Popolis - Gennaio 2012

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Mensile di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa

Oltre la crisi con nuovi modelli di cooperazione

IN QUESTO NUMERO

2012: verso la Banca dei territori, con passione e solidarietà

Anno 10

01 gennaio 2012

Vivere Cremona, la città corre sul web


s om m a r i o

4-5-6 Oltre la crisi con nuovi modelli di cooperazione Incontro con Felice Scalvini, coopresidente di Cooperative Europe

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10 Popolis, periodico mensile di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000 Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia

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2012: verso la Banca dei territori, fra passione, cooperazione e solidarietà

2011, un anno di Cassa Padana

Educazione al risparmio: Carte di debito e di credito, strumenti di pagamento e non di finanziamento Al via le reti d’impresa

12-13 Vicofertile, vivacità ed intraprendenza a due passi dalla città

Redazione Macri Puricelli, direttore macri.puricelli@popolis.it

Visita alla pieve di San Geminiano

Lidia Sbarbada, coordinamento lidia.sbarbada@cassapadana.it

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Armando Rossi e Debora Zanini, immagini armando.rossi@popolis.it debora.zanini@popolis.it

La Palestina in Italia Cresce il progetto di collaborazione fra Cassa Padana e Parc, la più grande organizzazione non governativa palestinese

Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Tel. 030-9040270 rivista@ popolis.it Comitato di redazione Franco Aliprandi, Stefano Boffini, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Macri Puricelli, Armando Rossi, Lidia Sbarbada Hanno collaborato a questo numero: Elisabetta Berto, Marco Bortoli, Valentina Bragazzi, Stefano Boffini, Valerio Gardoni, Valeria Gasperi, Barbara Ponzoni, Laura Simoncelli, Silvano Treccani Fotografie: Valerio Gardoni e Daniela Iazzi

16-17 Coraggio, integrità, passione, sacrificio. Il lungo cammino verso un’Africa unita Intervista a Samia Nkrumah, ospite di Cassa Padana in occasione della presentazione del libro “Africa must unite”

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In copertina: tessuto ghanese kante Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs) Sfoglia questo numero e gli arretrati su: http://issuu.com/popoliswww.popolis.it

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La Libertà costa cara molto

20-21 Una bellissima storia in musica Giovani professionisti per un progetto dedicato al territorio: Massimo Santaniello racconta l’Orchestra Filarmonica Veneta di Legnago

https://www.facebook.com/pages/ Popolis/138224646437 http://twitter.com/popolisweb

Vivere Cremona, la città corre sul web

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Ag e n da


ed i t o r i ale

Benvenuti! Benvenute! Con questo numero di Popolis iniziano a ricevere la rivista anche i soci provenienti dalla ex Banca Veneta 1896, insieme ad alcune realtà di riferimento di un territorio che comprende il Basso Veronese, il Polesine e la provincia di Ferrara. A tutti rivolgo il mio più caloroso benvenuto in Cassa Padana. Sentitevi da subito a casa vostra. In Cassa Padana non ci sono soci di serie A e soci di serie B, territori di serie A e territori di serie B. Non è un semplice auspicio, ma è la storia passata ad essere una concreta testimonianza che nei fatti è così. Siamo una banca accogliente, dove i soci provenienti da diverse esperienze e comunità locali si sono integrati pienamente e danno il loro importante contributo allo sviluppo del nostro istituto di credito. Abbiamo sviluppato negli anni un modello di banca pronta a dare e a ricevere dalle realtà con cui si condividono valori e con cui si compiono insieme strade comuni. È il principio di reciprocità che porta a contaminare e ad essere positivamente contaminati. È un modo per crescere tutti e ci aiuta nell’obiettivo di realizzare una sempre migliore aderenza alla missione importante che una banca di credito cooperativo è chiamata a compiere nelle comunità locali dove opera. Ci aspettiamo quindi molto dai nuovi soci e territori che entrano nella famiglia di Cassa Padana.

Vittorio Biemmi Presidenta Cassa Padana BCC

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IN PRIMO PIANO

Oltre la crisi con nuovi modelli di cooperazione

Incontro con Felice Scalvini, coopresidente di Cooperative Europe e vicepresidente dell’ICA, l’organizzazione mondiale delle cooperative.

di Stefano Boffini |

stefano.boffini@cassapadana.it

S

i è sempre detto che la cooperazione svolge una funzione anticiclica. Per questa crisi ciò non sembra essere più vero. Aggiungiamo la riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato per i servizi e un inasprimento del carico fiscale. Come sarà allora il futuro della cooperazione? È schematico e semplicistico affermare che la cooperazione svolga una funzione anticiclica. Cosa significa? Che le crisi fanno bene alla cooperazione? Non direi, anche perché bisogna distinguere fra la cooperazione esistente e la cooperazione che può nascere. La prima non può non soffrire come tutti gli altri nell’attuale contesto di difficoltà. Con una caratteristica importante. Ha capacità più alte di resilienza, cioè di flessibilità e resistenza attraverso l’adattamento, rispetto al resto delle imprese. Dall’Osservatorio mondiale ciò emerge in modo chiaro. C’è poi la nuova cooperazione. Per la quale, come sempre, è poco rilevante che ci siano capitali disponibili in partenza. Il terreno in cui germoglia l’impresa cooperativa è infatti quello caratterizzato

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dalla assenza di capitali. Quando vi è disponibilità di capitali nascono altri tipi d’impresa. Quindi nell’attuale deserto della finanza che lascia a secco tutti, è naturale che la forma di impresa che ha più possibilità di nascere sia quella cooperativa. Il problema della mancanza di capitale per la nascita delle nuove cooperative è quindi un falso problema, perché queste nascono per gestire in modo organizzato un bisogno, proprio quando non c’è capitale. Se cento anni fa i soci fondatori della Cra di Leno avessero avuto i soldi, non avrebbero costituito una banca cooperativa, ma una società di capitali!

Ma in quali settori nasceranno queste cooperative? Lo spazio per la cooperazione continua ad essere legato ai bisogni tradizionali di consumare, abitare, lavorare, risparmiare, ecc., ma espressi e organizzati secondo paradigmi nuovi. Ad esempio non si può parlare di cooperative di costruzione edilizia, ma di housing sociale territoriale. E poi cooperative per il consumo a km 0, per gruppi di acquisto solidale, per finanza di comunità, cooperazione per l’acquisto di tecnologia da parte degli artigiani, per fare degli altri esempi. La novità rispetto al passato è che le cooperative oggi partono da bisogni più complessi e di conseguenza debbono affinare e sofisticare la loro tecnologia organizzativa.

nere che è un difetto qualsiasi tecnologia sofisticata. La cooperazione cambia in meglio la vita delle persone perché incorpora necessariamente una tecnologia organizzativa molto particolare, che va usata bene e rispettata. Vengo da un incontro coi vertici del gruppo bancario cooperativo Desjardins, del Quebec. Il primo dato che comunicano è quello relativo ai 2.500 amministratori delle loro casse cooperative locali, prima ancora della tripla A di rating o dei 40.000 addetti. Per loro la struttura della governance è l’elemento centrale del loro successo. Soprattutto crescendo in dimensione bisogna dotarsi di strutture di governance più sofisticate. Se ci si riesce allora le prospettive possono essere straordinarie, come dimostra il gruppo Mondragon, altrimenti dopo apparenti successi esplodono i guai, vedi Unipol, per esempio.

