Popolis - Speciale Fusione

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Mensile di attualitĂ , economia, informazione e cultura cooperativa

Anno 10

SPECIALE aprile 2012

IN QUESTO NUMERO

Fusione Bcc Valtrompia Cassa Padana


Intervista al presidente di Bcc Valtrompia

Una storia ultracentenaria che continua A colloquio con Romano Bettinsoli, 60 anni, presidente della Bcc della Valtrompia dal dicembre 2008 di Giuseppe Mattei |

gmattei@valtrompia.bcc.it

Romano Bettinsoli È nato il 16 novembre 1952 a Lodrino, in provincia di Brescia; è sposato ed ha un figlio. Imprenditore di successo nel settore delle pressofusioni, ha al suo attivo 40 anni di esperienza. Presiede la Banca della Valtrompia dal dicembre 2008 dopo aver fatto parte del consiglio di amministrazione dal 1999.

Presidente, dobbiamo considerare chiusa la stagione della Bcc della Valtrompia? Direi proprio di no! Anzi questa fusione segna una svolta epocale per il futuro del credito cooperativo in Valtrompia. Siamo orgogliosi dei 115 anni di presenza della nostra cooperativa nella Valle. Tuttavia siamo convinti che il matrimonio con Cassa Padana consentirà di valorizzare le potenzialità della nostra Valle dal punto di vista economico e sociale; infatti fino ad oggi il nostro limite è stato proprio quello di non poter accompagnare la crescita del territorio oltre un certo livello a causa delle nostre piccole dimensioni. Non era quindi possibile mantenere l’autonomia? La complessa e delicata situazione generale non consente più di effettuare programmi di sviluppo aziendale che non contemplino significative economie di scala, inoltre il recepimento delle normati-

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ve europee ha condizionato pesantemente le scelte strategiche degli istituti di credito, soprattutto quelli di piccole dimensioni. Al concetto di “piccolo è bello” che è da sempre il nostro slogan va, oggi aggiunto, quello che “insieme è meglio”. Con Cassa Padana diventiamo la seconda banca di credito cooperativo nazionale per dimensioni e disporremo di una dotazione patrimoniale solida, mantenendo adeguate deleghe operative che ci consentiranno di essere efficaci ed efficienti nel rispondere alle richieste provenienti dal territorio.

Presidente, perchè avete scelto Cassa Padana? La politica di sviluppo di Cassa Padana si integra molto bene con le potenzialità del territorio della Valtrompia caratterizzato da una significativa concentrazione di attività economiche di dimensioni medio/piccole e familiari. Non solo, da sempre Cassa Padana ha dimostrato una spiccata sensibilità ai temi del “sociale” con innumerevoli iniziative indirizza-


La sede di Bovegno,115 anni di storia nella valle

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l 28 marzo 1897, in diretta applicazione dei principi dell’enciclica Rerum Novarum, venne costituta la Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Bovegno Società Cooperativa in nome collettivo ed a responsabilità illimitata. Promotore e primo presidente della Cassa il curato di Bovegno Don Giovanni Tanghetti. Requisiti necessariamente richiesti per essere soci e clienti erano l’iscrizione nei registri parrocchiali di Bovegno e la stabile residenza nel paese. L’attività si svolgeva esclusivamente nei giorni di sabato e domenica nella sede della Canonica. Il 7 ottobre 1990: portando a termine un grande investimento economico effettuato in quegli anni, venne inaugurata la nuova ed attuale sede della banca che, con la sua pregevole architettura, risulta collocata nella piazza principale di Bovegno a fianco della parrocchiale, della storica torre medievale e del palazzo comunale. All’inaugurazione prese parte l’onorevole Guido Carli, all’epoca Ministro del Tesoro.

te al sostegno ed alla valorizzazione dei territori sotto molteplici aspetti. Ciò ci ha consentito di trovare una immediata intesa.

Con quali prospettive affrontate questo importante passaggio? L’organizzazione di Cassa Padana in aree territoriali ci consentirà di mantenere il contatto con la realtà triumplina e proseguire, forti delle strutture centrali messeci a disposizione, nel sostegno al tessuto socio/economico della Valle. Cassa Padana ha saputo mettere al centro della propria attività la relazione con il socio. I dividendi, il ristorno, la polizza sanitaria e le attività promosse a favore dei soci testimoniano questa centralità. I nostri soci che ci sono stati vicini in questi anni, non facendoci mai mancare il loro sostegno, potranno raccogliere i frutti dei propri investimenti non solo sul piano economico ma anche relazionale. ●

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Intervista al presidente di Cassa Padana

Le strategie che abbiamo maturato e condiviso hanno la vista lunga Parliamo con il presidente di Cassa Padana Vittorio Biemmi della fusione con la Bcc della Valtrompia. di Barbara Ponzoni |

barbara.ponzoni@cassapadana.it

Presidente, perché Cassa Padana è il miglior partner di Bcc Valtrompia? Siamo una banca solida. Siamo una banca accogliente. Da noi non esistono soci di serie A e soci di serie B, soci vecchi e soci nuovi. Tutti hanno pari dignità e da subito in Cassa Padana si sentono a casa loro. Abbiamo poi una struttura organizzativa, basata sulle aree territoriali, in grado di garantire autonomia e radicamento nei territori da un lato, e dall’altro di mantenere un’unica visione di insieme della banca. Cassa Padana è una banca che cerca di promuovere a 360 gradi i territori dove opera, non solo negli aspetti economici, ma in quelli sociali, civili, culturali che fanno la qualità di vita complessiva di una comunità locale. Bene comune, coesione sociale, crescita sostenibile, indicati come obiettivo per il nostro tipo di banche, sono stati declinati in progetti in cui la banca in modo proattivo si fa carico dei problemi e dei bisogni espressi dal territorio. Sarebbe la terza fusione in due anni. Immagino lo sforzo del processo di integrazione… Certamente. È forte e impegnativo e, come per tutti i progetti innovativi, necessita di tempo per andare a pieno regime e mostrare tutte le potenzialità. La base però su cui si fondano le tre fusioni è il comune sentire, condiviso dai rispettivi consigli di amministrazione delle tre realtà, di che cos’è una Bcc, qual è il ruolo che è chiamata a svolgere nelle comunità dove opera. È questo il senso strategico più alto delle fusioni. Da ciò di-

Vittorio Biemmi, dal 1996 al vertice di Cassa Padana Vittorio Biemmi ha 71 anni. È sposato con due figli. Commercialista, consulente del lavoro e revisore contabile è presidente di Cassa Padana dal 1996. Attivo nel mondo della cooperazione dai primi anni 70 è anche vicepresidente della cooperativa sociale Collaboriamo. Fra gli altri incarichi ricordiamo che è presidente del Dominato Leonense Sanità che gestisce l’ospedale di Leno e della Fondazione Dominato Leonense.

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scendono le azioni concrete, le politiche commerciali coerenti, i progetti, le scelte organizzative.

credito cooperativo. La diversificazione territoriale per la banca è un valore, in termini di riduzione complessiva del rischio.

Qual è l’utilità di fondo comune di questa visione strategica? Raggiungere insieme una massa critica idonea per consolidare un modello di banca che ha prospettive di svolgere bene e in modo autonomo la sua missione, oggi e in futuro. È un’autonomia vera e piena. La nuova banca avrà equilibri tecnici ottimi, presidi organizzativi e di sviluppo delle mutualità rodati, risorse economiche adeguate. Ci sono poi le persone. Abbiamo internamente tutte le competenze per dare attuazione alle decisioni prese.

