Popolis- Gennaio 2013

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Mensile di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa

IN QUESTO NUMERO

Operazione Cre.sco.: i dipendenti di Cassa Padana all’estero Cremona, i medici incontrano la città Brescia: al via la collaborazione con Acli Servizi

Anno 11

01 gennaio 2013


sommario

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Cresc.Co Lab CRESCITA CONSAPEVOLE

Verso una crescita consapevole Il laboratorio Cres.co. di Cassa Padana accompagna i responsabili di filiale che andranno all’estero alla ricerca di opportunità per le nostre imprese

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Leila, la forza del microcredito Il muro a Cremisan: a febbraio la decisione Dopo la Palestina, il Perù

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I medici cremonesi incontrano la città Popolis, periodico mensile di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000 Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Redazione Macri Puricelli, direttore macri.puricelli@popolis.it Lidia Sbarbada, coordinamento lidia.sbarbada@ cassapadana.it Armando Rossi e Debora Zanini, immagini armando.rossi@popolis.it debora.zanini@ popolis.it Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Tel. 030 9040270 rivista@ popolis.it Comitato di redazione Franco Aliprandi, Stefano Boffini, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Macri Puricelli, Armando Rossi, Lidia Sbarbada Hanno collaborato a questo numero: Fabio Ardigò, Sandra Bassi, Francesco Bedon, Elisabetta Berto, Valerio Gardoni, Daniela Iazzi, Luigino Massagrandi, Barbara Ponzoni, Macri Puricelli, Marco Sacchi, Marco Tabladini, Flavia Vighini Fotografie: Francesco Bedon, Elisabetta Berto, Comitato restauro Chiesetta SS. Trinità di Esine, Vania Donini, Pietro Fontolan, Valerio Gardoni, Marco Sacchi

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Casa Doreàn, per ricordare Don Luisito Bianchi

Attraverso la malattia, senza paura

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Compra un coppo e aiuta la chiesetta

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Al vostro servizio: dal 1° gennaio, collaborazione fra Cassa Padana e Acli

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Una seconda vita: dal passo dell’Aprica alla libertà

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Bovolone, babele contemporanea Il tesoretto di San Giovanni Battista in campagna

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PMI lombarde, arrivano i fondi

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La vita, dopo il terremoto

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Ag e n da

Copertina: L’alberone e la Chiesa della Trinità di Esine, dipinto di G. Battista Nodari del 1910 Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs) Sfoglia questo numero e gli arretrati su: http://issuu.com/popolis www.popolis.it https://www.facebook.com/ pages/Popolis/138224646437 http://twitter.com/popolisweb

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editoriale

Cooperazione significa apertura L’anno internazionale della cooperazione è stato certamente un’occasione per riaffermare il ruolo che il mondo cooperativo può svolgere per “costruire un mondo migliore”, così come recita lo slogan dell’Onu. La cooperazione, compresa la cooperazione di credito, non è anticiclica. Soffre quando l’economia e i territori dove opera hanno problemi. Crediamo, però, che in futuro possa svolgere una funzione importante quando non si rinchiude in sé stessa nella difesa dell’esistente, ma è aperta. Aperta significa che deve curare non solo gli interessi dei soci, ma guardare al bene dei territori, di cui la base sociale è parte rappresentativa. Aperta significa che deve superare il concetto di localismo stretto e sviluppare relazioni con altre realtà a livello nazionale e internazionale. Aperta significa che deve farsi carico di diffondere questa cultura nei territori. Le istituzioni, il mondo del non profit, le imprese stesse hanno bisogno di operare con una visione più cooperativa e meno individualista, per orientarsi meglio negli scenari globalizzati di oggi. È una forma intelligente e efficace per perseguire anche i propri legittimi interessi, inseriti come parte di un contesto più generale. Ciò non significa rinunciare a una vocazione locale, ma reinterpretarla alla luce della realtà odierna. Nessuno oggi, anche se è forte o lo era fino a poco tempo fa, può permettersi di stare rinchiuso nel proprio ambito definito, fare le cose da solo, senza costruire nuovi contatti, aperture, relazioni. Chi, meglio di noi, potrebbe essere portatore, nelle comunità locali dove operiamo, di questa visione aperta alla contaminazione esterna? È nel nostro DNA. È nostro impegno farlo. Luigi Pettinati Direttore generale Cassa Padana Bcc

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IN PRIMO PIANO

Verso una

crescita consapevole Il laboratorio Cres.co. accompagna i responsabili commerciali che andranno all’estero alla ricerca di opportunità per le nostre imprese. Un ufficio è stato aperto in Cina: verrà presidiato dai dipendenti di Cassa Padana che, un mese ciascuno, si daranno il cambio. di Flavia Vighini | flavia.vighini@cassapadana.it

L’

aumento del commercio internazionale e la crescente integrazione economica fra Paesi, sono gli effetti della progressiva abolizione delle barriere commerciali alla quale abbiamo assistito dalla fine degli anni ’70. Il fenomeno della globalizzazione appare inarrestabile e non porta solo effetti negativi. Tra i vantaggi vi sono le economie di scala – che permettono di beneficiare di offerta di lavoro, materie prime e tecnologie andando a prenderle dove sono più abbondanti o economiche – e l’opportunità, per le piccole imprese, di espandersi nel mondo in modo rapido grazie ad una più ampia base di domanda e offerta. In questo contesto in rapida evoluzione, fare banca in modo tradizionale è sempre più difficile. Se Cassa Padana non riuscisse a cogliere in anticipo gli sviluppi che avvengono nel breve periodo, la strategia sin qui attuata, che ha sempre privilegiato scelte di lungo periodo, potrebbe essere messa in discussione. Per questa ragione Cassa Padana sta avviando una nuova strategia che sia, per le imprese clienti, global-friendly. Si intensifica quindi un orientamento all’internazionalizzazione, già avviato grazie ai progetti di mutualità, che vuole mettere a frutto le relazioni che in questi anni si sono portate avanti in diversi contesti mondiali come Cina, Ghana, Palestina e Perù. Al centro della nuova strategia vi sono i responsabili commerciali che rappresentano l’interfaccia tra le opportunità che la globalizzazione offre e la disponibilità delle imprese che operano nel territorio. Da novembre 2012 tutti i responsabili commerciali della Cassa hanno aderito a un laboratorio che ha nell’acronimo CRES.CO. il suo intento formativo: quello di una crescita consapevole del personale

