Pocket Salute Anno VIII Numero 1

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POCKET SALUTE - Anno VIII n° 1 - Pocket Idea Srl Editore - Registrazione ROC n.18668 - Periodico Bimestrale- Spedizione in Abbonamento Postale - € 3,75

LE 10 REGOLE PER STARE IN SALUTE Prof. Tirelli: il decalogo del benessere 2016

Vitamina D

E’ CARENTE NEI BIMBI ITALIANI, PERCHE’?

SICUREZZA STRADALE Attenzione ai colpi di sonno

DEPRESSIONE 1 ITALIANO SU 10 NE HA SOFFERTO

Dieta fai da te MOLTO PERICOLOSA PER MENTE E CORPO

ARRIVA LA SMART LIPO L’alternativa mini-invasiva alla liposcultura

Pocket Salute Anno VIII n.1 - Copia Omaggio

Primo piano: tutte le ultime news di

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MEDICINA

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27 oncoematologia pediatrica A Pescara il Centro di Riferimento Regionale accreditato dall’AIEOP.

28 parto naturale Presso L’Ospedale di Pescara è possibile praticarlo anche dopo aver avuto un cesareo.

social media Consigli e utilità! Benvenuto su pocketsalute

30 malattie anali, cosa fare

Aggiornamenti, news & eventi Cinguetta con pocketsalute!

Guida pratica a patologie, sintomi e terapie risolutive.

Video, interviste e tanto altro... Nasce PocketSalute TV

32 sclerodermia

34 piede diabetico Cause, diagnosi e trattamento.

MALATTIA RENALE CRONICA Medici, associazioni di pazienti e istituzioni per un piano diagnostico. terapeutico ed assistenziale X Forum sul Risk Management in Sanità Inforenal

36 il dolore alla spalla La patologia della cuffia dei rotatori una delle cause più comuni.

38 un nuovo sorriso Implantologia mini-invasiva, gli ultimi traguardi dell’odontoiatria. Assolutamente da evitare perchè pericolosa per corpo e mente.

43 chemioterapia e capelli Da Cesare Ragazzi Laboratories la soluzione adatta per risolvere il problema della perdita dei capelli durante i trattamenti di Chemioterapia.

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ONCOLOGIA Le dieci regole per stare in salute Prof. Tirelli presenta il decalogo del benessere 2016. BAMBINI E VITAMINA D La sua importanza e perchè è carente nei bimbi italiani SIPPS e SIPS alla Consensus sull’uso della Vitamina D

Il ruolo del coinvolgimento gastrico nei pazienti affetti da questa malattia rara.

41 dieta fai da te

Eccellenza&Ricerca

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ABORTI VOLONTARI Il 34% sono donne straniere Congresso SI.GO. 2016 dedicato alla società multirazziale. OSAS E GUIDA SICURA La sindrome delle apnee ostruttive del sonno e le sue conseguenze sulla guida Centro Universitario di Screening delle Patologie Ostruttive del Sonno Prof. Giampiero Neri


ANNO VIII Edizione n.1 Pocket Salute - Periodico Bimestrale Pocket Idea srl Editore - Registrazione ROC n. 18668 Registrazione Tribunale di Pescara n.24/08 del 07/11/2008 Pocket Salute® marchio registrato da Giulia Mincarini e Serena Zimuel

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ECCELLENZA&RICERCA ANNO VIII Numero I LE DIECI REGOLE PER STARE IN SALUTE a cura del Prof. Tirelli - Intermedia News Dipartimento di Oncologia Medica, Centro di Riferimento Oncologico, Istituto Nazionale Tumori di Aviano (PN)

bambini e carenza di vitamina d a cura di SIPS e SIPPS - Gas Communication Società Italiana di Pediatria (SIP) e Società Italiana di Pediatria Preventiva e sociale (SIPPS)

Campagna di sensibilizzazione sulla donazione di organi e tessuti DIREZIONE POLITICHE DELLA SALUTE Attività Ispettiva-Controllo Qualità

LA VITA È UN DONO. Decidi adesso di donare organi e tessuti.

la malattia renale cronica a cura di Inforenal - Gas Communication X Forum sul Risk Management in Sanità

aborti volontari, il 34% sono straniere a cura della SI.GO. - Intermedia News S.I.G.O. Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia

osas e sicurezza stradale a cura di: Giulio Filograna Pignatelli, Alessandro Pacella Centro Universitario di Screening delle Patologie Ostruttive del Sonno - Prof. Giampiero Neri

depressione, 1 italiano su 10 ne soffre a cura del Dott. Brignoli (SIMG) - Intermedia News 32° Congresso dei Medici di Famiglia di Firenze

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Molti sono in attesa di un tuo regalo: diventa donatore. Grazie alla donazione di organi e tessuti, un singolo gesto può salvare la vita di più persone. Non serve un eroe, basta fare una scelta consapevole. Parlane con il tuo medico o informati su www.crtabruzzomolise.it

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RICERCA & ECCELLENZA oncologia

le dieci regole per stare in salute Il Prof. Tirelli presenta il “decalogo del benessere 2016”.

Aviano (PN), 11 dicembre 2015 – Sono dieci le regole per mantenere un buono stato di salute per tutto il 2016. Questo decalogo è stato messo a punto dal professor Umberto Tirelli, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica, Centro di Riferimento Oncologico, Istituto Nazionale Tumori di Aviano (Pordenone). 1) NON FUMARE: Il fumo provoca più decessi di alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. A livello mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che il consumo di tabacco uccida attualmente quasi 6 milioni di persone ogni anno. Se sei giovanissimo, sappi che se comincerai a fumare avrai almeno dieci anni di vita in meno davanti a te; se fumi smetti immediatamente, non è mai troppo tardi, a tutte le età. Se non ce la fai, considera le sigarette elettroniche, sicuramente meno cancerogene delle tradizionali per la mancanza di combustione di tabacco e carta. Ricorda che anche il fumo passivo è cancerogeno. Tutte le droghe fanno male. Non esistono droghe “leggere”. 2) NON ABUSARE DELL’ALCOOL. Un bicchiere di vino al giorno ai pasti può essere anche salutare, ma no all’abuso dell’alcool, non bere mai fuori dai pasti, se non in circostanze particolari (feste, ecc.). Attenzione all’alcool e ai superalcolici nei giovani e nei giovanissimi. No quando ci si appresta a guidare. 3) MANTIENI IL GIUSTO PESO, e osserva una corretta alimentazione. Recentemente l’OMS ha confermato il legame tra tumori e consumo troppo frequente e in grande quantità di carni rosse e lavorate. La carne va mangiata con moderazione ed accompagnata a verdura, legumi e frutta, senza dimenticare la pasta. La dieta mediterranea è la migliore ricetta per la nostra salute. Ricordiamoci di fare ricorso all’attività fisica, se si è giovani facendo sport anche amatoriali e/o frequentando una palestra, altrimenti una camminata a passo veloce di mezz’ora a giorni alterni può essere sufficiente. 4) IN VIAGGIO SII PRUDENTE. Non aver bevuto in precedenza, moderare la velocità, non usare il telefonino (evitando anche se possibile vivavoce e auricolare) controllare le gomme e i freni, ed essere comunque cortesi con gli altri automobilisti e rispettosi di pedoni e ciclisti sono norme da seguire. Quando si esce in compagnia, adottare il sistema che chi guida non beve (a turno, ovviamente). Andare in moto e in bicicletta, ma anche a piedi, comporta vantaggi e anche rischi ben conosciuti. 5) LASCIA L’AUTO A CASA SE TI È POSSIBILE: Contribuisci a diminuire l’inquinamento, che è stato definitivamente considera-

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to cancerogeno dall’OMS e che è dovuto soprattutto ai gas di scarico delle macchine, lasciando il più possibile l’auto a casa, camminando o andando in bicicletta. 6) AFFIDATI CON FIDUCIA ALLA MEDICINA PREDITTIVA. La medicina predittiva rappresenta sicuramente la più diretta conseguenza della nostra conoscenza del genoma umano ed è un modello che si applica fondamentalmente ad individui sani e il suo scopo non è la guarigione, come per la classica medicina curativa, quanto la scoperta di alterazioni genetiche, a livello del nostro DNA, la cui identificazione può essere utile per identificare i soggetti a rischio per tumore (vedi punto otto).


Dipartimento di Oncologia Medica, Centro di Riferimento Oncologico, Istituto Nazionale Tumori di Aviano (PN)

Chi è Umberto Tirelli Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica, Primario della Divisione di Oncologia Medica A al Centro di Riferimento Oncologico (CRO), Istituto Nazionale Tumori di Aviano (Pordenone). Direttore del Dipartimento di Oncologia medica dell’Area Vasta Pordenonese. Specialista in oncologia, ematologia e malattie infettive. E’ vincitore del Premio PierCamillo Beccaria 2009 conferito dall’Associazione Angela Serra di Modena per la ricerca sul cancro, per “il grande contributo dato allo sviluppo di terapie per i tumori dell’anziano e per le prestigiose ricerche nel campo dei tumori virus associati”. Risulta primo nella classifica dei professori ordinari, dei direttori e dei primari, per quanto riguarda la produzione scientifica e biomedica relativa alle università e agli IRCCS del Nord-Est, sulla base del numero di pubblicazioni, del numero di citazioni, e del misuratore del rapporto quantità/qualità (H index) nel 2007 e nel 2012 vedi allegato. È autore ad agosto 2015 di 808 pubblicazioni scientifiche e edite a stampa sulle principali riviste mediche (che non includono gli abstracts e/o le comunicazioni ai congressi), di cui 567 pubblicazioni recensite su Medline (http://www.ncbi.nlm.nih.gov), la banca dati del National Institute of Health degli USA, e di numerosi capitoli su trattati medici (recentemente Neoplastic Disease in J Cohen, WG Powerly e SM Opal: Infectious Diseases - 2010 - 3a edizione, Ed. Mosby Elsevier) e tre capitoli sul principale volume di oncologia italiana, il Bonadonna, Ed. 2007 su tumori negli anziani, tumori e agenti infettivi e stanchezza correlata ai tumori. Esperto della terapia dei tumori, le sue ricerche sono rivolte in particolar modo alla terapia dei tumori dell’anziano (è stato il primo in Italia a condurre ricerche sotto l’egida del CNR già alla fine degli anni ‘70), alla terapia dei tumori associati agli agenti infettivi (è coordinatore del GICAT, Gruppo Italiano Cooperativo AIDS e Tumori) attivo dal 1986, il primo gruppo in Italia a studiare le correlazioni tra tumori ed agenti infettivi e dal 2008 del GECAT (Gruppo Europeo Cooperativo AIDS e Tumori), alla terapia delle malattie ematologiche (è coordinatore del GOL, Gruppo Oncoematologico Linfomi, insieme al Prof. Armando Santoro dell’Istituto Humanitas di Milano, che ora fa parte della Federazione Italiana Linfomi (FIL); alla terapia dei tumori solidi, in particolare del polmone (è’ presente nella classifica decretata dall’Alcase Italia Onlus, organizzazione per la lotta al cancro al polmone, tra i cento medici eccellenti, a livello nazionale, per la cura del tumore al polmone, della prostata, del rene, della vescica e del capo e collo, ma anche gastroenterici e della mammella, allo studio dei lungoviventi oncologici e allo studio della fatica, correlata al cancro (cancer-related fatigue) e la sindrome da stanchezza cronica (CFS). Per ulteriori informazioni: www.umbertotirelli.it

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7) FATTI VISITARE SE…: Se riscontri anomalie persistenti - quali tosse insistente, voce alterata, difficoltà a respirare, cuore che batte irregolarmente e frequentemente, febbricola, calo di peso inspiegato, sanguinamento inspiegato a livello della bocca o delle vie genitali o del retto, noduli della pelle come nei che cambiano colore o che sanguinano o che fanno solo prurito – vai dal tuo medico di fiducia. 8) PROCEDI AGLI SCREENING ED EVENTUALMENTE AI TEST GENETICI: A seconda dell’età, procedi agli screening per la diagnosi precoce dell’utero, della mammella, del colon retto, della prostata. Se hai parenti stretti (genitori, figli, fratelli) che hanno sviluppato tumori della mammella, colon retto e prostata, sussiste un aumentato rischio di sviluppare questi tumori e potrebbe essere necessario adottare indagini di screening più precoci e più sofisticati, compreso il genotest oncologico, per la valutazione del DNA ed eventuali alterazioni che predispongono ai tumori. 9) MONITORA IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE: Controlla, tra gli altri, pressione arteriosa e colesterolo, e segui le indicazioni dei punti uno, tre e cinque. 10) EVITA LE MALATTIE CHE SI TRASMETTONO SESSUALMENTE e L’INFLUENZA: Le malattie sessualmente trasmesse non sono assolutamente scomparse ma, anzi, sono in aumento. Adotta, in base ai tuoi principi etici e religiosi, uno dei seguenti provvedimenti: astinenza (valida anche e soprattutto per i giovanissimi), relazioni stabili e fedeli con un partner che faccia altrettanto, o l’impiego del preservativo. Partecipa ai programmi di vaccinazione contro l’epatite B e l’HPV, che possono fare scomparire o ridurre significativamente l’epatocarcinoma, i tumori del collo dell’utero, dell’ano e della tonsilla. Partecipa anche ai programmi di vaccinazione contro l’influenza se sei nei seguenti gruppi: età oltre i 65 anni, malattie croniche e lavori a rischio (es. medici e infermieri). www.umbertotirelli.it

Ufficio stampa

Informazioni utili: Tel. 348 4406851 (decalogo) Tel. 0434 41416 (test genetici)

Intermedia 030,226105; 348-7637832 intermedia@intermedianews.it


RICERCA & ECCELLENZA pediatria

bambini e carenza di vitamina d

Insufficiente esposizione solare, stili di vita errati, allattamento esclusivo prolungato al seno, obesità e colore della pelle sono i principali fattori di rischio. Roma, 10 dicembre 2015 - La Consensus sulla vitamina D in età pediatrica, promossa dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) e dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e sociale (SIPPS), in collaborazione con la Federazione Medici Pediatri (FIMP), è il primo documento del genere nel nostro Paese. La Consensus fornisce le raccomandazioni mirate alla prevenzione dell’ipovitaminosi D in età pediatrica, individuando i soggetti a rischio ed indicando le modalità di profilassi/trattamento. “La principale novità del documento è rappresentata dalle recenti acquisizioni scientifiche relative alle azioni extrascheletriche della vitamina D nel bambino e nell’adolescente”, spiega Giuseppe Saggese, Presidente della Conferenza Permanente dei Direttori delle scuole di specializzazione in Pediatria e coordinatore e scientifico della Consensus. “Sino ad ora sapevamo che la vitamina D previene malattie dell’apparato osseo, come il rachitismo e l’osteoporosi, perché favorisce nell’organismo i processi di assorbimento del calcio, elemento costitutivo dell’apparato scheletrico. Nuove evidenze suggeriscono che la vitamina D ha un ruolo positivo in alcune patologie autoimmuni, come il diabete mellito 1 e l’artrite idiopatica giovanile, ma anche nell’asma, nel broncospasmo e nelle infezioni respiratorie ricorrenti. Alcuni studi hanno messo in luce che i bambini con queste infezioni hanno livelli più bassi di vitamina D e si è visto anche che la vitamina D ne migliora il decorso. Si tratta di letteratura recente ancora oggetto di approfondimento, ma i risultati sono incoraggianti e aprono nuove prospettive di utilizzo della vitamina D. In attesa di dati definitivi i pediatri devono comportarsi usando i principi del buonsenso e facendo riferimento alle raccomandazioni della Consensus”. Nonostante le evidenze sui benefici della vitamina D, la maggior parte dei bambini italiani ne è carente. “L’ipovitaminosi D, condizione che va dall’ insufficienza al deficit di vitamina D, riguarda oltre un bambino su due, con punte massime in epoca neonatale e nell’adolescenza, dove si arriva a percentuali del 70%” spiega il Presidente SIP Giovanni Corsello. Quali sono i soggetti a rischio? Il primo fattore di rischio è la scarsa esposizione solare, principale fonte di approvvigionamento della vitamina D. Il nostro organismo infatti la produce attraverso la sintesi cutanea indotta dall’esposizione ai raggi solari. “Gioco e attività fisica all’aria aperta dovrebbero essere maggiormente incoraggiati soprattutto durante la bella stagione, anche perché

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da novembre a febbraio l’inclinazione dei raggi ultravioletti è insufficiente a favorire la produzione di vitamina D”, aggiunge Corsello. “Il consiglio è rivolto soprattutto agli adolescenti che registrano i deficit più elevati di vitamina D anche a causa di stili di vita errati, come passare molte ore chiusi in casa davanti al computer o alla tv e non fare attività fisica”. L’allattamento al seno esclusivo prolungato, senza supplementazione di vitamina D, tipico di alcune culture come quelle araba o africana, è un fattore di rischio perché il latte materno, pur essendo l’alimento ideale per il neonato, non contiene quantità sufficienti di vitamina D.


