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Due e trenta del mattino: la sveglia rimbomba nel silenzio della notte. Mi alzo a fatica, ma dopo un doppio caffé sono pronto, davanti allo schermo. Sony ha un piccolo vantaggio rispetto alle rivali: non ha niente da perdere, soprattutto per quanto riguarda la sua console casalinga. Rinunciando ad ambizioni multimediali ed al velleitario allargamento del bacino di utenti, per ironia della sorte la PlayStation 3 ha ritrovato una raison d’être nell’essenza del suo nome. Il ritorno di The Last of Us e l’annuncio di Beyond: Two Souls danno nuova forza alla console, affascinano la platea e meritano calorosi applausi. Il primo dei due potrebbe essere la definitiva consacrazione dei Naughty Dog, ad un passo dal diventare i principali fautori della “reconquista” della terza PlayStation. Un’incoronazione più che meritata, a cui The Last of Us mira sia per qualità tecniche che per meccanismi ludici. Beyond: Two Souls è l’altra faccia della medaglia, un seguito che mira a migliorare ed ampliare quanto creato in passato da Quantic Dream, occupando un posto unico nell’attuale panorama videoludico. A queste luci sfortunatamente si accompagnano parecchie ombre. Tenebre che sembrano addensarsi minacciosamente sul futuro di PS Vita: le vendite sono deludenti e lo spazio dedicato alla console portatile si limita ad Assassin’s Creed: Liberation, mentre tra gli stand è stato possibile ammirare un nuovo trailer dell’imminente Soundshapes. Situazione poco chiara anche per il mitologico The Last Guardian, terzo progetto di Fumito Ueda: il gioco era assente all’evento e non è stato detto nulla riguardo lo stato di sviluppo, secondo alcune voci fermo. Ormai anche PS Move ed Eye ricoprono un ruolo marginale: merita una menzione solo The Book of Spells, libro interattivo realizzato in collaborazione con J.K. Rowling ed unica esclusiva ad utilizzare adeguatamente le due periferiche. Malgrado i forti contrasti, la conferenza Sony ha comunque dato l’impressione che il marchio PlayStation abbia recuperato una parte dello smalto perduto.

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Un amico, grande appassionato di calcio, trovatosi in mia compagnia poco prima dell’inizio della conferenza, ha proposto questo accostamento europeo: “Ultimamente Nintendo mi ricorda l’Olanda: bella, ma mai vincente”. Condivido appieno questo paragone: la più anziana creatrice di console è una garanzia ed i campioni in rosa non le mancano. L’inizio della conferenza sembra voler sottolineare questa forza, svelando finalmente Pikmin 3. Nata sullo sfortunato Gamecube e stranamente assente su Wii, la serie ritorna in gran forma: un inizio esaltante, merito anche della presenza di un entusiasta Miyamoto. Sfortunatamente si tratta di una piccola parentesi: con l’arrivo di Reggie Fils-Aime lo show perde lo slancio iniziale, impantanandosi tra promesse, dati e chiacchiere. Anche i giochi mostrati sul palco, Batman Arkham City Armored Edition e New Super Mario U, sono costantemente accompagnati da un commento verbale, che ne evidenzia con troppa insistenza le caratteristiche esclusive presenti su Wii U. L’attenzione si sposta sul 3DS, vivacizzando il pubblico: sono annunciati Castlevania: Lord of Shadows - Mirror of Fate ed Epic Mickey: Power of Illusion, seguito spirituale degli Illusion di SEGA, ed un nuovo trailer dedicato a Paper Mario: Sticker Star. Avvicinandosi alla conclusione la situazione precipita: uno dei minigiochi presenti nel futuro Nintendoland è vivisezionato in diretta, mentre poco spazio è dedicato ad altre esclusive come Lego City Undercover o ZombiU. Finito questo strazio, Fils-Aime rientra in scena e spiega la filosofia dietro la nuova console: “Together. Better”. Tutti si aspettavano un colpo di scena, un annuncio a sorpresa. Invece le luci si abbassano e lo show si conclude. Il timido applauso del pubblico è la massima espressione del disappunto comune; la Nintendo avrebbe dovuto convincere e stupire al tempo stesso, ma ha perso un’ottima occasione per farlo. Un errore imperdonabile che dà adito alle feroci critiche riguardanti il Wii U.


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