Ma qual è la questione cruciale della governance? Innanzitutto va instaurata una robusta ed equilibrata dialettica fra struttura operativa e consigli di amministrazione. Quando c’è di fatto un uomo solo al comando, prima o poi lo si paga. In generale

Manuel Rabinez, presidente del consiglio mondiale delle cooperative di risparmio e credito e del Fenacrep con cui abbiamo sviluppato un progetto di cooperazione in Perù, dice che il pregio delle cooperative è di cambiare in meglio la vita delle persone. Il difetto è la governance. No, assolutamente. Dire che la governance è un difetto è come soste-

Felice Scalvini 5


IN PRIMO PIANO

bisogna qualificare e irrobustire gli organi societari. Serve molta formazione dei presidenti innanzitutto e dei consiglieri, non solo di tipo valoriale, ma rivolta soprattutto a dar loro gli strumenti per far funzionare bene il sistema di rappresentanza della base sociale e di orientamento/controllo della struttura operativa. E poi bisogna alimentare un costante ricambio nella composizione degli organi e nelle presidenze.

In merito alla cooperazione sociale, quali sono i tratti di innovazione che si immagina per il futuro e che contributo può venire da Brescia, che ne è da sempre cuore e motore? Innovazione è tornare a costruire legami forti con la comunità. Se finisci a fare solo il subappaltatore dell’ente pubblico, alla fine ti metti a fare un mestiere diverso dal cooperatore. La cooperazione deve tornare a incorporare intorno ai bisogni i vari soggetti di una comunità, come il volontariato, le famiglie, le istituzioni. Guardare alle comunità locali non significa rinunciare alle economie di scala, ma è diverso il modo con cui nella cooperazione vanno raggiunte: i consorzi, i gruppi ed in generali le reti permettono di conseguire tanto i vantaggi dimensionali quanto quelli del contatto stretto col territorio. Ancora una volta il punto è quello di usare bene una specifica tecnologia organizzativa, più sofisticata di quella che va per la maggiore.

Ma la “cooperazione fra cooperative”, insita nei nostri principi, è difficile da rendere su basi effettive e progettuali… La formazione e la letteratura economica e manageriale teorizzano, celebrano e insegnano la concorrenza. È evidente che l’idea di cooperare tra soggetti imprenditoriali finisca per essere minoritaria anche tra i cooperatori. Anche nella cooperazione sociale si va a scuola di found raising e lì ti spiegano che devi competere. Competere su tutto, sugli appalti, sul marketing, sul reperimento delle risorse. È difficile proporre diversi punti di vista. Quando ai miei studenti dico che approfondiremo il tema dell’analisi cooperativa, mi guardano stupiti. Loro, in pianificazione strategica e marketing, hanno studiato l’analisi competitiva come unico approccio razionale. L’ideologia dominante è quella della concorrenza. Anche qui torna il tema della diversità della nostra 6

tecnologia organizzativa. Ma molti dirigenti cooperativi sembrano essersene totalmente dimenticati.

Alcuni fattori, come la dimensione e l’internazionalizzazione, sono punti nodali anche per le imprese cooperative, almeno per alcune tipologie. Come evitare perdita di identità e radicamento territoriale? Come evitare di muoversi come una Spa? Non è detto che piccola dimensione in sé significhi maggiore coerenza cooperativa. Diciamo che è più facile e meno sofisticata la governance cooperativa al di sotto di una certa soglia dimensionale. Ma la sfida epocale è quella della coerenza cooperativa nella grande dimensione. Una sfida che la cooperazione gioca in ritardo rispetto alle altre forme d’impresa. Nelle società di capitali vi sono ormai normative diverse a seconda della dimensione patrimoniale e societaria: le società quotate, che hanno migliaia di soci hanno norme specifiche e puntuali. Nelle cooperative è ragionevole che quelle con migliaia di soci siano regolate con lo stesso apparato normativo di quelle con 10 soci? Alla fine l’assenza di articolazione e sofisticazione normativa diviene un boomerang. Personalmente credo sarebbe opportuno un intervento legislativo specifico per regolare più puntualmente le cooperative più grandi. Non credo sia sufficiente qualche regola stabilita su base volontaristica, anche se sicuramente è meglio un po’ di autoregolamentazione piuttosto che il nulla. Riguardo il tema “internazionalizzazione”, più che internazionalizzare le cooperative, bisogna internazionalizzare il modello cooperativo, perché sono poche le cooperative che necessitano di internazionalizzare il loro business specifico. Il modello va però integrato nelle realtà locali, che presentano diverse peculiarità, molto spesso legate a specifiche fasi dello sviluppo economico. Come per certi versi sta facendo Cassa Padana con la mutualità internazionale. Raccomando però di sviluppare una conoscenza sofisticata del modello cooperativo per reinterpretarlo nei diversi contesti: non basta essere portatori di una buona esperienza, pensando che sia automaticamente trapiantabile.

E il 2012? Credo debba essere innanzitutto l’anno dell’orgoglio cooperativo, capace di spingere il miliardo di cooperatori che ci sono sulla terra a conoscersi meglio così da poter realmente fondare il polo di una economia diversa e più umana. ●


l a ba n ca a l t u o s e rvi z io

2012

verso la Banca dei territori Fra passione, cooperazione e solidarietà

di Stefano Boffini |

stefano.boffini@cassapadana.it

Il 2012 sarà un anno impegnativo. Si apre con novità importanti per Cassa Padana, frutto delle scelte strategiche realizzate nello scorso anno che ne orientano il lavoro e saranno base di ulteriori nuove azioni. Il tutto avviene in un periodo complesso, incerto e di oggettiva gravità. Banca Veneta 1896. Dal primo gennaio la fusione è operativa. Lo sforzo organizzativo vissuto a cavallo di fine anno è stato intenso. Al di là delle questioni operative vi è la necessità di una rapida omogenizzazione e soprattutto integrazione delle persone, dei soci, dei clienti, dei territori. Cassa Padana si aspetta molto da loro. È una realtà accogliente e che integra, mette a fattor comune esperienze e sensibilità diverse influenzando ed essendone influenzata. Questa predisposizione all’apertura, a contaminare ed essere contaminati positivamente, deriva dalla storia stessa di Cassa Padana. È nel suo DNA sperimentare soluzioni e strade nuove, “meticce”, come direbbe Bepi Tonello dall’Ecuador. Banca dei territori. Nel 2012 pren-

