Popolis - Dicembre 2013

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Mensile di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa

La potenza del sogno, per crescere, sperare e vivere davvero

IN QUESTO NUMERO

Anno 12

12 dicembre 2013

Le terre nere M-603: di Leno Un “corto” medievale bresciano per le vittime della strada


s o mma r i o

4-5 La potenza del sogno, per crescere, sperare e vivere davvero

6-7 Zero/18: quando la scuola incontra il lavoro

8 La motobefana benefica

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Villa Badia nuova sede del Corpo Musicale Lenese

10-11 Popolis, periodico mensile di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000 Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia

Le terre nere di Leno medievale

12 Imparare a raccontare… con Lucilla Giagnoni Natale è stare insieme, a Leno

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Redazione Macri Puricelli, direttore macri.puricelli@popolis.it

La Pietà di Federigo Bencovich

Lidia Sbarbada, coordinamento lidia.sbarbada@ cassapadana.it

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Armando Rossi e Debora Zanini, immagini armando.rossi@popolis.it debora.zanini@ popolis.it

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Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Tel. 030 9040270 rivista@ popolis.it Comitato di redazione Franco Aliprandi, Stefano Boffini, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Macri Puricelli, Armando Rossi, Lidia Sbarbada Hanno collaborato a questo numero: Sandra Bassi, Elisabetta Berto, Stefano Boffini, Valentina Bragazzi, Benedetta Cherubini, Valerio Gardoni, Daniela Iazzi, Denise Morandi, Barbara Ponzoni,Marco Sacchi, Laura Simoncelli, Silvano Treccani Fotografie: Elisabetta Berto, Valerio Gardoni, Roberto Merli

Valorizzare la pianura? Insieme si può

Nuova vita per la chiesa di San Marurizio a Niardo

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M-603: un “corto” bresciano per le vittime della strada

18-19 Start Up Palestine

20-21 Manifesto per una vita indipendente

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Ag e n da

In copertina: foto di Valerio Gardoni Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs) Sfoglia questo numero e gli arretrati su: http://issuu.com/popolis www.popolis.it https://www.facebook.com/ pages/Popolis/138224646437 http://twitter.com/popolisweb

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ed i t o r i ale

Vivere bene il cambiamento

S

iamo al termine di un anno complesso e impegnativo in cui continua a regnare l’incertezza. Tutto appare possibile, nel bene e nel male. Cassa Padana sta affrontando questa fase storica forte di una solidità

patrimoniale e organizzativa indubbia e di una strategia consolidata condivisa su come affrontare al meglio le sfide che ci attendono nel futuro. La nostra preoccupazione principale è sulla “tenuta” dei territori in cui operiamo, rispetto alla quale la Cassa ha da anni scelto di svolgere una funzione proattiva. Lo testimoniano l’impegno, gli investimenti, i progetti che anche nel 2013 la Cassa ha animato o a cui ha partecipato in modo diretto in partnership. Natale è il momento culmine per la speranza cristiana, speranza non fondata sull’alea, ma su basi solide e valori che non sono passeggeri. Auguriamoci di costruire insieme un futuro di sviluppo, così come Paolo VI lo definì nell’enciclica Populorum Progressio, cioè “il passaggio di tutti e di ciascuno da condizioni di vita meno umane a condizioni di vita più umane”. È un concetto di sviluppo centrato sulla persona che impegna tutti, ai diversi livelli di responsabilità, a lavorare per liberarci dalla povertà materiale, ma anche da quella morale e valoriale, i cui effetti non sono meno negativi per la qualità della vita. L’augurio migliore è di vivere “bene” questo periodo intenso di cambiamento. Perché è necessario cambiare. E il primo cambiamento non può che avvenire nella nostra testa.

Vittorio Biemmi presidente Cassa Padana Bcc

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I N P RI M O P I A N O

La potenza del sogno

per crescere, sperare e vivere davvero “Comporre e integrare le differenze è una delle esigenze più vere della spiritualità di comunione. È una delle sfide del nostro mondo moderno. Anche se la diversità continua a fare paura, penso che educare all’accoglienza delle differenze, in un contesto multietnico, rappresenti un cammino concreto di evangelizzazione”. di Stefano Boffini |

stefano.boffini@cassapadana.it

L’

augurio speciale per le feste natalizie di quest’anno ci viene da Suor Paola Battagliola. Bresciana del 1952 è fra i vincitori del 2013 del premio Cuore Amico, il “nobel” dei missionari, per la sua opera a Timor Est, una piccola e giovane nazione, enclave indonesiana, teatro in passato di crimini e atrocità e che ora prova a sperimentare la via della pace e dello sviluppo. Il legame fra Cuore Amico e Cassa Padana viene da lontano ed è fatto di relazioni e storie che abbracciano il mondo. Da Cuore Amico, fra l’altro, è arrivata la segnalazione che oltre 10 anni fa ha fatto partire il progetto “Microfinanza campesina” in Ecuador. Una vita dedicata alla formazione e alla crescita delle nuove generazioni. Cosa si sente di dire ai giovani italiani che sperimentano precarietà, disoccupazione e soprattutto assenza di prospettive per il futuro? Da felice Figlia di Maria Ausiliatrice e quindi erede di un grande patrimonio spirituale consegnatomi dal mio fondatore Don Bosco, vorrei prendere ispirazione da lui per rivolgermi ai giovani d’oggi, in particolare a quelli stanchi, scoraggiati, delusi e dir loro una parola di speranza. Vorrei parlare a loro con il caldo linguaggio di Don Bosco. Vorrei con loro una comunicazione che sia condivisione e dialogo. Vorrei trovare le parole

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appropriate per raggiungere immediatamente il cuore di tanti di loro, troppo spesso ferito dall’indifferenza degli adulti o dal fallimento di amori traditi. Dentro questa moderna realtà ho la sensazione che, spesso, ai giovani manchi l’aria per respirare. Vorrei invitarli a trovare “il sogno” che rende persone creative. Il sogno che ridesta la volontà assopita, che smuove le energie segrete, che dà la forza di affrontare e superare le inevitabili difficoltà della crescita. Come vede “da fuori” la condizione della terra dove è nata? Amo molto la mia terra natale, Manerbio nella bassa bresciana, e mi sento fortemente legata da vincoli di affetto e da un certo sano orgoglio. Nessuno poteva pensare che la mia vita avrebbe avuto ben presto una dimensione di universalità-missionarietà. Sono riconoscente nei confronti di coloro che hanno incrociato il mio cammino e mi hanno aiutata a rispondere con passione a una vocazione umana e cristiana al servizio della vita dei giovani e dei bambini. Per dieci anni in Italia, a Bologna, e per venticinque a Timor Est, in Indonesia. Il principio di reciprocità dovrebbe guidare la relazione fra persone, stati, nord e sud del mondo. Nella vita di missione si trova a dare molto agli altri, ma anche a ricevere molto da loro.


al cambiamento. È il principio della reciprocità: ciascuno è chiamato a dare e a ricevere, a costruirsi nella relazione della reciproca donazione, nella libera interdipendenza per amore. Vivere relazioni di reciprocità suppone amare la persona con cui si entra in relazione, in modo tale da non farle sentire inferiorità o dipendenza, ma da metterla in condizione di ricambiare nel dono di sé. Questo è stato il principio che ci ha costruito come “famiglia interculturale” e, grazie ai chiaro-scuri delle nostre fragilità, a distanza di 25 anni possiamo lodare e ringraziare Dio per le meraviglie operate attraverso Maria. Venticinque anni fa ha iniziato la missione a Timor Est insieme a una suora americana e una filippina. Che significato ha avuto e ha ancora oggi l’apertura alla dimensione internazionale?

