Popolis - Dicembre 2010

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Periodico di attualità , economia, informazione e cultura cooperativa anno 8 • n. 6 dicembre 2010

Cassa Padana in Cina Un monastero europeo nel cuore della pianura Padana Il torrone delle feste

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editoriali

Nel 2011 con lo sguardo fiero della solidarietà e della comunità unita

Cari soci, dicembre è per molti tempo di bilanci e anche Cassa Padana non fa eccezione. Il 2010, seppur carico di aspettative, non ha portato con sé la tanto sperata ripresa economica e gli strascichi della pesante crisi del 2009 hanno continuato a gravare sui redditi delle famiglie. Cassa Padana non è stata a guardare. Forte delle sue radici cooperative ha lavorato a fianco di soci e clienti per trovare soluzioni sostenibili. In questo contesto non facile, grazie alla sua solidità patrimoniale, garanzia per svolgere il suo ruolo di banca cooperativa a favore del territorio, la Banca ha concretizzato la fusione con la ex Bcc Camuna, con l’obiettivo di salvaguardare l’identità e il valore di un territorio, quello della Valle Camonica, fatto di persone tenaci che credono nei valori di appartenenza, collaborazione, condivisione e coesione sociale. Come prospettato nel piano di fusione, Cassa Padana ha iniziato l’apertura di nuove filiali in Valle. A novembre, sono state inaugurate Rogno, Artogne e Edolo, mentre a dicembre si conclude il programma di aperture con Breno. Un impegno organizzativo importante, necessario a creare le basi per lo sviluppo di questo angolo della provincia bresciana, ricco di storia, cultura e tradizioni, che per troppo tempo è stato trascurato e sottovalutato. L’impegno nel locale non ci ha comunque impedito di proseguire con le iniziative a favore delle comunità internazionali, attraverso i progetti di microfinanza già consolidati (Ecuador), di supporto per la realizzazione di cooperative di credito (Perù, Argentina, Messico e Paraguay) o di aprirci a nuove realtà e conoscenze (Ghana e Palestina). Interagire con queste realtà ci arricchisce non solo dal punto di vista umano, ma soprattutto identitario, confermandoci che operando attraverso il modello cooperativo possiamo offrire quei valori di appartenenza, fiducia e solidarietà necessari a costruire una comunità civile solida. Questi sono i principi che continueranno a guidare Cassa Padana anche nel 2011. Auguro a voi e alle vostre famiglie Buon Natale e Felice Anno Nuovo. Vittorio Biemmi

sommario

presidente Cassa Padana

QRCode, nuovi contenuti multimediali su Popolis Novità di fine anno per Popolis. Se sfogliando la rivista trovate questo “disegno”

avrete scoperto un QRCode che vi permetterà, grazie al vostro cellulare, di vedere un video, leggere un testo in Internet, sfogliare un sito web.

4-5 Il torrone delle feste: buono, genuino e contro la crisi Il torrone fatto in casa

6-7 Cassa Padana a Brescia: passaggio a nord-ovest… Centro italiano per l’assistenza in famiglia

Ma come si fa? Il vostro telefono cellulare o smartphone deve avere un programma gratuito di lettura. I più comuni sono Nokia Reader, QR App e QR Launcher (per Iphone), KaywaReader, Barcode Scanner (per Android). Una volta scaricato il programma, “mostrate” al vostro cellulare, inquadrandolo con la fotocamera, il QRCode. Il gioco è fatto. Il nome QR è l’acronimo dell’inglese Quick Response (risposta rapida) poiché il codice fu sviluppato per permettere una rapida decodifica del suo contenuto.

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Partire sempre dalle persone Con il nuovo piano strategico, la Cassa Padana ha impostato gli orientamenti di fondo per i prossimi tre anni. Lo scenario è complesso, caratterizzato da incertezza, con problematiche in continua evoluzione, spesso con dinamiche poco prevedibili. Cassa Padana conferma l’impostazione di fondo del tipo di banca che intende essere e del ruolo completo che vuole svolgere nei territori dove opera. Il fattore primario su cui agire, decisivo per l’efficacia della sua azione, è rappresentato dal personale. La banca proseguirà ad investire fortemente e a sviluppare quel percorso organizzativo iniziato con la creazione dell’ufficio formazione e che passa per progetti significativi quali l’attivazione del master biennale per i neoassunti. C’è un patrimonio quantitativo. La banca in questi anni con una politica prudente lo ha salvaguardato e intende mantenere per il prossimo triennio indici di patrimonializzazione di assoluto rilievo. La Cassa è solida. È un grande punto di forza. C’è poi un patrimonio intangibile, altrettanto importante, fatto dalle persone, da relazioni positive, conoscenze, fiducia, identità, modo di essere e di agire, ugualmente importante. I due elementi non sono separati, interagiscono profondamente, soprattutto se si ha una visione non di breve periodo. Dipendenti competenti, motivati, consapevoli dell’identità della banca sono l’investimento più importante e il migliore fattore competitivo che una banca con le nostre caratteristiche può avere. Senza le persone giuste è difficile rendere fatti concreti idee o strategie pur buone. Luigi Pettinati

direttore generale Cassa Padana

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12-13 2010: un anno in Cassa Padana

8 Fondi europei: le risorse non mancano

9 Un monastero europeo nel cuore della pianura Padana

10-11 Cassa Padana in Cina Un nuovo sistema di credito per il Perù

14 Tutti i dolci della tradizione a Cavriana

Aiutiamo il Calabrone a costruire un nuovo nido Un mattone per la nuova casa del Calabrone I servizi del Calabrone

15 Cara…Mella: è di nuovo Tuttoteatro Cristalli sognanti Dalla bassa alla città, il teatro è in rete

16-17 Neurofisiopatologia, uno strumento di diagnosi neurologica

18-19 Tre giorni selvaggi. Con Balto in Val del Sole

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22 I Lupi di San Glisente: passione montagna


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Il Torrone delle feste Buono, genuino e contro la crisi di Barbara Ponzoni

barbara.ponzoni@cassapadana.it

Impasto di albume d’uovo, miele e zucchero, farcito con mandorle, noci, arachidi o nocciole, spesso ricoperto da due ostie. Eccolo qui il torrone, dolce natalizio per eccellenza. Ma il torrone è molto di più di qualche ingrediente bene assemblato. Per i cremonesi, che sono nati e cresciuti con un pezzettino di torrone in bocca al posto del ciuccio, rappresenta la tradizione, le feste in famiglia, il ritrovarsi ad una tavola a chiacchierare, il buon sapore delle cose semplici e vere. D’altra parte il valore simbolico di questo dolce è riconosciuto anche dai non cremonesi. Non c’è nulla di più evocativo di un cibo che ci ricorda l’infanzia, l’attesa e l’arrivo dei doni di Santa Lucia, la vigilia di Natale tutti insieme, quasi sempre “sgranocchiando” un pezzo di torrone. Ma dal punto di vista nutrizionale? Nel migliore dei casi il torrone ha ingredienti semplici e naturali, senza aggiunta di conservanti. 100 grammi di torrone, una quantità in grado di soddisfare le esigenze di un buon goloso medio (specialmente quello duro è infatti molto leggero) contengono 450 calorie, 27 grammi di grassi, 52 di carboidrati. Rapportato ad altri dolci italiani, come per esempio il pandoro (che molti prediligono per la sua “leggerezza”) e che vanta lo stesso apporto calorico, ma più grassi e colesterolo, o a una classica crostata di marmellata o un’altrettanto classica torta al cioccolato, il nostro torrone si difende bene. Il suo segreto? La mancanza di tuorlo d’uovo, le proprietà indiscusse della frutta secca, il potere dolcificante del miele. Per celebrare e rinnovare questa magia, come ogni anno, a Cremona, dal 18 al 21 novembre, si è svolta la Festa del Torrone. È in questa occasione che ho incontrato Massimo Rivoltini, titolare dell’azienda dolciaria produttrice di torrone che porta il nome della sua famiglia e che ha sede a Vescovato, nel cremonese.

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Nel 2011 la Festa del Torrone compirà 9 anni, un bilancio di questa avventura? Sono stato uno dei primi promotori di questo evento. L’ho visto crescere e diventare uno dei momenti più seguiti nel nord Italia, con numeri da capogiro. Anche quest’anno si sono registrate 100 mila presenze, 500 camper e 250 pullman arrivati da ogni parte d’Italia, 100 espositori presenti, oltre 24 tonnellate di torrone venduto, centinaia di gruppi organizzati provenienti dalle regioni limitrofe ma anche da Lazio, Marche e Toscana e una coppia di simpatici camperisti inglesi settantenni giunti per un evento che di fatto apre il periodo di attesa del Natale 2010. Elementi che creano una manifestazione di interesse nazionale, una cassa di risonanza importantissima per la nostra città. In questi giorni non si pubblicizza e vende solo il torrone ma Cremona stessa, con tutte le sue caratteristiche e peculiarità. Anche se le condizioni meteorologiche non sono state favorevoli, gli espositori tra venerdì e sabato hanno registrato un incremento delle vendite del 15% rispetto allo scorso anno. A

cosa è dovuto questo successo se-

condo lei?

Principalmente al grande lavoro svolto dalle prime edizioni ad oggi, quando gli espositori erano incerti e venivano quasi per farci un favore. Ora ci sono prenotazioni di anno in anno e si fa fatica a garantire un posto a tutti, ma la macchina organizzativa è ben oliata e va da sé. L’elemento che reputo più importante è che l’evento è sentito da tutte le realtà cremonesi, dal pubblico al privato, tutti uniti per il medesimo obiettivo: esaltare le peculiarità della nostra città e del nostro


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territorio. Questo fronte comune ha permesso alla Festa del Torrone di diventare ciò che è ora. Naturalmente bisogna sempre andare avanti e migliorare: quest’anno abbiamo contato ben 45 eventi durante il fine settimana, tutti di una certa rilevanza. Perché la qualità è importante, nel torrone che produciamo ma anche nella Festa che lo rappresenta. Il torrone è soggetto ad una certa stagionalità nelle vendite. È un tipico prodotto natalizio, anche se c’è chi tenta di farlo arrivare sulle tavole per tutto l’anno, lei cosa ne pensa?

