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el senno di poi son piene le fosse, si suol dire e chissà quante volte avranno ripetuto questo vecchio detto come un mantra lì, allo Studio Ghibli, presso il quale Mamoru Hosoda avrebbe dovuto realizzare Il Castello Errante di Howl. La storia è nota: Hosoda, dopo un periodo di apprendistato in Toei e la realizzazione di numerosi episodi delle serie Digimon e One Piece, approdò nel più celebre degli studi di animazione giapponese, alla corte di Re Miyazaki, per realizzare un lungometraggio (Howl, appunto). Prevedibilmente, ben presto le forti personalità dei due registi collisero e Hosoda venne messo alla porta senza tanti complimenti. Del resto, la storia del cinema di animazione nipponico insegna che Ghibli nasce a uso e consumo di Miyazaki senior (e di lui solo visto che le incursioni cinematografiche del sodale Takahata si contano sulle dita di una mano monca) e non certo per “formare” una nuova classe di animatori. Il povero Goro ne sa qualcosa. Nato a Nakaniikawa nella prefettura di Toyama, studiò inizialmente pittura a olio e poi animazione, finendo, come molti suoi connazionali, in TOEI Animation, colosso dell'industria dell'animazione giapponese (quella che ha come logo il gatto Pero, protagonista del film del 1969 Il gatto con gli stivali). Gli inizi come regista risalgono al 1999, quando Hosoda lavorò a film non particolarmente memorabili quali Digimon, Digimon Adventure e Digimon: Bokura no War Game. L'avere dimostrato una certa versatilità gli aprì le porte del secondo più importante studio di animazione nipponico, forse quello più conosciuto all'estero: lo Studio Ghibli. Nel 2001 a Hosoda viene affidato uno dei film più importanti nella storia recente dello studio: Il castello errante di Howl, ma si scontra con i grandi vecchi dello staff e il film finisce nelle (sapienti) mani di Hayao Miyazaki. Passato per un breve periodo alla pubblicità, Hosoda torna all'animazione in Toei, dove dirige nel 2005 il sesto film di One Piece, L'isola segreta del barone Omatsuri, per poi lasciare nuovamente lo studio e approdare in Madhouse. Ed è qui che avviene la svolta che cambia radicalmente la sua carriera. Non sappiamo esattamente quali divergenze lo portarono allo scontro con Miyazaki-san e compagnia, ma quel che è certo è che Hosoda si vendicò immediatamente dello sgarbo subito da Ghibli realizzando La Ragazza che saltava nel tempo (basato sul racconto di Yasutaka Tsustsui, scrittore del noto Paprika, portato sullo schermo dal mai troppo compianto Satoshi Kon), suo primo

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