Nella cultura contemporanea, fortemente segnata dall’individualismo, c’è un profondo bisogno di relazioni interpersonali, la ricerca di una comunicazione autentica che permetta di superare l’isolamento e stabilire un confronto costruttivo con gli altri. Tale bisogno si esprime non solo come un essere con l’altro o un essere per l’altro, ma anche nella consapevolezza crescente di un essere grazie all’altro. Ho potuto realizzare la mia vocazione salesiana missionaria grazie alle famiglie, ai giovani, ai bambini orfani timoresi che ci hanno offerto la terra, la casa del loro cuore e ci hanno accolto come loro “madri”. Inizialmente il sogno era di andare tra i poveri per “insegnare”, invece ho dovuto mettermi “alla scuola dei poveri” per impare la pazienza di attendere, la gioia di soffrire in silenzio, godere di cose semplici, imparare a “non avere”! Sono partita da Bologna come “‘insegnante” e sono giunta a Timor mettendomi sui banchi di scuola per imparare la lingua tetun. Tutto nella mia vita si è azzerato e ha avuto inizio un “nuovo calcolo”, diverso da quello che avevo lasciato, ma basato sul “fidati di Dio, e Lui, insieme con Maria l’Aiuto, realizzerà tutto dal tuo niente!”. Fin dall’inizio ho capito che era molto importante porsi dalla parte dell’altro in una situazione di parità reale, che rendesse possibile un confronto vero nel quale si chiede non tanto che l’altro cambi, ma che noi personalmente ci rendiamo disponibili

Per un popolo che ha conosciuto per molti anni il colonialismo è difficile capire la “convivenza pacifica delle differenze”. La prima piccola comunità fu chiamata a essere un “faro” luminoso di comunione. Il volto interculturale della prima comunità ha interrogato costantemente famiglie, giovani, collaboratori laici, autorità di governo. Comporre e integrare le differenze è per me una delle esigenze più vere della spiritualità di comunione tanto auspicata dal Beato Giovanni Paolo II. Da figlia di un sognatore come Don Bosco, ci regala un messaggio di speranza cristiana per il Santo Natale e il nuovo anno che ci attende? Questo Natale sia un tempo nuovo per ognuna e ognuno di noi! Non lasciamoci prendere dall’abitudine, ma coltiviamo lo stupore davanti a Dio che sceglie di diventare uno di noi, di farsi carne per rivestirci di infinito, di entrare nella storia per illuminarla e lievitarla della Buona Notizia del Vangelo. Gesù viene e tutto cambia! Tutto deve iniziare nel cuore di ognuna e ognuno di noi. Il rinnovamento del cuore e della vita è la condizione essenziale perché qualcosa di nuovo nasca nella famiglia umana. Gesù che viene ci trovi pronti ad accoglierlo in questo nuovo Natale per ascoltare il Suo messaggio di fede, amore e speranza. ●

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I n o stri pr o g e tti A cr e m o n a

Zero/18: quando la scuola incontra il lavoro

In accordo con le principali associazioni di categoria locali, il Comune di Cremona ha creato e portato avanti un progetto per far dialogare in modo costruttivo i ragazzi con le eccellenze del territorio. Incontri, percorsi, lezioni nelle aziende, in modo che gli studenti possano capire cosa c’è fuori dalla scuola, per intuire la strada da percorrere dopo gli studi. E da quest’anno in classe c’è anche Cassa Padana. Con una web radio. di Barbara Ponzoni |

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uante volte ci siamo ritrovati a pensare che la scuola italiana fosse troppo teorica, infarcita di nozioni, a scapito dell’esperienza diretta e della formazione sul campo? Per ovviare a questa mancanza e in linea con il periodo attuale – di crisi nel mondo del lavoro, ma non solo l’amministrazione comunale di Cremona ha deciso, da quattro anni , di puntare sull’unione di scuola e lavoro. Con il progetto Zero/18. Fautrice dell’iniziativa è l’assessore alle politiche educative e della famiglia, Jane Alquati. L’abbiamo incontrata.

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barbara.ponzoni@cassapadana.it

Da cosa nasce l’esigenza di un progetto di questo tipo? Il lavoro è un tema che mi sta particolarmente a cuore: nella vita fuori dal Comune mi occupo di formazione e orientamento. E anche se quest’ambito non è strettamente di competenza dell’amministrazione comunale, ma della Provincia, ho deciso di intraprendere questo percorso con le scuole, consapevole che uno sguardo concreto alla realtà locale fosse una condizione indispensabile per la crescita e la formazione dei ragazzi.


Nel concreto in cosa consiste Zero/18? Il percorso, di tutti gli ordini scolastici, è fatto di lezioni in classe e visite alle aziende. Le informazioni raccolte e documentate con foto e filmati, vengono presentate ai genitori e alle altre classi. Una condivisione fondamentale per la riuscita del progetto. Al termine dell’anno scolastico, tutte le classi partecipanti si ritrovano nella sala del consiglio per raccontare la loro esperienza. Di fronte al sindaco, alle rappresentanze delle associazioni di categoria, al dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Cremona e Mantova, al presidente della Camera di Commercio locale. Un momento altamente simbolico, rappresentativo dell’unione fattiva fra scuola, Comune e mondo del lavoro. Tre anni di progetto, il quarto in corso d’opera, un bilancio? I numeri sono davvero confortanti. L’interesse verso Zero/18 è cresciuto progressivamente facendo registrare un incremento del numero delle aziende e delle classi che si sono rese disponibili a partecipare, con sempre maggior entusiasmo e con ricerche ed elaborati davvero interessanti. Per il quarto anno si è pensato di siglare ufficialmente un protocollo d’intesa fra tutte le parti coinvolte, in modo da formalizzare questo progetto e garantire la sua prosecuzione per altri tre anni, in funzione del fatto che il nostro mandato scade a primavera 2014. Mi auguro che Zero/18 possa proseguire felicemente con qualsiasi amministrazione eletta dai cittadini cremonesi. ● Partecipanti al progetto ZERO/18 2012/2013