Sembra intravedersi all’orizzonte del mondo delle banche di credito cooperativo una stagione di fusioni… Certamente il fattore dimensionale sarà importante per reggere il peso delle sfide da affrontare. Il problema non è solo quello di “sommare” le realtà, ma è quella di avere dietro idee comuni forti, condivise, che danno forza al progetto, aiutano a definire scelte idonee, scelte organizzative, rafforzano l’azione della banca e fanno sentire i soci, i dipendenti parti di una casa comune. Io penso che quello che stiamo sperimentando possa essere un punto di riferimento per altre banche di credito cooperativo, un’esperienza concreta con cui confrontarsi. Se non un modello, almeno una delle vie possibili per le banche di credito cooperativo.

La nuova Bcc sarà la seconda in Italia per numero di sportelli. Opererà in tante provincie e in comunità fra di loro molto diverse. Non si rischia di perdere un po’ di contatto diretto con le singole realtà territoriali? Chiaramente è la sfida centrale su cui stiamo investendo e lavorando con passione ed entusiasmo. Stiamo realizzando una banca di territori diversi, ognuno con le proprie caratteristiche, identità e autonomie. Abbiamo avviato soluzioni organizzative per mantenere la vicinanza rispetto alle diverse comunità locali e alle esigenze di ogni tipo che queste manifestano e che siano in grado di garantire una unitarietà di azione della banca. In futuro questa banca si rivolgerà sempre di più alla clientela vicina per dimensioni e caratteristiche al mondo delle banche di

La nuova banca sarà in grado nei prossimi anni di sostenere questo progetto ambizioso da lei tracciato? La solidità patrimoniale è ottima. Abbiamo un’organizzazione ormai rodata, sia nell’operatività classica di intermediazione bancaria e nei servizi, sia nella dimensione più progettuale e di sostegno alla comunità locale.Non nascondo le difficoltà, acuite dall’attuale contesto di crisi, ma dico anche che affrontiamo questa sfida con tutte le carte in regola. La sfida non è solo nostra, ma in primis è dei territori dove operiamo. ●

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Intervista al direttore di Bcc Valtrompia

Nuove opportunità per la Valtrompia Parliamo della Bcc della Valtrompia e della fusione con il direttore generale Luca Giovannelli. di Giuseppe Mattei |

gmattei@valtrompia.bcc.it

Quali le ricadute di questa fusione sul territorio triumplino? Operiamo in un territorio sano e vitale. Il nostro distretto, conosciuto come “la Valle del Ferro” ha visto nel dopoguerra l’emigrazione all’estero di tanti capifamiglia per la ricerca del lavoro. I nostri imprenditori e artigiani sono temprati e vaccinati, non si perdono d’animo. Qui la crisi si è sentita, ma il sistema produttivo non è rimasto passivo e ha dimostrato nel complesso una buona tenuta. Con Cassa Padana potremo cogliere al meglio le opportunità che si sono create sul territorio e accompagnare con maggiori possibilità le imprese meritevoli.

questa crisi che l’essere banca prossima, presente e vicina è un valore. Nonostante i nostri limiti dimensionali non abbiamo mai smesso di fare banca, erogando il credito e dando risposte. Siamo stati al fianco delle famiglie e delle imprese anche quando altri istituti si sono allontanati, chiudendo i rubinetti. Il nostro fare banca implica un senso di responsabilità sociale e non è mosso dal mero obiettivo dell’utile economico. Questa crisi ci ha permesso di dimostrare nei fatti la nostra coerenza.

Quali prospettive porterà la fusione con Cassa Padana? Con Cassa Padana condividiamo il modo di fare banca. Questo è un matrimonio nel quale si mettono in comune patrimonio economico, storie ultracentenarie ma soprattutto un capitale umano invidiabile e valori fondanti. Raggiungeremo una dimensione aziendale e un livello di qualità dei servizi eccellenti che ci consentiranno di sviluppare al meglio le relazioni e le opportunità di lavoro. Otterremo economie di scala a tutto vantaggio dell’attività e della capillarità della nostra presenza sul territorio. I benefici e le ricadute positive per i nostri soci e per i clienti saranno tangibili e durature. ●

Quali sono i settori trainanti? La Valtrompia è ricca di realtà produttive. Qui ha sede il principale polo armiero nazionale che vede la produzione di armi sportive e da caccia di eccellenza mondiale. Sviluppati sono, anche, il settore delle lavorazioni meccaniche, della rubinetteria e raccorderia, dei casalinghi, della pressofusione e dell’automotive. L’ampio spettro dei settori presenti sul territorio e la flessibilità delle imprese rappresentano un patrimonio della Valle da custodire e valorizzare. Durante questa crisi come si è comportato il sistema bancario in Valle? Le banche locali che raccolgono e impiegano il denaro sul territorio hanno dimostrato anche durante

Luca Giovannelli Ha 53 anni, sposato con due figli. Dopo una prima esperienza nel Monte dei Paschi durata 10 anni è entrato nel credito cooperativo nel 1993 come responsabile della finanza alla Bcc di Carate Brianza. Nel 2002 approda alla Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo dove ricopre il ruolo di responsabile della revisione ispettiva e della vigilanza cooperativa. Nel 2010 giunge alla Banca della Valtrompia come Direttore Generale.

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La sede secondaria di Gardone Valtrompia

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el 2003, su richiesta di oltre 250 soci promotori, venne autorizzata dalla Banca d’Italia l’apertura della nuova Sede Secondaria della banca nella cittadina armiera di Gardone Val Trompia attraverso la quale il territorio di operatività e il potenziale bacino di utenza della banca si ampliò notevolmente con la possibilità di operare con i Comuni di Marcheno, Polaveno e Sarezzo. Per sancire il coronamento di questa importante tappa l’Assemblea Straordinaria del 2003 deliberò la nuova denominazione della banca in “Bcc della Valtrompia - Banca di Credito Cooperativo”. Nel 2007 sì acquistò il piano terra del seicentesco Palazzo Soncinelli sito a fianco della parrocchiale di Gardone Val Trompia nel quale nel 2011 sono stati poi realizzati gli uffici della direzione generale, alcuni uffici interni e la nuova sala consiliare.

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Intervista al direttore di Cassa Padana

Una visione ottimista verso il futuro… A colloquio con il direttore generale di Cassa Padana Luigi Pettinati. di Barbara Ponzoni |

barbara.ponzoni@cassapadana.it

Luigi Pettinati, una vita nel credito cooperativo Luigi Pettinati ha 64 anni, è sposato e ha una figlia. Ha iniziato come cassiere alla Cassa Rurale ed Artigiana di Alfianello, nel 1971 diviene direttore della Cassa Rurale ed Artigiana di Seniga e Pescarolo. Dal 75 diventa direttore della Filiale di Seniga della Cassa Rurale ed Artigiana della Bassa Bresciana. Dal 1983 al 1986 è direttore della Filiale di Gottolengo. Nel 1989 diventa vice direttore – e dal 92 direttore generale – della Cassa Rurale ed Artigiana della Bassa Bresciana, dal 93 Cassa Padana. Attualmente è anche consigliere delle società Net People, Bcc Multimedia SpA, BIT, Finanziaria per l’investimento sul territorio. È poi consigliere della Fondazione Terzio Millennio, di Archenatura e del Dominato Leonense Sanità.

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sostegno per l’internazionalizzazione delle aziende, al grande impegno derivante dalle fusioni.

