La Mela

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IL GIORNALINO DEL LICEO E. MEDI DI SENIGALLIA

CADE O NON CADE? QUESTO E’ IL DILEMMA

di Mattia Morsucci

L

a morte del ragazzo Vito Scafidi, di 17 anni, causata dal crollo di un controsoffitto del suo liceo, ha suscitato in tutto l’ambiente scolastico una riflessione sulla sicurezza di questi luoghi pubblici. Credete che la nostra scuola sia del tutto esente da simili problemi? Non proprio direi! Il nostro “caro” liceo ormai compie quasi una cinquantina di anni e, ringraziando il cielo, si regge su solide fondamenta e in maniera ancor più speciale, per parlare filosoficamente, sui pilastri della mente. (continua a pagina 2)

ANNO NUOVO, GUERRA VECCHIA

di Federico Bontempi

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io padre mi dice che in quei posti c’è la guerra da quando era giovane nonno, e che probabilmente non smetteranno mai di sparare. Parlo ovviamente del Medio Oriente. Senza raccontare tutto nei dettagli, si può dire che la creazione nel 1948 di uno stato ebraico in territorio palestinese non sia stata bene accolta dai palestinesi stessi e dai paesi arabi confinanti. (continua a pagina 4)

Legione straniera

di Federico Chiappa

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’ stata definita come un’armata di ladri, assassini, mercenari e avventurieri. Il mestiere delle armi comporta, quando necessario, l’utilizzo della violenza. Ed è a Castelnaudary, nel sud della Francia, che il mondo militare descritto in modo caricaturale dal film “Full Metal Jacket” diventa realtà. Avanzare tra il fango, tra il filo spinato, tra le esplosioni, al freddo, senza porre troppe domande: avanzare…ad ogni costo. (continua a pagina 4)

nUOVO NUMERO!

della Redazione

Quarto numero della mela. Non si tratta di una cifra tipica da festeggiamenti, ma anche quest’anno siamo riusciti a distribuire il non-periodico del Liceo E. Medi. Come tutti gli anni, gli articoli sono stati scritti da alcuni poveri studenti (illusi di ricevere tanti crediti!) che ci hanno versato fatica e sentimento. La “setta segreta del giornalino” festeggia così i suoi tre anni di vita in cene, pranzi, e riti propiziatori rivolti ad Antonucci (diretto discendente della stirpe dei professori responsabili del giornalino) ed alla orba dea fortuna (sperando in future edizioni). Come al solito, ti auguriamo buona lettura e, nel caso tu stia pensando di iniziare subito con i cruciverba e i sudoku, sappi che per le soluzioni devi consultare il nostro sito, perciò bene o male leggerai qualche nostro articolo!! Buona lettura!

WWW.LA-MELA.ORG QUARTO NUMERO FEBBRAIO 2009 ANNO III


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CADE O NON CADE? QUESTO E’ IL DILEMMA