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dipendente, delle imprese clienti e della banca stessa. Sotto la guida di Daniela Bandera di Nomesis, mentore del corso, un primo gruppo di più di venti responsabili della rete ha affrontato temi impegnativi di economia, sociologia, marketing e project management, con lo scopo di arrivare a una solida preparazione per intercettare le opportunità dei mercati esteri da intersecare, attraverso nuovi prodotti bancari dedicati all’internazionalizzazione, con l’offerta delle imprese clienti. I responsabili collaboreranno con il business locale, impegnandosi in prima persona nell’andare all’estero per trovare relazioni fruttuose tra nuovi mercati globali e imprese del proprio territorio. Le missioni commerciali che da anni Cassa Padana organizza in paesi come Argentina, Palestina e Cina riscuotono sempre più il favore degli imprenditori nostri clienti. A ottobre 2012 la banca ha stretto un importante accordo con una società cinese delle regioni di Ningbo e Nanchino che offrirà ai nostri responsabili tutto il supporto necessario a questa nuova avventura commerciale. Un ufficio è stato già aperto e verrà presidiato in pianta stabile dai dipendenti della Cassa che, un mese ciascuno, si daranno il cambio. Il lavoro consisterà nel partecipare a fiere e nel contattare potenziali clienti per i nostri imprenditori, ma anche nell’analizzare i nuovi bisogni della società cinese. In regioni ricche come quelle di Ningbo e di Nanchino oggi, infatti, emerge il desiderio di prodotti di fascia alta. Niente come il made in Italy, frutto di secoli di artigianato, rappresenta per loro uno status symbol e una garanzia di qualità. La presenza all’estero di Cassa Padana permetterà anche di monitorare l’andamento dei progetti di mutualità internazionale e di intercettare il bisogno di sistemi di intermediazione creditizia che possano essere soddisfatti con il modello del credito cooperativo. Si apre quindi un capitolo nuovo per Cassa Padana e per il suo territorio, con l’auspicio che questo tipo di attività porti ossigeno alle imprese soffocate dalla crisi economica. ●

Cresc.Co Lab CRESCITA CONSAPEVOLE

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I n o s t ri pr o g e t t i nel mondo

Leila, la forza

del microcredito di Macri Puricelli | macri.puricelli@popolis.it

È

disponibile gratuitamente sulla piattaforma Lulu.com “Verrà un giorno senza confini”, Ebook che racconta il caso della valle di Cremisan, fra Betlemme e Gerusalemme. In un luogo a maggioranza cristiana, il muro di separazione voluto da Israele potrebbe dividere in due la comunità, impedire ai bambini di raggiungere la scuola gestita dalle suore salesiane, privare gli abitanti di Beit Jala delle terre che coltivano e, in alcuni casi, anche delle loro case. Le 58 famiglie palestinesi coinvolte hanno presentato ricorso alla Corte di Israele e all’azione legale si sono uniti il monastero dei frati che nella valle produce il vino Cremisan e il convento delle salesiane. A novembre 2012 i giudici hanno sentito gli ultimi testimoni. Il 12 febbraio 2013 è prevista l’udienza finale. Quindi, la decisione della Corte. La redazione di Popolis, sul caso Cremisan, ha realizzato anche un blog (http://palestina.popolis.it) e un documentario.

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Dall’ebook “Verrà un giorno senza confini”

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eila è una donna tosta. Guida una delle cooperative femminili di credito più vivaci di Nablus, in Palestina, e ha una bella pancia nascosta dal lungo vestito: aspetta il sesto figlio. Con il piglio di un’imprenditrice occidentale guida le sue donne attraverso il complesso mondo della società araba, dell’economia di queste terre e della realtà cooperativa che nell’84% dei casi qui è in mano agli uomini. Nel 2002 quando, assieme ad alcune amiche, ha fondato questa cooperativa aveva messo assieme 17 socie. Oggi ne ha 900, lavora in 17 delle 54 località di Nablus, ha un consiglio d’amministrazione fatto da 7 componenti, una dipendente (ma forse ne arriverà presto una seconda) e il bilancio in attivo. Da gennaio la cooperativa si è trasferita in un bell’ufficio nel centro di questa cittadina palestinese che freme di attività. “Un ulteriore passo verso l’indipendenza” mi dice sorridendo. In dieci anni il suo gruppo ha fatto 1.046 prestiti per un valore di 2 milioni e 200mila dinari che in euro fanno due milioni. A oggi ci sono 303 prestiti ancora aperti affidati alle mani di donne che hanno dai 18 ai 60 anni. Il ricordo del primo prestito fatto è ormai lontano, solo 250 dinari. Oggi la media è di 2000 dinari e dura un paio d’anni. Le destinatarie del credito sono tutte donne. Nel 96% dei casi rimborsano nei tempi stabiliti. Con attenzione e responsabilità. Il valore di risparmio dei soci è di 417mila dinari e l’obiettivo è di arrivare entro l’anno a quota mezzo milione. Le palestinesi chiedono soldi in prestito soprattutto per aprire una propria attività (come Amal che ha un salo-

ne di bellezza appena fuori Nablus oppure Manel che alla periferia di Gerusalemme si è fatta in casa un negozio di abbigliamento), far studiare i figli (la maggior parte ne ha sette e tutti sulle proprie spalle), pagare le cure sanitarie (proprie e quelle per i figli, visto che il marito non se ne occupa nella maggior parte delle famiglie). Ma anche per finanziare attività nei servizi. Come la gestione delle caffetterie nelle scuole avviata nel 2006, che oggi dà lavoro a 11 donne e che ha ripagato in toto il suo debito. I desideri della cooperativa di Leila sono molti e puntano in alto. Queste donne stanno per aprire una sala per la formazione a Nablus, mentre a Jenin hanno in progetto una casa riservata alle studentesse. Stanno mettendo a punto anche un “prodotto” che, a tassi molto bassi, permetterà a molte di finanziarsi gli studi e di aprire le porte a un’altra vita. Aiutano le donne vittime di violenza da parte dei loro mariti a conservare la proprietà della casa in cui vivono. Quando le dico, con un filo di voce perché so che sono argomenti difficili, che una delle prime cause di morte per le donne europee è la violenza domestica, Leila mi guarda e sussurra: “Allora non sono solo gli uomini arabi….”. No Leila, non sono solo gli uomini arabi. Sarà forse anche per questo che, nonostante il mio passaporto e il tuo velo, mi sento così vicina a te e alle tue compagne. ●