Sono favorevole ai vari tentativi, anche fantasiosi, di utilizzare questo prodotto in modi sempre nuovi, attraverso una continua ricerca. A questo proposito, il 17 Novembre, al ristorante Il Violino, è stata presentata una novità: il tortello con un ripieno a base di torrone. Cremona, a differenza di città limitrofe come Mantova, non ha una pasta ripiena particolare che la contraddistingua. Usare come ingrediente il torrone potrebbe creare una nuova tradizione culinaria, prettamente cremonese. Personalmente però credo che il torrone non debba e non possa essere slegato dal Natale. Le innovazioni vanno bene, ma nel totale rispetto delle tradizioni e delle specificità del prodotto, che non va snaturato.

ro. Il torrone e la liuteria sono la nostra bandiera nel mondo. In questi tempi di crisi quindi la vendita

non ha subito flessioni…

Al contrario: si è incrementata. La gente, se costretta, rinuncia a molte cose, ma non alla qualità. Soprattutto in questo particolare settore alimentare, di nicchia, di assoluta qualità e genuinità, ma a prezzi contenuti. Della serie “toglietemi tutto, ma non il mio pezzetto di buon torrone…”. Il signor Rivoltini parla volentieri con me ancora un po’ del suo modo di concepire il lavoro e quello che fa, con passione e determinazione e soprattutto con l’assoluta consapevolezza che non sono solo i numeri che fanno grande un prodotto o un’azienda, ma le sue peculiarità, l’essere sempre in linea con la tradizione, ma con un occhio attento al futuro. La Festa del Torrone si è conclusa, ora c’è l’impegnativo rush finale verso il Natale, lascio quindi Rivoltini alla sua azienda e alla sua vita. Che poi, mi rendo conto, sono la stessa cosa. ¬

Il torrone è un dolce molto particolare,

che piace a tutti, come spiega questa sua diffusione?

È un prodotto totalmente naturale e genuino, soprattutto se artigianale, come quello della mia ditta. La ricetta prevede 50% di mandorle, 40% di miele e un 10% fra zucchero e albume d’uovo, tutti elementi naturali e di ottima qualità. Piace non solo ai cremonesi o agli italiani in genere, ma è un prodotto internazionale: il 60% della mia produzione va all’este5

Il torrone fatto in casa Ingredienti: 300 gr. di miele bianco 350 gr. di zucchero 2 bianchi d’uovo 150 gr. di mandorle spellate 150 gr. di nocciole 50 gr. di pistacchi ritagli di ostie Mettete il miele in una casseruola e poi fatelo bollire a bagnomaria, togliete dal fuoco e aggiungete gli albumi montati a neve soda. In un altro pentolino mettete lo zucchero con pochissima acqua, mescolate sempre e fatelo caramellare ma non fatelo diventare scuro. Rimettetelo sul fuoco assieme al composto di prima, mescolate sempre e aggiungete le mandorle, le nocciole, i pistacchi e mescolate il tutto velocemente. Con la carta da forno rivestite una placca da forno, mettete le ostie e sopra il composto, chiudete con altre ostie e premete bene. Lasciatelo solidificare per alcune ore. Poi tagliatelo e servitelo.


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Cassa Padana a Brescia: passaggio a nord-ovest…

di Benedetta Cherubini

benedetta.cherubini@cassapadana.it

Alberto Valdameri è nato a Cremona il 18 ottobre del 1973. Dopo aver respirato per più di trent’anni aria cremonese, da cinque anni vive in un paese vicino alla città di Brescia, Roncadelle. La sua passione più grande è il figlio di 8 anni che si chiama Paolo. Nel tempo libero gli piace praticare due sport sprintosi: lo sci ed il motociclismo.

Alberto

al primo impatto la tua timidezza non ti farebbe

apparire come un ‘tipo da filiale’, ed invece il tuo proficuo

percorso lavorativo è stato sempre a contatto con la gente.

Ci racconti il tuo percorso in Cassa Padana? Mi ricordo benissimo il primo giorno di lavoro. Era il 2 gennaio 1994, quando fui assunto in Cassa Padana con la mansione di cassiere presso la filiale di Gadesco, a soli pochi chilometri da casa. L’accoglienza nel mondo Bcc fu molto coinvolgente e il rapporto diretto e “semplice” con tutti i colleghi mi diede da subito un grande senso di appartenenza. Fu spontanea la mia curiosità ad apprendere. Il mio impegno da ventenne viveva della fiducia che mi era stata data. Dopo pochi mesi di ‘addestramento’ fui trasferito a Pescarolo, prima come cassiere e poi come retro sportellista. È in questi anni che penso di aver maturato la maggior formazione sul campo, soprattutto grazie alla gestione di teso-

» da sinistra:

Ingrida Tafa, Damiano Capuzzi e Alberto Valdameri

reria, dove si è soli, e si matura una grande esperienza di problem solving… A dicembre 1997, assieme all’allora responsabile di filiale Nicola Ferrari e ad altri cinque colleghi, ho partecipato all’apertura della filiale di Brescia, la numero 19 di Viale Stazione, la seconda della Cassa allora in un capoluogo di provincia. Quest’esperienza in città mi ha insegnato tantissimo, e di questi anni ‘bresciani’ ricordo il duro lavoro e la sfida di portare in una realtà nuova i valori ed il metodo Cassa Padana a confronto con la diversificazione della clientela nei più disparati settori. I numeri raggiunti ed i rapporti umani costruiti portarono la filiale in due anni ad essere una delle più grandi della banca; una realtà di cui feci parte per altri sette anni, collaborando con l’attuale direttore Roberto Danieletti come vice responsabile. Venendo agli anni più recenti, nell’estate 2006 sono stato nominato responsabile della filiale di Fenili Belasi, la mia prima esperienza alla guida di uno sportello. In questo contesto dove si avverte l’animo tipicamente pulsante dell’imprenditorialità bresciana, ho avuto modo di confrontarmi con le problematiche sia delle piccole che delle grandi aziende, condividendo indistintamente con tutti i clienti il clima tipico delle nostre storiche filiali di paese. È

datato

2010 il tuo rientro in città con l’apertura l’11

Brescia-Via Valcamonica. Un nuovo ‘doppio presidio’ in città, come per Cremona e Parma… Ricetta vincente non si cambia! La Direzione di Cassa Padana ha trovato strategico continuare a presidiare i nostri capoluoghi di provincia con più sportelli, in modo da essere più accessibili alla diversa clientela che già gravita sulle filiali cittadine. La filiale di Via Valcamonica, in particolare, si posiziona nella zona ovest di Brescia e risulta immediatamente a ridosso alla zona industriale di Gussago e di due grossi villaggi di Brescia, il Violino e la Badia, rispettivamente formati da circa 3.600 e 3.500 abitanti. Una zona questa che risulta particolarmente strategica per il ricongiungimento territoriale con la nuova Area Camuna di Cassa

ottobre della filiale di


Padana, una contiguità prevista nel Documento di Fusione approvato da Banca d’Italia, che vedrà proseguire la fase espansionistica della nostra Bcc nei prossimi anni. Grazie agli ottimi rapporti di lavoro e di amicizia intrattenuti con i colleghi della filiale di ‘Brescia Centro’, abbiamo innanzitutto identificato i clienti che per motivi logistici sono più comodi a lavorare con noi e da qui stiamo cercando di proseguire lo sviluppo del credito, ma senza slogan personalizzati o specchietti per le allodole, semplicemente seguendo con passione e chiarezza i clienti che già abbiamo, proprio perché “un cliente soddisfatto è la nostra miglior pubblicità”. Importantissima in tal senso è l’esperienza e la grande conoscenza del territorio portata dal Capo Area Giuseppe Bettoncelli, che ci sostiene sempre con grande determinazione. L’apertura di questa nuova filiale ci permetterà inoltre di rafforzare i rapporti di collaborazione costruiti in questi anni con le numerose cooperative locali, rapporti nati negli anni grazie a progetti dedicati come il Fondo Jeremie per la patrimonializzazione aziendale o l’accesso all’Housing Sociale per l’edilizia residenziale. A

proposito di edilizia, sono incantata dalla meravigliosa

struttura della tua filiale.

È una forma di edilizia innovativa, con installazione di pannelli fotovoltaici e impianti tecnologici di primo livello. La struttura si sviluppa su 4 piani: al piano terra un grande open space destinato all’attività di filiale e promotori; al primo piano c’è una sala riunioni per centottanta persone, collegata ad un’ampia terrazza; al secondo piano un locale open space, che conferisce luminosità all’ambiente e infine al terzo piano stanze minori, pensate per uffici dirigenziali o riunioni di gruppi ristretti. Quindi una struttura polifunzionale, che ci permetterà di svolgere al meglio la tradizionale attività bancaria della Cassa e nel contempo, grazie all’utilizzo degli spazi situati ai piani superiori, di allestire eventi culturali, convegni, mostre. Da quanto hai detto, percepisco che la tua squadra di lavoro avrà parecchio da fare tra queste ‘quattro mura’! Il quarantunesimo presidio della Cassa, formato appunto da me, Damiano Capuzzi e Ingrida Tafa è decisamente giovane, con tanto entusiasmo e una grande voglia di fare. Damia-

no ricopre il ruolo di vice responsabile di filiale, è in Cassa dal 2000 e ha operato nella filiale di Manerbio; mentre Ingrida è in Cassa dallo scorso giugno, dopo aver frequentato con successo il Master Glocale promosso dalla nostra Bcc, e si occuperà del front-office. La nostra impressione dopo pochi giorni di lavoro – confermata anche da colleghi e clienti – è quella di essere un gruppo affiatato, rodato come se lavorassimo assieme da diversi anni. Inoltre, adiacente alla filiale è stato creato un presidio dove ha sede l’Area Promotori di Brescia della Cassa Padana, composta da cinque colleghi che, coordinati da Giuseppe Co’, collaborano con noi nel rapporto con i clienti, per trovare assieme una soluzione chiara e il più vicina possibile alle richieste formulateci quotidianamente, soprattutto in questi mesi dove la voglia di investire sul territorio, dopo anni di meditazione forzata, sembra aver riacceso il fervore degli imprenditori bresciani. ¬

Centro Italiano per l’Assistenza in famiglia Il Centro è nato nel 2009 con l’obiettivo di sostenere le famiglie che assistono a domicilio persone non autosufficienti e/o affette da malattie croniche, attraverso lo sviluppo di iniziative di informazione e percorsi educativi e la realizzazione di attività di formazione e aggiornamento professionale per gli operatori sanitari e sociali. Le iniziative già avviate riguardano la collaborazione alla pubblicazione del manuale “Assistere in famiglia: istruzioni per l’uso”, rivolto ai familiari che assistono, realizzato dall’ASL di Brescia, e la partecipazione ad una ricerca sulle difficoltà ed i vissuti che il familiare incontra nella gestione di persone non autosufficienti. Nel 2011 verrà avviata l’attività di formazione per le famiglie con l’obiettivo di promuovere e sviluppare le capacità di cura. In particolare le iniziative formative permetteranno di acquisire/aumentare le conoscenze e competenze in tema di gestione della relazione con l’assistito, gestione di eventuali supporti familiari, conoscenze di tecniche per l’assistenza del paziente, educazione terapeutica, gestione dell’ambiente familiare in relazione ai bisogni dell’assistito. Il presidio del Centro è presso la struttura di Cassa Padana in via Valcamonica, dove ha sede la filiale. Per contatti: info@assistenzainfamiglia.org

