ASD Circolo Pattinatori Grosseto 1951

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Roberto Guerrini

sessant’anni di storia ... e un po’ di cronaca

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Sessant’anni di Storia

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prefazione Ricordare vuol dire anche riscoprire. Non lasciare che muoiano le cose belle e nemmeno quelle meno belle, momenti del passato che avevamo chiuso in qualche cassetto della memoria e lasciati lì, dimenticando le gioie che ci avevano dato, le delusioni, ma anche quanto avevano rappresentato nella nostra vita. Ricordare l’hockey a Grosseto significa tutto questo. Tornare a quei ragazzi del dopoguerra che, usando attrezzature di emergenza, spesso costruite da soli, attrezzature che oggi farebbero sorridere, correvano sui pattini negli spiazzi di Piazza De Maria (in città andavano ricostruite le case, figurarsi se si poteva pensare a una pista di pattinaggio!), e sentivano dentro lo spirito della loro città, pronti a qualunque sacrificio, pur di portarla il più in alto possibile. Quei ragazzi dei primissimi anni Cinquanta, si chiamavano Dedo (Sensini), o Roberto (Guerrini), o Marco (Mariotti), e, prima seguendo solo le “regole” della strada, quelle cioè che nessuno aveva mai scritto, ma che i ragazzi si davano da soli, in seguito “regolati” da altri, giovani o meno giovani, come Mario Parri, in società e squadra, affrontarono campionati e gare. Era la Grosseto che rinasceva dalla guerra, quella città chiusa (o quasi) dentro le sue Mura che voleva risorgere, scoprire emozioni nuove, respirare l’aria della libertà che fino ad allora era stata proibita. E’ sciocco chi dimentica ciò che è stato e pensa di vivere il presente senza la forza del passato. E così quei ragazzi di allora, (o almeno quelli che sono rimasti), si sono imposti di non dimenticare, di far conoscere anche a coloro che allora non c’erano, quel che ha rappresentato il Circolo Pattinatori Grosseto, così si chiamò a partire dal 1951, gli inizi eroici, la crescita, i momenti delle corse di pattinaggio su strada che portarono a Grosseto anche titoli italiani e, successivamente, perfino mondiali. Di tramandare quel “miracolo hockeystico degli anni Sessanta” , dei tempi del presidente Gianni Marini, anni in cui la squadra di hochey si allenava sul piazzale fuori le Mura e andava a giocare sulla pista di Follonica; di rievocare la gioia del campo, che venne inaugurato nel 1966 e che l’alluvione sommerse dopo una manciata di mesi, ma che fu ripulito e rimesso a nuovo dagli stessi dirigenti e dai giocatori; e, ovviamente di ricordare le vittorie (primi nei Campionati di Promozione del 1957, 1961, 1962, 1963), l’anno in cui venne sfiorata la promozione in serie B, la serie A, e le altalene fra la serie A e la Serie B… La vita del Circolo Pattinatori Grosseto è più di una vita, perché assorbe quelle degli atleti, bravi e meno bravi, giovani e meno giovani, che riuscirono a esaltare questa città, quando aveva ‘le toppe sul sedere’, come


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dicevano i nostri vecchi, quando arrivò il boom economico e si viveva bene, e durante gli anni d’oro (per il Circolo Pattinatori) dal 1970 al 1986, durante i quali arrivarono titoli nazionali e perfino la medaglia d’oro ai Giochi della Gioventù (1980). Poi l’oblio e oggi la voglia di rinascere. Il Nuovo Circolo Pattinatori, come una mitica Fenice, è rinato dal cuore di uno dei suoi portabandiera più prestigiosi, Massimo Mariotti, e la sua idea è stata immediatamente accolta con entusiasmo da un altro “grande” dei pattinatori grossetani, Roberto Guerrini. Siamo tornati, sembrano dire, e ripartiamo da zero (o quasi) come allora, come sessant’anni fa, quando si correva e si giocava ma la pista non c’era. Nemmeno oggi a Grosseto la pista (coperta perché questo è indispensabile oggi, per disputare campionati) c’è. Ma è rinato l’entusiasmo e la voglia di fare, di sacrificarsi, di competere nel nome e con il nome della città. Questo libro mancava. Ed è bello che sia arrivato. Che ricordi la storia, i personaggi, che riproponga immagini fotografiche ma anche “palmares”, giocatori e dirigenti, giorni felici e giorni tristi. Per non dimenticare, per non perdere un pezzo della nostra stessa vita, della vita della nostra città. Il Circolo Pattinatori fa parte della storia di Grosseto. E’ bene che dalle ceneri risorga con nuovo vigore. E’ d’obbligo ringraziare chi ha avuto l’idea di farlo e ha trovato la forza per poterlo fare. Ed è altrettanto importante ringraziare chi darà una mano perché possa essere fatto. Claudio Bottinelli


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ringraziamenti Un ringraziamento a tutti coloro, ex atleti, atleti, dirigenti e sportivi che hanno contribuito alla realizzazione di quest’opera mettendo a disposizione i reperti in loro possesso: fotografie, a volte datate più di mezzo secolo, ritagli di giornali consunti, che hanno fornito una valida testimonianza per narrare una storia lunga sei decadi … e un po’ di cronaca del Pattinaggio e dell’Hockey Grossetano dalla sua nascita fino ai nostri giorni. Un ringraziamento particolare a BRUNO PARISOTTO, che con grande perizia e con pazienza certosina ha digitalizzato tutta la documentazione raccolta, si parla di oltre 3000 documenti, rendendola facilmente accessibile e costituendo un archivio storico unico che verrà inserito nel sito ufficiale del Circolo Pattinatori Grosseto 1951. Un sincero ringraziamento a RAFFAELE BIANCUCCI per il valido contributo professionale e per essere stato la “memoria recente” ed uno dei principali artefici nella costituzione del rinato Circolo Pattinatori Grosseto 1951, di cui è importante motore di propulsione. Grazie a Carlo Marcoaldi, sue sono quasi tutte le foto dei bambini del Nuovo Circolo e la foto di copertina. Un grazie anche a PIERLUIGI BONUCCI, il Capitano di tante battaglie, nostro attuale vice Presidente ed esperto di informatica, che non ci ha mai fatto mancare il suo sostegno e ci ha aiutato a districarci in un campo non sempre familiare. Un grazie ad ANDREA SCARPELLI, che è stato validissimo nel raccogliere informazioni e interviste per completare quest’ opera, ne ha contribuito fattivamente alla realizzazione e che rappresenta una delle colonne dei nostri Veterani. Un ringraziamento sincero ai soci ANDREA MISEROCCHI e ROBERTO CITERNI per essersi prodigati per rendere possibile la realizzazione del libro. Grazie di cuore ai signori Luca Maccherini, Nevio Bernardini, Giulio Tambelli, Paolo Maggi e la Associazione Nasdaq, Stefano Boschi, LA FAMIGLIA Ciabatti, per aver reso possibile la produzione di questo libro. Grazie infine a Fabio Mangiavacchi per aver contribuito alla realizzazione di questo libro e alla ristrutturazione della gloriosa pista di Via Manetti.


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riconoscimentI Emilio Bonifazi Sindaco di Grosseto Per uno che è stato il sindaco di hockey city, tenere a battesimo la rinascita dell’hockey nel capoluogo non è mero frutto del caso, ma un segno del destino. Sapevo dell’hockey Grossetano, dei derby con il Follonica, dei campioni del suo vivaio e del lungo periodo di assenza; quello che non sapevo è quanto radicato il pattinaggio fosse in città, ne ho scoperto alcune tracce in insospettabili professionisti, e perfino in dirigenti di questa Amministrazione, tutti con un lungo passato da atleti con le rotelle. Il C.P., come lo chiamano gli appassionati, festeggia sessanta anni di esistenza e lo fa nel modo migliore: con i bambini del nuovo vivaio, ai quali auguro altrettanto successo dei loro coetanei di trent’anni fa. L’hockey festeggia con questo libro i sessanta anni della sua storia, la rievocazione dei tempi passati ha richiesto l’impegno di molti: appassionati che hanno conservato foto, medaglie, ritagli di giornale, ricordi sparsi, custoditi con affetto che, messi insieme, costituiscono il racconto che si sviluppa in queste pagine. Un libro di ricordi: non è banale. Questa città ha bisogno di ricordarsi, di vedere scritto ciò che ha fatto ed esserne orgogliosa; l’hockey è nella storia sportiva di Grosseto e di tutta la Maremma. Un libro di ricordi? Forse, ma le ultime pagine parlano di giovani atleti, bambini di dieci anni; è un libro da scrivere allora... La calligrafia per ora è incerta, ma la trama è vigorosa e sarà un successo. Insieme agli auguri più sinceri per tutto il movimento del pattinaggio, mi impegno a essere il primo tifoso del Circolo Pattinatori Grosseto...


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Paolo Borghi Assessore allo Sport del Comune di Grosseto L’Assessore allo sport di un comune ha il compito di fornire al movimento sportivo dilettantistico i luoghi in cui praticare le attività Le società sportive hanno il compito di usare quei luoghi, diventando così, un fondamento importante, insieme alla scuola e alla famiglia, dell’educazione dei ragazzi e degli adulti. Con queste semplici regole è nato, circa due anni fa, un fitto rapporto con il C.P. Grosseto e sin primi colloqui, ho recepito la volontà di ricominciare dal nulla, volontà, che era lampante alla recente festa, nella quale oltre 50 bambini rincorrevano la pallina nera. Un vivaio costruito in due anni sta a dimostrare il grande richiamo dei pattini e certifica gli intenti della società che sono sociali, prima ancora che agonistici; mi ha molto colpito, a questo proposito, la scelta della società di fornire gratuitamente i corsi, così come i pattini e gli altri accessori di gioco. In questa prefazione, doveroso omaggio al prestigio che la disciplina ha raggiunto a Grosseto, voglio soprattutto riconoscere ai dirigenti del C.P. la serietà del loro inizio, la saggezza nell’impiegare ogni risorsa a vantaggio della qualità, dell’insegnamento e la lungimiranza di chi intende aspettare i frutti di questo lavoro. La collaborazione che abbiamo iniziato è seria, e sarà mia particolare cura accompagnare lo sviluppo della società dotandola, nel tempo e al pari di altre discipline, degli impianti necessari ad assecondare la crescita agonistica dei suoi atleti in erba. Il libro che pubblicate arricchisce anche la mia storia di amministratore pubblico delegato al movimento sportivo, ve ne sono grato. In bocca al lupo.


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Avv. Alessandro Capitani Presidente Provinciale Coni Grosseto Quando Roberto mi descrisse, per la prima volta, la sua volontà di raccogliere e divulgare il patrimonio, oltretutto monumentale, delle sue esperienze e dei suoi ricordi in campo rotellistico, pensai, con soddisfazione, che non ci fosse, a Grosseto, soggetto più qualificato e appassionato di lui. Infatti Roberto oltre a essere stato il capitano biancorosso di tante battaglie sportive con stecca e pattini, aveva già avuto il merito di portare a Grosseto il titolo di Campione Italiano assoluto di pattinaggio, (velocità 300 m.), con un record rimasto a lungo imbattuto. Certo è che alla sua figura sono più facilmente associabili le immagini del Circolo Pattinatori Grosseto. Sin dalla sua fondazione, nel 1951, Roberto ha infatti, rappresentato l’elemento catalizzante di un movimento, che attirava sempre più simpatie tra i grossetani, man mano che i risultati si inanellavano, sino alla conquista della serie A. Uno Zibaldone di memorie scritte e fotografiche, che documentano anche una Grosseto che non c’è più, più paesana sicuramente, ma anche più spontanea e popolata da affetti. La città dei primi allenamenti sull’asfalto di Piazza De Maria e le corse su strade, allora, senza auto. Le vicende dell’hockey, dalle merende familiari dopo gli allenamenti, agli ingressi in pista dalla troniera medicea, tra due ali di tifosi e di amici. E inoltre il grande boom sportivo a cavallo degli anni ’70, il tanto atteso derby con il blasonato Follonica e la costruzione del primo importante vivaio giovanile con Bonucci, Parisotto, Artini, Fantozzi, Colombini, Biancucci ed i fratelli Mariotti (peraltro figli d’arte). La tenacia dei veterani “sopravvissuti” ha bypassato la crisi degli ultimi anni e ha rilanciato la passione sino alla rinascita, nel 2008, del Circolo Pattinatori Grosseto 1951. Cinquanta bambini recuperati, oggi, a questa disciplina sportiva, ai quali i “rifondatori” sperano di poter dare presto una adeguata struttura, dove poter coltivare la propria passione. Tutti questi aspetti che balzano, con estrema vivacità, dalle pagine del libro di Roberto, un globe trotter per motivi professionali, ma profondamente radicato alla sua terra, con l’amore per la sua comunità, per i valori dello sport, che oggi come allora, candidamente traspaiono dal suo carattere da eterno ragazzo.