Società Italiana di Pediatria (SIP) e Società Italiana di Pediatria Preventiva e sociale (SIPPS)

Lo sapevi che? Per vitamina D si intende un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Le due più importanti forme nella quale la vitamina D si può trovare sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo), entrambe le forme dall’attività biologica molto simile. Il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo, è sintetizzato negli organismi animali, mentre l’ergocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale. La vitamina D ottenuta dall’esposizione solare o attraverso la dieta è presente in una forma biologicamente non attiva e deve subire due reazioni di idrossilazione per essere trasformata nella forma biologicamente attiva, il calcitriolo. La storia della scoperta della vitamina D parte nel 1919 quando venne evidenziato, da Huldschinsky, che bambini affetti da rachitismo guarivano se esposti alla luce ultravioletta. Un risultato simile lo si ottenne nel 1922 da A.F. Hess e H.B. Gutman usando, però, la luce solare e nello stesso periodo venne ipotizzata da Mc Collum l’esistenza di un composto liposolubile essenziale per il metabolismo delle ossa, studiando l’azione antirachitica dell’olio di fegato di pesce dal quale riuscì ad identificare una componente attiva. Già nel 1919-1920 Sir Edward Mellanby era pervenuto ad un’ipotesi simile studiando cani cresciuti sempre al chiuso. Nel 1923 Goldblatt e Soames riuscirono a dimostrare che quando il 7-deidrocolesterolo, presente nella pelle, viene colpito dai raggi ultravioletti esso dà origine ad un composto avente la stessa attività biologica del composto lipofilo di Mc Collum. La struttura della vitamina D venne identificata nel 1930 da A. Windaus. La vitamina D favorisce il riassorbimento di calcio a livello renale, l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio ed i processi di mineralizzazione dell’osso ed anche di differenziazione di alcune linee cellulari e in alcune funzioni neuromuscolari (anche se questi due ultimi punti devono ancora essere chiariti). Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Vitamina_D

Ufficio stampa SIP Cinthia Caruso via Gioberti 60, 00185 Roma Tel.06-4454912 – 333-7902660 ufficiostampasip@gmail.com Ufficio stampa SIPPS GAS Communication & Partners Via Pietro Blaserna, 94 Roma Tel. +39 06 68 13 42 60 Fax +39 06 68 13 48 76 www.gascommunication.com

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A rischio i bambini obesi perché il tessuto adiposo “sequestra” la vitamina D e quelli con la pelle scura perché questa non permette ai raggi solari di filtrare, un tema non trascurabile per l’attività di prevenzione svolta dai pediatri vista la sempre più elevata componente di bambini migranti. LE CONSEGUENZE DELL’IPOVITAMINOSI D. Nel neonato la vitamina D, previene il rachitismo carenziale. “Nel bambino e nell’adolescente la vitamina D, così come il calcio e l’attività fisica, ha un impatto positivo sui processi di acquisizione della massa ossea”, spiega Giuseppe Di Mauro Presidente SIPPS. “Un individuo raggiunge il suo livello più elevato di massa ossea intorno ai 20 anni: tanto maggiore è il picco tanto minore è la probabilità di andare incontro all’osteoporosi nelle età successive della vita, soprattutto dopo la menopausa. I bambini italiani mediamente non arrivano al 50% del fabbisogno giornaliero di calcio. Pediatri e genitori devono incoraggiarli di più a fare colazione con una bella tazza di latte, un’abitudine italiana da difendere”, aggiunge Di Mauro. LE RACCOMANDAZIONI – Primo anno vita. La Consensus raccomanda la profilassi con vitamina D per tutti i neonati per tutto il primo anno di vita, indipendentemente dall’allattamento. Infatti né il latte materno, né quello in formula (anche se addizionato) riescono a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina D. Per raggiungerlo si dovrebbe consumare un litro di latte in formula al giorno, quantità alla quale il bambino arriva solo quando è prossimo allo svezzamento. La profilassi è inoltre raccomandata a tutte le donne in gravidanza o che allattano. Da 1 a 18 anni la profilassi giornaliera è raccomandata solo nei soggetti a rischio: bambini di etnia non caucasica ed elevata pigmentazione, con ridotta esposizione solare, che seguono regimi alimentari inadeguati come la dieta vegana, bambini con insufficienza renale o epatite cronica, obesi, affetti da malattie infiammatorie croniche o da celiachia.


RICERCA & ECCELLENZA urologia

la MALATTIA RENALE CRONICA

Medici, associazioni di pazienti, aziende ospedaliere e istituzioni insieme per un piano diagnostico terapeutico assistenziale. Roma, 10 dicembre 2015 – Appropriatezza della cure e migliore qualità di vita dei pazienti: questi gli obiettivi principali del Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale sulla Malattia Renale Cronica (MRC) la cui richiesta al Ministero della Salute è stata avanzata da Medici, Associazioni di Pazienti, Aziende Ospedaliere e rappresentanti delle Istituzioni in occasione dell’incontro “PDTA dell’Insufficienza Renale Cronica: sfida, appropriatezza, sostenibilità”, che si è svolto recentemente ad Arezzo all’interno del X Forum sul Risk Management in Sanità. La Malattia Renale Cronica, che in Italia fa registrare circa 3 milioni di pazienti, è una condizione patologica irreversibile nella quale i reni non riescono più a svolgere la loro funzione principale di “filtro” del sangue, con conseguente accumulo di tossine, di scorie e di liquidi nel circolo ematico del paziente. Ad oggi sono disponibili diverse terapie sostitutive renali, quali la dialisi extracorporea (emodialisi) e la dialisi peritoneale. Ad essere effettuata principalmente presso le strutture ospedaliere è l’emodialisi; al contrario, la dialisi peritoneale viene eseguita a domicilio grazie all’utilizzo di una membrana peritoneale in grado di sfruttare le capacità naturali del corpo. In alcune Regioni, la dialisi peritoneale viene effettuata da una percentuale di pazienti talmente bassa che è possibile dedurre come la maggior parte di questi venga avviata subito all’emodialisi. In questo modo, dunque, i pazienti non hanno la possibilità di accedere ad una terapia che consenta il mantenimento della funzionalità urinaria residua, una migliore qualità di vita e una maggiore sostenibilità economica. Al contrario, il Friuli Venezia Giulia ha recentemente messo in atto una delibera, atto n. 153 del 30 gennaio 2015, attraverso la quale è stata stabilita la necessità di utilizzare la dialisi peritoneale in almeno il 20% dei pazienti in dialisi. Secondo gli esperti sarebbe opportuno che il PDTA Nazionale recepisse questo obiettivo nell’ottica di sostenere e affiancare quelle Regioni indietro rispetto allo sviluppo di questa metodica, garantendo così una integrazione sociosanitaria e assistenziale più corretta. In questi termini, infatti, appare necessario colmare la mancanza di uniformità presente sul territorio garantendo equità di accesso alle terapie.

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Inoltre, appare opportuno sottolineare come il paziente nefropatico, nel corso della sua malattia, vada incontro ad esigenze primarie e specialistiche differenti che fanno però parte di un unico processo di cura. Da qui la necessità di un nuovo modello di sistema integrato che miri a valorizzare sia gli attori dell’assistenza primaria sia la rete specialistica nefrologica. Solo attraverso il coinvolgimento coordinato di vari attori del Sistema, infatti, è possibile assicurare prevenzione primaria e diagnosi precoce, garantire un miglioramento della qualità di vita dei pazienti, curare le complicanze e, infine, ottimizzare l’uso delle risorse disponibili.


X Forum sul Risk Management in Sanità - www.italia.inforenal.com GLI SPUNTI EMERSI DAL DIBATTITO On. Donella Mattesini XII Commissione Sanità Senato “Un PDTA nazionale di patologia rappresenta uno strumento fondamentale per garantire continuità assistenziale, interprofessionalità, interdisciplinarietà e soprattutto un eguale accesso alle cure. Con la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, infatti, la tutela della salute è stata affidata alla legislazione concorrente tra Stato e Regioni ampliando il ruolo e le competenze delle autonomie locali. Ciò, in realtà, ha finito per generare 21 differenti sistemi sanitari in cui l’accesso a servizi e prestazioni sanitarie è profondamente diversificato e iniquo. Riportare a livello nazionale una competenza programmatica e linee generali ed unitarie significherebbe superare questa frammentazione. Obiettivo del PDTA sarà anche quello di incentivare la dialisi peritoneale quale opzione terapeutica preferibile sulla base dell’epidemiologia della patologia.” Valentina Paris - Presidente ANED Onlus “Circa 8 pazienti su 10 non sono aderenti alle terapie prescritte. La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche e rappresenta un danno sia per i pazienti e la società nel suo complesso, sia per il Sistema Sanitario. Spesso la causa è da ricercare in un tipo di relazione medico-paziente ancora troppo statica, in cui il paziente esegue solo quanto richiesto dal medico senza alcuna partecipazione diretta. La malattia cronica ha però sovvertito le modalità relazionali medico-infermierepaziente: il paziente, infatti, è parte integrante del processo di cura. Oggi, per far sì che il paziente sia collaborante, risulta di fondamentale importanza garantire un diritto, ovvero il diritto all’educazione e all’informazione. Ciò che manca dunque affinché tutti i pazienti con MRC possano essere raggiunti da una corretta informazione sulle opzioni disponibili per la terapia renale sostitutiva è una maggiore awareness. Gli operatori sanitari, infatti, devono essere consapevoli che solo attraverso un coinvolgimento del paziente sin dall’inizio, soprattutto nella scelta della metodica diali-

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tica, garantirà dei risultati, degli outcome sicuramente migliori. Per Aned, infatti, il paziente che ha capito è colui che si cura al meglio e diventa protagonista della propria malattia.” Teresa Petrangolini Consigliere Sanità della Regione Lazio “Lo scorso Febbraio, l’Associazione Malati di Reni onlus, l’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto (ANED Onlus), l’Associazione Nazionale Dialisi Peritoneale “Enzo Siciliano” (ANDIP) e l’Associazione Nazionale Trapiantati di Rene (ANTR) hanno approvato la “Carta dei diritti della persona con malattia renale”: si tratta di otto diritti, enunciati alla luce della Carta europea dei diritti del malato (Bruxelles 2002) e calati sulla specifica condizione di salute delle persone con malattia renale. La Carta è nata con l’obiettivo di far sì che le Istituzioni tengano conto di tali diritti nel momento in cui debbano programmare servizi per le persone affette da MRC. La nostra volontà è quella di far inserire tali diritti all’interno del Piano Nazionale sulle Cronicità a cui il Ministero della Salute sta lavorando. Dalla Carta dei diritti emerge con forza l’impegno della persona con malattia renale al pieno raggiungimento della migliore qualità di vita, che implica, ad esempio, il riconoscimento del diritto all’informazione e alla scelta consapevole. Da qui la necessità di promuovere i trattamenti renali sostituitivi. La Dialisi Peritoneale, infatti, è un trattamento che migliorerebbe notevolmente la vita dei pazienti, ma che è molto al di sotto delle percentuali che, invece, dovrebbero essere praticate.” Nicola Pinelli - Presidente FIASO “Nella gestione della Malattia Renale Cronica, è opportuno evidenziare la necessità di sostenere una parità assoluta tra le opzioni di trattamento e fare in modo che i Direttori Generali definiscano obiettivi precisi anche per la Dialisi Peritoneale. La definizione degli obiettivi relativi alle percentuali di pazienti trattati con Dialisi peritoneale consentirebbe, infatti, un aumento dell’utilizzo di questa tipologia di trattamento da parte di pazienti affetti da MRC. Ciò garantirebbe sia una migliore qualità di vita dei pazienti sia una notevole riduzione dei costi economici e sociali. Qualità e sostenibilità, dunque, rappresentano dunque obiettivi raggiungibili grazie alla Dialisi peritoneale.” Antonio Santoro - Presidente Società Italiana di Nefrologia (SIN) “Nella Malattia Renale Cronica, la scelta dell’opzione terapeutica non può prescindere né dalle caratteristiche né dalle esigenze del paziente. E’ opportuno, infatti, offrire un trattamento personalizzato che tenga conto sia dell’aspetto clinico sia delle esigenze di vita quotidiane del paziente. Per esempio, sarebbe opportuno che i pazienti impegnati dal punto di vista lavorativo eseguissero la dialisi peritoneale, nelle ore notturne e comodamente a casa propria, senza che vi sia la necessità di recarsi presso le strutture ospedaliere, a giorni alterni e ad orari prestabiliti. Oggi i pazienti hanno la possibilità di accedere ad un’offerta plurima di trattamenti e questo rappresenta un grosso passo avanti nella gestione di una patologia complessa, ma con cui è possibile convivere.”


RICERCA & ECCELLENZA ginecologia

aborti volontari, 34% sono straniere Presentato il congresso 2016 dei ginecologi italiani che sarà dedicato alla societa’ multirazziale. Il prof. Paolo Scollo: “Dobbiamo avviare corsi specifici di educazione alla sessualità ed affettività”.