a morte del ragazzo Vito Scafidi, di 17 anni, causata dal crollo di un controsoffitto del suo liceo, ha suscitato in tutto l’ambiente scolastico una riflessione sulla sicurezza di questi luoghi pubblici. Credete che la nostra scuola sia del tutto di Mattia Morsucci esente da simili problemi? Non proprio direi! Il nostro “caro” liceo ormai compie quasi una cinquantina di anni e, ringraziando il cielo, si regge su solide fondamenta e in maniera ancor più speciale, per parlare filosoficamente, sui pilastri della mente. Eppure qualche punto di debolezza non manca: in un angolo esso è costretto a sorreggersi su un armadio, con un bidone sopra a contatto con il soffitto, il quale figuriamoci, rende tutto ancor più solido e sicuro! Se non ci credete, andate a controllare: percorrete il corridoio che conduce alla palestra interna, girate per l’aula magna e, voilà, scoprirete il “misfatto”di tale artigianale puntello. In questi ultimi anni si sono vissuti diversi disagi e inconvenienti nell’edificio che ospita circa mille studenti e in cui ognuno di noi spende quasi metà della giornata. Un esempio eclatante che tutti noi abbiamo certamente notato è il corridoio di collegamento tra le due palazzine, definito ormai con il nome di “tunnel”; credo che un quesito sia nella mente di ogni studente: perché è sempre inondato d’acqua? Ovvio che sia perennemente bagnato nel periodo dei locali “monsoni”, dato ch’è la principale via d’entrata e uscita di tutta la scuola; ma la domanda verte sulla possibile formazione di “stalattiti” e “stalagmiti”(se i tempi fossero geologi). Piove dallo stesso soffitto: l’acqua penetra dal tetto del corridoio, per poi precipitare, come dentro a una grotta calcarea,sulle nostre testoline inconsapevoli. Non ci lamentiamo se le povere bidelle, come nel cartone della Walt Disney “La spada nella roccia”, sono costrette a mettere bidoni e tazzine ovunque, in corrispondenza di ogni sgocciolamento; oppure passano l’aspira polvere (ops, scusate l’aspira acqua) dalla mattina a ben oltre la normale chiusura, per prosciugare la nostra “laguna veneta”. E’ una continua sostituzione di pannelli, del soffitto del tunnel, che come spugne, ci rischiarano la veduta di un mondo tridimensionale. E qual è il miglior amico dell’acqua, se non l’elettricità?! Immaginate solamente le matasse di fili che collegano lampadine o prese di corrente di tutto l’edificio, pensate proprio a dove passano! Tutte le centinai di metri di fili elettrici passano proprio nell’intercapedine del finto soffitto del tunnel, per collegare i due plessi. Ma non solo! Nel tenebroso labirinto, che si estende nel seminterrato (dove c’è il bar), esiste una camera speciale, non quella dei segreti di Potter, la quale ormai può essere adibita ad una vera e propria cisterna, per la raccolta dell’acqua piovana. Non si sa mai, in caso di assedio! Pezzi d’intonaco ovunque, rigonfiati dall’acqua stessa, dove cresce addirittura il muschio; quindi se avete problemi per il presepio…sapete dove andare! Tuttavia lo stagno che si è creato è “protetto” da “cari”amici, i cavi elettrici, i quali sono sparsi in ogni dove a difesa dell’habitat naturale delle fauna studentesca. Rimanendo sempre in tema acquatico, non si puo’ tralasciare il percorso ad ostacoli dell’entrata in Piazza Toti: ogni mattina che ci passo, mi calo nelle vesti di un marine e mi immedesimo nel personaggio di un classico film militare, dove l’addestramento di soldati in tute mimetiche sotto la pioggia è ormai scena consueta; così tra un fossato e l’atro, per il terreno impervio, riesco ad uscirne intatto, pronto ad affrontare la fatica quotidiana della giornata. A meno che, allo sfrecciare della classica macchina che ti sfiora a un millimetro, non si sollevi un’onda anomala pari alla tua altezza, lasciandoti una sola certezza: quella di pensare che più fradicio di così non potevi diventare! Credo che molti di voi, a parte il tecnologico, non conoscano la storia del secondo piano, plesso uffici! Dovete sapere che le quattro aule che lo formano, sono state costruite di recente, diverso tempo dopo l’edificazione del restante edificio scolastico, per il nobile fine di accogliere nuovi cervelli. Ma in tutta le medaglie esiste sempre una doppia faccia, ed ora più che mai si notano le conseguenze. Spesso, in questo periodo di bufere, il soffitto (fax simile di quello del tunnel, cioè con i pannelli che nascondono un ampio spazio vuoto, tra loro e il vero e proprio tetto) va a ritmo di vento: i pannelli si alzano a turno, per eseguire una sorta di melodia del terrore a cui gli studenti, ormai si sono abituati. Tuttavia non finiscono qui i problemi: sempre nella stagione autunno-invernale, la famosa acqua, fedele inquilina della scuola, riesce a penetrare ovunque, addirittura attraverso le cornici, delle finestre. Così, accumulandosi sulle mensole, forma laghi, fiumi, affluenti, ed emissari, ed è solo merito dei prodi studenti che, grazie alle sbiadite tende, riescano ad arginare a mo’ di diga, il puro elemento. Porte antipanico a volte bloccate, muri simili ad una groviera, finestre incontrollabili, studenti costretti a girare con le gondole: questi LA MELA, il frutto della conoscenza background image by Dubtastic, sotto CC. e altri disagi incombono sul nostro “adorabile” liceo….e ancora c’è molto da scoprire! PAGINA 02