Dopo la Palestina, il Perù di Elisabetta Berto | elisabetta.berto@cassapadana.it

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l paese sudamericano è stato visitato a novembre 2012 da una delegazione di Cassa Padana per comprenderne le potenzialità a fini commerciali. Anche questo nuovo tassello, nella strategia della banca di aiuto all’internazionalizzazione delle proprie imprese clienti, è stato reso possibile grazie alla decennale attività di mutualità internazionale e alla rete di contatti all’estero che ne deriva. L’occasione è stata propizia, quindi, per conoscere i soci imprese delle cooperative di risparmio e credito situate nelle zone rurali del Perù ed intercettare l’offerta di un ampio ventaglio di prodotti di alta qualità che vanno, tra gli altri, dal caffè al cacao, all’anice, alla lana di alpaca. La missione ha poi potuto dialogare con esponenti dei governi di alcune province peruviane, oltre che con la camera di commercio italiana a Lima, istituzioni di sicuro utili per creare relazioni commerciali solide con il paese sudamericano.

info www.popolis.it/mondo

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I n o s t ri pr o g e t t i a cr e m o n a

I medici cremonesi incontrano la città Pochi

sanno

che

esistono

eccellenze che vanno al di là del torrone, della liuteria e del Torrazzo. Qui vivono e operano medici preparatissimi. Fino ad aprile un ciclo di incontri per conoscerli e capire qualcosa di più su diverse patologie.

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Cremona vivono e lavorano medici preparatissimi e all’avanguardia. Ma “nemo profeta in patria” e spesso i cremonesi, non sapendo, preferiscono rivolgersi altrove, a strutture più grandi, in città vicine. Per ovviare a questa mancanza di conoscenza e informazioni Alberto Consolandi, fisiatra della Clinica San Camillo, in collaborazione con CASSA PADANA BCC, ha deciso di organizzare un ciclo di incontri fra la cittadinanza e i me-

dici che operano nel territorio cremonese. Il 9 ottobre scorso, con il seguitissimo intervento di Alberto Bottini, senologo e primario della Breast Unit dell’Ospedale Maggiore di Cremona, sono partite una serie di conferenze al Teatro Filodrammatici, che proseguiranno fino ad aprile. Gli incontri si svolgono ogni venerdì alle 18.30. Ho incontrato Consolandi nel suo studio. Appena iniziata l’intervista il dottore si alza da dietro la scrivania e si siede accanto a me: “Non mi piacciono le distanze, essere in cattedra, il medico deve essere a fianco alla gente, non distante”.

di Barbara Ponzoni | barbara.ponzoni@cassapadana.it Questo gesto simbolico è il filo conduttore di “Un Filo di… salute”? La vicinanza dei medici all’utenza? Esatto, troppo spesso il dottore è visto come una figura distante e irraggiungibile, al quale porre meno domande possibili, in un dialogo complicato e privo di risposte concrete, senza umanità e umiltà. Questi incontri sono stati creati proprio per far capire che il medico può e deve essere a disposizione dei suoi pazienti. Al loro fianco, non dietro una scrivania. Ho trovato grande disponibilità dei colleghi a intervenire, evidentemente l’esigenza di una nuova modalità comunicativa è sentita da entrambe le parti.

Il programma è fitto e ricco di nomi noti. In base a cosa ha effettuato questa scelta? Se avessi assecondato tutte le richieste, gli appuntamenti sarebbero stati il doppio. Questo mi fa molto piacere e terrò conto di tutti per

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la prossima edizione. Per questa prima esperienza ho cercato i nomi più “riconoscibili” e le patologie più frequenti. Per far capire ai cremonesi che nella loro città possono trovare medici preparati, che non hanno nulla da invidiare a nessuno. Reputo inutile e dispendioso far riferimento a professoroni che si fanno pagare fior di quattrini, in strutture “blasonate”, quando basterebbe porre la domanda giusta a uno di questi medici per togliersi ogni dubbio.

La formula è vincente. In queste prime serate che riscontri ha avuto? Per ora non c’è l’afflusso di utenza che vorrei, evidentemente questa iniziativa non è ancora ben conosciuta, ma vorrei diventasse un appuntamento annuale. Non demordo e so che col tempo i cremonesi capiranno e sfrutteranno quest’opportunità. L’idea per l’anno prossimo è quella di far seguire alla conferenza un aperitivo, in modo da creare la giusta confidenza e familiarità che “sblocchi” il pubblico ad esporre i propri dubbi ai medici presenti.

L’ultimo appuntamento, il 5 aprile, è con Silvio Garattini. Come mai questa scelta? Lo conosco personalmente ed è un personaggio davvero particolare. E’ legale rappresentante dell’associazione A.R.M.R. (Fondazione aiuti per la ricerca sulle malattie rare), di cui io sono il referente per Cremona. Quest’associazione si occupa di raccogliere fondi per fornire una borsa di studio ogni anno a 7/8 studenti e dare loro la possibilità di fare un periodo di ricerca all’Istituto Mario Negri, una struttura che tutto il mondo ci invidia. ●

Un Filo di… salute 11 gennaio, ore 18.30

La protesi dell’anziano

18 gennaio, ore 18.30

Riabilitazione di artoprotesi Alberto Consolandi d’anca e di ginocchio

25 gennaio, ore 18.30

Fitoterapia e Omeopatia: Curarsi con le piante medicinali

Ezio Abbiati

1 febbraio, ore 18.30

Mal di schiena, dolore cervicale, l’importanza di una corretta gestione del problema

Fulvio Dal Farra

8 febbraio, ore 18.30

Il trattamento dei tumori oggi, dalla prevenzione alle cure più innovative

Rodolfo Passalacqua

15 febbraio, ore 18.30

Le più comuni patologie del fegato

Paolo Bodini

22 febbraio, ore 18.30

L’occhio tra credenza e realtà

Laura Braccio

1 marzo, ore 18.30

Calcolosi renale

Giuseppe Bufano

8 marzo, ore 18.30

Il sole e la cute: che fare?