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Alberto Colombini Presidente ASD Circolo Pattinatori Grosseto 1951 Sessant’anni fa iniziava la storia del sodalizio che oggi mi trovo a presiedere per volontà unanime dei soci. Una storia che, come sempre, ha conosciuto momenti talvolta difficili, talaltra esaltanti; una storia di atleti, di dirigenti, di uomini che hanno onorato con il loro volontariato, perchè volontari siamo sempre stati, anche nel momento di massimo splendore agonistico, il nome della città. Anche oggi nella difficile situazione in cui ci troviamo, senza un impianto adeguato, scontando i troppi anni di oblio, la società per volere dei dirigenti tutti, continua a muoversi seguendo finalità sociali, cercando in tutti i modi di reclutare bambini, senza gravare sulle finanze delle famiglie con la richiesta di quote di iscrizione. Certo, i tempi sono quelli che sono e non sappiamo se e quanto potremo resistere su questa linea. Una cosa però, mi sento di dire: il lucro non ha mai fatto parte della “ mission” del C.P. Grosseto e mai ne farà parte in futuro. La nostra soddisfazione è e sarà quella di vedere la pista di hockey piena di ragazzi, magari con la tranquillità che deriva dalla consapevolezza di aver fornito agli atleti tutto il necessario (quindi anche un impianto idoneo), per praticare questo affascinante “piccolo” sport.



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legenda Data la complessità della ricerca delle fotografie e soprattutto la raccolta dei nomi e delle date relative, riteniamo opportuno scusarci con tutti coloro che non sono stati riconosciuti all’interno delle immagini, vuoi perché non in posizione ideale, vuoi perché, nonostante il numero delle persone che le ha visionate, non è stato possibile risalirne all’identità. Alcuni dati inseriti spesso non sono completi e non poteva essere diversamente, trattandosi di fatti datati oltre mezzo secolo fa. Le foto e le notizie seguono, per quanto possibile, l’ordine cronologico. Le foto del presente libro vengono tutte dagli archivi privati dei protagonisti e, dove non indicato, non è stato possibile riasalire all’autore. Ci scusiamo fin d’ora per eventuali errori e/o omissioni nelle ricostruzioni ma la memoria personale dei protagonisti è stato l’unico volume che abbiamo potuto consultare. Il criterio di elencazione dei personaggi a lato delle foto cui fanno riferimento, segue l’ordine alto-basso, sinistra-destra.

Due foto diverse e apparentemente identiche...potrebbero essere gli stessi bambini, nello stesso luogo e con la stessa voglia di divertirsi ed imparare...invece sono passati più di quarant’anni!!


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la missione Uno dei meriti del CIRCOLO PATTINATORI GROSSETO è stato sicuramente quello di aver creato dei buoni pattinatori, dei bravi atleti e alcuni campioni, ma il merito più grande è stato quello di aver raccolto intorno alla società centinaia di giovani, ragazzi, bambini togliendoli dalla strada negli anni ‘50/70, dall’ipnosi del televisore, del Game Boy, del Nintendo oggi, per indirizzarli verso lo sport, verso un’ etica, verso la vita sana. Ponendoci tali obiettivi e con la speranza di poter ripetere la storica missione, abbiamo dato vita al CIRCOLO PATTINATORI GROSSETO 1951.


HOCKEY E PATTINAGGIO - cenni storici Il pattinaggio come disciplina sportiva nacque in Inghilterra nella seconda metà del Secolo Diciannovesimo; sempre in Inghilterra, intorno al 1878, si cominciò a giocare ad hockey. Molti anni più tardi, precisamente nel 1912 il pattinaggio a rotelle e il gioco dell’hockey su pista furono introdotti in Italia e la prima società costituita nel nostro Paese fu la SAVINI SKATING di Milano. Dopo la prima Guerra Mondiale l’attività dell’hockey fu regolamentata e dal 1922 furono organizzati regolari campionati, sia di corsa su strada, che di hockey su pista. Intorno agli anni ‘50 lo sport rotellistico raggiunse in Italia una grande popolarità, venendo in ordine d’importanza solo dietro al calcio , al ciclismo e alla boxe; fra le eccellenze di questo periodo spiccano la Societa Triestina di Cergol e il Novara di Paganini. Purtroppo alla grande popolarità raggiunta dal nuovo sport, non fece mai seguito una adeguata crescita degli Organismi Federali, sia Nazio-



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nali che Internazionali, che persero la grande occasione di far entrare l’hockey e il pattinaggio a rotelle fra le discipline Olimpiche. Persa questa occasione Essi sono stati relegati al rango di sport minori, rango da cui difficilmente si sarebbero potuti affrancare nel breve periodo. E’ interessante notare che Intorno agli anni ‘50 la geografia dell’hockey in Italia cambiò e alle sedi tradizionali del Nord, fecero seguito realtà locali, nelle quali questo sport si affermò come una delle principali discipline sportive. Grosseto, Follonica, Castiglione della Pescaia, Viareggio, Forte dei Marmi, Prato, Pistoia e Siena divennero i centri toscani più rappresentativi. REGOLE DEL GIOCO, ATTREZZATURE, IMPIANTI L’hockey si gioca su una pista con fondo duro, mattonellato, parquet o plastica speciale, di metri 20x40. Ogni squadra ha in pista cinque giocatori. Ogni giocatore è munito di bastone e si muove sui pattini completi di scarponcino e freni. Inoltre l’atleta si protegge con parastinchi, ginocchiere e guanti. Il portiere indossa il casco, la maschera, i cosciali ed enormi guanti. La partita è diretta da due arbitri, che si avvalgono della collaborazione di un cronometrista, il quale misura il tempo effettivo di gioco, come avviene per il basket. La partita è divisa in due tempi di 25 minuti ciascuno. Durante il gioco il bastone non può essere alzato al disopra della spalla e la pallina non può sollevarsi oltre il metro e mezzo. Solo il portiere può toccare la pallina con ogni parte del corpo, mentre gli altri giocatori devono toccarla solo con il bastone. Ogni giocatore è fornito di un bastone lungo m. 1,10 e pesante fra i 380 e i 420 grammi; il bastone del portiere è più corto di quello dei giocatori. La pallina pesa 155 grammi ed è di plastica o di gomma dura all’esterno, con un nucleo di sughero compresso al suo interno. Agli inizi l’hockey era uno sport estivo e i campionati si giocavano da aprile a ottobre in piste scoperte. Dagli anni‘80 i Campionati si disputano da ottobre a maggio in piste coperte o in Palazzetti dello Sport. Gli impianti devono rispondere a norme di sicurezza, dimensioni e pavimentazione dettate dalla F.I.H.P.


1. La SocietĂ : la fondazione e le origini capitolo offerto da: Comune di Grosseto


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Il Circolo Pattinatori Grosseto risulta iscritto alla F.I.H.P. fin dal 1951, data della sua fondazione, anche se ha iniziato la propria attività agonistica nel 1952 con le corse su strada, organizzando a Grosseto le prime competizioni sia a livello locale che a livello provinciale, ed è quindi una delle Società Sportive più longeve della provincia. Fra i primi dirigenti ricordiamo Giuseppe Guidi e Rolando Bozzi, anche se il miglior interprete dei desideri dei ragazzi, che avevano iniziato a pattinare e che volevano mettersi insieme per partecipare alle competizioni sportive, fu Mario Parri, fondatore e primo Presidente del Circolo Pattinatori Grosseto. LA STRUTTURA SOCIETARIA Inizialmente tutto era nelle mani di Mario Parri, ma dopo la costruzione della Pista di Via Manetti la Società assunse dimensioni ed una struttura sempre più complessa e lo stesso Parri, da quel grande ed appassionato dirigente che era, comprese già dai primi anni settanta che la Società, affacciatasi per la prima volta in serie A, aveva bisogno di ristrutturarsi, diversificando le competenze nel suo interno, allargando il Consiglio Direttivo a persone di prestigio nel panorama sportivo e sociale della Città e spontaneamente cedette la presidenza al prof. Gianni Marini, che fu un Presidente illuminato, condusse la squadra in serie A e sfiorò la vittoria del massimo campionato nel 1975. Mario Parri rimase Presidente Onorario, Consigliere e Fondatore del Circolo Pattinatori Grosseto a vita. Negli anni poi non furono molti i Presidenti che si succedettero alla guida del sodalizio biancorosso, Ricordiamo Vincenzo Badii, Alessandro Maccherini, Alfredo Biancucci e Marco Mariotti, che in questa società ha ricoperto veramente tutti i ruoli, da quello di atleta a quello di Presidente, fino ad arrivare all’ultimo e attuale massimo dirigente del Circolo, Alberto Colombini. Tra i grandi dirigenti del Circolo vogliamo qui citare in particolar modo il cavalier Ivo Giusti, che oltre ad aver dato il suo grande contributo alla fine degli anni settanta è stato uno dei partecipanti alla ricostituzione della nuova società, nel 2008.

Qui a fianco, un gruppo dirigente negli anni settanta.


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Dirigenti del Circolo Pattinatori Grosseto dalla fondazione ad oggi:

Andreini Maurizio Arreti Paolo Badii Vincenzo Biancucci Alfredo Biancucci Raffaele Bonucci Pierluigi Bottai Beppe Brizzi Osvaldo Bozzi Rolando Brugi Rosado Buriani Umberto Cappagli Roberto Carraro Vincenzo Casagni Edo Cassioli Dino Cavani Franco Ciabatti Umberto Citerni Senzio Colombini Alberto Di Sabatino Emilio Emiliani Perno Fommei Giuseppe Francolino Vittorio Frosolini Ivo Galgani Florio Gallori Guido Gallorini Luciano Giachi Franco Giardi Enrico Giorgetti Elia Giraldi Enrico Giomi Ferruccio Giuggioli Giulio Giulianini Benito Giunti Giorgio Giusti Ivo Giusti Mario Grotti Dino

Vincenzo Badii

Paolo Arreti

Giuseppe Guidi Alfredo Biancucci

Franco Lucchetti

Ivo Giusti

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Guerrini Roberto Guidi Giuseppe Lucchetti Franco Maccherini Alesssandro Manganelli Pier Luigi Marini Gianni Mariotti Marco Dr. Mariotti Paolo Marzocchi Alessandro Marzocchi Duccio Mele Antonio Miserocchi Andrea Monaci Oris Montiani Andrea Morelli Sandro Moscini Guglielmo Nenci Danilo Niccolini Ilario Pagni Socrate Panconi Mariotti Gina Parri Mario Polverini Paolo Rigutini Virgilio Romani Nemo Rotini Angelo Saccocci Gianpiero

Saletti Enrico Salvadori Quinto Salvatori Livio Sammaritano Luigi Santini Enzo Scarpelli Andrea Storai Lido Storchi Giovanni Tambelli Silio Troisi Antonio Ulmi Aldo Ulmi Mauro Ulmi Umberto Varricchio Claudio Viciani Valerio

Luigi Sammaritano

Qui a destra, Alessandro Maccherini, dirigente appassionato e innamorato dell’Hockey, sempre vicino a tutti i suoi ragazzi, dai giocatori della prima squadra fino all’ultimo dei bambini delle giovanili. La sua prematura scomparsa fu una grande perdita per tutti.

Umberto Ciabatti: Fu Vicepresidente negli anni d’oro del CP Grosseto, 1974-1975, coinvolto nel progetto dal Presidentissimo Prof. Gianni Marini che sentiva, probabilmente, il bisogno di avere accanto persone esperte di sport in grado di aiutarlo in una situazione tanto entusiasmante quanto sempre più complessa. Ed Umberto Ciabatti, per la sua lunga militanza come dirigente ai massimi livelli dell’U.S. Grosseto, fu senz’altro un punto di riferimento importante in quel periodo per tutti, insieme ad un altro dirigente cooptato in quel periodo in società per sagace scelta del Prof. Marini: il Ragionier Ulmi.