Roma, 4 dicembre 2015 – Solo il 20% delle under 20 d’origine straniera, che risiede nel nostro Paese, è andata almeno una volta dal ginecologo. Il 70% delle loro coetanee italiane invece si è sottoposta alla visita con lo specialista. Una mancata integrazione di queste giovani, all’interno del nostro sistema sanitario nazionale, che preoccupa. Infatti il 34% degli aborti in Italia è praticato da un’immigrata. E’ questo il quadro tracciato oggi dalla Società Italiana della Ginecologia e Ostetricia (SIGO) in un incontro con i giornalisti per la presentazione del 91° congresso della Società scientifica dal titolo La Salute al Femminile Tra Sostenibilità e Società Multietnica che si svolgerà a Roma dal 2 al 5 ottobre 2016. “Sul territorio nazionale vivono più di 1 milione e 700mila straniere in età fertile - afferma il prof. Paolo Scollo presidente nazionale della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) -. Oltre 155mila hanno meno di 20 anni. Nella stragrande maggioranza dei casi queste ragazze si rivolgono a noi quando è già troppo tardi. Per esempio ci chiedono la pillola del “giorno dopo” o di altri contraccettivi d’emergenza. Alla base manca una corretta cultura della prevenzione”. “Le giovani straniere sono una delle categorie più esposte al rischio di comportamenti sessuali non responsabili - sostiene il prof. Giovanni Scambia Direttore del Dipartimento Tutela della Salute della Donna della Cattolica di Roma e presidente del prossimo congresso SIGO -. Infatti il loro tasso di abortività è più del doppio di quello registrato tra le italiane di pari età. Per invertire questa pericolosa tendenza bisogna aumentare il livello di informazione avviando corsi specifici di educazione alla sessualità ed affettività”. “E’ possibile realizzarli rafforzando la rete dei consultori - prosegue Scollo -. Grazie a queste strutture negli ultimi 40 anni milioni di cittadini hanno ricevuto assistenza. Adesso però è necessario migliorare la loro situazione qualitativa e quantitativa. Tutti gli abitanti del nostro Paese, italiani e non, hanno un grande bisogno di una corretta informazione sulla preservazione del proprio benessere”. “Le differenze culturali non favoriscono l’afflusso di donne nei nostri ambulatori - sostiene il prof. Enrico Vizza segretario nazionale SIGO e presidente del prossimo congresso SIGO -. Il primo problema della lingua. Il 13% degli stranieri afferma di avere difficoltà nello spiegare correttamente in italiano i propri disturbi ad un medico. Per avvicinare a noi questi strati della popolazione dobbiamo

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puntare sulle “seconde e terze generazioni” di immigrati. Sono cittadini a tutti gli effetti nati e cresciuti nel nostro Paese e che parlano correttamente la nostra lingua. Spesso e volentieri fanno da tramite per la traduzione, la comunicazione e l’informazione e non solo in ambito medico-sanitario. Sono dunque un’importante risorsa insostituibile”.


S.I.G.O. Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia “L’Italia è un Paese sempre più multi-etnico - affermano i proff Scollo, Vizza e Scambia -. I cittadini d’origine straniera rappresentano ormai più del 8% di tutta la popolazione. Noi ginecologi dobbiamo aggiornare le nostre conoscenze alla luce di questi fenomeni. Per questo la nostra società scientifica ha deciso di mettere al centro del suo prossimo congresso nazionale il benessere e la salute delle immigrate”.

Campagne SI.GO.

SECON

DA ED

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IZIONE

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GUIDA TU LA VITA BEVI RESPONSABILE

La SIGO è una fra le più antiche associazioni scientifiche italiane. Attualmente conta circa 6.000 soci e oltre 30 società e associazioni federate (tra cui l’AOGOI, Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani e AGUI, Associazione Ginecologi Universitari Italiani). Da anni è impegnata in campagne e iniziative dedicate al benessere e alla salute femminile. Negli ospedali del nostro Paese un parto su cinque è svolto da una donna di origine straniera. Il 26% è originaria dell’Unione Europea, il 25% proviene invece dall’Africa. Seguono l’Asia (18%) e il Sud-America (8%). L’età media delle madri è di 29 anni contro i 32 delle italiane.

GUIDA TU LA VITA BEVI RESPONSABILE

SIGO e AssoBirra lanciano la seconda edizione della campagna “Se aspetti un bambino l’alcol può attendere”, per informare e sensibilizzare le donne sulle sindromi alcol fetali correlate e su come prevenirle.

“L’immigrazione ha portato al confronto culture molto differenti per quanto riguarda la sessualità, maternità o il ruolo della donna all’interno della società e famiglia - sottolinea il prof. Vito Trojano presidente nazionale dell’AOGOI -. Tra i vari medici specialisti noi ginecologi siamo quelli che più di tutti hanno a che fare con queste diversità. Dobbiamo imparare a gestire questo delicato aspetto della nostra professione. L’integrazione dei nuovi cittadini può cominciare nei reparti materno-infantili dove sempre più neonati vengono al mondo con nomi e cognomi non italiani”.

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Un opuscolo pensato per essere d’aiuto a tutte le donne che hanno partorito o aspettano un bambino. Non pensare che il problema non ti riguardi, la depressione post-partum è un problema più diffuso di quanto si pensi e conoscerla è il primo passo per riuscire ad affrontarla.

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“Il 48% delle straniere che partoriscono da noi hanno una scolarità medio-bassa - aggiunge il prof. Nicola Colacurci presidente nazionale AGUI -. Una su due è una casalinga che non lavora. Si tratta dunque di pazienti molto diverse rispetto alle neo-madri italiane che nel 25% dei casi ha una laurea. L’approccio che diamo a queste pazienti deve per forza essere diverso al di là della provenienza geografica”. “In alcune regioni il personale medico è chiamato ad assistere donne in cerca di asilo politico nel nostro Paese - conclude Scollo -. Arrivano in Italia dopo tremendi e pericolosi viaggi su barconi fatiscenti. Molte di loro sono in gravidanza, altre ancora dovranno trascorrere molti mesi nei centri di identificazione. All’interno di queste strutture, oltre alla normale assistenza sanitaria, potremmo iniziare un lavoro di educazione alla salute. La SIGO è pronta a fare la sua parte ed offriamo le nostre competenze alle Istituzioni”. www.sigo.it

Ufficio stampa

S.I.G.O. Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia

Intermedia 030,226105; 348-7637832 intermedia@intermedianews.it


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CENTRO UNIVERSITARIO DI SCREENING DELLE PATOLOGIE OSTRUTTIVE DEL SONNO Per informazioni e prenotazioni: Tel. 0871 3554100 - ore ufficio - osas.chieti@gmail.com


RICERCA & ECCELLENZA otorinolaringoiatria

Giulio Filograna Pignatelli, Alessandro Pacella

OSAS e Sicurezza Stradale Guida alla Prevenzione.

L’OSAS, sindrome delle apnee ostruttive del sonno, è una patologia cronica associata al russamento, spesso sottovalutata e ampiamente riconosciuta e trattata in diverse specialità mediche e chirurgiche, che riconosce una patogenesi multifattoriale, correlata a fattori di rischio (obesità, ipertensione arteriosa, diabete etc.), che possono portare a gravi ripercussioni per la salute della persona, come l’infarto miocardico e lo stroke ischemico cerebrale. L’OSAS, essendo una patologia che agisce durante le ore del sonno e che provoca delle pause respiratorie anche di un minuto o più per tutta la sua durata, genera una un disturbo continuo della fisiologica azione ristoratrice del sonno, che nel quotidiano corrisponde ad un’eccessiva sonnolenza diurna addirittura con incoercibili colpi di sonno. Resta facile capire quali possano essere i risvolti sanitari e sociali di questa patologia cronica; infatti secondo stime ufficiali dell’Unione Europea, la sonnolenza diurna è la causa di oltre il 30% dei casi di incidenti stradali su tutte le strade. Si stima che in Italia sia di oltre il 22% per la sola rete autostradale. Ovviamente questi incidenti sono gravati da un alto tasso di mortalità, sicuramente maggiore rispetto ad altre cause. Recentemente sono stati pubblicati numerosi lavori scientifici in tutto il mondo sull’argomento OSAS e circolazione stradale e vari autori definiscono questa patologia come il Silent Killer della strada. Secondo i dati ISTAT, infatti, sono 40.000 in Italia e circa 240.000 in tutta l’UE gli incidenti stradali causati dalla sonnolenza diurna imputabile all’OSAS. Per questi motivi, il primo luglio 2014 è stata emanata una direttiva europea, n.2014/85/UE, ribattezzata normativa su “OSAS-sonnolenza diurna e idoneità alla guida”, che affronta questa problematica in relazione alla sicurezza stradale. La normativa, che entrerà in vigore dal primo gennaio 2016, pone l’obbligo a tutti gli Stati Membri dell’UE di attuare misure specifiche quali questionari valutativi, visite mediche specialistiche ed esami diagnostici strumentali nei confronti di tutti coloro che soffrono di patologie legate al sonno e si apprestano al conseguimento di una nuova licenza di guida di veicoli motorizzati o a tutti coloro che richiedono il rinnovo della stessa, rendendo obbligatoria la diagnosi, favorendo così le procedure terapeutiche necessarie. Attenzione! Denunciare queste patologie non determina il ritiro o la sospensione della licenza di guida, ma semplicemente una segnalazione da parte della Motorizzazione Civile, come già accade per tutti coloro che hanno la guida con lenti perché ipovedenti. La Motorizzazione provvederà attraverso una commissione medica al momento del rilascio o rinnovo della licenza di guida, ad accertarsi dello stato di salute del conducente per l’altrui e sua sicurezza.

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La Clinica Universitaria di Otorinolaringoiatria di Chieti, attraverso il Centro di Screening per i disturbi respiratori Ostruttivi del Sonno, è stata designata quale coordinatore per un progetto della Regione Abruzzo, che ha come scopo la prevenzione degli incidenti stradali causati dall’OSAS, in previsione della stesura dei progetti attuativi nei quali saranno anche previste campagne di sensibilizzazione e di prevenzione delle patologie ostruttive del sonno. Non ci resta dire che: se tu o il tuo partner russate, non tappatevi le orecchie e aprite gli occhi, uno screening e degli esami diagnostici possono salvare la vita, vostra, e di chi vi sta attorno!

Centro Universitario di Screening delle Patologie Ostruttive del Sonno Prof. Giampiero Neri Campus universitario, Via dei Vestini Chieti presso Clinica Odontoiatrica Dipartimento di Scienze Orali Mediche e Biotecnologiche - Prof. Caputi Segreteria: Tel. 0871 3554100 E-mail: osas.chieti@gmail.com www.apneasonno.wordpress.com


RICERCA & ECCELLENZA dermatologia

IRSUTISMO: VIA I PELI IN 10 MOSSE Addio cerette e rasoi, la depilazione del futuro è con il laser. Con la nuova tecnologia a doppia lunghezza d’onda, la riduzione della peluria in eccesso può arrivare fino all’80%. L’epilazione laser è molto efficace anche quando si è in presenza di vere e proprie patologie come irsutismo e ipertricosi.

Roma, 15 dicembre 2015 – I peli superflui, un vero cruccio per donne e tanti uomini. Ma oggi la battaglia contro la peluria in eccesso si può vincere ricorrendo alle nuove tecnologie laser a doppia lunghezza d’onda che garantiscono effetti più duraturi rispetto a quelli di precedente generazione e risultati più rapidi anche per combattere irsutismo e ipertricosi. Secondo una recente indagine messa a punto dal Centro Ricerche di Syneron Candela, in Italia l’irsutismo facciale affligge circa il 15% di donne: all’origine, spesso, la sindrome da ovaio policistico che colpisce nell’8% dei casi. “L’epilazione laser con l’innovativa tecnologia a doppia lunghezza d’onda – afferma il Prof. Giuseppe Cannata, Direttore della Struttura Complessa di Dermatologia, Ospedale Civile di Imperia e Consulente Scientifico di Syneron Candela - è una procedura medica che utilizza il laser per rimuovere con efficacia i peli superflui. La luce laser passa attraverso la cute e danneggia il follicolo pilifero grazie al calore, tuttavia il paziente non avverte alcun fastidio proprio per il sistema del doppio raffreddamento cutaneo del laser ad Alessandrite. La corretta applicazione della metodica è in grado di condurre all’eliminazione parziale o totale dei peli pigmentati - i peli bianchi non sono distrutti - e dei corrispettivi follicoli piliferi. Già dopo due sedute, a distanza di 30 giorni, c’è una notevole riduzione della crescita dei peli che sono meno “robusti”. Parliamo di depilazione permanente più che definitiva e questo perché la risposta al trattamento varia da soggetto a soggetto non solo in base alle caratteristiche dei peli ma anche per altri fattori quali sesso, età ed eventuali disturbi ormonali associati”. I trattamenti laser, quindi, se pur non garantiscano una depilazione definitiva, rallentano efficacemente la crescita dei peli; generalmente, richiedono più sedute per ottenere un miglioramento, così come possono essere necessari trattamenti periodici di mantenimento. Per determinare l’intervallo di tempo che deve trascorrere tra una seduta e la successiva ci si basa sulla ricrescita: in media sul viso l’intervallo è di circa 4 settimane mentre nel resto del corpo può variare tra le 6 e le 8 settimane.

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“I trattamenti laser – precisa il dott. Giovanni Luigi Rizzi, Responsabile del Centro Laser, Milano e Consulente Scientifico di Syneron Candela – sono solitamente ben tollerati. I più comuni effetti collaterali sono per lo più transitori e possono comportare un arrossamento dell’area trattata che scompare di solito nel giro di poche ore o la presenza di macchie che compaiono se il paziente dopo la seduta laser si espone al sole o a lampade solari. In alcuni soggetti, inoltre, è possibile osservare un’apparente ricrescita dei peli, si tratta in realtà della porzione di fusto che si trovava all’interno del bulbo che viene espulsa dopo l’applicazione del laser”.


Gruppo Syneron Candela, leader globale nella realizzazione di apparecchiature mediche dedicate all’estetica

Lo sapevi che? L’irsutismo è il fenomeno di crescita anomala di peli in persone di sesso femminile, in sedi dove normalmente è assente. Più precisamente si parla di irsutismo quando i peli in eccesso sono di tipo terminale, ovvero spessi e pigmentati, normalmente assenti prima della pubertà (in contrapposizione al vello, la peluria sottile presente anche nei bambini). L’irsutismo va distinto dall’ipertricosi, che è un aumento generalizzato della crescita di peli di tipo non terminale in aree del corpo anche diverse da quelle classiche del sesso maschile come il volto, il torace o l’addome. Mentre l’ipertricosi riconosce più spesso cause indipendenti dagli ormoni sessuali, l’irsutismo può dipendere da un’aumentata produzione di androgeni (circa il 70-80% dei casi) o da altre cause. Si definisce invece virilismo l’associazione di irsutismo con altri segni di mascolinizzazione come la calvizie o lo stempiamento, la modificazione della voce e, talvolta, l’ipertrofia del clitoride e delle masse muscolari. Le cause più frequenti di irsutismo sono: - sindrome dell’ovaio policistico; - assunzione di farmaci quali fenitoina (usato come anticonvulsivante), diazossido, ciclosporina, corticosteroidi, progestinici; - iperplasia surrenale congenita, disfunzione delle ghiandole surrenali, con abnorme produzione di ormoni androgeni a seguito di difetti genetici di enzimi della steroidogenesi; in questi casi l’irsutismo è spesso associato ad acne; - tumori endocrini, come il luteoma: la presenza di un tumore deve essere sospettata quando la crescita di peli sia improvvisa e rapida, anche se non accompagnata da segni di virilizzazione. - ipertecosi In alcuni casi di irsutismo non è possibile risalire a una causa precisa. Le pazienti non presentano irregolarità mestruali, talvolta presentano livelli di androgeni nei limiti della norma, possono condurre a termine una o più gravidanze e non presentano cisti ovariche o masse tumorali. In questi casi si parla di irsutismo idiopatico e lo si attribuisce a una maggiore attività dei recettori degli ormoni androgeni. La diagnosi avviene tramite test di laboratorio si calcola la quantità di testosterone (libero e totale) e altri ormoni. Il trattamento deve essere mirato a ridurre la sintesi e la secrezione di androgeni, nonché la loro utilizzazione periferica a livello dei recettori degli organi-bersaglio. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Irsutismo

Ufficio stampa Syneron Candela Pixell srl Manuela Indraccolo Tel. +39 06.3244293 Mob. +39 347 8663183 Mail pressoffice@pixell.it

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Quando si decide per un trattamento laser bisogna arrivare ben preparati, ecco qui alcuni consigli degli esperti di Syneron Candela per sapere cosa fare prima e dopo una seduta. Prima: 1. Evitare l’esposizione al sole o a lampade abbronzanti nelle settimane precedenti il trattamento laser. La presenza dell’abbronzatura aumenta il rischio di effetti collaterali; 2. Evitare ceretta, pinzette ed elettrolisi per almeno 4 settimane prima del trattamento laser; 3. Nel caso si debbano trattare zone come ascelle, inguine, gambe e braccia si raccomanda di rasare la parte interessata 4-5 giorni prima della seduta. Studi recenti hanno dimostrato, infatti, che rasare i peli prima del trattamento laser migliora i risultati; 4. Rimuovere completamente il trucco. Dopo: 1. Applicare il filtro solare o protezione molto alta; 2. Applicare una crema lenitiva per 1 settimana; 3. E’ possibile truccarsi; 4. Si possono usare i normali prodotti di pulizia di viso e corpo; 5. Evitare creme esfolianti per 7 giorni; 6. L’utilizzo di calze graduate può migliorare l’efficacia e il mantenimento dei risultati ottenuti. I sistemi laser GentleLase Pro e GentleMax Pro, prodotti in Italia da Syneron Candela, rappresentano l’innovativa piattaforma laser ancora più efficace nel rimuovere permanentemente i peli. Un nuovo sistema di trasmissione con spot maggiorati da 20/22/24 mm rende il GentleLase Pro il più veloce ed efficace sistema per l’epilazione ad Alessandrite disponibile sul mercato.


