ INCONTRI A TEMA OTTOBRE - NOVEMBRE (date da definire) Sissa, nuova sede della Biblioteca G. Tonna NOVEMBER PORC – I SAPORI DEL MAIALE Venerdì 4 NOVEMBRE - Ore 21 Sissa- Sala Cinema Teatro Comunale Aspettando il November Porc… Guareschi fra teatro e musica

Ore 15.00 - 2° Palio della spalla cruda di Palasone Categoria Professionisti e Categoria Amatori Ore 16.00 – Polenta consa Dalle ore 18 - A cena con le specialità della Bassa presso gli stand riscaldati delle Associazioni di Sissa. Musica ed animazione sino a tarda notte Domenica 6 NOVEMBRE I sapori del maiale - Parco della Montagnola Ore 9 - Riapertura “Antichi sapori e tradizioni” Ore 9.30 - Dimostrazione della lavorazione delle carni suine a cura dei maestri macellai Ore 10 - Dimostrazione della lavorazione del latte per trasformazione in Parmigiano Reggiano Ore 16 - Degustazione del mariolone più grosso del mondo Spettacoli ed animazioni per tutta la giornata Eventi collaterali Culturali (mostre – manifestazioni culturali) FESTA MUSICALE Sabato 19 NOVEMBRE Frazione di Coltaro A cura del ‘Circolo La Duchessa’ VI PREMIO RINALDO PELIZZONI (semifinale del 5 dicembre aperta al pubblico) DAL 4 al 6 DICEMBRE Sissa - Sala Teatro Comunale A cura di Comune di Sissa - Assessorato alla Cultura, Pro Loco Sissa, Associazione Parma OperArt CONCERTO DI NATALE Mercoledì 7 DICEMBRE - Ore 21 Sissa - Sala cinema Teatro Comunale A cura di Comune di Sissa - Assessorato alla Cultura, Pro Loco Sissa, Associazione Parma OperArt

Un ricco territorio Il paese di Sissa, specchiato nel fiume Taro e poco distante dal Po che lo separa dalla Lombardia, sorge solitario nella Bassa Parmense a circa 20 km a La Rocca di Sissa. sopra, Il fiume Po nord-ovest di Parma. Di antichissime e la chiesa di Coltaro. origini, questo lembo di terra di origine alluvionale, incuneato tra i due corsi d’acqua dissimili e insidiosi, ha ospitato insediamenti terramaricoli ed è stato colonizzato in età romana e prima ancora etrusca, ma le prime notizie certe di Sissa risalgono ad una pergamena del 945. Lungo un millenario tracciato storico il territorio ha conosciuto momenti di fama, di distruzione, di abbandono e di intensa vita civile, politica e culturale. I Terzi, i Simonetta, i Rangoni, famiglie dominanti in un lungo arco di tempo, si sono avvicendati nel possesso di un feudo non secondario nel quadro generale delle dispute militari e legali che hanno caratterizzato le lotte di predominio nel parmense dal Quattrocento all’Ottocento. Ma fuori dall’asprezza delle contese, i Signori di Sissa hanno lasciato numerose testimonianze d’arte che si accoppiano con gli edifici monumentali della fede in un serrato confronto di funzioni e di stili. Presso il centro storico si consiglia la visita alla Rocca dei Terzi e a Corte Sala; nella frazione di Torricella la visita a Villa Simonetta e il più importante porto nautico della Provincia di Parma; a Coltaro un’escursione all’importante area rivierasca detta “Boschi di Maria Luigia”; a Gramignazzo del mitico “ponte del diavolo”, che nemmeno un bombardamento alleato durante il secondo conflitto mondiale è riuscito ad abbattere. Sissa ha conservato nel tempo le caratteristiche del passato e si conferma importante e moderno centro agricolo nella Il fiume Taro fertile Pianura Padana, sviluppando anche iniziative volte alla realizzazione di fiorenti industrie per produzioni di macchine agricole, di lavorazione marmi, oltre alle lavorazioni alimentari lattiero-casearie legate all’allevamento bovino. Attualmente il territorio del Comune comprende, oltre al capoluogo (1.784 abitanti), anche i centri frazionali di Borgonovo (166 ab.), Casalfoschino (160 ab.), Coltaro (887 ab.), Gramignazzo (449 ab.), Palasone (131 ab.), San Nazzaro (175 ab.), Sottargine (135 ab.) e Torricella (398 ab.).

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Ore 14.30 - Inaugurazione “Antichi sapori e tradizioni” Vasta esposizione di stand gastronomici con prodotti tipici locali e nazionali

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Sabato 5 NOVEMBRE

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Un cd per “La messa dell’uomo disarmato”

riconosciuto un valore da sostenere e da divulgare, e per questo motivo è nato, da un’idea di Vittorio Bellavita – insegnante e membro dell’Associazione “Amici dell’Abbazia di Viboldone” - il progetto di un cd audio, a cura della regista Maria Elisabetta Marelli, che racconta le tre parti in cui il romanzo è diviso: la Resistenza fino alla caduta del fascismo ne “Il gemito della parola”, il percorso fino alla Liberazione ne “Il silenzio della parola”, il dopoguerra ne “Lo svelamento della parola”. Le letture sono affidate a Roberto Marelli e ad Anna Goel, che ha accompagnato don Luisito Bianchi per anni nella divulgazione del suo messaggio in presentazioni pubbliche: entrambi sono attori intensi, impegnati nella prosa italiana che hanno lavorato con i più grandi autori e registi, diffondendo un messaggio di amore e dedizione per il sostegno culturale. Il cd, realizzato dalla società milanese Agon col coordinamento del maestro Massimo Marchi, ha riunito artisti di prestigio, affidando le musiche a tre compositori di grande importanza nel panorama internazionale: Roberto Andreoni, sensibile alle tematiche cristiane e scrittore dell’oratorio “SI” commissionato dalla curia nel 2000 per il Giubileo; Pietro Pirelli, compositore e performer per musiche con un interesse che spazia in tutti i campi di rappresentazione, sperimentatore e visionario, che in questo progetto esplora lo straordinario universo espressivo delle pietre sonore di Pinuccio Sciola; Fabio Vacchi, compositore sia di operistica che di film, che nel 2002 ha vinto il premio cinematografico David di Donatello per la migliore colonna sonora, per il film “Il mestiere delle armi” di Ermanno Olmi, col quale ha continuato la collaborazione nei film successivi. Le composizioni dei maestri sono eseguite dai musicisti di “Sentieri Selvaggi” che propongono un’esecuzione capace di supportare ulteriormente la riflessione nell’ascolto del testo. La realizzazione del cd vanta anche la collaborazione dell’INSMLI, Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, che ha affidato allo storico Mimmo Franzinelli il compito di elaborare un testo di inquadramento storico, pubblicato in un libretto allegato al cd. Il risultato è un’acuta disanima della Resistenza meno conosciuta, quella lottata e vissuta nelle pianure, che aiuta a comprendere meglio la tragicità del particolare momento storico. Un gruppo prestigioso quindi per un progetto ambizioso, che vuole rendere accessibile a tutti questo romanzo e che mira a spronare alla lettura dell’intero testo, edito da Sironi, chi non l’avesse ancora fatto. Il cd verrà proposto e distribuito alle scuole, con l’obiettivo di avvicinare i ragazzi allo studio di uno scrittore unico nel suo genere e di sostenere un’opera complessa quanto lineare, un inno all’amore per la propria terra, un’ode alla memoria e al ricordo. Ed è un omaggio alla sensibilità di Luisito Bianchi, che ha saputo scrivere un testo in grado di fare riflettere e di regalare emozioni senza tempo. ¬

