Lberamente Oria anno II 2010

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LICEORIA

LiberaMente Oria

SOMMARIO: SCUOLA Settimana dello studente di Calò, Carone Intervista al DS Francesco Carone di Calò, Carone Intervista al rappresentante d’istituto Luca Calò di Capuano, Conte Storia greca e romana al liceo di Fella, De Stradis Stalking e legalità di Durante Medicina ed etica a scuola: Ignazio Marino di De Amicis

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M A G G I O

di Francesca Calò e Chiara Carone

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EDITORIALE

Frane e distruzione in Italia e nel mondo. di D’Alessano, Iunco, Santagada p. 6 Omar scarcerato! di Fella, De Stradis p. 6 Abusi e sfruttamenti minorili di Cafiero, De Matteis p. 7 Mai più violenza sulle donne! di D’Alessano, Iunco, Santagada p. 7

CULTURA E SPETTACOLO

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di Piera Micelli Liberamente Oria ritorna a dar voce ai pensieri di noi studenti. Noi, che attualmente viviamo un complicato processo di “declassazione” culturale. Noi, che cerchiamo di affrontare tematiche comunemente ritenute banali, eppur spinti lo stesso da una passione per la scrittura che demolisce ogni tipo di ostacolo. In un mondo manovrato ormai da futili valori, noi cerchiamo semplicemente di annientare il nichilismo giovanile. La passività che investe la nostra generazione con una frequenza disarmante. Armati della nostra “spada” preferita, come afferma Vecchioni in una sua canzone, portiamo avanti una battaglia senza precedenti. Ci creiamo un mondo realizzabile nella sua utopia, partendo da una piccola voce che squarcerà il silenzio delle menti. O almeno si spera.

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A febbraio scorso è stata organizzata presso il liceo scientifico “V. Lilla” la settimana dello studente. Incontri con esperti (dott. Portaluri, dott.ssa Annese) e associazioni (Libera ed Amnesty International); videoforum (“Il mistero delle torri gemelle”, “La prima cosa bella”.); laboratori (fisica, chimica, informatica, letteratura inglese e italiana). Queste le attività alla base dei 4 giorni dello studente. La prima giornata, del 17 febbraio, è stata articolata in diverse attività. Il biennio ha seguito l’incontro con Anmesty International. Mentre il resto dell’istituto si è diviso tra varie iniziative. Tra queste il laboratorio di letteratura inglese con la visione del film “Romeo e Giulietta” e il documentario sul caso dell’undici settembre.

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Scuola Intervista al Dirigente Scolastico Francesco Carone di Francesca Calò e Chiara Carone pag. 2

Attualità Frane e distruzione in Italia e nel mondo. Scopriamo i perché di Ilaria D'Alessano, Stefania Iunco, Carmela Santagada pag. 6

SPORT La storia si rifà di Moretto Le pagelle di Moretto Una vita da giocare di Lavermicocca

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Settimana dello Studente

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ATTUALITÀ

Lilla in mostra! di Capuano, Mazza Bella questa commedia! di Conte, Mazza Odissea parigina di Conte, Lavermicocca Chi è Ada Negri? di Fella, Cafiero Quanti nella nostra scuola sanno chi è veramente Vincenzo Lilla? di Fella, Cafiero Il pozzo e l’arancio di Patisso Quelli tra palco e realtà di Durante A spasso nel tempo. Tra miti e vecchie leggende di Micelli Svincolarsi dalle convizioni, dalle pose, dalle posizioni di Barco

A N N O

Sport

Cultura e spettacolo

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La storia si rifà

Lilla in mostra!

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di Fabrizio Moretto

di Marika Capuano e Anna Mazza

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segue dalla prima Il calendario della seconda giornata ha previsto per il b i e n n i o l’incontro con il dottor Portaluri che ha trattato tematiche riguardanti l’inquinamento. Il triennio ha potuto scegliere tra: lo spettacolo di breakdance,

la visione del film “Fight Club”, il discoforum “La musica nel Salento” e il corso di scrittura creativa. Venerdì 19, la giornata si è svolta tra laboratorio di chimica, disco forum e tanto altro. Di notevole importanza è stato l’incontro con Roberto Schifone ideatore dell’oratorio S.I.N.G. che ha illustrato le attività ricreative offerte ai giovani in alternativa alla strada.

L’ultima giornata ha previsto la proiezione del film “La prima cosa bella”. Al termine della visione è stata posta a studenti e docenti una semplice domanda: “La prima cosa bella della vita?”. Questa è stata spunto di riflessione collettiva. Si può vedere il video all’indirizzo: http://lillainweb.blogspot.com E per voi qual è stata la prima cosa bella?

Intervista al Dirigente Scolastico Francesco Carone Abbiamo deciso di porre alcune domande al nostro dirigente scolastico Fran-

Sono felice di poter incontrare i giovani ogni giorno e quindi di poter dialogare con loro

cesco Carone, per tirare le somme su questo anno scolastico appena trascorso sotto la sua direzione. Dopo anni di dirigenza in una scuola appartenente a un altro ordine scolastico, come ha vissuto il passaggio? Come le sembra questa realtà? Il passaggio è stato positivo. Sono felice di poter incontrare i giovani ogni giorno e quindi di poter dialogare con loro. Già conoscevo da tempo questo istituto e tornando come dirigente, ho potuto notare come questa scuola sia stata ben organizzata già dal lavoro dei miei predecessori.

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A cosa si rinuncia per poter svolgere l'incarico di dirigente? Si rinuncia a molte cose. L'impegno del dirigente è un impegno a tempo pieno. Noi siamo tenuti a dare ai ragazzi risposte più complete. Siamo impegnati a far crescere la scuola con efficacia, efficienza ed economicità nella gestione. Quali sono i cambiamenti apportati dall'inizio dell'anno fino a ora? Cambiamenti sostanziali non ce ne sono stati. C'è stata soltanto una riorganizzazione delle attività scolastiche secondo una logica e un'impostazione che è data anche da una mia interpretazione. Nel complesso, però, questo liceo già funzionava e non ha avuto bisogno di riorganizzazioni sostanziali. Ha già dimostrato in passato e dimostra tutt’ora di essere una scuola efficiente. Perché secondo lei un ragazzo dovrebbe decidere di iscriversi in questo liceo piuttosto che in un altro? Le motivazioni possono essere molteplici, una delle tante potrebbe essere l'amico o l'amica che

viene in questo liceo. Non solo. Anche per l’offerta, o per le attrezzature di cui dispone, come i vari laboratori: quello di fisica, quello di chimica e le due aule di informatica. Quali sono i punti critici su cui bisogna intervenire per migliorare la nostra scuola? I punti critici credo che riguardino soprattutto l'ambito didattico. Bisogna fare in modo che i professori durante le lezioni siano quanto più possibile vicini alle esigenze degli alunni. Far in modo, inoltre, che anche i ragazzi, attraverso le lezioni, esprimano il proprio pensiero. Occorre discutere e intervenire sulle problematiche della vita e sui contenuti che la scuola offre, contenuti che non sono fine a se stessi, ma servono a far acquistare le competenze necessarie per poter vivere e affrontare le realtà che ci circondano. Francesca Calò Chiara Carone


