#politicanuova - 01

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Editoriale

Economia e lavoro

●● Conclusione La costante precarizzazione delle condizioni sociali e materiali dei lavoratori ticinesi, rende necessario l’introduzione di un salario minimo capace di ridare dignità al lavoro. Quest’urgenza non deve però portare alla formulazione di presunte soluzioni, le quali, strizzando l’occhio al padronato locale, rischiano di avere l’effetto opposto all’obiettivo sperato. A questo proposito la soluzione avanzata dall’Unione Sindacale Svizzera (USS) per un salario minimo di Fr. 4’000 per tutti, sopperisce in buona parte ai difetti dell’iniziativa dei Verdi e permetterebbe un primo passo verso un vero miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori ticinesi. Accanto alla rivendicazione di un salario minimo garantito non bisogna mai smettere di lottare per fermare quella sempre più grande fetta di ricchezza prodotta che si trasferisce in profitto e che è sottratta al lavoro. Solo attraverso una parallela azione di allargamento della massa salariale totale e d’inserimento di vincoli salariali limitativi verso il basso e verso l’alto4, avremo la possibilità di iniziare una vera politica di ridistribuzione della ricchezza.

Il commento Il rischioso marketing politico verde Perché i Verdi hanno lanciato questa iniziativa? Non è solo un modo per uscire dal clichè secondo il quale gli ecologisti si occuperebbero solo di ambiente (peraltro falso), potrebbe bensì trattarsi di una mossa di marketing politico utile per approfondire il fossato con il resto della sinistra, secondo l’impostazione strategica auspicata dai vertici del partito. La tempistica con cui l’iniziativa è stata lanciata, peraltro, lascia presumere che essa sia stata proprio concepita come “alternativa” all’analoga proposta dell’USS. I più maligni, inoltre, potrebbero qui anche immaginare che la volontà sia stata quella di creare un “caso” (dall’affaire 1° maggio con Saverio Lurati, al niet dei partiti di sinistra da strumentalizzare comunicativamente) mediatizzando così la tesi secondo cui una “buona proposta” dei Verdi venga ostacolata da una sinistra “ultra-ideolgica”, “settaria” e “retriva”. La realtà è però ben diversa: il Partito Comunista ha sempre saputo sostenere le buone idee, senza badare alle etichette e alla provenienza; se i Verdi ci avessero coinvolto nella stesura dell’iniziativa avremmo quindi portato il nostro contributo per migliorarla e costruire su di essa un’ampia convergenza progressista e sindacale. Così non è stato e forse non è un caso: tutta que●●

Teoria e prassi

Internazionale

sta situazione per i Verdi sarà una geniale mossa di marketing politico immediato, ma sul lungo periodo non favorirà di certo la costruzione di una cultura sensibile ai temi sociali ed ecologici, che sia capace di egemonia nella società. E se questo non avviene, significa spostare a destra i risultati elettorali, ma soprattutto favorire una mentalità collettiva per nulla progressista. In quest’ottica il Partito Comunista, rimettendo in discussione almeno in parte alcuni miti laburisti e produttivistici della sinistra storica, sta discutendo al suo interno sull’eco-socialismo e sulla necessità di coniugare il marxismo con le istanze ecologiste.

Ticino

4 L’iniziativa che vuole introdurre un rapporto 1:12 tra i salari più alti e i più bassi di una singola azienda, e l’approvazione da parte del popolo svizzero dell’iniziativa Minder sono esempi concreti di una limitazione salariale verso l’alto.


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