Grazie alla Fondazione Dominato Leonense rivive il capolavoro di Don Luisito Bianchi

di marco sacchi

marco.sacchi@cassapadana.it

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a messa dell’uomo disarmato, il romanzo di Luisito Bian-

chi scritto negli anni ‘70, capolavoro della letteratura sulla Resistenza e la Liberazione di ispirazione cristiana, viene riproposto al pubblico con un cd, promosso dalla Fondazione Dominato Leonense. Luisito Bianchi, sacerdote dal 1950, oggi cappellano al Monastero benedettino di Viboldone vicino a Milano, ambienta il romanzo a Vescovato, il paese dove è nato, un borgo rurale a pochi chilometri da Cremona. Il sacrificio, la fraternità e la gratitudine di una popolazione disposta a tutto pur di preservare ideali di libertà e uguaglianza sono solo alcuni dei temi fondamentali trattati da Luisito Bianchi, che crea un parallelo ideologico tra la Costituzione del Regno d’Italia e la Costituzione della Repubblica Italiana, la resistenza all’occupazione nazifascista ridefinita come un secondo Risorgimento. La Fondazione Dominato Leonense in quest’opera ha

Per saperne di più www.fondazionedominatoleonense.it tel. 0309038463

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Riabilitazione a Leno:

recentemente, fra le opportunità che in qualche modo potevano interessare la Dominato, la possibilità di ottenere posti letto per sub acuti (per pazienti quindi che hanno bisogno di continuità assistenziale dopo la fase acuta). In questo quadro complessivo, con l’ipotizzato “progetto ospedale di Leno” non ancora venuto alla luce, sarebbe opportuno conoscere il futuro della Dominato Leonense Sanità (dove operano a vario titolo 90 addetti) e il destino dei suoi utenti. La struttura si è ormai consolidata nei confronti della popolazione e non può quindi essere cancellata con leggerezza. A quattro mesi dal termine della sperimentazione, invece, la Dominato Leonense Sanità, che continua ad avere a cuore la salvaguardia di un servizio che è diventato essenziale per la bassa bresciana, è ancora alla ricerca di notizie certe che le consentano di pensare al domani con sufficiente tranquillità. Non commentando, per il momento, le voci che trapelano in ordine ad un pos-

fra speranza e incertezza di Luigi Bersi

Direttore di Progetto

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u popolis di aprile abbiamo tratteggiato, a cinque anni dal “debutto” nel mondo della sanità bresciana, i risultati conseguiti da Dominato Leonense Sanità, Ente chiamato a portare avanti un progetto di sperimentazione gestionale, fortemente voluto dalla Regione Lombardia, finalizzato alla “riqualificazione del percorso riabilitativo nella bassa bresciana”. A questo proposito, la Direzione aveva posto l’accento sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini e, avvicinandosi il termine ultimo concesso alla sperimentazione (il 31 gennaio 2012), aveva manifestato la convinzione di poter godere della regola, fissata dalla Regione con D. G. R. VIII/7854 del 30.07.2008, che prevede la

possibilità per Dominato Leonense Sanità, in caso di esito positivo della sperimentazione, di essere “messa a sistema quale nuovo soggetto erogatore del Servizio Sanitario Regionale”. Nell’occasione venne ribadito che l’iniziativa non poteva comunque morire. Doveva essere invece salvaguardata e potenziata. Questa è stata la linea di condotta tenuta dalla Dominato Leonense Sanità in tutte le occasioni e incontri. Lo dimostra il fatto che anche in quest’ultimo periodo la struttura ha avviato, su sollecitazione dell’ASL di Brescia, un “servizio distrettuale di assistenza residenziale” e un servizio ambulatoriale di “idrokinesiterapia per pazienti fragili”. La Regione Lombardia, d’altro canto, ha concesso 11

sibile rinnovo/proroga della sperimentazione, riteniamo quindi lecito porci alcune domande alle quali bisognerà giocoforza rispondere se vogliamo in qualche modo continuare l’iniziativa nata sei anno or sono. Sicuri che i soggetti interessati (Regione, ASL, Azienda Ospedaliera di Desenzano) siano altrettanto convinti che il “progetto” vada realizzato, chiediamo: • se viene meno l’ipotesi di “mettere a sistema” la struttura per i risultati conseguiti, è possibile una proroga/ rinnovo della sperimentazione in atto? A quali condizioni? • sarà possibile per il futuro potenziare l’attività sanitaria della Struttura tenuto conto che i 5 posti letto SDAR attivati sono già stati trasformati in posti di sub-acuto e che la Regione ha previsto il limite ottimale di 20 posti letto, da realizzarsi nelle sole strutture sanitarie accreditate, per lo svolgimento di tale attività sanitaria? • il piano “ospedale di Leno”, avviato dalla precedente Direzione dell’Azienda Ospedaliera Desenzano, verrà alla luce prima della scadenza della sperimentazione? Sarà parziale o riguarderà tutta la proprietà immobiliare? Che ruolo avrà il soggetto privato? Quali saranno i tempi per i passaggi da un’eventuale sperimentazione prorogata (fino a quando?) alla data di realizzazione del progetto complessivo? Quando questo numero di Popolis arriverà nelle case, speriamo che a molte domande sia già stata data risposta e che la macchina abbia ripreso a correre. Sarebbe grave che tutto si inceppasse e che il cittadino che ha bisogno di cure, dopo i ticket e gli altri balzelli, si vedesse privato di un servizio così importante. ¬


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Libera Università dei Santi Benedetto e Scolastica

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La seconda volta della Lubes Co nv ersa tio a d

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Da ottobre a dicembre ritorna la Libera Università di Leno

Libera Università dei Santi Benedetto e Scolastica

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il Risorgimento italiano, con un approfondimento dedicato al ruolo delle donne. E neppure la visita alla mostra “L’altro Risorgimento. Isola Dovarese piccola pietra nel grande edificio dell’Indipendenza e Francesco Pistoja”, allestita ad Isola Dovarese nel cremonese. Ma si parlerà anche di Leno, per scoprire le preziose opere d’arte gelosamente custodite nelle chiese del paese e ritrovare le radici storiche di questo luogo particolare della bassa bresciana. Secondo atto per la Lubes, la Libera Università dei Santi Benedetto e Scolastica di Leno voluta dalla Fondazione Dominato Leonense, Comune di Leno e IIS “V. Capirola” di Leno e che nel 2010 ha raccolto un successo ben superiore alle aspettative. Sia per numero di iscritti (112), che per media di frequenza agli incontri (dai 60 ai 70 partecipanti). Per la sessione autunnale della nuova stagione, la Lubes non si occuperà solo di arte e storia. Si imparerà anche a conoscere le stelle, a capire il diverso modo di comunicare fra uomo e donna, si indagheranno le motivazioni del perché l’uomo crede in Dio. Le iscrizioni sono aperte a tutti, senza distinzione d’età e titolo di studio. È possibile iscriversi presso la segreteria della Fondazione Dominato Leonense. Le lezioni si terranno in Villa Badia a Leno, il mercoledì pomeriggio dalle 15 alle 16.30. ¬ on può mancare