Three is meglio Q che Four

uest’anno forse più degli altri possiamo ben dire: “Anno nuovo vita nuova!” Eh si, perché tornati a scuola ci troveremo ad affrontare un nuovo di Roberta Beretta quadrimestre, ciò implica teoricamente, e sottolineo teoricamente, niente più compiti in classe per un po’. Purtroppo tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare! Alcuni professori si sono salvati in extremis con test scritti validi per l’orale, ma non tutti sono riusciti a finire per tempo i vari giri di interrogazioni o compiti visto che, trimestre o pentamestre che sia, bisogna comunque svolgere tre prove scritte e almeno due orali per materia. La domanda che penso tutti si siano posti almeno una volta da Settembre: “E’ cosa buona e giusta questa novità oppure no?”. Considerando che, ad essere ottimisti, di media nel nostro istituto ci sono sei/sette materie in cui dobbiamo studiare molto, facendo due conti rapidi vediamo che in tre mesi la situazione si complica alquanto. Non dimentichiamoci poi che tutte le ore fortunatamente non sono dedicate ai test ma ce n’è una buona parte dedicata alla spiegazione; poi ore di laboratorio, assenze e imprevisti vari portano a ritardi consistenti nella programmazione; insomma per noi studenti non è poi così tanto una buona cosa questa nuova suddivisione dell’anno scolastico. Ma perché è stato deciso così? Allora, come è noto, la causa principale, non so se unica, è stata quella molto discussa l’anno scorso del recupero del debito. Il primo quadrimestre diventa trimestre per dare l’opportunità di sfruttare alcuni giorni a Febbraio, dopo gli scrutini, per svolgere corsi di sostegno e per verificare se lo studente ha sanato le proprie lacune o meno. Per chi si ritroverà con il debito dovrà passare tre giorni a scuola per frequentare i corsi di recupero, gli altri invece potranno godersi altri preziosi giorni di vacanza e riposo. Vogliamo considerarlo un incentivo a studiare di più? Adesso guardiamo avanti: che ci dobbiamo aspettare dal pentamestre? La situazione si alleggerirà visto che dobbiamo fare le stesse cose ma con due mesi in più? Speriamo! E intanto cominciamo a vedere come vanno questi scrutini. Buona fortuna a tutti!

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Che fine hanno fatto le nostre chiavette?

agazzi vi ricordate le famose chiavette rosse o blu! Si proprio loro, quelle che, quando dimenticavi il tuo portafoglio a casa ti salvavano la vita da un sicuro digiuno, quelle che si sostituivano a diffidenti e spilorci compagni di classe. di Erika Stroppa Ormai da due anni questi straordinari mezzi di sopravvivenza non sono più in circolazione. Prendersela con l’amministrazione scolastica è inutile, quanto sbagliato: i veri colpevoli di questa privazione sono i gestori del bar. Infatti i vecchi distributori che ci permettevano anche l’utilizzo delle chiavette erano di proprietà di altre aziende. Ma da quando la “gestione delle merende” è passata in mano al gestore del bar, sono scomparsi le nostre vecchie macchinette, insieme alle nostre indimenticabili chiavette. Da due “angosciosi” anni il destino di ogni studente è costretto a vedersela con tutte le tipologie di imprevisti, a cui si può andare in contro durante quei fatidici 15 minuti di ricreazione: minuti preceduti da incessanti e spesso vane ricerche di ogni genere di centesimo, nei posti più nascosti e misteriosi dei nostri portafogli e delle nostre tasche. Due anni fa, la soluzione a questo problema era efficientemente trovata, senza estenuanti ricerche o umilianti richieste di prestiti a compagni personificati in veri e propri usurai, con il semplice utilizzo delle nostre care e vecchie chiavette. Questo non è stato altro che una privazione nella vita di ogni studente. Ora l’unica cosa che ci rimane è un lontano e sbiadito ricordo.