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Intervista al rappresentante d'istituto: Luca Calò Quali motivazioni ti hanno spinto a candidarti? Mi trovo da cinque anni in questo istituto e credo di conoscere le numerose problematiche. Intendo, quindi, migliorare la vita a scuola mettendo alla prova le mie abilità. Mi piace questo ruolo! Perché la tua scuola ha votato un solo rappresentante? Non c'è stata alcuna organizzazione. E purtroppo parecchia gente ha preferito disperdere voti... Certamente questa situazione è uno stimolo a fare sempre di più. Come pensi sia stata accolta la tua elezione? Penso positivamente dalla maggior parte. I tre quarti degli studenti mi hanno sostenuto e gliene sono grato. Spero che il resto dei votanti si sia ricreduto. In tutti gli anni che sei stato in questa scuola hai visto cambiamenti positivi da parte dei precedenti rappresentanti? Li ritenevi all’altezza? Sì, sono stati in gamba. Sebbene anche loro abbiano trovato difficoltà, sono sempre riusciti a dare il meglio di anno in anno. Hanno portato a termine iniziative interessanti. Io cercherò di prendere esempio per soddisfare le aspettative dei ragazzi

sperando di non cadere mai nella banalità o nella noia. Di quali esigenze ti stai facendo carico? Delle più svariate: miglioramento delle apparecchiature, pulizia, educazione e rispetto verso compagni e docenti. Inoltre posso contare sull'ascolto e sulla collaborazione della vicepreside ed eventualmente anche sull'aiuto di altri professori. Sei soddisfatto del tuo lavoro in questi cinque mesi? Non sono pienamente soddisfatto a causa di problemi che si sono venuti a creare indipendentemente dalla mia volontà. Non per questo sono deluso del mio operato perché sono comunque riuscito a ottenere risultati efficienti. C’è partecipazione da parte degli studenti? Sì, soprattutto da parte del servizio d'ordine. Ma una buona parte degli studenti dell'istituto si è dimostrata disinteressata. Che difficoltà a livello organizzativo hai incontrato? Tantissime! Diversi pareri, incomprensioni con docenti, decisioni prese all'ultimo momento, impegni non mantenuti da parte degli esperti, mancanza di buona strumentazione... Hai mai pensato di lasciare l’incarico a qualcun altro?

Qualche volta sì, non lo nego. Ma non mi sembra rispettoso nei confronti dei compagni che credono in me. E inoltre i miei valori non me lo permettono. Ho voluto la bicicletta e ora devo pedalare! Quale messaggio vorresti rivolgere agli studenti? Io ascolto Io ascolto qualsiasi richiesta, chiedo conqualsiasi richiesta, sigli ai miei compagni; non impongo nulla. Ma chiedo consigli non posso soddisfare tutte le esigenze ai miei compagni, perché alcune sono impossibili da realiz- NON IMPONGO zare. Si sa che è difNULLA ficile coordinare tante menti! E comunque sono solo. Sapresti descrivere la tua scuola in una sola parola? Aperta mentalmente. Ma c'è molto ancora da fare... Emanuela Conte Marika Capuano

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Storia greca e romana al liceo

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Ospite illustre il professore Alessandrì che ha illustrato analogie e differenze tra la cultura ellenica e quella romana

Il 25 marzo al cineteatro “Gassman” di Oria il professore Salvatore Alessandrì ha tenuto una lezione di storia antica per le classi biennali del liceo scientifico-classico “V. Lilla”, promossa dalla professoressa Carmen Taurino. L'esperto, ordinario alla facoltà di Lettere e filosofia dell'Università del Salento, è autore di più di 30 pubblicazioni su temi di storia greca nei suoi vari aspetti e momenti. Nel corso della lunga digressione ha affrontato e analizzato parallelamente le differenze tra la società romana e ateniese in età classica. Come ha rimarcato il professore entrambe le culture hanno la stessa origine indoeuropea. Si sa per certo infatti che nella notte dei tempi i popoli indoeuro-

pei si stanziarono sulle coste mediterranee e in India. Questa tesi è basata su alcune somiglianze tra religione (tutte e due le civiltà, entrambe politeiste, credevano in divinità del cielo), lingua e organizzazione sociale. In Grecia a partire dalla fine del VII

secolo vigeva la democrazia. Questa forma di governo sarà per secoli la base su cui poggeranno Atene e altre poleis. Qui essere cittadini coincideva con l'essere partecipi alla vita politica e pubblica, ma ottenere la cittadinanza ateniese era complicato. Si pensi che un banchiere ricchissimo di nome Posione per ottenere la cittadinan-

za dovette donare 1000 armature ad Atene. A Roma, invece, vi era la repubblica, instaurata nel 509 a.C. Il periodo repubblicano costituì una fase di lunghe trasformazioni per l'urbe che, da piccola comunità, divenne la capitale di un vasto impero formato da una miriade di popoli. Parallelamente la società aristocratica romana si aprì al riconoscimento dei diritti dei plebei attraverso la promulgazione di leggi e l'introduzione di apposite riforme. Alla fine della relazione i ragazzi hanno posto delle domande interessanti al docente alimentate dalla curiosità di approfondire alcuni aspetti specifici della società greca e romana, soprattutto nel confronto con luci e ombre nella politica di oggi. Al professore, in segno di stima e ringraziamento, è stata donata una targa da parte del dirigente scolastico a nome dell'istituto. Carola Fella Graziano De Stradis

Stalking e legalità A marzo i rappresentanti dell'Associazione Nazionale Magistrati, sezione di Brindisi, hanno tenuto una conferenza a scuola sul tema “stalking e legalità”. L'iniziativa proposta dalla stessa associazione è stata subito ben accolta dal nostro liceo. In sala grande attenzione e tanti applausi per il procuratore capo della Repubblica di Brindisi, Marco Di Napoli, il sostituto procuratore Milto De Nozza e lo psicologo Domenico Suma, perito del tribunale di Brindisi. La giornata, svoltasi presso il cineteatro “Gassman”, ha LIBERAMENTE

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destato subito interesse e curiosità per i temi trattati. Il dialogo, molto costruttivo, è stato arricchito da un video sulla situazione carceraria in Italia e uno sulle conseguenze della guida in stato di ebbrezza. Molti di noi interessati a quanto esposto hanno voluto approfondire l'argomento e hanno chiesto la parola per poter avere un confronto con i magistrati relatori. È stata un'occasione di crescita per noi studenti, un'esperienza costruttiva. “Sbattuti” nel mondo “dei grandi”, che non sembra più essere poi così lontano.

Per un giorno vicini alla giustizia, che non è solamente un dovere, ma anche una virtù morale. Come già osservato dai più illustri filosofi, infatti, esiste il senso della giustizia innato in ognuno di noi, che viene definito talvolta naturale. Giustizia quindi come dovere e come diritto che coinvolge ogni individuo all'interno di qualsiasi società. “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”. (Immanuel Kant) Giorgia Durante


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Medicina ed etica a scuola: Ignazio Marino Ospite d'eccezione nel nostro liceo venerdì 8 Aprile. La palestra, parata per l'occasione, si è trasformata in un'aulaconferenze per accogliere l'intervento di Ignazio Marino. Il senatore e chirurgo specializzato in trapianti d'organo, fondatore dell'ISMETT (centro trapianti multiorgano di Palermo), è anche presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario nazionale. E proprio avvalendosi della sua esperienza ha tenuto un incontro sulla medicina e sul suo rapporto con l'etica. In un'epoca in cui la scienza compie passi da gigante, infatti, non bisogna dimenticare i buoni valori morali, né tanto meno i diritti dell'individuo. Inoltre, come ha sottolineato lo stesso Marino, si deve sempre tener presente che un medico è, prima ancora che un perito nel settore, un uomo, proprio come il suo paziente. Come tale, quindi, non può esimersi dal prendere in considerazione la sofferenza psicologica ed emotiva dell'assistito, pur concentrandosi sulla patologia da curare. Il discorso ha suscitato grande attenzione tra i presenti, alunni del triennio e spettatori esterni, tra cui un ex paziente del chirurgo. Al termine dell'esposizione si è aperto un dibattito. Gli alunni più interessati hanno potuto così porre delle domande all'ospite che, nel rispondere, ha toccato quasi tutti i confini

del mondo della medicina. Le tematiche trattate spaziavano dall’eutanasia e l’aborto, alla malasanità meridionale e carenza di strutture adeguate, fino all'importanza del trapianto d'organi. In ogni caso, per Marino, all'individuo deve essere lasciata la libertà di scelta riguardo le cure: un diritto, ma non assolutamente un dovere. Tutti argomenti e giudizi ampiamente contenuti all'interno del libro scritto dal senatore, intitolato “Nelle tue mani”. Non sono mancati neanche riferimenti allo scottante tema dei test di ingresso nelle facoltà di medicina. "Sono inutili", afferma lo stesso Marino, "perché non è il punto in più in fisica o in chimica che fa il medico". L'incontro si conclude con alcuni toccanti cenni all'esperienza personale del professionista. Sollecitato dalla domanda di un'alunna, egli afferma di non essersi mai pentito di aver lavorato nell'ambito dei trapianti d'organo (ne ha portato a compimento oltre 600).