derà forma organizzativa concreta la banca dei territori. La sfida è crescere nelle dimensioni per realizzare migliori economie di scala, diversificare i rischi nei vari territori e cogliere meglio il segmento di clientela che per caratteristiche intrinseche è più vicino al mondo delle banche di credito cooperativo. Tutto ciò migliorando la conoscenza, il radicamento e la capacità di incidere a 360 gradi per la crescita nei vari territori. Nel 2012 si andranno a sperimentare nuove soluzioni organizzative che hanno nell’area il perno. Popolis, la rivista. La nuova veste grafica di Popolis sta a sottolineare che con la fusione Cassa Padana diviene una “cosa nuova”. Da oggi Popolis raggiunge anche i soci dell’ex Banca Vene-

ta 1896 che qui si devono sentire a casa loro e vedere nella rivista uno strumento utile per conoscere la realtà di Cassa Padana, il concreto dispiegarsi nel tempo delle attività svolte e quindi cogliere la visione strategica. Con questo numero inoltre Popolis viene distribuito, oltre alle banche di credito cooperativo, anche a realtà territoriali vicine al mondo di Cassa Padana. Crediamo possa essere uno strumento per conoscere meglio e fungere da spunto per iniziative, progetti, scambi. In passato abbiamo già avuto esperienze positive in tal senso. La comunicazione della Cassa è semplice, diretta e mira ad instaurare relazioni durature. Costruisce rapporti che inizialmente non fanno il “botto”, ma che danno frutti duraturi nel tempo. ●

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l a ba n ca a l t u o s e rvi z io

di Silvano Treccani |

silvano.treccani@cassapadana.it

Gennaio

Febbraio

Marzo

In banca al 31/12/2010: raccolta diretta 1.414.377 euro, impieghi 1.304.652 euro.

Mantova “Dulcissima” a Cavriana, organizzato dalla Fondazione Dominato Leonense.

Internazionale Cassa Padana in missione in Palestina per la costituzione di una cassa rurale a Betlemme.

Delegazione cinese in visita a Cassa Padana. brescia le Bcc Bresciane incontrano il vescovo Luciano Monari che ha ringraziato per i risultati del progetto di microcredito avviato nel 2008. Cremona prosegue la collaborazione fra il DelleArti Design Hotel di Cremona e la Fondazione Dominato Leonense.

Cremona all’Archivio di Stato esposizione di documenti cinquecenteschi, nell’ambito della mostra “Romanino e i pittori anticlassici”.

Valle camonica inaugurato a Esine uno sportello del CSV Brescia.

Agosto

In banca al 30/06/2011: raccolta diretta 1.372.820 euro, impieghi 1.298.803 euro.

Cremona al via il progetto “Vivere Cremona”, che prevede collaborazioni con CISVOL, Informagiovani e settori dello sport giovanile e minore.

A Leno annuale festa della Croce Bianca del Dominato Leonense.

Brescia “Spruzzi di Spirito” al Museo Mille Miglia.

Internazionale missione commerciale in Cina.

Luglio

Brescia a Leno, 9ª edizione della Fiera di San Benedetto.

Reggio Emilia presentazione di “Memorie in cammino”, partnership fra Cassa Padana, Fondazione Dominato Leonense e Museo Cervi.

Brescia al via progetto, in collaborazione con l’ASL, sulla figura del “caregiver”.

Settembre Valle camonica inaugurato a Cividate Camuno “Spazio Autismo”. Cremona a Gussola seconda edizione dell’Asino Day. Brescia seconda edizione de “All’ombra dell’Abbazia. Federico Barbarossa a Leno”, a cura dell’associazione medievale “In illo tempore…” Mantova a Cavriana nella “Casa di Beniamino” partita del cuore con la Nazionale Cantanti. Internazionale missione in Ecuador in occasione del decimo anno dall’inizio del progetto di microfinanza campesina. In banca Banca d’Italia approva il piano di fusione fra Cassa Padana e Banca Veneta 1896.

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Aprile

Maggio

Giugno

Cremona al via il restauro dell’organo “Giuseppe Rotelli” di Martignana.

In banca Internet banking: più sicurezza negli accessi con il nuovo dispositivo elettronico Token.

Verona inaugurata in filiale la mostra “DynamiCities” di Lisa Borgiani e Massimo Nidini.

Assemblea annuale dei soci. Eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione: Vittorio Biemmi e Giancarlo Voltini confermati a presidenza e a vicepresidenza.

Cremona mostra “L’altro Risorgimento. Isola Dovarese piccola pietra nel grande edificio dell’Indipendenza e il Generale Francesco Pistoja”.

Brescia a Leno in Villa Badia spettacolo “Cuore d’Italia”, per festeggiare il 150° dell’Unità d’Italia. A cura dell’associazione teatrale CaraMella.

Cremona al Centro Natura Amica di Gussola “Il primo della classe”, mostra didattica dedicata all’asino. Internazionale Progetto Ecuador 10 anni dopo: Luigi Pettinati e Bepi Tonello ne ripercorrono la storia con i dipendenti di Cassa Padana.

Brescia “Padernello a tavola”, cena itinerante tra i ristoranti del piccolo borgo. L’evento viene replicato in settembre. In banca i consigli di Amministrazione di Banca Veneta 1896 e di Cassa Padana approvano il piano di fusione fra i due istituti bancari.

un anno di Cassa Padana Ottobre

Novembre

Dicembre

Brescia secondo anno accademico della “LUBES – Libera università dei Santi Benedetto e Scolastica”.

In banca l’assemblea straordinaria dei soci approva all’unanimità la fusione di Cassa Padana con Banca Veneta 1896. Contestualmente, l’assemblea dei soci di Banca Veneta 1896 approva la fusione con Cassa Padana.

Brescia mercatini di Natale in Villa Badia organizzati in collaborazione con Proloco Brescia.

Brescia dodicesima edizione di “Tuttiateatro, Teatro per tutti”, a cura dell’associazione culturale CaraMella.

Open Day per la cittadinanza a “Villa Giuseppina” di Gottolengo, comunità residenziale per anziani sostenuta da ASL di Brescia e Cassa Padana in vista dell’apertura fissata per febbraio 2012.

Dopo Mantova, Verona e Reggio Emilia, a Padernello ultima tappa di Mantua Wine. A Leno, corsi serali organizzati dall’Associazione culturale “I fiori prendono il volo”. In banca visita di una delegazione del Parc, organizzazione non governativa della Palestina. I Consigli di Amministrazione di Bcc Valtrompia e di Cassa Padana approvano il piano di fusione fra i due istituti bancari. Popolis di carta diventa mensile.

La LABA – Libera Accademia delle Belle Arti di Brescia – a Leno in Villa Badia inaugura il 1°, 2° e 3° anno accademico del corso di Graphic Design e Multimedia. Presentazione del libro “Africa must Unite” di Kwame Nkrumah, primo presedente del Ghana indipendente. Scritto nel 1963 e ora tradotto anche in italiano grazie al contributo di Cassa Padana.

Un CD per “La messa dell’uomo disarmato”di don Luisito Bianchi.

Rinnovata la convenzione Dominato Leonense Sanità. Internazionale missione in Perù per il rinnovo del progetto di collaborazione con il FENACREP.