Valeria Zucchelli

15 marzo, ore 18.30

Citologia nasale

Enrico Maffezzoni

22 marzo, ore 18.30

La nascita pretermine

Carlo Poggiani

29 marzo, ore 18.30

Laura Casagrande La dieta mediterranea: il benessere come stile di vita

5 aprile, ore 18.00

Silvio Garattini, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri

Giorgio Caffarella

info Circolo Filodrammatici Piazza Filodrammatici 2, Cremona Tel. 0372 21519 (ore 18-24)

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I n o s t ri pr o g e t t i a cr e m o n a

Casa Doreàn,

per ricordare Don Luisito Bianchi Al lavoro per aprire un centro culturale a Vescovato

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ra il 5 gennaio 2012 quando, dopo lunghe sofferenze, si è spento a 84 anni Don Luisito Bianchi, sacerdote, scrittore, insegnante e traduttore, prete-operaio e inserviente d’ospedale. Don Luisito è noto soprattutto per il suo capolavoro “La messa dell’uomo disarmato” – romanzo cristiano sulla resistenza – e per le sue prese di posizione per una Chiesa povera accanto ai poveri.

di Daniela Iazzi daniela.iazzi@fondazionedominatoleonense.it

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Questa la filosofia di vita di un uomo che ha dedicato agli altri tutta la sua esistenza. Un uomo solidale, che ha trovato nel lavoro, nella fatica condivisa la sua dimensione sacerdotale. Oggi, a distanza di un anno, sono questi principi e il grande esempio di vita che ci ha lasciato a muovere le persone che lo hanno apprezzato e sostenuto in vita a impegnarsi per far sì che il suo pensiero non si spenga. La famiglia, gli amici di Vescovato, nel cremonese, suo paese natale, gli amici dell’abbazia Viboldone, in provincia di Milano, dove ha vissuto per anni come cappellano, gli amici della Fondazione Dominato Leonense e di Cassa Padana stanno infatti lavorando affinché si pos-

sa realizzare un centro culturale a lui intitolato nella sua casa natale di Vescovato. Si chiamerà Casa Doreàn, il nome che Don Luisito dette a un cane trovatello poi donato a una comunità. Doreàn, che significa gratuitamente, in gratuità, è anche il nome che identifica l’esistenza e il ministero di Don Luisito, saldando in una sola sostanza il suo essere uomo e il suo essere prete. In questo luogo un comitato avrà l’onore e il privilegio di onorare la memoria di Luisito attraverso la catalogazione e la pubblicazione degli scritti inediti, organizzando convegni e incontri che ne sostengano la diffusione e realizzando un centro documentario di tutte le sue opere, a disposizione per la consultazione di chiunque fosse interessato. ●

info Fondazione Dominato Leonense Tel. 030 9038463 www.fondazionedominatoleonense.it

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I n o s t ri pr o g e t t i A br e scia

Attraverso la malattia, senza paura L’associazione Priamo per il sostegno al malato oncologico di Marco Sacchi | marco.sacchi@fondazionedominatoleonense.it

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uando arriva la diagnosi, succede che alcune persone reagiscano chiamandolo “la brutta bestia”, altri “la nocciolina che deve essere tolta”. Diversi modi di definirlo, ma il soggetto è sempre lo stesso: il tumore. Appena questo nome viene pronunciato, spesso alla paura e allo sconforto si aggiunge il panico. Il malato si sente solo di fronte a questa prognosi, il cui nome suona per i più come una condanna a morte. In questi anni, per sostenere i malati di tumore, a Brescia è nata l’associazione Priamo (Psiconcologia, Riabilitazione, Informazione, Assistenza del Malato Oncologico) che si impegna a fornire al malato oncologico e ai suoi familiari un supporto nella gestione della malattia. Presidente dell’associazione è la dottoressa Diana Lucchini, responsabile del Servizio di Psicologia dell’Istituto Clinico S. Anna di Brescia.

Dottoressa Lucchini, ci parli di questa associazione… L’Associazione Priamo è costituita da un comitato scientifico di cinquanta professionisti, tra medici, psicologi e infer-

mieri e da volontari: un gruppo di persone di diversa provenienza lavorativa, culturale e sociale, con l’interesse comune di diffondere la cultura e l’informazione in ambito psiconcologico. Nel concreto, il nostro compito consiste nel seguire il paziente in tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi ai trattamenti. La preparazione agli interventi viene fatta dal servizio di psicologia in collaborazione con l’unità operativa di chirurgia.

Quali sono i disagi principali per i quali l’associazione offre sostegno? Purtroppo i disagi che incontra un malato oncologico sono di vario tipo: da problemi di tipo alimentare, per i quali interviene la nostra nutrizionista, alla perdita dei capelli che vede la presenza della nostra parrucchiera, a quelli legati alla sessualità che vedono l’ausilio del nostro ginecologo.

tevolmente aumentata la richiesta di consulenza per quel che riguarda la possibilità di assentarsi dal lavoro, sia per il paziente che per eventuali accompagnatori.

Quali sono i prossimi progetti dell’associazione? Attualmente stiamo lavorando per avviare un poliambulatorio di riabilitazione oncologica ad approccio multidisciplinare, tre percorsi di educazione e promozione della salute rivolti a studenti delle scuole medie e superiori del territorio che affrontano il tema della patologia oncologica, della perdita e della promozione di stili di vita sani, in modo creativo, dissociandolo, almeno in parte, dalla visione esclusivamente drammatica spesso presente. ●

info

Qual è l’esigenza più sentita dai pazienti?

Associazione Priamo

Le principali necessità di chi è colpito dalla malattia sono quelle legate ai disagi delle terapie, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Ultimamente però è no-

Via delle Chiusure 108, Brescia tel. 366 1750713 segreteria@associazionepriamo.it www.associazionepriamo.it

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I n o s t ri pr o g e t t i a br e scia

Compra un coppo e aiuta la chiesetta

La Santissima Trinità di Esine è tra le più antiche chiese della Valle Camonica. Il lavoro di ristrutturazione è iniziato nel 2004 e non è ancora finito. Una gara di solidarietà, che vede anche Cassa Padana in prima fila, la riporterà agli antichi splendori. di Sandra Bassi | sandra.bassi@cassapadana.it

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opra la collina che sovrasta il centro abitato di Esine, eretta entro le mura di un antico castello, sorge la Chiesa della Santissima Trinità. La chiesa primitiva, dell’VIII secolo, venne ricostruita in forme romaniche nella prima metà del XII e, più tardi ancora, rifatta parzialmente nei secoli XV e XVII, quando assunse l’attuale aspetto, contraddistinto dalla presenza di un insolito, ma caratteristico, campanile a vela. Secondo don Alessandro Sina, insigne storico locale, le origini della Chiesa vanno fatte risalire al 771, uno degli ultimi anni di dominio longobardo, così come testimoniato da documenti presenti nel vecchio archivio parrocchiale, ora dispersi o distrutti. Il luogo e l’anno della fondazione inducono a pensare che la costruzione fosse dovuta al signore del castello. Ipotesi che pare confermata, prima di tutto, dal titolo imposto all’edificio sacro, SS. Trinità, il cui culto, assieme a quello di S. Michele, era molto diffuso tra i Longobardi. È probabile che, in un primo tempo, questa cappella fosse stata adibita al servizio religioso, tanto per il castellano e la sua nobile famiglia, come pure per i suoi dipendenti e che solo in tempi turbolenti e di guerre sia stata scelta per raccogliervi tutta la popolazione nei giorni di domenica e di festa. Forse ciò avvenne nel tempo in cui le orde degli Ungari invasero e depredarono il paese, obbligando le popolazioni a rifugiarsi entro le mura del castello. Da allora incominciò ad essere la chiesa di tutta la comunità e, più tardi, divenne anche la parrocchiale.