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Allenatori e Direttori Tecnici prima squadra e settore giovanile dalla fondazione ad oggi: Aloisi Fulvio Biancucci Raffaele Bigazzi Bruno Bonucci Pierluigi Guerrini Roberto Guidi Giuseppe La Spina Giuseppe Mariotti Marco Minchella Emilio Alberto Natali Renzo Neri Luciano Poccetti Giuliano Riva Ilvo Luciano Neri Bruno Bigazzi Ticciati Elvio Tiezzi Bruno Valdrighi Corrado

Elvio Ticciati

Giuliano Poccetti

Bruno Tiezzi

Marco Mariotti, sicuramente l’allenatore che più a lungo ha guidato il CP Grosseto sia a livello senior che giovanile. Qui ritratto con una delle numerose squadre che sotto la sua guida diventarono Campioni d’Italia,

Ilvo Riva

Giuseppe La Spina ed Emilio Minchella


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Ricordi personali dei grandi dirigenti Mario Parri: di Roberto Guerrini Quando ripenso alla mia giovinezza, alle mie gioie, alle mie vittorie, alle mie sconfitte non posso fare a meno di associarle a Mario Parri, che avevamo scherzosamente soprannominato “il Capino”, sia perché era effettivamente il Capo, ma anche per quella sua testa già completamente pelata con cui un giorno del 1951, all’età di 26 anni, fu inviato a Grosseto dalla Direzione dell’ENAL di Siena. A Grosseto Mario lavorò, incontrò e sposò Odette, ebbe il suo unico figlio Ezio, si realizzò nel suo lavoro fino a diventare il Direttore dell’Ufficio, fu il fondatore del Circolo Pattinatori e partecipò a centinaia di attività dopolavoristiche, che lo fecero conoscere, apprezzare e amare da tutti. Io lo conobbi quando cominciavo a muovere i primi passi fuori dalla famiglia, nella vita, non solo sportiva, e il nostro è stato un sodalizio ininterrotto che è durato 25 anni, fino a quando cioè, tolti i pattini e abbandonata la stecca dell’hockey, la vita e le circostanze mi hanno condotto lontano, in altri mondi, in altre faccende affaccendato. Ho perduto il contatto con Mario, con i suoi scherzi, con il suo umore allegro, con la sua sensibilità umana e sportiva e, quando è venuto a mancare, improvvisamente, sulle scale di casa, fra le braccia del figlio Ezio, ero lontano. Ho saputo della sua scomparsa dopo qualche tempo ed è stato come se una parte della mia giovinezza scomparisse con lui. Molto di quello che il Circolo Pattinatori è riuscito a fare lo deve a Mario Parri, alla sua passione per l’hockey, alle sue capacità organizzative e di aggregazione, al suo cuore immenso, al suo carattere positivo e allegro. Grazie Mario, a nome di tutti quelli che ti hanno conosciuto, per quello che hai saputo e voluto darci, per la tua passione di sportivo, per la tua carica di simpatia e di umanità, per la tua amicizia.


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Qui sotto, da un articolo della Nazione del 25 Luglio 1973, Mario viene insignito di una onoreficenza come benemerito dell’ENAL. Sopra le sue grandi “passioni”: Il Circolo Pattinatori e le Bocce.


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Prof. Gianni marini: di Alberto Colombini Amico personale, dirigente che aveva ben in mente dove portare il C. P Grosseto, rispettoso dei dirigenti e degli atleti che aveva incontrato nel 1970, Il professor Marini, intelligentemente, comprese la necessità di uscire "dal guscio" del piccolo sport amatoriale, per approdare a una dimensione di quasi professionismo. Fece in modo da affiancare ai talenti locali il meglio possibile in campo nazionale (Palmieri, Marchesini, Gabellieri, Pardini, Anedda) e internazionale (Salcedo, Habraken, Martinazzo, ). Noi eravamo orgogliosi di quello che Il Professor Marini, stava costruendo, in quanto co-protagonisti di un progetto che ci portava tutti alla ribalta dello sport cittadino e nel salotto buono dell' hockey, riveriti e stimati. Altri tempi, altre Qui sopra, a destra, il Professor Marini mentre riceve un premio. sensazioni... Sembrava che a Marini tutto risultasse facile, ma oggi mi rendo conto di quante energie deve aver speso per portarci al terzo posto in serie A e, soprattutto, per ottenere un impianto al coperto, tenuto conto della realtà cittadina; (inadeguato, In questa bella e rara foto ci sono i protagonisti di tre profili dei grandi quell’ impianto, ma dirigenti del Circolo. Da sinistra il Professor Marini, il Dottor MaccheMario Parri e l’olandese Habraken. Nel momento colto dall’obietpur sempre coper- rini, tivo stanno probabilmente parlando del contratto del giocatore. to!) Oggi il professor Marini, che è molto anziano, è stato eletto Presidente onorario del ASD Circolo Pattinatori Grosseto 1951.


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alessandro maccherini: di Pierluigi Bonucci Alessandro Maccherini, medico chirurgo, cooptato nel CP dal professor Marini, era viscerale, rendeva la sua bella casa sempre disponibile per le riunioni dei dirigenti e le feste del dopo partita. Ha vissuto il momento migliore della società con la squadra nella massima serie e ne ha accompagnato poi, con la stessa passione, la parabola discendente. Durante la sua presidenza arrivò a Grosseto un giovane argentino di nome Carlos Moreta, un campione dal palleggio fulminante e arrivò anche la sponsorizzazione Duk jeans. Era sempre vicino alla squadra: nelle lunghe trasferte in pullman, per lui particolarmente faticose, a bordo pista negli allenamenti, in molti pomeriggi domenicali a casa sua. E' così che ricordiamo Sandro: un presidente tifoso, sempre disponibile per tutti. Paolo arreti: di Raffaele Biancucci Paolo Arreti è stato il primo vero dirgente “moderno” del Circolo Pattinatori Grosseto. La sua esperienza di funzionario di Banca lo aveva abituato a parlare con la gente e a occuparsi delle problematiche più disparate, e lui seppe trasferire queste capacità nell’ambito sportivo. Avvicinatosi all’hockey e al Circolo con il figlio Alessandro, che aveva iniziato a giocare come tanti in via Manetti, ne divenne un elemento insostituibile, negli anni di Badii, Maccherini, Sammaritano. Fu un vero e proprio Direttore Sportivo, che sapeva alternare, con noi giocatori, la professionalità dei rapporti allo scherzo e alla battuta. Personalmente l’ho avuto come DS anche a Castiglione, dove si trasferì quando a Grosseto non si poteva più programmare come gli sarebbe piaciuto. Qualcuno non gli perdonò questo suo “tradimento”, ma lui era un uomo che cercava sempre il meglio, perché preciso, ambizioso, pratico. Paolo era anche un uomo che amava godersi la vita. Ricordo che mangiava degli enormi bomboloni al cioccolato, che per lui, diabetico, erano praticamente veleno... Se gli dicevi: “Paolo, ma ti fa male...” lui scrollava le spalle e diceva: “Si vive una volta sola...” E, purtroppo, pagando forse anche questa sfida, ha vissuto poco, ma di sicuro come ha sempre desiderato... A fianco, una immagine di Paolo Arreti in una inedita veste di intervistatore. L’intervistato è il Presidente Badii..


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Paolo polverini: di Raffaele Biancucci Di tutti i dirigenti sportivi che ho incontrato nella carriera di giocatore, Paolo Polverini è sicuramente quello che mi è rimasto più caro. Paolo era una persona complessa, ma vera, di quelle che se non c'è bisogno non le senti, ma se hai bisogno ci sono, magari per darti un consiglio sotto forma di presa in giro, con l'eterna sigaretta, penzolante da un lato della bocca. Cognato di Marco Mariotti (aveva sposato la sorella), entrò con i suoi due figli, Franco e Roberto, nel mondo dell'hockey “per osmosi”, visto che nella loro famiglia era sicuramente l'argomento principale di conversazione. Paolo era sempre disponibile, con tutti, la frase che gli ho sentito dire più spesso, è stata: “Non c'è problema”. Quando la Società comprò un pulmino per le trasferte aveva solo nove posti e la squadra tra staff e giocatori ne contava almeno tredici. “Non c'è problema”, disse Paolo, e si fece per almeno tre o quattro anni tutte le trasferte, da Matera a Trieste con la sua Alfasud scura, con le strisce gialle e rosse (non gliel'ho mai detto, perché lui ci teneva, ma era davvero brutta!), portando i quattro che non entravano nel pulmino. Fu lì che iniziò il nostro rapporto “speciale”. Siccome era noto che io la notte non dormivo mai e invece lui, come disse fin dall'inizio, garantiva solo l'andata, mi affidò la guida dell'Alfasud nei lunghi viaggi di ritorno notturni dai luoghi più disparati d'Italia, compito che mi garantiva anche all'andata il posto in macchina accanto a lui. Quanto ci siamo divertiti, a ridere e scherzare in quei lunghi viaggi! Naturalmente nei viaggi di andata, perché al ritorno, usciti dal ristorante, lui dormiva! Mi sembra ancora di vederlo, si metteva nel sedile a fianco a me, tirava su la cerniera del giubbotto e ci si stringeva dentro, appoggiava la testa di fianco e dopo dieci chilometri dormiva. Era orgoglioso dei suoi bambini, già bravissimi giocatori entrambi, e sono felice che prima di andarsene, abbia avuto l’ immensa soddisfazione di vedere Franco diventare addirittura Campione del Mondo! Quando si è spento, io vivevo lontano, l'ho saputo solo dopo molto tempo, e ho provato grande dispiacere, perché Paolo era una persona per bene, che amava lo sport, e la sua famiglia. Non dimenticherò mai (ho ancora la cassetta registrata!), l'urlo che fece da telecronista di Telemaremma, quando segnai al Vercelli Campione d'Italia con la maglia del Castiglione. Non avrebbe reagito così se quel gol lo avesse segnato un altro giocatore...io ero uno dei suoi ragazzi del CP Grosseto... Una bella immagine di Paolo Polverini, con un allora giovanissimo Franco.


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2. Prima decade:1951-1961 gli esordi e i pionieri dell’hockey capitolo offerto da:

Il Boschetto s.r.l. Loc. Badiola Porta a Colle Castiglione della Pescaia Tel. 0564944311


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Primo periodo - Le corse su strada Agli inizi, nel 1951, facevano parte della squadra corse: GOFFREDO SENSINI (Dedo), NICCOLAI FRANCO (“Il Biondo”), MISEROCCHI NELLO, VIGNI FRANCO, GIARDINI GOITO, PACINI ALBERTO, GIUSTI MARIO ADRIANO, MAGGI GIANFRANCO, MANGANELLI PIER LUIGI, FROSOLINI IVO, FROSOLINI GIANCARLO e GUERRINI ROBERTO, che iniziarono a correre nel circuito di Piazza della Vasca (Via Matteotti, Via De Pretis- Via Bonghi ) dove si disputarono i primi Campionati Sociali e Provinciali. A questo primo gruppo si aggiunsero ben presto: CALDARA, POLEMI, FALCONI, BELLI, PIETROPAOLI MANGANELLI FRANCO e, subito dopo, MARIOTTI MARCO, OTTAVI FRANCO, TERENZI ENNIO,TERENZI EGEO, CAZIOLATO BRUNO, MANGIAVACCHI EGIDIO, PETRUCCI BRUNO, che formarono poi, le basi della futura attività hockeystica grossetana. Con l’inizio di tale attività, la partecipazione alle corse si fece sempre più sporadica. Così mentre Sensini prendeva la “via del mare”, Petrucci passava al judo, Miserocchi si trasferiva a Roma, Maggi emigrava in Svezia e Pacini, Giusti, Vigni, Giardini, i fratelli Frosolini, passavano all’hockey, insieme a Guerrini, Mariotti, Caziolato, Mangiavacchi, Ottavi, i fratelli Terenzi, ai quali presto si aggiunsero le nuove leve, fra cui Bonucci, Parisotto, Colombini e Citerni. Alcuni di questi atleti continuarono a praticare le due discipline, anche se nell’Italia degli anni del miracolo economico, era sempre più difficile allenarsi sulle strade della nostra Grosseto, ormai invase della macchine. La stagione delle corse si concludeva con il seguente bottino: 2 Titoli Italiani nella velocità m. 300 54 Titoli Toscani nelle varie specialità dei 300,1500,3000.5000 e 10.000 metri 36 Vittorie in Criterium Interregionali e classiche di gran fondo. L’eredità dei nostri corridori non andò però perduta, infatti molti giovani di Marina di Grosseto intrapresero questa disciplina con la nuova Società di Pattinaggio, la Polisportiva A.S. Marina, e Dino Grotti e Marco Fuligni in campo maschile e Patrizia Biagini in quello femminile, raggiunsero più tardi livelli internazionali. L’attività di corsa esplose a Marina di Grosseto, perché la Polisportiva AS Marina riuscì a far costruire dal Comune di Grosseto un bellissimo e moderno pattinodromo vicino alla pista di pattinaggio, già in funzione


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fin dal 1961, dove anche la squadra del Circolo Pattinatori Grosseto disputò i campionati di hockey fino al 1966, anno di costruzione della Pista di Via Manetti a Grosseto. Dino Grotti ha continuato ad interessarsi di Pattinaggio e Hockey e oggi, oltre a giocare con i veterani, è un Consigliere della rinata Società Circolo Pattinatori Grosseto 1951. La parola alle immagini anni cinquanta


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Negli scatti di queste pagine si vedono immagini d’altri tempi, ma si noti il grande pubblico che attirava in quegli anni la corsa su strada. Si dice che fosse allora il terzo sport piÚ seguito dopo il calcio e il ciclismo....