Campagna di sensibilizzazione sulle malattie mentali

IL PREGIUDIZIO MACCHIA Il disturbo mentale isola, il pregiudizio emargina.

I disturbi psichici si possono curare aiutando le persone che ne soffrono ad esprimere le proprie capacità per renderle autonome in campo lavorativo e scolastico. Il pregiudizio verso la diversità ostacola la riabilitazione e l'integrazione: superarlo è il primo passo per vivere insieme in una società responsabile. Per saperne di più rivolgiti al Dipartimento di Salute Mentale della tua città.

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RICERCA & ECCELLENZA psicologia

Dott. Ovidio Brignoli (Vice-Presidente SIMG)

depressione: 1 su 10 ne ha sofferto Presentati al 32° Congresso dei Medici di Famiglia di Firenze i risultati del progetto “Psychè”.

Firenze, 28 novembre 2015 – La depressione è un male oscuro che colpisce almeno una volta nella vita l’11.5% degli italiani. Una patologia ancora troppo sottovalutata e che può manifestarsi a tutte l’età. In 12 mesi si registrano episodi, della durata di due settimane, nel 2% dei bambini e tra il 4% degli adolescenti. Mentre negli over 65 la percentuale è del 4.5. Per la prevenzione, diagnosi e cura del disturbo è sempre più importante il ruolo del medico di famiglia in stretta collaborazione con lo specialista. Per questo lo scorso anno ha preso il via il progetto “Psychè” in cui risultati sono presentati al 32° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) che si è chiuso a Novembre a Firenze. L’iniziativa è stata realizzata con il contributo incondizionato di Angelini in collaborazione con la Società Italiana di Psichiatria (SIP). Ha visto la partecipazione di 299 medici di 21 diverse città italiane che hanno raccolto i dati di 2.045 assistiti colpiti dal disturbo. I principali obiettivi di “Psychè” sono stati confrontare l’approccio clinico-terapeutico e valutare l’uso dei farmaci e degli altri strumenti di gestione della patologia. Secondo la ricerca il 5% degli intervistati afflitti da depressione media sono stati invitati ad una visita con lo specialista. Mentre è avvenuto lo stesso solo nel 2.4% dei casi più gravi. Ha consumato almeno una confezione di farmaci antidepressivi il 26% dei malati interessati da forme lievi del disturbo contro il 7.2% dei pazienti più gravi. “Psichè non è uno studio clinico ma un confronto tra le varie pratiche professionali - afferma il dott. Ovidio Brignoli Vice-Presidente della SIMG e coordinatore del progetto -. Da questa nostra indagine emerge chiaramente la grande diversità di come i medici di famiglia affrontano il disturbo. E’ necessario uniformare le modalità di cura rispettando ovviamente le diverse esigenze dei malati. Il prossimo passo sarà creare una rete di camici bianchi che dialoghino tra loro su come affrontare la malattia e che condividano le proprie esperienze quotidiane con gli altri medici di famiglia e gli specialisti di riferimento”. “L’ambito dei disturbi psichiatrici riguarda in prima persona il medico di medicina generale - dichiara Fabio De Luca, Chief Commercial Officer Italia di Angelini - che può rappresentare la figura principale per la presa in carico ed il monitoraggio del paziente psichiatrico, qualora abbia giusti strumenti e un’adeguata formazio-

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ne. Proprio per questo Angelini conferma il supporto incondizionato al progetto Psychè che ha come obiettivo principale quello di fornire strumenti diagnostico-terapeutici di facile gestione per il medico di famiglia utili nella fase di diagnosi, nelle scelte terapeutiche e, soprattutto nella fase di monitoraggio, con particolare attenzione all’aderenza terapeutica”. Ufficio stampa Intermedia 030,226105; 348-7637832 intermedia@intermedianews.it




Anche a Natale sentire meglio è possibile!

PESCARA Corso Vittorio Emanuele II, 108 Tel. 085 4224030 MONTESILVANO Corso Umberto I, 143 Tel. 085 4492101 CHIETI Corso Marrucino, 133 - Tel. 0871 347466 CHIETI SCALO Viale Benedetto Croce, 24 Tel. 0871 560117 LANCIANO Piazza Plebiscito, 57 - Tel. 0872 700492 VASTO Via Vittorio Veneto,1 (ang. P.zza Rossetti) Tel. 0873 378800 TERAMO Via Giuseppe Mazzini, 16 (zona Tigli) Tel. 0861 1754000 GIULIANOVA Piazza Roma, 26 (Piazzale Stazione) Tel. 085 8004088


GUIDA ALLA SALUTE ANNO VIII Numero I ANNO oncoematologia pediatrica a cura della Dott.ssa Antonella Sau Unità Operativa Semplice Presidio Ospedaliero Santo Spirito, Pescara

quel terribile dolore alla spalla a cura del Dott.ssa Annamaria Naddei Responsabile della Riabilitazione Ambulatorio KINESIS Pescara

parto naturale dopo il cesareo a cura della Dott.ssa Francesca Di Sebastiano

implantologia mini-invasiva a cura del Dott. Giuseppe Guiducci

Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Presidio Ospedaliero Santo Spirito, Pescara

Specialista in Odontoiatria Titolare Studio Dentistico Guiducci - Pescara

le malattie anali a cura del Dott. Nicola Di Bartolomeo

il pericolo della dieta fai da te a cura della Dott.ssa Barbara Di Bello

Specialista in Chirurgia Generale, Esperto in Colonproctologia Villa Pini d’Abruzzo, Chieti

sclErodermia e PROBLEMI GASTRICI a cura della AILS Associazione Italiana Lotta alla Sclerodermia - Pescara

il piede diabetico a cura del Dott. Gustavo Adolfo Velasquez Specialista in Chirurgia Generale Villa Pini d’Abruzzo - Chieti

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Medico Dietologo - Chieti

arriva la smart lipo a cura del Dott. Dott. Domenico Piccolo Specialista in Dermatologia e Venereologia Centri Skin Center - Pescara e Avezzano

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UOS di Oncoematologia Pediatrica P.O. “Spirito Santo” di Pescara L’U.O.S. di Oncoematologia Pediatrica di Pescara costituisce il Centro di Riferimento Regionale per il trattamento delle patologie Oncoematologiche in età pediatrica. Essa è parte integrante del Dipartimento di Ematologia, Medicina Trasfusionale e Biotecnologie dell’Ospedale Civile di Pescara sin dalla sua istituzione nel 1976. Dal 2002 l’U.O.S. è uno dei Centri Italiani accreditati dall’Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (AIEOP) per la diagnosi ed il trattamento delle patologie ematologiche ed oncologiche dell’infanzia e dell’adolescenza, nonché per il trapianto di cellule staminali emopoietiche. La Struttura si occupa della diagnosi e della cura delle seguenti patologie: MALATTIE EMATO-ONCOLOGICHE (Leucemie, Linfomi, Sindromi Mielodisplastiche, Istiocitosi, Sindromi Mieloproliferative Croniche); TUMORI SOLIDI (Tumore di Wilms, Neuroblastoma, Sarcomi delle parti molli, Tumori Ossei, Epatoblastoma, Tumori delle Cellule Germinali, Tumori Rari dell‘Età Pediatrica); MALATTIE EMATOLOGICHE CONGENITE (Sindromi Talassemiche, Anemia Falciforme, Anemie Emolitiche Congenite, altre anemie congenite, Sindromi da Insufficienza Midollare Congenite); MALATTIE EMATOLOGICHE ACQUISITE (aplasia midollare, trombocitopenia immune, altre forme di neutropenia, altre forme di anemia e trombocitopenia).

Dr.ssa Antonella Sau Indirizzo: Ospedale Civile Spirito Santo Via Fonte Romana, 8 – 65125 Pescara Per informazioni: Tel 085.4252987 (dalle 12.00 alle 14.00) Prenotazioni CUP: Tel 085/4253232 (chiamare muniti di impegnativa)

Il Day-Hospital è composto da 2 studi medici, una sala infermieristica, 2 stanze per un totale di 6 posti letto, una cucina ed una spaziosa sala d’attesa. Una equipe specializzata e dedicata si occupa unicamente dei piccoli pazienti durante tutto il percorso di diagnosi e cura. Essa è costituita da: Direttore di Dipartimento: Dr Paolo Di Bartolomeo Responsabile dell’U.O.S.: Dr Valerio Cecinati Medici specialisti: Dr.ssa Daniela Onofrillo e Dr.ssa Antonella Sau Servizio di Psico-oncologia: svolto dalla Dr.ssa Pierpaola Sciarra Servizio di Sociologia: svolto dalla Dr.ssa Eleonora Dell’Orletta Personale Infermieristico: coordinato dalla Dr.ssa Gabriella D’Agostino.

Le diverse patologie vengono comunemente diagnosticate e trattate secondo Protocolli di ricerca e cura comuni agli altri Centri italiani aderenti ad AIEOP e/o Linee Guida Nazionali ed Internazionali condivise.

Nella Struttura è, inoltre, presente una Sezione di Scuola in ospedale dipendente dell’I.C. 10 di Pescara con 2 docenti di scuola primaria.

L’U.O.S. è composta dal Reparto di degenza e dal servizio Ambulatoriale e di Day-Hospital. Il Reparto si compone di 6 camere per un totale di 10 posti letto, una sala medica, una ludoteca e una cucina attrezzata a disposizione dei genitori dei piccoli ricoverati.

In stretta collaborazione all’U.O.S. di Oncoematologia pediatrica svolge la sua preziosa attività l’Associazione Genitori Bambini Emopatici (AGBE) attenta e impegnata nel sostenere la Struttura ma soprattutto i piccoli pazienti e i loro familiari.

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IL PARTO NATURALE DOPO TAGLIO CESAREO VBAC nel Presidio Ospedaliero Santo Spirito di Pescara. Molte donne, oggi in Italia, vengono indirizzate al taglio cesareo o scelgono di non partorire in maniera naturale. In conseguenza di ciò stanno emergendo due dati: il primo, di importanza medica, è relativo alle complicanze immediate e future rispetto a uno e, soprattutto, più cesarei. Il secondo è che molte donne, dopo il taglio cesareo, sentono di essere state private di un’esperienza umana, il parto vaginale, che senz’altro arricchisce e può completare il bagaglio dei “vissuti positivi” di ogni donna.

dott.ssa francesca di sebastiano Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Fisiopatologia dellla Riproduzione Presidio Ospedaliero Santo Spirito, Pescara PRESIDIO OSPEDALIERO

Da qui è nata, molti anni fa, una specifica assistenza alle gestanti che hanno concluso la precedente gravidanza con taglio cesareo: si parla di Vaginal Birth After Cesarean (VBAC) perché questa esperienza anche scientifica è stata condotta nei Paesi anglosassoni con ottimali risultati: circa il 70% delle gestanti che desiderano partorire naturalmente dopo un taglio cesareo riescono a soddisfare, in sicurezza, il loro desiderio. CEDAP 2014 % modalità di parto

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Pescara

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Teramo

678

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Nelle tabelle sono riportati i dati CEDAP (certificato di assistenza al parto) 2014 dove è chiaro che l’assistenza offerta dal Presidio Ospedaliero Santo Spirito du Pescara si allinea a quella dei migliori centri italiani per quanto riguarda la percentuale di tagli cesarei e la percentuale di travagli indotti.

Questa pratica assistenziale si è diffusa anche in Italia e presso la Sala parto del PO Santo Spirito di Pescara ci sono tutti i requisiti di esperienza, sicurezza e confort dell’ambiente per aumentare questa esperienza e offrire questa opportunità alle donne che si rivolgono a noi.

zione, dalla prima ecografia fino al momento del parto e del puerperio.

Vi aspettiamo, se volete, per parlarne e approfondire ogni Vostra curiosità ed esigenza, previo appuntamento nell’ambulatorio Taglio cesareo.

Grazie alla presenza di Neonatologia, Chirurgia Pediatrica ed esperti del Centro Trasfusionale, è possibile affrontare tutti i problemi sia clinici che chirurgici del bambino, già diagnosticati in gravidanza o verificati subito dopo il parto, assistere le gravidanze ad alto rischio e i neonati altamente prematuri.

Nella nostra Struttura siamo impegnati ad assistere le mamme durante tutta la fase della gravidanza, con un percorso di eccellenza per la maternità e la procrea-

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Ogni anno vengono seguiti circa 2.000 parti, di cui il 70% circa sono parti naturali.


info e prenotazioni AMBULATORIO DI ECOGRAFIA I LIVELLO In questo ambulatorio vengono eseguiti esami ecografici del II e III trimestre come previsto dalle linee guida ministeriali per lo screening di primo livello di eventuali patologie della gravidanza. Prenotazione CUP 085/4253232 previa impegnativa Accesso con impegnativa per ecografia Ostetrica (codice M+settimane). AMBULATORIO SCREENING PRENATALE Prenotazione Ambulatorio tel 085/4252555 (tel. 11-13 previa impegnativa dal Lunedì al Venerdì) Accesso con impegnativa per visita ostetrica gravidanza a rischio. AMBULATORIO DI SCREENING DELLE ANEUPLOIDIE (ANOMALIE CROMOSOMICHE) CON OFFERTA DEL TEST COMBINATO Le donne di qualunque età, hanno un piccolo rischio di partorire un bimbo con difetti fisici e/o handicap psichici. In alcuni casi l’handicap è dovuto ad anomalie cromosomiche come per esempio la sindrome di Down (trisomia 21). La sindrome di Down (trisomia 21) è l’anomalia cromosomica più frequente. Circa 1 bambino su 700 nasce con la sindrome di Down. La probabilità di avere un figlio affetto aumenta con gli anni della madre. Il test combinato, (dosaggio della free-beta HCG e della PAPP-A associato alla misurazione ecografica della translucenza retronucale) è un test di screening per il calcolo di probabilità della sindrome di Down. Il test combinato fornisce, con una sensibilità dell’85-90%, un calcolo corretto del rischio della sindrome di Down (trisomia 21) e della trisomia 13 e 18 sulla base: dell’età materna (che da sola ha una sensibilità del 30%), della settimana di gravidanza, della misurazione della translucenza nucale (N. T.), della frequenza cardiaca fetale, dei valori biochimici del siero materno di due ormoni prodotti dalla placenta (free beta-HCG e PAPP-A). L’ecografia è eseguita da specialisti accreditati. Il prelievo ematico viene eseguito preferibilmente a 9-10 settimane, comunque prima della esecuzione della ecografia che verrà eseguita sino ad un massimo di 13 settimane + 5 giorni. Il test è probabilistico. Il rischio viene calcolato dal software della Fetal Medicine Foundation sulla base della ampia ricerca scientifica coordinata dalla stessa FMF (UK registered charity 1037116). Gli ecografisti ginecologi sono accreditati presso la Fetal Medicine Foundation (www.fetalmedicine.org) e sono sottoposti annualmente al controllo della casistica e della qualità del lavoro. Nei giorni fissati per l’ecografia Il ginecologo ecografista ridiscute il consenso informato con la paziente, inserisce il risultato del bi-test ed i dati ecografici nel proprio software e calcola il rischio finale della sindrome di Down. In caso di referto normale si rimanda la paziente al medico ginecologo inviante. In caso di referto anomalo si discute il risultato con la paziente. Il referto è consegnato subito alla paziente.