Cremona decima edizione della Festa del Torrone a Cremona. Cassa Padana contribuisce alla realizzazione di alcuni eventi. 9


l a ba n ca a l t u o s e rvi z io

educazione al risparmio Carte di debito e di credito, strumenti di pagamento e non di finanziamento di Laura Simoncelli |

laura.simoncelli@popolis.it

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ata come strumento per prelevare il proprio denaro depositato sul conto corrente tramite apparecchiature ATM (automated teller machine), con il tempo la “carta di debito” o “carta bancomat” si è arricchita di numerose funzioni. La maggior parte delle carte in circolazione, oltre alla funzione di prelievo, sono utilizzabili per il pagamento presso negozi, tramite terminali pos e possono essere utilizzate all’estero appoggiandosi su circuiti internazionali, come Cirrus Maestro o V-Pay. Tramite la carta molte banche consentono di effettuare ricariche telefoniche, pagamenti e versamenti di contanti e assegni grazie ad apparecchiature predisposte. Per garantire un uso sicuro dello strumento, inizialmente le carte erano dotate di una banda magnetica per il riconoscimento presso il terminale. Oggi, invece, per limitare le frodi (clonazioni) sono equipaggiate di un microchip e di un PIN da digitare prima dell’utilizzo. Le carte possono essere di “debito” o di “credito”. Il nome “carta di debito” deriva dal fatto che la somma utilizzata viene prelevata dal conto corrente del cliente nella stessa data in cui l’operazione di pagamento viene eseguita. La “carta di credito”, invece, consente di regolare il pagamento successivamente all’acquisto. ●

Le carte di credito si dividono in tre categorie: 1.Carta di credito “a saldo”: è la più comune ed è offerta come servizio aggiuntivo all’apertura di un conto corrente. Consente il pagamento della merce acquistata in un’unica rata nel mese successivo, senza oneri finanziari aggiuntivi. 2.Carta di credito revolving: consente di rateizzare il pagamento della merce acquistata. La rateizzazione comporta un costo aggiuntivo per l’acquirente, dovuto alla corresponsione degli interessi sul finanziamento. 3.Carta di credito co-branded: viene emessa da una banca o istituto finanziario, in collaborazione con una terza azienda che ne facilita la distribuzione. Viene emessa da grandi negozi di distribuzione e da qualche società di calcio. Il funzionamento è lo stesso di una carta di credito. Esiste, infine, la carta prepagata in cui l’importo a disposizione del cliente è quello precaricato sulla carta. Cassa Padana gestisce tutte le carte ad eccezione delle revolving, considerate uno strumento diseducativo in quanto inducono a indebitarsi e a pagare interessi che sfiorano il 15/20 per cento dell’importo utilizzato. 3. continua (Nel numero di Novembre 2011 di Popolis abbiamo parlato del Fido; nel numero di Dicembre 2011 abbiamo perlato di come gestire i risparmi) 10


C

Al via

le reti d’impresa di Marco Bortoli |

info@gruppoimpresa.it

Info Gruppo Impresa Tel 030 23.069.04 www.gruppoimpresa.it

Agenzia delle Entrate http://www.agenziaentrate.gov.it/ Agevolazioni imprese appartenenti a “Reti imprese”

esce l’interesse sul tema delle reti di impresa: secondo i dati elaborati da InfoCamere sono 197 i contratti di rete stipulati al 1° novembre. Ad oggi sono interessate 84 Province e 19 Regioni italiane per un numero complessivo di aziende coinvolte pari a 957. Quali sono i vantaggi dell’aggregazione? Con il contratto di rete due o più imprese si obbligano ad esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato. Le aggregazioni possono essere finalizzate ad esempio all’allargamento del mercato (penetrazione commerciale all’estero), al miglioramento logistico e organizzativo, allo sviluppo di nuovi processi e/o prodotti (condivisione dei costi di ricerca) o alla creazione e/o il consolidamento di marchi e brand territoriali. A beneficiare degli incentivi tutte quelle imprese che si aggregano in rete attraverso un contratto e che uniscono, a riserva, una quota degli utili di esercizio per un fondo patrimoniale comune, con cui realizzare gli investimenti previsti dal contratto stesso. L’agevolazione consiste in una sospensione d’imposta della quota degli utili dell’esercizio destinata, fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2012, al fondo patrimoniale comune o al patrimonio destinato all’affare. L’importo che non concorre alla formazione del reddito d’impresa non può comunque superare il limite di 1 milione di euro per ciascun periodo d’imposta. L’agevolazione può essere fruita solo con il versamento del saldo delle imposte sui redditi (Irpef e Ires) dovute per il periodo d’imposta relativo all’esercizio cui si riferiscono gli utili destinati al fondo patrimoniale comune o al patrimonio destinato all’affare. Fra i requisiti di ammissibilità dell’intervento, ricordiamo che il programma di rete deve essere preventivamente asseverato dagli organismi abilitati. Per ottenere il beneficio fiscale le imprese interessate devono presentare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate nel periodo compreso tra il 2 maggio e il 23 maggio di ciascun anno. L’Agenzia comunicherà poi, con appositi provvedimenti, la percentuale massima del risparmio d’imposta spettante per ciascuna annualità. ● 11


l a fi l ia l e

vicofertile

vivacità e intraprendenza a due passi dalla città

di Valentina Bragazzi valentina.bragazzi@popolis.it

Gia n pao l o A n a d o t t i , responsabile della filiale Cassa Padana di Vicofertile in provincia di Parma è nato a Casalmaggiore il 15 aprile 1966, vive a Gussola nel cremonese con la moglie Sabrina e i loro due figli, Elena 12 anni e Michele di 6 anni con i quali condivide la passione per gli sport motoristici. Pratica footing almeno tre volte a settimana e da un anno ha ripreso a pescare, hobby che aveva accantonato e ora riscoperto insieme al figlio Michele. Non si perde nemmeno una partita di basket della figlia Elena. Dopo aver conseguito il diploma di ragioneria presso l’ITC E.S. di Viadana e aver fatto il servizio militare, Gianpaolo ha iniziato a lavorare presso uno studio professionale e dal 1990 al 1993 in esattoria come ufficiale esattoriale.

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«A

marzo del 1993” ci racconta “sono entrato a far parte del gruppo della Cassa Rurale di Gussola. La fusione fra questa e la Cassa Rurale della Bassa Bresciana, avvenuta nello stesso anno, mi porta in veste di vice responsabile alla Filiale di Martignana Po dove rimango fino all’apertura della filiale di Cella Dati, nella quale svolgo la mia prima esperienza da responsabile. Difficile dimenticare il giorno dell’apertura della

filiale, condiviso con il collega Raschi, fra emozione, smarrimento, eccitazione e tanto entusiasmo. Nel 2002 torno come responsabile a Martignana Po, dove ritrovo tante persone conosciute e un particolare attaccamento alla “banca del paese”. Nel 2008 lascio Martignana Po, con non poco rammarico, per iniziare una nuova avventura in terre parmensi, alla filiale di Vicofertile. Qui si è composto un gruppo di lavoro unito e coeso, disponibile e professionale, a partire da Annalisa Rosa,

In alto, Gianpaolo Anadotti, Chiara Rossi, Stefano Ollari e Annalisa Rosa.