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La galleria dei pionieri

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i protagonisti degli anni cinquanta: roberto guerrini Di Claudio Bottinelli IL PERSONAGGIO Conosco Roberto da una vita. Basti dire che nel 1966 fu lui a portarmi via, a cavalluccio, con l’acqua alla vita, dalla casa di via Ugo Bassi dove ero rimasto bloccato dall’alluvione che devastò Grosseto. E’ il personaggio più eclettico che abbia mai incontrato. Ricordo che qualche tempo fa, quando gli chiesero di raccontarsi brevemente, disse: “Ho studiato per fare il Professore di Educazione Fisica, ho lavorato 40 anni nel Settore Finanziario Internazionale in giro per il mondo e, come aggravante, scrivo poesie” L’ATLETA Come atleta Roberto è passato con incredibile facilità attraverso il calcio (ha giocato nel Grosseto di capitan Pucci e nel Castiglione della Pescaia dei fratelli Armellini), l’atletica (ha militato nell’atletica Grossetana dei tempi del Bambi), lo sci (ha partecipato a molti Criterium Europei Interbancari cimentandosi nelle gare di Fondo e Slalom Gigante), il Golf (gioca handicap 18). Ma sono il pattinaggio su strada e l’hockey su pista, gli sport che gli sono riusciti meglio e nei quali si è aggiudicato un Titolo Italiano Assoluto di corsa su strada nel 1957 e stabilito il record sulla velocità m. 300, un record rimasto a lungo imbattuto. Nell’hockey è stato a lungo Capitano-Allenatore della squadra del Circolo Pattinatori Grosseto e creatore e allenatore del settore giovanile. L’UOMO Roberto Guerrini ha lavorato nel settore finanziario in molti Paesi (Londra, Singapore, Sidney, Ginevra, Dublino), ha ottenuto riconoscimenti e onorificenze (Cavaliere della Repubblica Italiana, Freedom of City of London dalla Città di Londra, Paul Harris Fellow dal Rotary International), è Fondatore del Business Club Italia a Londra, del quale è oggi Presidente Onorario, ha scritto trattati sul Mercato Finanziario Internazionale, libri di Racconti e Poesie ed è Vice Presidente del Circolo Culturale IPLAC – Insieme per la Cultura di Venezia. Nel campo sportivo il capolavoro di Guerrini rimane, comunque, l’aver creato negli anni ‘60 a Grosseto, un vivaio di giovani hockeysti dal quale sono emersi, fra gli altri, Massimo ed Enrico Mariotti, che hanno vinto tutto quello che c’era da vincere nel mondo dell’hockey. Oggi Roberto, che potrebbe giocare (non per doti atletiche ma per età!), negli Over ‘70, è tornato nella sua Grosseto per tentare di ripetere, in


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compagnia dei vari Colombini, Bonucci, Biancucci, Parisotto, Citerni, Scarpelli, Miserocchi, Ulmi, Grotti, i fratelli Mariotti e molti altri, il miracolo hockeystico degli anni sessanta.

In alto a sinistra: è il 29 Luglio 1957, Roberto Guerrini si laurea Campione Italiano de1 300 mt su strada. Tra coloro che lo festeggiano si nota Mario Parri. In basso l’emozionante momento dell’arrivo della gara decisiva. In alto a destra: una delle primissime formazione di Hockey del CP Grosseto. Guerrini è il primo in alto a sinistra accanto all’allenatore.


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i protagonisti degli anni cinquanta: goffredo sensini IL RICORDO DI GOFFREDO SENSINI di Roberto Guerrini Dedo Sensini, Capitano dei pattinatori grossetani, è stata un’ importante figura nel panorama sportivo grossetano degli anni ‘50: iniziò correndo in moto e giocando a calcio, ma ben presto passò allo sci alpino sulle piste dell’Amiata. I grossetani di quel tempo ricordano le gite domenicali sul Monte Amiata, con un pullman della RAMA, sul quale si saliva in completa tenuta sciistica, in modo che, all’arrivo al Prato della Contessa, si calzavano gli sci e ci si buttava giù per le discese, che, a tempi, sembravano interminabili e ripidissime! Dopo lo sci alpino, o meglio in contemporanea, visto che il pattinaggio si praticava solo in estate, Dedo si dedicò al pattinaggio su strada, fu uno dei fondatori del Circolo Pattinatori e vincitore di numerose gare a livello locale, provinciale e regionale. La permanenza di Dedo nel mondo del pattinaggio fu intensa, ma breve, infatti la sua innata passione per il mare lo indirizzo verso le attività subacquee e partecipò alla fondazione del Club Subacqueo Grossetano. La passione di Dedo per il mare fu poi ereditata dalla figlia Alessandra, divenuta Campionessa Olimpica di Surf nel 2002, che è la gelosa custode dei cimeli sportivi del padre, venuto a mancare agli inizi del 2010.


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Nella pagina a fianco un Sensini trionfante dopo una vittoria. Qui sopra in piena azione durante una gara. In basso un grande momento di gioia dell’età matura: i festeggiamenti per la conquista della medaglia d’oro Olimpica da parte della figlia Alessandra.


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SECONDO PERIODO – L'HOCKEY SU PISTA I CAMPIONATI DI HOCKEY SU PISTA Nel 1955 il CIRCOLO PATTINATORI GROSSETO partì per la sua avventura hockeystica, ma, mancando nel Comune di Grosseto, una pista di pattinaggio, i nostri ragazzi cominciarono allenandosi in Piazza De Maria, che non era certamente una pista, ma quanto di più vicino ad essa si potesse trovare. In questa rarissima foto d’epoca, tratta da un quotidiano del tempo,è documentato un allenamento in Piazza De Maria. Questi erano i veri pionieri dell’hockey grossetano!

Negli anni ‘50 Piazzale De Maria (come si chiamava originariamente), non era diverso da Piazza De Maria dei nostri giorni, le uniche due differenze erano costituite da un gabinetto pubblico in cemento per soli uomini alla sinistra dell'Arco di Porta Vecchia, a ridosso delle Mura Medicee ( il nostro spogliatoio!) e la parte più lontana della Piazza verso Via Dei Barberi non asfaltata. Il martedì ed il giovedì sera i nostri “atleti” si trovavano in Piazza De Maria armati di pattini, bastoni e... scope, perché prima di giocare bisognava ripulire la piazza dalla spazzatura lasciata durante il giorno, specialmente il giovedì che, come oggi, era giorno di mercato. Dopo aver spazzato il rettangolo di gioco, si andavano a prendere le porte che venivano custodite nel cortile della casa del Maggi, che abitava


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all'inizio di Via De Barberi e si collocavano una a ridosso delle mura e l'altra dalla parte opposta della piazza. Ovviamente non c'erano ringhiere, nè tanto meno sponde, i tiri che mancavano la porta dalla parte di Via De Barberi, finivano immancabilmente dall'altra parte della piazza. Tra il tempo trascorso a spazzare e quello a cercare le palline, l'allenamento vero e proprio si riduceva a meno di un'ora! Ma la passione era tanta e tutta la fatica che i nostri ragazzi facevano sembrava ben poca cosa in vista della ricompensa che avrebbero avuto: una bella lavata con acqua fredda ai lavatoi pubblici a lato della piazza! Questo era lo spirito del vero sport dilettantistico. Questa è con ogni probabilità la più antica foto esistente di una squadra di Hockey pista del Circolo Pattinatori Grosseto. E’ stata scattata il 31 Gennaio del 1954 a Follonica in occasione di un Trofeo Carnevale. Solo dal 1955, poi, il Cp Grosseto parteciperà regolarmente a Campionati Federali. Nella foto si riconoscono in piedi da sin. Miserocchi e Maggi; accosciati Manganelli P.L., Niccolai ed un giovanissimo Roberto Guerrini.

... E COSI' NEL 1955 SI COMINCIO' A GIOCARE AD HOCKEY... La passione e la voglia di misurarsi in questa nuova disciplina sportiva, di cui si sapeva ancora ben poco, ma che affascinava i sogni dei nostri ragazzi, fecero sì che si trovasse un compromesso, ovvero di giocare le partite interne a Follonica, alla Pista dei Pini, che i cugini follonichesi misero cortesemente a disposizione.


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CosÏ ebbe inizio una avventura che è durata piÚ di cinquanta anni, che resiste e, che speriamo continui a durare attraverso le decine di bambini e ragazzi che hanno ricominciato a giocare a Grosseto nella Pista di Via Manetti, opportunamente ristrutturata dall'Amministrazione Comunale, in attesa di un impianto a norma, che consenta al rinato CIRCOLO PATTINATORI GROSSETO 1951 di giocare un Campionato Federale.


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Questo il cammino degli hockeysti grossetani; per ogni anno è indicato il luogo in cui la squadra disputava gli incontri casalinghi, dato che, allora come oggi, la nostra città non era dotata di impianto idoneo per la disciplina dell'hockey su pista. 1955 – FOLLONICA – CAMPIONATO PROMOZIONE: 5° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Dopo Lavoro Ferroviario Pistoia Pro Follonica Mens Sana Siena Libertas Viareggio Circolo Pattinatori Grosseto Arno Firenze Gioventù Nuova Firenze Assi Firenze Rosa giocatori Manganelli Pier Luigi Giardini Goito Guerrini Roberto Maggi Gianfranco Miserocchi Nello Vigni Franco Mariotti Marco Ottavi Ottaviano Mazzei Mario Rotoni Gianfranco 1956 – FOLLONICA - CAMPIONATO PROMOZIONE: 4° CLASSIFICATI Squadre partecipanti:

Rosa Giocatori:

Dopolavoro Ferroviario Pistoia Mens Sana Siena Pro Follonica Circolo Pattinatori Grosseto Libertas Viareggio Gioventù Nuova Firenze Assi Firenze

Niccolai Franco Maggi Gianfranco Pacini Alberto Ottavi Ottaviano Petrucci Bruno Polemi Gilberto Guerrini Roberto Miserocchi Nello

Mazzei Mario Giardini Goito


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1957 – FOLLONICA – CAMPIONATO PROMOZIONE: 1° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Circolo Pattinatori Grosseto Skating Club Follonica Junior Pistoia Libertas Viareggio Primavera Maliseti Prato Rosa Giocatori Niccolai Franco Miserocchi Nello Guerrini Roberto Maggi Gianfranco Landi Franco Ottavi Ottaviano Manganelli Pier Luigi Manganelli Franco Petrucci Bruno Simoni Alberto Per gli anni 1958 e 1959 non è stato possibile reperire alcuna informazione riguardo ai campionati, quindi è presumibile che in quel periodo non furono disputati campionati federali di hockey su pista, ma il Circolo Pattinatori Grosseto proseguì la propria attività con le corse, che sono invece ben documentate. 1960 – FOLLONICA – CAMPIONATO PROMOZIONE: 3° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Primavera Maliseti Prato Skating Club Follonica Circolo Pattinatori Grosseto Gruppo Pattinatori Follonica Rosa giocatori: Petrucci Bruno


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Maggi Gianfranco Guerrini Roberto Miserocchi Nello Pacini Alberto Niccolai Franco Merlini Mario Ottavi Ottaviano Caziolato Bruno Mangiavacchi Egidio Terenzi Ennio Terenzi Egeo Mariotti Marco

1961 – MARINA DI GROSSETO – CAMPIONATO PROMOZIONE: 1° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Circolo Pattinatori Grosseto Gruppo Pattinatori Follonica Enal Pistoia Associazione Sportiva Marina di Grosseto Unione Pattinatori Fiorentini Mens Sana Siena Rosa giocatori: Niccolai Franco Merlini Mario Maggi Gianfranco Guerrini Roberto Terenzi Ennio Mariotti Marco Ottavi Ottaviano Miserocchi Nello Mangiavacchi Egidio Pacini Alberto

Sopra e sotto due immagini dell’inaugurazione della nuova pista di pattinaggio di Marina, nel 1961. Qui sotto in piedi: Parri, Merlini, Pacini, Maggi, Terenzi Ennio, Mariotti. Seduti: Mangiavacchi, Miserocchi.


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La parola alle immagini anni cinquanta


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Un pò di ritagli di giornali d’epoca... Da notare come già allora l’unico vero grande problema fosse sempre il solito: l’impianto per poter svolgere la propria attività! Potrebbero essere giornali di oggi!!