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AMBULATORIO DI ECOGRAFIE MORFOLOGICHE In questo ambulatorio vengono eseguite ecografie ostetriche del II trimestre (secondo le linee guida ministeriali per lo screening di primo livello) definite morfologiche in quanto viene valutata l’anatomia fetale allo scopo di riconoscere precocemente eventuali malformazioni del nascituro. Prenotazione CUP 085/4253232 previa impegnativa Accesso con impegnativa per ecografia morfologica (codice M+settimane) AMBULATORIO DI GRAVIDANZA FISIOLOGICA A TERMINE A partire dalla 40°+1 settimane le pazienti vengono sottoposte a visita e cardiotocografia. Prenotazione Ambulatorio tel 085/4252580 (tel. 14:30-15:30 previa impegnativa dal Lunedì al Venerdì) Accesso con impegnativa per visita ostetrica e cardiotocografia (codice M41) PERCORSO GRAVIDANZA A RISCHIO Le gravidanze complicate da patologia materna e/o fetale vengono seguite dai nostri medici specialisti esperti nella medicina prenatale. Prenotazione Ambulatorio tel 085/4252555 (tel. 11-13 previa impegnativa dal Lunedì al Venerdì) Accesso con impegnativa per visita ostetrica gravidanza a rischio AMBULATORIO AMNIO/VILLOCENTESI In questo ambulatorio vengono eseguite procedure di prelievo del liquido amniotico o dei villi coriali per l’analisi. Prenotazione Consulenza di diagnosi prenatale Ambulatorio 085/4252555 (tel. 11-13 previa impegnativa dal Lunedì al Venerdì) Accesso con impegnativa per visita ostetrica per consulenza prenatale (codice M+settimane) AMBULATORIO DI ECOGRAFIA DI II LIVELLO In questo ambulatorio vengono eseguite ecografie ostetriche nei casi in cui sia stata sospettata una malformazione fetale nel corso di un precedente esame ecografico. Prenotazione Ambulatorio tel 085/4252555 (tel. 11-13 previa impegnativa dal Lunedì al Venerdì) Accesso con impegnativa per ecografia ostetrica AMBULATORIO TAGLIO CESAREO Indicazione e preparazione al taglio cesareo elettivo Prenotazione Ambulatorio tel 085/4252555 (tel. 11:00-13:00 previa impegnativa dal Lunedì al Venerdì) Accesso con impegnativa per visita ostetrica consulto per Taglio cesareo (codice M + settimane)


malattie anali, cosa fare Guida pratica a patologie, sintomi e terapie risolutive. MALATTIA EMORROIDARIA E PROLASSO La malattia emorroidaria è una patologia che colpisce oltre il 40% della popolazione adulta. Si caratterizza da vasi sanguigni ingranditi e sporgenti che generano le “vene varicose dell’ano e del retto”. Essa è causata dalla frammentazione del tessuto di sostegno del canale anale e dal conseguente scivolamento dello stesso verso il basso. La malattia generalmente insorge nell’età adulta e si aggrava con il passare del tempo. E’ favorita dalla stazione eretta prolungata, la stipsi cronica e la diarrea, la gravidanza e l’ereditarietà.

Dott. NICOLA DI BARTOLOMEO Specialista in Chirurgia Generale Esperto in Colonproctologia e Laparoscopia Riceve a: Casa di Cura Privata “Villa Pini D’Abruzzo” Per appuntamento: 339 76209254 (dalle ore 17.00 alle ore 20.00) ncldibartolomeo@gmail.com

RAGADE ANALE La ragade anale è una piccola ferita cronica e recidivante del canale anale distale. Può interessare indifferentemente in adulti e bambini e con la stessa frequenza fra i due sessi. Si manifesta perlopiù al polo posteriore dell’ano. La causa è sconosciuta ma si pensa che la stipsi e la diarrea possano determinare le lesioni del canale anale. Essa procura dolore, perdita di sangue e bruciore. ASCESSI E FISTOLE Ascesso e fistola rappresentano rispettivamente la fase acuta e cronica della stessa malattia. L’ascesso si forma in seguito ad un infezione che colpisce le ghiandole presenti tra i muscoli sfinteri dell’ano. La raccolta di pus che si forma può farsi strada da sola verso la cute che circonda l’ano; se ciò non accade essa deve essere evacuata con una incisione chirurgica. La persistenza del canale da dove è passato il pus determina la formazione della fistola. La sintomatologia è molto importante nella fase acuta con dolore intenso e febbre. CONDILOMATOSI ANALE I condilomi sono delle piccole escrescenze biancastre che possono interessare l’ano e la zona perianale. Responsabile della malattia è il papilloma virus e la trasmissione da persona a persona avviene per contatto diretto. INCONTINENZA FECALE L’incontinenza fecale rappresenta la difficoltà a controllare la fuoriuscita di feci e di gas dal canale anale. La gravità della malattia tende ad aumentare con l’età del paziente.

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INTERPRETAZIONE DEI SINTOMI Dolore: - se scatenato dalla defecazione e si protrae dopo, potrebbe essere causato (90%) da una ragade anale; - se è al semplice contatto dell’ano ed è accompagnato da rigonfiamento anale, potrebbe essere causato da trombosi emorroidaria; - se è intenso, vicino all’ano, accompagnato da una tumefazione arrossata e calda e febbre, è determinato da un ascesso perianale.


CONSIGLI UTILI

BERE MOLTO - 2 lt di acqua al giorno

MANGIAR SANO - frutta e verdura

MOVIMENTO - stop alla sedentarietà

Sanguinamento: Il sanguinamento con sangue rosso è generalmente di natura ano-rettale (emorroidi). Può essere a goccia, a spruzzo, commisto alle feci o quando ci si pulisce dopo la defecazione. L’entità dell’emorragia non è correlata alla gravità della malattia. Tutti i sanguinamenti devono essere riferiti al medico di fiducia e necessitano di una visita proctologica. All’origine del sanguinamento possono esserci diverse altre malattie (polipi diverticoli, tumori). Pertanto, va sempre indagato.

IN CASO DI DOLORE:

Tumefazioni ed escrescenze: La presenza di una o più tumefazioni in sede anale spesso è dovuta a piccole emorroidi che compaiono al di fuori dell’ano.

IN CASO DI SANGUINAMENTO: Evitare di leggere il giornale seduti sul water e eseguire bidet freddi. Consultare un proctologo. In caso di sanguinamento non spiegato, sanguinamento anale con età ≥ di 50 aa, calo ponderale (non giustificato da altre cause), modificazioni significative e persistenti dell’alvo (es.: diarrea muco-ematica), anemia da carenza di ferro: eseguire tempestivamente una Colonscopia.

Piccole escrescenze vicine all’ano e scarsamente sintomatiche possono essere causate da infezioni virali a trasmissione prevalentemente sessuale. Prurito: Sintomo molto diffuso e talvolta difficile da individuarne l’origine e curare. Può essere causato da emorroidi, ragadi, fistole etc, ma può anche essere il segnale di altre patologie.

EMORROIDI - Stato 1

EMORROIDI - Stato 3

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Dopo la defecazione: eseguire bidet caldi e cercare di rendere morbide le feci. Consultare un proctologo. Accompagnato da tumefazione anale dolente: eseguire bidet caldi ed assumere antidolorifici. Consultare un proctologo. Accompagnato da tumefazione molto dolente e leggermente distante dall’ano con o senza febbre. Consultare un proctologo.

IN CASO DI PRURITO: Evitare di grattarsi, non usare la carta igienica, lavarsi con acqua tiepida usando sapone neutro ed asciugarsi tamponando e non strofinando.

EMORROIDI - Stato 2

EMORROIDI - Stato 4

RAGADE ANALE Le ragadi anali rappresentano un vero problema per chi ne soffre poiché sono dolorose, persistenti, a volte recidive e difficili da curare: spesso infatti l’unica soluzione per eliminarle definitivamente è quella chirurgica.


non piÚ soli nel dolore Cure palliative, un riparo sicuro di calore umano e scienza medica La legge 38/2010 tutela l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore.

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COINVOLGIMENTO GASTRICO nel paziente sclerodermico I disturbi gastrointestinali più frequenti nella sclerodermia, che interessano l’80% dei pazienti riguardano potenzialmente tutto il tratto gastroenterico. Tra le alterazioni gastrointestinali più studiate ci sono quelle della mobilità esofagea che possono indurre: Disfagia (sensazione di blocco alla progressione del cibo) legata sia all’incoordinazione dell’attività motoria dell’esofago sia alla presenza di stenosi, ossia restringimenti, conseguenti allo stato infiammatorio dell’esofago. Reflusso gastroesofageo (patologica risalita in esofago del contenuto gastrico acido e/o biliare con bruciore retrosternale) conseguente alla riduzione del tono dello sfintere esofageo inferiore e alterazioni della mobilità del corpo esofageo. Come conseguenza dell’eccesso di reflusso può comparire l’esofagite (infiammazione dell’esofago). In alcuni pazienti si osservano ulteriori alterazioni: Alterazione della motilità del canale alimentare, con rallentamento dei tempi di svuotamento gastrico e di transito dell’intestino tenue e del colon, dovute alla fibrosi dei nervi viscerali che guidano la motilità e dei muscoli che la supportano. Rallentamento del transito del colon, con conseguente stitichezza, assenza di stimolo e dilatazione del colon. Alterazioni funzionali dello sfintere anale, con conseguente incontinenza fecale passiva. Emorragie legate alla presenza di teleangectasie (alterazioni dei vasi più piccoli) lungo il tratto gastroenterico. Riduzione da parte del pancreas, della secrezione di enzimi per l’assorbimento e digestione degli alimenti. Gli esami che diagnosticano un coinvolgimento esofageo sono: - Radiografia dell’apparato digerente con mezzo di contrasto, che valuta la motilità del corpo esofageo, l’eventuale dilatazione dell’esofago e la presenza di sfintere esofageo inferiore troppo aperto.

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Per ulteriori informazioni Dott.ssa Luigia Calcalario - Cell. 333 5674914 E-mail: ails@tiscali.it - www.ails.it DONA IL TUO 5 x MILLE - CF. 93091610423 - Manometria esofagea, che studia la motilità del corpo esofageo, dello sfintere esofageo inferiore e la pressione esercitata da quest’ultimo a riposo e al passaggio del bolo. Le cure L’uso di farmaci procinetici, che stimolano la motilità, può essere di una certa utilità ma quando la fibrosi colpisce direttamente i muscoli occorre ridurre la lesività del reflusso gastroesofageo allo scopo di prevenire le complicanze quali: esofagite, stenosi, adenocarcinoma esofageo, ecc. Questo è possibile assumendo inibitori di pompa protonica (omeprazolo, esomeprazolo, pantoprazolo, ecc) ovvero della secrezione acida gastrica, anche ad alto dosaggio, e protettori di barriera quali arginati e magaldrato. Queste terapie vanno mantenute per sempre. Utili indicazioni comportamentali sono: - Sollevare la testa durante il riposo (alzando la testiera del letto) - Non fumare - Assumere pasti piccoli e frequenti bevendo molta acqua, che facilita il transito del cibo dall’esofago alla stomaco. - Evitare i cibi potenzialmente dannosi come alcol, cioccolato, menta, cibi grassi e fritti, succhi di agrumi e pomodoro. Per maggiori informazioni: www.ails.it


MEDICINA SPECIALISTICA - Abruzzo CHIRURGIA GENERALE

piede diabetico, TUTTI I TRATTAMENTI Il Piede Diabetico è un insieme di alterazioni funzionali ed anatomiche secondarie a una ateropatia ostruttiva periferica e a una neuropatia diabetica. E’ caratterizzato da ulcerazioni molte volte complicate con infezioni cutanee e ossee che possono evolvere verso una gangrena. Se il piede diabetico non viene curato in tempo potrebbe essere amputato come unica soluzione terapeutica. Il piede diabetico, come tutte le altre complicanze croniche della malattia diabetica è dovuto ad un cattivo controllo della glicemia e degli altri fattori di rischio cardiovascolare (pressione arteriosa, colesterolo, fumo, ecc.), che rappresenta il cardine della prevenzione. La causa del piede diabetico è collegata ad una riduzione della sensibilità negli arti del paziente, riduzione provocata appunto dal diabete mellito, che può danneggiare i nervi degli arti inferiori e dei piedi. Come conseguenza di tale riduzione della sensibilità, si registra una difficoltà nell’avvertire la presenza di iniziali lesioni nella zona dei piedi. I sintomi del piede diabetico consistono in un arrossamento della parte, gonfiore o la presenza di vesciche nel piede, difficoltà nel camminare, dolore, cambiamento del colore della pelle nel piede, febbre. Nel piede diabetico molte volte incontriamo contemporaneamente segni legati alla neuropatia diabetica (Piede Neuropatico), alla ateropatia diabetica (Piede ischemico) ed alla infezione (Piede infetto). PIEDE NEUROPATICO Il piede neuropatico è una conseguenza del danneggiamento da parte del diabete delle fibre nervose sensitive, motorie e vegetative. La neuropatia sensitiva determina una ridotta sensibilità del piede che coinvolge prima la percezione tattile, poi quella termica ed infine quella dolorifica. Il cattivo funzionamento della sensibilità può determinare il mancato riconoscimento di condizioni potenzialmente pericolose che pertanto non vengono allontanate causando la formazione di ulcere.La neuropatia motoria, invece, determina la riduzione del tono muscolare e la progressiva atrofia dei muscoli del piede con modificazioni del rapporto fra muscoli estensori e flessori delle dita che causano le tipiche deformazioni del piede neuropatico: le dita assumono il caratteristico aspetto a martello o ad artiglio, l’alluce diviene valgo e le teste metatarsali cedono con protrusione anteriore dei cuscinetti adiposi sottometatarsali. Le zone del piede sottoposte a questo continuo carico sviluppano come meccanismo di difesa l’ipercheratosi o callo che, a