Info: www.fondazionedominatoleonense.it Tel. 030 9038463

Programma dei corsi lubes 2011/12 Conversatio ad pulchrum pro bono

5 ottobre, Teatro comunale di Leno Inaugurazione anno accademico 2011/12 aperto a tutti LE figure femminili protagoniste DEL RISORGIMENTO ITALIANO Elisabetta Selmi, Università di Padova 12 ottobre LA BIBBIA DI LENO Simona Gavinelli, Univ. Cattolica del Sacro Cuore di Brescia 19 ottobre LA FAMIGLIA DEL SOLE Claudio Elidoro, Astronomo 17 ottobre VISITA ALLA MOSTRA: “L’altro Risorgimento. Isola Dovarese piccola pietra nel grande edificio dell’Indipendenza e il gen. Francesco Pistoja”, Oratorio di San Giuseppe, Isola Dovarese (Cremona) 26 ottobre QUANDO E COME È NATO IL COMUNE DI LENO? Angelo Baronio, Univ. Cattolica del Sacro Cuore di Brescia 9 novembre LA COMUNICAZIONE NON VERBALE: LE DIFFERENZE FRA UOMO E DONNA Paola Conti, Psicologa 16 novembre LA CIVILTà DEL LATTE Gabriele Archetti, Univ. Cattolica del Sacro Cuore di Milano 23 novembre EDUCAZIONE ALLO SPORT Il ruolo dell’educatore sportivo Moiza Cabra, Istruttrice di discipline sportive 30 novembre I PIù BEI QUADRI DELLE CHIESE DI LENO Luciano Anelli, Univ. Cattolica del Sacro Cuore di Brescia 7 dicembre ALIMENTAZIONE E STILE DI VITA: MANGIARE MEGLIO PER VIVERE MEGLIO A cura dell’Associazione LUMEN 14 dicembre PERCHé L’UOMO CREDE IN DIO? Mons. Giacomo Canobbio, Teologo Diocesi di Brescia 21 dicembre NEL REGNO DEI TORRENTI PULITI Valerio Gardoni, Esploratore

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Villa Badia, corsi per tutti i gusti Proposte d’autunno dell’associazione “I fiori prendono il volo” Nuovo appuntamento con la conoscenza e la cultura a Leno. L’Associazione culturale “I Fiori prendono il volo” di Gottolengo, in collaborazione con la Fondazione Dominato Leonense, propone una nuova stagione di corsi serali su differenti tematiche. Gli incontri si svolgeranno presso la sede della Fondazione, in Villa Badia a Leno, via Marconi 28. Ecco il calendario completo dei corsi: Cinese Base Docente: Laura Cominelli; 11 incontri il martedì sera dal 4 ottobre al 20 dicembre, costo 150 € Russo Base Docente: Anna Baydatska; 12 incontri il lunedì dal 3 ottobre al 19 dicembre, costo 150 € comunicazione efficace Docente: Paola Conti; 8 incontri il martedì dall’11 ottobre al 6 dicembre, costo 130 € Migliorare la Memoria Docente: Paola Conti; 8 incontri il mercoledì dal 12 ottobre al 30 novembre, costo 130 € Dizione e Lettura espressiva Docente: Evian Cigala; 10 incontri il lunedì dal 17 ottobre al 12 dicembre, costo 140 € Fotografia Docente: Valerio Gardoni; 9 incontri (con uscita) il mercoledì, dal 10 ottobre al 12 dicembre, costo 140 € I soci della Fondazione Dominato Leonense potranno usufruire di uno sconto sul costo dei singoli corsi. Per saperne di più www.ifioriprendonoilvolo.it Alessandra 339 6215157 Monica 380 3660053


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Professione spettacolo:

al via il Teatro di Desiderio A Leno la Scuola Biennale di Teatro di marco sacchi

marco.sacchi@cassapadana.it

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da ottobre presso Villa Badia di Leno il “Teatro di Desiderio”, la Scuola Biennale delle Arti e dello Spettacolo promossa dalla Fondazione Dominato Leonense, dall’Associazione Culturale Teatrale “Caramella” e dall’IIS “V. Capirola” di Leno, con il sostegno di Cassa Padana BCC. L’iniziativa si pone l’obiettivo di formare una figura professionale che non comprenda solamente l’elemento attoriale, ma tutta quella serie di competenze e conoscenze utili alla realizzazione di uno spettacolo nella sua interezza: le tecniche espressive, la sceneggiatura, la scenografia, la meccanica e le musiche di scena, sono solo alcune dei corsi attivati all’interno della scuola. Gli insegnamenti sono garantiti da docenti esperti e professionisti dello spettacolo; per i partecipanti, sono previsti stage di approfondimento in teatri e compagnie teatrali. Per ampliare l’offerta proposta dalla scuola e le opportunità per gli iscritti, nel frattempo, si continua a lavorare per stipulare convenzioni, sinergie e protocolli d’intesa con centri teatrali e compagnie del territorio. Al conseguimento del diploma, è previsto un percorso di inserimento nel campo teatrale che potrà essere amatoriale, semiprofessionale o lavorativo a tempo pieno. l via

per saperne di più www.fondazionedominatoleonense.it Tel. 030 9038463

Master glocale: dal 2012 nuove edizioni di Flavia Vighini

flavia.vighini@cassapadana.it Dopo la pausa estiva, ricominciano le lezioni per i quattordici alunni della quarta edizione del Master post diploma in Esperto di credito cooperativo glocale. Il secondo anno di studi, meno teorico rispetto al primo, prevede tre diverse esperienze di tirocinio nelle filiali e negli uffici di Cassa Padana. Se i ragazzi supereranno con profitto quest’ultimo anno di corso, sarà loro garantito un posto di lavoro in banca. Sono 39 i diplomati delle precedenti edizioni del master post diploma che già lavorano per Cassa Padana, 28 di loro sono impiegati in filiale ed i restanti 11 negli uffici interni. Con il progetto del master glocale, la Cassa sta puntando sull’inserimento di personale formato a tutto tondo sui temi del credito cooperativo che con gli anni dovrebbe garantire un patrimonio di risorse consapevoli, motivate e capaci. Per questo motivo è stato previsto il rinnovo del Protocollo d’Intesa per altre tre edizioni del master a decorrere dal 2012.