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3. Seconda decade: 1961-1971 Una pista tutta per noi! Sessant’anni di Storia

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capitolo offerto da: Via Smeraldo 12 Grosseto Tel. 0564451447


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1966: finalmente una pista tutta per noi! Gli anni sessanta furono gli anni della definitiva consacrazione, del passaggio dalla fase pioneristica a quella sportiva vera e propria, con i primi tentativi di creare un settore giovanile e i primi, veri, grandi risultati sportivi, culminati con la storica promozione in serie A, del campionato 1970 che, seppure ottenuta grazie ad un ripescaggio, segnò l’ingresso del Circolo Pattinatori Grosseto nel gotha dell’hockey su pista italiano. Ma il vero avvenimento di questa decade fu, senza alcun dubbio, la realizzazione in città del primo impianto idoneo alla disciplina dell’hockey su pista. Purtroppo, dopo quaranticinque anni, è rimasto anche l’unico e, nel frattempo, idoneo non lo è più, dato che questa disciplina è diventata sport indoor e necessita, obbligatoriamente, di un impianto coperto. Ma questi problemi erano ancora lontani da quei ragazzi che amavano pattinare e giocare ad hockey per puro divertimento. Il loro unico problema, allora, era avere una pista tutto loro per allenarsi e giocare le partite e finalmente, dopo dieci anni da quando avevano cominciato ad allenarsi in Piazza De Maria e disputato la prima partita al Florida di Follonica, il sogno venne realizzato. Agli inizi dell’anno 1966 Egidio Mangiavacchi, che, oltre che a pattinare, aveva iniziato a lavorare in proprio come impresario edile, era riuscito a

Una bella immagine della Pista di via Manetti appena costruita (1966)


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consegnare al Comune la pista di Via Manetti, un impianto che, in quel periodo, rappresentava un vero gioiello. I nostri ragazzi un sabato mattina del maggio 1966 fecero le righe del centro e delle aree di porta e iniziarono a pattinare. Il Campionato al quale erano iscritti era quello di Serie C, girone Toscano, nel quale militavano anche: Primavera Maliseti di Prato Circolo Pattinatori Pistoia Pattinatori Viareggini Sinigaglia Firenze Skating Club Follonica Marina di Carrara Pattinatori Sarzanesi. Si classificarono terzi dopo la Primavera Maliseti di Prato e il Circolo Pattinatori Pistoia e mancarono per un soffio la promozione in serie B, che fu ottenuta l’anno seguente, ovvero nel 1967, anno in cui il Circolo Pattinatori Grosseto si laureò Campione Italiano della Serie C. Con la costruzione di una casa tutta propria il Circolo Pattinatori potè finalmente iniziare la cura di quel settore giovanile che sarà poi in seguito il vero fiore all’occhiello della società biancorossa. Qui a fianco una formazione allievi del 1966, in una pista nuova di zecca. In questo gruppo ci sono già due futuri grandi campioni: Emilio Artini (secondo in piedi da sinistra) e Giancarlo Fantozzi (quarto accosciato da sinistra) che una decina di anni dopo partiranno insieme per andare ad indossare la prestigiosa casacca giallorossa dell’Amatori Lodi.

Egidio Mangiavacchi, uno dei pionieri del CP Grosseto e costruttore della Pista di via Manetti. In questa foto del 1965 ha in braccio il figlio Fabio, che sarà anche lui giocatore del Circolo ed eseguirà, nel 2010, il restauro alla stessa Pista.


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Ma le tribolazioni dei ragazzi dell'hockey non erano finite, infatti dopo una estate calda e afosa, nell'autunno del 1966 su riversò su Grosseto una quantità di pioggia che aveva avuto pochi precedenti negli annali della città. Il 4 Novembre 1966 un’alluvione storica sconvolse la toscana. Una valanga d'acqua saliva da Via De Barberi, dove l'Ombrone aveva rotto gli argini, per arrivare a Piazza della Vasca, a pochi metri dalla Stazione Ferroviaria. La parte sud di Grosseto era sotto quattro metri di acqua melmosa e fredda che, come uno Tsunami, trascinava, macchine, animali, persone e cose al suo passaggio. La pista di Via Manetti non fu risparmiata, resse all'urto delle acque, ma quando queste, dopo giorni, lentamente si ritirarono, lasciarono nella pista, sulle tribune e tutt'intorno un fiume di detriti, di animali morti, di fango.


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In queste due immagini tutta la terribile devastazione provocata dall’alluvione ad un impianto inaugurato solo sei mesi prima....

Si può immaginare il dolore dei ragazzi dell'hockey, che per 10 anni avevano atteso un impianto di gioco, e che non si rendevano conto pienamente delle preoccupazioni dei loro genitori che avevano perso le case, o le macchine, o il bestiame o, addirittura tutto ciò che possedevano. Per i giovani atleti la pista alluvionata rappresentava un vero dramma, anche perché la ricostruzione della città e delle attività commerciali, artigianali, agricole e industriali, ovviamente sarebbe venuta molto prima della sistemazione della pista di pattinaggio. Occorreva attendere il proprio turno nell'opera di restauro, che si prevedeva lunga e difficile. I Dirigenti del Circolo Pattinatori Grosseto ebbero un'idea: fare da soli


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la pulizia ed il ripristino della pista e già l'ultima domenica del Novembre 1966 Roberto Guerrini e Marco Mariotti chiamarono a raccolta tutti i pattinatori, i giovani, i meno giovani e i giovanissimi, e con pale, secchi, rastrelli e scope, si iniziò la bonifica. Tirare fuori il fango da una pista di 800 metri quadrati, circondata da un cordolo di cemento di 30 cm., non sembrò una impresa realizzabile dalle scarse e inadeguate attrezzature di cui disponevano i nostri ragazzi, per cui si ricorse ancora a Egidio Mangiavacchi e gli si chiese di abbattere due pezzi del cordolo, dai quali far uscire acqua, fango e detriti vari. Furono necessarie varie settimane e grazie all’abnegazione di tutti i ragazzi, dei dirigenti e dei giocatori la pista fu di nuovo agibile. Analogo lavoro fu fatto dai nostri volontari per ripulire la troniera sotto le Mura Medicee, dove il Circolo Pattinatori Grosseto aveva la Sede Sociale, la Segreteria, i cimeli, (andati tutti perduti), - gli spogliatoi. Alla fine della bonifica Egidio riparò tutti i danni murari senza chiedere alcuna ricompensa. Il Campionato dell'anno 1967 iniziò regolarmente e la prima squadra si laureò Campione d'Italia della serie C e raggiunse, per la prima volta nella sua storia, la serie B.


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Ecco il cammino degli hockeysti biancorossi nella seconda decade: 1962 – MARINA DI GROSSETO - CAMPIONATO PROMOZIONE: 1° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Circolo Pattinatori Grosseto Mens Sana Siena Enal Pistoia Unione Pattinatori Fiorentini A.S. Marina di Grosseto Gruppo Pattinatori Follonica Rosa giocatori Petrucci Bruno Mariotti Marco Guerrini Roberto Ottavi Ottaviano (Franco) Caziolato Bruno Terenzi Egeo Terenzi Ennio Maggi Gianfranco Allenatore Guerrini Roberto

Qui sopra la squadra che vinse il campionato Promozione 1962: Da sin. in piedi Parri, Mariotti, Guerrini, Ottavi, Guidi (dirigente); accosciati da sin. Caziolato, Petruccci, Terenzi E. Sotto un momento della festa per la vittoria.


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1963 – MARINA DI GROSSETO - CAMPIONATO NAZIONALE SERIE C: 1° CLASSIFICATI (PROMOZIONE PERSA AI PLAY OFF) Squadre partecipanti: Circolo Pattinatori Grosseto Pattinatori Viareggini Pattinatori Forte dei Marmi Skating Club Follonica Mens Sana Siena Hockey Club La Spezia Hockey Club Firenze Rosa giocatori Petrucci Bruno Nensi Ugo Guerrini Roberto Terenzi Ennio Terenzi Egeo Ottavi Ottaviano (Franco) Mariotti Marco Mangiavacchi Egidio

I ritagli di giornale d’epoca raccontano di un CP Grosseto che raggiunge la finalissima per essere promosso in serie B. Purtroppo la finale sarà persa e la serie B sarà rimandata. Sotto una rara foto della squadra 1963 schierata a centrocampo a La Spezia.

Allenatore Guerrini Roberto 1964 - MARINA DI GROSSETO – CAMPIONATO NAZIONALE SERIE C: 3° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Pattinatori Viareggini Società Primavera Maliseti Prato Circolo Pattinatori Grosseto Dopolavoro Ferroviario Siena Skating Club Follonica Pattinatori Forte dei Marmi Hockey Club La Spezia Polisportiva Sinigallia Firenze Rosa giocatori:


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Petrucci Bruno Nenzi Ugo Terenzi Ennio Mangiavacchi Egidio Guerrini Roberto Ottavi Ottaviano (Franco) Mariotti Marco Martini Franco Allenatore Mariotti Marco

La formazione del CP Grosseto 1964. In piedi da sinistra Terenzi E., Mangiavacchi, Guerrini, Ottavi, Mariotti, Parri. Accosciati da sin. Martini, Petrucci, Nenzi. Nella pagina precedente, in basso a destra, l’articolo riepilogativo dell’attività 1964; da notare come fosse ancora molto attiva la squadra corse.

1965 – MARINA DI GROSSETO – CAMPIONATO NAZIONALE SERIE C: 3° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Pattinatori Forte dei Marmi Primavera Maliseti Prato Circolo Pattinatori Grosseto Pattinatori Viareggini Dopolavoro Ferroviario Siena Polisportiva Sinigallia Firenze Skating Club Follonica Skating Club Caravella Marina di Carrara Rosa giocatori: Petrucci Bruno Nenzi Ugo Terenzi Ennio Mangiavacchi Egidio Guerrini Roberto Ottavi Ottaviano (Franco) Mariotti Marco Martini Franco Caziolato Bruno Artini Luciano Parisotto Bruno Bonucci Pierluigi


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Allenatore: Guerrini Roberto 1966 – GROSSETO – SPONSOR MAMMA FRANCESCA – CAMPIONATO SERIE C: 3°CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Primavera Maliseti Prato Circolo Pattinatori Pistoia Circolo Pattinatori Mamma Francesca Grosseto Pattinatori Viareggini Polisportiva Sinigallia Firenze Skating Club Follonica Skating Club Caravella Marina di Carrara Associazione Sportiva Sarzanese Rosa giocatori: Petrucci Bruno Nenzi Ugo Ulmi Aldo Artini Luciano Parisotto Bruno Mariotti Marco Caziolato Bruno Terenzi Ennio Bonucci Pier Luigi Mangiavacchi Egidio Ottavi Ottaviano (Franco) Mariotti Franco Guerrini Roberto Allenatore Guerrini Roberto

Qua sopra la squadra che partecipò al campionato 1966. Da sin, in piedi Mangiavacchi, Mariotti, Guerrini, Terenzi; accosciati Bonucci, Parisotto, Caziolato, Artini L. A fianco: a sinistra, una delle primissime (1966) formazioni allievi del CP Grosseto, nata dalla nuova disponibilità dell’impianto di Via Manetti; A destra l’articolo di un quotidiano locale riepilogativo della stagione ‘66.


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1967 – GROSSETO – SPONSOR MAMMA FRANCESCA – CAMPIONI D’ITALIA SERIE C: PROMOSSI IN B Squadre partecipanti: Skating Club Follonica Circolo Pattinatori Mamma Francesca Grosseto Circolo Pattinatori Pistoia Pattinatori Viareggini Polisportiva Sinigallia Firenze Olimpia Colle Val d’Elsa Marina di Carrara Associazione Sportiva Marina di Grosseto Primavera Maliseti Prato Rosa giocatori Aloisi Fulvio Bellini Marcello Ulmi Aldo Petrucci Bruno Parisotto Bruno Caziolato Bruno Terenzi Ennio Bonucci Pierluigi Mariotti Marco Guerrini Roberto Ottavi Ottaviano (Franco) Mangiavacchi Egidio Angiolini Loriano Allenatore Guerrini Roberto

Qua sopra tre grandi protagonisti del titolo italiano di serie “C” 1967: Ottavi, Guerrini e Mariotti. Sotto la grande fsta per la promozione in serie “B” che si svolse all’Hotel Bastiani.




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1968 – GROSSETO – SPONSOR MAMMA FRANCESCA – CAMPIONATO SERIE B: 3° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Skating Club Follonica Rapid Modena C. P. Mamma Francesca GR Pattinatori Viareggini Pattinatori Fiorentini Pattinatori Forte dei Marmi Angiulli Bari M.D.A. Roma Rosa giocatori Bernardeschi Carlo Niccolai Franco Ulmi Aldo Saccocci Gianpiero Benelli Giorgio Mariotti Marco Natali Renzo Guerrini Roberto Parisotto Bruno Angiolini Loriano Bonucci Pierluigi Mangiavacchi Egidio Ottavi Ottaviano (Franco) Allenatore Natali Renzo

Il Circolo Pattinatori Grosseto alla prima esperienza in serie “B” fa faville e, con una cavalcata entusiasmante arriva a giocarsi addirittura la serie “A” contro l’esperto Modena, che la mette in rissa. Succede di tutto con i modenesi che “scippano” il sogno ai biancorossi che hanno oltre al danno, la beffa di alcuni strascichi disciplinari. In basso a sinistra la formazione del “Mamma Francesca”: da sin. in piedi Parri, Angiolini, Mariotti, Guerrini, Natali; accosciati Ulmi, Bonucci, Bernardeschi, Parisotto. Al centro, Pier Luigi Bonucci, giovane stella nascente del sodalizio biancorosso. A destra il settore giovanile appena nato comincia già a mostrare il proprio valore.

Gli atleti Caziolato Bruno e Terenzi Ennio sono stati ceduti in prestito alla Società Sportiva Marina di Grosseto.