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Dott. Gustavo adolfo velasquez Medico Specialista in Chirurgia Generale Esperto in: Wound Care, Ferite difficili e Piede diabetico Riceve a: Villa Pini d’Abruzzo, Via dei Frentani, 228 Chieti (CH) Per informazioni e prenotazioni: CUP (tel. 0871/343222) Lunedì- venerdì dalle 08:00 alle 18:00 Sabato dalle 08:00 alle 14:00 Poliambulatorio Sebastiani ,Via Italia,68 Villa Raspa. Per Appuntamento. Visite Domiciliari Contatto diretto: 349 6035299 Sito web: www.ulcerecutaneeabruzzo.it E-mail: info@ulcerecutaneeabruzzo.it CURRICULUM PROFESSIONALE

L’ambulatorio del Piede diabetico e Ferite complesse diretto dal Dr Gustavo Velasquez svolge un’attività dedicata al trattamento di lesioni, ferite e ulcere con difficoltà alla guarigione, attraverso l’utilizzo di materiali e tecniche all’avanguardia. Le ferite difficili o complesse sono quelle che non guariscono in otto/dodici settimane, sono considerate croniche e necessitano di una valutazione specialistica. Sono attivi percorsi per le seguenti lesioni: piede diabetico; ulcere vascolari arteriose, venose, linfatiche, miste; ulcere reumatiche; ulcere neoplastiche; ulcere da trauma; ulcere da pressione; lembi o innesti compromessi. I percorsi diagnostico assistenziali hanno come obiettivo il miglioramento della condizione della ferita e la diminuzione del dolore, favorendo nel complesso la guarigione.


sua volta, riducendo ulteriormente la superficie di appoggio plantare, accentua l’ipercarico. Inoltre il callo, agendo da corpo estraneo, lesiona i tessuti cutanei e sottocutanei determinando la formazione di una raccolta sierosa o sieroematica che si estende in profondità per poi aprirsi all’esterno determinando l’ulcera diabetica. PIEDE ISCHEMICO L’ateropatia diabetica si distingue dall’aterosclerosi non diabetica, oltre che per la maggior precocità e gravità, anche per un caratteristico coinvolgimento delle arterie più distali che rende più improbabile lo sviluppo di circoli collaterali. Come conseguenza di questa ostruzione vascolare meno sangue giungerà nelle gambe e nei piedi rendendo difficoltosa la deambulazione. Spesso il paziente con ateropatia agli arti inferiori riferisce dolore durante la deambulazione e sente la necessità di fermarsi durante il cammino dopo aver percorso una distanza che è tanto più breve quanto più grave è l’ateropatia. Se il mancato afflusso di sangue riguarda la parte più superficiale del piede si formano le ulcere ischemiche che spesso si localizzano sulla punta e sul dorso delle dita, spesso tali ulcere, soprattutto durante la notte, possono essere molto dolorose. Se, invece, il mancato afflusso sanguigno coinvolge anche le parti più profonde dei tessuti si determina la gangrena. Le attuali possibilità terapeutiche prevedono l’uso di farmaci antiaggreganti o anticoagulanti e anche la possibilità di rivascolarizzazione. PIEDE INFETTO La comparsa di ulcere neuropatiche e ischemiche crea le condizioni per lo sviluppo di processi infettivi che comportano un aumentato rischio di amputazione (ulcera infetta). Più frequentemente l’infezione coinvolge la cute superficiale, le unghie, il sottocute e a volte può coinvolgere anche i tessuti più profondi come l’osso. L’infezione, che può essere causata da molteplici batteri, costituisce un ulteriore fattore predisponente all’ischemia in quanto determina una, maggior richiesta di ossigeno da parte dei tessuti. Le arterie, però, già parzialmente ostruite, non sono in grado di soddisfare questa maggior richiesta di ossigeno e pertanto si determina un peggioramento del quadro ischemico. Anche il controllo terapeutico con gli antibiotici può essere difficoltoso dato lo scarso afflusso locale dei farmaci. L’ascesso è una delle conseguenze più frequenti di un processo infettivo localizzato. Quando, invece, l’infezione si diffonde coinvolgendo i tessuti sottocutanei ma senza coinvolgere il tessuto muscolare, si presenta con necrosi massiva del sottocute e con colorazione bluastra della cute sovrastante conosciuta come fascite necrotizzante. Se invece è coinvolto solo il tessuto muscolare (senza il coinvolgimento di cute e sottocute) si parla di cellulite necrotizzante; si caratterizza per la presenza di ulcere a drenaggio sieroematico, dolenti e con enfisema sottocutaneo. L’osteomielite, invece, si ha quando

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il processo infettivo, non adeguatamente trattato, arriva a coinvolgere anche l’osso. Le ossa metatarsali e le piccole ossa delle dita sono le più frequentemente coinvolte ma ogni osso del piede può essere potenzialmente coinvolto. Se la terapia antibiotica e chirurgica dovessero fallire l’ultima possibilità terapeutica è rappresentata dall’amputazione dell’arto in quanto un’ulteriore diffusione dell’infezione (setticemia) potrebbe essere fatale per il paziente. La diagnosi di piede diabetico viene effettuata in base alla presenza di ulcerazione o distruzione dei tessuti profondi associate ad alterazioni dei nervi e/o delle arterie degli arti inferiori. E’ importante che il paziente sia a conoscenza della possibilità che questa patologia complichi il decorso del diabere così come della sua gravità. È fondamentale rivolgersi all’ambulatorio del piede diabetico in presenza di: una qualsiasi lesione a livello dei piedi (calli, graffi, ulcere, cancrena), dolore o formicolio oppure ridotta sensibilità alle gambe e ai piedi, prurito ai piedi, chiazze arrossate sulla pelle delle gambe e dei piedi, difficoltà a camminare, deformazione evidente dei piedi, rossore, infiammazione e gonfiore a livello di un’unghia del piede. A domicilio il paziente diabetico può seguire alcuni consigli per prevenire le lesioni del piede tali: fare ogni giorno un’accurata ispezione e igiene dei piedi, controllare la temperatura dell’acqua con un termometro o con il gomito prima di immergervi i piedi, asciugare bene e delicatamente i piedi, calzare sempre le scarpe con calze che non stringano e cambiarle ogni giorno, utilizzare creme specifiche se la pelle del piede e delle gambe è secca, non curare le callosità con callifughi e/o oggetti taglienti, tagliare le unghie con forbici a punta smussa e arrotondarle con una lima di cartone, non camminare mai a piedi scalzi, non utilizzare fonti di calore dirette (borse di acqua calda, camino, calorifero, etc.), utilizzare calzature per diabetici, controllare la glicemia e gli altri fattori di rischio cardiovascolare (pressione arteriosa, colesterolo, fumo, ecc.) La cura del piede diabetico si serve di: trattamento locale della lesione (medicazione e asportazione del materiale infetto o necrotico), ripristino dell’apporto di sangue (rivascolarizzazione) con procedure endovascolari o chirurgiche, trattamento aggressivo di eventuali infezioni con antibiotici mirati, scarico delle pressioni sulla lesione mediante uso di plantari e calzature apposite. Un piccolo accenno al Piede di Charcot, che rappresenta una particolare manifestazione del piede neuropatico. In questo caso le ossa tarso-metatarsali presentano osteoporosi diffusa e micro-fratture, le articolazioni sono lussate e alcune ossa (cuboide, cuneiforme) sono dislocate. Ciò causa deformità delle ossa con perdita della curve anatomiche del piede “piede plantigrado”. La terapia della fase acuta dello Charcot è l’immobilizzazione con apparecchio di scarico gessato. I controlli devono eseguirsi con RMN, posteriormente si devono usare tutori speciali.


MEDICINA SPECIALISTICA - Abruzzo RIABILITAZIONE

quel terribile dolore alla spalla La cuffia dei rotatori è una struttura anatomica costituita da 4 unità muscolotendinee rappresentate dal sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare, che lavorano in combinazione con il deltoide per consentire l’elevazione della spalla. La cuffia dei rotatori mantiene la testa dell’omero centrata sulla glenoide e si oppone alla traslazione superiore esercitata dal deltoide grazie a un vettore di forza diretto verso la cavità glenoidea e verso il basso. Accanto a questi muscoli è necessario considerare il capo lungo del bicipite che, pur essendo estraneo al sistema scapola-tuberosità omerali, quando è stabile e funzionalmente valido, ha funzioni di depressore e stabilizzatore della testa omerale. La patologia della cuffia dei rotatori è la causa più comune di dolore alla spalla e deficit funzionale e rappresenta, nella pratica ortopedica, la terza causa di dolore muscoloscheletrico più comune dopo il dolore lombare e cervicale. Tale patologia può presentarsi in forme differenti, che vanno dalla tendinite, tendinosi, alla lesione della cuffia dei rotatori stessa. Il dolore e/o il deficit funzionale sono i principali sintomi di presentazione delle lesioni della cuffia dei rotatori. Il paziente con una lesione, lamenta normalmente un dolore alla spalla con irradiazione laterale lungo il braccio fino a livello del gomito, tale dolore si accentua durante i movimenti di elevazione dell’arto. Il paziente riferisce frequentemente un accentuazione della sintomatologia dolorosa durante la notte e la necessità di alzarsi dal letto e assumere una posizione seduta o in piedi o se è steso, di portare l’arto in massima abduzione con rotazione esterna. Un altro sintomo frequentemente lamentato dai pazienti è la facile stancabilità dell’arto durante i lavori eseguiti con le braccia sollevate al disopra dei 90° e la necessità di dover mantenere l’arto abbassato per qualche minuto, prima di riprendere il lavoro. I test diagnostici includono la valutazione del range di movimento (ROM) attivo e passivo, la valutazione dei singoli tendini della cuffia dei rotatori, la valutazione di alterazioni del ritmo scapolo-toracico e l’eventuale presenza di patologie carvicali associate. Gli esami diagnostici possono essere di aiuto per meglio identificare la lesione dei tendini della cuffia dei rotatori ed eventuali lesioni associate.

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centro di riabilitazione kinesis Fisioterapia e Riabilitazione Viale Regina Margherita 15 Pescara Tel. 085.374203 www.fisiokinesis.com info@fisiokinesis.com ECCELLENZA RIABILITAZIONE SPALLA-GOMITO Dott. Marco Saporito Medico Chirurgo Specialista in Ortopedia Centro di Chirurgia della Spalla e del Gomito diretto dal Prof. Giuseppe Porcellini Presidio Ospedaliero Riccione-Cattolica Ospedale “D. Cervesi” Via L. Beethoven, 46 47841Cattolica (RN) Azienda USL della Romagna Sede Legale Via De Gasperi 8 48121- Ravenna Dott. ssa Naddei Annamaria Responsabile Riabilitazione della Spalla e del Gomito Centro di riabilitazione KINESIS Pescara.

Il Centro di Riabilitazione KINESIS, situato a Pescara in viale Regina Margherita 15, si sviluppa su una superficie di 350 mq. Dal 1993, svolge attività riabilitativa trattando, in modo particolare, il recupero di lesioni ortopediche, permanenti e croniche, adottando metodi all’avanguardia e ponendo soprattutto l’accento sugli aspetti sociali che spesso accompagnano le disabilità. Presso il centro di Riabilitazione KINESIS di Pescara, eccellenza nella riabilitazione della Spalla e del Gomito, è possibile effettuare una visita specialistica con il Dott. Marco Saporito, Medico Chirurgo specialista in Ortopedia - Centro di Chirurgia della Spalla e del Gomito diretto dal Prof. Giuseppe Porcellini Presidio Ospedaliero Riccione-Cattolica Ospedale “D. Cervesi” Via L. Beethoven, 46 47841 Cattolica (RN)Azienda USL della Romagna Sede Legale Via De Gasperi 8, 48121 Ravenna - ed effettuare i protocolli riabilitativi eseguiti da fisioterapisti altamente specializzati nella riabilitazione della Spalla e del Gomito.


Al fine di una corretta valutazione diagnostica della lesione dovrebbero essere eseguiti i seguenti esami: - RX Spalla in 3 proiezioni (AP, Ascellare, Y di Neer) - Ecografia - Risonanza Magnetica Bisogna per prima cosa differenziare il trattamento conservativo delle lesioni della cuffia dei rotatori, da quello riabilitativo post-chirurgico. Il nostro approccio al paziente con lesione della cuffia dei rotatori, prevede, dopo un accurata fase anamnestica-clinica-diagnostica, la prescrizione di una terapia farmacologica finalizzata al miglioramento del dolore, alla prescrizione di un programma riabilitativo finalizzato al recupero funzionale e all’eventuale indicazione chirurgica artroscopica o artrotomica. Il tipo di approccio alla lesione della cuffia dei rotatori dipende dalla valutazione durante la visita e terrà conto di numerose variabili quali: età del paziente, attività lavorativa, sport, tipologia e bilateralità della lesione, retrazione del tendine. In pazienti con età inferiore a 65 anni, attivi dal punto di vista lavorativo e sportivo, con lesioni tendinee traumatiche o croniche-degenerative riparabili del sovraspinato e del sottospinato, dopo un primo approccio conservativo della durata di circa 3 mesi, se la sintomatologia non dovesse migliorare, preferiamo eseguire la riparazione artroscopica della lesione di cuffia. Se invece, dopo il programma riabilitativo, la sintomatologia dovesse migliorare notevolmente e il paziente si mostra soddisfatto di tale risultato, prescriviamo un programma riabilitativo di mantenimento e lo rivalutiamo clinicamente e con nuova RMN dopo circa 8-10 mesi. In pazienti di età superiore a 65 anni, poco attivi, con lesioni spesso croniche-degenerative o massive irreparabili, pazienti con patologie sistemiche associate che controindicano in maniera assoluta l’intervento chirurgico, pazienti diabetici scompensati, grandi obesi, con uso cronico di corticosteroidi e anabolizzanti, grandi fumatori, con condizioni psicologiche e con uso di ansiolitici e antidepressivi nella maggior parte dei casi, preferiamo prescrivere un programma riabilitativo finalizzato al controllo del dolore e al miglioramento della funzionalità dell’arto. RIABILITAZIONE CONSERVATIVA Il recupero del ROM passivo, in pazienti con rigidità capsulare, si ottiene mediante l’esecuzione di mobilizzazioni passive praticate dal fisioterapista su lettino 2-3 volte a settimana fino al completo recupero del movimento su tutti i piani, tali mobilizzazioni possono essere eseguite con opportune

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tecniche di presa, da terapisti esperti, anche in piscina con acqua riscaldata e generalmente a scapola “bloccata”. Il paziente eseguirà a casa esercizi pendolari di Codman senza peso 2-3 volte al giorno per 3 minuti, finalizzati alla decoaptazione gleno-omnerale ed esercizi di stretching capsulare contro la parete finalizzati al recupero dell’elasticità capsulare. Il paziente viene quindi istruito ad eseguire esercizi autopassivi , finalizzati al mantenimento e/o recupero del ROM attivo e al mantenimento e/o recupero dell’elasticità capsulare. Particolare attenzione viene posta al riequilibrio posturale e allo stretching della muscolatura parascapolare atti a ripristinare i rapporti scapolo toracici. Notevoli risultati ha dimostrato l’applicazione delle facilitazioni neuro cinetiche progressive secondo le quali seguendo delle traiettorie di movimento diagonali e spirali, si può portare unb muscolo, o meglio, un gruppo muscolare, da uno stato di massimo allungamento a uno di massimo accorciamento. RIABILITAZIONE POST CHIRURGICA Il programma riabilitativo che prescriviamo al paziente operato per sutura artroscopica della cuffia dei rotatori può differire in base ad alcune variabili preoperatorie e intraoperatorie come: pazienti diabetici,il tipo di lesione tendinea il tipo e la stabilità della sutura. Successivamente al periodo di immobilizzazione con apposito tutore il paziente comincerà con il terapista mobilizzazioni passive prima sul piano scapolare e dal 35° giorno post operatorio aggiungerà esercizi auto passivi in acqua e mobilizzazioni passive al di sopra della scapola e nelle rotazioni fino al completo recupero del rom passivo. Dopo il 45° giorno dall’intervento, il paziente verrà istruito ad eseguire a casa, delle mobilizzazioni autopassive con il bastone, la carrucola e l’asciugamano, finalizzate al recupero completo del ROM passivo e attivo. Ottenuto il completo recupero del ROM attivo e l’elasticità capsulare, il paziente comincerà il rinforzo con gli elastici degli abbassatori omerali e a seguire degli intra/extrarotatori.