Visita alla Pieve di San Geminiano

I

mportante esempio di edificio sacro di epoca Romanica, San Geminiano si trova sulla Via Francigena. La chiesa fu eretta a cavallo tra il XII e il XIII secolo sui resti di un edificio del XII secolo, di cui si conservano solo delle tracce nelle sculture del portale sud. Nel Rinascimento e nel XVII secolo, la chiesa subì profonde modifiche. La facciata a capanna, in cotto e conci di pietra chiaro-scura alternati a fasce, con portale cordonato, è ornata da un rosone trecentesco. Sempre all’esterno il campanile e la cella campanaria risalgono rispettivamente agli ultimi decenni del Seicento e al Settecento. L’interno è suddiviso in tre navate (a cui, in origine, corrispondevano tre absidi), di cui solo quella centrale originale, con pilastri compositi. I capitelli dei pilastri sono ricchi di elementi decorativi tipici a motivi vegetali (acanto fiorito, foglie lanceolate, racemi, palmette, vigneti e nodi fogliati) e animali quali dragone e uccelli. Il presbiterio, risalente al XIV secolo, è sopraelevato e con un rosone, mentre il soffitto presentava in origine capriate poi eliminate nella fase di restauro settecentesco, periodo al quale risalgono anche alcuni arredi sacri e paramenti liturgici. All’interno della chiesa è custodito un importante fonte battesimale del XII secolo. La vasca di forma ovoidale, in calcare bianco, è decorata da bassorilievi che rappresentano i personaggi di una cerimonia sacra. ●

vice responsabile, 2 volte mamma, che mi supporta nella gestione della filiale, Chiara Rossi che alla cassa è insuperabile e Stefano Ollari, l’uomo tuttofare”. “La clientela”, spiega, “qui è molto variegata, abbraccia molti settori merceologici ed è distribuita su di un territorio molto ampio, complice il fatto che la filiale di Vicofertile rappresenta il primo sportello di Cassa Padana aperto nel parmense. Per un cremonese doc come me è stata una piacevole sorpresa scoprire “sul campo” la vivacità e l’intraprenden-

L’esterno della Pieve di San Gemignano a Vicofertile, e, sopra, il fonte battesimale.

za dei parmensi, sempre pronti a nuove sfide e particolarmente attenti alle opportunità che offrono i mercati. Purtroppo la crisi globale che stiamo vivendo ha colpito duro anche in questa zona, causando chiusure di aziende e licenziamenti. La situazione risulta parzialmente mitigata dalla presenza di molte attività legate al settore agroalimentare, forti di esperienza a livello internazionale difficilmente eguagliabile.” La piccola località di Vicofertile, affacciata sulla importante Via La Spezia

e confinante con il Comune di Collecchio, non smette mai di colpire Gianpaolo. Mostrando, anche in momenti critici come quello che la società sta vivendo, una grande voglia di star insieme e far festa, organizzando eventi e sagre ovviamente legate a specialità culinarie locali. E alla fine, questi diciotto anni in Cassa Padana per Gianpaolo sono letteralmente volati: “grazie agli stimoli e alla costante voglia di fare cose nuove che si respira ogni giorno in Cassa.” ● 13


I n os t ri pro g e t t i n e l mo n d o

La Palestina in Italia Cresce il progetto di collaborazione fra Cassa Padana e Parc, la più grande organizzazione non governativa palestinese. di Elisabetta Berto |

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elisabetta.berto@cassapadana.it

stato difficile far combaciare le agende, ma alla fine ce l’abbiamo fatta: la delegazione che fa capo al Parc, la più grande organizzazione non governativa palestinese, che Cassa Padana aveva avuto il piacere di conoscere durante la missione di marzo 2011 in Palestina, ci ha fatto visita. Per poter proseguire nel tracciare un progetto coerente di aiuto alla costituzione di banche di credito cooperativo nei territori occupati mancava solo questo passaggio e cioè che le persone che ci avevano accompagnato alla scoperta della cooperazione di credito palestinese potessero a loro volta contaminarsi con l’esperienza italiana. L’impresa si era preannunciata insidiosa fin dal principio: complessi meccanismi che regolano la mobilità al di fuori della Palestina avevano richiesto una serie di visti e tempi piuttosto lunghi. A settembre, infine, avevamo avuto la conferma del nulla osta a viaggiare per Khalil Shiha, direttore di Parc, Randa Zain, direttrice di Ucasc, la federazione di associazioni cooperative di risparmio e credito nata sotto l’egida dell’ong, e di Mohammad Abu Dalo, direttore di Reef for Finance, l’istituzione di microfinanza del gruppo. Improrogabili impegni istituzionali non hanno poi permesso a Khalil Shiha di viaggiare, ma Randa e Mohammad sono


arrivati e sono stati subito assorbiti da un tour serrato per fivimento all’interno del sistema finanziario italiano, oltre che la sici allenati. lontananza dell’approccio cooperativo dalla beneficenza, conPartendo da Leno e da Cassa Padana e dal calore di chi visiderata diseducativa. ve ogni giorno l’esperienza di alcuni dei suoi progetti di muDa parte loro, Randa e Mohammad hanno arricchito con ultualità esterna più di successo, siamo andati a Trento, Bolzano teriori rilevanti dettagli il racconto della loro esperienza in Palee infine a Rivolta d’Adda. La cooperazione trentina ha già restina: le cooperative di risparmio e credito nacquero perché aiulazioni con la Palestina attraverso protare le donne con formazione sull’agrigetti della Provincia autonoma di Trencoltura era tempo sprecato se queste, to, mentre la Federazione delle Coope- L’obiettivo del Parc è rafforzare l’attivi- lasciate sole per la vedovanza o per la rative Raiffeisen si sente accomunata tà di microcredito e quella delle coope- prigionia dei mariti, non riuscivano a dal destino di occupazione del popolo far quadrare i bilanci delle proprie fapalestinese, per questo motivo l’espe- rative inglobando le istituzioni che se miglie. Nacque quindi l’idea di aiutarle rienza trentina e alto-atesina sono re- ne occupano in un’unica banca gestita ad avere un proprio progetto di generaaltà da far conoscere ai nostri ospizione di reddito. La costituzione di cooti. Rivolta d’Adda e la Bcc dell’Adda e secondo principi cooperativi. Una ban- perative di risparmio e credito fu poi un del Cremasco sono invece una tappa ca di credito cooperativo appunto. approdo naturale nel momento in cui i obbligata, visto che il presidente deldonatori che sostenevano con i loro fila bcc, Giorgio Merigo, aveva accomnanziamenti il Parc iniziarono a imporpagnato Cassa Padana durante la prima missione in Palestina, re una cornice istituzionale distinta dall’ong all‘attività di concesmaggio 2009, ed è stato un protagonista costante durante quesione crediti, rispetto a quella tipica di formazione. Nel tempo, sti anni di sviluppo del progetto. poi, alle cooperative si è affiancata anche un’istituzione di microIl tour italiano è stato un viaggio alle radici della cooperafinanza e ora l’obiettivo del Parc è rafforzare l’attività di microzione: i nostri ospiti sono stati nutriti con i più sani principi che credito e quella delle cooperative inglobando le istituzioni che ispirarono e ispirano tuttora le casse rurali. A Trento e a Bolse ne occupano in un’unica banca gestita secondo principi coozano si è discusso sul controllo sociale tipico di strutture cooperativi, una banca di credito cooperativo appunto. perative locali e sul patrimonio, la cui indisponibilità in caso di Il sogno c’è. L’interlocutore adatto anche. Mancavano soliquidazione della cooperativa è caratteristica peculiare e nelo partner nel credito cooperativo adatti per un progetto cocessaria per garantire il futuro della cassa e delle generazioni sì ambizioso. ● a venire. A Rivolta d’Adda si è parlato dell’importanza del mo-