Chi cerca trova: un mercatino online per i libri scolastici Stai ancora cercando i libri per la scuola? Magari anche usati così da poter risparmiare qualche euro? Oppure vuoi vendere i libri che non ti servono più? Il posto giusto per comprare e vendere lo trovi su Popolis ed E-CremonaWeb. È partito lo scorso settembre il Mercatino online dei libri scolastici usati, un servizio libero e gratuito voluto dai due portali che fanno capo a Cassa Padana e che in poco tempo ha già raccolto alcune centinaia di titoli. Il Mercatino è rivolto agli studenti della Scuola secondaria di primo e secondo grado proprio per favorire l’incontro tra domanda e offerta di libri scolastici usati. Al momento è destinato a studenti residenti nelle province di Brescia, Cremona, Mantova e Parma.

w w w. p o p o l i s . i t / m e r c a t i n o

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In Cassa Padana

il Nobel dei missionari 2011 di Stefano Boffini

stefano.boffini@cassapadana.it

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annuale con il “Nobel dei missionari” di Cuore Amico, quest’anno previsto per il 22 ottobre, ha come location la sala conferenze di Cassa Padana della filiale di Brescia, in via Valle Camonica. Il premio, istituito nel 1990, viene assegnato a sacerdoti e religiosi, suore e laici che vivono la loro vocazione nel Sud del mondo a fianco di sofferenti e bisognosi. L’obiettivo del Premio Cuore Amico è segnalare, attraverso figure esemplari di missionari, la grande opera di civilizzazione promossa dalla Chiesa a favore dei poveri. Criterio ispiratore dell’iniziativa è quello di valorizzare missionari che con la loro vita siano testimoni fedeli al Vangelo e di amore agli ultimi attraverso la condivisione della povertà e il lavoro finalizzato alla loro crescita ed autonomia nel rispetto di ogni cultura e tradizione. Obiettivo che si realizza attraverso iniziative comunitarie non di pura assistenza ma di autentica promozione umana a vari livelli. Nei 21 anni del premio, accanto a personaggi noti al grande pubblico come Chiara Lubich, Giovanni Paolo II, Padre Ugo De Censi, Mons. Cesare Mazzolari, sono state premiate tantissime personalità sconosciute al grande pubblico che in silenzio hanno condotto vite eroiche. Sono modelli di vita, per appuntamento

certi versi estrema, che però hanno molto da trasmettere anche a chi conduce esistenze più ordinarie. Per il 2011 la scelta di Cuore Amico è caduta sui sacerdoti Alberto e Renato Modonesi, due fratelli missionari da molto tempo rispettivamente in Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo. La religiosa scelta è Suor Lucia Bianchi, attualmente missionaria in Burundi. La missionaria laica premiata è Ernestina Cornacchia che presta la sua opera in Brasile. Quest’anno è stato, inoltre, deliberato di proporre una menzione speciale in memoria della dottoressa Maria Grazia Buggiani, medico in Zimbabwe. ¬

Cuore Amico Cuore Amico (www.cuoreamico.org) è un’Associazione fondata nel 1980 dal sacerdote bresciano don Mario Pasini. Ha come scopo il sostegno e l’attività dei missionari nel mondo. I fondi provengono in gran parte dalla diffusione del periodico mensile “Cuore Amico” sul quale vengono di volta in volta pubblicate le richieste che giungono direttamente dai missionari. I lettori vengono aggiornati sui progetti ed i contributi erogati. Ogni anno l’Associazione redige un dettagliato rendiconto di tutte le iniziative sostenute. Moltissimi sono i sostenitori dell’associazione che per la loro generosità consentono di

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finanziare progetti di aiuto, formazione e sviluppo. Nell’anno di fondazione sono stati raccolti e distribuiti 200 milioni di lire. Nel tempo la cifra disponibile è andata considerevolmente aumentando. Nel solo 2010 sono stati distribuiti aiuti per 3.856.882,28 euro. Il ventaglio delle iniziative sostenute spazia nei più vari campi: • bambini orfani e bambini di strada; • malati di AIDS, handicappati e lebbrosi; • denutriti e affamati; • persone colpite da terremoti, alluvioni e maremoti; • seminaristi e novizie; • approvigionamento di acqua;


Padre Alberto e Padre Renato Modonesi Padre Alberto (foto in alto), nato nel 1942 a Corticelle Pieve in Provincia di Brescia, è stato ordinato sacerdote comboniano nel 1967. Nel 1970 si è recato in Sudan dove è rimasto fino al 2010. Oltre alla cura pastorale dei pochi cristiani di questa zona, l’attività di padre Alberto si svolge nell’ambito del dialogo con il mondo musulmano e nell’impegno ecumenico. Il fratello Renato (foto in basso) è più anziano, 83 anni. “Avevo 21 anni e tanti progetti in testa… non avevo altri diplomi che la quinta elementare”. Diviene sacerdote missionario comboniano nel 1969. Partito per lo Zaire nel 1975, si è poi spostato in vari Paesi dell’attuale Repubblica Democratica del Congo, e in Africa è rimasto 35 anni. “Quando penso che il Congo, grande otto volte l’Italia, potrebbe sfamare tutto il mondo..”

• scuole di alfabetizzazione; • costruzione di ospedali; • costruzione di chiese e cappelle nei villaggi; • promozione di cooperative agricole e di lavoro. Particolare attenzione viene riservata alle situazioni di emergenza, alle adozioni a distanza (singole e di gruppo) a giovani e ragazze che intendono intraprendere la vita religiosa. Nel 1990, in occasione del decennale dell’associazione, viene istituito il premio Cuore Amico, “nobel missionario” che viene assegnato ogni anno. Nello stesso anno l’Associazione diviene Onlus e, per assicurare sempre maggiore trasparenza, fa certificare il proprio bilancio da una società autorizzata.

Suor Lucia Bianchi Nasce a Lograto settant’anni fa. Nel 1964 entra a far parte della congregazione delle suore benedettine della Provvidenza di Genova. Nel 1971 viene inviata in Burundi dove, insieme ad altre consorelle, inizia a realizzare un centro di soccorso per la popolazione, preda della malaria e di una savana torrida e arida. La missione viene chiusa per motivi politici nel 1987 e suor Lucia viene espulsa dal Burundi. Vi ritorna nel 1989, ma nel 1995 è costretta a trasferirsi nella capitale perché la missione è nell’occhio del ciclone della guerra. Trascorre un periodo in Costa d’Avorio e nel 2000 può rientrare nel Burundi.

Ernestina Cornacchia

Maria Grazia Buggiani

Nata settant’anni fa a San Giorgio di Mantova in una famiglia di agricoltori. Infermiera professionale, dal 1991 è partita come missionaria per la diocesi di Salvador Bahia in Brasile. È vent’anni che svolge servizio socio-educativo nelle favelas e nei villaggi dei pescatori.

Nata in provincia di Napoli, è recentemente scomparsa. Quaranta giorni dopo è deceduto anche il marito che con lei aveva condiviso una vita al servizio degli altri. Ha lasciato l’Italia nel 1964 diretta nell’allora Rhodesia, ora Zimbabwe, per iniziare dal nulla l’attività sanitaria in un Paese devastato dalla guerra. Da allora, in condizioni difficili, ha garantito un servizio medico-chirurgico di base alla popolazione, affiancato da un’intensa opera sociale.

Cuore amico e Cassa Padana Il rapporto fra Cuore Amico e Cassa Padana risale alla nascita di Popolis, nel 2000. Da Cuore Amico è venuto il contatto con Bepi Tonello, il Fepp e Codesarrollo, spunto su cui è nato poi il progetto “Microfinanza Campesina in Ecuador” che tanto ha significato per Cassa Padana. Cuore Amico è stato partner iniziale e sostenitore di questo progetto. Le iniziative comuni recenti sviluppate sono state la costruzione di un ospedale in Africa (progetto sviluppato insieme alle banche di credito cooperativo bresciane) e una raccolta fondi per la costruzione di un dispensario delle suore operaie a Barentu in Burundi, regalo speciale per la visita di Benedetto XVI a Brescia nell’ottobre del 2009. L’attività di Cuore Amico è per certi versi sinergica alla mutualità internazionale sviluppata da Cassa Padana. È rivolta principalmente all’assistenza, alle emergenze e ai bisogni primari, che sono precondizioni per creare sviluppo, su cui si concentra l’azione di Cassa Padana volta a sostenere il rafforzamento di strutture finanziarie cooperative locali.