Appunto le fusioni. Se il 20 maggio le rispettive assemblee dei soci approveranno, saranno tre le fusioni effettuate dalla Cassa in due anni! L’investimento in crescita dimensionale e organizzativa dà alla Cassa la prospettiva di continuare a svolgere in futuro in modo completo e in autonomia la missione di servizio a favore dei territori. La Cassa è in grado di assorbire il peso di tre fusioni, mantenendo intatta la sua solidità patrimoniale. Si può affrontare su basi sicure il processo di integrazione e rafforzamento organizzativo che permetterà nel medio periodo di mandare a regime le fusioni fatte e produrre i frutti per i territori e per la banca. È una banca con tanti fronti aperti. Impegnativo… La criticità maggiore dell’attuale fase deriva dalla necessità di far convivere una profonda dicotomia che il periodo di crisi ha ulteriormente stressato. È vitale conoscere, interpretare bene le sollecitazioni e le implicazioni che, freneticamente e in modo spesso poco prevedibile e razionale, il mondo globale e interconnesso ti ribalta in casa, intrecciandosi con l’operatività aziendale, sottoposta oggi a maggior carico di complessità. Bisogna presidiare quotidianamente, velocemente tenerne conto e adattarsi ad input interni ed esterni. Tutto ci riguarda, tutto influenza con velocità e impatti sempre più stringenti. È un lavoro stressante e assorbente che ti porta a vivere intensamente la giornata. Gli stimoli quotidiani sarebbero quindi di per sé già più che sufficienti. In realtà è solo una parte del lavoro. Contemporaneamente però è necessario continuare ad “alzare la testa”, pensare al futuro costruendone oggi le basi. Ciò a maggior ragione vale per le realtà come la Cassa che hanno obiettivi più elevati, come farsi carico del bene comune dei territori dove operano. Tenere insieme la dicotomia non è semplice, così come programmare in scenari dove l’incertezza e la mutevolezza delle variabili esogene regnano sovrane. Eppure è vitale farlo oggi ed è onere di una classe dirigente. È una visione controcorrente. Bisogna allenarsi quotidianamente a maturare una visione propria, avere la forza di non essere conformisti, seguire quello che fanno gli altri, pensare ed agire con la propria testa, facendo leva sui valori che ci hanno portato fino qui.

Direttore, le chiedo di riassumere in dieci righe come Cassa Padana sta attraversando questo momento particolare di crisi. Nel 2011 Cassa Padana ha mantenuto l’equilibrio economico, rafforzandosi patrimonialmente (ndr il tier one è 21,15) e continuando a svolgere a pieno la sua funzione nelle comunità locali. Ha in programma – ed ha effettuato – tutti gli investimenti materiali, in risorse umane e mutualità necessari e rilevanti per il futuro, per se stessa, per i soci, per i clienti e i territori dove opera. Solo per fare alcuni esempi, dal nuovo centro direzionale, al master glocale per i neoassunti in Cassa Padana, dai progetti sanitari e socioassistenziali, alla polizza sanitaria per i soci, dal

Una visione ottimista verso il futuro… Non nascondiamo le difficoltà e i problemi relativi al credito, alla messa a regime delle fusioni che oggi pesano. Siamo consapevoli delle difficoltà che attraversano le aziende, delle minore risorse disponibili per i bisogni, i servizi alla persona, la cultura nei nostri territori. Siamo però in grado di presidiare tutte queste criticità, che spesso celano anche nuove opportunità, con risorse umane e finanziarie adeguate. Giochiamo la partita con tutte le carte a posto. Ho poi grande fiducia nel nostro modo di interpretare il credito cooperativo. Ritengo che ci sia un grande spazio per il credito cooperativo e la cooperazione in generale. Sempre di più nel futuro sarà necessario mettersi insieme per affrontare i problemi. Il principio di autodeterminazione e di sussidiarietà rimangono sempre centrali. ● 9


Il progetto di fusione fra Bcc Valtrompia e Cassa Padana La strategia di fondo del piano industriale di Stefano Boffini |

I

consigli di amministrazione di Bcc Valtrompia e Cassa Padana, in data 17 e 18 ottobre del 2011, hanno approvato il progetto di fusione fra le due banche di credito cooperativo, dando avvio all’iter procedurale che nello scorso gennaio ha già visto l’autorizzazione da parte della Banca d’Italia. Ora tocca alle assemblee soci delle banche, previste per il 20 maggio 2012.

Bcc della Valtrompia è fortemente radicata nel proprio territorio, sentita dalla propria comunità come volano autoctono di sviluppo della Valle che ne ha accompagnato la storia degli ultimi cento anni. Rappresenta oggi una delle poche espressioni di realtà creditizie locali non appartenenti a gruppi bancari. Le dimensioni limitate, nell’attuale contesto economico, non le consentono di svolgere a pieno questa sua insostituibile funzione. 10

La fusione con Cassa Padana permette di valorizzare e dare prospettive future di espansione al credito cooperativo nella Valle, mediante la creazione di un’area territoriale della Valtrompia, dotata di ampia autonomia, esclusivamente dedicata all’attività commerciale e sociale a favore della comunità locale. La fusione dà la possibilità di proporre in parallelo anche in Valtrompia progettualità tese a promuovere bene comune, coesione sociale, crescita sostenibile, sviluppate direttamente in applicazione dell’articolo 2 dello statuto, avvalendosi delle risorse patrimoniali, organizzative e di esperienza sviluppate in questi anni da parte di Cassa Padana. Tra i due consigli di amministrazione c’è una condivisione strategica di base sul ruolo che una Bcc è chiamata oggi a svolgere nei territori, e ancor di più in futuro. È un modello di banca locale proatti-

stefano.boffini@cassapadana.it

vo verso i bisogni che le comunità locali esprimono, in coerenza con l’articolo 2 dello statuto sociale. Per svolgere una funzione così importante e complessa oggi è necessario unire le forze per costituire una banca di credito cooperativo ancora più attrezzata nelle risorse umane e patrimoniali. Una banca dimensionalmente più grande e diversificata nei territori ha migliori prospettive future di svolgere in autonomia e nelle condizioni ottimali la propria funzione a favore delle comunità locali nelle quali opera. I due consigli di amministrazione hanno sposato questo modello di “banca di credito cooperativo dei territori”, ognuno con le proprie caratteristiche, identità e autonomie, attraverso soluzioni organizzative efficienti che realizzano una migliore prossimità rispetto alle diverse comunità locali e alle esigenze di tipo economico e non che queste oggi espri-


mono – o esprimeranno in futuro. È una banca in grado di esprimere una visione unica forte. È l’asse portante di questo progetto di aggregazione. Esattamente lo stesso che ha mosso la fusione prima con Bcc Camuna e più recentemente con Banca Veneta 1896. Complessivamente ci sono le risorse patrimoniali e umane, il know how

e le esperienze positive maturate negli anni dai due istituti, a rendere possibile l’obiettivo. La banca che uscirà dalla fusione sarà certamente attrezzata su ogni fronte (personale, equilibri tecnici, dei presidi organizzativi e di sviluppo delle mutualità, sistemi di controlli interni, ecc…) e potrà contare così su una maggiore diversificazione territoriale e massa critica. ●

Le tappe della fusione

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l progetto di fusione prevede un percorso complesso e articolato che sintetizziamo nei suoi passaggi fondamentali:

• i due consigli di amministrazione redigono e approvano il piano di fusione; • Cassa Padana inoltra alla Banca d’Italia il piano di fusione e ne richiede l’approvazione; in caso di esito positivo da parte di Banca d’Italia, il progetto di fusione deve essere depositato per l’iscrizione presso l’ufficio del registro delle imprese; • a seguire i due consigli di amministrazione redigono e approvano la situazione patrimoniale e la relazione che illustra il piano di fusione, convocando l’assemblea straordinaria dei soci; durante i trenta giorni che precedono l’assemblea, presso la sede delle Bcc restano depositati i documenti relativi alla fusione; • la fusione è sottoposta alle assemblee straordinarie dei soci; in caso di esito positivo le delibere assembleari sono depositate entro 30 giorni per l’iscrizione nel registro delle imprese; • Infine l’atto di fusione.