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I n os t ri pro g e t t i n e l mo n d o

Coraggio, integrità, passione, sacrificio

Il lungo cammino verso un’Africa unita di Elisabetta Berto e Macri Puricelli

Intervista a Samia Nkrumah, ospite di Cassa Padana in occasione della

elisabetta.berto@cassapadana.it macri.puricelli@popolis.it

presentazione del libro “Africa must unite”

B

ackward never. Forward ever. Mai guardare indietro. Guardare avanti, sempre. Samia Nkrumah è tutta in queste parole. Che ama e che usa sempre quando racconta la vita di ieri e l’impegno di oggi. Samia è figlia di Kwame Nkrumah il più grande paladino dell’unità africana, il leader del Ghana libero che nel 1957 portò all’indipendenza dalla Gran Bretagna, il primo presidente democraticamente eletto dal 1960 al 1966. Socialista e ghandiano, Nkrumah è il “redentore” che tre anni prima di essere costretto all’esilio – nel ‘66 venne deposto da un colpo di Stato – scrisse quella che ancora oggi viene considerata la Bibbia del movimento per l’Africa unita. Per la prima volta, “Africa must unite” è stato ora pubblicato in italiano dagli Editori Riuniti in una versione arricchita da un messaggio di Giorgio Napolitano. Il libro è stato presentato lo scorso novembre prima a Roma, alla Camera dei deputati alla presenza di Emma Bonino, Romano Prodi, Giovanna Melandri, poi a Brescia, nella filiale di via Valcamonica di Cassa Padana per una sera ospite d’eccezione della comunità ghanese in Lombardia. Cassa Padana Bcc e Fondazione Dominato Leonense hanno infatti contribuito alla pubblicazione del libro. In occasione della presentazione bresciana di

Presidente del Conventions People’s Party, Samia Nkrumah dal 2008 siede nel Parlamento del Ghana. Nello stesso anno ha fondato l’associazione Africa must unite impegnata in Ghana per aiutare la popolazione a raggiungere condizioni economiche e sociali leali ed eque. Nel 2010 Samia ha invitato Cassa Padana in Ghana per verificare la fattibilità di un progetto di assistenza tecnica ad un’istituzione finanziaria informale della sua circoscrizione elettorale. Durante il viaggio, la banca ha avuto modo di conoscere la figura del padre Kwame Nkrumah e l’estrema attualità delle sue idee.

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“Africa must unite” Samia ha incontrato i dipendenti di Cassa Padana. Popolis l’ha intervistata. Samia aveva una manciata di anni quando seguì la famiglia in esilio. Dopo aver vissuto e studiato in giro per il mondo, sposa un italiano, ha un figlio e mette su casa a Roma. Avrebbe potuto essere una vita come tante altre. Ma pochi anni fa l’Africa, la sua terra, la chiama. Con tanta passione e un po’ di sventatezza Samia decide di mollare quella vita agiata così lontana, in tutti i sensi, dal suo Ghana. E dopo aver riletto per l’ennesima volta le parole del padre, torna in Africa per continuare la sua battaglia. “Perché niente è impossibile. E il futuro è brillante per l’Africa”.

“Africa Must Unite” ha quasi cinquant’anni. Ma il suo messaggio suona così attuale. Il messaggio di nostro padre Kwame è eterno. Le parole che pronunciò nel 1957 sono vere oggi come lo erano allora: “l’indipendenza dell’Africa non ha senso se non si coniuga con la totale liberazione del continente”. L’Africa deve unirsi per sopravvivere. Dobbiamo farlo per poter essere in grado di garantire alle nostre genti una vita giusta, equa e dignitosa. Le divisioni in tanti piccoli paesi non hanno tenuto conto di lingue, etnie, culture. Oggi dobbiamo creare una moneta unica e una banca centrale. Solo così potremo affrontare la questione dello sviluppo. L’emarginazione e lo sfruttamento delle popolazioni africane sul continente e in molte aree del mondo devono rafforzare in noi la determinazione a proseguire la battaglia per l’emancipazione sociale, economica e culturale dell’Africa. Finché resteremo disuniti e isolati saremo incapaci di mettere a frutto le nostre risorse. Questo è un messaggio che funzionerebbe anche per l’Europa. Alla luce dell’attuale crisi economica e dell’euro. Non dovrebbe esserci un’unione economica senza un’unione politica. Certo. Anche se il progetto di mio padre era vicino a un’idea di federalismo simile a quella degli Stati Uniti. Ieri come oggi continuiamo a parlarne.

Il Ghana oggi. Come è cambiato il vostro paese? Come è cambiata l’Africa dagli anni Sessanta a oggi? In quell’epoca l’Africa aveva molti leader impegnati per l’unione. Poi è arrivata la Guerra fredda. La contrapposizione dei blocchi. E noi ne siamo stati vittime. Negli ultimi dieci anni abbiamo cominciato a lavorare sul concetto di regioni. Cinque per l’Africa. Più quella della “diaspora”: tutti quegli africani che abitano il mondo, ma che ben sanno dove sono le loro origini. Quale sia la loro madre terra. Questa oggi è la nostra strada. La scomparsa di Gheddafi, uno dei leader più convinti dell’unione dell’Africa, potrà compromettere il vostro cammino? No. In questi mesi le questioni sono state prese in mano da Nigeria e Sudafrica. Troveremo il modo per rafforzare l’Unione. Ma per far questo avremo bisogno dell’appoggio di tutti gli africani. E di una nuova consapevolezza. Come legge la decisione di assegnare il Nobel per la pace a due donne africane e a una araba? Questo Nobel è il riconoscimento alla donne e al loro ruolo nella società e nella politica. L’Africa ha sempre avuto donne grandi e forti. Ma dobbiamo dare loro l’opportunità di contribuire al nostro futuro. A tutti i livelli. È il momento delle donne perché abbiamo bisogno della loro freschezza, integrità, passione e sacrificio. Un consiglio per l’Italia, in questi anni difficili. Non solo dal punto di vista economico. Una parola: coraggio. Chi come me ha vissuto in Paesi diversi, in continenti diversi, sa bene che il mondo è uno solo. Che abbiamo un unico destino. Un Ghana forte fa bene al mondo. Un’Italia forte fa bene al mondo. L’obiettivo è comune: costruire un modo di vivere sereno. E per farlo dobbiamo avere molta tolleranza e molta tenacia. Trovando la forza dentro ognuno di noi. ●

“L’Africa deve unirsi per sopravvivere. Dobbiamo farlo per poter essere in grado di garantire alle nostre genti una vita giusta, equa e dignitosa”.