Nonostante il rischio e la responsabilità che questo impegno porta con sé, “la gioia di poter abbracciare i parenti di un paziente e comunicare loro che tutto è andato bene non ha pari ed è il vero carburante che spinge ad andare avanti”. Francesco De Amicis

Ospite al Lilla Ignazio Marino: senatore e chirurgo specializzato in trapianti d'organo, fondatore dell'ISMETT (centro trapianti multiorgano di Palermo)

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L'abusivismo edilizio, il disboscamento, l’estrazione incontrollata di acqua e gas dal sottosuolo non hanno fatto altro che aggravare il dissesto idrogeologico

Frane e distruzioni in Italia e nel mondo. Scopriamo i perché

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Ci stiamo davv e r o avvicinando alla fine del mondo? Da quanto sta accadendo in questo periodo sembrerebbe proprio di sì. Secondo il calendario dei Maya, infatti, è prevista per il 21 dicembre 2012. Le cause che porteranno a questa sono innumerevoli: da fiamme di fuoco che cadono dal cielo a catastrofi naturali dovute all’ambiente. Secondo alcuni studiosi, invece, in quella data ci sarà un assestamento dell’asse terrestre. Ma occultismo a parte, gli esperti ci ricordano che la causa di tutto questo siamo noi, con i nostri comportamenti. Frane, terremoti, tsunami e cambiamenti climatici stanno sconvolgendo la vita di tutti i

giorni. L’Italia, nonostante sia un paese meno a rischio, ne è stata vittima. Calabria e Sicilia sono state le regioni più colpite dalle violenti frane. Il 16 febbraio a Maierato in Calabria, appena a 200m dal centro abitato, si è staccato un costolone di roccia. Questo ha portato subito allo sfollamento di 2300 cittadini a opera della protezione civile. Fortunatamente non ci sono state vittime. In Sicilia ci sono stati 2000 evacuati. Il paese sicuramente più colpito è stato San Fratello. La frana ha minacciato di inghiottirlo interamente. Notevoli sono i danni causati. Questi episodi ricordano sicuramente lo tsunami del 26 dicembre 2004 in Thailandia, le violenti scosse sismiche del 6 aprile 2009 in Abruzzo, le oltre 500 mila vittime del terremoto di Haiti e il terremoto di magnitudo 8.8 in Cile. Qual è la causa di tutti questi fenomeni? Non è solo la conformazione geologica e geomorfologica a predisporre la Terra a frane e alluvioni, ma ad aumentare il rischio ci ha pensato l'uomo. L'abusivismo edilizio, il disbo-

scamento, l’estrazione incontrollata di acqua e gas dal sottosuolo non hanno fatto altro che aggravare il dissesto idrogeologico. La frana, per esempio, è un movimento della crosta terrestre, causata da violenti piogge, terremoti, precipitazioni e variazioni di temperatura. Dissesto che può essere contenuto dalla presenza di alberi. Le loro radici, infatti, compattano il terreno. Il disboscamento, dunque, favorisce la frana. In Italia le regioni più a rischio a calamità naturali sono la Campania, la Sicilia, l’Abruzzo, la Calabria e il Friuli Venezia Giulia. Una delle regione più sicure è la nostra: la Puglia. Fine del mondo o no, sicuramente noi dovremmo prenderci più cura del nostro pianeta e avere più attenzione per la salute dell’ambiente e anche nostra.

Ilaria D'Alessano, Carmela Santagada, Stefania Iunco

Omar scarcerato! Era il 21 febbraio 2001 quando Omar Favaro e la sua fidanzata Erika De Nardo, allora rispettivamente di 17 e 15 anni, divennero autori conniventi di un massacro ai danni della madre e del fratellino 12enne della giovane. Nel dicembre del 2001 il tribunale per i minorenni di Torino aveva condannato il ragazzo a 14 e la ragazza a 16 anni di carcere. Ancora oggi c'è un buco nero in questa tragedia: il movente. Forse la gelosia assurda verso Gianluca, forse qualcosa di proibito. Oggi dopo 9 anni di reclusione LIBERAMENTE

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Omar è tornato in libertà. “Ora ho pagato il mio debito, lasciatemi in pace. Voglio stare tranquillo” ha detto. La sua condanna sarebbe dovuta terminare infatti il 17 aprile. Ma grazie ai 45 giorni di libertà anticipata che il magistrato di sorveglianza gli ha concesso per ogni semestre, si è conclusa prematuramente. Una decisione dettata dal fatto che Omar ha lavorato ad Asti come giardiniere, in regime di semilibertà, per 600 euro al mese e si è comportato come un detenuto modello. Il giardinaggio po-

trebbe essere il suo lavoro anche da uomo libero. Inoltre durante la detenzione ha conseguito la patente europea. Gli avvocati del giovane hanno precisato di essere soddisfatti perché Omar ha completato il lungo percorso rieducativo e può essere reinserito a pieno titolo nella società, avendo espiato le sue colpe. Del delitto preferisce non parlare, ha dichiarato la sua indifferenza verso Erika e confessato di voler fare una nuotata a mare. Carola Fella Graziano De Stradis


Abusi e sfruttamenti minorili: Save the Children Il problema dello sfrut t amento e dell'abuso minorile ha raggiunto proporz i o n i mondiali. Adolescenti e bambini invisibili. Resi schiavi e sfruttati. La tratta dei minori non è un fenomeno nuovo ma negli ultimi anni, in Europa, il numero di bambini vittime di abusi Adolescenti sessuali è cresciuto costantemente. e bambini Delle 13000 persone coinvolte nelle prostiinvisibili, resi tuzione circa il 5% sono minori provenienti per la maggior parte dai paesi dell'est euroschiavi peo (Albania, Moldavia, Romania) e dall'Ae sfruttati frica (Nigeria, Egitto, Marocco, Tunisia). In Italia il numero di bambini oggetto di abusi che hanno usufruito delle iniziative di protezione in un anno sono 134. Ma il numero totale potrebbe essere maggiore. I piccoli sono sfruttati anche nel lavoro agricolo o in attività illegali legate allo spaccio di droga. L'abuso sessuale sui minori è considerato un crimine punito