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Anno nuovo, guerra vecchia

io padre mi dice che in quei posti c’è la guerra da quando era giovaDI FEDERICO BONTEMPI ne nonno, e che probabilmente non smetteranno mai di sparare. Parlo ovviamente del Medio Oriente. Senza raccontare tutto nei dettagli, si può dire che la creazione nel 1948 di uno stato ebraico in territorio palestinese non sia stata bene accolta dai palestinesi stessi e dai paesi arabi confinanti. Ma Israele, forte dell’appoggio americano, si è fatto sempre più potente, capace di iniziativa autonoma, e ha saputo superare le mille difficoltà che gli si presentavano davanti. Dopo aver vinto la guerra dei sei giorni nel giugno del 1967 lo stato con la stella di David ha occupato la famosa striscia di Gaza e altri territori prima in mano araba. L’occupazione è durata fino al 1994, cioè fino agli accordi israelo - palestinesi di Oslo, in base ai quli la striscia sarebbe dovuta passare sotto l’ANP (Autorità Nazionale Palestinese). Ma tale passaggio è stato problematico a causa della resistenza opposta dai coloni ebrei che non volevano lasciare certi loro insediamenti. Ai palestinesi non restava che indire Intifade e combattere Israele con la tattica della guerriglia e lo spregevole lancio di razzi sulle città israeliane da parte di Hamas. E tutt’ora la situazione è più o meno la stessa: bombardamenti aerei, rapimenti di soldati, missioni di recupero, provocazioni da parte di altri stati o nei loro confronti (la recente guerra condotta da Israele contro il Libano per esempio) e ogni scusa è buona per dare la colpa all’altro. Neanche a dirlo, chi più ci rimette da questa situazione sono i civili, soprattutto quelli palestinesi. E anche quest’anno è stato inaugurato da salve di razzi sparate contro edifici civili israeliani, ai quali Israele, dopo aver avvertito a lungo delle conseguenze possibili, ha risposto con una nuova poderosa offensiva in territorio palestinese (operazione Piombo Fuso) per risolvere una volta per tutte il problema, bombardando prima con l’aviazione e irrompendo poi nella striscia con uomini e mezzi in una operazione di terra. Il responsabile principale di questa reazione è senza dubbio il “governo” di Hamas che controlla la striscia di Gaza, appoggiando anche azioni terroristiche e non facendosi scrupoli nell’usare i cittadini come scudi umani (spesso i terroristi si rifugiano in case abitate da famiglie con bambini). Sembra che le cose stiano volgendo al peggio, tant’è vero che i generali israeliani ultimamente hanno ostacolato l’invio di aiuti umanitari da parte della Croce Rossa e inviato truppe sul confine libanese, dove operano solo in teoria le forze dell’Onu e da cui partono altri razzi diretti verso sapete voi dove. A nulla sono servite le richieste di un “cessate il fuoco” da parte dei vari organi internazionali, perché Israele sostiene che nessuno stato estero può decidere della sorte dei suoi cittadini. Per ora i carri armati continuano ad avanzare e a mietere vittime, e dalle dichiarazioni di Olmert (il premier israeliano) si capisce che non si fermeranno tanto presto. Israele ha reagito come avrebbe fatto qualsiasi altro stato al suo posto, nell’interesse degli abitanti delle città colpite dai razzi e facendo capire ad Hamas che è l’unico responsabile della morte di civili innocenti. L’Onu e le democrazie occidentali parlano di pace, di tregue… ma per loro è facile fare questi discorsi visto che i loro cittadini si svegliano con il rumore di una sveglia, e non con quello di un’esplosione.

. . E il Millennium bug? DI MATTIA PIERPAOLI

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ome non si può ricordare quel fatidico 31 dicembre 1999, quando l’umanità era indecisa se festeggiare l’anno nuovo oppure temere l’apocalisse? Tutto ebbe inizio nel 1984 quando Jerome e Marilyn Murray scrissero un libro chiamato “Computers in Crisis” che ipotizzava che un banale errore nella data dei computer avrebbe frainteso l’anno 2000 con il 1900, con conseguenze disastrose da immaginare. Talmente difficili da sostenere che, nell’allarmismo generale, furono investiti 300 miliardi di dollari per far fronte alla paura di un fantascientifico collasso informatico. In Italia il problema venne screditato e non destò particolari attenzioni, mentre in altri Paesi, come negli Stati Uniti, venne a formarsi una nuova commissione tra FEMA (Federal Emergency Management Agency) e Homeland Security per affrontare l’imminente emergenza. Come finì questa storia, lo sappiamo tutti: sfortunatamente per profeti e santoni non successe nulla, tranne per alcuni cellulari di una compagnia telefonica giapponese, che eliminarono alcuni messaggi perché considerati molto vecchi e, in Australia, alcune macchine per obliterare i biglietti dell’autobus che smisero di funzionare. La fregatura del baco del millennio aveva però portato ad un aumento delle vendite di prodotti inscatolati e liofilizzati, soprattutto nei paesi dove si era affermata maggiormente la paura verso una futuribile apocalisse. Per adesso l’abbiamo scampata, ma alcuni tecnici hanno riscontrato altri “bachi informatici” per il 2038 e per il 10000. Ma per quest’ultima data non penso che dovremmo porci il problema.