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Fondi europei:

sizione vi sono 500 milioni di euro per la concessione di finanziamenti, a cui si aggiungono 33 milioni di euro per la garanzia pubblica e 4 milioni di euro per la predisposizione del business plan. Il Fondo di rotazione per l’imprenditorialità è aperto a micro, piccole e medie imprese aventi sede operativa in Lombardia operanti nel settore manifatturiero e dei servizi. Sono due le misure dell’intervento: la prima finanzia progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, mentre la seconda sostiene gli investimenti connessi alla applicazione industriale, sviluppati dall’impresa internamente o commissionati all’esterno ad enti di ricerca, per la realizzazione di nuovi prodotti o lo sviluppo di nuovi processi produttivi. L’opportunità per le imprese è di ottenere un finanziamento a medio termine a tasso agevolato a copertura del 70% delle spese ammesse. Ad oggi sono state pubblicate 13 graduatorie: sono 50 le aziende finanziate in Lombardia, per un importo

le risorse non mancano di Marco Bortoli

bortoli@gruppoimpresa.it

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petta alle Regioni il compito di dare attuazione alla programmazione comunitaria a sostegno della competitività del sistema produttivo. In Lombardia sono attualmente aperti 3 bandi che utilizzano fondi europei, si tratta dei programmi Made in Lombardy (Mil), Fondo Rotazione Imprenditorialità (Frim Fesr) e Jeremie. Gli aspetti agevolativi da apprezzare riguardano non sempre e non solo la riduzione del tasso applicato al finanziamento ma anche le modalità di rimborso, le garanzie e le modalità di erogazione. Gli interventi descritti hanno inoltre il vantaggio di intervenire su programmi di investimento costituiti da spese di personale interno. Con Made in Lombardy la Regione Lombardia prevede la concessione di fi-

nanziamenti chirografari a lungo termine (fino a 10 anni) e mezzanini alle imprese manifatturiere. Lo scopo è di incentivare investimenti finalizzati all’innovazione di prodotto e di processo ed all’applicazione industriale di risultati della ricerca. L’intervento è rappresentato dal finanziamento concesso dall’istituto convenzionato a copertura di almeno il 60% del fabbisogno finanziario dell’intero programma di investimento, sino ad un massimo di 2 milioni di euro. Tale finanziamento risulta garantito fino all’80% da garanzia regionale a valere su risorse comunitarie. Per l’accesso ai finanziamenti è prevista la predisposizione da parte delle imprese di un business plan, coperto da un contributo fino al 75% delle spese entro un massimo di 4 mila euro. A dispo8

complessivo pari a oltre 10,8 milioni di euro. A disposizione vi sono ancora oltre 24 milioni di euro. Il bando Jeremie è aperto alle micro, piccole e medie imprese dei settori manifatturiero e dei servizi. Sono ammissibili al finanziamento i programmi di investimento rientranti nell’ambito della ricerca industriale e sviluppo sperimentale e dell’innovazione tecnologica e sviluppo organizzativo aziendale. È prevista la concessione di un finanziamento a medio termine fino ad un massimo di 500 mila euro e non inferiore al 60% dell’investimento ammesso e un’emissione della garanzia da parte dei singoli Confidi nella misura massima dell’80% del valore del finanziamento. A disposizione vi sono 11,6 milioni di euro. ¬ PER SAPERNE DI PIÙ Gruppo Impresa Tel 030 23.069.04 info@gruppoimpresa.it www.gruppoimpresa.it http://www.regione.lombardia.it http://www.agenziaentrate.it/


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Un monastero europeo

nel cuore della pianura Padana di Denise Morandi

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ono ormai trascorsi qua-

Scavi zona est di Villa Badia

si dieci anni dall’inizio del progetto del “Dominato Leonense”. Un’iniziativa che ha visto il generale interesse maturare e accrescere con il tempo, grazie anche alle numerose iniziative che ne sono scaturite. Il progetto è nato e sta proseguendo con la finalità di recuperare le fonti e di contribuire nella scrittura della storia per valorizzare il territorio, mediante la riscoperta dell’identità delle comunità collocate nell’area geografica delle provincie di Brescia, Cremona, Mantova, Parma, Reggio Emilia e Verona. In questi luoghi, nei secoli centrali del medioevo, erano collocate – in una fitta rete di dipendenze – le proprietà dell’abbazia di San Benedetto di Leno. Qui dovevano più direttamente riflettersi le conseguenze delle scelte compiute dagli abati di San Benedet-

to e quindi più evidenti erano le forme del dominatus del monastero leonense. Ma è da Villa Badia a Leno che Cassa Padana e Fondazione Dominato Leonense hanno iniziato e oggi proseguono un appassionante percorso di riscoperta storica e archeologica. Dopo le campagne di scavi 2003-2004, nell’autunno 2009, al fine di rendere agibile la porzione est di Villa Badia destinata a diventare la sede della LABA – Libera Accademia di Belle Arti di Brescia – è stato opportuno realizzare nuovi sottoservizi nell’area ad essa adiacente, attualmente occupata da giardino. Data l’importanza del sito e visto che le campagne di scavo precedenti avevano prodotto risultati estremamente interessanti, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia

ha ritenuto necessaria la presenza costante di un archeologo durante lo svolgimento dei lavori. Lo scopo dell’operazione è stato quello di verificare la presenza di altre informazioni, pazientemente custodite dal terreno, in modo da arricchire la conoscenza della storia del Monastero Benedettino già intrapresa negli anni scorsi. I lavori, iniziati nell’ottobre 2009, fin dalle prime battute hanno svelato la potenzialità del deposito e hanno convinto la Fondazione Dominato Leonense dell’importanza di investire nuove energie nello studio dei dati emersi. Si è così deciso, in accordo con il dottor Andrea Breda, funzionario della Soprintendenza del nucleo operativo di Brescia, di intraprendere una nuova campagna di scavi con l’apertura in estensione di buona par-

San Benedetto di Leno Un monastero europeo nel cuore della pianura Padana Filiale Cassa Padana Via Valcamonica, Brescia Domenica 19 dicembre, ore 10.30 Per info: Tel. 030-9038463 info@fondazionedominatoleonense.it www.fondazionedominatoleonense.it

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te del giardino stesso. Lo scavo ha impegnato archeologi e operatori da aprile a ottobre 2010 e ha visto, come già per quella del 2003-2004, la collaborazione di professionalità diverse. I risultati hanno messo in luce la presenza di una chiesetta di piccole dimensioni con molteplici sepolture singole e collettive disposte nelle vicinanze, com’era abitudine durante tutto il medioevo. Ad est della chiesetta è emersa la mole di un muro con fondazione di 1.60 mt di larghezza che dall’abside si articola verso sud e prosegue sotto la recinzione della villa, con probabile funzione difensiva. La presenza infine di numerose buche di palo e di alcune sepolture stratigraficamente legate a queste ultime, lasciano ipotizzare che vi fosse un abitato ad occupare per primo buona parte del sito. Oltre allo studio dei documenti e ai confronti archeologici necessari per l’identificazione della chiesa, nonché la definizione dei rapporti di questa con il Monastero, si attendono i risultati dello studio tipologico e stilistico dei materiali emersi (fra i quali un frammento lapideo raffigurante la criniera di un leone e un pendaglio da cintura longobardo databile alla seconda metà del VII d.C), che permetteranno di precisare meglio le datazioni. In ultimo sarà interessante scoprire cosa riserva l’analisi paleoantropologica (ovvero che si occupa dell’osservazione macro e microscopica dei resti ossei, delle dinamiche di deposizione e dei processi postdeposizionali) degli scheletri rinvenuti sul sito. Proprio di queste ultime scoperte si parlerà domenica 19 dicembre alle 10.30 in occasione dell’inaugurazione della nuova filiale di Brescia di Cassa Padana. ¬


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Cassa Padana in Cina C’è la Cina nel presente e nel futuro di Cassa Padana. È prevista per febbraio-marzo 2011 la seconda missione imprenditoriale della Bcc nel grande paese. Un’iniziativa in qualche modo obbligata dal successo della prima missione lo scorso ottobre nelle province di Hangzhou, Ningbo e Shanghai nella quale sono state coinvolte una decina di aziende bresciane, cremonesi e mantovane di diversi comparti merceologici, dalla moda agli alimentari, dall’energia al turismo. Alle piccole e medie imprese Cassa Padana ha offerto un’opportunità di sviluppo e un supporto informativo e organizzativo adeguato che sarebbe stato difficile da gestire in modo individuale. Pur essendo una banca locale, Cassa Padana ha da sempre grande attenzione per le dinamiche internazionali ed è per questo che ha scelto di volare in Cina per porre le basi di relazioni economiche e commerciali con qualificati interlocutori cinesi scelti in modo funzionale alla propria clientela. La missione di ottobre ha portato la delegazione di Cassa Padana nel cuore dei nuovi distretti industriali sorti nei pressi di grandi città. Visite e incontri hanno permesso di valutare possibili investimenti in queste aree, presentare di Elisabetta Berto il prodotto italiano per creare mercato, elisabetta.berto@cassapadana.it stabilire modalità di partenariato, valutare la possibile gestione delle transazioni. L’ultimo giorno del viaggio i nuovo sull’altipiano di è stato dedicato all’Expo di Shanghai, Puno. C’eravamo già vetrina internazionale da non mancare. stati nel febbraio 2008 a coL’obiettivo individuato da Cassa Padana noscere i RED Rural, gruppi è stato raggiunto: le aziende hanno strategici di sviluppo costituipotuto stabilire proficue relazioni con ti grazie al programma statapartner cinesi sia istituzionali che le Foncodes e con fondi inprivati e sono ora in grado di affacciarsi ternazionali per promuovere anche autonomamente su questo attività produttive in zone di immenso mercato dal grande potenziale povertà estrema attraverso la economico. concessione di crediti. Della Coloro che fossero interessati a scorsa visita, però, ci eravamo partecipare alla seconda missione in dimenticati il senso di smarriCina – indicativamente fra febbraio e mento dei quasi 4000 metri marzo 2011 – possono contattare in di altitudine, il battito acceCassa Padana Gianfranco Grossetti (tel. lerato anche nell’immobilità 030.9040269 – gianfranco.grossetti@ più assoluta per compensare cassapadana.it) e Monica Vitali la scarsità di ossigeno, l’inca(tel. 030.9040316 – monica.vitali@ pacità di muoversi più velocassapadana.it).