Zero/18 e Cassa Padana

A

fianco di Zero/18, quest’anno c’è anche Cassa Padana. Non con una semplice sponsorizzazione, ma come partner fattivo del progetto, come ha specificato l’assessore Jane Alquati. L’idea messa in campo è di creare, grazie alla collaborazione con l’ufficio I.T. Popolis, una web radio gestita dai ragazzi. In modo che le loro esperienze, i loro progetti e le loro idee non vengano disperse, ma anzi valorizzate e trasmesse ai loro coetanei, e non solo. Questa possibilità è emersa durante l’ultima presentazione dei progetti dei ragazzi nella sala del Consiglio: il giornalista di Radio24, Alessandro Milan, citando l’esempio di Radio Immaginaria, ha proposto la creazione di una radio locale dei ragazzi. La sfida è stata colta da Cassa Padana, area del cremonese e casalasco, che, mettendo in campo le proprie competenze, ha offerto il proprio aiuto e le proprie capacità per far sì che questa idea possa concretizzarsi. Mettere insieme diverse scuole, diverse classi, diversi professori, non è facile, ma con pazienza e determinazione tutte le parti stanno lavorando per raggiungere l’obiettivo.

Info Assessorato alle politiche educative e della famiglia Via del Vecchio Passeggio 1, Cremona Tel. 0372 407917 politiche.educative@comune.cremona.it Gruppo di lavoro: Lina Stefanini - coordinatore Stefania Reali - referente Amilcare Acerbi - consulente

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I n o stri pr o g e tti A PA R M A

La motobefana benefica di Benedetta Cherubini |

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ono finiti i tempi in cui la befana arrivava a cavallo di una scopa con le scarpe tutte rotte. A Parma i bambini del reparto oncologico dell’Ospedale Maggiore ormai attendono con frenesia il lieto appuntamento dell’Epifania per la consegna dei doni! Ma con befana diversamente motorizzata. Si scaldano così i motori del Club Moto Guzzi di Parma, che, grazie alla sinergia con la concessionaria Moto Guzzi di Guareschi Claudio & C. Snc, propone per il 6 gennaio 2014 la sedicesima edizione della Motobefana benefica. Il motoraduno all’insegna della solidarietà è un impegno

che si rinnova ogni anno con grande entusiasmo e grande amore da parte di tante “befane in sella alla loro moto”, che hanno in comune la passione per le due ruote e la voglia di veder sorridere tanti bambini. La finalità primaria dell’iniziativa è infatti quella di raccogliere fondi per i bambini del reparto oncologico di Parma e per i bambini orfani di alcune Case Famiglia cittadine, perché quando si accendono le luci del Natale anche per loro possa essere festa! Quest’anno alla manifestazione mancherà Claudio Guareschi, grande anima della manifestazione, che da lassù veglierà di certo sulle sue moto-

benedetta.cherubini@cassapadana.it

befane e non mancherà di ricordarci che “regalare un sorriso a un bimbo è qualcosa di meraviglioso”. Anche quest’anno Cassa Padana sosterrà la raccolta fondi e invita i moto club della zona e la cittadinanza tutta a unirsi per sostenere questa splendida iniziativa. Quindi “casco in testa ben allacciato, luci accese anche di giorno, prudenza sempre”: l’appuntamento è per il 6 gennaio! ●

info Associazione Guaracing Factory Team Via Venezia n. 183, Parma Tel. 0521 774149 info@guareschimoto.it www.guareschimoto.it

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f o n d azi o n e d o m i n at o l e o n e n s e

Villa Badia nuova sede del Corpo Musicale Lenese di Marco Sacchi |

marco.sacchi@fondazionedominatoleonense.it

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ra il 22 giugno del 1884 quando a Leno nacque la banda musicale. Da quella data sono passati molti anni: oggi la banda è diventata il Corpo Musicale Lenese “V.Capirola” e dallo scorso settembre ha trovato sede in Villa Badia, tornata al suo antico splendore dopo la conclusione, lo scorso maggio, dei lavori di restauro. Incontriamo Ermanno Panno, Presidente del Corpo Musicale di Leno. Ermanno, da pochi giorni avete preso possesso dei nuovi locali in Villa Badia. Quali sono le vostre prime impressioni? In Villa Badia sentiamo finalmente di aver trovato spazi consoni alle attività del Corpo Musicale. Siamo entusiasti che la nostra richiesta di una sede decorosa sia stata accolta dalla Cassa Padana la quale, in accordo con il Comune di Leno, ci ha messo a disposizione alcuni locali. L’offerta ci ha lusingato, perché ha segnato, in un certo senso, il riconoscimento dell’importanza storica della nostra banda. Quali sono le offerte formative che propone il Corpo Musicale Lenese? Il Corpo Musicale Lenese, attraverso la Scuola di Musica, offre corsi di strumenti a fiato e corsi di chitarra, pianoforte e propedeutica per i piccolissimi. Da qualche tempo è attivo anche un corso gratuito di grammatica musicale per adulti, che introduce alla musica persone di qualsiasi età.

Di cosa si compone il vostro repertorio? Il nostro repertorio spazia dalla tipica musica bandistica a brani tratti dalla grande musica classica, da colonne sonore e composizioni per musical a musiche religiose. Se una persona volesse approcciarsi alla musica, quali sono le tappe da seguire per entrare a far parte del Corpo Musicale Lenese? Non c’è un’età per iscriversi alla Scuola di Musica: abbiamo corsi per bambini dai 5/6 anni fino al corso per adulti. Il percorso standard per ragazzi prevede un triennio scolastico di lezioni; per quanto riguarda gli adulti, in base alle inclinazioni e alle attitudini personali, i frequentanti, dopo un periodo di pratica musicale, possono passare nell’organico principale della banda. Il Corpo Musicale è già in fermento: il prossimo anno cadrà il 130° anniversario dell’associazione, che verrà festeggiato con eventi musicali per tutto l’arco del 2014. ●

info Corpo Musicale Lenese “V.Capirola” Villa Badia, Via Marconi, 28 - Leno (Brescia). Tel. 338-4336829 segreteria@corpomusicalelenese.it www.corpomusicalelenese.it

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f o n d azi o n e d o m i n at o l e o n e n s e

Le terre nere di Leno medievale L’ultima campagna di scavi a Villa Badia si è svolta a settembre e ottobre di quest’anno e ha visto come oggetto d’indagine il terreno posto a nord della dimora. La presenza della “terra scura” e soprattutto il suo rapporto, ancora tutto da indagare, con i resti dell’antico monastero longobardo, aprono un ventaglio completamente nuovo di interrogativi. Ancor più carico di aspettative considerata l’ottima conservazione dei depositi e il fatto che ad oggi, nella provincia bresciana, non è mai stato indagato un sito di età altomedievale di pari estensione. di Denise Morandi, archeologa

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ono numerosissime le fonti documentarie, conservate negli archivi di Leno, Brescia, Milano e Venezia, che da sempre testimoniano la presenza, sul sito oggi occupato dall’ottocentesca Villa Badia, dell’antico monastero maschile, fondato dal re longobardo Desiderio nel 758 d.C e dedicato a San Benedetto.