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penalmente nella maggior parte dei paesi. La responsabilità del lavoro minorile va attribuita in primo luogo alla povertà perché, nella maggior parte dei casi, le famiglie riescono a sopravvivere grazie ai guadagni dei loro figli. I bambini hanno diritto al gioco, alla scuola, al riposo e allo svago. Però un bambino che lavora non ha tempo di fare tutte queste cose, è costretto a lavorare in condizioni pericolose. Ogni anno, il 23 agosto, l'Unesco con la giornata internazionale in ricordo della schiavitù e della sua abolizione mette davanti agli occhi di tutti la tragedia della tratta minorile. Anche vicino ai nostri paesi troviamo bambini/e sfruttati come il caso di Taranto. Una donna di 38 anni e il suocero di 82 sono stati arrestati. La vittima è una ragazzina di 14 anni. La madre aveva iniziato da qualche tempo a venderla per 50 euro a incontro sessuale. A denunciare l'accaduto è stato il padre della ragazza il quale si era accorto di strani atteggiamenti dell'ottantaduenne e della moglie. In poco tempo la verità è venuta a galla: il 'nonno' è stato arrestato con accusa di violenza sessuale mentre la madre della quattordicenne è stata rinchiusa nel carcere di Taranto con l'accusa di sfruttamento minorile. Riccardo De Matteis Francesca Cafiero

Mai più violenza sulle donne! Le donne spesso sono indifese, fragili, in balia della cattiveria degli uomini che sfocia in violenza. D’altronde, come sappiamo, hanno sempre avuto un ruolo marginale rispetto al sesso forte. La donna però ha sempre voluto raggiungere una totale emancipazione, per questo nel 1791 è stata istituita la “dichiarazione dei diritti della donna”, pubblicata dalla scrittrice Olympe De Gouges. Tra gli argomenti di cui si parla maggiormente in questo periodo c'è quello della violenza sulle donne, che quasi quotidianamente apre i titoli di giornali e telegiornali.

Da varie indagini condotte risulta che la violenza nel 13% dei casi è sessuale, nel 33% economica, nel 51% fisica e nel 65% psicologica. Il totale è superiore al 100% in quanto più donne hanno subito diversi tipi di violenza. In moltissimi casi (oltre l’88%) la violenza viene definita “domestica”. La famiglia oggi dovrebbe essere un luogo sicuro e tranquillo. Le donne invece vivono l'ambiente famigliare con il terrore di soffrire. Questo per mano di qualcuno che è loro molto vicino. Se ci chiedessero quante donne sono a rischio di violenze risponderemmo: tutte. Il “dove” potrebbe essere vario

dalla propria abitazione a quella di amici, dall'auto, al luogo di lavoro. Purtroppo da questo si può evincere che la donna viene considerata quasi un oggetto. Non ci si rende conto che possiede virtù uniche: è lei che genera una nuova vita. Per fortuna è alta l’attenzione verso il problema da parte di istituzioni e associazioni. Anche in televisione o sul web giornalmente si vedono campagne pubblicitarie contro la violenza sulle donne, come lo spot lanciato dal ministero delle Pari opportunità .

Tra le molte associazioni impegnate nella lotta contro la violenza vi è Amnesty International con la sua campagna “Mai più violenza sulle donne”. Ilaria D'Alessano Stefania Iunco Carmela Santagada


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Lilla in mostra!

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Dalla china al cad: le opere di ex allievi del liceo

Il 13 marzo scorso si è tenuta presso il liceo scientifico “Lilla” di Oria l'inaugurazione di una mostra dal nome “dalla China al Cad”. L'iniziativa è partita dal professore Antonio Benvenuto, ex docente di disegno e storia dell'arte presso la stessa scuola, il quale ha scelto circa 50 disegni realizzati a mano dai suoi ex studenti. Il tutto è stato coordinato dalla professoressa Beatrice Monopoli , collaboratrice del dirigente scolastico e responsabile dell'istituto. I lavori sono stati incorniciati per creare una raccolta donata al liceo per i futuri studenti. All'evento hanno preso parte alcuni ex liceali oggi affermati come il sindaco

della città Cosimo Ferretti e il giornalista Vincenzo Sparviero. Sono intervenuti anche altri rappresentanti istituzionali tra i quali il nostro dirigente scolastico Francesco Carone, il dirigente dell'Usp (ufficio scolastico provinciale) Francesco Capobianco e il docente di disegno e storia dell'arte Mario Passaro,

attualmente in servizio presso il “Lilla”. La manifestazione si è avvalsa del generoso contributo del proprietario dell'agenzia di assicurazioni Reale Mutua, Ferruccio Calò. Alla mostra sono in-

tervenuti anche alcuni ricercatori scientifici dell'Isbem (istituto scientifico biomedico euro mediterraneo), tra cui il figlio del professore Benvenuto, Marco Benvenuto. Lo scopo è stato quello di sensibilizzare i presenti a destinare il 5 per mille all'Isbem. La scuola ha ringraziato per la partecipazione i rappresentanti di tale associazione e ha donato loro una piccola parte dei quadri. La cerimonia si è aperta con gli interventi dei diversi relatori per poi passare alla visione dei lavori appesi ai muri dei corridoi siti al piano terra. La denominazione della mostra deriva dell'esposizione sia di disegni realizzati con la China che di recenti progetti realizzati con il Cad e Rhinoceros. Marika Capuano Anna Mazza

Bella questa Commedia! Una rivisitazione della creatività di Dante. Anna, Emanuela, Simone, Giorgia, Daria della classe V A, sollecitati dalla professoressa di lettere Carmen Taurino, hanno realizzato un video sul valore simb o l i c o dell’aquila nel sesto canto del Paradiso dantesco. Il rapace, insegna dell'Impero romano, è al centro del lungo

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excursus tracciato da Giustiniano. Utilizzando ore scolastiche ed extra-scolastiche, si è riusciti a rielaborare il canto inserendo immagini statiche e in movimento, commenti e musiche contemporanee a servizio del Medioevo: “He's a pirate” (dal film i “Pirati dei Caraibi”), “Now we are free” (da “Il Gladiatore”). Il video è stato realizzato in due settimane. Nonostante i microfoni difettosi, la difficoltà di conciliare gli impegni di tutti, la necessità di ripetere le stesse registrazioni, l'esperienza è stata entusiasmante. Ciò ci ha permesso di accostarci alla “Divina Commedia”

in maniera del tutto diversa, lontana dai banchi di scuola. Quaderni, penne e libri hanno fatto solo da contorno! Agli occhi dei restanti compagni il lavoro è sembrato innovativo e interessante. Il progetto ha creato una maggiore complicità tra noi ragazzi. Siamo riusciti a cogliere l’essenza del vero spirito di collaborazione e a confrontare le diverse abilità di ognuno.

Emanuela Conte Anna Mazza


Odissea parigina Dopo lunghe peripezie ce l'abbiamo fatta! Il “viaggio d'istruzione” per le quinte è arrivato!!! Partenza mercoledì 7 aprile, alle ore 04:53, destinazione Parigi. Luca Camarda, Carmelo Padula, Monia Tancredi, sono i docenti che ci hanno accompagnato in questa “avventura”! Dopo ore e ore in pullman, storditi dalle ripetitive canzoni, finalmente arrivo ad Aosta. Finita la cena e lasciate le valigie nelle stanze alcuni sono usciti per le vie deserte della città in cerca di qualche pub, altri sono rimasti in albergo. Minacce da parte della proprietaria dell'albergo a causa dei nostri disturbi alla quiete pubblica! Il giorno successivo si riparte: abbiamo ammirato le montagne innevate (il Monte Bianco), le cascate. Arrivati al confine chiunque si affrettava a chiamare i propri familiari: “ora pago!”. Giunti a Parigi, albergo spettacolare, grande e pu-

litissimo! (Da alcune stanze si poteva ammirare la Tour Eiffel)... I parigini? Freddi e riservati! 9 aprile, ore 9.00 tour in pullman. Abbiamo girato per le vie della caotica città, piena di parchi, accompagnati dalla guida Nadine; ci ha informati sulle dimensioni della città: la “vera” Parigi è di solo otto chilometri per dieci, la periferia è esclusa. Siamo venuti a

conoscenza dei “regali” scambiati tra America e Francia: mini statua della libertà a Parigi, mini Tour Eiffel a New York. Ci siamo fermati nelle zone più importanti per le foto: Tour Eiffel, tomba di Napoleone Bonaparte, Place de la Concorde. Per il pranzo, sosta a les Champs Elysées.