MEDICINA SPECIALISTICA - Abruzzo ODONTOIATRIA

IMPLANTOLOGIA MINI-INVASIVA L’estetica dentale non è una disciplina ben distinta dalle altre ma è solo il punto di arrivo ed il valore aggiunto di terapie eseguite con scrupolo e razionalità scientifica. Abbiamo intervistato il Dottor Giuseppe Guiducci, odontoiatra e protesista dentale di Pescara, esperto in Implantologia Computer Guidata. Dottor Guiducci, cosa s’intende per implantologia mini invasiva? “Il costante sviluppo delle tecniche chirurgiche permette che l’intervento venga pianificato ed effettuato grazie ad un tipo d’implantologia avanzata mini-invasiva computer guidata. Avvalendosi infatti della TAC tridimensionale che evidenzia la struttura scheletrica è consentita la programmazione protesicamente guidata del caso e la realizzazione dell’intervento, attraverso apposite mascherine chirurgiche, con l’inserzione preventivamente programmata e non dolorosa d’impianti in titanio, biocompatibili, inerti, anallergici, su cui andranno ancorati monconi e corone in ceramica. Il sistema è quello più recente - prosegue il Dott. Guiducci - che permette di avere una prima sistemazione della bocca, sia estetica che funzionale, eseguita nella stessa giornata per poi raggiungere progressivamente, attraverso un’adeguata riabilitazione, la soluzione definitiva. In questo modo si riducono al minimo i disagi, anche in condizioni di completa mancanza di denti, e si consente al paziente di recuperare la piena efficienza funzionale masticatoria ed un sorriso estetico luminoso”. Quali vantaggi hanno apportato le nuove tecniche biologiche metal free in campo protesico? “Nell’odontoiatria protesica l’orientamento è rivolto all’utilizzo di corone in ceramica integrale e zirconio ceramica, realizzate attraverso software digitali evoluti CAD CAM e che presentano una biocompatibilità ed un’integrazione tissutale migliore. Il colore viene preso attraverso uno spettrofotometro digitale garantendo così un’estetica eccellente, con caratterizzazioni e traslucenza dei denti naturali”. Dottor Guiducci, rimane comunque preferibile riuscire a “salvare” i propri denti? “Nei pazienti suscettibili alla malattia parodontale molto importante è il monitoraggio dei tessuti di sostegno dei denti e l’eliminazione di sanguinamento ed infiammazione, attraverso singole sedute dedicate e mirate alla difesa dell’altezza della cresta alveolare ossea, decisiva per evitare la perdita degli elementi dentali. Nell’era dei grandi passi in avanti dell’odontoiatria, la sfida

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Dott. GIUSEPPE GUIDUCCI Odontoiatria e Protesista dentale Studio Odontoiatrico Via Venezia 36, Pescara Tel. 085 386258 www.studiodentisticoguiducci.it www.studiodentisticoguiducci.abcsalute.it CURRICULUM PROFESSIONALE Albo Provinciale degli Odontoiatri di PESCARA n. 0000000510 dal 21.07.2005

Il Dott. Giuseppe Guiducci si laurea in Odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università “G.D’Annunzio” di Chieti, frequenta il reparto di Odontostomatologia e la sala operatoria di Chiriurgia Maxillo facciale dell’ospedale San Liberatore di Atri. Nell’ottica di un continuo aggiornamento, essendo le terapie odontoiatriche in continua evoluzione e potendo disporre di tecniche sempre più efficaci per risolvere i problemi dei singoli pazienti, il dr. Giuseppe Guiducci segue ogni anno in Italia e all’estero numerosi Corsi di “Educazione continua in medicina” certificati a livello nazionale. Frequenta a Parigi con il Prof. Jean Francois Gaudy presso L’institut d’Anatomia du centre Biomedical des Saint-Peres 45, dell’Università Descartes, il corso avanzato su cadaveri di anatomia applicata alla chirurgia implantare orale. Frequenta con il Prof. Mauro Chiapasco il corso in chirurgia implantare. La riabilitazione implanto-protesica nei casi complessi. Frequenta con il Prof. Parma Benfenati il corso strutturato annuale in Parodontologia avanzata. Frequenta con il Prof. Malagnino il corso strutturato annuale in Endodonzia clinica, utilizzo della sistematica Ni-Ti Mtwo e sigillatura canalare. Frequenta con il Dott. Bruno Portelli al corso. Le disfunzioni dell’ATM nell’equilibrio Neuromuscolare e Posturale. Vari tipi di Byte, significato diagnostico e terapeutiche al corso teorico pratico Le disfunzioni dell’Atm e del sistema cranio-mandibolare. Frequenta con il Prof. Francesco Mangani al corso (Le restaurazioni estetiche dirette nei settori anteriori e posteriori). Frequenta con il Dott. Daniel Hess (Valutazione del rischio e piani di trattamento). Frequenta con il Prof. Stefano Gracis (corso di protesi fissa). Preparazioni e realizzazione di provvisori in casi articolati. Frequenta con il Dott. Mauro Fradeani (La riabilitazione estetica su denti naturali ed impianti).


che oggi attende il dentista è di saper conservare la dentatura dei pazienti non più giovani ripristinando con tutte le tecniche estetico funzionali possibili, eventuali deprimenti strutturali dei denti. Diventano fondamentali una diagnosi scrupolosa e l’attenta esecuzione del miglior trattamento di ripristino della masticazione estetico funzionale”. Per quando riguarda l’estetica dentale, si sente sempre più spesso parlare delle faccette estetiche dentali; ci spiega in cosa consistono? ”Le faccette dentali rappresentano uno dei risultati migliori dell’odontoiatria estetica moderna; consentono il raggiungimento di un eccellente risultato estetico in odontoiatria. Si tratta di sottili gusci in ceramica dello spessore di 0,4 mm realizzati su misura dopo un attento studio in laboratorio; applicate sulla superficie esterna dei denti sono in grado di donare forma e colore ideali per l’estetica del paziente. DOMANDE FREQUENTI 1) Esiste un limte di età per l’inserimento degli impianti dentali? Una volta concluso il processo di crescita osseo scheletrico, gli spazi vuoti possono essere sostituiti con impianti dentali anche in età senile molto avanzata. 2) L’inserimento degli impianti dentali è doloroso? No, l’inserimento degli impianti dentali viene eseguito in anestesia locale. 3) Si prova dolore o fastidio dopo l’inserimento degli impianti dentali? No, grazie ad un tipo chirugia implantare mini invasiva si riduce al minimo il disagio ed il discomfort per il paziente, che nel giro di poche ore può tornare alle sue normali attività. In alcuni casi possono subentrare disturbi analoghi a quelli di una semplice estrazione dentale. 4) Qual è la durata media di un impianto dentale? Sane e corrette abitudini d’igiene orale, come spazzolarsi accuratamente, passare il filo interdentale e lo scovolino, insieme a controlli periodici e sedute d’igiene presso lo studio dentistico, ne garantiscono una lunghissima durata. IN BREVE I VANTAGGI DEGLI IMPIANTI: - Mantengono sani i denti naturali - Sono affidabili e duraturi - Sono estetici - Tutelano le strutture ossee - Sono economici Sarà possibile così evitare tutti gli inconvenienti dovuti a ponti, protesi mobili, totali o parziali. L’implantologia spesso costa meno degli altri trattamenti? Considerando il tempo impiegato per adattare continuamente le protesi o riparare i danni provocati nel tempo dai ponti, si può capire che gli impianti sono la soluzione che dà il miglior valore aggiunto e la tecnica di ripristino della masticazione più estetica, funzionale e salutare.

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Faccette Dentali prima e dopo l’applicazione


OTTICA PERFETTO Lenti da lettura La lente fornisce un campo di visione per gli oggetti a breve distanza. I portatori devono sporgersi verso gli oggetti per metterli a fuoco. Il risultato è l’insorgere di dolori alle spalle e alla schiena.

Lenti progressive La zona di visione intermedia offre un campo di visione molto limitato. I portatori sollevano la loro testa per usare le aree intermedie della lente. Il risultato è l’insorgere di dolori al collo e ai muscoli delle spalle.

Lenti per ufficio ZEISS Una soluzione specifica che rende i portatori soddisfatti grazie ad una visione chiara per le diverse distanze di lavoro: lettura e computer. I portatori mantengono la postura naturale della testa e del collo. COMFORT TOTALE PER TUTTO IL GIORNO

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MEDICINA SPECIALISTICA - Abruzzo DIETOLOGIA

La dieta “fai da te”: Pericolo per Mente e Corpo Ogni individuo è un’unità irripetibile. La salute va ricercata nell’equilibrio dei principi metabolici fondamentali che coinvolgono Mente e Coscienza.

Dott.SSA BARBARA DI BELLO

Tante riviste parlano ormai di alimentazione e troppe sono quelle che sfornano ogni giorno il miracolo di una nuova dieta: del minestrone, dell’uva, della patata ecc. In verità il minestrone, l’uva e la patata hanno proprietà nutrizionali importanti che apportano benessere al nostro organismo, ma l’uno non deve escludere le altre.

PRENOTAZIONI Studio Medico Via Picena 214, Chieti Tel. 0871 346200 Cellulare 349 3900817

Medico Dietologo

CURRICULUM PROFESSIONALE

Le sostanze indispensabili all’organismo sono le proteine, gli zuccheri, i grassi, i sali minerali, le vitamine e l’acqua.

Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Chieti al n.4420 dal 20.06.2005

Non esiste l’alimento ideale che le contenga tutte e nelle giuste quantità, perciò è importante variare e combinare gli alimenti tra loro. Gli alimenti vanno divisi in gruppi. La dieta risulta completa e adeguata quando quotidianamente ogni gruppo è rappresentato da almeno una porzione dei cibi che ne fanno parte avendo cura di variare le scelte nell’ambito di ciascuno di essi. La dieta deve essere personalizzata e unica. Il modello alimentare nasce dall’elaborazione della somma delle caratteristiche e dei parametri personali: peso, altezza, circonferenza vita, analisi della composizione corporea (atta a valutare massa grassa, massa magra, contenuto di acqua totale corporea), metabolismo basale. E’ necessario tener conto degli esami ematochimici (glicemia, trigliceridi, colesterolo totale) e di eventuali patologie, allergie e/o intolleranze, abitudini alimentari, attività fisica svolta e dei personali gusti alimentari. Ritrovare l’equilibrio con il proprio corpo e la propria mente non è semplice, è un lavoro davvero notevole che va affrontato con molta serenità e pazienza e soprattutto con l’aiuto di un professionista esperto. La Dottoressa Di Bello Barbara ha svolto esperienza di ricerca scientifica inerente la Nutrizione Clinica Umana e Applicata. Promotrice di progetti scolastici nell’ambito dell’educazione alimentare, sicurezza alimentare e igiene degli alimenti in collaborazione con enti locali in via di attivazione e promozione.

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- Diploma di Scuola Media Superiore conseguito presso il Liceo Scientifico Filippo Masci di Chieti - Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia classe n.46/s delle lauree specialistiche in medicina e chirurgia ex d.m.509/99, conseguita in data 29/07/2004 presso l’Universita’ G. d’annunzio di Chieti; - Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione, conseguita in data 18/12/2012 per una durata di anni 4 conseguito ai sensi del d.lgs.n.257/91 così come modificato dal d.lgs.n.368/99; - Titolare di Studio Medico di Nutrizione Umana da Dicembre 2012 con svolgimento dell’Esercizio della Libera Professione di Medico- Dietologo che prevede l’Approccio Medico e Dietetico per una Sana Alimentazione, nelle Malattie Metaboliche quali Obesità, Diabete, Iperlipidemie, Ipertensione arteriosa, Gotta, in Gastroenterologia, nel paziente sottoposto a trattamento chirurgico delle patologie del tratto gastrointestinale, nelle Patologie del fegato e delle via biliari, nelle Patologie del pancreas, in Nefrologia, in Pediatria, nei Disturbi del Comportamento Alimentare:Anoressia e Bulimia, nella Pratica Sportiva di tipo Amatoriale o Agonistica ect.

PRESTAZIONI - Applicazione e interpretazione dell’Analisi della Composizione Corporea con Bioimpedenziometro; - Impiego della Pressoterapia come strumento finalizzato al miglioramento dei sintomi nei pazienti obesi affetti da fatica, insonnia e debolezza, nelle fasi iniziali di cattiva circolazione, insufficienza venosa, linfodrenaggio, cellulite, edema linfatico, vene varicose, sciatica, distorsioni, rottura dei capillari scarso tono della pelle.



MEDICINA ESTETICA - Abruzzo TRICOLOGIA

perdita dei capelli post chemioterapia Sembra essere la conseguenza più temuta della chemioterapia: la perdita dei capelli. Ancor più della mastectomia o della nausea e del vomito. Addirittura l’8% delle donne operate di tumore, rifiuta la chemio per paura di perdere i capelli. Anche Simona, 41 enne bergamasca, ha vissuto momenti drammatici. La diagnosi improvvisa di un tumore all’utero di ben 5 cm, che ha richiesto quattro cicli preliminari di chemioterapia, prima dell’intervento chirurgico. E altri tre cicli dopo l’asportazione del tumore. Con inevitabili conseguenze sulla sua lunga e fluente capigliatura. «E’ la prima domanda che ho fatto all’oncologo: perderò anch’io i capelli?», ricorda Simona con una stretta al cuore. «Già mi vedevo pallida ed emaciata, trattenendo a stento il vomito che la chemio mi avrebbe provocato. Ma i capelli no, non potevo vedermi senza! Cosa avrei detto a mio figlio di soli due anni che si trastulla sempre con le mie chiome? E come avrebbe reagito mio marito nel vedermi così “menomata”? Ma soprattutto come avrei reagito io a vedermi in quel modo, senza quella parte di me tanto femminile? Mi sono confidata con una cara amica che aveva già condiviso il problema di alopecia con una parente e mi ha accompagnato subito al centro Cesare Ragazzi Laboratories, dove mi hanno consigliato e assistito con discrezione e professionalità. Prima di iniziare la chemio, ho accorciato il taglio e mi hanno preparato “a tempo di record” un impianto con i capelli della stessa tipologia, consistenza, lunghezza e colore dei miei. Tanto che, quando sono rientrata a casa, nemmeno mia mamma si era accorta che non erano i miei capelli e mi aveva chiesto come mai non li avessi tagliati. E persino il chirurgo che mi ha operato, si era meravigliato di come non avessi perso i capelli, avendo fatto ben quattro cicli di chemio! Praticamente, non mi sono mai vista senza capelli. Quando vado una volta al mese al centro per il controllo, mi sfilano l’impianto e coprono lo specchio finché l’impianto non viene riposizionato. A differenza della tradizionale parrucca, che devi togliere di notte e magari di giorno si muove, l’impianto aderisce perfettamente alla cute e non ti accorgi neppure di averlo. Sono andata in Messico, in barca a vela, sulle giostre con mio figlio che si diverte a tirarmi i capelli: mai un problema. E poi faccio la doccia, mi lavo i capelli, vado in piscina. E’ un modo anche questo per non sentirsi malata. Per “non dare il tuo volto alla malattia”.