Un nuovo sistema di credito

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per il Perù no di avere per vivere una vita attiva a tali altitudini. I RED Rural che incontriamo, Putina-Muñani, Cabanillas-Mañazo e Cojata, hanno tutti una storia comune: iniziati nei primi anni del nuovo millennio, sperimentarono alti livelli di morosità perché negli anni ottanta le cooperative e lo stato avevano abituato i clienti a condonare il credito non ripagato. Superata questa prima fase burrascosa, ora i RED si trovano a dover intraprendere una nuova tappa del loro cammino: il fondo a disposizione non è più sufficiente a soddisfare le richieste di prestiti da parte della comunità di riferimento e quindi devono poter trovare nuove fonti di finanziamento,

ci di un bradipo e la chiusura di stomaco. Giungiamo sull’altipiano in concomitanza della festa della settimana di Puno, che si celebra a cavallo del cinque del mese per ricordare la nascita leggendaria di Manco Capac, il primo Inca. Ci piacerebbe unirci ai festeggiamenti, ma ci manca il litro e mezzo di sangue in più che gli abitanti di queste lande dico10

ma la loro informalità li blocca. Per questo motivo molti dei RED che vennero costituti dal Foncodes hanno deciso di acquisire lo status di istituzioni finanziarie formali trasformandosi in cooperative di risparmio e credito attraverso l’appoggio del progetto Cassa Padana-Fenacrep. Questo gli permetterà di essere soggetti meritevoli di credito presso altre istituzioni finanziarie e di intercettare i risparmi della comunità di riferimento. Riprendiamo il nostro viaggio scendendo di altitudine: le Ande si fanno più verdi, mucche e capre ci attraversano la strada considerandoci intrusi su quest’asfalto, agavi e cactus fanno spazio a bouganville in piena fioritura, mentre


ci dirigiamo verso Abancay. La cittadina, luogo d’origine di Micaela Bastidas, moglie di Tupac Amaru II, è sede del primo di una serie di incontri tra le cooperative che stanno nascendo e si stanno rafforzando grazie al progetto Cassa Padana-Fenacrep con l’obiettivo di permettere loro di scambiarsi esperienze nell’ambito del credito rurale. La prima testimonianza è della Coopac Los Andes Cotarusi Aymaraes, nostra conoscenza dall’anno scorso, dalla quale impariamo che la fornitura di servizi non finanziari ai propri clienti, l’attenzione a trecentosessanta gradi nei confronti delle comunità più isolate di queste Ande è una delle ragioni che ne hanno de-

terminato il successo. La giornata termina a Chalhuanca, dove Los Andes ha una delle sue succursali. Qui Simón Bolivar consegnò il comando dell’esercito di liberazione dalla colonia spagnola al generale Sucre prima dell’ultima e decisiva battaglia di Ayacucho e noi ci salutiamo con una nuova consapevolezza: buona parte del successo di istituzioni finanziarie come Los Andes deriva da una continua formazione sui valori cooperativi di amministratori, impiegati e soci, che va a sublimare una sorta di cooperativismo ormai genetico di queste popolazioni andine. Il nostro viaggio volge al termine a Tarapoto, una torrida metropoli della foresta pluviale. L’idea

di arrivarci in aereo da Lima, passando dalla toponomastica aymara a quella quechua senza grandi sforzi fisici, ci riempie di gioia. Come a Puno, a Tarapoto incontriamo RED Rurales, la RED Lamas e la RED Chazuta, o meglio, lo stadio successivo nel loro percorso evolutivo essendo questi i primi programmi di microfinanza del Foncodes ad aver completato la trasformazione in cooperativa di risparmio e credito. Come per gli altri Gruppi Strategici di Sviluppo, anche per questi RED i primi anni di vita sono stati piuttosto difficili perché i crediti furono concessi senza criterio tecnico e per controvalori impossibili da ripagare. Questa pratica creditizia poco ortodossa, unita al fatto che ci si impiega una settimana a visitare le 12 comunità, dai 50 ai 200 abitanti, servite dai RED e disseminate lungo il rio Huallaga, aveva ingenerato la convinzione che i crediti fossero un regalo, con prevedibili conseguenze in termini di mora. Vista l’omogeneità dei clienti, le due RED hanno dato vita ad un’unica cooperativa di risparmio e credito, La Progresiva, operativa dallo scorso settembre, dove i vecchi dirigenti si sono spartiti equamente i nuovi incarichi di responsabilità e i 600 soci hanno conferito 50 soles peruviani ognuno. La raggiunta formalità sta 11

già portando i propri frutti: avere personalità giuridica ha permesso ai RED di iniziare il recupero dei crediti in mora con procedimento giudiziario; inoltre, ha dato stabilità lavorativa ai dipendenti a tempo determinato dei Gruppi Strategici di Sviluppo. La sede della cooperativa è a Tarapoto, ma verrà presto aperta una succursale a Chazuta. Lì ci dirigiamo, in un’ora e mezza di viaggio su strada sterrata in riparazione per le forti piogge e a strapiombo sul rio Huallaga. A Chazuta visitiamo i locali della futura filiale, dove attualmente si fa recupero crediti e intuiamo il potenziale della zona, ricca di produttori di mais, cacao, caffè, riso, frutta e miele. È proprio uno di loro ad invitarci a cena, nella sua capanna su un’isola in mezzo al fiume, per raggiungere la quale navighiamo per una buona mezz’ora su questo affluente del rio Marañon parte del bacino del Rio delle Amazzoni. Nel cuore di una piantagione di cacao, mangiamo macedonia di papaia e mandarini e un ottimo brodo di pollo con tagliatelle. Il tutto, prima che scenda il sole e veniamo inghiottiti dal buio della foresta. Il rientro in barca è un dolce navigare sotto un sorriso di luna e le prime, timide, stelle, mentre il capitano della lancia scarica nel fiume barattoli dell’acqua che, noncuranti, imbarchiamo. ¬


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Un anno in

Giugno

Cassa Padana Gennaio • Al 31/12/2009: raccolta diretta 1.336.651 euro*, impieghi 1.185.938 euro*. • Martedì 5 gennaio i consigli di amministrazione Cassa Padana e Bcc Camuna approvano il piano di fusione delle due Bcc. • Credito Trevigiano in Cassa Padana per conoscere il modello di banca locale che ci contraddistingue.

esposizioni nel centro città.

due edifici di età medioevale.

• Inaugurata una sala ristoro nel reparto Day Hospital Oncologico dell’Ospedale Civile di Cremona. Con il contributo di Cassa Padana.

• La Banca di Credito Cooperativo Trevigiano segue Cassa Padana e avvia un master post diploma “Esperto di Credito Cooperativo”.

• Rinnovato l’accordo per l’anticipazione della Cassa Integrazione supportato anche da Cassa Padana. Nel 2009 sono stati 1700 lavoratori a beneficiarne.

• A Gussago prima edizione di “Spruzzi di Spirito”, organizzato dalla Fondazione Dominato Leonense in collaborazione con il Comune di Gussago.

• “Gratis: l’arte del mondo del lavoro”: mostra di giovani artisti in Villa Badia a Leno, organizzata da Centro Oratori Bresciani e Fondazione Dominato Leonense.

• Cassa Padana aderisce al Fondo “Jeremie”, finalizzato alla capitalizzazione delle cooperative lombarde.

• Nuovo pulmino per l’associazione “Amici di Gianni e Massimiliano” di Gerre de’ Caprioli (Cremona). Acquistato anche grazie al contributo di Cassa Padana.

• Prosegue la collaborazione fra Fondazione Dominato Leonense e Project Room Galleria DelleArti di Cremona con mostre di Giorgio Chiesi, Davide Dattola e Francesco Panceri.

Maggio • Il gruppo “Se Son Rose Fioriranno” organizza in Villa Badia a Leno la VII edizione di “Se Son Rose Fioriranno”. • A Brescia la mostra “Riaccendi l’Africa” curata dall’associazione Cuore Amico e dal Centro Diocesano Missionario, in collaborazione con Cassa Padana e Fondazione Dominato Leonense.

• Inizia l’attività di mediazione con l’asino presso il Centro Natura Amica di Gussola.

• Per celebrare il decennale del portale di Cassa Padana, Popolis. it, incontrodibattito sulla rete fra conoscenza condivisa e partecipazione.

Febbraio • Missione in Paraguay e Argentina. Visitate realtà cooperative della capitale paraguayana e del nord Argentina. A Buenos Aires, punto sul progetto CIACC avviato da Cassa Padana e ora gestito dalla Federcasse. • Accordo tra Comune di Brescia e Fondazione Opera Caritas San Martino per l’accesso al microcredito. Con il sostegno delle Bcc del territorio, fra cui Cassa Padana. • In collaborazione con ArteCremona, Fondazione Dominato Leonense e Cassa Padana organizzano un circuito di

• 8° trofeo Cassa Padana a Cremona. Premiate due scuole che nell’anno scolastico 2009/2010 si sono maggiormente distinte nelle attività sportive. • “Giulio Aleni, Confucio d’Occidente”, convegno e mostra in Villa Badia di Leno per ricordare il missionario bresciano che visse in Cina nel XVII° secolo.

• A Cigole “Terroir d’autore” dedicato ai vini del nostro territorio e ai loro “cugini” francesi.

Marzo

• Convegno organizzato da Fondazione Dominato Leonense alla chiesa Santi Nazzaro e Celso di Leno: “Da pagani a cristiani – L’evangelizzazione della pianura bresciana e la Chiesa dei Santi Nazzaro e Celso di Leno”.

Aprile • Provincia e Camera di Commercio di Cremona, organizzazioni sindacali e banche locali, tra cui Cassa Padana, danno vita al progetto “Solidali attraverso il lavoro”: un fondo per contrastare gli effetti negativi della crisi.

• Assemblea annuale dei soci: approvata all’unanimità la fusione di Cassa Padana con Bcc Camuna. Contestualmente, l’assemblea dei soci di Bcc Camuna approva la fusione con Cassa Padana.

• Diretto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici, avviato lo scavo archeologico nell’area est del parco di Villa Badia, che porterà alla luce

• Con la collaborazione della Libera Accademia delle Belle Arti di Brescia e il coordinamento della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggisti inizia il restauro delle facciate esterne di Villa Badia.