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I macro-obiettivi della fusione

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a fusione tra le due Bcc intende realizzare questi obiettivi:

• Consolidare, evitando che vada disperso, il patrimonio economico e di relazioni sviluppato da più di 100 anni dalla Banca della Valtrompia, prevedendo la creazione di un’area territoriale “Val Trompia” focalizzata sull’attività commerciale e sociale a favore delle comunità locali di riferimento; • Rafforzare in tal modo la presenza del Credito Cooperativo in questi territori, promuovendo un potenziamento della capacità commerciale della rete, grazie anche ai supporti centralizzati della Direzione di Cassa Padana; • Proporre a favore dei nuovi territori progettualità finalizzate ad una sempre più integrale realizzazione dei principi dell’art. 2, avvalendosi delle risorse patrimoniali, umane, organizzative e di esperienza di Cassa Padana, e dando segno concreto e immediato che dopo la fusione si potranno fare cose che prima non si potevano fare; 12

• Dare in definitiva più profondità alle prospettive di Banca della Valtrompia, delle sue risorse umane e dei suoi soci e clienti, facendo compartecipare tutti questi stakeholders al progetto di sviluppo complessivo di Cassa Padana teso a fornire il proprio sostegno sociale, culturale ed economico ad un numero sempre più ampio di persone e piccole imprese in una logica di realizzazione a 360 gradi della mission aziendale; • Migliorare il presidio dei diversi rischi grazie al più efficace sistema dei controlli garantito dalla struttura di sede e integrato da alcune attività di controllo sviluppate in loco dagli addetti dell’area “Val Trompia”; • Ridurre in modo significativo la distanza tra l’area Camuna e Brescia realizzando la contiguità territoriale tra le due zone; • Diversificare sotto il profilo geo-settoriale il portafoglio crediti di Cassa Padana, potenziando la sua presenza territoriale nella provincia di Brescia con 4 nuovi sportelli.


Breve storia di Cassa Padana di Lidia Sbarbada |

Il consiglio di amministrazione di Cassa Padana Presidente: Vittorio Biemmi Vice Presidente Vicario: Giancarlo Voltini Vice Presidente: Antonio Masin

lidia.sbarbada@cassapadana.it

Consiglieri: Alberto Barbarini Angelo Chiesa Mirko Cominini Valerio Costa Alessandro Gelmi Claudio Iseppi Oreste Ramponi Ermelina Ravelli Gianni Rodin Giuliano Spinelli

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Sede Villa Seccamani

ra i soci fondatori della cassa rurale di Leno si contavano 14 proprietari agricoli, due fittavoli, un maniscalco, due calzolai, un sarto, un sacerdote e un professionista. Era il 1893. Un paio d’anni prima nasceva anche la Cassa Rurale di Gambara, un piccolo paese a 13 km da Leno: alla fondazione parteciparono 61 soci, in maggior parte agricoltori, piccoli commercianti ed artigiani. Contemporaneamente, a Seniga nasceva nel 1897, dall’impegno illimitato e solidaristico di altri 20 soci, la Cassa Rurale di Seniga e Pescarolo. Le tre casse rurali citate attraversarono con fatica il periodo fascista e la ripresa dopo la seconda guerra mondiale fu lenta e difficile. Finché, a metà degli anni 70 avviene la fusione delle tre casse che danno vita alla “Cassa Rurale ed Artigiana della Bassa Bresciana” – la banchina, come ancora oggi ricordano i soci più anziani – con sede a Leno. La denominazione “Cassa Padana” risale al 1993, in occasione della fusione con la Cassa Rurale ed Artigiana di Gussola, una Banca di Credito Cooperativo – denominazione voluta dal nuovo testo unico bancario entrato in vigore nello stesso anno – che in poco più di 10 anni avrebbe esteso la propria presenza a 7 province (Verona, Cremona, Parma, Brescia, Bergamo, Mantova, Reggio Emilia), sostenuta da una rete capillare e diffusa di sportelli. La fusione con Bcc Camuna nel 2010 e quella con Banca Veneta 1896, operativa dal 1 gennaio, hanno definito l’assetto attuale della banca. ● I numeri in sintesi al 31/12/2011 (COMPRESO EX BANCA VENETA 1896) Dipendenti Soci Clienti Sportelli Impieghi Raccolta Raccolta indiretta Patrimonio

433 9.805 52.000 61 1.633* 1.617* 586* 231*

Presidente del collegio sindacale: Giambattista Quaranta Membri del collegio sindacale: Andrea Peri, Lorenzo Saldi Direttore generale: Luigi Pettinati Vice direttori: Andrea Lusenti (vicario) e Franco Aliprandi

La rete degli sportelli Cassa Padana AREA BASSA BRESCIANA Castelletto di Leno Gambara Gottolengo Isorella Leno Leno Centro Seniga AREA MELLA Bagnolo Mella Brescia Via Valle Camonica Brescia Via Stazione Cignano di Offlaga Cigole Fenili Belasi Manerbio Pavone Mella AREA CREMONA-CASALASCO Cella Dati Cremona Cremona Porta Po Gadesco Pieve Delmona Gussola Martignana Po Pescarolo Torre de’ Picenardi AREA PARMA-REGGIO EMILIA Caprara di Campegine Parma – Viale Piacenza Parma – Via Mantova Reggio Emilia Rubiera Sissa Taneto di Gattatico Viarolo di Trecasali Vicofertile

AREA MANTOVA-VERONA Alpo di Villafranca Castellucchio Curtatone Gazoldo degli Ippoliti Goito San Giorgio in Salici Valeggio sul Mincio Verona Volta Mantovana AREA CAMUNA Artogne Breno Ceto Edolo Esine Malonno Montecchio di Darfo B.T. Rogno AREA BANCA VENETA Badia Polesine Bovolone Carpi di Villa Bartolomea Cerea Ferrara Legnago centro Lendinara Menà di Castagnaro Rovigo Sanguinetto San Pietro di Legnago Villa Bartolomea

*milioni di euro

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Castione d. Presolana (BG) Costa Volpino (BG) Rogno (BG) Baricella (BO) Songavazzo (BG) Alfianello (BS) Angolo Terme (BS) Artogne (BS) Azzano Mella (BS) Bagnolo Mella (BS) Bagolino (BS) Barbariga (BS) Bassano Bresciano (BS) Berzo Demo (BS) Berzo Inferiore (BS) Bienno (BS) Borgosatollo (BS) Borno (BS) Botticino (BS) Bovegno (BS) Bovezzo (BS) Braone (BS) Breno (BS) Brescia (BS) Brescia V.le Stazione (BS) Brione (BS) Calvisano (BS) Capo di Ponte (BS) Capriano del Colle (BS) Castel Mella (BS) Castenedolo (BS) Casto (BS) Cellatica (BS) Cerveno (BS) Ceto (BS) Cevo (BS) Cigole (BS) Cimbergo (BS) Cividate Camuno (BS) Collebeato (BS) Collio (BS) Concesio (BS)

Corteno Golgi (BS) Darfo Boario T. (BS) Dello (BS) Edolo (BS) Esine (BS) Fiesse (BS) Flero (BS) Gambara (BS) Gardone Valtrompia (BS) Ghedi (BS) Gianico (BS) Gottolengo (BS) Gussago (BS) Incudine (BS) Irma (BS) Isorella (BS) Leno - Piazza Dante (BS) Leno - Via A. Manzoni (BS) Leno - V. XXV Aprile (BS) Lodrino (BS) Losine (BS) Lumezzane (BS) Malegno (BS) Malonno (BS) Manerbio (BS) Marcheno (BS) Marmentino (BS) Milzano (BS) Monno (BS) Montirone (BS)