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1969 – GROSSETO – SPONSOR MAMMA FRANCESCA – CAMPIONATO SERIE B: 2° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Enel Bari Circolo Pattinatori Grosseto Pattinatori Viareggio Circolo Pattinatori Pistoia Pattinatori Forte dei Marmi Angiulli Bari Hockey Club Salerno M.D.A. Roma Rosa giocatori Saccocci Gianpiero Benelli Giorgio Ottavi Ottaviano (Franco) Guerrini Roberto Mariotti Marco Artini Emilio Bigazzi Bruno Niccolini Paolo Bonucci Pier Luigi Parisotto Bruno Allenatore Guerrini Roberto

Sopra, l’articolo ci racconta come anche in quel 1969 il CP Grosseto lottò per la serie A fino all’ultimo. Anche quell’anno però rimase un sogno, arriverà l’anno successivo. Nel riquadro tre grandi speranze: Artini, Benelli e Bonucci.

Sopra a sinistra fasi di gioco in Via Manetti della partita contro l’Enel Bari. A destra la formazione biancorossa 1969: In piedi da sinistra Benelli, Ottavi, Guerrini, Mariotti, Saccocci; accosciati da sinistra Artini, Bigazzi, Niccolini, Bonucci.


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1970 – GROSSETO – SPONSOR EUROGRU – CAMPIONATO SERIE B: 4° CLASSIFICATI – PROMOSSI IN SERIE A Squadre partecipanti: CGC Viareggio CP Grosseto Eurogru Modena Hockey Hockey Club Pistoia Olimpia Colle Val d’Elsa Fortitudo Bologna Patt. Forte dei Marmi Angiulli Bari Rosa giocatori Bernardeschi Carlo La Spina Giuseppe Saccocci Gianpiero Mariotti Marco Colombini Alberto Artini Emilio Parisotto Bruno Bigazzi Bruno Mangiavacchi Egidio Minchella Michele Minchella Alberto Allegro Doriano Citerni Roberto Bonucci Pierluigi Allenatore Neri Luciano

CP Grosseto 1970: In piedi da sin, Parri, Colombini, Mangiavacchi, Mariotti, Parisotto, Artini, Bigazzi, Casagni (dirigente) Accosciati: Tambelli, Minchella E:, La Spina G., Minchella M., Allegro, Citerni. Dopo tanti tentativi finalmente arriva la serie “A” al termine della stagione 1970, anche se solo per ripescaggio, ma la gioia è comunque tanta. Intanto (sotto) i piccoli biancorossi crescono e cominciano a diventare tanti. Si cominciano ad organizzare torneini interni con le squadre con i nomi dei personaggi di Walt Disney. Questa tradizione sarà ripresa quarant’anni dopo dal nuovo Circolo...


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1971 – GROSSETO – SPONSOR MABRO – CAMPIONATO SERIE A: ULTIMI CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Hockey Novara Unione Sportiva Triestina Iris Amatori Modena Laverda Breganze Hockey Candy Monza Hockey Marzotto Valdagno Hockey Ates Bassano Polisportiva Follonica CGC Viareggio Amatori Lodi Amatori Vercelli C.P. Mabro Grosseto

La squadra che disputò il primo storico campionato di serie “A”: in piedi da sinistra Salcedo, Mangiavacchi, Pieraccini, Mariotti; accosciati: Colombini, Artini, Bigazzi, La Spina G., Minchella M.

Rosa giocatori Banti Carlo La Spina Giuseppe Minchella Michele Salcedo Esteban Dionisio Mangiavacchi Egidio Pieraccini Piero Mariotti Marco Colombini Alberto Artini Emilio Bigazzi Bruno Guerrini Roberto Fantozzi Giancarlo Allegro Doriano Tambelli Giulio Parisotto Bruno Minchella Alberto Citerni Roberto Saccocci Gianpiero Bonucci Pier Luigi Cordovani Andrea Allenatore: Neri Luciano

Qui sopra: nonostante i duri allenamenti la squadra, formata in gran parte da giovanissimi, non riuscì ad evitare la retrocessione, ma l’esperienza fatta servì per le vittorie future. Sotto a sinistra Kiko Salcedo, il primo straniero del Circolo.


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i protagonisti degli anni sessanta: pierluigi bonucci Pierluigi Bonucci, classe 1949, per tutti e da sempre: “il Capitano”. Fu uno dei primi veri giocatori moderni del Circolo Pattinatori Grosseto. Giocò sia in attacco che in difesa, supportato da un pattinaggio elegante e da una buona tecnica individuale. Fu uno dei primi interpreti del ruolo di “centro”, non aveva un tiro battuto particolarmente incisivo, per contro aveva un tiro accompagnato veramente micidiale. Per la serietà e l'impegno è stato una vera e propria bandiera del sodalizio biancorosso, presente in quasi tutte le formazioni, sia giovanili che della prima squadra, dagli anni sessanta fino al 1980‘81, quando attaccò i pattini al chiodo. Fu uno dei grandi artefici della straordinaria stagione del 1975, con il terzo posto assoluto in serie A. La serietà e la costanza con la quale si allenava, le innate doti di leader e un bagaglio tecnico di grande spessore avrebbero potuto consentirgli una carriera ben più fulgida ma visse gli anni d'oro della sua gioventù in un periodo in cui l'hockey era ancora a un livello pionieristico e restò sempre nella Società con la quale era cresciuto, togliendosi la soddisfazione di portarla in serie A e trascinarla al fantastico risultato del 1975. Collaborò, fin da giovane, con i vari allenatori dei settori giovanili e più volte è stato in panchina nelle partite dei ragazzi. Smise abbastanza presto l'attività di giocatore ed ebbe vari incarichi dirigenziali. Come tanti si è allontanato per un po' di tempo dal mondo dell'hockey, mondo che però non ha mai smesso di sentire vicino, tanto che alla ricostituzione del Circolo Pattinatori Grosseto, nel 2008, ne è divenuto Vice Presidente.


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I protagonisti degli anni sessanta: bruno parisotto Bruno Parisotto fu uno dei grandi talenti “mancati” della storia del Circolo Pattinatori Grosseto. Questo giocatore, a differenza di altri, che non riuscirono a emergere per limiti propri o per problemi di carattere, fu vittima solo della sfortuna. Fu, insieme a Pierluigi Bonucci, uno dei primissimi “ragazzi” del settore giovanile del Circolo, con il quale condivide la data di nascita, il 1951. Bruno era un giocatore elegante e potente allo stesso tempo, difensore arcigno che non disdegnava spingersi in zona gol ed era destinato a essere uno dei punti di forza della grande squadra che negli anni settanta ottenne i migliori risultati di sempre nel campionato di serie A, quando a soli ventitré anni un grave infortunio (non avvenuto tra l'altro nella pista di hockey), gli pregiudicò in maniera definitiva la carriera. Menisco e crociato del ginocchio destro: fu il terribile responso dei medici. Oggi con infortuni del genere si torna in campo dopo pochi mesi ma erano altri tempi e Bruno non si riprese mai completamente. Fu operato a Firenze e perse in pratica due stagioni sportive. Agli inizi della terza, durante il riscaldamento della prima amichevole dell'anno, forse a causa della paura di farsi nuovamente male al ginocchio destro, si procurò la distorsione a quello sinistro. Fu la fine della carriera. Giocò ancora ma non riuscì più ad essere il giocatore che sarebbe sicuramente stato. In questa pagina Bruno Parisotto a fine anni sessanta, nella foto sopra con un giovanissimo Emilio Artini. Nella pagina precedente due belle immagini del “Capitano” Pierluigi Bonucci.


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La parola alle immagini anni sessanta

Negli anni sessanta si continuava comunque a fare Corsa. Qui a fianco Egidio Mangiavacchi nel 1962 con due bei trofei di corsa appena vinti. Sopra due giovanissimi Giulio Tambelli e Roberto CIterni, qualche anno dopo, in gara a Marina.

Qui sopra il portiere follonichese Carlo Bernardeschi, per tutti “Attila”, per un paio di stagioni a Grosseto, prima di diventare un apprezzato arbitro. A destra la comitiva biancorossa a La Spezia, nel 1963. Sotto, allenamenti in Via Manetti negli anni sessanta. Si riconoscono Bruno Parisotto (in entrambe le foto) e, a destra, un Alberto Colombini versione “hippy”. Da notare l’altezza dei pini...


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Ancora corse: siamo nel 1965 a Marina di Massa, a sinistra Marco Mariotti, a destra Ennio Terenzi.

Hockey: a sinistra una rara immagine di una partita disputata a Marina nel 1962 si riconoscono Terenzi (senza protezioni!) e Ottavi sulla destra. A Fianco Grosseto- Bari in Via Manetti nel 1969. Giovani promesse in una Via Manetti nuova di zecca: Uguzzoni (sinistra) e Bernardini. Sotto da sin. a destra: Tambelli Fantozzi, Bigazzi Artini e Nicolini e ancora Bruno Bigazzi


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Emilio Artini

Sopra, è Domenica 27 Settembre 1968, al centro Coni di Roma sta per iniziare la partita tra gli allievi di Roma e Circolo Pattinatori Grosseto. Qui a sinistra una squadra di giovanissimi in Via Manetti alla fine degli anni sessanta.

Silvio Falco

Emilio Minchella

Paolo Rosalia

Da sinistra: Artini, Fantozzi e Marrani.


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Qui a fianco Silio Tambelli, che fu un grande dirigente biancorosso negli anni sessanta. Nel 1967 fu deciso di creare una società dedicata esclusivamente al settore giovanile, che fu chiamata HC Luciano Artini, in onore di un giovane hockeysta scomparso prematuramente proprio in quell’anno, e Silio Tambelli ne divenne Presidente. In seguito la cosa fu poi ripetuta nel 1970 con la Virtus, che ebbe come Presidente Edo Casagni.

Sopra, un giovanissimo Giancarlo Fantozzi nel 1967. Sotto, Giulio Tambelli, un altro gioiellino del viavio biancorosso, che in seguito preferì gli studi alla carriera sportiva.




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A sinistra Kiko Salcedo, il primo straniero del CP Grosseto, Sotto, Carlo Bernardeschi in un momento di relax.


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Qua sotto una foto forse unica:: il Barbanella Hockey, seconda squadra di hockey cittadina, i cui ragazzi (tra cui Pierluigi Bonucci) confluirono poi nel Circolo Pattinatori. La foto è del 1966.


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4. Terza decade: 1971-1981 Gli anni d’oro del CP Grosseto

capitolo offerto da:

Mangiavacchi Costruzioni s.r.l Largo Vanzetti, 3 Grosseto


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GLI ANNI D'ORO DEL CIRCOLO PATTINAToRI GROSSETO Dopo gli anni pionieristici, grazie soprattutto alla costruzione di una nuova “casa”, la Pista di Via Manetti, l'hockey grossetano fece il salto di qualità. Già dai primi anni sessanta Guerrini e Mariotti avevano iniziato ad addestrare i giovani, portandoli ad allenarsi con loro a Marina di Grosseto. Bruno Parisotto fu uno dei primi prodotti del vivaio biancorosso, subito seguito da Citerni e Bonucci, quest'ultimo proveniente dall'Hockey Club Barbanella, ai quali presto si aggiunsero un gruppo di giovani bravissimi che già nel 1972 riuscirono a conquistare il primo storico titolo Italiano categoria Juniores. Di questo gruppo facevano parte anche Colombini, Artini, Fantozzi, Tambelli, i fratelli Minchella, Allegro, Falco, Valgattarri, Uguzzoni, Pollini, Rosalia, Bernardini, Marrani, Niccolini, Ginanneschi e Giuseppe La Spina. Il reclutamento di giovani pattinatori proseguì fino al 1978, quando con lo spostamento dell'hockey a sport invernale indoor, si pose fine all’ “effetto magico” di Via Manetti e fu sempre più raro reclutare giovani. In questi dodici anni, comunque, più di un centinaio di ragazzi si cimentarono con pattini e stecche ed emersero una serie incredibile di talenti e di buoni giocatori. Alcuni di loro non solo sono arrivati alla maglia azzurra ma addirittura sono diventati Campioni del Mondo, realtà che quei ragazzi che andavano a giocare sull'asfalto di Piazza De Maria, probabilmente non avevano neanche sognato. Intanto la prima squadra aveva raggiunto per la prima volta la serie A nel 1971, anche se Con i primi grandi successi arrivano i riconoscimenti: la squadra solo grazie alla rinuncia dello Skating FolloniJuniores Campione d’Italia riceve ca, ma la Società non era ancora pronta per un premio dal Sindaco di Grosseto, Finetti. il massimo campionato che si concluse con una retrocessione annunciata, con soli due punti totalizzati. L'esperienza fatta fu fondamentale però soprattutto per i giovanissimi che costituirono poi l'ossatura portante della squadra che tre anni dopo conquistò prima la serie A e l'anno successivo contese addirittura fino all'ultimo lo scudetto al grande Novara di Olthoff e Battistella.