• Lo sportello di Leno del Centro Servizi del Volontariato di Brescia partecipa alla Festa del No Profit a Leno.

Luglio • Al 30/06/2010: raccolta diretta 1.306.029 euro*, impieghi 1.170.842 euro*. • Al 01/07/2010, per effetto della fusione: raccolta diretta euro 1.444.223 euro*, impieghi 1.268.861 euro*. • Sagra di Salionze (Verona): tra gli sponsor anche la filale di Valeggio di Cassa Padana. • 8° edizione a Leno della Fiera di San Benedetto con un programma ricco di eventi. • “Padernello a tavola”, cena itinerante tra i ristoranti del piccolo borgo. Visto il successo

* Dati espressi in migliaia di euro 12


di partecipanti, l’evento viene replicato in settembre. • E-cremonaweb.it, il portale di Cremona e provincia, diventa 100% proprietà di Cassa Padana.

Agosto

Novembre

presentano “Solido Azzurro Silenzio”, personale dello scultore cremonese Francesco Panceri.

• Undicesima edizione di “Tuttiateatro, Teatro per tutti”, rassegna teatrale organizzata dall’associazione culturale Cara…Mella, patrocinata tra gli altri da Fondazione Dominato Leonense, Fondazione Pianura Bresciana e Cassa Padana.

• “Caccia ai tesori di Gardacolline”, fra le colline moreniche, organizzata dal Consorzio Garda CollineGarda Hills e Cassa Padana.

• Al 31 agosto Cassa Padana raggiunge quota 52.384 clienti. • Attivato il portale internet del Forum Terzo Settore della Bassa Bresciana Centrale – distretto 9. www.forumterzosettorebassabs.it

Settembre • L’ambulatorio UVA (Unità di Valutazione Alzheimer) di Leno trova sede presso la Dominato Leonense Sanità. • A Palazzo Caffari di Reggio Emilia, sede della filiale di Cassa Padana, in mostra l’artista argentino Carlos Carlè: “I segni della terra”. • Inaugurata la filiale di Verona città, 44.ima di Cassa Padana.

• Inaugurata la filiale di Rogno (Bergamo), 46.ima di Cassa Padana.

Libera Università dei Santi Benedetto e Scolastica

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• La LABA – Libera Accademia delle Belle Arti di Brescia – a Villa Badia inaugura il primo e il secondo anno accademico del corso di Graphic Design e Multimedia.

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• Nona edizione della Festa del Torrone a Cremona. Cassa Padana contribuisce alla realizzazione di alcuni eventi.

Ottobre • Nasce a Leno la “LUBES – Libera Università dei Santi Benedetto e Scolastica” frutto di una collaborazione tra Comune di Leno, Istituto Libera Università dei Santi Benedetto e e Scolastica ISS Capirola Fondazione Dominato Leonense.

• Inaugurata la filiale di Artogne (Brescia), 47.ima di Cassa Padana.

19 | 20 | 21 NOVEMBRE 2010

• Presentato in Provincia il progetto Ecopark per il trattamento dei reflui zootecnici.

• Inaugurata la filiale di Brescia in Via Valcamonica, 45.ima di Cassa Padana. Conversatio ad pulchrum pro bono

• Inaugurata la filiale di Edolo (Brescia), 48.ima di Cassa Padana.

• Al Castello di Padernello rassegna enogastronomica “MantuaWine 2010”. • IVª edizione del Master post Diploma in “Esperto di Credito Cooperativo Glocale”.

• A Castellaro Lagusello concerto del chitarrista Giovanni Baglioni. Tappa del “Un tour differente”, organizzata in collaborazione con Cassa Padana e Bcc del Garda. • L’Associazione Centro Natura Amica organizza, in località Valloni di Gussola (Cremona), il primo “Asino Day”. • Settima edizione delle “Meccaniche della meraviglia”: opere d’arte in luoghi storici del bresciano, fra cui anche Villa Badia a Leno. • Fondazione Dominato Leonense, Cassa Padana Bcc e il DelleArti Design Hotel

Dicembre • Su invito delle istituzioni locali, missione di Cassa Padana in Ghana per approfondire forme di collaborazioni in campo del credito cooperativo.

• “Romanino e i pittori anticlassici”: mostra diffusa tra Cremona, Brescia, Bergamo e Mantova.

• Mercatini di Natale in Villa Badia organizzati da Fondazione Dominato Leonense e ProLoco Leno.

• Missione imprenditoriale di Cassa Padana in Cina, nei distretti industriali di Hangzhou e Ningbo. • Presentato il progetto di recupero della cripta benedettina della chiesa di San Benedetto al Monte a Verona.

• “Meta Metà. Culture a confronto”. A Villa Badia espongono gli artisti Papa Faye Aimerou, Emanuela Di Gregorio, Luigi Ronchi ed Enrico Squassina. L’iniziativa

• Accordo fra Fondazione Dominato Leonense e Istituto Alcide Cervi di Gattatico (Reggio Emilia) per il progetto multimediale “Memorie in Cammino”. • Approvato il progetto per una Comunità Residenziale per Anziani a Gottolengo in Villa Giuseppina.

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a cura di silvano treccani

silvano.treccani@cassapadana.it rientra nel progetto di intercultura di Cassa Padana e Fondazione Dominato Leonense. • Inaugurata la filiale di Breno (Brescia), 49.ima di Cassa Padana. • Rinnovato il percorso di microcredito tra Cassa Padana Bcc a l’Associazione Arci – Comitato territoriale di Reggio Emilia. • Presentazione al Castello di Padernello del “Manuale operativo in attività di mediazione con l’asino”, strumento di formazione per le attività sociali del Centro Natura Amica di Gussola.


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Tutti i dolci della tradizione a Cavriana

di Giulio Napolitano

giulio.napolitano@cassapadana.it

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da sempre amano gusti dolci. Non a caso il primo piatto della tradizione e famoso ovunque è il “tortello di zucca”. La stessa mostarda, prodotto per antonomasia da abbinare a cibi saporiti, è qui solo di mele cotogne. Quindi più delicata e dolce della più famosa e piccante sorella cremonese. Cavriana, in particolare, è il comune della “Torta di San Biagio”, meglio nota come la famosissima “Sbrisolona”, dolce conosciuto a livello nazionale. Ma la leggenda vuole che la torta di San Biagio sia di ricetta antichissima, anch’essa a base di mandorle. Originariamente aveva un diametro di oltre tre metri e veniva preparata solo in alcune speciali occasioni. Quindi tagliata e distribuita pubblicamente. “Al dì ‘d San Biàs as benedìs la gola e ’l nas”: in occasione della festività di San Biagio (il 3 febbraio) a Cavriana, da oltre 450 anni, si celebra il Santo con la benedizione della gola e del naso. Quindi quale posto più adatto per parlare di dolci della tradizione? In un luogo beato per la gola, per apprezzare i dolci sapori e dove il naso può inebriarsi di delicati profumi. Ecco perché il Comune di Cavriana, la Provincia di Mantova e la Fondazione Dominato Leonense con la collaborazione dell’ACAI Associazione Cioccolatieri Artigiani Italiani, dell’ADID Associazione Degustatori Italiani Grappe e Distillati, il Consorzio Tutela Vini Colli Mantovani hanno deciso di dar vita a “Dulcissima” Rassegna dei “Dolci Artigianali della Tradizione”. Obiettivo: far conoscere e apprezzare la produzione artigianale dolciaria della provincia mantovana in particolare, ma in generale lombarda e italiana. Cavriana è un nome raramente abbinato ai dolci, da qui la motivazione di Comune e Provincia di valorizzare questa importante tradizione e renderla nota al mondo. Dulcissima sarà ospitata nella dimora settecentesca di Villa Mirra. Sarà occasione di incontro, conoscenza, ma soprattutto assaggio delle diverse tradizioni dolciarie mantovane, lombarde e di tutto il territorio nazionale. Momenti dolcissimi, con interessanti abbinamenti con distillati particolari e con ancor più fantastiche birre artigianali di microbirrifici. Sarà momento di valorizzazione del bellissimo territorio di Cavriana, piccolo paese incastonato fra le colline moreniche del Garda. Tanti i dolci presenti: dall’Anello di Monaco, tipico dolce natalizio mantovano, al Bussolano, dal Torrone di Cremona alla Torta di Rose. Ma anche dolci della tradizione di altri territori come la Spongada, dolce del pranzo pasquale in Valcamonica, e la Spongata, dolce natalizio di diverse province. Si potranno anche assaporare le prelibate praline realizzate dai maestri pasticcieri dell’ACAI (Associazione Cioccolatieri Artigianali Italiani). Ospite d’eccezione un “tortello”, creato ad hoc per la manifestazione: da scoprire ed apprezzare in questa occasione già abbastanza dolce. Come Hansel e Gretel di fronte alla casa dal tetto di marzapane e dalle finestre di zucchero, sarà per i visitatori un’imperdibile occasione per assaggiare ma anche solo ammirare, per non esagerare nella dose giornaliera zuccherina, tutti insieme le dolcezze che rendono più allegra la nostra esistenza, perché il cibo è anche e soprattutto emozione e ricordo delle tradizioni dei nostri luoghi di origine. La selezione dei dolci ospiti di “Dulcissima” è stata fatta seguendo semplici regole: prodotti simbolo di tradizioni e lavorazioni artigianali per le quali si utilizzano unicamente ingredienti naturali, senza conservanti o additivi aggiunti e che quindi rappresentano le bontà dei nostri territori. ¬ mantovani

Dulcissima 5-6 febbraio 2011 ore 10-19 Villa Mirra Cavriana (Mantova) www.dulcissima.it info@dulcissima.it tel. 030/9040334

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Cara…Mella: è di nuovoTuttiateatro di Silvano Treccani

silvano.treccani@cassapadana.it

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edizione di “Tuttiateatro (Teatro per tutti)”, rassegna culturale e teatrale della bassa bresciana, organizzata dall’Associazione Culturale Teatrale Cara… Mella. L’edizione 2010-2011, partita il 6 novembre scorso, vede in campo Bagnolo Mella, Capriano del Colle, Cigole, Leno, Offlaga, Pavone Mella, Remedello, San Gervasio Bresciano, San Zeno Naviglio ed è patrocinata tra gli altri da Provincia di Brescia, Fondazione Dominato ndicesima

Dalla Bassa alla città, il teatro è in rete Su Popolis.it la programmazione dei calendari 2010/2011 di Silvano Treccani

silvano.treccani@cassapadana.it È da novembre a maggio che i migliori teatri allestiscono i cartelloni della nuova stagione teatrale. Decine e decine di rappresentazioni e di spettacoli per tutti i gusti, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Non solo classici ma anche commedie moderne, musicals e divertenti spettacoli di cabaret. Tanti spettacoli teatrali in scena non solo nei teatri più importanti, ma anche in piccoli teatri di paese, che spesso hanno potuto proseguire l’attività unendosi in rete tra di loro. Per chi volesse approfondire l’argomento, è sufficiente accedere al nostro portale www.popolis. it. Nella home page c’è un banner “Tutti a teatro!” che vi permetterà di navigare nella programmazione degli spettacoli programmati nelle nostre provincie. Troverete teatri, titoli, date, e recapiti per informazioni.