Risale ormai a più di dieci anni fa la prima campagna di scavi, svolta sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia, e allora tenacemente voluta da Cassa Padana, realizzata con lo scopo di verificare le numerose ipotesi fatte dai ricercatori al riguardo. In particolare essa aveva visto in prima battuta l’impiego della sofisticata tecnologia del GPR (Ground Probing Radar) che, attraverso l’emissione di un’onda elettro-magnetica propagata nel sottosuolo, aveva indagato buona parte dell’area di fronte alla villa ottocentesca e in un secondo tempo l’apertura di alcune trincee e diversi sondaggi. I dati ricavati, nonostante l’esiguo numero di strutture murarie conservate, avevano permesso di ricostruire con buona approssimazione l’evoluzione cronologica delle chiese monastiche che si erano succedute in dieci secoli di vita del monastero, oltre che gli ingombri principali degli ambienti in cui si svolgeva la vita quotidiana dei monaci. In particolare erano state riconosciute la posizione e le dimensioni della prima chiesa abbaziale, voluta da re Desiderio, e tutte le trasformazioni che ad essa erano state apportate fino al XIII secolo. Inoltre, erano stati scavati alcuni ambienti del chiostro monastico e numerose sepolture ad esso associate. La seconda campagna aveva interessato l’area ad est della villa e si era svolta nell’inverno tra il 2009 e il 2010. Con grande sorpresa di tutti gli studiosi coinvolti, essa aveva dato conto della presenza di un’altra chiesa, di dimensioni nettamente inferiori rispetto a quella abbaziale, con una fitta necropoli associata, utilizzata almeno fino al XVII secolo. Fra gli elementi più dibattuti di quest’ultimo intervento, vi sono stati l’intitolazione del piccolo saccello sacro (S. Maria o S. Giacomo?), e l’attribuzione cronologica della grandissima fondazione (1,80 m di larghezza) di un muro che dall’abside della chiesetta determi-

nava il limite orientale della necropoli e con buona probabilità quello del monastero stesso. L’ultima campagna di scavi, infine, è stata svolta nei mesi di settembre e ottobre di quest’anno e ha visto come oggetto d’indagine il terreno posto a nord di Villa Badia. Sul sito sono state realizzate 21 trincee. Lo scopo dell’indagine è stato quello di accertare la presenza di stratigrafia antropizzata, ovvero di un deposito archeologico che contribuisca a completare il quadro già emerso dagli scavi fatti negli anni passati. A dispetto della scarsa potenza della stratigrafia indagata nelle campagne precedenti, l’area ha rivelato la presenza di un deposito ricchissimo di informazioni. Pochi centimetri al di sotto del terreno vegetale, infatti, sono subito emersi livelli di macerie (fra le quali sono stati riconosciuti anche elementi decorativi in pietra di notevole interesse), alcune strutture murarie ben conservate, numerosi frammenti di ceramica databile tra l’Età Tardo Antica e l’Età Rinascimentale, ma soprattutto quella che tecnicamente viene definita dark earth, ovvero “terra scura”. Tali depositi, caratteristici dei siti di Età Altomedievale (V-X sec.d.C.), sono costituiti da terreno che spesso assume una colorazione quasi nerastra determinata dalla presenza di una forte componente organica mescolata al terreno, risultato dell’abbondante presenza di rifiuti e scarti di cibo e dell’utilizzo del legno per la costruzione delle abitazioni civili. La presenza della “terra scura” e soprattutto il suo rapporto (ancora tutto da indagare) con i resti dell’antico monastero di fondazione longobarda, aprono un ventaglio completamente nuovo di interrogativi, che risulta ancor più carico di aspettative considerata l’ottima conservazione di tali depositi e il fatto che ad oggi, nella provincia bresciana, non è mai stato indagato un sito di Età Altomedievale di pari estensione. ●

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f o n d azi o n e d o m i n at o l e o n e n s e

Imparare a raccontare… con Lucilla Giagnoni di Daniela Iazzi |

daniela.iazzi@fondazionedominatoleonense.it

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accontare significa creare una storia. Anzi, significa creare la propria storia, una riserva inesauribile di linguaggi, codici e sentimenti. Raccontare per sapere e scoprire chi siamo, per sollevare il velo che ci nasconde le verità. Sarà proprio il racconto la base dello stage intensivo che prenderà avvio a Leno, al Teatro di Desiderio, dal 6 all’8 dicembre. A condurlo sarà una docente d’eccezione: Lucilla Giagnoni. Nota attrice e regista del teatro italiano, Lucilla Giagnoni si è formata nella Bottega di Vittorio Gassman a Firenze. Ha collaborato fino al 2002 con il Teatro Settimo, producendo gran parte

degli spettacoli che sono stati portati in tourneè in Italia e all’estero, vincendo premi nazionali ed internazionali. Ora si dedica alla creazione di propri spettacoli, impegnandosi in attività didattica per ragazzi e adulti. Questo stage rappresenta quindi un’occasione unica, non solo per chi calca il palcoscenico, ma anche per coloro che hanno fatto della parola e della comunicazione il proprio lavoro o passione. ●

info Tel. 030-9038463 e-mail: ilteatrodidesiderio@libero.it

Natale è stare insieme, a Leno di Daniela Iazzi |

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daniela.iazzi@fondazionedominatoleonense.it

atale è, da sempre, uno dei momenti dell’anno più sentiti da tutti. Per entrare nella magica atmosfera natalizia, domenica 1 dicembre la ProLoco di Leno e la Fondazione Dominato Leonense propongono una giornata da vivere insieme all’insegna della solidarietà. Domenica 1 dicembre, dalle 10 alle 18, la piazza di Leno accoglierà gli stand dell’artigianato locale con le loro decorazioni natalizie; saranno inoltre presenti le associazioni di volontariato, con oggetti realizzati da volontari e utenti. In Villa Badia, alle 14.30, il corso geometri dell’I.S.S. “V.Capirola” presenterà il progetto “Dall’archivio al territorio sulla via delle cascine”,

uno studio delle cascine di Leno. Alle 15.30, seguirà un incontro per dar voce ai Gruppi di Acquisto Solidale, nuova forma di acquisto di beni di consumo che utilizza il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. I più piccoli sono invece attesi alle 15.30 per appendere la propria decorazione all’albero di Natale della solidarietà, per poi assistere ad uno spettacolo di giocoleria. Non mancheranno le caldarroste, il vin brulé e molte altre specialità gastronomiche da assaporare o da acquistare per i cesti regalo o per le tavole dei giorni di festa. Info: 338-3454157