TUTTIPAZZI PER LA Wii

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on è la più veloce, non è la più funzionale e soprattutto non è la più economica, non supporta neanche l’alta definizione e non legge nemmeno i DVD, ma allora perché ha così tanto successo ? Semplice: è molto ma molto più interattiva di quanto non siano Xbox DI ALESSANDRO TERENZI 360 e Playstation 3 messe insieme, la Wii non dispone nemmeno di un vero e proprio controller, dispone di due telecomandi collegati fra loro ma indipendenti dalla console visto che sono collegati a questa ultima via wireless. Ma la cosa più interessante rimane comunque come si utilizzano i due controller: essi sono dotati di accelerometri e giroscopi, che permettono loro di individuare la posizione nello spazio, ciò vi consente di impugnare a seconda del gioco una spada laser , una mazza da baseball, una racchetta da tennis o il volante di una macchina ! È proprio questo ciò che sta alla base del successo della console di casa Nintendo: l’interattività. La gente si è stancata della solita console che punta solo sulla grafica, la Wii è una console per tutti da 0 a 99 anni, nessuno escluso, con la Wii si rivelano più divertenti quei giochi che spesso in passato si sono rivelati i più noiosi; un esempio... vi ricordate il golf della playstation 1 ? Una vera e propia noia! Con la Wii imbraccerete davvero una mazza da golf e sarà il vostro braccio ad imprimere la forza al colpo e non il solito giochetto in cui dovete premere il tasto al momento giusto. La Wii non grida certo al miracolo per quanto riguarda aspetti come la grafica o la multimedialità; infatti graficamente i suoi giochi risultano un po’ semplificati e come gia detto, nonostante legga i DVD dei giochi, non è in grado di riprodurre i film, ma ciò non è importante. L’importante è che a un prezzo accettabile (circa 249 euro con il gioco Wii sports incluso) vi permette di portare a casa una forma di intrattenimento completamente nuova, totalmente diversa da tutto il resto, la Wii è inimitabile. è probabilmente un pezzo di storia nel mondo dei videogiochi. Non sono solo io a dire ciò, sono i dati che parlano. La Wii infatti, pur essendo uscita dopo le sue rivali, ha superato solo dopo pochi mesi le vendite di Xbox 360 registrate in un’ anno e mezzo, e al momento risulta introvabile in molti negozi. Nei giorni natalizi si sono registrate talmente tante vendite che era è impossibile o quasi, trovarne una nei grossi centri commerciali di Senigallia e addirittura di Ancona !In compenso è molto facile trovare Playstation 3: visto il costo...non vanno di certo a ruba! In conclusione possiamo dire che gran parte del successo della console della casa nipponica è dovuto al suo sistema di controllo, di cui al momento non esistono rivali; infatti solo la Playstation 3 ha inserito all’interno del suo controller il Sixaxis degli accelerometri, ma il risultato è una funzionalità scarsamente utilizzata dai videogiochi e del tutto malriuscita. Vi posso dire per esperienza personale che: se cercate una console solo, e dico solo, per divertirvi, siete sulla strada giusta; se cercate un sistema di home entertaiment, siete sulla strada sbagliata. Piuttosto vi consiglio l’Xbox 360 che, ad un prezzo decisamente accattivante ( da 179 euro in su), vi propone un’esperienza più completa, ma che non sfiora neanche lontanamente il livello di coinvolgimento raggiunto dalla nintendo Wii.

Legione straniera

E’

stata definita come un’armata di ladri, assassini, mercenari e avventurieri. Il mestiere delle armi comporta, quando necessario, l’utilizzo della violenza. Ed è a Castelnaudary, nel sud della Francia, che il mondo militare descritto in modo caricaturale dal film “Full Metal Jacket” diventa realtà. Avanzare tra il fango, tra il filo spinato, tra le esplosioni, al freddo, senza porre troppe DI FEDERICO CHIAPPA domande: avanzare…ad ogni costo. La Legione Straniera cerca di trovare un senso alla guerra, di ricondurla ai bisogni elementari dell’uomo e di estrarre l’animo guerriero in esso assopito. Si lascia un passato di sconfitte e di guai, per intraprendere un percorso fatto di ferrea disciplina e di rinunce. Vengono ammessi alla Legione solo individui non aventi passaporto francese. Se si riesce a superare la fase di preselezione, si firma un contratto di 5 anni, al termine dei quali la legione assegna al soldato un passaporto francese con una nuova identità: viene data ad esso, quindi, l’opportunità di chiudere con un passato che si vuole dimentare e di cominciare una nuova vita con una nuova identità. Il soldato che esce dalla legione (e non è detto che riesca ad uscirne) è un uomo totalmente cambiato, un uomo nuovo. I legionari sono inviati in tutto il Mondo, a partire dalle missioni umanitarie fino ad arrivare a missioni estremamente “calde”: quasi tutti i legionari, infatti, si sono trovati a sostenere scontri a fuoco. La legione si trova attualmente impegnata in Afghanistan, nel Kosovo, nel Ciad, in Costa d’Avorio e nella Guyana. Alla Legione si è sempre tenuti sotto una forma estrema di stress psico-fisico;ci si ferma solo per cantare: la Legione ha infatti un vasto repertorio di tradizioni e di mistici ed antichi culti legati alla dimensione della morte. Nella Legione il ruolo più importante è svolto dalla disciplina: i ribelli vengono subito costretti a rigare dritto, e chi ha voglia di menar le mani viene messo in carcere o espulso. Ai legionari viene anche insegnato il francese, unica lingua parlata durante il corso: nella legione si arruolano statunitensi, italiani, tedeschi, spagnoli, slavi, russi, cinesi…insomma, persone da tutto il Mondo. Il fatto di parlare il francese, oltre che avere utilità pratica in combattimento, svolge anche la funzione di “collante” che accomuna i legionari, a prescindere dalla loro cultura e dalla loro religione. I legionari, di fatto, combattono per la Francia, ma giurano fedeltà solo gli uni agli altri, solo alla Legione. La legione rappresenta e rappresenterà per loro sempre una patria (di qui il motto “Legio patria nostra”).