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Un tempio per la comunità di Laura Simoncelli

laura.simoncelli@popolis.it

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da sinistra: Antonio Piovani, resp. Area Mantova-Verona di Cassa Padana e l’architetto Giovanni Zandonella sotto: immagine virtuale del campanile Chiesa Madonna del Monte Carmelo, località Bezzetti

ungo una delle stradicciole che percorrevano i monti veniva don Abbondio, pronunciava il suo ufizio e tra un salmo e l’altro chiudeva il libro, a testa china, la mano destra fungeva da segna libro, mentre l’altra era piegata dietro la schiena. Lungo la strada c’era un bivio: la strada di destra portava su al monte, l’altra declinava verso il torrente… Mi sembra di essere a quel celebre bivio quando sosto di fronte al piccolo tempio votivo dedicato alla Madonna del Monte Carmelo. Un porticato ciottolato fa angolo tra due stradine immerse nel bosco e mi invita a osservare la chiesetta che sorge

piccola fonte sostituisce l’altare della tradizione liturgica. Solo perché casualmente privo d’acqua riesco a leggere la scritta biblica incisa sul fondo – “il tuo volto Signore, io cerco” – altrimenti decifrabile solo immergendo la testa sott’acqua. Alla sinistra dell’abside un elegante leggio sorregge la Bibbia, mentre a destra cala la lampada votiva. Due piccoli inginocchiatoi completano l’atmosfera mistica. Appese al muro cinquanta litanie mariane, scritte votive di famiglie devote e di fedeli, testimoniano come il piccolo santuario, eretto ex novo sul posto di una edicola votiva, sia un luogo importante e fortemente simbolico per la comunità. “La chiesa è diventata un punto di riferimento per la comunità locale” – prosegue Zandonella – “la gente si da qui appuntamento, alla domenica è luogo di ritrovo per i ciclisti o escursionisti. Que-

nel grazioso borgo tardo medioevale dei Bezzetti, settanta anime che popolano un vero e proprio presepio accovacciato nella collina morenica, tra Volta Mantovana, Monzambano e Cavriana. Per arrivarci percorriamo una salita tortuosa, immersa tra alberi e campi. Cuore della comunità è la piccola chiesetta, scrigno di arte e di fede, costruita dall’architetto Giovanni Zandonella, per la Comunità Cristiana Bezzetti, con modulo ternario, come per rispondere ad un antico codice. “La bellezza della natura, così come le creazioni dell’uomo, trasmettono armonia ed eleganza perché possiedono in sé la perfezione matematica delle proporzioni geometriche” spiega Zandonella. Equilibrio di forme che prosegue all’interno del tempio dedicato alla Beata Vergine. Nell’intimo spazio della cappella una

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sto significa che la chiesa è conosciuta ed amata, e non solo dalla gente che qui ci vive”. La dolcezza e la tranquillità delle colline mantovane abbracciano perfettamente la chiesa dedicata alla Madonna del Monte che prosegue sul lato posteriore con quello che diverrà il “Giardino dell’Eden”, uno spazio verde dove verranno piantati gli alberi dei salmi biblici: l’ulivo, la vigna, il cipresso e l’albero delle mele al centro di tutto. Altro progetto ambizioso della Comunità Bezzetti è la costruzione del campanile che sorgerà sul retro della chiesa, dietro la zona absidale. Manca solo la voce alla pieve mantovana, il rintocco che scandiva le giornate dei contadini laboriosi e annunciava i giorni di festa. Non può esserci chiesa di campagna senza il rintocco del suo sacro bronzo. Proprio per dare un suono al santuario mariano si è attivata la Comunità Bezzetti che, con il sostegno di Cassa Padana, completerà presto la chiesetta del suo campanile. Si corona, così, l’impegno di una comunità locale ancorata alle proprie origini e saldamente legata ai propri luoghi di culto. ¬


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I numeri nel 2010 Le prestazioni a Esine, con un’utenza di circa 3.000 pazienti Complessive 8.769 (8.572 nel 2009) di cui: 6.500 (6.235 nel 2009) visite di controllo 355 (316 nel 2009) visite a nuovi pazienti 697 (686 nel 2009) medicazioni 860 (906 nel 2009) valutazioni podologiche 176 (144 nel 2009) certificazioni patenti 181 (285 nel 2009) altro (protesica, educazione terapeutica, consulenze reparti…) Sono stati presi in carico: 377 pazienti nuovi (316 nel 2009), 41 gravide con diabete gestazionale (28 nel 2009).

Da Cassa Padana un aiuto al Servizio di Diabetologia dell’Ospedale di Esine di Sandra Bassi

sandra.bassi@cassapadana.it

Un’associazione per non sentirsi soli Presso il Servizio di Diabetologia è attiva l’Associazione Diabetici Camuno Sebina L’associazione è strettamente collegata all’Ospedale e al suo servizio di diabetologia, all’avanguardia nell’educazione terapeutica e nell’applicazione dei metodi più moderni per l’assistenza e l’informazione alle persone con diabete. Svolge attività di formazione e assistenza nell’utilizzo dei presidi, nonché altre iniziative come serate culturali, campi-scuola per persone con diabete sia di tipo 1 che di tipo 2, cure termali e soggiorni all’estero volti a favorire soprattutto la pratica dell’esercizio fisico.

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l diabete mellito è una delle malattie metaboliche più diffuse. Tra i bambini e gli adolescenti è certamente la più comune: in Italia i portatori della malattia sono circa 20.000. Il termine diabete deriva dal greco diabetes e significa “passare attraverso”. Uno dei segni clinici più distintivi di tale patologia è, infatti, la presenza di zucchero nelle urine, che vi giunge attraverso il rene quando la sua concentrazione nel sangue supera un certo valore. A questo termine è stato aggiunto mellito in quanto le urine, proprio per la presenza di zucchero, sono dolci e anticamente non c’era altra possibilità diagnostica che assaggiarle! Oggi il termine è tuttora valido in quanto serve a distinguere questo diabete da un’altra malattia detta diabete insipido, anche se quando si parla semplicemente di diabete s’intende il diabete mellito. La persona con il diabete è una persona come tutte le altre, con l’unico problema di non essere in grado di metabolizzare lo zucchero (glucosio) necessario per produrre energia. Tale fatto è dovuto all’incapacità, totale o parziale, del suo organismo di produrre l’ormone insulina. Ci si accorge che