Fai parte della Fondazione Dominato Leonense! Avrai diritto a sconti e agevolazioni sulle iniziative culturali da noi organizzate e in altri siti culturali del territorio

Quota socio privato: 100 euro all’adesione e 10 euro annui 12Quota socio istituzionale: 1.000 euro all’adesione e 100 euro annui


I n o stri pr o g e tti A BRESCIA

La Pietà

Info Cristo in pietà con la Maddalena e i santi Carlo Borromeo, Francesco d’Assisi, Giuseppe da Leonessa

di Federigo Bencovich

Olio su tela, cm 320x240 (centinato), 1735 ca. In mostra fino al 15 febbraio 2014 Ingresso euro 5,00

Dalla Dalmazia a Gabbiano e Padernello

di Laura Simoncelli |

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Info e prenotazione: Fondazione Castello di Padernello tel. 030 9408766 www.castellodipadernello.it

laura.simoncelli@popolis.it

l castello di Padernello ospita fino a metà febbraio 2014 la mostra “La Pietà” del pittore dalmata Federigo Bencovich, detto anche Fedrighetto o Dalmatino, artista giunto a Venezia, nei primi anni del Settecento, ancora giovanissimo, per studiare pittura. La mostra del quadro originale della deposizione, conservato nella Chiesa di S. Maria Assunta di Gabbiano e dipinto dall’artista attorno al 1724-25, prosegue il percorso di ricerca, cura e valorizzazione delle opere presenti sul territorio, secondo un itinerario già intrapreso come missione della Fondazione Nimphe Castello di Padernello.

La documentazione d’archivio e il felice restauro del 2012 restituiscono alla collettività un’importante pala d’altare, forse una delle più preziose tele prodotte dal grande pittore dalmata. L’accurata opera di restauro, realizzata da Emanuela Montagnoli Vertua – sotto la direzione di Renata Casarin della Soprintendenza al patrimonio storico artistico e etnoantropologico per le provincie di Brescia, Mantova e Cremona – ha riportato all’originale splendore il dipinto che presentava pesanti lacune nella parte inferiore della tela. Nelle tre sale allestite del maniero Martinengo si possono vedere nel

dettaglio proprio le fasi di restauro e del recupero del dipinto. Numerosi particolari della composizione sono stati, inoltre, stampati direttamente su plexiglas e retro illuminati. Un breve video documentario illustra la lettura iconografica del dipinto, mentre in una sala allestita per l’occasione è ospitato ed esposto il dipinto originale concesso dalla Parrocchia di Borgo San Giacomo per questo allestimento. Un catalogo, infine, preparato per la mostra e contenente uno studio archivistico di Giuseppe Merlo, storico dell’arte e ricercatore archivista presso l’Archivio di Stato di Brescia, contestualizza questo nuovo evento artistico. ● 13


I n o stri pr o g e tti A BRESCIA

I rappresentanti degli enti firmatari

Valorizzare la pianura?

Insieme si può

Al Castello di Padernello la firma fra 5 Fondazioni e 2 Parchi sancisce la nascita di una rete voluta per promuovere il territorio della Bassa bresciana di Daniela Iazzi |

“R

daniela.iazzi@fondazionedominatoleonense.it

ete per la tutela e la promozione della pianura”: questo è il nome del protocollo d’intesa firmato il 21 ottobre scorso dalle Fondazioni Castello di Padernello, Cogeme, Dominato Leonense, Pianura Bresciana, Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi, e i Parchi Oglio Nord e del Monte Netto. L’obiettivo è quello di impegnarsi a collaborare, costituendo una cabina di regia, per promuovere congiuntamente l’informazione e la conoscenza delle valenze artistiche, culturali e storiche del territorio. E anche per educare i cittadini verso l’uso culturale e turistico 14

del territorio e delle peculiarità ambientali, paesaggistiche e architettoniche favorendo una visione territoriale di area più vasta, pur all’interno delle specificità locali. Il sodalizio potrà e dovrà conferire un “peso” alla nostra pianura. Per questa ragione si sta già lavorando alla realizzazione di pacchetti turistici per dirottare nelle aree della pianura i visitatori già presenti sul lago di Garda, per esempio, dove il turismo è una solida realtà. La cultura che esprime il territorio della pianura costituisce, quindi, un elemento di sviluppo. Per questo è

importante che gli enti siano uniti e coordinati nella programmazione di un’offerta culturale congiunta e nelle azioni che si potranno mettere in campo per catalizzare i finanziamenti a livello locale, nazionale ed europeo. Punto di forza di questa rete è la presenza di due parchi di grande importanza, che rappresentano le specificità naturalistiche e ambientali del territorio. D’ora in poi vedremo parchi e fondazioni, che per tradizione lavorano in maniera autonoma, collaborare su progetti comuni. Il primo di questi è senz’altro l’Expo 2015, al quale la pianura potrà arrivare con un unico grande progetto corale, anziché frammentata in tante piccole singole inziative. Un primo passo per rendere immediatamente concreto e visibile questo accordo sarà la comunicazione congiunta. La Fondazione Dominato Leonense farà, inoltre, da ponte per la diffusione delle iniziative organizzate sia singolarmente che congiuntamente dagli enti. ●


I n o stri pr o g e tti A BRESCIA

Nuova vita per la chiesa di San Maurizio a Niardo Conclusi i lavori di restauro di Sandra Bassi |

sandra.bassi@cassapadana.it

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razie a un consistente contributo della Fondazione Comunità Bresciana, ottenuto con un bando presentato con la collaborazione di Cassa Padana e sportello territoriale Csv di Valle Camonica, si sono finalmente concluse le opere di restauro conservativo di una delle Chiese che con i suoi 50 metri di lunghezza, 12 di larghezza e 18 di altezza, è tra le più grandi della Valle Camonica: la parrocchiale di San Maurizio a Niardo. Grazie all’artista bresciano Leonardo Gatti si è svolto un risanamento strutturale e subito dopo artistico. Si è trattato di un lavoro non facile per i problemi legati alle murature intaccate dall’umidità di risalita e da quella filtrata dalla precedente copertura. Un grande impegno è stato dedicato all’imponente altare di S. Obizio (15 metri d’altezza), che si trovava in pessime condizioni di conservazione: è stato impiegato parecchio tempo per ripulirlo