Nave (BS) Niardo (BS) Offlaga (BS) Ono San Pietro (BS) Paisco Loveno (BS) Pavone del Mella (BS) Pertica Alta (BS) Pezzaze (BS) Pian Camuno (BS) Piancogno (BS) Pisogne (BS) Polaveno (BS) Poncarale (BS) Ponte di Legno (BS) Pralboino (BS) Prestine (BS) Remedello (BS) Rezzato (BS) Roncadelle (BS) S. Gervasio Bresciano (BS) San Paolo (BS) San Zeno Naviglio (BS) Sarezzo (BS) Saviore dell’Adamello (BS)

Seniga (BS) Sonico (BS) Tavernole sul Mella (BS) Temù (BS) Verolanuova (BS) Vezza d’Oglio (BS) Villa Carcina (BS) Vione (BS) Visano (BS) Bonemerse (CR) Ca’ d’Andrea (CR) Cappella de’ Picenardi (CR) Casalmaggiore (CR) Castelverde (CR) Cella Dati (CR) Cicognolo (CR) Cingia de’ Botti (CR) Cremona - Via Dante (CR) Cremona - Via del Vasto (CR) Derovere (CR) Drizzona (CR) Gabbioneta-Binanuova (CR) Gadesco-Pieve Delmona (CR) Gerre de’ Caprioli (CR) Grontardo (CR) Gussola (CR) Isola Dovarese (CR) Malagnino (CR) Martignana di Po (CR) Motta Baluffi (CR) Ostiano (CR) Persico Dosimo (CR) Pescarolo ed Uniti (CR) Pessina Cremonese (CR) Pieve San Giacomo (CR) San Daniele Po (CR) San Giovanni in Croce (CR) Scandolara Ravara (CR) Scandolara Ripa d’Oglio (CR) Sesto ed Uniti (CR) Solarolo Rainerio (CR) Sospiro (CR) Spinadesco (CR) Stagno Lombardo (CR) Torre de’ Picenardi (CR) Torricella del Pizzo (CR) Vescovato (CR) Volongo (CR) Voltido (CR) Argenta (FE) Bondeno (FE) Copparo (FE) Ferrara (FE) Formignana (FE) Masi Torello (FE) Ostellato (FE) Poggio Renatico (FE) Ro (FE) Tresigallo (FE) Vigarano Mainarda (FE) Voghiera (BS) Asola (MN) Borgoforte (MN) Castellucchio (MN) Cavriana (MN) Ceresara (MN) Curtatone (MN) Gazoldo d. Ippoliti (MN) Goito (MN) Guidizzolo (MN) Mantova (MN) Marcaria (MN) Marmirolo (MN) Monzambano (MN) Ostiglia (MN) Piubega (MN) Ponti sul Mincio (MN) Porto Mantovano (MN) Redondesco (MN) Rodigo (MN) Roverbella (MN) Virgilio (MN) Volta Mantovana (MN) Campogalliano (MO) Modena (MO) Castelvetro Piacentino (PC) Monticelli d’Ongina (PC) Anguillara Veneta (PD) Barbona (PD) Boara Pisani (PD) Castelbaldo (PD) Masi (PD) Piacenza d’Adige (PD) Sant’Urbano (PD) Vescovana (PD) Collecchio (PR) Colorno (PR) Felino (PR) Fontanellato (PR) Fontevivo (PR) Langhirano (PR) Lesignano de’ Bagni (PR) Mezzani (PR) Montechiarugolo (PR) Noceto (PR) Parma - Largo Cacciari (PR) Parma - Piazza Terramare (PR) Parma - Viale Piacenza (PR) Roccabianca (PR) Sala Baganza (PR) San Secondo Parmense (PR) Sissa (PR) Sorbolo (PR) Torrile (PR) Traversetolo (PR) Trecasali (PR) Albinea (RE) Bagnolo in Piano (RE) Bibbiano (RE) Brescello (RE) Cadelbosco di Sopra (RE) Campegine (RE) Casalgrande (RE) Castelnovo di Sotto (RE) Cavriago (RE) Correggio (RE) Gattatico (RE) Montecchio Emilia (RE) Poviglio (RE) Quattro Castella (RE) Reggio nell’Emilia (RE) Rubiera (RE) San Martino in Rio (RE) Sant’Ilario d’Enza (RE) Scandiano (RE) Arquà Polesine (RO) Badia Polesine (RO) Bergantino (RO) Bosaro (RO) Canaro (RO) Canda (RO) Castelguglielmo Castelnovo Bariano (RO) Ceregnano (RO) Costa di Rovigo (RO) Crespino (RO) Ficarolo (RO) Fratta Polesine (RO) Gaiba (RO) Giacciano con Baruchella (RO) Lendinara (RO)

Lusia (RO) Melara (RO) Occhiobello (RO) Pontecchio Polesine (RO) Rovigo (RO) San Bellino (RO) San Martino di Venezze (RO) Stienta (RO) Trecenta (RO) Villadose (RO) Villanova del Ghebbo (RO) Lovero (SO) Sernio (SO) Tovo di Sant’Agata (SO) Condino (TN) Daone (TN) Angiari (VR) Bonavigo (VR) Boschi Sant’Anna (VR) Bovolone (VR) Bussolengo (VR) Buttapietra (VR) Casaleone (VR) Castagnaro - Frazione Menà (VR) Castel d’Azzano (VR) Castelnuovo del Garda (VR) Cerea (VR) Concamarise (VR) Gazzo Veronese (VR) Grezzana (VR) Isola della Scala (VR) Isola RIzza (VR) Legnano - Località Zai (VR) Legnano - P.zza della Libertà, 12 (VR) Mezzane di Sotto (VR) Minerbe (VR) Mozzecane (VR) Negrar (VR) Nogara (VR) Oppeano (VR) Pescantina (VR) Peschiera del Garda (VR) Povegliano Veronese (VR) Roverè Veronese (VR) Salizzole (VR) San Giovanni Lupatoto (VR) San Martino Buon Albergo (VR) San Mauro di Saline (VR) San Pietro di Morubio (VR) San Pietro in Cariano (VR) Sanguinetto (VR) Sommacampagna (VR) Sona (VR) Terrazzo (VR) Tregnago (VR) Valeggio sul Mincio (VR) Verona (VR) Vigasio (VR) Villa Bartolomea - Corso Fraccaroli, 49 (VR) Villa Bartolomea - Frazione Carpi (VR) Villafranca di Verona (VR)


15

Zona di competenza delle 2 Bcc

Filiali BCC Valtrompia

Filiali Cassa Padana

LEGENDA


Breve storia di Bcc Valtrompia di Giuseppe Mattei |

Il consiglio di amministrazione di Bcc Valtrompia Presidente: Romano Bettinsoli Vice Presidente Vicario: Annibale Fausti

gmattei@valtrompia.bcc.it

Consiglieri: Antonio Ardesi Felice Bettinsoli Stefano Bettinsoli Savino Bontacchio Franco Dusina Virginio Novali Aldo Sandro Robaioli Presidente del collegio sindacale: Massimo Passi Membri del collegio sindacale: Carlo Bona, Diletta Scaglia Direttore generale: Luca Giovannelli Vice direttore: Giuseppe Mattei