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“qualcosa non funziona” quando si comincia a bere e urinare troppo, magari svegliandosi durante la notte. Unitamente si perde peso nonostante l’alimentazione normale o addirittura aumentata. L’educazione sanitaria è la chiave di volta nella gestione del diabete. Il DCCT (Diabetes Control and Complications Trial) ha chiaramente dimostrato che un accurato controllo metabolico riduce le complicanze micro-vascolari e che per ottenere un controllo metabolico ottimale è necessaria un’efficace autogestione del diabete. E un’efficace autogestione richiede degli alti livelli di educazione sanitaria. Presso i presidi ospedalieri di Esine e Edolo è attivo il servizio di Diabetologia (la responsabile è la dottoressa Donata Richini) che segue la quasi totalità delle persone con diabete della Valle Camonica e garantisce consulenze specialistiche a tutti i reparti. Nel suo ambito è stato realizzato anche un ambulatorio dedicato al piede diabetico e uno per la diagnosi e cura del diabete gestazionale. Nell’attività svolta dall’ambulatorio è fondamentale la valutazione dei parametri antropometrici e dei dati di composizione in grasso e massa magra. Ed è proprio da questa esigenza manifestata dalla responsabile del Servizio, che Cassa Padana ha deciso di sostenere economicamente l’acquisto di bilance digitali con altimetro e impedenziometro. ¬ Info Servizio di Diabetologia Ospedale di Vallecamonica via Manzoni 142, Esine (Brescia) Tel 0364 369213


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Padernello, al via il restauro della Sala Rossa

di Domenico Pedroni

info@castellodipadernello.it

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i lavori di restauro a Padernello. Grazie al contributo della Fondazione Comunità Bresciana, che mai ha fatto mancare il suo appoggio alla Fondazione Castello di Padernello, a un ulteriore contributo della Camera di Commercio di Brescia, presieduta da Franco Bettoni, e al precedente intervento della Fondazione Cariplo – che con un Bando sulle nuove metodologie per il restauro aveva permesso lo studio del soffitto ligneo della Sala Rossa – un altro piccolo capolavoro artistico tornerà presto a vivere nella nostra Bassa: il soffitto ligneo policromo della Sala Rossa. I lavori di restauro sono già autorizzati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. “Un altro passo avanti, piccolo, ma di grande significato, di grande valore artistico”. Così esordisce Sandro Guerrini, ingegnere e responsabile tecnico per il restauro del Castello, riferendosi ai lavori del soffitto che inizieranno nei prossimi giorni e che si dovrebbero concludere nel dicembre 2011. Fra i diversi soffitti a cassettoni presenti nel Castello, quello araldico della Sala Rossa è sicuramente il migliore da un punto di vista artistico. “Quando la sala sarà interamente recuperata, avremo restaurato un piccolo gioiello all’interno del complesso storico monumentale del Castello di Padernello”: questo è lo spirito che anima il lavoro di recupero di questa celebre sala, che si trova al primo piano, a fianco del grande Salone da Ballo ottocentesco. In effetti, il soffitto ligneo riporta decorazioni che risalgono al 1537 e 1542, relative a un matrimonio fra la famiglia Martinengo e la famiglia Avogadro. Oltre ad avere una tavola inclinata con gli stemmi araldici delle due famiglie, vi sono on si fermano

delle bellissime formelle che riportano delle sirene con le code incrociate, con seni prosperosi, che dovevano rappresentare un’abbondanza di latte per nutrire una numerosa prole. I lavori, avviati con lo studio dei travetti lignei, la loro pulizia e trattamento e riposizionamento, prevedono non solo il restauro pittorico, nelle parti che si sono salvate dal crollo del tetto del 2002, ma anche il recupero delle pareti della sala, la sistemazione della pavimentazione e la predisposizione degli impianti di illuminazione, riscaldamento e deumidificazione del salone da ballo e dell’attigua sala ad ombrellino. Si tratta di un lavoro che permetterà di disporre di tutte e tre le stanze di rappresentanza ottocentesche, non solo per incontri, convegni, riunioni, ma anche per mostre. In effetti se i lavori termineranno a dicembre, come previsto, la Sala Rossa e il Salone da ballo sarebbero pronti per un altro grande sogno della Fondazione Castello di Padernello: riportare in queste stanze il famoso “Ciclo di Padernello” ovvero le celebri tele del Ceruti detto “Il Pitocchetto”, tutti dipinti che furono acquistati a un’asta nel 1882 da Bernardo Salvadego. Per sostenere la spesa del restauro del soffitto e della sala, sarà necessario ricorrere a una sottoscrizione straordinaria, che avverrà parte con una possibile vendita di quadri di pittori bresciani, grazie alla collaborazione di Agostino Garda, e parte ricorrendo alla sensibilità di tutti coloro che vorranno condividere non solo il progetto di restauro, ma l’intero impegno di salvaguardia del Castello di Padernello, del suo borgo feudale e del suo riutilizzo come sistema culturale locale. Sarà quindi possibile effettuare versamenti liberi sul c/c n. 13851 aperto presso la Cassa Padana, filiale di Leno, intestato a Fondazione Castello di Padernello con causale “restauro Sala Rossa”. Verrà rilasciata apposita attestazione per lo scarico fiscale. ¬ 18


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t e rrit o ri o

Sull’altare di Verdi e della musica

Incontro con Eddy Lovaglio, presidente dell’Associazione Parma OperArt

di Marco Sacchi

marco.sacchi@cassapadana.it

“L’arte è un vero e proprio lavoro: o lo si fa per passione e con partecipazione, oppure è meglio lasciar perdere”. Eddy Lovaglio è presidente dell’Associazione “Parma OperArt” da quasi trent’anni al servizio della musica. In attesa del bicentenario verdiano del 2013 fervono i preparativi per il Festival Verdi di ottobre: ventotto giorni tra Parma e Busseto di intensa attività concertistica, operistica e incontri d’autore. Grazie all’accordo di collaborazione tra Parma OperArt e il Museo Nazionale Giuseppe Verdi di Busseto – la cui finalità è quella di creare una rete di soggetti che valorizzi le risorse e le ricchezze del territorio legate alla vita e alle opere di Verdi – il Festival verdiano si arricchisce di importanti iniziative organizzate nella Sala della Musica del Museo. L’evento di punta del Festival Verdi sarà il 4 ottobre con la presentazione di uno spartito ritrovato: un Qaddish su musiche di Giuseppe Verdi, una preghiera per coro e strumenti trovata in una biblioteca ebraica.

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Ci racconti un po’ dell’associazione. Parma OperArt nasce dalla passione per la cultura e lo spettacolo e dalla volontà di iniziare all’educazione musicale le nuove generazioni. Inoltre, l’associazione è attiva nell’organizzazione di spettacoli, mostre ed eventi cultura-

li in Italia e all’estero. È soltanto mediante un’educazione alla valorizzazione delle ricchezze musicali del nostro territorio che si realizza una presa di coscienza delle enormi risorse che i luoghi verdiani possono offrire. In che modo è coinvolta? Sono una grande appassionata di lirica da sempre, ma non sono una musicista: chi fa musica non dovrebbe organizzare eventi e viceversa! Sono principalmente una giornalista, ma in questi anni ho pubblicato anche libri, alcuni sulla lirica e tra le pubblicazioni, degna di una nota di riguardo è la biografia sul tenore italo-americano Mario Lanza, di cui sono unica biografa italiana, ed anche il libro su Renata Tebaldi. Da chi è composta l’associazione? Abbiamo un vicepresidente di grande prestigio, il Maestro Riccardo Moretti, musicista, compositore, direttore d’orchestra, docente al Conservatorio di Parma e direttore artistico del Museo Nazionale Giuseppe Verdi di Busseto. Abbiamo poi circa trenta educatori ed in-

Il Museo Nazionale Giuseppe Verdi di Busseto; sopra, Eddy Lovaglio

segnanti che si occupano delle attività nelle scuole. Quale peso ha il Maestro sul territorio di Busseto e sui suoi abitanti? Il territorio presenta due caratteristiche abbastanza opposte: da una parte la natura di questa zona assolutamente melomane; dall’altra l’incapacità fino ad ora di riuscire a valorizzare una ricchezza che il mondo ci invidia e che non può essere lasciata soltanto alla sponsorizzazione di privati e delle piccole imprese locali. Il Museo Nazionale Giuseppe Verdi è stato infatti istituito grazie a Mariano Volani, un industriale di Rovereto appassionato di musica che l’ha fondato nel 2009. I

contributi pubblici alla cultura in

questi ultimi anni stanno diminuendo.