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I n os t ri pro g e t t i a cr e mo n a

la città corre sul web di Barbara Ponzoni |

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barbara.ponzoni@cassapadana.it

ennaio 2012, ci attende una nuova sfida: E-CremonaWeb si chiamerà Vivere Cremona. La veste grafica, rinnovata da maggio 2011, rimarrà la stessa. Il cambio di nome deriva dalla conclusione della partnership fra E-cremonaWeb e Cremonaweb e dalla nascita di nuove e più feconde collaborazioni, come quella con il Cisvol, l’Informagiovani e la redazione sportiva gestita dal giornalista cremonese Paolo Carini, che seguirà tutto lo sport con un occhio particolare a quello giovanile e dilettantistico. Questo darà la possibilità al nuovo sito di essere perfettamente in linea con le esigenze del nostro territorio, un territorio fatto di volontariato e associazioni culturali, fatto di partite di calcio all’oratorio e dei grandi derby del basket serie A, di eventi culturali come la Festa del Torrone, Mondo Musica, il Festival di Mezza Estate o gli esclusivi spettacoli al Teatro Ponchielli. Vivere Cremona sarà un portale dove non terrà banco la polemica sterile, ma tutte le piccole – non per questo meno importanti – realtà di paese, elementi ed eccellenze che ci appartengono profondamente e ci caratterizzano. È attivo da settembre il Mercatino del libro usato, servizio che si sta affermando sempre di più. La partecipazione attiva sul territorio a eventi e conferenze stampa, l’incontro diretto e la collaborazione fattiva con le realtà cremonesi, lo scambio costante e reciproco con le filiali ed i colleghi di Cassa Padana: è tutto questo che sta rendendo possibile la realizzazione di quegli obiettivi che, con tanto convincimento e passione, sono stati perseguiti fin dalla nascita di E-CremonaWeb. Con Vivere Cremona si completerà quel percorso che da diverso tempo la redazione, l’ufficio I.T. Popolis e Cassa Padana stanno percorrendo per arrivare alla totale autonomia del portale, alla sua sostenibilità economica e alla sua completa rispondenza alle esigenze del territorio cremonese e dei suoi cittadini. ●

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Info www.viverecremona.it


I n os t ri pro g e t t i i n va l l e camo n ica

La Libertà costa cara molto Voci e volti della Resistenza bresciana di Valerio Gardoni | valerio.gardoni@popolis.it

S

ono i volti e voci della Resistenza bresciana che narrano la storia nel film/documentario “La Libertà costa cara molto”, realizzato da Avisco (AudioVisivoScolastico) con la regia di Vincenzo Beschi, Silvia Palermo, Irene Tedeschi e grazie all’impegno dell’associazione Fiamme Verdi, Anpi di Brescia e il sostegno del Comune. Testimonianze di grande impatto emotivo raccolte a beneficio della “memoria” fra Valcamonica, Valsabbia, Valtrompia e Brescia. Donne e uomini dai capelli bianchi e voce emozionata, a volte interrotta dai ricordi che fanno ancora male, offrono uno strumento di indiscussa autenticità per comprendere avvenimenti del secolo appena passato, ma che hanno forgiato il presente. Un linguaggio audiovisivo è stato pensato e assemblato per le nuove genera-

zioni, per gli alunni delle scuole, per essere spunto su cui costruire la lettura della storia contemporanea. Copie omaggio del documentario sono a disposizione degli insegnanti delle scuole che intendano intraprendere un percorso di riflessione sulla Resistenza (info: Ezio Gulberti, Fiamme Verdi, 348 8074188). Il perché di questo lavoro di ricerca e raccolta di testimonianze dirette va ricercato nell’atto fondante della nostra Repubblica democratica, la Resistenza, che sta perdendo i suoi testimoni viventi. Fra alcuni anni, purtroppo, a narrare quei fatti rimarranno solo gli storici e i documenti scritti, mentre si perderà del tutto la vivezza e l’autenticità incarnate nei volti e nelle voci dei protagonisti. Da queste considerazioni è nata l’esigenza, anzi il bisogno impellente, di attenuare il più possibile questo vuoto raccogliendo in un documentario “i volti e le voci della Resistenza bresciana”. Ventisette partigiani, di cui 8 donne, raccontano la loro Resistenza, rivolgendosi, attraverso la videocamera, alle nuove generazioni per le quali il video è stato pensato e prodotto. Il documentario – che dopo l’anteprima bresciana dello scorso novembre sarà presentato in sala Don Bosco a Edolo il 14 gennaio – si chiude con una frase secca e risoluta. La dice Aldo Giacomini, in dialetto bresciano: “Se ocór, èl fó amò”, Se occorre, lo rifaccio ancora. ●

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i n co n t ri

Una bellissima storia in musica Giovani professionisti per un progetto dedicato al territorio: Massimo Santaniello racconta l’Orchestra Filarmonica Veneta di Legnago di Valeria Gasperi |

valeria.gasperi@popolis.it

L

egnago (Verona) - Sono tanti gli elementi che rendono affascinante una storia: il carattere dei personaggi, il loro agire che intervenendo sulla realtà la modifica e la rende migliore. Può incantare tanto una bella trama quanto una cornice di struggente bellezza. E che dire, poi, di una storia composta non solo di parole ma anche di note, costruita su tessitura musicale, linguaggio universale a tutti comprensibile? Al centro della nostra storia c’è proprio la musica, o un gruppo di persone che la amano e la vivono come professione.

Con Massimo Santaniello, direttore artistico, parliamo dell’Associazione Filarmonici Veneti, costituita nel giugno del 2006 e da allora insediata presso la Fondazione Fioroni Musei e Biblioteca Pubblica di Legnago, città natale di Antonio Salieri. L’Associazione ha ricevuto il primo impulso dall’energia condivisa di un gruppo di amici musicisti di provata esperienza e professionalità concordi sull’opportunità di promuovere collaborazione, scambi di esperienze e conoscenze tra artisti e operatori culturali. Essendo per quasi tutti noi una dimensione di vita, oltre che professionale, la musica si è collocata al centro delle attività generando diverse stagioni teatrali e musicali, lezioni concerto, opere liriche.