La Chiesa contiene importanti affreschi, tra i quali meritano di essere citati quelli che Giovan Pietro da Cemmo dipinse, negli ultimi anni del ’400, nella cappella intitolata a S. Rocco e costruita, per un voto fatto dalla popolazione durante la peste che colpì la Valle Camonica, negli ultimi decenni di quel secolo. Nel corso dei secoli la chiesa della SS. Trinità ha ispirato numerose leggende, legate prevalentemente all’ambiente fantasioso di cavalieri ed eroi, di principesse e castellani, che hanno fatto rivivere e rigustare un’atmosfera di mistero che ancora sembra aleggiare attorno al colle. La Chiesa, anche a causa della prolungata assenza di interventi manutentivi (in particolare per quanto riguarda l’interno), versava fino allo scorso settembre in uno stato di degrado allarmante, dovuto alla presenza nell’edificio di umidità di risalita che ha causato danni cospicui alle pareti (comprese quelle affrescate). Constatata la necessità di un intervento urgente finalizzato a evitare danni irreparabili alla struttura e agli affreschi, la parrocchia di Esine, nel 2004, costituiva un comitato incaricato di monitorare lo stato della chiesa e di reperire i fondi necessari a effettuare i primi urgenti lavori. Il comitato si attivava immediatamente e affidava l’incarico di redigere un progetto di restauro conservativo all’architetto Carlotta Coccoli. Nell’aprile 2005, su richiesta della Soprintendenza, venivano effettuati alcuni sondaggi archeologici all’interno e all’esterno che portavano alla luce resti dell’antica pavimentazione in pietra e di alcune interessanti sepolture. Contemporaneamente, da parte del Centro Bozza di Milano, venivano avviate approfondite immagini microclimatiche tese a diagnosticare le reali cause di degrado della chiesa e a indicare gli interventi necessari a rimuoverle. Nel settembre 2012, grazie anche ad un contributo parziale della Fondazione Comunitaria Bresciana, è stata portata a termine la prima fase dei lavori di restauro conservativo, che ha comportato la costruzione di uno scannafosso lungo la parete nord, con lo scopo di creare un’intercapedine fra la parete perimetrale della chiesa e il terreno circostante. Allo stesso tempo, lo scannafosso costituirà un efficiente sistema di allontanamento delle acque meteoriche dai muri e dalle fondazioni, per eliminare l’umidità

che compromette la stabilità dell’edificio. Si rendono ora necessarie altre opere per eliminare le altre cause di degrado: la sistemazione e l’impermeabilizzazione del tetto; l’adeguamento dell’edificio alle normative antisismiche; un intervento specifico sugli intonaci interni ed esterni; la sistemazione della pavimentazione; il restauro completo degli affreschi (già messi in sicurezza nella fase iniziale degli interventi). Nonostante il periodo difficile per tutti, il Comitato promotore ha deciso di lanciare una gara di solidarietà rivolta ai cittadini esinesi, ma non solo, per sostenere una tradizione centenaria e una struttura che nel tempo ha caratterizzato in modo marcato e significativo le comunità della Val Grigna. L’appello cooperativo, rivolto in primis ai propri soci da Cassa Padana, potrà concretizzarsi in questi modi: • acquistando un coppo al prezzo simbolico di € 15,00 o, in alternativa, acquistando 1 mq composto da 32 coppi (€ 500,00); • facendo una semplice donazione sul conto corrente aperto presso la filiale di Esine, codice Iban IT79 S083 4054 4900 0000 0000 510.

info Comitato Restauro SS. Trinità Mauro Moraschini 328 9474682 mmoraschini@alice.it

Nei prossimi mesi Cassa Padana attiverà altre iniziative di raccolta fondi dedicate al progetto di restauro dell’importante monumento storico camuno e procederà alla realizzazione di un sito internet che seguirà passo passo il progetto. ●

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I n o s t ri pr o g e t t i a br e scia

Al vostro servizio

Dal 1° gennaio, collaborazione fra Cassa Padana e Acli A chi rivolgersi per la predisposizione di un indicatore ISEE o di un contratto di locazione? Quanto potrà costare una dichiarazione di successione? Come incontrare una badante alle cui cure affidare un familiare in stato di bisogno? Le risposte allo sportello Acli nelle filiali di Cassa Padana.

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on è sempre facile trovare soluzioni adatte, semplici e non troppo onerose per risolvere queste e altre situazioni che ormai coinvolgono la vita di tutti. Proprio per soddisfare questi bisogni, Cassa Padana, da sempre molto attenta alle esigenze dei propri soci e dei propri clienti, e più diffusamente ai bisogni della collettività, ha deciso di attivare alcuni servizi in collaborazione con un partner già attivo, accreditato nel settore. L’associazione ACLI vanta una storia pluridecennale di so-

di Fabio Ardigò | fabio.ardigo@cassapadana.it

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lidarietà e di promozione sociale, realizzata anche attraverso l’offerta di servizi destinati a diversi soggetti sociali, innanzitutto alle famiglie. È stato quindi naturale attivare, con grande soddisfazione per entrambe le parti, una collaborazione fra Cassa Padana e Acli Servizi Brescia srl – braccio operativo dell’Associazione Acli Provinciale di Brescia – che da tempo offre un’amplissima gamma di servizi tra i quali, in questa fase di avvio della collaborazione, ne sono stati selezionati alcuni, con grado di


interesse particolarmente elevato e con un apprezzamento da parte del pubblico in costante crescita. Innanzitutto viene offerto gratuitamente un servizio di consulenza previdenziale e assistenziale riguardante le pensioni di reversibilità, che vengono erogate al coniuge o ad altri soggetti familiari di un lavoratore deceduto. Il servizio successioni consiste, oltre che in un’adeguata attività di consulenza, anche nella redazione e registrazione della dichiarazione di successione. Con il servizio colf/badanti si vuole dare l’opportunità alla clientela di incontrare badanti selezionate e conosciute, positivamente sperimentate in precedenti esperienze lavorative. Il momento della selezione è già di per sé cruciale per affrontare una scelta delicata, ma con questo servizio si vuole anche accompagnare il cliente in tutti gli adempimenti necessari che riguardano il Contratto Collettivo Nazionale e in tutte le pratiche relative al contratto e alla contabilità collegata. Il servizio contratti di locazione è stato pensato per affiancare i clienti in tutte le fasi legate ad un contratto di locazione vero e proprio: dall’individuazione della tipologia di contratto più appropriata e dei possibili differenti regimi fiscali, alla stesura e registrazione, fino alla gestione degli adempimenti delle annualità successive.