La rete degli sportelli Bcc Valtrompia

L’

attuale Banca di Credito Cooperativo della Valtrompia è il prodotto della fusione di due piccolissime realtà, avvenuta nel 1993: Bovegno (costituita nel 1897) e Lodrino; unendosi, le forze, le ricchezze e le criticità di ognuna sono diventate patrimonio comune e le peculiarità di ciascuna si sono ancor più valorizzate ed hanno consentito così di salvaguardare l’identità mutualistica e localistica, affrontando e superando al meglio le difficoltà e le asperità contingenti. Nel 1999 l’Assemblea dei Soci della Bcc dell’Alta Valtrompia scelse la linea dell’autonomia e del rilancio dell’Istituto che riorganizzandosi intraprese una fase di ulteriore sviluppo della banca. Con questa decisione, la Bcc conseguì il risultato di diventare la Banca di riferimento per tutta la Valle in via autonoma. Così si inquadra anche la scelta strategica di aprire la Sede secondaria di Gardone Val Trompia, scelta condivisa anzitutto dalle Comunità alle quali la nuova iniziativa era rivolta, e di assumere a partire dal 4 maggio 2003 il nome di Banca di Credito Cooperativo della Valtrompia. ●

I numeri in sintesi al 31/12/2011 Dipendenti Soci

2.252

Clienti (n.° di rapporti)

2.757

Sportelli

4

Impieghi

91*

Raccolta

97*

Raccolta indiretta

39*

Patrimonio

12*

*milioni di euro

16

31

Bovegno

Gardone Valtrompia

Lodrino

Sarezzo


Il progetto di fusione

La nuova area della Valtrompia

I

l progetto prevede la creazione della nuova area di Cassa Padana della Valtrompia, sulla scorta di quanto realizzato per Bcc Camuna e Banca Veneta 1896. In particolare, si intende fornire maggiore supporto alla funzione del capo area affinché possa espletare in maniera più organica ed efficiente le attività di gestione dell’area, di presidio delle funzioni di controllo e di raggiungimento degli obiettivi di promozione del territorio nell’ambito dell’attività progettuale della Cassa. Il capo area sarà l’attuale direttore generale di Bcc Valtrompia Luca Giovannelli.

I numeri della fusione (31.12.2011) Cassa Padana

Bcc Valtrompia

Bcc “somma”

Raccolta diretta (in milioni)

1.617

97

1.714

Impieghi (in milioni)

1.633

91

1.724

586

39

625

Raccolta indiretta (in milioni) Patrimonio vigilanza (in milioni)

231

12

243

Dipendenti

433

31

464

9.805

2.252

12.057

Soci

Le caratteristiche delle due zone di competenza

L’

ipotesi di fusione tra Cassa Padana e la Consorella Bcc Valtrompia genererebbe, a livello di ambiti di pertinenza territoriale, i seguenti effetti complessivi: Cassa Padana

BCC Valtrompia

BCC “somma”

Comuni di competenza territoriale

286

16

302

Comuni di insediamento diretto

53

4

57

Sportelli

61

4

65

Comune di sovrapposizione in provincia di Brescia: Bovegno (sede della Bcc della Valtrompia) e Pezzaze

La Banca post fusione disporrebbe di un’area di competenza territoriale costituita da 300 comuni, di cui 57 direttamente presidiati, ospitanti l’operatività di 65 sportelli distribuiti come segue: in territorio lombardo sono dislocati 26 presidi in provincia di Brescia, 8 dipendenze in provincia di Cremona, 5 sportelli in territorio mantovano ed il presidio di Rogno in provincia di Bergamo. Al di

fuori dei confini regionali, la rete commerciale si compone inoltre di 12 filiali in territorio veronese, 5 sportelli in provincia di Parma, 4 presidi in provincia di Reggio Emilia, 3 localizzazioni in provincia di Rovigo ed uno sportello nel capoluogo ferrarese. Le due Bcc presentano sovrapposizione territoriale nelle sole piazze bresciane di Bovegno

e Pezzaze, combinandosi in un “perfetto incastro” tra piazze limitrofe, che porterebbe ad unificare le singole competenze in un’unica ed omogenea area operativa locale. L’unione degli ambiti di riferimento darebbe dunque origine ad una vera e propria Banca “somma” che, rafforzerà il legame con il territorio nella Valle.

17


Fusione tra Cassa Padana e Bcc della Valtrompia Caratteristiche distintive e variazioni Area operativa

CARATTERISTICHE SOCIO DEMOGRAFICHE

Cassa Padana

BCC Valtrompia

BCC “somma”

Popolazione 2010

2.922.449

80.852

2.999.405

Popolazione maschile 2010

1.417.388

40.507

1.454.711

Popolazione femminile 2010

1.505.061

40.345

1.544.694

< 18 anni

473.437

14.634

488.903

18-29 anni

344.849

10.430

356.929

30-44 anni

701.388

19.324

719.857

45-64 anni

783.216

21.345

803.841

> 65 anni

616.637

15.119

Famiglie 2010

32.891

1.298.932

2,3

2,5

2,3

Componenti per famiglia (media) 2010 CARATTERISTICHE PRODUTTIVE

629.875

1.267.784

Artigiani operanti nell’Industria 2008

64.175

2.030

66.107

Agricoltura 2008

40.555

451

40.891

316

2

318

46.825

2.153

48.933

457

14

471

Industria estrattiva 2008 Attività Manufatturiere 2008 Energia, Gas, Acqua 2008 Costruzioni 2008

50.671

900

51.488

Commercio 2008

95.928

1.952

97.794

Trasporti 2008

12.329

182

12.507

9.893

224

10.107

Credito 2008 Servizi alle Imprese 2008

44.814

822

45.618

Totale Unità Locali 2008

331.895

7.409

338.908

CARATTERISTICHE FINANZIARIE

Valore Aggiunto 2005 (euro) Reddito disponibile totale 2006 (euro) Prodotto bancario 2010 (euro)

2.043.385.000

76.656.734.000

56.599.403.000

1.393.065.000

57.932.036.000

217.546.284.000

5.926.590.000

223.235.472.000

74.440

73.302

74.427

Prodotto bancario pro capite 2009 (euro) CONCORRENZA BANCARIA

74.702.031.000

Sportelli BCC in analisi (marzo 2011)

61

4

65

Sportelli altre BCC (marzo 2011)

247

3

249

Sportelli altre Banche (marzo 2011)

2.019

Totale Sportelli bancari Sportelli postali (settembre 2009)

52 2.327

623

Totale Sportelli presenti

2.070 59

26 2.950

2.384 646

85

3.030

Fonte: SIT - Sistema Informativo Territoriale; Banca d’Italia

L’intensità demografica che caratteriz-

zerebbe i 300 comuni dell’area operativa aggregata sarebbe di circa 3 milioni di abitanti, ripartiti principalmente nella fascia d’età 30-64 anni, a fronte di un’incidenza del 28,2 per cento della sezione “giovani” (sino a 29 anni). Il totale dei nuclei familiari insediati corrisponderebbe a quasi 1 milione e 300 mila presenze, con una dimensione media di 2,3 componenti a famiglia. Le potenzialità del mercato di riferimento di tale area allargata di com18

petenza e di presenza diretta sono evidenziate dalle caratteristiche produttive che ne connotano il territorio. Il numero complessivo delle Unità Locali censite ammonterebbe a 338.908; di queste la metà risulterebbe ubicata nella sola zona di presidio. Le Unità Artigiane operanti nell’Industria, attive nel territorio della Banca post aggregazione, sono oltre 66 mila, mentre si contano 40.891 aziende agricole. Analizzando la composizione percen-

tuale per branche di attività economica delle Unità Locali totali, sarebbe confermata, anche a seguito della fusione, la vocazione commerciale del territorio, cui seguono i comparti delle costruzioni, delle attività manifatturiere e dei servizi alle imprese. Caratteristiche produttive simili, in proporzioni adeguatamente dimensionate, si ravvisano anche nei comuni direttamente presidiati, seppure con una presenza relativamente più incisiva del settore dei Servizi. ●