nelle parti in marmo e gesso. Anche la pala di G. Battista Nodari, del 1925 e che raffigura il Santo guerriero, ha dovuto essere rivitalizzata. È stato poi ricollocato sopra l’altare di San Costanzo e del Beato Innocenzo il grande crocifisso datato 1933, “l’anno di Redenzione”. Ora la Chiesa è tornata al suo massimo splendore ed è pronta ad accogliere devoti e pellegrini da ogni parte della provincia. C’è infatti anche la possibilità di soggiornare nella vicina casa natale del Beato Innocenzo, dimora del sedicesimo secolo, da poco accuratamente restaurata. La casa, che viene affittata in autogestione per gite parrocchiali e pellegrinaggi, dispone infatti di una grande camera comune per 20 persone, camera privata per 2 persone, 2 bagni attrezzati anche per portatori di handicap e cucina perfettamente funzionante. Sotto questa struttura c’è il museo del Beato Innocenzo: le stanze sono rimaste come erano e ospitano ancora alcuni mobili utilizzati dal Beato e dalla sua famiglia. Una struttura impregnata dalla fede che ha contraddistinto il “Fratasì” e lo ha reso così grande alla venerazione della gente. Un posto dove ogni devoto può sentirsi a proprio agio. Libero di entrare per respirare quell’atmosfera ricca della presenza del Beato. ●

Info

Tel. 0364 330160 lanuovavocediniardo@hotmail.it

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I n o stri pr o g e tti A BRESCIA

M-603:

Un “corto” bresciano per le vittime della strada

di Benedetta Cherubini e Silvano Treccani benedetta.cherubini@cassapadana.it silvano.treccani@cassapadana.it

Una serata normalissima, un’uscita con gli amici, Elena e Andrea che viaggiano assieme sullo scooter. Ma Andrea va oltre il proprio limite e trascina Elena con sé. Lui rimane gravemente ferito, per lei finisce tutto. Da qui in poi quelle che scorrono sono le sensazioni ed emozioni di un agente della Stradale che deve intervenire, come sempre, a giochi fatti, per raccogliere dati anonimi e farsi ambasciatore di tragedie. Entrare bruscamente nell’intimità di una famiglia, distruggerla, e andarsene silenziosamente… 16


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e aree territoriali bresciane di Cassa Padana – Bassa Bresciana, Mella, Valle Camonica e Valle Trompia – hanno fatto rete per sostenere l’associazione provinciale che si occupa del delicato tema delle vittime della strada e delle loro famiglie. “CONdividere la strada della vita” – questo il nome dell’associazione – ha un progetto per coinvolgere e sensibilizzare gli adolescenti, soprattutto alla luce delle ultime tragiche statistiche diffuse dai dipartimenti di Polizia Stradale. Il progetto ruota attorno al concetto di sacralità della vita per essere recepito dai ragazzi. È così che a inizio ottobre alcuni angoli di Brescia hanno fatto da scenografia alle riprese di un cortometraggio che, attraverso un linguaggio più familiare ai giovani, sarà poi il veicolo per trasmettere loro quello che è il valore dell’amore per la vita, rappresentato come in una sorta di contrappasso dantesco, per raccontare quanto, troppo spesso, basti un gesto folle perché tutto svanisca, si dissolva, lasciando chi rimane solo a chiedersi “perché doveva succedere?”. Il progetto nasce da un incontro, quello tra Roberto, un padre che ha vissuto il duro dramma della perdita di un figlio adolescente a causa di un banale incidente stradale, e Antonio, un poliziotto – ma anche un padre – che dopo tredici anni di servizio decide di lasciare un importante segno scrivendo

il racconto La folle corsa, perché “le dinamiche giovanili sono veloci, troppo veloci, maledettamente veloci da dirsi folli e la follia ha un’unica amica fedele e alleata: la morte!”. Il cortometraggio ha come titolo il codice usato dalla Polizia Stradale per indicare gli incidenti mortali: “M-603”. Non si tratta di una campagna mediatica provocatoria, con crudi dettagli di un incidente mortale, tra la nebbia mattutina, che si accampano nella mente. Bensì di “attimi di vita” per capire le percezioni intime di chi sta vivendo “attimi di dramma”, dai familiari agli amici sulla strada, dagli agenti della polizia stradale agli operatori socio-sanitari. Il cortometraggio si concentra in particolare sul lasso di tempo del “dopo incidente”, con le sue difficoltà e le sue zone d’ombra, ma anche con i suoi germi propedeutici alla rinascita, cercando di sensibilizzare i ragazzi attraverso la semplicità del loro stesso linguaggio. A inizio 2014 il documentario sarà distribuito in tutte le scuole medie superiori di secondo grado, negli oratori e nei centri di aggregazione giovanile bresciani, per poi proseguire in un progetto di dialogo aperto di Roberto (presidente dell’associazione “CONdividere la strada della vita”) e Antonio (scrittore ed ex-poliziotto) con i nostri ragazzi. Attraverso questo confronto l’obiettivo è anche quello di fare arrivare un chiaro messaggio alle famiglie, che a volte per mero istinto di protezione vivono

il concetto di “vita spezzata anzitempo” con distacco e superiorità, trascurando l’obbligo morale che grava su noi adulti di continuare a informare i giovani in maniera puntuale e onesta su cosa significhi perdere la vita sulle strade. Sposare un’iniziativa dal così intimo senso sociale e dal profondo impatto territoriale – assieme ad altri enti, come l’Associazione Industriali Bresciani, BRE.BE.MI, Provincia di Brescia, Fondazione ASM, Università degli studi di Brescia – è per le aree bresciane di Cassa Padana un segnale di mature scelte di coesione e responsabilità sociale. ●

Sostieni anche tu la realizzazione e la diffusione del progetto! Sottoscrivi la raccolta fondi che l’associazione promuove sul conto corrente dedicato presso Cassa Padana Bcc Iban: IT 23 M 08340 11200 00000 00953668 Associazione CONdividere la strada della vita Via XXV Aprile 12, 25062 Concesio (Bs) Presidente: Roberto Merli

Info Tel. 030 2180862 - 338 4221449 info@vittimestradabrescia.org

M-603 Tratto dal racconto ‘La folle corsa’ di Antonio Savoldi Regista: Cristian Benaglio Con: Alessandro Calabrese, Cinzia Mascoli, Francesco Foti, Pietro de Silva, Roberto Citran Produttore: Mario Tani Distribuzione: Mac Film

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I n o stri pr o g e tti NEL MONDO