Nel pomeriggio “visita in salita” alla Tour Eiffel fino al terzo e ultimo piano! Una meraviglia! Visione indescrivibile... Ancora più favolosa di notte, illuminata dalle luci. Sera sul battello, proiettati sulla Senna ad ammirare i vari monumenti illuminati. Sorpresa al ritorno: metropolitana! E così le sere successive. Abbiamo divertito i parigini, per esempio cantando l'inno italiano! La sfortuna non poteva mancare: un ragazzo è stato contagiato da un virus gastrointestinale. È dovuto rimanere in albergo fino alla partenza per Oria, mentre i professori si alternavano per l'assistenza. Nella seconda giornata a Parigi, ci siamo recati alla cattedrale di Notre Dame, vista più volte sui testi di arte; abbiamo ammirato il verticalismo gotico, l'atmosfera cupa e buia, i gargoyles da lontano. Divisi in due gruppi ci siamo avviati verso l'immensa reggia di Versailles. In tarda serata insieme ai

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professori Camarda e Padula abbiamo iniziato a girare per le vie di Parigi e finalmente abbiamo raggiunto il tanto agognato Hard Rock Cafè! Domenica al Louvre. Ma non per due ragazzi rimasti in albergo per la sveglia non sentita. Strano vedere dal vivo i quadri studiati! Ma la “Gioconda” è più grande sui libri! Lunedì partenza per Saint-Cristophe. Orribile albergo. Serata al bowling.... e discoteca “fai da te” in stanza ( “notte da leoni” per alcuni). Martedì “il ritorno di fuoco” a Oria. Emanuela Conte Giuseppe Lavermicocca


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Chi è Ada Negri?

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“Io non ho nome. Io son la rozza figlia dell'umida stamberga; plebe triste e dannata è la mia famiglia, ma un'indomita fiamma in me s'alberga”. (Ada Negri)

Ada Negri dà il nome alla via in cui è situato il liceo Lilla a Oria. Poetessa e scrittrice italiana, è ricordata per essere la prima donna ammessa tra gli Accademici d'Italia. Nacque a Lodi il 3 febbraio del 1870 da padre vetturino e madre tessitrice. Passò l'infanzia nella portineria del palazzo dove la nonna, Peppina Panni, lavorava come custode presso la nobile famiglia Barni. In portineria Ada passava molto tempo sola, osservando il passaggio delle persone. Quando Ada ebbe l'età, fu iscritta alle elementari di via Palestro e le sue insegnanti si accorsero subito che la bambina era particolarmente dotata e alla fine delle elementari la indirizzarono verso la scuola normale (magistrali). Nel luglio del 1887 Ada ottenne il diploma di maestra con voti più alti di tutte le sue compagne. L'editore Treves accettò di pubblicare diverse sue poesie in un libro dal titolo

"Fatalità", che uscì nel 1892. L'opera suscitò grande clamore e il ministro Zanardelli firmò un decreto in cui la maestra elementare Ada Negri veniva abilitata all'insegnamento in un’illustre scuola di Milano, nel ruolo di professoressa ad honorem. Tre anni più tardi venne pubblicata dall'editore Treves una seconda raccolta di poesie, "Tempeste". Il libro ebbe un'accoglienza favorevole tanto che ne seguirono le traduzioni in francese e tedesco e l'opera ricevette il consenso di Giosuè Carducci. Nel settembre del 1898 nasce la figlia Bianca e la vita diventa più serena. Due anni più tardi nasce la seconda bambina, che vive solo un mese.

Cinque anni dopo pubblica "Il libro di Mara" e l'anno successivo la poetessa resta sola: la madre muore e Bianca si sposa. La solitudine favorisce la meditazione e la riscoperta dell'infanzia: nascono così le pagine in prosa di “Stella mattutina”. Negli anni successivi pubblica due volumi di poesie: "I canti dell'isola" e "Vespertina" e tre volumi in prosa; "Finestre alte", "Le strade" e "Sorelle". Nel 1940 sua maestà il re d’Italia Vittorio Emanuele III la nominò Accademica d'Italia: per la prima volta una donna ne faceva parte. Nella notte fra il 10 e l’11 Gennaio del 1945 chiuse gli occhi dolcemente reclinando il capo sulla spalla di Bianca. Carola Fella Francesca Cafiero

Quanti nella nostra scuola sanno chi é veramente Vincenzo Lilla? Un recente sondaggio fatto tra alunni e professori ci ha confermato che nessuno conosce realmente Vincenzo Lilla. Nasce a Francavilla Fontana nel 1837 e muore a Messina nel 1905. Fu docente nel Real Collegio Ferdinandeo di Francavilla, dove tenne fino alla morte la cattedra di filosofia del diritto. Sacerdote, per i sentimenti che lo legavano all'identità italiana, fu perseguitato dal suo vescovo, cosa che lo fece esulare per acquistare poi nome più vasto. Con un'approfondita ricerca nella biblioteca situata nel liceo classico di Francavilla siamo venuti a conoscenza dei suoi libri più importanti: La LIBERAMENTE

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provvidenza e la libertà; Della civiltà; Dio è; Non è il Mondo; La Personiltà originaria e la Personalità derivata; la Scienza e la vita; Kant e Rosmini; La mente dell'Aquitante e la filosofia moderna; Saggio di pedagogia filosofica; Teoria fondamentale di filosofia del diritto; Lezioni di filosofia del diritto; S. Tommaso filosofo in relazione con Catone e Aristotele; Il diritto di proprietà; Critica della dottrina eticogiuridica di John Stuart Mill. La città natale lo ricorda intitolandogli uno dei migliori viali e il liceo classico statale. Il sindaco Vincenzo Barbaro (1496-51) riuscì a ottenere il riconoscimento di scuola sta-

tale del massimo istituto di cultura cittadino per l'anno scolastico 1950-51. Circa le sorti della denominazione dell'istituto si sono avuti tre cambiamenti in otto anni. Sotto il fascismo “Medaglia d'oro d'ammiraglio Costanza Ciano”; poi quando fu parificato, nel 1942, il preside V. Bilotta lo fece cambiare con il nome dello storico “Pietro Palumbo”. Nel 1951 però il nuovo preside Pietro Argentina, sostituì la precedente denominazione con l'attuale dedicatoria a Vincenzo Lilla. Carola Fella Francesca Cafiero


Il pozzo e l'arancio:

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giovani di Oria tra cultura bellezza e poesia “La cultura è un ornamento nella buona sorte, un rifugio nell'avversa”. La citazione di Aristotele sottolinea l’importanza della cultura che nobilita l'uomo sia quando è arricchimento dello scibile umano, sia se è lo sfogo di condizioni meno propizie, quali il dolore, l’inquietudine, l’angoscia… così la cultura fuori dai banchi di scuola, può esprimersi attraverso il componimento di una canzone, la stesura di un libro o la produzione di una poesia. E il mondo dei giovani condivide il pensiero del filosofo? I giovani sono ancora sensibili e profondi? …Tvttb, x, xk ecc… gergo, espressioni, modi di dire e di scrivere di adolescenti e (perché no?) anche di adulti catapultati in un mondo dove chat e sms sono quasi l’unico mezzo di comunicazione, provocano povertà di lessico e inadeguatezza al dialogo. Come “catene” che legano e costringono la capacità di esprimere la ricchezza e complessità di sentimenti, le emozioni e i pensieri propri dell’età giovanile. A volte pare vedere la figura evangelica del giovane epilettico che si agita, digrigna, senza riuscire a tirar fuori ciò che ha dentro. Come possiamo dunque risolvere la questione? Proponendo un percorso culturale? Questo mondo in cui viviamo ha bisogno della bellezza e della creatività per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che procura gioia all’animo umano, è il frutto prezioso che resiste all’usura del tempo. La bellezza di un’opera d’arte, quella di una cattedrale, di un testo musicale può rappresentare un’occasione di apertura alla trascendenza. È un’esperienza di grazia che parla al cuore dell’uomo. Valorizzando ciò che i giovani chiamano “bello”, esaltando la loro creatività sarà facile fargli varcare la soglia della cultura. L’associazione culturale oritana "Il pozzo e l’arancio" nasce con l’obiettivo di avvicinare i giovani alla cultura attraverso la propria creatività unica e originale. Per capire gli obiettivi e l’attività di quest’associazione si è deciso di andare a fare quattro chiacchiere con il direttore generale Pierdamiano Mazza, il direttore artistico Luca Carbone e con il coordinatore artistico Mino Candita. Giovani che amano la cultura, in particolare la poesia. E tentano di far amare questa nobile arte e tutto il suo bagaglio di emozioni agli altri giovani. Come nasce il premio letterario “Il pozzo e l’arancio? Nasce nel 2005, quando eravamo poco più che diciassettenni come omaggio alla grande tradizione letteraria italiana allo scopo di avvicinare i giovani alla nobile ars poetica che nella nostra patria annovera almi cultori. Perché il nome “Il pozzo e l’arancio”? Il nome trae origine dalla leggenda che vuole il serafico assisiate di passaggio a Oria. Pare infatti che San Francesco nella

sua permanenza in paese vi fondò un piccolo convento, piantò un albero d’arancio e fece scavare un pozzo nel giardino tutt’ora visibile e attiguo alla chiesa a lui dedicata. Da chi nasce l’idea e l’esigenza di fondare un’associazione che veda come protagonista la cultura nel vostro paese? L’idea di costituire un’associazione vede la luce in seguito alla positiva esperienza del premio letterario “Il pozzo e l’arancio” e nasce con una decina giovani oritani, inclusi noi, desiderosi di offrire alla propria città un contributo fattivo: Luca Carbone, Mino Candita, Giuseppe D’Abramo, Pamela Cinieri, Luana Gioia, Pierdamiano Mazza, Alessandro Marrazzi, Salvatore Schirinzi, Don Domenico Spina, Ubaldo Spina e Giorgia Durante. Cosa vorreste mettere in auge attraverso le poesie proposte dai partecipanti? “Far uscire fuori” la creatività di ognuno, ottenendo, come risultato finale, opere uniche e originali. L’associazione è circoscritta solo all’interno del comune o si estende anche fuori? Il bando ha avuto ottimi riscontri anche all’estero, soprattutto in Francia, ma l’associazione in sé è circoscritta solo all’interno del comune. Spesso associazioni del tipo vengono definite “noiose” dai giovani. Avete riscontrato anche voi questa problematica? No perché l’associazione nasce appunto per i giovani e il riscontro fino a ora ottenuto è stato soddisfacente. Quali saranno i temi delle poesie che saranno sempre trattati anche in un futuro lontano? I temi che non verranno mai tralasciati e che ricorreranno sempre sono l’amore, la morte. Chi saranno secondo voi gli autori del 2000 che lasceranno il segno? Sicuramente Fernanda Pivano, Fabio Volo e Alda Merini. Alcuni temi degli appuntamenti con la birra letteraria? Presso il pub il Castello si è affrontato il tema “la donna nella poesia”. Nel piccolo museo del bar Carone: “sarvamu lu dialettu”. Letture di poesie in vernacolo con l’intento di “spolverare” un po’ di quel preziosissimo tesoro di ogni città: il dialetto. In definitiva l'augurio è quello di poter avvicinare i giovani al mondo della letteratura. La nostra eredità più grande consiste proprio nel retaggio culturale che abbiamo la fortuna di possedere. Nella ricchezza delle opere scritte nell'arco di secoli risiede l'arcobaleno della nostra storia, fatta di sfumature e contrasti, di tormentose opposizioni e unioni indissolubili, di amori, di passioni, di lacrime: di uomini. Alina Patisso


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Quelli tra palco e realtà

Il gruppo: Simone al sax, Mastro al basso, Daniele alla chitarra, Flavio alla batteria e Angelo la voce

“E par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare…”. Ebbene sì, l’amore più famoso della letteratura italiana non viene cantato ormai solo da Dante per Beatrice ma anche dai Beat Rice per… Beat Rice: battito del riso. Beat come ribellione, come ritmo. Nascono nel giugno del 2009 e festeggiano il loro compleanno il 28 luglio in occasione di Santa Beatrice. I cinque componenti del gruppo emergente, nato tra i banchi di scuola, si esibiscono per la prima volta in occasione dell'assemblea d'istituto del liceo “Lilla” di Oria del 22 dicembre scorso. La famosa donna che rende felici, tanto desiderata nel Dolce Stilnovo, per i Beat Rice è presente nella vita di ognuno di noi. I cinque, provenienti da di-

versi paesi del brindisino, attirano subito l'attenzione tra i compagni. Ma questo è solo l'inizio. L'occasione per farsi conoscere anche fuori dalla scuola si presenta proprio durante le vacanze di Natale. La loro musica arriva anche nella vicina Francavilla Fontana. La simpatica stravaganza del loro stile avvolge l'Arci, destando la curiosità di forestieri e compaesani che divertiti e a tratti emozionati rivolgono la loro attenzione ai giovani talenti. Il gruppo: Simone al sax, Mastro al basso, Daniele alla chitarra, Flavio alla batteria e Angelo la voce. Prediligono suonare canzoni di Lucio Battisti, PFM, Afterhours, Bandabardò e altri. Il loro pezzo forte: “Impressioni di settem-

bre” (PFM). “Siamo nati perché uniti dalla stessa passione per la musica, abbiamo voglia di trasmettere agli altri ciò che noi stessi proviamo quando suoniamo”. Queste le parole di Angelo, voce del gruppo. Nati come una semplice cover band, cercano di portare avanti il loro progetto componendo testi propri. Ispirati dalla “loro Beatrice” hanno già creato infatti qualche canzone. Non hanno ambizioni particolari, sperano solo di continuare a seguire i loro sogni e di raggiungere la felicità unendosi alla loro Beatrice. Giorgia Durante

A spasso nel tempo. Tra miti e vecchie leggende Una brutta vecchina, un costume nero, un fuso e il gioco è fatto. La "quaremma" racconta la fine del carnevale delle strade salentine, che nel periodo quaresimale si vestono a lutto. La tradizione affonda le sue radici nella cultura popolare. Cultura fatta di leggende e vecchi detti. Il fantoccio di paglia indossa simbolicamente le spoglie della moglie di Carnevale (carniale), che tra una festa e l'altra piange amaramente per i debiti del consorte. Una gentile signora ha voluto rivivere con me la Pasqua