19


L

a Valtrompia dal punto di vista morfologico è una valle stretta, un sottile e tortuoso lembo di terra contornato dai monti prealpini, lunga poco meno di 50 km. Dal punto di vista amministrativo è composta da 17 comuni a partire a nord da Collio, ameno paese abbarbiccato ai piedi del monte Maniva, per giungere a sud al metropolitano Concesio, ormai un tutt’uno con la Città di Brescia. Tutti i paesi triumplini, dei quali Lumezzane con 23.962 abitanti (dati 2007) è il più popoloso e Irma con i suoi tenaci 162 residenti rappresenta uno dei comuni più piccoli dell’italico “stivale”, sono accumunati, quasi senza soluzione di continuità, da un processo di concentrazione industriale che ad ogni numero civico o quasi fa corrispondere una piccola o media impresa di tipo artigianale o industriale o terziario o commerciale. La valle ha raggiunto la dimensione di un popoloso quartiere metropolitano sulle rive dei tre fiumi principali: il Mella, il Gobbia e il Garza. Su questi tre alvei sono sorti e cresciuti tre distinti e peculiari distretti industriali: quello armiero di Gardone Val Trompia, quello metallurgico di Lumezzane e quello siderurgico di Nave.

La zona di competenza di Bcc Valtrompia

LA VALTROMPIA EN PLEN AIR,

DAGLI ALBORI AL PRESENTE di Giuseppe Mattei | gmattei@valtrompia.bcc.it

20


Nonostante i suoi limiti geo-fisici e strutturali, la Valle è stata interessata da un processo di industrializzazione tanto concentrata da non avere riscontri in nessuna realtà geografica italiana e da farla divenire oggetto di studio e approfondimento. Il fatto è che la storia della Valtrompia è scritta prima di tutto nel codice genetico delle popolazioni che da secoli avevano stabilito le proprie radici sul territorio. Già nel 1844 Carlo Cattaneo, insigne conoscitore della montagna lombarda, riportava che le popolazioni locali avevano imparato a ricavare “dal ferro, dalla seta, dal cotone, dal lino, dalle pelli, oggetti di grandiosa manifattura”. È stato tuttavia il dopoguerra a consentire alla Valle di dispiegare le proprie potenzialità produttive, tecnologiche e lavorative, coltivate nel tempo e che nel processo di integrazione europea hanno trovato un mercato ideale. La Valtrompia, attraverso una durissima selezione naturale di darwiniana memoria, è riuscita a generare e a riprodurre una “pianta umana” unica e irripetibile, capace, da un lato, di esprimere una irriducibile coscienza di sé, dei propri valori e della propria identità e, dall’altro, di mantenere una costante apertura nei confronti degli altri, delle innovazioni tecnologiche e del progresso civile e industriale. Si tratta di quella “singolar mistura di

costumi rusticani e di esperienza mondana, l’amore del lucro e l’ospitale cordialità, la facilità del saper vivere in terra straniera e l’inestinguibile affetto di paese che presto o tardi fa pensare al ritorno”. Questa caratteristica unitamente ad altri fattori culturali, come il senso del lavoro e del risparmio, il senso della famiglia e il legame profondo con il proprio paese sono alla base della crescita economica della Valle. Crescita della propria industria manifatturiera che poggia per oltre il 90% (dati del 2004) sul settore metalmeccanico distribuito sui seguenti comparti: produzione e fusione dei metalli (35,8%), casalinghi, rubinetti e valvole (37,7%), armi e munizioni (12,8%), componenti per automobili (4,7%). Crescita poi in parte esportata dalle storiche famiglie imprenditoriali, prima nei paesi della Franciacorta, dell’hinterland cittadino e delle “basse” (bassa bresciana), più vicini alle principali vie di comunicazione e poi in anni recenti anche in svariati Paesi esteri. Valle angusta, chiusa a nord da valici poco praticabili, tagliata fuori dalle principali vie di comunicazione e lontana dal mare, che da anni invoca, invano, la realizzazione di infrastrutture adeguate.

Il territorio non ha mai posseduto materie prime di grande qualità e le uniche fonti energetiche locali sono storicamente rappresentate dai torrenti, avari di acqua, e da una certa presenza di carbone vegetale peraltro poco adatto, essendo povero di calore, per le lavorazione del ferro. Quest’ultimo è stato estratto fin da tempi remoti negli antri e nelle gallerie scavate nell’alta valle con sangue, sudore e peripezie prima dai condannati ad metalla deportati in loco dai romani e poi dal dopoguerra e fino al 1985 da eroici minatori. Questo minerale dà ora il nome al percorso turistico museale “La Via del Ferro”, inserito nel progetto europeo “Iron Route” e per estensione a tutta la Valle, denominata appunto “Valle del Ferro”. La Valtrompia in virtù della sua storia secolare unica e irripetibile ha superato indenne, pur tra stenti e sofferenze, carestie e calamità . La Valle si presenta vaccinata e attrezzata, in grado di affrontare e sconfiggere le spire dell’attuale crisi economica che qui non viene subita passivamente ma rappresenta, pur nelle difficoltà contigenti, un’occasione di stimolo e rilancio per l’impresa del “fare” e della comunità dell’ “essere”. ●

21


La zona di competenza di cassa padana

fotoalbum

il po

22

cremona

Brescia

mantova


Valle Camonica

Verona

rovigo

Ferrara

reggio emilia

PARMA

23


Il ristorno,

istituto tipico di una cooperativa lidia.sbarbada@cassapadana.it

C

ome recita l’art. 2 dello Statuto Sociale “la Bcc ispira la propria attività ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata”, come previsto anche nella Carta dei Valori del Credito Cooperativo. Il conseguimento di un equo risultato, e non la distribuzione del profitto, è la meta che guida la gestione del Credito Cooperativo. “La Bcc ha lo scopo di favorire i soci nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi promuovendo lo sviluppo della cooperazione, l’educazione al risparmio e alla previdenza, nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera”. La Bcc persegue altresì il miglioramento continuo della qualità e della convenienza dei prodotti e dei servizi offerti e promuove la partecipazione dei soci alla vita della cooperativa. “I soci”, a loro volta, “hanno l’obbligo di collaborare al buon andamento della Bcc, contribuendo allo sviluppo e lavorando intensamente con essa e hanno diritto di fruire dei servizi e dei vantaggi offerti dalla Bcc nei modi e nei limiti fissati

2005 su utili 2004

1.000.000 800.000 600.000

€ 500.000

2004 su utili 2003

€ 1.500.000

2003 su utili 2002

€ 900.000

1.200.000

€ 1.400.000

1.400.000

€ 1.200.000

1.600.000

€ 1.100.000

Cos’è il ristorno? È una quota di utile conseguito dalla Banca che viene ripartita tra i soci, mediante incremento della quota sociale detenuta da ciascun socio, tenendo conto del suo margine di contribuzione. In altri termini, il ristorno rappresenta la restituzione di una parte e quindi la riduzio-

€ 1.050.000

Ammontare del ristorno distribuito ai soci di Cassa Padana a partire dal 2003

dai regolamenti e dalle deliberazioni sociali”, come indicato dall’Art. 9 dello Statuto Sociale. Con l’introduzione del ristorno ciascun socio di Cassa Padana ha ottenuto la restituzione di una somma parametrata al lavoro effettuato con la banca. La Cassa ha introdotto il ristorno nel 2003, con apposita delibera dell’Assemblea ordinaria dei soci, che ha approvato anche il relativo Regolamento di distribuzione.