Da sinistra: Stefano Boffini, Franco Marzocchi, Khalil Shiha

Start Up Palestine Per dare credito Alle fasce vulnerabili della popolazione e finanziare le piccole e medie imprese Dopo anni di relazioni intessute per e-mail, telefono e con missioni nei Territori Occupati, lo scorso settembre Cassa Padana, Banca Etica e Fondazione Solidarete hanno firmato un accordo quadro con Parc, organizzazione non governativa, da trent’anni al servizio dello sviluppo economico della Palestina. Obiettivo di lungo termine dell’accordo è quello di arrivare a una banca specializzata. Una banca diversa. di Elisabetta Berto |

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elisabetta.berto@cassapadana.it

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a missione è stata lampo e repentina. Di quelle preparate nell’angoscia dei prezzi dei voli che lievitano. Ma non potevamo mancare. A fine settembre, dopo anni di relazioni intessute per e-mail, telefono e con missioni nei Territori Occupati, Cassa Padana, Banca Etica e Fondazione Solidarete hanno firmato un accordo quadro con Parc. I lavori preparatori erano iniziati a marzo di quest’anno quando, grazie a Fondazione Solidarete, avevamo intercettato


l’Ufficio della Cooperazione Italiana a Gerusalemme e il suo impegno a promuovere lo sviluppo socio-economico della Palestina. La Cooperazione Italiana veniva elaborando l’idea per un programma dedicato ai problemi di accesso al credito delle piccole e medie imprese, vera spina dorsale dell’economia dei Territori Occupati e raramente servite dalle banche commerciali. Nel suo lavoro di mappatura delle istituzioni finanziarie l’Utl di Gerusalemme aveva conosciuto il Parc e quanto l’ong si fosse prodigata per l’apertura di un’istituzione di microfinanza, Reef for Finance, e per la costituzione di associazioni cooperative di risparmio e credito, vero luogo di emancipazione delle donne palestinesi. Con loro, aveva potuto conoscere la relazione che, attraverso Ctm Altromercato, Cassa Padana è riuscita a creare con le cooperative di risparmio e credito, fatta di consigli su come raggiungere la sostenibilità economico-finanziaria. Ora questo programma ha un nome, “Start Up Palestine”, e una data ufficiale di approvazione, il 19 settembre. Il suo obiettivo è affrontare il bisogno di credito delle fasce vulnerabili della popolazione palestinese e finanziare le piccole e medie imprese attraverso istituzioni finanziarie esistenti, oltre che espanderne la capacità operativa per stimolare la creazione di posti di lavoro. La cooperazione italiana ha quindi individuato un interlocutore pubblico, il Fondo per l’Occupazione e la

Protezione Sociale, che farà da snodo per veicolare i prodotti finanziari, e una serie di istituzioni finanziarie, tra le quali le associazioni cooperative di risparmio e credito. Per rendere efficace l’intervento, vista la mancata sostenibilità di alcune cooperative, mezzo insostituibile per raggiungere le fasce più vulnerabili della popolazione, il programma prevede, anche, una parte di fondi destinata alla loro assistenza tecnica. Obiettivo dell’Utl, l’ufficio di cooperazione italiano, è riuscire a capitalizzare sulle relazioni già consolidate tra le cooperative e Cassa Padana e poter trarre vantaggio da un accompagnamento già avviato nei fatti, ma non solo. Per rendere più forti le cooperative di risparmio e credito è necessario rafforzare la base sociale e il tessuto economico in cui si innesta. Per questo, grazie a Fondazione Solidarete e alle relazioni e competenze che racchiude, l’intervento si arricchirà di nuove leve, volte al sostegno alle imprese cooperative socie delle cooperative di risparmio e credito. La cooperazione italiana sta quindi cercando le modalità più adatte per innestarsi in questo processo. L’accordo quadro tra Parc, Cassa Padana, Banca Etica e Fondazione Solidarete nasce, quindi, da questi presupposti e comporta, come primo tassello, la cooperazione per il rafforzamento delle associazioni cooperative di risparmio e credito e della loro federazione. Ma non si ferma qui. L’obiettivo di più lungo termine è quello di convogliare gli sforzi verso la creazione di una banca specializzata. Una banca diversa. Una banca con principi di democrazia economica che possa imparare dalle banche etiche e alternative europee. Per questo è importante che anche Banca Etica sia parte dell’accordo. Sicuramente una banca non commerciale come le altre presenti in Palestina. Forse una banca cooperativa, se il credito cooperativo sarà un modello che piacerà all’Autorità Monetaria Palestinese nell’ora della definizione di un quadro normativo più dettagliato delle banche specializzate. ●

Info www.popolis.it/mondo

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i n c o n tri

Manifesto per una vita indipendente

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Cinzia ha lottato sin dal primo istante che i suoi meravigliosi occhi hanno visto il mondo. Cinzia affronta da più di quarant’anni, con la tenacia e il coraggio di una leonessa, la sua esistenza. Perché a Cinzia la vita non ha fatto sconti e lei non intende far sconti alla vita.

di Valerio Gardoni |

valerio.gardoni@popolis.it

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in dalla nascita Cinzia Rossetti convive con una tetraparesi spastica a seguito di un’asfissia neonatale, uno smisurato ostacolo che Cinzia salta ogni mattino per pretendere una vita indipendente. Ci incontriamo a Botticino, sotto i ronchi di Brescia. Alle nostre spalle il prezioso marmo dell’altare della Patria. Cinzia abita da un anno in un piccolo appartamento ottenuto senza privilegi, dopo sei anni di lista d’attesa. Come tutti gli altri. Con lei, durante il giorno, c’è una ragazza che l’aiuta nella quotidianità, cose che per tutti noi sono semplici e scontate: alzarsi, lavarsi, vestirsi, mangiare, coricarsi. Come dice il primo passo del suo Manifesto della vita indipendente, è fondamentale poter vivere come chiunque altro, avere la possibilità di prendere decisioni riguardanti la propria vita, poter svolgere attività di propria scelta, con le sole limitazioni che hanno le persone senza disabilità. Dopo quarant’anni Cinzia ce la stava facendo. Ha lottato tanto, ma c’era riuscita ad allontanarsi da un sistema assistenziale umiliante, per di più costoso e che non tiene conto delle effettive esigenze delle persone, ferendone molte volte la dignità e l’animo, soffocando le opportunità e il contributo che le persone con disabilità possono offrire alla collettività. Tutto quello che Cinzia, con tenacia, ha ottenuto nella sua vita rischia oggi di essere vanificato: da più di un anno non riceve il finanziamento necessario per far fronte alle esigenze della quotidianità e per retribuire la persona che le dà una mano. La crisi taglia l’essenziale alla vita. Ma suona come un’ipocrisia se si tiene conto che in provincia di Brescia le persone con disabilità grave che vorrebbero una vita indipendente si contano sulle dita di due mani. Una situazione che fa male a chi la vive, ma dovrebbe fare molto più male a una società che si ritiene civile. Cinzia non ha nessuna intenzione di rassegnarsi. Per questo ha scritto l’ennesima lettera ai consiglieri della Regione Lombardia con la speranza di essere ascoltata. Non è sola Cinzia: il comitato lombardo per la vita indipendente delle persone con disabilità reclama con insistenza di essere ascol-

