biologia

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di degradare molecole e strutture presenti all'interno della cellula nei loro costituenti elementari per poi venire riutilizzati in altro modo o essere espulsi. Il lisosoma può degradare macromolecole come proteine, lipidi e carboidrati o anche molecole estranee ingerite dalla cellula. Attraverso questo stesso processo i globuli bianchi sono in grado di digerire i microrganismi patogeni o cellule morte precedentemente fagocitate. La membrana del lisosoma contiene proteine di trasporto per esportare nel citosol i prodotti della digestione e grandi quantità di glucidi legati a lipidi o a proteine della faccia non citosolica come protezione contro i propri enzimi.

4.6

Perossisomi

I perossisomi sono organuli vescicolari di circa 0,5-1 μm di diametro, delimitati da una singola membrana, presenti in tutte le cellule eucarioti, ma particolarmente abbondanti nelle cellule renali ed epatiche. Svolgono diverse funzioni metaboliche, la più rappresentativa delle quali è senz’altro l’attività ossidativa (respiratoria) a carico di substrati di tipo diverso (soprattutto acidi grassi, ma anche sostanze nocive come l’etanolo con conseguente azione detossificante), che avviene in presenza di una famiglia di enzimi noti come ossidasi. L’attività delle ossidasi avviene con consumo di ossigeno molecolare (O2) e formazione di perossido di idrogeno (o acqua ossigenata H2O2). Il perossido di idrogeno è una molecola altamente reattiva che può facilmente produrre radicali liberi tossici e che i perossisomi rimuovono attivamente usando l’enzima catalasi attraverso la seguente reazione 2H2O2 → O2 + 2H2O In generale i perossisomi sono in grado di preservare le strutture cellulari dall’azione nociva del perossido di idrogeno (l’acqua ossigenata può essere utilizzata come disinfettante contro i batteri essendo questi privi di perossisomi). L’appartenenza dei perossisomi al sistema interno di membrane è in realtà ancora oggetto di discussione. I nuovi perossisomi non si formano infatti per scissione dalle membrane del Reticolo o del Golgi, ma si ingrandiscono e si scindono in modo analogo a quanto fanno i mitocondri ed i cloroplasti. Per questo motivo è stata proposta anche per essi (come per i mitocondri ed i cloroplasti) una origine endosimbiontica. Dell’ipotesi endosimbiontica diremo più dettagliatamente quando descriveremo il mitocondrio. Tuttavia, in sintesi, essa ipotizza che alcuni organuli cellulari possano essere antichi microrganismi fagocitati dalla cellula eucariote primordiale in fase di evoluzione che poi stabilì con essi un rapporto di simbiosi. Recentemente

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