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cesare ragazzi laboratories Via L’Aquila 21, Pescara Per info: Tel. 085 4429051 crcpescara@email.it www.tricoinstitute.it - www.cesareragazzi.com

A Pescara 350 metri quadrati dedicati alla bellezza e al benessere dei capelli. I capelli rappresentano il biglietto da visita per uomini e donne: per sentirsi veramente bene, tutti vorrebbero mostrare capelli sani, luminosi, setosi e gestibili. Purtroppo stress, inquinamento, diete, invecchiamento, fattori genetici o ormonali possono minacciare lo stato di salute dei capelli e renderli più fragili, spenti, sfibrati fino a causarne la caduta, un evento vissuto spesso come traumatico, ma su cui c’è ancora poca prevenzione. Proprio per questo motivo, Cesare Ragazzi Laboratories invita tutti a prendersi cura della propria chioma nel suo centro di Pescara, una vera e propria “Spa del capello”, dove dermatologo, biologo, tricologo e hair stylist agiscono in sinergia per ottenere il miglior risultato possibile. Si inizia sempre con il TricoTest, un’approfondita e personalizzata analisi del sistema cute-capello, volta a individuare eventuali anomalie, per poi stabilire la strategia più efficace per riconquistare in breve una chioma sana e luminosa. All’interno del centro è possibile sottoporsi a una serie di trattamenti: dalla fotostimolazione, effettuata tramite il Tricopulse Professional all’ETG (ElectroTricoGenesi). Inoltre, per combattere il diradamento e la calvizie, presso il centro è possibile effettuare l’esclusivo sistema CNC (Capelli Naturali a Contatto), un metodo di infoltimento che integra capelli naturali nelle zone colpite da queste problematiche senza intervenire chirurgicamente. Presso il Centro è anche possibile chiedere una consulenza relativamente all’innovativa PRPHT (Platelet Rich Plasma Hair Therapy) e sull’autotrapianto, effettuato attraverso le due tecniche chirurgiche più all’avanguardia al mondo: la F.U.T. (Trapianto di Unità Follicolari) e la F.U.E. (Estrazione di Unità Follicolari).

Abbiamo intitolato così una conferenza che ho tenuto di recente all’Ospedale dove sono stata operata, per spiegare alle donne che hanno un tumore e devono fare la chemio quanto sia importante non vedersi senza capelli. Il fatto di poterti tranquillamente guardare allo specchio, di mantenere inalterata la tua immagine, di vedere conservata la tua femminilità ti mette di buon umore e, pur nella sofferenza, ti dà la carica psicologica per reagire. Vorrei trasmettere alle tante donne che come me hanno passato il calvario della chemio un messaggio di speranza: con i capelli si affronta meglio anche la malattia!».



MEDICINA ESTETICA - Abruzzo DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA

smart lipo, alternativa mini-invasiva alla liposcultura La laserlipolisi (SmartLipo) è un trattamento innovativo praticato in regime ambulatoriale, mediante anestesia locale. Tale metodica presenta molteplici vantaggi riapetto alla liposcultura tradizionale come mininvasività, tempi di recupero brevissimi, assenza di ematomi e nessuna degenza post trattamento. Consente così di ritrovare la silhouette desiderata velocemente in assoluta sicurezza. La Smartlipo non presenta rischi operatori e non lascia esiti cicatriziali e /o indesiderati di alcun tipo e per questo viene considerata la metodica attualmente più sicura e rivoluzionaria nel panorama dei trattamenti di liposcultura. I risultati ottenuti nelle zone trattate rimangono tali a lungo termine. Con questa metodica si possono trattare tutte le forme di adiposità localizzata in distretti corporei quali braccia, addome, ginocchio, spalla, caviglia, viso e mento (dove si ottiene un eccellente effetto lifting), coulotte, e fianchi. Il trattamento può essere effettuato anche su aree di cellulite diffusa migliorando notevolmente l’inestetismo causato dalla cosiddetta pelle a buccia d’arancia. Altri campi di applicazione della Smartlipo riguardano i lipomi (ammassi di grasso subcutanei), le pseudo ginecomastie maschili (grasso a livello delle zone mammarie), e l’iperidrosi ascellare (eccesso di sudorazione). Questa nuova tecnologia può essere effettuata anche su zone già trattate con una liposuzione tradizionale dove spesso residuano dei dislivellamenti che possono essere corretti medianti e questa metodica. La laserlipolisi viene eseguita con un sistema laser Nd: YAG pulsato a 1064 nm posizionato all’interno di una sottilissima cannula di un millimetro di diametro. Il raggio laser è in grado di causare la rottura della membrana adipositaria con fuoriuscita del grasso lisato, senza innalzamenti ematici dei valori di colesterolo e trigliceridi. L’emulsione di grasso ottenuta viene smaltita fisiologicamente attraverso il sistema epatico (eventualmente con l’aiuto di un linfodrenaggio) oppure rimosso parzialmente in sede di trattamento. Non esistono controindicazioni assolute al trattamento ma solo quelle relative a pazienti obesi che hanno una quantità elevata di grasso da eliminare, pazienti affetti da malattie cardiovascolari, oncologici, e diabetici. Il rischio post-operatorio è praticamente nullo, vista l’esiguità del diametro della cannula. Non ci sono rischi di infezioni ed il lisato ottenuto non deve essere necessariamente espirato; studi recenti hanno infatti dimostrato che il grasso lisato è ricco di cellule staminali in grado di ripristinare le migliori condizioni omeostatiche della cute. Per agevolare l’eliminazione del grasso lisato rimasto in sede sarebbe opportuno drenare i liquidi e ripristinare il microcircolo attraverso dei massaggi linfodrenanti.

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dott. domenico piccolo Specialista in Dermatologia e Venereologia Skin Center - Centro Laser Dermoestetico Via Napoli,17 - 65121 Pescara Tel. 085 36295 Avezzano (AQ) Tel. 0863 21253 www.skincenters.it- info@skincenters.it

I risultati ottenuti sono evidenti dopo 2 mesi circa se si effettua l’aspirazione del lisato o dopo 4 mesi senza l’aspirazione. Durante la prima visita si deve effettuare una anamnesi approfondita del paziente dove verranno prescritti gli esami ematochimici di ruotine ed eventualmente un elettrocardiogramma. Sarebbe opportuno effettuare il trattamento in un ambulatorio chirurgico attrezzato. Dopo aver praticato una piccola anestesia locale nell’area da trattare, si introduce la cannula e si eroga l’energia laser per il tempo necessario che dipende dal volume e dall’estensione della zona da trattare. Il trattamento varia dai 40 ai 60 minuti per seduta. Possono essere trattate più zone contemporaneamente per modellare ulteriormente la silhoutte. Il trattamento può essere ripetuto senza alcun tipo di rischio tutte le volte che si vuole. Dopo il trattamento vengono applicati dispositivi elastocompressivi e prescritto una modesta copertura antibiotica. La paziente può ritornare subito alla vita normale, non dovendo osservare nessun periodo di riposo precauzionale post-operatorio. Sarà buona norma ricorrere, ad un ciclo di delicati massaggi drenanti mentre è sconsigliato ricorrere a massaggi manuali aggressivi o drenaggi con apparecchiature altrettanto aggressive per almeno 30 gg. Il risultato finale sarà una riduzione del grasso localizzato, rimodellamento della zona trattata e un miglioramento complessivo dell’ inestetismo trattato. Nella pelle lo stimolo indotto alla produzione di un nuovo collagene (neocollagenogenesi) sarà in grado di determinare un effetto shrinkage, cioè la contrazione del collagene che determinano l’effetto lifting simile.


Il Comune Informa

Dott. Giuliano Diodati Assessorato alle Politiche Sociali Piano di Zona - Sanità - Sport Gestione e Manutenzione Impianti Sportivi Grandi Eventi Sportivi

Webiste: www.comune.pescara.it

Città di PESCARA La CARTA della CITTADINANZA SOCIALE: per una strategia di partecipazione del cittadino Il Comune di Pescara ha scelto nell’erogazione dei servizi e nel rapporto con i cittadini l’approccio del miglioramento continuo, in un ottica di valutazione e dialogo costante. In tale ottica garantire la qualità significa monitorare, misurare e verificare il livello dei servizi offerti e coinvolgere i cittadini-utenti nel processo di valutazione. Tale sistema di valutazione garantisce il dialogo sulle specificità dei servizi e si configura come strumento per recepire le istanze dei cittadini-utenti trasformandole in miglioramento della qualità dell’offerta sociale del Comune. Il sistema di partecipazione dei cittadini ai Servizi Sociali si basa su due momenti: 1) l’informazione sui servizi offerti, per cui svolge un ruolo importante la Carta della Cittadinanza Sociale 2) la valutazione dei servizi che utilizza due strumenti fondamentali: - Individuale: la rilevazione, attraverso la customer satisfaction, del grado di soddisfacimento degli utenti; - Collettiva: la partecipazione ai tavoli tematici semestrali da parte degli stakeholders. In tale occasione vengono condivisi i risultati e ascoltate critiche e proposte di miglioramento.

La valutazione del grado di soddisfazione degli utenti si caratterizza per essere uno strumento particolarmente idoneo a cogliere le criticità del sistema. I questionari per la Customer satisfaction sono strumenti in grado di cogliere la peculiarità di ogni servizio attraverso la rilevazione della qualità percepita dal cittadino-utente. L’obiettivo è di promuovere un canale utile, per lo sviluppo di processi trasparenti di miglioramento della qualità dei servizi sociali e per l’attivazione di una comunicazione efficace fra utenza e servizi per l’avvio di un corretto percorso di ricerca valutativa. La modalità di rilevazione è quella della somministrazione di questionari a campione. I dati oltre ad essere utili per il miglioramento dei servizi verranno resi pubblici nell’ottica della massima trasparenza. Il cittadino-utente che intendesse far presente un disservizio e cioè: un cattivo funzionamento del servizio, l’assenza o la necessità del servizio perché l’organizzazione non è in grado di soddisfare tutta la domanda, una semplice segnalazione di una anomalia di qualsiasi genere o esprimere il grado di soddisfacimento del servizio, può compilare il Modulo personalmente e imbucarlo in un’apposita cassetta disponibile presso i locali dei Servizi Sociali dell’Ente; in casi particolari l’utente può avvalersi dell’aiuto del personale di servizio e farsi compilare il modulo da un operatore. I moduli sono disponibili presso: 1. U.R.P; 2. Sportello di Segretariato Sociale (apposito contenitore); 3. Sul Sito WEB del Comune di Pescara: www.comune.pescara.it ; 4. Possono essere richiesti al personale di servizio. Per i servizi di tipo domiciliare o garantiti attraverso le cooperative o associazioni di volontariato i moduli, formulati dalle stesse cooperative o associazioni, verranno fatti recapitare a cura delle stesse.

Numeri Utili DOV’E’ P.zza Duca D’Aosta, 15 Palazzo ex INPS 65121 Pescara ORARI DI APERTURA Dal lunedì al venerdì 8,30 – 12,30 Il martedì e il giovedì 15,30 – 17,30 CONTATTI email: urp@comune.pescara.it fax: 08528105 CALL CENTER: 800482527

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emergenze CONTINUITA’ ASSISTENZIALE NOTTURNA E FESTIVA L’Azienda Sanitaria Locale di Pescara ha attivato il Numero unico aziendale di continuità assistenziale 085 4289790 che i cittadini potranno chiamare per avere l’assistenza della ex Guardia Medica. Sede: Via Renato Paolini n° 49 a fianco al Centro Diabetologico (palazzo rosso) OSPEDALE SANTO SPIRITO Centralino 085 4251 CUP 085 4253232 URP 085 4253201 Pronto Soccorso 085 4252450 Sede: Via Renato Paolini n° 47 www.ausl.pe.it DISTRETTI SANITARI Pescara Nord 085 4253457 Via Naz. Adriatica nord n° 140 Pescara Sud 085 4254032 Via Rieti n° 47 FARMACIE DI TURNO Per info sulle farmacie di turno, quelle di appoggio e le guardie mediche consultate il link: www.ausl.pe.it/farmacie Per informazioni e consigli su farmaci, prodotti da banco, ticket e tutto ciò che riguarda il mondo delle farmacie consultate il sito: www.federfarma.it TELEFONO VERDE Fumo 800 554088 Alcol 800 632000 Anti-Doping 800 896970 Droga 800 186070 Disturbi Alimentari 800 180969 ADHD 800 571661 AIDS e IST 800 861061 Malattie rare 800 896949 Trapianti 800 333033

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GIULIANO DIODATI Nato a Foggia il 10 settembre 1960, residente a Pescara dalla nascita. Sposato e padre di 3 figli. Laureato in medicina e chirurgia nel 1986, specializzato in odontostomatologia nel 1995. Esercita la professione presso il suo studio a Pescara, autore di numerose pubblicazioni scientifiche inerenti prevalentemente la branca dell’Implantologia e della Chirurgia Odontoiatra. Eletto per la prima volta al consiglio comunale nel 2009 nelle file del PD dove ha ricoperto la carica di componente della commissione politiche sociali e sanita’. In questa legislatura ricopre l’incarico di Assessore con delega alle Politiche Sociali, Piano di zona, Sanita’, Sport, Gestione e Manutenzione Impianti Sportivi, Grandi Eventi Sportivi. Tra le priorità del suo mandato di assessore alle politiche sociali ci sono la riapertura della casa di riposo e il rafforzamento del rapporto con le associazioni di volontariato che operano sul territorio.

I principiABRUZZO fondamentali del nostro operare Eguaglianza ed imparzialità I servizi vengono garantiti con equità di trattamento e valutazione nei confronti di tutti i cittadini, senza distinzione di razza, etnia, sesso, lingua, religione e opinioni politiche, condizione sociale o grado di istruzione. Efficacia ed efficienza L’organizzazione dei servizi è ispirata a criteri di efficacia ed efficienza, ricercando le soluzioni organizzative, procedurali e tecnologiche più idonee. Trasparenza ed accesso Viene garantito a tutti i cittadini di conoscere le modalità di organizzazione e funzionamento dei servizi. Continuità del servizio Salvo cause di forza maggiore, è garantita la continuità nell’erogazione dei servizi. Le eventuali interruzioni di erogazione dei servizi o variazioni nelle modalità di gestione, vengono comunicate tempestivamente agli utenti mediante: comunicazione diretta, comunicati agli organi di informazione locale, sito web del Comune e segnaletica negli uffici. Diritti dei cittadini Ai cittadini che accedono ai servizi sociali è garantito l’accesso a tutte le informazioni sui servizi e sulle modalità di attivazione degli stessi. E’ garantito, inoltre, da parte di tutto il personale, il rispetto della dignità umana e delle proprie convinzioni culturali, politiche, filosofiche e religiose. Doveri dei cittadini I cittadini che accedono ai servizi sociali devono rispettare le norme di buona educazione nel rapporto con il personale, gli ambienti, le attrezzature e gli arredi, fornire la massima collaborazione e correttezza nei confronti degli operatori, al fine di rendere più efficace la loro attività, ed evitare comportamenti che possano creare situazioni di disturbo e disagio per altri cittadini e per gli operatori.



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