tato dalle istituzioni, per chiedere semplicemente l’applicazione della legge 162/98 come è stato fatto in altre regioni: “Allo scopo di garantire il diritto ad una vita indipendente alle persone con disabilità permanente e grave limitazione dell’autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita, non superabili mediante ausili tecnici, le modalità di realizzazione di programmi di aiuto alla persona, gestiti in forma indiretta, anche mediante piani personalizzati per i soggetti che ne facciano richiesta, con verifica delle prestazioni erogate e della loro efficacia”. Cinzia non una è donna che si scoraggia facilmente e nemmeno aspetta la manna dal cielo. Lei è una fonte inesauribile di energia. La sua disabilità non ha frenato l’entusiasmo nella vita. Dopo un diploma magistrale si è laureata in scienze dell’educazione, ha conseguito diversi master, lavora e collabora attivamente con diverse realtà che le permettono di avere uno stipendio per pagarsi parte delle spese. Ha in attivo alcuni progetti che promuovono nelle scuole la comprensione e la valorizzazione della disabilità. Ha promosso e partecipato alla realizzazione di una mostra fotografica, “La femminilità è donna”: una serie di fotografie di ragazze disabili da dove scaturisce l’essenza della femminilità, la bellezza, la sensualità. Testarda e coraggiosa, è promotrice e modella di un’agenzia per il lancio nella moda di modelle disabili. E non finisce qui, mentre parliamo ha già in cantiere una nuova idea per un progetto per il ritorno all’essenza della terra. Sono talmente tante le iniziative che faccio fatica ad annotare gli appunti sul taccuino. Il movimento di Vita Indipendente, mi spiega, è nato negli anni Sessanta in California. È stato Ed Roberts, un ragazzo disabile dell’università di Berkeley, alloggiato all’interno dell’infermeria del campus, a maturare l’idea che fosse necessario gestire la propria vita al di fuori dei luoghi di cura. Esco dall’incontro con il taccuino in mano scarabocchiato di appunti e m’accorgo che le ho raccontato più io della mia vita che lei della sua. Esco anche con la convinzione che Cinzia non sarà mai disponibile a rassegnarsi. ● 21


agen d a a cura di Valentina Bragazzi valentina.bragazzi@popolis.it

> Eventi Incontri d’autunno 12 dicembre, ore 21.00 Palazzina Lodesani Via Fogliani 7 Scandiano (Reggio Emilia)

Info: www.scandianointransizione.it

Mercati della terra 15 dicembre Castello di Padernello Borgo San Giacomo (Brescia)

Info: info@castellodipadernello.it

Passeggiate musicali

> musica

City Camps Cigole: a special gift for Christmas

Franco D’Andrea Trio

Fai un regalo speciale per Natale: anche per l’estate 2014 a Palazzo Cigola Martinoni di Cigole, nella Bassa bresciana, si svolgeranno i City Camps: full immersion per imparare la lingua inglese divertendosi. Dedicati agli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado. Coloro che si iscriveranno entro il 31 dicembre 2013 avranno uno sconto di € 20,00 sulla quota di adesione.

Info: Monica 339 7299337; Miriam 338 5098504

7 dicembre, ore 14.45 Teatro Farnese - Parma

CIGOLE

Accreditata dal MIUR

dal 28 luglio al 1 agosto e dal 4 agosto all'8 agosto 2014

Info: 327.7469902

FANN

AMARE L'INGLESE.... per la vita!

COSTO: € 160 PER UNA SETTIMANA € 290 PER DUE SETTIMANE SCONTI: € 15,00 per ciascun fratello a settimana € 80,00 a famiglia per ospitare i tutor € 10 sulla quota del corso a settimana per iscrizioni entro il 15 marzo 2014

A special gift for Christmas..... fai un regalo speciale per Natale: per le prime 20 iscrizioni entro il 31 dicembre sconto di € 20,00 sulla quota di adesione

Prosegue il sostegno di Cassa Padana BCC a favore dell’associazione Amici del Fumetto e dell’Illustrazione che organizza due volte l’anno questa importante mostra mercato. Da venticinque anni Reggio Emilia è la sede della più grande mostra del fumetto da collezione d’Italia, un momento di incontro in cui collezionisti di quella che Hugo Pratt chiamava “letteratura disegnata” si riversano in massa nella Città del Tricolore.

Per informazioni contattare: Monica Gilardetti: 339-7299337 Miriam Toniolo: 338-5098504

Vincenzo Mingiardi/chitarra elettrica, elettronica - Roberto Bonati/contrabbassoRoberto Dani/batteria, percussioni 7 dicembre, ore 21.00 Casa della Musica – Parma

“Una Stanza per Caterina” New Song in Old Italy: tribute to Andrej Tarkovskij Evelina Petrova Duo

concerto per voce, fisarmonica e contrabbasso 8 dicembre, ore 21.00 Palazzo Sanvitale - Parma

> MOSTRE Bodoni (1740-1813)

Alberi!

Principe dei tipografi nell’Europa dei Lumi e di Napoleone

Le terre, le radici, i rami e il vento tra le foglie nelle rappresentazioni infantili della PInAC

Fino al 12 gennaio 2014 Biblioteca Palatina - Teatro Farnese Galleria Nazionale, Parma

Info: www.mostrabodoni.it

Verso Monet

Fiere di Reggio Emilia Via G. Filangieri n.15

Palazzo della Gran Guardia - Piazza Bra, Verona

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Factor-Y Trio

Info: www.parmafrontiere.it

Sabato 14 e domenica 15 dicembre 2013 (Sabato 9-19, domenica 9-18)

Info: www.amicidelfumetto.it

6 dicembre, ore 21.00 Casa della Musica – Parma

Info: www.parmafrontiere.it

Palazzo Cigola Martinoni, via Roma

51a Mostra mercato del fumetto a Reggio Emilia

Daniele D’Agaro/clarinetto - Mauro Ottolini/ trombone - Franco D’Andrea/pianoforte

Fino al 9 febbraio 2014

Info: www.lineadombra.it/verso-monetverona/la-mostra

Fino al 30 giugno 2014 Pinacoteca Internazionale dell’età evolutiva Aldo Cibaldi via Disciplina 60, Rezzato (Brescia)

Info: www.pinac.it


Un sincero augurio di Buone Feste a tutti i soci e clienti di Cassa Padana e alle loro famiglie

dal Consiglio di Amministrazione, dai dipendenti e dalla redazione di Popolis

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Mettiamo Mi Piace Sul nuovo Anno !

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