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In quegli anni arrivarono a Grosseto i primi stranieri: Kiko Salcedo e Theo Habraken. Erano gli anni in cui crescevano i ragazzi post 1966, tra loro i fratelli Scarpelli, Tavarnesi, Varricchio, Filippo La Spina, Zanobi, Iacoboni, Marinoni, i fratelli Fumi, Brugi, Fommei, Nicoletti, Alessandro Ricci. Ma fu la generazione successiva, che ebbe modo di vedere, nel momento della propria crescita hockeystica, un hockey di grandissimo livello, quella che ottenne i risultati migliori e dalla quale scaturirono i veri talenti dell'hockey grossetano. E l'hockey di grandissimo livello a Grosseto, lo feceUn gruppo di giovani pattinatori degli anni settanta. Questa è ro vedere quei giocatori la squadra ragazzi del 1975: In piedi da sinistra: Ferretti, Varricchio, Filippo La Spina, Massimo Madia, l’allenatore Roberto straordinari che compoGuerrini; accosciati da sinistra Tebaldo Fumi, Brugi, Barberini, nevano la squadra che otMario Panico, Papini, Rolando Fumi. In basso: la grande squadra 1975 schierata a centrocampo prima della sfida col Novara. tenne il miglior risultato di sempre nella storia biancorossa: il terzo posto in A del 1975. In primis Raoul Martinazzo, argentino, dotato di una classe sopraffina e di una eleganza innata, che lo faceva sembrare un ballerino sui pattini. Decine di ragazzi hanno sognato di emularlo e hanno imparato gesti tecnici e movenze che fino ad allora non si erano mai visti. il viareggino Riccardo Pardini, rapinatore di area di rigore, la solida coppia di difensori centrali composta da Colombini e Oris Gabellieri, follonichese che dette un grande impulso all'hockey grossetano, il capitano, Pierluigi Bonucci. E poi l'agilità e la determinazione del portiere Sergio Palmieri, anche lui folllonichese come l'allenatore, Ilvo Riva. Poi Fantozzi, che stava studiando per diventare il grande giocatore che poi è diventato, Bigazzi, Allegro, Citerni, Alessandro Ricci.


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Ed i giovanissimi imparavano talmente bene, che nel 1975 arrivò anche il secondo Titolo Italiano delle giovanili. Questa volta furono i più piccoli a conquistarlo, nella categoria “Esordienti”, con una squadra straordinaria, nella quale vi erano giocatori che diverranno dei campioni, su tutti Massimo Mariotti, classe 1964, figlio di Marco, il più grande talento uscito dal vivaio biancorosso e probabilmente uno dei più forti giocatori di hockey a livello mondiale di tutti i tempi. Massimo ha vinto tutto come giocatore, dai Campionati del Mondo agli innumerevoli scudetti e oggi sta vincendo altrettanto come allenatore, dato che proprio nel campionato 2010/11 ha conquistato il suo ennesimo scudetto alla guida del Viareggio.

In questa foto del 1975 ci sono alcuni dei migliori talenti mai espressi dal Circolo Pattinatori Grosseto: In piedi da sinistra (solo giocatori): Biancucci, Riccardo Ricci, Mangiavacchi, Angelo Giomi, Massimo Mariotti, Gaudino, Cezza; accosciati da sinistra: Enrico Mariotti, Marco Guerrini, Ledda, Franco Scarpelli, Stefano Giomi, Pala, Arreti.

Questa squadra riuscì anche nell'impresa di vincere il Titolo Italiano in tutte le categorie giovanili a cui partecipò (esordienti, ragazzi, allievi), a dimostrazione di una superiorità indiscussa a livello nazionale. Facevano parte di essa, oltre a Mariotti, i fratelli Giomi, Riccardo Ricci, Biancucci, Fabio Mangiavacchi , Enrico Mariotti (fratello di Massimo e anche lui futuro supercampione), Marco Guerrini , ed il portiere Franco Scarpelli.


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Nel 1978 arrivarono due titoli italiani: il primo dalla solita squadra formata da Franco Scarpelli, Angelo Giomi, Ricci, Mangiavacchi, Biancucci, Massimo Mariotti, nella categoria ragazzi, il secondo da un'altra squadra che si avviava anch'essa a vincere tutto: i giovani esordienti la cui stella era, nonostante fosse al primo anno in categoria, quell'Enrico Mariotti, classe 1969, che diventerà uno dei piÚ forti giocatori a livello non solo nazionale, ma anche internazionale, unico italiano a vestire la maglia del Barcellona e a vincere tutto, ma proprio tutto quello che un'hockeysta può vincere. Di quella squadra facevano parte Enrico Mariotti, Stefano Saccocci, Alessandro Arreti, Stefano Giomi, Umberto Prosperi e Alessandro Giomi. Nell'80 ancora una doppietta di titoli: furono Campioni d'Italia gli Esordienti di Enrico Mariotti e gli Allievi con la squadra composta da Franco Scarpelli, Luca Pellegrini, Fabio Mangiavacchi, Angelo Giomi, Rolando Fumi, Riccardo Ricci, Piero Papini, Raffaele Biancucci e Alessandro Arreti.


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Intanto la prima squadra, dopo la straordinaria prova del 1975, con il prestigioso sponsor Sanson, era attesa l’anno successivo a un campionato di vertice. Con l’arrivo del portiere emergente Anedda (futuro portiere della Nazionale) e la definitiva esplosione di Fantozzi e Artini si sperava addirittura di migliorare la posizione dell’anno precedente. Invece le cose andarono in modo diverso. L’annata iniziò subito con problemi: Martinazzo arrivò solo alla settima giornata, l’allenatore Poccetti rassegnò le dimissioni dopo poche giornate sostituito dal Direttore Sportivo Bruno Tiezzi; situazioni che andarono a incidere sui risultati della squadra, che finì a metà classifica.

Seguirono anni anonimi che costituirono la parabola discendente della società, coincisa con la già citata scelta federale di passare all’indoor e alla stagione invernale, che pose ancora una volta il vero grande problema che tutte le dirigenze della società che si sono succedute fino ai giorni nostri hanno dovuto affrontare: la pista coperta per l’attività invernale, questione che, a distanza di 35 anni rimane ancora irrisolta. Dal ‘77 all’84 si potè giocare, in deroga per le misure non regolamentari, al Palasport dello Stadio. Dopo la Federazione non concesse più deroghe e l’esilio a Castiglione della Pescaia segnò di fatto la fine del glorioso Circolo Pattinatori Grosseto.




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Cammino della prima squadra dal 1971 al 1981 1972 – GROSSETO – SPONSOR MABRO – CAMPIONATO SERIE B: 2° classificati Squadre partecipanti:

Rosa giocatori

Circolo Pattinatori Mabro Grosseto Polisportiva Sinigallia Firenze M.D.A Roma Hockey Marina di Carrara Hockey Forte dei Marmi Pattinatori Pistoia Primavera Maliseti Prato Hockey Club Salerno A.F.P Giovinazzo Bari

Palmieri Sergio La Spina Giuseppe Minchella Michele Parisotto Bruno Colombini Alberto Mariotti Marco Marchesini Vincenzo Guerrini Roberto Artini Emilio Bigazzi Bruno Fantozzi Giancarlo Bonucci Pierluigi Mangiavacchi Egidio Citerni Roberto Allegro Doriano Habraken Theo Allenatore: Riva Ilvo


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1973 – GROSSETO - CAMPIONATO SERIE B: 2° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: A.F.P. Giovinazzo Bari Circolo Pattinatori Grosseto Società Primavera Maliseti Prato Società Pattinatori Forte dei Marmi Hockey Club Salerno Circolo Ricreativo Enel Bari Hockey Club Audax Roma A.S Coverciano Firenze G.S Cosenza Skating Club Marina di Carrara Rosa giocatori Palmieri Sergio Ricci Alessandro La Spina Giuseppe Bonucci Pierluigi Artini Emilio Marchesini Vincenzo Salcedo Esteban Fantozzi Giancarlo Bigazzi Bruno Parisotto Bruno Colombini Alberto Tambelli Giulio Allegro Doriano Citerni Roberto Allenatore: Riva Ilvo

Qui a fianco il grande risalto dato dalla stampa cittadina al ritorno del fuoriclasse argentino Salcedo, che l’anno successivo si trasferirà al CGC Viareggio. Sotto la formazione che disputò quel campionato 1973 giungendo, purtroppo, ancora una volta seconda.


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1974 – GROSSETO - VINCITORI CAMPIONATO SERIE B: PROMOSSI IN SERIE A Squadre partecipanti: Circolo Pattinatori Fimet Grosseto Hockey Club Audax Roma Atletico Forte dei Marmi Polisportiva Coverciano Firenze M.D.A Roma ENEL Bari Società Primavera Maliseti Prato Hockey Club Salerno Fortitudo Bologna Rosa giocatori Palmieri Sergio Ricci Alessandro La Spina Giuseppe Ceccarelli Alessandro Colombini Alberto Parisotto Bruno Gabellieri Oris Citerni Roberto Artini Emilio Bonucci Pierluigi Bigazzi Bruno Allegro Doriano Minchella Emilio Habraken Theo Allenatore: Riva Ilvo La formazione 1974 del Circolo Pattinatori Grosseto Campione d’Italia serie “B”: In piedi da sinistra Parisotto, Allegro, Minchella Emilio, Bigazzi, Artini Emilio, l’allenatore Riva, Habraken; accosciati da sinistra Palmieri, Ricci Alessandro, Bonucci, Colombini.

Due immagini della trionfale stagione 1974, che riportò il Circolo nella serie “A”. Il Presidente Parri che si complimenta con i giocatori (in primo piano Oris Gabellieri) e, sotto, la squadra con il Trofeo della serie “B”.


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1975 – SPONSOR FIMET – CAMPIONATO ITALIANO SERIE A: 3° CLASSIFICATI Squadre partecipanti:

Rosa giocatori

Hockey Club Novara Laverda Breganze Circolo Pattinatori Fimet Grosseto A.F.P. Giovinazzo Bari Hockey Club Monza Polisportiva Follonica Amatori Lodi Gruppo Sportivo Triestina Gruppo Sportivo Trissino Marzotto Valdagno Tre Stelle Amatori Modena

Palmieri Sergio Ricci Alessandro Ceccarelli Alessandro Nicoletti Claudio Gabellieri Oris Colombini Alberto Citerni Roberto Fommei Roberto Bigazi Bruno Bonucci Pierluigi Fantozzi Giancarlo Pardini Riccardo Allegro Doriano Martinazzo Raoul

La migliore stagione in assoluto del Circolo Pattinatori si concluderà con un terzo posto, ma a lungo si è coltivato il sogno di qualcosa di ben più importante. Qui a fianco la classifica alla fine dell’andata tratta da un quotidiano dell’epoca.

Allenatore: Riva Ilvo

Ecco la squadra che ci ha fatto sognare in quell’estate del 1975. Si dovettero aggiungere in fretta e furia delle tribune di tubi innocenti in Via Manetti per contenere l’entusiasmo dei grossetani per le gesta dei moschettieri in biancorosso. Da sinistra in piedi Pardini, Colombini, Gabellieri, Allegro, Martinazzo, accosciati da sinistra Bigazzi, Bonucci, Ricci Alessandro, Fantozzi, Ceccarelli. Era assente in questa foto il portiere Palmieri.


100 Circolo Pattinatori Grosseto 1951-2011 Quella fantastica stagione 1975 fece sognare come detto per lungo tempo gli sportivi grossetani che avevano iniziato a seguire in massa l’hockey. Il brusco risveglio avvenne nella partita decisiva in casa contro il Novara che terminò con un 4 a 1 per gli ospiti che non ammetteva repliche. Da lì i biancorossi cominciarono a cedere fino ad essere superati anche dal Breganze, ma solo all’ultima giornata, come si evince dal ritaglio di giornale in basso a sinistra, che riporta cronache risultati e classifica dell’ultima giornata di campionato. Il CP Grosseto fu sconfitto per 4 a 3 a Monza e fu superato dai rossoneri, vittoriosi sul Lodi con identico punteggio. La foto a fianco si riferisce proprio a Grosseto-Novara 1-4.

Una ulteriore testimoniana dell’importanza che l’hockey, grazie ai grandi risultati del CP Grosseto, aveva assunto in città in quegli anni, è data dalla copertina di un mensile cittadino dell’epoca, dove il calcio è relegato in un angolino in alto e tutta la copertina è dedicata al Fimet Grosseto. Qui a fianco Raoul Martinazzo, indimenticato asso argentino che trascinò il Circolo a risultati mai neanche sognati.


Sessant’anni di Storia 101

1976 – GROSSETO - SPONSOR SANSON – CAMPIONATO ITALIANO SERIE A: 6° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Laverda Breganze Hockey Club Monza Hockey Club Novara Ginnastica Goriziana Polisportiva Follonica C.P. Sanson Grosseto A.F.P Giovinazzo Bari Hockey Pordenone Gruppo Sportivo Trissino Amatori Lodi Atletico Forte dei Marmi Gruppo Sportivo Triestina Rosa giocatori Anedda Claudio Ricci Alessandro Colombini Alberto Gabellieri Oris Parisotto Bruno Allegro Doriano Artini Emilio Fantozzi Giancarlo Bonucci Pierluigi Bigazzi Bruno Tavarnesi Marco

Sopra, la squadra “Sanson” del 1976: da sinistra in piedi Martinazzo, Allegro, Artini, Bonucci, Colombini, Gabellieri; accosciati da sinistra Bigazzi, Fantozzi, Nicoletti, Anedda. Sotto, si comincia a sperimentare il Palasport in previsione del passaggio all’indoor. Qui siamo nell’amichevole disputata dai biancorossi contro la Nazionale Svizzera (3-3 fu il finale).