Cosa ne pensa? Per la cultura sono tempi difficili: i fondi sono sempre meno e l’attenzione generale è sempre più bassa. Le istituzioni sembrano non capire l’importanza del patrimonio culturale del quale spesso dispongono e tante ricchezze non vengono valorizzate quanto dovrebbero. L’Italia è uno dei pochi paesi al mondo che potrebbe vivere di cultura. Pensiamo solo a Verdi, Busseto e le terre verdiane: un patrimonio che potrebbe essere una fonte inesauribile di turismo culturale, un volano per l’economia locale e nazionale. Quali sono i progetti futuri? Appena concluso l’ottobre verdiano, la volontà è quella di mantenere il fermento culturale con una stagione autunnale e invernale con eventi al Museo e al teatro Verdi di Busseto fino a maggio 2012, per poter arrivare poi all’“Estaverdi 2012”, e prepararsi alle celebrazioni del bicentenario 2013. ¬ Per saperne di più www.festivalverdiparma.it Museo Nazionale “Giuseppe Verdi” • tel. 0524 931002 Associazione “Parma OperArt” • tel. 393 0935075

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f u o rip o rt a

Da Torrazzo a Torrazzo

in bicicletta nella campagna cremonese di Valerio Gardoni

valerio.gardoni@popolis.it

U

n itinerario in bicicletta da Crema a Cremona lungo i navigli Vacchelli e il naviglio Grande, nel cuore della pianura cremonese, lungo piste ciclabili, viottoli campagnoli e sterrate alla scoperta di terre d’acqua, in una campagna rigogliosa e oasi di silenzio. Un facile itinerario pianeggiante, ma ricco di scorci e mai monotono. Da Torrazzo a Torrazzo perché ambedue le città hanno il loro, quello di Cremona è il campanile più alto d’Italia, mentre a Crema chiamano Torrazzo l’edificio a torretta della campana civica in stile rinascimentale, che sostituisce l’antica torre difensiva della cittadella fortificata. Nulla di gemellaggio, anche perché nel corso dei secoli tra le due città non è mai corso buon sangue.

La partenza in bicicletta è da Crema, ma è consigliabile parcheggiare a Cremona e recarsi, bicicletta al seguito, a Crema in treno, in modo da non preoccuparsi del recupero dei mezzi all’arrivo. Vicino alla stazione di Cremona c’è un grande parcheggio gratuito. Più che un treno la “monocarrozza” che collega le due città sembra una diligenza, ma trasporta biciclette e rende più affascinante l’inizio dell’avventura (4 euro a persone e 3 euro per la bicicletta). Scesi a Crema lasciamo la stazione alle spalle, fiancheggiamo le antiche mura che un tempo cingevano la cittadella e passati sotto la porta Serio e infilata via Mazzini andiamo nel cuore: a piazza Duomo. Passiamo sotto la porta del Torrazzo e arriviamo sino alla Porta Ombriano, così abbiamo percorso quella che un tempo era la Cittadella, cinta da possenti mura che non

hanno resistito per molto al Barbarossa: nel 1160 la rase al suolo. Fu riedificata nel 1185, proprio intorno al duomo, in parte scampato alla distruttiva ira del Barbarossa. Ritorniamo sui nostri passi per iniziare l’itinerario, uscendo dalla porta Serio andiamo diritti sulla ciclabile cittadina che supera il ponte sul fiume Serio e raggiunge in poco tempo il quartiere di San Bernardino. Proseguiamo sino ad incrociare il canale Vacchelli e un cartello che segnale la ciclabile sulla destra orografica, ma e più agevole superare il ponte e imboccare la sterrata sulla sinistra, ci eviterà di fare gli equilibristi nella strettoia erbosa più avanti. La ciclabile corre parallela al naviglio Vacchelli. Voluto dal senatore Pietro Vacchelli

nel 1887, è un canale irriguo lungo 34 chilometri che prende acqua dall’Adda, di grande importanza per l’agricoltura del territorio. La pista d’argine è sterrata ma ben tenuta, ci permette una buona pedalata ombreggiata da pioppi, sfioriamo gli abitati di Izano e Salvirola, mentre la ciclabile tira dritto sino alla casa del guardiano delle acque con chiuse, sfioratori e sifoni, dove il canale Vacchelli gira a destra con una curva secca e noi lo seguiamo sull’alzata sinistra. A metà un cartello della ciclabile ci consiglia di cambiare sponda, il paesaggio è ingoiato d’estate dai campi di mais, da cui emergono i tetti dei cascinali e i silos che paiono torri genovesi nel mare verde. La ciclabile del canale Vacchelli finisce alla “Tomba Morta” che a dispetto del nome è un importante nodo idraulico, con l’incrocio di una serie di canali e navigli che saltano dagli scolmatori, si mescolano in vorticosi sifoni e cascate dalle chiuse in un carosello d’acqua, circondato da un parco acquatico che pare un giardino. Un buon punto di sosta per uno spuntino. Il nostro itinerario prosegue ora lungo il naviglio Civico di Cremona o naviglio Grande,


ben più antico del Vacchelli, si iniziarono a scavare i suoi 57 chilometri nel 1337. La ciclabile corre in un viale contornato dai canali e ombreggiato da tigli, ti pare d’essere lungo l’ingresso d’un castello della Loira. La segnaletica da seguire è “Percorso ciclo pedonale dei Navigli” direzione Casalbuttano. La ciclabile, in gran parte asfaltata, corre in una galleria arborea meravigliosa; il naviglio non è il solo che ci accompagna: ci sono una serie di fossati, uno persino sopraelevato in mattoni di cotto. Tutta questa maestria nella distribuzione dell’acqua ad uso agricolo, racconta da sola l’importanza delle vene acquifere per il territorio e lo sviluppo dell’agricoltura nei secoli, dovuto principalmente a questi navigli. Lasciandoci alle spalle il rimescolo delle acque, Tomba Morta pare il cuore che pulsa energia vitale in mille arterie al corpo verde della pianura agricola di questo vasto territorio. Non abbandoniamo mai la galleria arborea, anche quando la strada sembra portare allo scoperto, sino ad un segnale che si imbocca su una strada campagnola che conduce a Mirabella Ciria, un piccolo villaggio che deve la sua posizione