Con il sostegno di Banca Veneta 1896 e Bonfante Eddo s.n.c. è poi nata nel 2008 l’Orchestra Filarmonica Veneta, un gruppo, che Lei dirige ancor oggi, di giovani musicisti di affermata e indiscutibile professionalità, selezionati attraverso apposite audizioni. L’Orchestra, che deve veramente moltissimo all’appoggio di Banca Veneta 1896 e alla sensibilità del direttore generale Gabriele Meneghello è oggi un gruppo molto coeso di circa

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50 professionisti la cui età media si attesta attorno ai 30 anni (non mancano i giovanissimi, tra i 19 e i 21 anni; ma nessuno supera i 50 anni). La natura quasi familiare dei rapporti ha favorito una grande duttilità (sono possibili varie articolazioni, non escluse le performance cameristiche) e l’apertura alle collaborazioni. Così sono stati per noi partner e ospiti i migliori talenti del territorio e musicisti importanti del panorama musicale internazionale come Bruno Canino, Sandro De Palma, Giampiero Sobrino, Boris Brott, Hector Ulisse Passarella. .

Molto apprezzata in Veneto, l’Orchestra deve la sua visibilità alle numerose esibizioni in altre regioni e all’estero.

22 AGENDA Abbiamo suonato nelle più importanti città italiane (Belluno, Bolzano, Catania, Milano, Napoli, Padova, Torino, Udine, Venezia) e nel marzo 2009 abbiamo tenuto concerti nello Stato di New York, New Jersey e Staten Island su invito dell’istituto Italiano di cultura di New York. Abbiamo partecipato alla produzione di alcune opere Liriche (La Traviata, il Barbiere di Siviglia, il Rigoletto). In agenda c’è a breve la partecipazione al Salieri Opera Festival a Legnago con l’esecuzione del Requiem in Do min per orchestra e soli. Siamo ospiti fissi al Festival delle Colline Saluzzesi e collaboriamo con l’International Opera Theater a un Festival dedicato a Gershwin, a Philadelphia. Nel mese di luglio saremo in tournée in Giappone, e faremo tappa anche a Tokyo.

Uno dei vostri obiettivi è far crescere i giovani musicisti e operatori dello spettacolo, offrendo loro approcci al mondo del lavoro, come il Musifestival Pianura Veneta, patrocinato dalla Regione Veneto. Alla rassegna, giunta alla terza edizione, aderiscono 15 amministrazioni comunali, nelle province di Verona, Rovigo e

Padova. Il ricchissimo programma di concerti consente a molti di presentarsi al pubblico e al panorama artistico musicale in una veste propositiva, il cui obiettivo è la diffusione della musica e la promozione della pianura veneta, ricca di luoghi d’arte tra chiese, teatri, musei, castelli e ville.

La valorizzazione del territorio è un’istanza che passa anche attraverso le istituzioni. Crediamo nel valore di eventi unici, come il concerto con Sergio Cammariere salutato lo scorso novembre da un sold out che ci ha incoraggiato a metterne in programma altri (cui pensiamo insieme a personaggi rilevanti della scena musicale, come il M° Peppe Vessicchio). Crediamo d’altra parte anche nell’educazione alla musica: per questo è nato il progetto “Crescere con la Musica è tempo di orchestra” rivolto alle scuole di Legnago e di tutto il territorio della pianura veneta.

E al momento è proprio al pubblico dei giovanissimi che vi rivolgete… Oltre al nostro pubblico fidelizzato, che apprezza la parte più tradizionale e classica del nostro repertorio, vorremmo arricchirci di un’offerta accattivante per chi ama il jazz e il pop, avvicinando in questo sforzo anche alcuni grandi artisti di questi ambiti. Per quanto riguarda i bambini, sono stati veramente protagonisti in “ Pierino e il Lupo”, un progetto che consideriamo un vero e proprio fiore all’occhiello e lo scorso dicembre ha visto sul palco del Teatro Salieri, sulla musica di Sergej Prokof’ev, 74 bambini, di età compresa tra i 7 e i 14 anni. A seguire lo spettacolo, cui ha preso anche parte, in qualità di voce recitante, Blas Roca Rey, sono stati circa 1200 bambini allievi delle scuole del territorio. Dello spettacolo sono stati registrati un CD e un DVD. ●

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I laboratori della scuola di teatro

ag e n da

>CORSI

Promossi da Fondazione Dominato Leonense, Associazione teatrale culturale CaraMella, Istituto d’Istruzione Superiore “V. Capirola” Villa Badia, Leno, gennaio-aprile 2012

>mostre

1. Il corpo comico 20, 21, 22 Gennaio 2012

DynamiCities, fotopitture di Lisa Borgiani e Massimo Nidini

2. Il corpo specchio dell’anima 3, 4, 5 Febbraio 2012

Project Room Galleria Delle Arti via Bonomelli, 8, Cremona Fino al 20 gennaio 2012 tutti i giorni, 11.00-22.00

3. La luce racconta 18, 19 Febbraio 2012

Ingresso libero

4. L’anima dell’attore, il suo corpo espressivo 2, 3, 4 Marzo 2012

Poesia dei volti femminili Personale di Ilio Burruni

5. Laboratorio di scenografia 16, 17, 18 Marzo 2012 6. Medea/Frammenti di un atto tragico 30, 31 Marzo, 1 Aprile 2012 7. Il suono del silenzio 13, 14, 15 Aprile 2012

Info: Fondazione Dominato Leonense Tel/fax 030 9038463 info@fondazionedominatoleonense.it www.fondazionedominatoleonense.it Associazione Teatrale Culturale “CaraMella” 339 7299337 www.teatrocaramella.it

>SCUOLA Master in Credito Cooperativo Glocale La firma ora c’è e sancisce l’accordo di collaborazione fra Cassa Padana, Istituto superiore Capirola e Azienda Speciale della Provincia CFP Zanardelli per nuove edizioni a Leno del Master post diploma di due anni attivato nel 2007. Nelle prossime settimane saranno disponibili online informazioni e moduli per le iscrizioni.

Palazzo Caffari, sede di Cassa Padana Bcc Via Emilia Santo Stefano 25, Reggio Emilia Fino al 5 gennaio 2012, dal lunedì al venerdì, 8.00-13.00 e 14.30-17.00. Ingresso libero

Info: 0522-541742 / 030-9038463

Il Settecento a Verona Tiepolo, Cignaroli, Rotari: la nobiltà della pittura Palazzo della Gran Guardia Piazza Bra, Verona Fino al 9 aprile 2012

Info:

Info:

www.popolis.it www.cassapadana.it

Museo di Castelvecchio 045 8062611 Corso Castelvecchio 2, Verona www.settecentoaverona.it

> Fascismo, foibe, esodo Una mostra foto-documentario per le scuole ideata da Aned, Associazione nazionale ex deportati, in occasione della prima Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle Foibe, istituita dal Parlamento con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 fissando la ricorrenza il giorno 10 Febbraio a partire dal 2005. La mostralaboratorio permanente affronta, con un lavoro di approfondimento, il tema della tragedia legata al confine orientale dove “la violenza” fu solo un pretesto di violazione dei diritti umani.

Info: Istituto Alcide Cervi via Fratelli Cervi 9, Gattatico (Reggio Emilia) 0522.678356 / 0522.477491 www.fratellicervi.it 22


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