€ 1.033.000

di Lidia Sbarbada |

400.000 200.000 0

24

2006 su utili 2005

2007 su utili 2006

2008 su utili 2007

2009 su utili 2008

2010 su utili 2009


400.000

€ 552.630,78

€ 662.065,12

€ 446.437,97

€ 536.641,46

600.000

€ 432.619,60

800.000

€ 408.442,67

1.000.000

€ 382.442,67

1.200.000

€ 621.995,75

1.400.000

€ 443.782,29

€ 1.031.086,48

€ 1.480.115,96

1.600.000

€ 434.659,37

Ammontare del ristorno figurativo diviso in migliori condizioni ai soci sui tassi e sul costo dei servizi

200.000 0 benefit benefit tasso servizi 2005 2005

ne del prezzo pagato per i servizi resi dalla banca (commissioni ed interessi passivi) e la restituzione di una parte e quindi la maggior remunerazione dei depositi sottoscritti presso la banca (interessi attivi). Distribuito in proporzione all’operatività di ciascun socio con la Cassa, quindi è irrilevante il numero di azioni possedute, il ristorno premia la fedeltà del SocioCliente. Il ristorno è un istituto tipico della cooperazione. È intrinsecamente diverso dalla distribuzione degli utili che viene effettuata sulla base del capitale conferito.

Quali sono le modalità per stabilire l’ammontare di utile da destinare a ristorno? Per determinare l’utile di esercizio ristornabile occorre diminuire l’utile stesso delle quote da destinare obbligatoriamente a riserva legale e ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione. La parte rimanente dell’utile di esercizio, nei limiti della quota del margine di intermediazione lordo imputabili – in base alla contabilità analitico/gestionale in essere presso la banca – all’operatività svolta con i singoli soci, rappresenta l’utile di esercizio ristornabile. L’utile ristornabile non può comunque eccedere il limite del cinquanta per cento dell’utile residuo dopo le destinazioni obbligatorie.

benefit benefit tasso servizi 2006 2006

benefit benefit tasso servizi 2007 2007

benefit benefit tasso servizi 2008 2008

benefit benefit tasso servizi 2009 2009

benefit benefit tasso servizi 2010 2010

Il cosiddetto ristorno figurativo

P

er “ristorno figurativo” si intende l’importo cui la Banca rinuncia (con una diminuzione del margine di intermediazione) a seguito dell’applicazione di condizioni di favore ai soci nell’operatività bancaria, in termini di tassi sulla raccolta, tassi sugli impieghi, prezzo dei servizi. Il ristorno figurativo presenta elementi di aleatorietà e variabilità indipendenti da politiche effettivamente poste in essere verso la compagine sociale e dallo stesso “status” di socio. Cassa Padana regolarmente lo rileva, ma utilizza questo tipo di informazioni conscia dei limiti che hanno e senza che ciò influenzi lo sviluppo di politiche di mutualità interna.

Durante l’Assemblea dei soci il Consiglio di Amministrazione, nel rispetto della sana e prudente gestione della Banca, può proporre all’Assemblea la quota di utile da riconoscere ai soci a titolo di ristorno. Su tale proposta l’Assemblea è chiamata a deliberare. Inoltre il Consiglio di Amministrazione sottopone all’approvazione dell’Assemblea l’elenco dei contratti rispetto ai quali è calcolato il ristorno. I rapporti contrattuali tenuti in considerazione per la determinazione del ristorno sono il margine finanziario e il margine da servizi.

In che forma viene distribuito ai soci? Il ristorno viene distribuito ai soci mediante incremento della partecipazione

sociale, ossia con l’attribuzione di azioni gratuite. Il ristorno non può essere inferiore al corrente valore nominale dell’azione (attualmente pari a euro 25,82). In caso contrario la relativa differenza è imputata in un apposito fondo fino a che la quota di pertinenza del socio non raggiunga il predetto valore grazie ai successivi ristorni. Il ristorno riconoscibile a ciascun socio non può essere superiore a cento volte il corrente valore nominale dell’azione. Il ristorno eccedente tale limite è destinato a fini di beneficenza o mutualità. Ad ogni socio, dopo l’assemblea, viene spedita una lettera nella quale si comunica la misura del ristorno spettante e il riepilogo delle azioni possedute da ciascuno. ● 25


Vicini al socio in caso di malattia

di Lidia Sbarbada |

T

ra gli ambiti in cui si articola lo scambio mutualistico fra banca e soci, sicuramente quello della salute è fra i più importanti. Cassa Padana offre, gratuitamente, ai suoi soci un’assicurazione che prevede la corresponsione di una diaria giornaliera

lidia.sbarbada@cassapadana.it

in caso di ricovero in una struttura ospedaliera del socio o di un suo familiare (inteso come coniuge o convivente more uxorio e figli, così come risulta dallo stato di famiglia anagrafico). Nel caso in cui ad essere socio della Cassa Padana fosse una società, il beneficiario della polizza sareb-

Le prestazioni A. Degenza ospedaliera Corresponsione, in caso di ricovero reso necessario da infortunio o malattia, di una diaria giornaliera di euro 46,50 con un massimo di 100 pernottamenti per anno assicurativo e per nucleo familiare. B. Ricovero con intervento di alta chirurgia (specificati in apposita appendice)

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be, a seconda della tipologia societaria: • Società semplici e di persone (sas, snc): l’assicurazione è prestata pro-quota in favore di ciascun socio (e relativo nucleo familiare); • Spa e Soc.Coop. a r.l.: l’assicurazione è prestata a favore del presidente (e relativo nucleo familiare); • Srl: l’assicurazione è prestata pro quota in favore di ciascun socio amministratore (e relativo nucleo familiare) così come risulta dalle certificazioni societarie. Nel box riepiloghiamo le principali prestazioni offerte dalla Polizza. ●

Soluzione 1 Se l’intervento è stato effettuato a pagamento. Rimborso delle spese sostenute fino al 90%, con un massimale di euro 310.000,00 per anno assicurativo, per socio e relativo nucleo familiare. Oltre alla spese sostenute per l’intervento (medicinali, onorari dell’équipe che effettua l’intervento chirurgico, materiale di intervento, diritti di sala operatoria, rette di degenza), sono rimborsabili anche le spese sostenute 60 giorni prima del ricovero e nei 120 giorni successivi relativamente a visite e trattamenti specialistici, accertamenti diagnostici, esami di laboratorio tutti pertinenti la patologia considerata, assistenza medica e infermieristica, trattamenti fisioterapici e rieducativi. Soluzione 2 Se l’intervento è avvenuto a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale. Sarà corrisposta una diaria giornaliera di euro 130,00 per ciascun pernottamento in Istituto di Cura, con un massimo di 100 pernottamenti per anno assicurativo e per nucleo familiare.

Limiti di età • Degenza ospedaliera: anni 80 • Ricovero con interventi di alta chirurgia: anni 75 • Indennità sostitutiva del rimborso spese per interventi di alta chirurgia: anni 75 • Dal 76° all’80° anno la diaria è corrisposta con il massimo di 30 giorni per ricovero e di 60 giorni per anno assicurativo e nucleo familiare.

Rappresentazione del numero sinistri inviati e liquidati, diviso per anno 600.000

n. 560 € 334.000

€ 469.000

n. 533 € 351.000

200.000

n. 512 € 382.000

300.000

n. 426 € 368.000

400.000

n. 420

€ 494.000

n. 764

500.000

Supplemento a Popolis, periodico mensile di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n.43 / 2000 dell’8 agosto 2000 Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Hanno collaborato: Stefano Boffini, Giuseppe Mattei, Barbara Ponzoni, Lidia Sbarbada, Debora Zanini (elaborazione immagini) Fotografie di Valerio Gardoni In Copertina: La Valtrompia di Valerio Gardoni

100.000 0 2006

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