A completamento di questa prima offerta e ritenendo di fare cosa gradita alla clientela, si è pensato di offrire gratuitamente il servizio ISE/ISEE, finalizzato alla predisposizione dell’indicatore necessario per usufruire di prestazioni sociali agevolate. La collaborazione fra Cassa Padana e Acli Servizi è stata formalizzata tramite una convenzione, della durata di un anno, che è entrata in vigore il 1° gennaio 2013, inizialmente per la sola provincia di Brescia, ma con l’intenzione di riproporla negli anni successivi, possibilmente con un’estensione dei servizi offerti e presso tutte le filiali della banca. Il servizio verrà offerto grazie alla presenza di un operatore di Acli Servizi che, in giornate prestabilite e con cadenza bisettimanale, avrà a disposizione un ufficio dedicato nelle filiali Cassa Padana di Leno centro, Brescia, Esine e Gardone Val Trompia, per incontrare i soci e i clienti residenti nelle relative aree di competenza. Per i servizi non gratuiti, i soci della banca godranno di un trattamento privilegiato in termini di condizioni economiche. Per tutti, in ogni caso, il trattamento sarà a condizioni molto favorevoli rispetto a quanto generalmente praticato sul mercato. Per informazioni più dettagliate i soci e i clienti possono recarsi presso tutte le filiali della provincia di Brescia, dove i dipendenti di Cassa Padana sapranno fornire le prime indicazioni e fissare gli appuntamenti. ●

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L A G I O R N A T A DELL A MEMO R I A i n va l LE ca m o n ica

Una seconda vita

Dal passo dell’Aprica alla libertà di Valerio Gardoni | valerio.gardoni@popolis.it

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“Egli ordinò loro di recarsi subito alla stazione ferroviaria dove il treno con gli internati a bordo era in attesa di partire per portarli in Croazia. Sarebbero stati liberati. In una frazione di secondo presi la mia decisione e dissi «Io rimango qui. Se volete seguire il mio consiglio, non andate neppure voi». Nessuno di loro volle rimanere, così scaricai il mio bagaglio dal carro e li abbracciai. Le nostre strade si divisero. La mia condusse alla libertà, la loro alla morte”.

L

a testimonianza è di Edo Neufeld, avvocato croato di fede ebraica. È il febbraio 1942, Edo Neufeld e altri 200 ebrei sono i protagonisti di un singolare fatto accaduto lontano dai campi di sterminio nazisti: sul passo dell’Aprica tra la provincia di Brescia e quella di Sondrio, tra l’alta Valcamonica e la Valtellina. Ancor più singolare è che a raccontarlo in un libro di fresca traduzione, “Una seconda vita” (che sarà presto presentato in Valcamonica), sia un neo-zelandese, docente di fisica nucleare a Auckland. È il 1983 quando Alan Poletti arriva in Valtellina sulle tracce del nonno Giovanni di Villa di Tirano. In quel primo viaggio inciampa in don Cirillo Vitali, da quarant’anni parroco tra quelle montagne. Di lui si narra che fosse stato un contrabbandiere di merci per i suoi parrocchiani. Ma soprattutto, con don Giuseppe Carozzi, un capitano della finanza e un maresciallo dei carabinieri, fu protagonista della fuga di più di 200 ebrei dall’Aprica alla Svizzera nel settembre 1943. Una vicenda rimasta sepolta nella memoria, ma che narra del fraterno rapporto venutosi a creare tra gli ebrei al confino all’Aprica e i montanari del passo.

Cosa ci facevano duecento ebrei croati al passo dell’Aprica? È un fatto che fa parte della confusione politica e sociale dei tempi bui del regime, ma che ha un inizio ben preciso. Dopo l’invasione nazi-fascista dei Balcani, molte famiglie ebree fuggirono dalle terribili grinfie degli Ustascia, fascisti croati antisemiti, che resero il compito facile ai nazisti e ai fascisti italiani sterminando migliaia di persone. Non tutti gli ebrei in fuga riuscirono ad arrivare in Italia. Molti furono rispediti nella ex Jugoslavia. L’avvocato Edo Neufeld e la sua famiglia, dopo varie peripezie, finirono al confino al passo dell’Aprica. Nella primavera 1942 l’avvocato Edo Neufeld e la sua famiglia si ritrovarono al passo con altri 200 ebrei, per la maggior parte loro connazionali. Sino all’8 settembre 1943 la vita al passo dell’Aprica per le famiglie ebree fu tranquilla, senza torri di guardia e filo spinato, né camere a gas. Si instaurò un ottimo rapporto con i montanari che accolsero i confinati nelle loro case, insegnarono a zappare la terra e coltivare i prodotti dei monti. I croati si organizzarono facendo arrivare cibo e altri generi di prima necessità da Edolo o da Ponte di Legno. Nel frattempo le notizie che trapelavano dall’Italia e soprattutto dalla Germania erano inquietanti: le leggi razziali non lasciavano scampo e, dopo l’8 settembre, si decise la fuga. In pochi giorni, i 200 ebrei dell’Aprica, al calar della notte, presero la via dei sentieri dei contrabbandieri verso il confine elvetico. Nelle stesse ore i nazisti erano già a Ponte di Legno, nella parte bresciana, e avevano occupato Sondrio. Il 12 settembre i fuggiaschi erano bloccati al confine nel Cantone dei Grigioni e la mattina del 13 Heinrich Rothmund, capo della polizia di confine svizzera, diede l’ordine ai suoi subalterni non solo di accettare i profughi ebrei, ma di aiutarli e considerarli benvenuti. In questa “fuga per la vita” fu vitale la collaborazione dei due parroci, del brigadiere dei carabinieri Bruno Pilat, del capitano della finanza Leonardo Marinelli, dei contrabbandieri e della gente delle montagne camune e della Valtellina. Alan Poletti con una inchiesta accurata (ha contattato anche le due figlie di Neufeld che nel ‘43 avevano 5 e 9 anni) e con la costanza della ricerca dei sopravvissuti o dei loro eredi ha costruito una storia che riordina le vicende delle nostre genti. La fuga anche di una sola persona dalla morte è sempre un avvenimento da festeggiare. Il libro: “Una seconda vita” è edito dalle Edizioni del Museo Etnografico Tiranese e dal Comune dell’Aprica con la traduzione dall’inglese di Milva Genetti. ●