Make up autunno/inverno 2008-09 di Giulia Zampa

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protagonisti assoluti della nuova stagione sono gli occhi. In questa stagione il nero conquista i cosmetici chic e lo troviamo ovunque: sugli occhi, sulle unghie e eccezionalmente sulle labbra donando un aspetto molto gotico. Ritorna nuovamente lo smoky eye, punto forte della stagione, proposto principalmente nella tonalità classica del grigio antracite e nero ma che lascia spazio anche a nuove tonalità come ad esempio il blue. A questo punto molte di voi si staranno chiedendo in cosa consista questo tipo di maquillage che è sempre più in voga nelle passerelle degli stilisti più famosi. Carmelo Grassi, il make-up artist di Shu uemura, ci ha indicato come procedere passo dopo passo per un risultato perfetto. • Delinea il contorno degli occhi passando alla base delle ciglia superiori e inferiori con

una matita nera correggendone gli eventuali difetti ma evita un tratto preciso: ti consigliamo di tratteggiare il tratto o di picchiettarlo partendo dall’esterno verso l’ interno. Poi sfumalo con un pennellino o col dito. Fai in modo che l’attaccatura delle ciglia sia nerissima! • Fissa il tratto impreciso della matita con l’ombretto marrone testa di moro tenendolo pesante, per poi sfumarlo verso le sopracciglia miscelato con l’ombretto grigio antracite. • Passa alla parte inferiore dell’occhio sfumando i due ombretti miscelati sul tratto appena sotto le ciglia. L’importante è che il trucco non abbia un aspetto troppo curato e preciso, ma abbia un effetto “vissuto”. • Per un effetto glamour, più brillante e luminoso, puoi usare due ombretti, uno prugna e/o uno blu notte. Scurisci l’incavo delle palpebre sfumando il colore (di un solo ombretto o anche di entrambi) verso le sopracci-

La redazione

glia. • Importantissimo il mascara. Per un effetto ciglia finte il procedimento è questo: passa il mascara con un movimento a zig zag (per raggiungere anche le ciglia più piccole) solo alla base delle ciglia. Passa al secondo occhio e fai lo stesso procedimento. Ritorna al primo, riparti dalla base delle ciglia e allungale verso l’alto. Fai lo stesso sul secondo occhio. Poi torna sul primo occhio e passa solo sulle punte delle ciglia. • Per finire, passa il kajal nella congiuntiva e per creare un punto di luce sotto le sopracciglia, applica un ombretto avorio, beige, o meglio argento, colore di moda il prossimo anno. E per il resto del viso? “Opta per un incarnato perfetto, opaco o satinato, con un blush rosato o salmone (preferibilmete non aranciato) e un rossetto beige/rosato con effetto satinato (vietato il gloss, dona un effetto troppo sbarazzino). Per quan-

de “La Mela”

to riguarda le sopracciglia, se desideri l’aria un po’ selvaggia e anticonvenzionale di chi non dà troppa attenzione a come si trucca, pettina semplicemente le sopracciglia verso l’alto, con un gel per sopracciglia. Se invece vuoi apparire curata e femminile, delinea le sopracciglia con l’aiuto di una matita.” Per chi non ama questo tipo di trucco una delle tendenze più di moda per il make up di questa stagione punta tutto sul metallo prezioso per eccellenza: l’oro. “L’oro illumina la pelle, gli occhi, l’incarnato, riscalda il décolleté e le spalle nude, e fa scintillare le mani, rendendo il look ultra glamour.” Per un look un po’ vintage azzardate pure con i colori fluo! Rosa bonbon, giallo e blu passano dai vestiti agli occhi per un effetto molto glamour. Per eseguire ciò stendi questi colori sulle palpebre e valorizzale con un tratto di eye-liner nero “Stile Cleopatra”.

GIULIA ZAMPA FEDERICO BONTEMPI GIOVANNI ALESSANDRO D’AVANZO TERENZI FEDERICO MATTIA CHIAPPA PIERPAOLI ERIKA ANDREA STROPPA NATALUCCI

MARTINA MANIERI

>> MATTIA PIERPAOLI (5AT) grafica e scrittore // MATTIA MORSUCCI (3AT) scrittore // MARTINA MANIERI (4BL) scrittrice // ALESSANDRO TERENZI (4AS) scrittore // FEDERICO CHIAPPA (5AT) scrittore // ROBERTA BERETTA (4AT) scrittrice // FEDERICO BONTEMPI (5AT) scrittore // GIULIA ZAMPA (4AL) scrittrice // ANDREA NATALUCCI (5AS) scrittore // ERIKA STROPPA (5BT) scrittrice // GIOVANNI D’AVANZO (4BL) scrittore // ANTONUCCI CORRADO prof. coordinatore. Un ringraziamento anche a MARGHERITA MAINERO.