Leonense e Cassa Padana. Il gruppo Cara…Mella, nato nel 1996 a Bagnolo Mella, si è subito distinto per una ricca attività di promozione culturale ed ha ormai al proprio attivo una tradizione di interventi in campo locale. In questi anni, infatti, l’associazione ha realizzato molti spettacoli, organizzato rassegne, proposto corsi e stage con autorevoli professionisti, realizzato numerosi interventi di animazione nelle scuole, corsi di aggiornamento per insegnanti, invito alla lettura in biblioteca e partecipato ai vari momenti celebrativi che ogni anno ricorrono (25 aprile, 8 marzo, 4 novembre, Natale, Carnevale ecc.). L’intento principale della rassegna è quello di promuovere una “cultura del teatro”, che favorisca percorsi di conoscenza e di incontro, in un processo di crescita culturale nel quale l’incanto e la magia della rappresentazione siano condivisi con la famiglia. Per rendere più fruibile questo percorso di avvicinamento al mondo teatrale, gli organizzatori hanno perseguito una politica di riduzione dei prezzi e addirittura di abbattimento totale dei costi del biglietto. Al termine degli spettacoli il pubblico presente potrà approfittare del momento del “Dopoteatro”, in cui

viene offerta una degustazione gratuita di prodotti locali, che serve soprattutto come momento conviviale di incontro fra spettatori, attori e organizzatori, all’interno del quale si potrà discutere dello spettacolo appena visto. La rassegna si concluderà

il 18 maggio 2011 a Bagnolo Mella con la partecipazione straordinaria di Gherardo Colombo, che parlerà del suo libro, Sulle regole. ¬ Per Informazioni: tel. 030 6821448 www.teatrocaramella.it info@teatrocaramella.it

cristalli sognanti Gli artisti veronesi Lisa Borgiani e Massimo Nidini a Essen Nel 2010 la regione tedesca della Ruhr è stata nominata Capitale europea della cultura. Per l’occasione è stata ideata una mostra interattiva con opere di artisti, studenti, professori, ricercatori, architetti, università, centri di ricerca, urban planners, designer europei, che hanno espresso la loro visione di città futura, attraverso la costruzione di modelli in miniatura. Il progetto “Dreaming Crystals on Duisburg”, realizzato, in collaborazione con il Prof. Carlo Pelanda, dagli artisti veronesi Lisa Borgiani e Massimo Nidini – che nel 2011 esporranno anche a Villa Badia di Leno in collaborazione con la Fondazione Dominato Leonense – è partito dalla ricostruzione della struttura urbana di Duisburg, con facciate ricoperte da superfici riflettenti. È stata creata una nuova configurazione urbana, con effetto luce diurna, accanto all’immaginario di un effetto notturno. Il visitatore cammina – attraverso un robot mobile – nella nuova Duisburg, prima con la luce e successivamente in notturna, in maniera sequenziale. I due artisti suggeriscono una riqualificazione simbolica della città, in particolare delle periferie, contando sul fatto che la maggior bellezza “via lucificazione” dia orgoglio agli abitanti.

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Neurofisiopatologia,

uno strumento di diagnosi neurologica dalla redazione

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eno (bs).

La neurofisiopatologia è una disciplina medica di ambito strumentale neurologico che si avvale dell’impiego di alcune metodiche specifiche per porre o confermare la diagnosi di numerose affezioni del Sistema Nervoso Centrale e Periferico. Le principali metodiche di questa disciplina sono rappresentate dall’elettroneuromiografia, dall’elettroencefalografia e dai potenziali evocati. Ne parliamo con Alessandro Pelliccioli, medico chirurgo responsabile del servizio di Neurofisiopatologia del Dominato Leonense Sanità.

In che cosa consistono queste metodiche?

L’elettroneuromiografia è un esame strumentale, che si avvale dell’impiego di opportuni stimolatori elettrici e di elettrodi registran-

ti di superficie o, in alcuni casi, di elettrodi registranti ad ago, con i quali è possibile sia costruire un sistema di derivazione della conduzione elettrica dei principali nervi periferici (elettroneurografia) sia ottenere la fedele registrazione dell’attività elettrica dei principali muscoli del corpo umano (elettromiografia). L’elettroencefalografia è, invece, una metodica strumentale, che si avvale dell’impiego di elettrodi di registrazione di superficie o, in alcuni casi, di elettrodi di registrazione ad ago posizionati o infissi in corrispondenza di regioni del capo (frontale, parietale, temporale, occipitale) e in grado di derivare l’attività elettrica della corteccia cerebrale, che, attraverso opportuni sistemi di amplificazione e trasduzione, viene elabo-

rata sotto forma di tracciato grafico leggibile. L’attività elettrica corticale cerebrale può essere registrata sia 16

in condizioni di veglia e di riposo psicosensoriale, come comunemente avviene nelle registrazioni E.E.G.


standard, sia durante sonno spontaneo, sia ancora durante le cosiddette prove di attivazione, quali la iperventilazione o la stimolazione luminosa intermittente sempre in corso di registrazione standard. I potenziali evocati (visivi, acustici, motori, somatosensoriali) rappresentano una metodica di registrazione di vari potenziali elettrici suscitati nel Sistema Nervoso Centrale e Periferico e ottenuti artificialmente o attraverso la stimolazione di organi di senso periferici, quali l’occhio, l’orecchio, la cute, con successiva derivazione dei potenziali in senso centripeto sino alla cortec-

cia cerebrale, oppure attraverso la stimolazione della corteccia cerebrale con successiva derivazione dei potenziali in senso centrifugo sino allo specifico muscolo dipendente attivato.

epidemiologica la sindrome del tunnel carpale, autentica tecnopatia legata spesso, infatti, all’utilizzo delle mani in mansioni lavorative caratterizzate da ripetitività e finezza dei movimenti. L’elettromiografia, poi, in particolare, con lo studio dell’attività elettrica del muscolo, è in grado di formulare diagnosi di sofferenza muscolare primitivamente miopatica, come ad esempio nelle distrofie muscolari o nelle miositi, oppure di sofferenza muscolare neurogena, come ad esempio comunemente si verifica nelle ernie del disco cervicali e lombari o anche nelle malattia neurologiche ad impronta degenerativa, delle quali è espressione tipica la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). L’elettroencefalografia pone principalmente diagnosi di Epilessia, sia essa idiopatica, cioè da causa non nota, oppure sintomatica, ossia secondaria a cause note (vascolari, neoplastiche, traumatiche, infiammatorie). I potenziali evocati sono in grado principalmente di fornire elementi utili alla diagnosi di malattie del Sistema Nervoso Centrale, quali la Sclerosi Multipla o la Sclerosi Laterale Amiotrofica.

Quali sono le principali malattie diagnosticabili?

L’elettroneuromiografia è in grado di porre diagnosi di malattie del Sistema Nervoso Periferico, quali, ad esempio, le “Neuropatie Periferiche”o “Polineuropatie” legate al diabete, all’insufficienza renale cronica, ad intossicazione da farmaci impiegati in polichemioterapia antineoplastica, ad esotossicosi etilica cronica. Attraverso questa metodica è anche possibile diagnosticare sofferenze dei nervi periferici da “intrappolamento” nei rispettivi canali osteo-fibrosi di decorrenza, di cui è esempio tipico per incidenza

scienziato e poeta Alessandro Pelliccioli è specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione Funzionale. Master in Epilettologia Clinica Università degli Studi di Ferrara, responsabile del Servizio di Neurofisiopatologia Dominato Leonense Sanità - Leno. Poeta bresciano contemporaneo, opera in campo poetico da circa trent’anni. Ha partecipato con successo a numerosi premi letterari di carattere nazionale, tra i quali il “Premio Beato Angelico” 1976, i premi viareggini “Antonio Morganti” 1977 e 1978 , il “Premio Pascoli” 1987. Sue poesie sono apparse sulla rivista bimestrale di poesia e arte “Contrappunto”, fondata da Mario Gorini.

Dove si posso eseguire questi esami?

Presso un Servizio di Neurofisiopatologia con personale qualificato e dedicato. In particolare, nell’ambito territoriale della Bassa Bresciana, è possibile rivolgersi al Servizio di Neurofisiopatologia della Dominato Leonense Sanità di Leno (Brescia). Gli esami elettroneuromiografici vengono effettuati ambulatorialmente all’interno del Servizio di

Ha pubblicato: “Raglio d’asino” – La Voce del Popolo Edizioni – 1983 (con prefazione di Andrea Barretta); “Zooantroponosi” – Piovan Editore – 1985 (con prefazione di Roberto Pazzi); “L’anima o un rublo” – Bric Edizioni – 1999 (con prefazione di Mario Arduino); “Una poesia” – Il Pulcino e l’Elefante Edizioni – 2003; “Il re nudo” – Nuovi Autori Edizioni Milano – 2003 (con prefazione di Mario Arduino).