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di cinquant’anni fa, raccontando tra mille ricordi quella "bambola" di pezza che attirava un po' tutti. Se carnevale scorrazzava libero tra feste, banchetti, donne e divertimenti la povera quaremma pagava per la stoltezza del marito. Così la signora Roma mi vuole introdurre la figura di questa donna sfortunata. Festeggiata da tutti, conosciuta da pochi. Oggi si contano sulle dita di una mano coloro i quali sanno a pieno la sua storia, la sua leggenda. Di certo non immaginano che il vecchio fuso che stringe tra le mani era un modo per ingannare il tempo in attesa del marito. Che la piccola bambola appesa al suo fianco era la bambina che non aveva mai visto il padre. O non sanno che valore attribuire all'arancia

infilzata da sette penne simbolo di astinenza e sacrificio. La simpatica immagine resta appesa per un mese prima di essere rimossa e cancellata con un rogo. Un rogo che serve a purificare nelle fiamme i numerosi peccati per dare il via a una nuova vita. Straordinario come i ricordi di quegli anni siano così vivi e presenti in questa simpatica signora che non si può far altro che farglielo notare. Roma si offende e considera l'osservazione superficiale. “La Pasqua dei miei tempi non era una festa come tante. Era qualcosa che andava al di là del solito augurio o regalo. La mia Pasqua era vissuta come una festa di famiglia. Come un momento di ritrovo, sopratutto per coloro che avevano smarrito la via di casa. Tradi-


zioni come la quaremma non possono far altro che farmi sorridere, anche con nostalgia. Perché nell’immagine, seppur ridicola, di un inutile fantoccio io rivedo le mie radici, che oggi, in questo nuovo paese, spesso non ritrovo”. Parole dure forse, ma velate da un profondo senso di verità. Echi di vite passate che a volte cercano di raccontare qualcosa a chi è troppo indaffarato per fermarsi ad ascoltare. Così rovistando tra le antiche usanze del paese ci si ritrova

a dover riconoscere l'egoismo delle nuove generazioni. E intanto Roma continua il suo percorso a ritroso nel tempo, raccontando delle serate passate a mascherarsi per piangere insieme a quella povera "donna di pezza". “Un gioco, una tradizione, un modo per passare il tempo; chiamalo come vuoi” dice, “ma per noi era un divertimento assurdo prepararsi tutte insieme e scendere in strada vestite a mo' di befane”. Anche questa dichiarazione potrebbe aprire

un’ampia finestra di riflessione. Sugli attuali modi per divertirsi, che sono alquanto differenti. Sulle serate "alla moda" che non prevedono di certo vestiti carnevaleschi e fazzoletti di stoffa. Grazie a Roma per la sua disponibilità. Per essere tornata ragazza e per essersi vestita ancora una volta da quaremma. Per aver camminato nelle strade della memoria e aver riportato alla luce una vecchia leggenda ormai in procinto di essere dimenticata. E mi sem-

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bra doveroso chiudere con una frase che colpisce non poco : “ca la quaremma simu io, tu e tutti quiddi ca no la canoscunu” (perchè la quaremma siamo io, tu e tutti quelli che non la conoscono). Piera Micelli

"Svincolarsi dalle convinzioni, dalle pose e dalle posizioni" "Faccio di tutto per impedire il mio successo stesso perché son contro me stesso" (“Contro Me Stesso” Morgan). L’incredulità dei media di fronte alla dichiarazione di Marco Morgan Castoldi di assumere droghe pesanti con regolarità giornaliera stupisce più di quanto la notizia in sé abbia stupito la società. La sua inclinazione a droghe e alcol è nota da tempo ma ora suscita scalpore. Siamo nel 1995. Morgan, leader dei Bluvertigo esordisce con l’album “Acidi e Basi” nel quale spicca il singolo “L.S.D.” (che si rivela poi acronimo per La Sua Dimensione). Nel 2001 il brano che lo ha portato sul palco dell’Ariston aveva un titolo emblematico: “L’Assenzio” nel cui testo elencava elementi che “fanno bene, fanno male” tra i quali l’alcool, la marijuana e l’oppio. A questo punto, si avanzerebbe qualche dubbio anche sull’ammissione a quel Sanremo, dove il suo gruppo si collocò ultimo nella categoria big, per il buon esempio che avrebbe dato ai giovani. Il cantautore stesso dichiarò che la canzone in gara era figlia degli effetti della bevanda, da cui prende il titolo, altamente alcolica e fino a poco tempo fa vietata in gran parte degli stati europei.

Ma forse tutto questo non è nella vita pubblica e nella bastato all’opinione pubblica politica constatiamo numeroper farsi un’idea sulla vita si esempi di personaggi famoprivata del musicista. E forse si che assumono droghe o non bastano nemmeno inter- affini. Eppure solo in pochi viste come quella doppia a vengono assaliti da una così cura delle Iene preparata giuria moracon l’ex compale che in molti casi si gna Asia Argen- Trai partecipanti rivela ipocrita. Senza to, nella quale allontanarci troppo, ammettono di al festival Morgan per fare un esempio aver fatto uso di possiamo rimanere nei droghe tra le non è l’unico ad pressi del sessantesiquali ecstasy e mo Festival della canassumere droghe zone italiana. A detta cocaina. In una canzone di Mario Adinolfi: “Su del suo primo quindici residui partealbum da solista (“Canzoni cipanti al concorso ben quatDell'Appartamento” - Colum- tro hanno ammesso esplicitabia / Sony BMG, 2003), inol- mente di aver usato droghe: tre, parla di un paradiso sono sua maestà Emanuele all’interno del suo cocktail e Filiberto, Povia, Fabrizio Moro degli effetti che provoca in e Irene Grandi”. lui (“Heaven in my cocktail”). Questa vicenda ha assunto le Non c’era dunque bisogno di sembianze di una scarna cacconoscere a fondo il cantante cia all’uomo il cui interesse per capire che non conduceva non era di certo preservare di certo uno stile di vita ret- giovani menti da cattivi eto e perfetto. Ma di sicuro sempi corruttori. chi lo ha richiesto e ammesso Infatti, come posnegli studi di viale Mazzini siamo notare, la per la partecipazione a X bufera mediatica Factor conosceva la sua pro- ha ottenuto risulduzione artistica e quindi i tati opposti collotesti da lui scritti. cando al centro Perché allora stupirsi tutto a dell’attenzione la un tratto, in maniera così d r o g a e plateale di f r o n t e un’immagine vittiall’ammissione del musicista mistica di Morgan di far uso regolare di crack? che da untore da Per quale motivo ci si getta evitare è passato così duramente sull’artista? ad appestato da Nello spettacolo, nell’arte, curare e consolare.

Sarebbe stato più salvifico ammettere il cantante al festival. Se non fosse stato gradito, il pubblico lo avrebbe fischiato assieme al principe Emanuele Filiberto. Anche perché a differenza di quest’ultimo che sbandiera nella sua “lettera d’amore” la sua innocenza, sentendosi come un povero esiliato ingiustamente, Marco Castoldi nel suo brano non ammesso, si limita a cantare un inno a “La Sera”, forse volendo imitare impropriamente grandi poeti. Morgan non doveva usare il palco floreale come tribuna dalla quale sfoggiare le proprie opinioni che tutto sommato interessano a pochi. Semplicemente avrebbe dovuto presentare la musica che non ha nulla a che fare con qualsiasi vizio della vita umana. Simone Barco


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La storia si rifà...