all’importanza dello snodo idraulico delle acque, come racconta un cartello al centro dell’abitato. Seguiamo la segnaletica che imbocca la ciclabile e dopo pochi chilometri sbuchiamo sulla statale, a sinistra per qualche metro e entriamo nel paese di Casalbuttano, naturalmente accompagnati dallo scrosciare dell’acqua da uno sfioratore. La ciminiera di cotto che spunta dai tetti è testimone dell’attività legata alla seta, ben quattro filande hanno funzionato a Casalbuttano sino agli inizi del secolo scorso. Dalla piazza del paese ci lasciamo la chiesa sulla sinistra e proseguiamo in direzione della frazione di San Vito, dove inizia il nostro ultimo tratto sulla ciclabile che si imbocca, ben segnalata, sul naviglio pochi metri prima del cartello della frazione San Vito. La ciclabile in gran parte asfaltata ci porta a Migliaro, periferia di Cremona, sfiorando grandi cascinali: il più attraente è la cascina Mancapane, con la facciata che pare un castello, ma in realtà è solo un vestito ardito di moda alla fine

dell’ottocento. Dinnanzi a noi ci fa da faro il Torrazzo del duomo di Cremona, che spunta all’orizzonte come una grande matita. A Migliaro il cartello Cremona lo raggiungiamo fiancheggiando la statale sulla ciclabile urbana e passati sotto il cavalcavia raggiungiamo il centro della città. L’itinerario finisce naturalmente sotto la lapide murata alla base del Torrazzo, dove si legge l’altezza: 250 braccia e due once cremonesi, che corrispondono a circa 110 metri; in realtà è alto 112,27 m per un totale di 502 gradini. • Difficoltà: itinerario facile, gran parte su ciclabili e strade campagnole, per metà su asfalto, il resto su buon fondo sterrato • Dislivello: pianeggiante • Lunghezza: 48 chilometri • Tempo: 3/5 ore • Bicicletta: consigliata la mountain bike o bicicletta con gomme larghe • Segnaletica: buona • Collegamento: tramite treno (4 euro a persona +3 euro per la bicicletta)


i n c o n t r i

Un Maestro, mille Maestri

di Barbara Ponzoni

L’imponente opera del cremonese Virginio Lini in onore di Giuseppe Verdi

barbara.ponzoni@cassapadana.it

estro per terminare con me, pennello alla mano, quale simbolico passaggio di testimone dalla musica alla pittura. La differenza con il Don Carlo, dove i personaggi hanno i volti dei più noti cantanti lirici della storia, è che in questa tela metterò solo volti di persone comuni, amici, conoscenti o chiunque desideri farsi immortalare.

dito di Giuseppe Verdi a cura del maestro Fausto Pedretti. A Cremona invece ci sarà la presentazione del quadro, grazie a Tiziana Cordani, al Teatro Ponchielli con la proiezione del film dell’opera a cura di Mino Baiocchi, con brani tratti dalle opere verdiane cantate. ¬

S

Daniele Po (Cr). È qui che abbiamo incontrato il pittore Virginio Lini, primo al mondo nel tentativo di realizzare la rappresentazione completa delle 26 opere di Giuseppe Verdi in un unico dipinto su tela lungo 51,80 metri. an

Un’impresa ciclopica che nasce da un’antica passione...

Proprio così. Mi sono diplomato in Scenotecnica all’Istituto Toschi di Parma e da allora ho sempre amato dipingere quadri molto ampi, con ampie prospettive e particolari molto dettagliati. La mia carriera come artista ha avuto una pausa dal 1975 al 1995, nella quale mi sono dedicato alla politica come sindaco di San Daniele Po, un impegno molto gravoso, ma svolto con passione. Dal 2001 ho ripreso a dipingere tele raffiguranti cavalli e persone anziane, soggetti con caratteristiche anatomiche molto definite e quindi adatte al mio stile di pittura. Dai cavalli Verdi.

al

Don Carlo

di

È l’opera più suggestiva di Verdi che ho rappresentato in trenta quadri, in mo-

stra in Santa Maria della Pietà a Cremona, lo scorso anno. Un impegno importante, che ha richiesto anni di studio e preparazione, e che segna il mio interesse per l’opera lirica, in particolare per Verdi. È un amore che nasce dalla mia formazione scolastica e dalla prima esperienza lavorativa come scenografo al Teatro Regio di Parma con bozzetti di Nicolas Benois per lo Stiffelio di Verdi.

Anche a livello tecnico e logistico non è cosa da poco.

Certo, ho dovuto ristrutturare appositamente la parete di una soffitta dove lavorerò all’opera. Ho fatto costruire un sistema meccanico per avvolgere la tela su se stessa a ogni blocco terminato. Sono consapevole della sfida a cui vado incontro, ma spero di vincerla anche questa volta.

Ed ora questa nuova impresa: tutte le opere di Verdi in un’unica tela.

Da circa due anni sto studiando le 26 opere per trarne il significato principale da tradurre poi sulla tela. Ogni passaggio è tratto da opere illustri di grandi autori come Raffaello o Caravaggio, che io poi adatto alla scena che voglio rappresentare. Il colore principale è il verde, che io uso per rendere meglio i particolari e far sì che il soggetto abbia più prospettiva. Immancabili le sfere rosse, che sono la mia “firma”, all’interno delle quali metterò il nome dell’opera. Il quadro, lungo più di 50 metri per un 1 metro e 70 d’altezza, parte con la figura dello stesso Ma-

Che

progetti ha per questa

opera?

Spero di finirla entro 3 anni, per presentarla in occasione dell’Expo 2015. Attualmente sono in contatto con la dottoressa Diana Giulia dell’Onlus LTBF di Irene Pivetti che mi sta aiutando per la creazione di eventi legati alla promozione dell’opera, che verrà esposta per la prima volta nella Villa di Castelbarco a Vaprio d’Adda. Ci sarà un pomeriggio inaugurale con l’orchestra e il coro del conservatorio di Parma diretti dal maestro Roberto Capello, con l’esecuzione di un ine22

Popolis, periodico mensile di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000

Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Redazione Macri Puricelli, direttore macri.puricelli@popolis.it

Lidia Sbarbada, coordinamento lidia.sbarbada@cassapadana.it

Armando Rossi, immagini armando.rossi@popolis.it

Debora Zanini, immagini debora.zanini@popolis.it

Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Tel.030-9040270, rivista@popolis.it

Comitato di redazione Franco Aliprandi, Elisabetta Berto, Stefano Boffini, Benedetta Cherubini, Valerio Gardoni, Daniela Iazzi, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Barbara Ponzoni, Macri Puricelli, Armando Rossi, Lidia Sbarbada, Paola Zani, Debora Zanini Hanno collaborato a questo numero: Sandra Bassi, Luigi Bersi, Stefano Boffini, Benedetta Cherubini, Andrea Daffi, Valerio Gardoni, Domenico Pedroni, Barbara Ponzoni, Macri Puricelli, Marco Sacchi, Matteo Salamini, Laura Simoncelli, Flavia Vighini Fotografie: Archivio Cuore Amico, Archivio Ospedale di Esine, Annalisa Bazzana, Valerio Gardoni, Barbara Ponzoni, Enrico Raschi, Laura Simoncelli In copertina: foto di Valerio Gardoni Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs)


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