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Fisiokinesiterapia dell’ospedale di Leno con possibilità di accesso sia a utenti esterni sia anche a pazienti ricoverati, provenienti questi ultimi dai principali poli ospedalieri dell’Azienda di Desenzano del Garda (Manerbio, Lonato, Desenzano, Gavardo), come anche da strutture riabilitative quali “Villa Gemma” e “Villa Barbarano”. Gli esami elettroencefalografici, invece, vengono eseguiti da personale tecnico dedicato presso il Servizio di Polidiagnostica dell’ospedale di Manerbio e successivamente refertati dal dottor Pelliccioli in qualità di consulente epilettologo secondo una convenzione attivata tra la Dominato Leonense Sanità e l’Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda. Anche in questo caso possono afferire al Servizio sia utenti esterni, sia pazienti ricoverati, provenienti dalle varie Unità Operative degli Ospedali di Manerbio e di Leno. Soprattutto è importante sottolineare che questi esami non sostituiscono la diagnosi clinica ma la avvalorano, la confermano, in qualche caso la indirizzano. Si tratta di metodiche, che in mani qualificate ed esperte sono in grado di fornire elementi aggiuntivi indispensabili per un corretto orientamento diagnostico sia esso di ambito prettamente clinico neurologico, come anche di ambito neurochirurgico e/o ortopedico ove si rendano necessari interventi di neurolisi come ad esempio tipicamente nella sindrome del tunnel carpale. ¬ Info Dominato Leonense Sanità tel. 030 9040525 info@dominatoleonensesanita.it

Prenotazioni tel. 0365 298118


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Tre giorni selvaggi Con Balto in Val del Sole

di Valerio Gardoni

valerio.gardoni@popolis.it

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è di fumo immobile senza la linea delle nuvole, solo un grigio scuro da cui scendono minuscoli fiocchi di neve, piccoli come sabbia. L’ansimare del mio fiato e il cigolio degli sci sono l’unico suono nel bosco, mentre il passo del mio cane è ovattato nella neve. Un’ora di fatica, sci ai piedi e ci siamo alzati di quota, neve alta sino al ginocchio, il sentiero è un tunnel con abeti e larici chini e appesantiti dalla coltre bianca. Tutto attorno è l cielo

silenzio, il grande bosco dorme. Noi tagliamo la quiete vergine, siamo diretti ad un maso, tana di marmotta a 1700 metri appostato verso la cima di Boai in Val di Sole, dove la montagna è carica di tutta la selvaggia solitudine, dimensione rara nei ritmi moderni. Tre giorni per far conoscere monti e neve al mio cucciolo di sette mesi, un battesimo solenne con il generale inverno, per lui venuto al mondo a tarda primavera, s’era retto sulle zam-

pe quando la Bassa soffocava nella calura. Siamo partiti di buon ora stamane, calcolando di arrivare a destinazione prima del buio, ma senza mettere in conto il traffico del sabato mattina. Lago d’Iseo assonnato nell’alba grigia, Valcamonica scorrevole sino ad Edolo, primo ingorgo a 18

Ponte di Legno, arenata totale sui tornanti che salgono al passo del Tonale. Balto, il mio cucciolo, guarda stupito dal finestrino il candore della neve, chissà cosa pensa o se già è tutto scritto nel suo “zaino” genetico. Vorrei fermarmi per fargli immergere le zampe, ma al passo pare d’essere a piazza Duo-


mo, ingorgo di macchine, neve sporca e macinata, folate di gente accalcata agli impianti, clacson tonanti, il solito imbranato che attraversa la strada con scarponi e sci camminando come uno zombi e quello sulla macchina dinnanzi che abbassa il finestrino e litiga per un parcheggio. Stress da città a 1900 metri di quota. Sfiliamo a velocità da

dei monti la sera, dolce, senza richiami, senza luci artificiali, senza ansia. Quando s’apre il bosco, come un sipario, appaiono le quinte del profilo dei monti, in bianco e nero salgono sino alla cima trionfale, aspra e rigorosa della Presanella, regina del gruppo dell’Adamello con i suoi 3558 metri di quota. Noi sul versante opposto ci sediamo nella neve per respirarne la magnificenza. In questa scenografia primordiale è impossibile non pensare al tempo, quassù dove l’orologio è regolato da quando è iniziato il mondo dallo scambio della notte col giorno, il tutto si fa più piccolo, più capibile, persino le ere che hanno modellato la valle e le cime sembrano scorrere come in un film. Chissà com’era al tempo di Ötzi, l’uomo ricomparso dal ghiaccio dopo 5000 anni o dei Camuni che scrissero libri di pietra? Forse era così, come ora, neve e silenzio, boschi e animali, rocce e ghiaccio e la vita caparbia di uomini che dialogavano con la natura e il suo spirito. Una carezza arancio stria le nuvole basse all’orizzonte, per poco, poi nel cielo ricomincia il pianto dei cristalli di neve. Il sudore si ghiaccia tra schiena e zaino, il mio fedele amico non da cenno di stanchezza, è felice come un delfino in mare, salta e rotola nella neve. Ricominciamo a salire. Il maso compare come in una favola mezzo sepolto nella coltre candida, nido sicuro, riparo sperato dopo ore di neve pestata, saettate ai muscoli delle gambe e concentrazione per ricordar la strada in mezzo al manto nevoso che livella il crinale. Un ultimo balzo, qualche colpo di pala per liberare la pesante porta dalla neve e prima che arrivi il mantel-

processione nel bel mezzo di seconde case costruite a fantasia, pizzerie, sale giochi, alberghi, condomini, per farla corta una bruttura architettonica da guinness dei primati. Sembra una periferia cittadina, cresciuta a casaccio quassù tra le montagne severe e il ghiacciaio che nasconde la storia delle genti camune e delle guerre. Al mausoleo di pietra grigia dell’Adamello, sacrario di battaglie del secolo scorso e cippo di confine tra la provincia di Brescia e Trento, un ambulante ha steso in bella vista una collezione di berrette e sciarpe colorate, quasi ad esorcizzarne il luogo. Poco più d’un ora e siamo piombati nel silenzio totale, nell’anima montanara, tra il chiaroscuro di abeti centenari, dove non è difficile trovare impronte d’orso e sciami di caprioli furtivi come elfi. La neve scende fine coma la farina sul presepe, zaino imbottito di provviste, mancanza d’allenamento che si fa sentire nel bruciare dei muscoli delle gambe; salita. Si rabbuia presto quassù, cala galleggiando nella quiete 19

lo nero della sera sulla stufa c’è the bollente e minestra, scaldate in coppia per non disperdere energie. Tutto rigorosamente con acqua da neve sciolta. Due notti e tre giorni selvaggi, come Ötzi, spaghetti e pesto alla genovese a parte. Balto, con la pancia piena, s’arrotola accanto alla stufa. Candela e libro, in attesa che minestra e spaghetti giungano sulla tavola. L’alba arriva presto quando nel sacco a pelo ti infili con gli spaghetti a mezzo stomaco e la notte piomba carica di sogni trasbordanti di lupi ululanti e affamati che assaltano il maso. Il caffè mette a tacere i lupi e riporta il tutto alla dimensione reale. Il mio cucciolo è già carico di energia e felice tronca, definitivamente, l’ultima sensazione degli incubi. Fa chiaro, carta stesa sul tavolo a cercar fatica per la giornata, poi sci ai piedi e si riparte, su, in salita verso la cima, finché ci garba. Sino a quando il richiamo della sciata nella neve fresca e il calore del maso ci fanno invertire la rotta. Siamo seduti in fronte al calar della seconda sera, nevica, ho l’impressione d’aver chiacchierato per tutto il giorno, spaziando tra gli argomenti che ruotano intorno alle cime. Follia da solitudine o ridimensionamento dell’equilibrio interiore che trova quiete nel silenzio e ritrova la voglia di raccontare, anche solo a se stessi o al mio “già” fedele cucciolo, appena affacciato alla vita. La notte è nera, il silenzio è totale, si può udire il fruscio dei grandi fiocchi di neve che s’appoggiano al suolo, è ora di infilarsi nel sacco a pelo, dopo tre giorni selvaggi ci aspetta una giornata difficile: rientrare nella dimensione del mondo moderno. ¬


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da sinistra,

Piero Zanelli e Don Piero Verzeletti, rispettivamente Presidente e Fondatore de “Il Calabrone”

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Aiutiamo il Calabrone a costruire un nuovo nido di stefano boffini

stefano.boffini@cassapadana.it

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rima di appassionarmi

alla cooperativa sociale “Il Calabrone”, al lavoro che svolge per prevenire, attenuare il disagio sociale, l’emarginazione nelle varie forme in cui si manifesta, mi sono fatto prendere dalla metafora alla quale si richiama. “Secondo i più eminenti scienziati il calabrone non può volare, perché il peso del suo corpo è sproporzionato alla portata delle sue ali. Ma il calabrone non lo sa e vola!”. Ci vedo la storia di tanti “matti” cocciuti che ho avuto la fortuna di conoscere. Per amore, per spirito di servizio, generosità ogni giorno realizzano veri e propri miracoli, avendo la forza di ottenere risultati concreti, di vincere quelle che comunemente si chiamano “solo cause perse”. Lavorare per tossici, emarginati e diseredati non è facile. Non è facile nemmeno raccogliere fondi. Ci inteneriscono di più il cuore i bambini, gli animali, non certamente queste persone che in fin dei conti “se la sono cercata”! “Il Calabrone” è presente nel territorio bresciano dagli inizi del 1982. Da allora un gruppo di persone sensibili ai problemi del disagio e dell’emarginazione giovanile, guidate da don Piero Verzeletti, aiuta chi è in difficoltà e promuove il benessere tra i giovani. Oltre che nella sua lunga storia, la ricchezza del “Calabrone” risiede nella sua capacità di promuovere ed attivare relazioni e sinergie con gli

Valori che alimentano la coesione sociale I valori a cui si ispira l’attività del Calabrone in generale sono importanti per costruire, mantenere e manutenere quel “capitale sociale” di una comunità, quella coesione che è il fondamento della qualità della vita e anche della competitività economica di un territorio: • avere cura ed educare a prendersi cura di sé, promuovendo l’agio nell’ottica della conseguente possibilità di “star bene”; • educare vuol dire “non lasciare solo”, e quindi essere attenti all’esigenza di compagnia che la persona esprime nel suo processo di ricerca e di evoluzione personale; • ascoltare come metodo di lavoro che lascia esprimere, non giudica, accoglie e aiuta a dare senso a ciò che la persona sta vivendo; • imparare a stare bene dentro la vita che si

sta vivendo. Attraverso la collaborazione e l’incontro con l’altro ogni persona cerca il proprio personale modo di vivere e di affrontare la realtà; • dialogare con i giovani incontrati nei loro contesti vitali (la scuola, la strada, il tempo libero) concentrando l’attenzione non tanto sulla paura e sull’ansia del rischio, quanto sulla comprensione del loro vissuto e della loro dimensione esperienziale; • dialogare con il mondo adulto che vive e lavora con i giovani (genitori, insegnanti, operatori, ecc.). • prevenire, per divenire cittadini attivi e consapevoli. Sviluppare progetti che attraverso attività di formazione e di affiancamento e sostegno ai giovani – mirano a promuovere una consapevolezza rispetto al modo di essere cittadini e a scegliere una vita attiva all’interno della società.