Vince la II A, che ha mostrato un giusto mix di cuore, compattezza e talento

La storia può scrivere una nuova pagina. Nelle precedenti otto edizioni non era mai successo che una squadra di secondo anno vincesse questo campionato. È stata una vittoria strameritata contro una V A che forse si è svegliata troppo tardi. La partita non è stata delle migliori, anche a causa dell’arbitraggio troppo fiscale. Eppure era stata la V A a passare due volte in vantaggio. Prima con un destro da fuori area del capitano D’Abramo (dopo una svista clamorosa dell’arbitro Papadakis), e poi

con un calcio di punizione di Galiano deviato da un difensore avversario. Nel mezzo il pareggio del capocannoniere finale del torneo, Schiavone Antonio. Da lì in poi c’è stato il dominio della squadra di Micelli, bravi a chiudere 3-2 il primo tempo (Saracino e Micelli). Nel secondo tempo la V A è apparsa stanca, confusa, e sono completamente saltati gli schemi. Questo ha dato via libera alla coppia d’attacco della II A, i fratelli Schiavone che hanno

regalato un’altra prestazione da incorniciare. Due goal ciascuno, aggiunti a quelli di

Galiano e D’Abramo per la V A, portano il risultato sull 84. A riaccendere le speranze è ancora D’Abramo dopo una giocata eccezionale di Galiano, ma è il capitano Micelli con un destro strepitoso a giro dalla distanza a spegnere i sogni di gloria degli avversari. La partita si chiude poi sul 10-7 con goal finale di Conte Emanuele su rigore, che dedica il goal al papà. Miglior giocatore votato Stefano Schiavone, autore di una doppietta, ma in generale di una prestazione stratosferica. Onore comunque alla V A, che forse avrà rimpianto poi l’assenza di De Amicis. Complimentoni invece alla II A, che ha mostrato un giusto mix di cuore, compattezza e talento. E’ stato un campionato emozionante fino alla fine, e speriamo che i seguenti siano ancora più belli. Fabrizio Moretto

Le pagelle V A: -CONTE EDOARDO 6,5: è il migliore in campo della sua squadra. Incita a non finire la sua squadra ed è uno degli ultimi a darla vinta. Compie interventi prodigiosi che per sua sfortuna non cambiano il risultato finale. GENEROSO -CARAGLI 5: parte bene, recupera palloni e prova anche qualche conclusione, ma si ferma lì. Da lì in poi è un continuo calare. A volte sparisce proprio dal campo, si addormen-

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ta sul pallone e rischia di far partire una goleada. ADDORMENTATO -LAVERMICOCCA 5+: anche per lui non è giornata ma nonostante questo ci mette la solita grinta che lo contraddistingue. Subisce un brutto colpo sulla testa ed è questo l’emblema della giornata. STORDITO -GALIANO 6+: è senza dubbio affidata a lui la regia. Prende la palla e la lancia. Tutte le azioni partono dai suoi piedi. Alla fine regala anche una giocata eccezionale, la più bella del match. SPIELBERG -CONTE EMANUELE 4+: Non azzecca nulla,


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è senza dubbio il peggiore in campo. Le uniche cose carine sono due controlli col tacco e la dedica al papà dopo il goal. FANTASMA -D’ABRAMO 6+: uno dei migliori della sua squadra. Parte subito con un gran goal ma poi non fa che innervosirsi. Dà sempre l’anima ed è l’ultimo ad arrendersi. Alla fine totalizza 4 goal. La sua prova è sicuramente sufficiente. HIGHLANDER II A: -FISCHETTO 6,5: non è di certo il protagonista della partita, ma quando è chiamato in causa lui risponde “presente”! Ha poche responsabilità sui goal subiti. GUARDIANO -FANELLI 6,5: capisce l’importanza della partita e si mette d’impegno. Insieme ai compagni Saracino e Micelli mantieni bene la difesa. CORAGGIOSO -SARACINO 7: entra e fa subito un goal importantissimo, quello del 2-2. In difesa gioca benissimo e si guadagna con merito il premio di “miglior giovane”. SORPRESA -MICELLI 8: gioca da vero capitano. Prende la palla e vuole metterci il suo in ogni azione. La sua resistenza non sembra finire mai e chiude la gara con un gran goal. Entra nella storia per essere il capitano più giovane ad aver vinto la coppa. GUERRIERO

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-SCHIAVONE ANTONIO 8,5: lui è onnipresente. Lo vedi ovunque. Corre, attacca, difende, recupera palla, tira, mette la sua solita firma anche in zona goal. Se gli chiedessero di andare in porta lui zitto zitto andrebbe anche lì. Per gli avversari è ormai un incubo. TZUNAMI -SCHIAVONE STEFANO 9: con il fratello formano una coppia d’attacco micidiale. Costruiscono azioni insieme che farebbero invidia anche a Holly e Benji. Arriva a campionato in corso, ma ne diventa subito il protagonista. Ubriaca continuamente gli avversari con le sue finte e sigla una decisiva doppietta. Generosissima anche la sua fase difensiva che gli valgono il premio di migliore in campo. ARMA LETALE Arbitro PAPADAKIS 4: è così fiscale che se lo avessero visto in Inghilterra lo avrebbero deriso e radiato a vita. Inventa alcuni falli e sullo 0-0 commette un errore che farebbe ridere anche un neonato. Fallo dentro l’area e lui fischia calcio di punizione invece di rigore. Alla fine concede un rigore dubbio alla V A per un presunto fallo di mano. Rischia di rovinare la gara. Più che greco sembra “ceko”. MALDESTRO Fabrizio Moretto

Una vita da giocare Il calcio, per molti il gioco più stupido di tutti! Solo per il fatto che si gioca con la parte del corpo più lontana dal cervello. Ventidue persone che corrono dietro a una palla nel tentativo di buttarla nella porta avversaria. Per molti non ha nessun senso. Eppure milioni di persone seguono le partite, vanno allo stadio, si appassionano, si emozionano e si legano a una squadra, diventano tifosi, si affezionano a un gruppo di persone che corrono dietro a una palla. Ma cosa spinge queste persone a farlo? Forse è più di uno sport, di un gioco, forse in esso è racchiuso qualcosa di più grande, di più profondo. Scaturiscono nelle persone che lo seguono, e in quelle che lo vivono, sentimenti e emozioni uniche e indescrivibili, che fanno crescere e insegnano come af-

frontare la vita; perché in fondo la vita è come una partita di pallone. Ci sono momenti in cui domini e altri in cui soffri e sei “sotto”, alcune volte puoi vincere e altre puoi perdere, altre ancora sembra che la vita ti dia una seconda possibilità, come se ti desse del tempo per rimediare, dei tempi supplementari. Se poi sei tanto fortunato ti lascia un'ultima possibilità, i calci di rigore: a quel punto, o sei dentro o sei fuori. E gli spettatori rappresentano tutte quelle persone che osservano la tua vita da un punto di vista diverso, diverso per ognuno di loro, come direbbe Pirandello; a volte ti criticano, a volte ti sostengono. Ma loro non sanno cosa si prova a lottare sul campo, per riuscire a vincere la propria partita, quella della vita.

Certe volte rimangono con te fino alla fine della partita e altre ti abbandonano ancora prima del traguardo. Ora pensateci bene, il calcio non è solo uno sport, ma rappresenta un percorso che ognuno di noi deve compiere, attraversando momenti facili e meno facili. Ci sarà sempre qualcuno che farà il tifo per

noi, da cui trarremo forza, ma in caso contrario, come un calciatore che va dritto alla meta, dovremo dribblare le critiche e gli insulti. Per me, ora che ci penso, è la cosa più bella che esista. Giuseppe Lavermicocca


Liceo scientifico e tecnologico “Vincenzo Lilla” POF “Giornalismo” a.s. 2009/2010 Anno II, numero unico, maggio 2010 Direttore editoriale: Prof.ssa Carmen Taurino Direttore responsabile: Dott.ssa Rossella Bufano Vicedirettore Piera Micelli

LICEO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO ORIA “VINCENZO LILLA” Via Ada Negri, 1 tel: 0831-817097

Rivista on line: http://liberamenteoria.blogspot.com Email redazione: pongiornalismo@gmail.com

Scuola Caporedattore: Emanuela Conte Attualità Caporedattore: Carola Fella Cultura e spettacolo Caporedattore: Simone Barco Sport Caporedattore: Giuseppe Lavermicocca Redattori e web editor Francesca Calò Chiara Carone Francesca Cafiero Marika Capuano Ilaria D'Alessano Francesco De Amicis Riccardo De Matteis Graziano De Stradis Giorgia Durante Stefania Iunco Anna Mazza Fabrizio Moretto Alina Patisso Carmela Santagada Impaginazione Simone Barco Giorgia Durante


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