ROBERTA BERETTA

MATTIA MORSUCCI


LA MELA

La tecnologia: il nuovo morbo

il frutto della conoscenza background image by DonnaGrayson, sotto CC

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di Martina Manieri

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e vi è capitato di sentire da un vostro amico, frasi del tipo:“Cavoli, inserendo i tags che mi hai suggerito è uscito il link che volevo, ma quando ci ho cliccato sopra è uscito un bug e il computer è andato in stand-by… ” e non avete capito neanche l’argomento a cui alludeva, non preoccupatevi: vi siete semplicemente trovati di fronte a uno dei tanti che hanno consacrato anima e corpo alla tecnologia. Questi individui, moltiplicandosi a macchia d’olio, hanno praticamente invaso ogni strato della popolazione, costituendo una nuova specie che ha ormai quasi sostituito quella precedente. Chi sono queste creature? Da dove vengono? Come distinguerle dai comuni esseri umani? In realtà non esiste una definizione unica che vada bene per l’intero genere. Questi soggetti, che chiameremo tecnottenebrati, presentano tratti diversi,

ma sono tutti accomunati dalla passione per un oggetto tecnologico: ci sono ad esempio quelli fissati per la play-station, quelli che vivono davanti a un computer, altri che sono ossessivamente attaccati al cellulare o all’i-pod. Sicuramente ne avrete uno anche nella vostra classe: lo potete riconoscere individuando poche semplici caratteristiche. -entrano in classe con le immancabili cuffiette nelle orecchie: potete sentire il loro hard-rock o il loro house da due metri di distanza e non abbandonano mai il loro mp3 (neanche per fare il bagno); -trascorrono le ore scolastiche con il cellulare in mano, mandando sms a non si sa chi (probabilmente a numeri inventati) o giocando a snake; -hanno strani tic alle dita perché digitano troppo spesso sulle tastiere oppure sfiorano qualsiasi cosa perché sono fermamente convinti che tutto abbia un tou-

ch screen; -camminano in modo strano (alcuni saltellano, ispirandosi a super Mario, altri, più avanzati, camminano sui muri, grazie alle lezioni di Prince of Persia ); -usano, durante le conversazioni, un linguaggio ispirato ai videogiochi e formano una vera e propria comunità con tutti coloro che condividono e comprendono i loro deliri; -parlano continuamente delle novità scoperte sul web, come siti pieni di test idioti o video altrettanto sciocchi; -quando ascoltano la musica fanno solo ondeggiare un po’ la testa (non ingannatevi pensando che abbiano uno spiccato senso del ritmo: sono solo spinti dai loro neuroni che,disorientati dalla musica, sbattono da una parte all’altra del cranio) e continuano a farlo anche ore dopo aver spento l’mp3. Allora, avete scorto qualche tecnottenebrato? In caso affermativo non perdete il controllo

della situazione: comportatevi come se niente fosse e se pensate di non appartenere alla sua categoria, evitate con lui discorsi che vi possano mettere in difficoltà. Se proprio vi trovate in una condizione critica e non vi volete convertire alle sue idee, sorridete gentilmente e allontanatevi lentamente con una scusa. Infatti anche solo contatti sporadici con questa specie potrebbe portarvi a contrarre il morbo della tecno-mania; inoltre diffidate sempre di ogni oggetto tecnologico: rischieremo altrimenti di diventarvi dipendenti, dimenticando che la vita non è in uno schermo a cristalli liquidi.

L’ascesa e l’uscita di eminem di Giovanni d’Avanzo

I

n questo periodo forse vi sarete chiesti che fine abbia fatto il tanto decantato rapper Eminem: in effetti ci troviamo di fronte ad uno dei tanti casi di cantanti pop, che dopo aver avuto grande successo, non sono riusciti a rimanere sulla cresta dell’onda, dunque sono successivamente spariti dalla circolazione. Purtroppo anche Eminem, ha avuto questo destino nonostante fosse un personaggio aggressivo e prepotente; quindi, teoricamente piu difficile da rimuovere dalle menti di un pubblico, che come oggi ha sempre piu bisogno di personaggi alternativi. Eminem e stato l’unico rapper bianco a conquistare la scena, generalmente dominata dai gruppi neri dei ghetti: questo l’ha senza dubbio aiutato alla scalata al successo, che dalla