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l a fi l ia l e

Bovolone,

babele contemporanea di Francesco Bedon francesco.bedon@cassapadana.it

A

20 km da Verona, con i suoi 16.050 abitanti, Bovolone è il decimo comune della provincia. Acquisita l’attuale denominazione in epoca Longobarda, nel 1117 il villaggio venne quasi completamente distrutto da un violento terremoto e la ricostruzione che ne seguĂŹ permise di trasferire il centro del paese dalla zona valliva, oggi parzialmente occupata dal parco Valle del Menago, all’attuale posizione. Altro importante crocevia temporale fu il 1300 quando venne messo a disposizione della cittadinanza un ospedale, costruito grazie a una donazione da par-

Da sinistra: Francesco Bedon, Davide Ambroso, Michele Menini e Nicola De Angeli

La filiale Cassa Padana, inaugurata solo due anni fa, nonostante le avverse condizioni economiche, ha raggiunto un montante complessivo superiore ai 23 milioni di euro in progressivo incremento 18


te della madre di Cangrande della Scala. Dal secondo dopoguerra a oggi il paese ha vissuto un importante sviluppo economico, immobiliare e demografico, con un crescente numero di abitanti alimentato, anche, da una importantissima presenza di cittadini stranieri, pari all’11,5%, un valore tra i più alti di tutto il territorio nazionale. In quanto parte integrante (assieme alla vicina Cerea) del distretto del mobile, l’economia di Bovolone non può prescindere dall’arte della lavorazione del legno, con particolare attenzione nei confronti del mobile classico. Molto diffusa è anche l’agricoltura, in particolar modo la coltivazione del tabacco, motivo per cui nel 2007 Bovolone è stata denominata dall’UE “città del tabacco”. Uno degli eventi che maggiormente caratterizza il paese è la Fiera di San Biagio, un riferimento regionale e nazionale per tutto il settore agricolo, e che si terrà dal 2 al 5 febbraio 2013 per la 734a edizione. Con queste premesse, pur in un contesto macroeconomico particolarmente avverso, la filiale Cassa Padana di Bovolone, inaugurata solo due anni fa in via Garibaldi 60, ha raggiunto un montante complessivo superiore ai 23 milioni di euro, in progressivo incremento. La clientela, formata prevalentemente da privati e da piccole aziende locali (e rappresentata da un più che discreto numero di soci), ha apprezzato appieno i princìpi del credito cooperativo in generale e di Cassa Padana in particolare, comprendendone motivazioni, finalita, lungimiranza. ●

Il tesoretto di San Giovanni Battista in campagna Luigino Massagrandi | prolocobovolone@libero.it

P

ercorrendo la provinciale BovoloneConcamarise, si incontra, tra il verde, l’antica Pieve di San Giovanni Battista in Campagna. Il complesso è adagiato in un luogo ameno dove si respira un’atmosfera di spiritualità che richiama le sue origini, che probabilmente risalgono al V secolo, anche se la prima documentazione risale alla pagina firmitatis rogata il 24 giugno dell’ 813. Da questo documento si deduce che Bovolone era una corte appartenente al Vescovato di Verona e che nel suo ambito esisteva una Pieve, poiché dall’età carolingia le decime erano un tributo che doveva essere versato alle chiese battesimali, ossia alle Pievi. Le pievi erano dotate di Battistero. Il complesso è stato costruito in una zona apparentemente isolata, ma esercitava l’attività religiosa nel circondario dei comuni di Salizzole, Concamarise, Bionde di Visegna e Bovolone. L’antico centro di cristianità, ritornato al suo splendore e impegno religioso, ha una pianta architettonica che è disposta ad ovest (il tramonto, le tenebre) con il Battistero ottagonale e la Basilica absidata rivolta ad est (il sorgere del sole). Una simbologia che significa il riscatto dai peccati (le tenebre) e la rinascita con il battesimo (la luce). Il complesso è costituito da tre edifici ravvicinati, approssimativamente allineati lungo un’asse est-ovest: ad oriente la chiesa, adibita dal 1771 fino ad anni recenti prima a residenza e quindi a rustico; al centro una casa colonica settecentesca contigua all’angolo nordovest della chiesa; appena più ad occidente il corpo ottagonale del battistero romanico, ristrutturato ed ampliato nel XVI e sul finire del XVIII secolo. Tutto il complesso ecclesiastico è stato restituito ora al culto ed è frequentato per funzioni religiose, matrimoni, battesimi, cresime, oltre ad essere meta di visite turistiche. Durante recenti indagini archeologiche della Soprintendenza è stato scoperto un interessante ripostiglio monetale, composto da 129 monete in lega di rame, argento, tracce di piombo e tracce d’oro. Le monete erano contenute in un recipiente di terracotta interrato vicino ad un sepolcro di giovane e sono denari enriciani della zecca di Verona, collocabili nella seconda metà del secolo XII. Il complesso è visitabile, su richiesta, contattando la Pro Loco di Bovolone.

info Pro Loco Bovolone 045 7103585, prolocobovolone@libero.it

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l a ba n ca a l t u o s e rvi z i o

PMI lombarde, arrivano i fondi Risorse disponibili per il Fondo di Rotazione per l’imprenditorialità