lavorativo delle persone svantaggiate. La mission del Calabrone è di quelle belle pesanti, roboanti da dire, difficili da praticare: porre la persona e la sua dignità al centro dell’agire; lavorare ogni giorno per aiutare chi è in difficoltà a ricercare e riscoprire il valore ed il senso della vita; aiutare a ricostruire la propria

enti e le istituzioni del territorio locale (Ser.T, Amministrazioni locali, Istituti scolastici, privato sociale, associazioni, parrocchie...) e nel saper creare attività di supporto. L’Associazione Amici del Calabrone svolge un’attività sinergica alla cooperativa e gestisce i volontari. La Cooperativa Campanelli opera per il reinserimento 20

autonomia nella quotidianità. Il Calabrone accoglie, ascolta e rispetta la persona che attraversa un periodo di disagio, e ne riconosce e sostiene le potenzialità. Dà voce agli emarginati interrogandosi sul perché esistono. Occuparsi delle persone significa affrontare ogni giorno la questione della dignità e della qualità del nostro vivere. ¬


I servizi del calabrone Un mattone per la nuova casa del Calabrone La Cooperativa il Calabrone ha messo in campo una nuova campagna per sostenere la realizzazione della sua nuova struttura. La sede del villaggio Prealpino, dove per trent’anni la cooperativa ha operato, non è più disponibile. Dopo tre anni di vicissitudini, imprevisti e battute d’arresto, oggi il progetto della nuova casa sta divenendo operativo. Come si può fare per sostenere quest’opera? Lo slogan è: dona “un mattone per il Calabrone”. 1 mattone: 25 euro come segno tangibile del sostegno e dell’impegno; 2 mattoni: 50 euro per condividere il sostegno, donando ad un’altra persona un mattone come “regalo” solidale; 4 mattoni: 100 euro per costruire una comunità più unita e attenta all’altrui benessere;

Perché aderire alla campagna?

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10 mattoni: 250 euro per condividere un progetto di solidarietà e un’emozione, potendo donare alcuni mattoni ad amici e parenti. Un dono utile e sicuramente apprezzato.

Due rendering che mostrano la ricostruzione virtuale della nuova sede di Brescia de “Il Calabrone”

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Perché donare ti rende più libero Perché donando sarai più felice Perché donare è un bisogno di tutti Perché così ti sentirai utile alla comunità Perché è un modo per dare speranza ai ragazzi bisognosi Perché donare non ha mai fatto male a nessuno Perché investire nel mattone è sempre una buona cosa Perché te lo chiede “il Calabrone” Perché in fondo in fondo è un’idea che piace Perché donare allunga la vita Perché di donazione, come d’amore non è mai morto nessuno

Nel corso degli anni l’attività si è ampliata. L’evoluzione sociale, politica e culturale del fenomeno della tossicodipendenza e la convinzione dell’esigenza di un approccio articolato e plurimo, hanno portato l’offerta dei servizi erogati ad aprirsi in un ventaglio di opportunità. La Cooperativa gestisce due comunità terapeutiche di prima e seconda fase ed è accreditata per 30 posti complessivi. Ha inoltre in usufrutto appartamenti con 10 posti complessivi gestiti dall’Associazione Amici del Calabrone . Nel corso degli anni “Il Calabrone”, per meglio rispondere ai nuovi bisogni e alle nuove emergenze, si è strutturato in due diverse aree d’azione: l’area comunità che comprende le attività che ruotano attorno alle due Comunità Residenziali terapeutico riabilitative per tossicodipendenti, e l’area prevenzione dove si progettano e gestiscono interventi rivolti ad adolescenti e giovani, adulti e genitori e realtà locali. Nella Cooperativa operano educatori, sociologi, formatori, psicologi, counselors, operatori e volontari. Area comunità Le comunità residenziali terapeutico riabilitative per tossicodipendenti, iscritte al Registro delle Strutture accreditate, istituito presso la

Come fare? Conto corrente in Cassa Padana, filiale di Brescia viale Stazione Iban IT 69 N 08340 11200 000000953300 Cooperativa il Calabrone Onlus Via Quinta 6 Villaggio Prealpino – Brescia Tel 030 2000035 www.ilcalabrone.org amministrazione@ilcalabrone.org

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Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia, ospitano: • 20 persone presso la Comunità di Prima fase (Campianelli – Collebeato); • 10 persone presso la Comunità di Seconda Fase (reinserimento) (Villaggio Prealpino – Brescia). Tra le azioni terapeutico riabilitative vengono svolte anche attività ergoterapiche, presso il Laboratorio di Nave. Area prevenzione 1. Gli interventi si rivolgono sia ai giovani che agli adulti. Si seguono le persone incontrate per tratti di strada più o meno brevi nella costruzione di significati con cui leggere ed elaborare le proprie esperienze. Diverse sono le strategie adottate: • accompagnare nell’informalità, attraverso la presenza degli educatori in strada e nei luoghi di aggregazione spontanea; • accompagnare nella scuola, attraverso percorsi con le classi su specifiche tematiche; • accompagnare genitori e adulti, attraverso percorsi formativi e serate di sensibilizzazione; • accompagnare le realtà istituzionali, attraverso consulenze mirate. 2. Funziona un centro d’ascolto. 3. È stato costruito un centro studi e documentazione.


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I Lupi di San Glisente: passione montagna

deva con l’allestimento di una mostra dove venivano esposti e premiati gli elaborati prodotti dai ragazzi. I Lupi sanno anche essere molto attenti all’aspetto solidale. Da qualche anno contribuiscono con piccoli gesti economici al sostegno della missione Gassa-Carè di suor Luigina in Etiopia. Il contributo proviene dai numerosi escursionisti che frequentano il bivacco Marino Bassi in Val di Frà, nicchia di S. Glisente, che i Lupi gestiscono da 5 anni. L’inaugurazione di un altare al bivacco ha concluso i lavori svolti nel 2010. Numerosi sono anche gli appuntamenti fissi ai quali ogni anno il gruppo partecipa. A partire dalla messa ufficiale dei Lupi – che si celebra il primo sabato di febbraio – a ricordo dei nostri cari amici e soci che in questi anni hanno dato lustro all’associazione. Nel mese di dicembre, ormai da 23 anni, viene distribuito ai Lupi e ai simpatizzanti un giornalino che racconta la storia dell’anno associativo, l’annuario. Con l’arrivo della neve, i Lupi si mettono in pista: è vietato mancare al famoso “Raduno di sci alpinismo” sulle montagne della Val Grigna che ogni anno a febbraio, da ormai 17 anni, è organizzato a turno dalle associazioni di Bienno, Berzo Inferiore e Esine. Altro appuntamento molto sentito è la giornata ecologica che si svolge sulle nostre montagne a ottobre. La pulizia dei sentieri abbandonati rientra infatti in quel-

di Gian Mario Stofler

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sine,

Valcamonica. L’Associazione “Lupi di San Glisente” nasce nel gennaio del 1987 da una passione per la montagna che all’epoca legava una cinquantina di amici. Oggi, all’alba del venticinquesimo compleanno, l’Associazione vanta quasi 250 Lupi iscritti, molti sostenitori, sponsor, collaboratori. Con una rinnovata voglia di esplorare nuovi luoghi, emozioni, divertimento e sensibilità ambientale che restano sempre di primaria importanza. Sono più di 300 le gite ufficiali organizzate ad oggi a cui hanno partecipato numerosi amanti della montagna ma anche del mare, perché i Lupi sono soliti trascorrere bellissime giornate anche in rinomate località balneari. Lo spirito di gruppo dell’Associazione si ritrova anche nelle numerose attività che vengono svolte. Con la partecipazione e l’aiuto di amici ci si dedica alla rico-

struzione di percorsi che a causa di scarsa manutenzione diventano difficili da seguire: il sentiero 163 della Valle dell’Inferno ne è l’esempio, una valle nella quale si può praticare il canyoning. Un importante intervento è stata la realizzazione di un piccolo, ma delizioso bivacco che oggi è diventato meta di tante persone, la Baita del Giaol. Ma anche la realizzazione di un parco giochi a Esine. Questi sono solo alcuni dei tanti segni concreti che testimoniano la volontà dei Lupi di essere sul territorio, l’impegno per migliorarlo e per renderlo piacevole a tutti. Anche con piccoli interventi. Dal 1989, per 20 anni, il gruppo si è dedicato a fare didattica ambientale nelle scuole. Ogni anno veniva indetto un concorso scolastico sul tema dell’ambiente con la partecipazione attiva di numerosi circoli didattici della Valle. L’iniziativa si conclu22

le opere di sensibilizzazione al rispetto della natura e nel progetto di rieducazione ambientale di cui i Lupi si fanno promotori sul territorio. Ultimo lavoro nato con la passione di persone sensibili alla montagna è la pubblicazione del libro “Fatti & Misfatti lungo le vie della toponomastica montana esinese”. Una memoria storica sui nomi dei Comuni della zona che sarà in vendita a dicembre 2010. Largo ai giovani: in questi ultimi anni sono molti i ragazzi che hanno aderito al Gruppo e la loro presenza ha portato una ventata di rinnovamento e di entusiasmo che fa ben sperare per il futuro. ¬

Popolis, periodico bimestrale di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000

Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Redazione Macri Puricelli, direttore macri.puricelli@popolis.it

Lidia Sbarbada, coordinamento lidia.sbarbada@cassapadana.it

Antonella Rossi, coordinamento antonella.rossi@popolis.it

Armando Rossi, immagini armando.rossi@popolis.it

Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Tel.030-9040270, rivista@popolis.it

Comitato di redazione Franco Aliprandi, Elisabetta Berto, Stefano Boffini, Benedetta Cherubini, Valerio Gardoni, Daniela Iazzi, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Barbara Ponzoni, Macri Puricelli, Antonella Rossi, Armando Rossi, Lidia Sbarbada, Paola Zani Hanno collaborato a questo numero: Elisabetta Berto, Stefano Boffini, Marco Bortoli, Benedetta Cherubini, Valerio Gardoni, Denise Morandi, Giulio Napolitano, Barbara Ponzoni, Gian Mario Stofler, Silvano Treccani Fotografie: Archivio Rivoltini, Annalisa Bazzana, Elisabetta Berto, Lisa Borgiani, Damiano Capuzzi, Valerio Gardoni, Denise Morandi, Masssimo Ruggeri, Gian Mario Stofler Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs)


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Il Mistero di Natale La Luce guardò in basso e vide le Tenebre: “Là voglio andare” disse la Luce. La Pace guardò in basso e vide la Guerra: “Là voglio andare” disse la Pace. L’Amore guardò in basso e vide l’Odio: “Là voglio andare” disse l’Amore. Così apparve la Luce e risplendette. Così apparve la Pace e offrì riposo. Così apparve l’Amore e portò vita; questo è il mistero del Natale. L. Hausman

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