data di uscita del suo ultimo disco, “Encore”, è svanito in un imbarazzante silenzio. Non si è piu sentito parlare di lui: come mai? Sono state divulgate tantissime informazioni: della sua dipendenza da droghe e psicofarmaci, dell’affidamento della figlia dopo la separazione dalla moglie, dalla sua presunta sieropositivita a causa della sua ben nota promiscuità sessuale. Ora a 36 anni, appena compiuti, si riaffaccia sulla scena: annuncia l’uscita di un nuovo album dal titolo: ”The funeral” e un nuovo libro “ The way I am”, dove spiega il perchè di un silenzio cosi lungo da compromettere una brillante carriera. Questo, piu che un libro, è uno scrap book pieno di disegni e testi scritti a mano; il libro contiene anche un dvd con imma-

gini e filmati inediti: il rapper cerca di far luce sugli anni più controversi che hanno segnato la sua fenomenale ascesa (come del resto aveva fatto con il film “8 mile” che gli valse l’oscar come miglior colonna sonora). L’esperienza che lo ha indotto a riflettere, e a prolungare il suo silenzio, racconta, è stata la morte dell’amico “Proof”, appartenente al gruppo D12 (di spalla nei concerti, ucciso in una rissa proprio a 8mile, Detroit). Dichiara il rapper: ”Proof era per me una roccia, la sua scomparsa mi ha messo in ginocchio; ancora oggi a 2 anni dalla sua scomparsa non riesco a immaginare come potrei andare in tour senza di lui). L’editore Brian Tart, che ha pubblicato “The way I am”, afferma che l’unico motivo che tiene la star lontano dal palcoscenico

è l’avversione per la celebrità. Doveva scomparire per non rimanere intrappolato nello “star system”. Eminem nel suo libro conferma: ”sono nato come artista underground, non ho fatto mai musica per vendere e soprattutto per svendermi”. Io preferisco interpretare la parabola di eminem in altro modo: Gli artisti godono di un successo effimero, che va e viene a seconda delle mode. Una volta finito, risulta essere importante ritornare ad avere una vita normale, imponendosi le regole di una corretta condotta morale.


Orizzontale 5. Il rappresentante d’istituto e capo del giornalino. 7. Quello delle ragazze triplica di volume durante l’anno. 9. Il destino delle quinte. 10. Bob l’aggiustatutto gli fa un baffo. 11. Lo è chi fuma. 12. Il rappresentante dal soprannome più corto. 14. Il voto-salvezza di ogni studente. 15. Il mese preferito dagli studenti. 16. Ha il suo orticello e ne va fiero. 18. Lo era E. Medi. 20. La meta all’intervallo. 22. Dona pace e tranquillità all’atmosfera del liceo. 23. La resa dei conti. 25. Il gioco più diffuso fra i banchi. 27. E’ una specie in via d’estinzione. 29. Lui può. 30. Non c’è nei bagni. 32. Il luogo edenico della scuola. Verticale 1. La bibliotecaria. 2. Il giornale più letto nel nostro liceo. 3. Non ci hai mai messo piede, se non per prendere un vocabolario. 4. Tecnico di fisica. 5. Quel segnetto fastidioso che ti rovina la media. 6. Non mie. 8. Quando sei interrogato. 13. Il prof in pensione che ogni tanto si scorge fra i corridoi.. 15. Odia gli spifferi d aria anche d’estate. 16. “Lei” in dialetto. 17. Nessuna volta. 19. Sopra. 20. Manca sempre al tuo piano. 21. L’entità spirituale che ha scritto questo stupido cruciverba. 22. In quello del liceo ci puoi trovare gli esercizi dei tuoi prof! 23. Insegna da tanti, tanti, tanti anni. 24. Il nuovo santo protettore del giornalino. 26. Il suo cognome è impronunciabile. 28. La fatidica E. del nostro liceo. 29. Può essere ispiratrice. 31. Tu.

SVAGO

Rompicapo: 1. Siamo, nel 1987... Alcuni mesi hanno 31 giorni, alcuni mesi hanno 30 giorni. Quanti mesi hanno 28 giorni? 2. Perchè un uomo che vive a Winston-Salem (Nord Carolina) non può essere seppellito ad ovest del Mississippi? 3. Se oggi è Lunedì quale è il giorno dopo il giorno prima il giorno prima di domani? Le soluzioni sul sito della mela

La Mela e’ il giornalino del liceo E. Medi di Senigallia (AN). Non è un periodico, ne una rivista, ma il frutto del lavoro di 11 ragazzi del liceo. Per consigli, articoli, o per lasciare semplicemente un commento, contattaci tramite il nostro sito: www.LAMELA.org. PS. Se non afferri l’umorismo della vignetta a lato non sono problemi nostri!!

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