È

aperto in Lombardia il Fondo di Rotazione per l’Imprenditorialità (FRIM) che sostiene gli investimenti delle piccole e medie imprese del settore manifatturiero, costruzioni, servizi (con alcune limitazioni) e artigianato. Sono tre le linee di finanziamento attivate: sviluppo aziendale, crescita dimensionale e trasferimento di impresa. Il sostegno è diretto alla realizzazione di nuovi investimenti di ammodernamento e ampliamento produttivo, all’acquisizione di partecipazioni al capitale d’impresa terza non collegata, nonché ad operazioni di acquisizione d’impresa da parte di nuove società di capitale costituite da persone fisiche, anche con l’obiettivo di favorire il passaggio generazionale. L’importo del contributo regionale va da un minimo di 20 mila euro a un massimo di 1,5 milioni di euro ed è concesso tramite cofinanziamento a medio termine o locazione di beni strumentali. Per le linee sviluppo aziendale e crescita il sostegno è al 100% (50% per la linea trasferimento), metà tramite intervento del Fondo Regionale al tasso dello 0,5% fisso annuo e il restante 50% tramite risorse degli istituti di credito convenzionati. Il programma di investimenti, che deve essere avviato successivamente alla presentazione della domanda, consente di finanziare: opere murarie, opere di bonifica, impiantistica e costi assimilati (fino al 40%); macchinari, impianti ed attrezzature, arredi (nuovi di fabbrica o usati); software & hardware (fino al 10%); l’acquisizione di marchi, di brevetti e di licenze di produzione; spese di commissione per garanzie (max 2% del programma di investimento ammissibile); spese generali (max 10%). La valutazione delle domande d’intervento avviene mediante procedura valutativa a sportello secondo l’ordine cronologico di presentazione e fino ad esaurimento dei fondi disponibili. Da inizio anno la Regione ha già assegnato circa 35 milioni di euro a fronte di 157 progetti di investimento. ●

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di Marco Tabladini

info Gruppo Impresa Tel 030 23.069.04 info@gruppoimpresa.it www.gruppoimpresa.it Regione Lombardia www.regione.lombardia.it


i n c o n t ri

la vita, dopo il terremoto di Macri Puricelli macri.puricelli@popolis.it

E

va Burini ha occhi grandi e neri. Sembra una ragazzina. Invece ha 39 anni e due bambine, Valentina di 11 e Sara di 8. Abitano a Sant’Agostino, in provincia di Ferrara e lì, nel maggio 2012, hanno vissuto e subìto il terremoto. Si sono salvate. La loro casa non ha avuto grandi danni. Ma in pochi secondi tutta la loro vita è stata sconvolta e travolta. In un attimo Eva ha perso i lavori che le permettevano, a un anno dalla separazione dal marito, di arrivare a fine mese e mantenere la famiglia. Insegnava al doposcuola dell’oratorio. Ma il terremoto ha reso inagibili i locali e il doposcuola è stato cancellato. Lavorava in una gioielleria di Cento. Ma il terremoto ha messo in ginocchio il commercio e lei è stata licenziata. “Sono rimasta senza lavoro per un lungo mese. Non ho pianto tutto il giorno solo per le mie figlie. E per loro ho rialzato la testa e mi sono detta: dai Eva, c’è chi con questo maledetto terremoto ha perso molto ma molto di più. Tu hai la casa, la salute, le bambine. Devi rialzarti, devi darti da fare perché la vita deve continuare”. Così ha fatto Eva. Da giugno a settembre ha lavorato alla mensa della base aeronatica. Poi di notte andava alla Conad ad allestire gli scaffali. Dagli scaffali è passata alla gestione della pagina Facebook del supermercato. E da lì anche a quella del gruppo AiutiAMOci che da mesi – in collaborazione anche con la filiale di Cassa Padana di Ferrara – sta aiutando con piccole e grandi iniziative i terremotati delle province di Ferrara e Modena. Oggi Eva ha quattro lavori che le occupano tutta la giornata: fa la commessa in un negozio di abbigliamento, è tornata alla gioielleria con un contratto a tempo, allestisce gli scaffali della Conad di Molinella, nel bolognese, e cura l’aggiornamento della pagina Facebook. “E in garage ho tutti gli aiuti per chi sta peggio. Quelli che recuperiamo con AiutiAMOci. Ce l’ho fatta. Mi sono ripresa la vita. Ora penso a tutti gli altri”. ●

Louisiana Blues Summit in concerto

U

n altro passo di solidarietà – organizzato in collaborazione con Comune di Ferrara, Arci e Cassa Padana – per contribuire alla raccolta fondi del comitato AiutiAMOci. L’11 gennaio, alle 21.30, nella Sala Estense di Ferrara, 380 persone paganti contribuiranno con i loro 20 euro a testa ad acquistare moduli abitativi per i terremotati. Assieme al trio, composto dai musicisti Federico Pellegrini (voce e harp), Fabrizio Sauro (voce e slide guitar) e Bruno Corticelli (acoustic guitar e basso), ci sarà anche Ella Armstrong (figlia del mitico Louis) che arriverà da Londra per cantare tre brani. Atteso anche “l’uomo farfalla”, al secolo Tazio Gavioli da Cavezzo, star dello Show dei Record di Canale 5.

info Fabrizio Berveglieri, 337 627680

info www.facebook.com/daiAiutiAMOci 21


agenda a cura di Valentina Bragazzi

valentina.bragazzi@popolis.it

> MOSTRE NeoRealismo. La nuova immagine in Italia 1932-1960 Fino al 27 gennaio Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri Cortile del Tribunale (Verona)

Info: Tel. 045 8077490

> INCONTRI “Campane sull’acqua” di Giuseppe Ghisani 17 gennaio Associazione Concordia, via Patrioti 71/73 Pieve San Giacomo Cremona

Africamix Contaminarte. Mostra di arte contemporanea Fino al 7 aprile Museo Africano, Vicolo Pozzo, 1 zona Piazza Isolo/San Giovanni in Valle (Verona)

Info: Tel. 045 8092199

Rifrazioni di Paolo Ciabattini

Info: Tel. 037264172

Fino al 12 gennaio via Emilia Santo Stefano 25, Reggio Emilia

Verdi e… l’opera monumentale: parla il pittore Virginio Lini 31 gennaio Associazione Concordia, via Patrioti 71/73 Pieve San Giacomo Cremona

Info: www.fondazionedominatoleonense.it

Info: Tel. 037264172

Paesaggi agrari. L’irrinunciabile eredità scientifica di Emilio Sereni Fino a marzo Biblioteca Museo Cervi, Gattatico, Reggio Emilia

Info: http://www.fratellicervi.it/

Saving Ecology Through Art di Zhu Renmin Fino all’11 Maggio Filiale Cassa Padana – Via Valle Camonica 12, Brescia Dal lunedì al venerdì orario: 8-13 / 14.30-17 Ingresso gratuito

Info: www.fondazionedominatoleonense.it

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> TEATRO Mater Strangosciàs Sabato 26 gennaio - ore 21,15 Teatro G. Galilei, Piazza Aldo Moro Romanengo (Cremona)

Info: Tel. 0373 72 92 63 Il Burbero Benefico 30 gennaio – ore 16.00 e ore 21.00 Teatro Santa Giulia - Villaggio Prealpino (Brescia)

Info: Tel. 045 4753021


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