Allenatore: Poccetti Giuliano/ Tiezzi Bruno


102 Circolo Pattinatori Grosseto 1951-2011

1977 – GROSSETO - SPONSOR SANSON – CAMPIONATO ITALIANO SERIE A: 12° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Hockey Club Novara Postal Mobili Pordenone A.F.P. Giovinazzo Bari Polisportiva Follonica Fauler Reggiana Laverda Breganze Ginnastica Goriziana Amatori Lodi C.G.C Viareggio Gruppo Sportivo Trissino Hockey Club Monza C.P. Sanson Grosseto Rosa giocatori Ricci Alessandro Nicoletti Claudio Chietti Riccardo Minchella Emilio Colombini Alberto Bonucci Pierluigi Fommei Roberto Allegro Doriano Salcedo Esteban Scarpelli Enzo Varricchio Claudio Fantozzi Giancarlo Bigazzi Bruno Tavarnesi Marco Muzzi Pietro Riccò Riccardo Zanobi Marco Allenatori: Guerrini Roberto Mariotti Marco

La squadra 1977: in piedi da sinistra Minchella, Fantozzi, Muzzi, Bigazzi, Salcedo; accosciati Ricci, Riccò, Tavarnesi, Bonucci, Chietti. Fu un anno difficile, con una grave crisi societaria, ma, nonostante la retrocessione, la squadra fu ripescata.


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1978 – GROSSETO – CAMPIONATO ITALIANO SERIE A: 13° CLASSIFICATI Squadre partecipanti: Gruppo Sportivo Hockey Trissino Polisportiva Follonica Laverda Breganze Hockey Club Novara Amatori Lodi Gruppo Sportivo Forte dei Marmi Hockey Club Monza C.G.C. Viareggio A.F.P. Giovinazzo Bari Hockey Pordenone Fauler Reggiana Ginnastica Goriziana C.P. Sanson Grosseto Marzotto Valdagno Rosa giocatori Ballati Piero Artini Emilio Chietti Riccardo Iacoponi Alfredo Colombini Alberto Bonucci Pierluigi Fantozzi Giancarlo Tavarnesi Marco Gaeta Gerardo Varricchio Claudio La Spina Filippo Zanobi Marco Fommei Roberto Mariotti Massimo Allenatore: Poccetti Giuliano

Nel 1978 la retrocessione, scongiurata l’anno precedente grazie all’allargamento el campionato a 14 squadre, arriva inesorabile. Si comincia a giocare al Palazzetto (come testimoniano le due immagini sopra) il girone di andata e in via Manetti quello di ritorno, transizione verso il passaggio definitivo a sport indoor. Nella foto una formazione biancorossa di quell’anno; la partita è quella con il CGC Viareggio. in piedi da sinistra l’allenatore Poccetti, Artini, Allegro, Colombini, Gabellieri, Fantozzi; accosciati da sinistra Bonucci, Ricci, Ballati, Bigazzi.


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1979 - GROSSETO – SPONSOR “DIMENSIONE C” CAMPIONATO NAZIONALE SERIE B Squadre partecipanti: C.G.C Viareggio C.P. Grosseto Hockey Club Salerno Marzotto Valdagno (-) Rosa giocatori Ballati Piero Iacoboni Alfredo Bonucci Pierluigi Minchella Alberto La Spina Filippo Mariotti Massimo Ricci Riccardo Papini Piero Marinoni Antonio Biancucci Raffaele Mangiavacchi Fabio Panico Mario Giomi Angelo Scarpelli Enzo Varricchio Claudio Tavarnesi Marco Allenatore: Mariotti Marco

Qua sopra Marco Tavarnesi in azione. Con molta probabilità questa è una delle ultime partite ufficiali disputate alla pista di via Manetti. Qui sotto la formazione di quell’anno e in basso Bruno Bigazzi, al palazzetto.


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1979/80 – GROSSETO- CAMPIONATO NAZIONALE SERIE B Squadre partecipanti: Hockey Club Lodi Roller Pordenone C.P. Grosseto US Triestina Bassano Hockey (-) Rosa giocatori Ballati Piero Ballati Alberto Iacoboni Alfredo Bonucci Pierluigi Minchella Alberto La Spina Filippo Mariotti Massimo Ricci Riccardo Papini Piero Marinoni Antonio Biancucci Raffaele Mangiavacchi Fabio Panico Mario Giomi Angelo Scarpelli Enzo Varricchio Claudio Tavarnesi Marco Allenatore: Mariotti Marco

Formazione 79 - 80. In piedi da sinistra Massimo Mariotti, Riccardo Ricci, Minchella, Papini, Angelo Giomi, Marinoni, l’ allenatore Marco Mariotti; accosciati da sin. Iacoboni, Bonucci, Ballati Piero, Biancucci. Questi sono anni difficili per il Circolo, anche nella nostra ricostruzione storica abbiamo avuto delle grosse difficoltà a reperire materiale ed informazioni, tanto che, di queste due stagioni, non siamo riusciti neanche a indicare tutte le avversarie e la posizione raggiunta in campionato. Le uniche certezze di questi anni furono costituite dalla crescita dei giovani biancorossi, su tutti Massimo Mariotti, qui a fianco in una foto d’epoca con la casacca del CP Grosseto.

A Sinistra: anno 1980. Da sinistra Biancucci, Ricci, Papini, Giomi, Ballati, Bonucci Marco Mariotti, Paolo Arreti. Sotto: Marinoni, Minchella, Iacoboni, Massimo Mariotti, Franco Scarpelli.


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1980/81 - GROSSETO - sponsor duk jeans - CAMPIONATO NAZIONALE SERIE B: PROMOZIONE FALLITA AI PLAY OFF Squadre partecipanti: Villa Oro Modena Hockey Prato Hockey Vercelli Circolo pattinatori Duk Jeans Hockey Salerno Amatori Modena

Questa sotto è una delle ultime grandi formazioni del CP Grosseto, ma quello che colpisce è che è composta (ad eccezione del portiere Ballati, follonichese) esclusivamente dai “ragazzi di Via Manetti” e che i più anziani (Tavarnesi e Scarpelli E.) hanno appena 22 anni! In piedi da sinistra Pierluigi Bonucci, il dirigente Ivo Giusti, Andrea Scarpelli, Angelo Giomi, Tavarnesi, Massimo Mariotti, Enzo Scarpelli, Varricchio, il Presidente Maccherini; accosciati da sinistra il Direttore Sportivo Paolo Arreti, Franco Scarpelli, Ballati, Biancucci, Mangiavacchi, l’allenatore Marco Mariotti.

Rosa giocatori: Ballati Piero Iacoponi Alfredo Bonucci Pierluigi Minchella Alberto La Spina Filippo Mariotti Massimo Ricci Riccardo Papini Piero Giomi Stefano Biancucci Raffaele Giomi Angelo Scarpelli Enzo Scarpelli Andrea Tavarnesi Marco Scarpelli Franco Allenatore: Mariotti Marco


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i protagonisti degli anni settanta: Giancarlo Fantozzi Giancarlo Fantozzi è stato uno dei più grandi giocatori usciti dal vivaio del Circolo Pattinatori Grosseto. Ragazzo un po’ scapestrato nella primissima gioventù, fu preso a cuore dai giocatori e dai tecnici del Circolo, che lo sostennero e furono ripagati con le magie in pista, che gli valsero prima un contratto a Lodi e poi la maglia della Nazionale maggiore. Difensore con il vizio del gol, dotato di un tiro fulminante e di un pattinaggio ubriacante anche se non rapidissimo, fu il primo grossetano a vincere uno scudetto tricolore, con la maglia del Lodi, nel 1981. Classe 1954, ha fatto una grande carriera anche in azzurro, disputando Mondiali ed Europei. Agli inizi degli anni ottanta era uno dei migliori giocatori italiani nel suo ruolo e riuscì a togliersi notevoli soddisfazioni, fino a che il ritorno, forse un po’ affrettato, in Maremma con la maglia del Castiglione, segnò il declino definitivo della sua carriera, che comunque rimane quella di un grande campione di questo sport.


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i protagonisti degli anni settanta: emilio artini Emilio Artini, classe 1954, resta probabilmente, dal punto di vista puramente tecnico, il più grande talento espresso dalla Società biancorossa. Nessuno era abile come lui nel dribbling stretto o nel tiro da posizione impossibile. Faceva letteralmente impazzire i difensori avversari con i suoi giochi funambolici ed era praticamente impossibile da fermare. La sua mancanza di continuità e forse l’incapacità di assoggettarsi alle rigide discipline della “vita da atleta”, non gli hanno consentito di avere una grande carriera anche in azzurro e probabilmente di diventare uno dei più forti giocatori italiani. Fu acquistato dal Lodi, insieme a Giancarlo Fantozzi: i Dirigenti lombardi stravedevano per lui ma la sua storia in quella Squadra terminò molto presto. Disputò diverse grandi annate con la maglia del Follonica, dove ancora i vecchi amanti dell’hockey si ricordano le sue magie, e con quella maglia si tolse la soddisfazione di vincere la Coppa Italia nel 1978 , primo grossetano ad alzare un trofeo nazionale.


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i protagonisti degli anni settanta: alessandro ricci Alessandro Ricci fu il primo di una lunga serie di grandi portieri biancorossi. Classe 1959, esplose giovanissimo: a 16 anni era titolare in serie A, dove difese, in varie occasioni, la porta grossetana nello straordinario campionato del 1975. Era un portiere spettacolare, che amava “aggredire” la palla con salti e spostamenti rapidissimi, aiutato in questo dalle sue eccellenti doti fisiche. Partì giovanissimo per Forte dei Marmi, dove fece fare in più occasioni, il secondo ad Alessandro Cupisti, il più grande portiere italiano di tutti i tempi, suo coetaneo. Poi la Nazionale e le maglie di Lodi e Novara dove, insieme all’altro grossetano Massimo Mariotti, nel 1984-85 vinse scudetto, Coppa Italia e Coppa Cers. Chiuse la carriera abbastanza presto, probabilmente a causa della sua tecnica dispendiosa dal punto di vista atletico, che non gli consentì di restare a lungo ad alto livello .

La nazionale italiana nel 1977. Ci sono ben due “ragazzi di via Manetti”: Fantozzi, il primo accosciato a sinistra, e Alessandro Ricci, il terzo accosciato da sinistra.


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i protagonisti degli anni settanta: alberto colombini “Come studente sei un grande giocatore e come giocatore sei un grande studente”! In questa frase scherzosa, del Presidente Gianni Marini, c’è tutto quello che è stato Alberto Colombini, classe 1954, per l’ hockey grossetano: un giocatore-studente o uno studente-giocatore, che ha sempre cercato di coniugare le due cose. Si ricordano di Alberto le trasferte con i libri di medicina ma anche le rinunce sofferte, come quella alla Nazionale Juniores. La sua è la storia di un buon giocatore, difensore dall’allungo eccezionale, buon senso della posizione, rapido di riflessi, e di apprezzabile tecnica individuale. La sua è anche la storia di un atleta che si allenava seriamente e che troppo presto ha dovuto smettere con lo sport che amava, perchè a 24 anni ha capito che non era possibile essere giocatore-studente e studentegiocatore. Si imponeva una scelta e senza indugio Alberto scelse la medicina. La sua è una storia di nostalgia che lo ha portato, una volta laureatosi e specializzatosi, a impugnare di nuovo la stecca, per giocare con molti dei compagni di un tempo, nella categoria Veterani e a partecipare a tornei in vari paesi d’ Europa, ed è con lo stesso spirito che Alberto ha accettato la carica di Presidente del “rinato” C.P Grosseto.


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La parola alle immagini anni settanta

In queste due foto, purtroppo di scarsa qualità, la testimonianza di un divertente Scapoli contro Ammogliati disputato nel 1972: a sinistra le due squadre a centrocampo, a destra la squadra degli Scapoli.

Negli anni settanta inizia il ciclo delle grandi vittorie nazionali a livello giovanile. Il primo storico successo è la conquista del titolo italiano juniores nel 1972. Da notare come anche alcuni elementi della prima squadra avevano seguito a Lodi i giovani biancorossi nell’avventura tricolore: questo era lo spirito di Via Manetti! Bigazzi, Caziolato e lo straniero Habraken posano felici nella foto ricordo di fronte ad un grande scudetto tricolore. Qui a destra una bella foto delle due squadre finaliste, il Circolo e il Pederzoli Draghi Torino.


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Un’altra ricorrenza importante, si celebrano i vent’anni del Circolo. Qui a fianco due giovani promesse che avranno un ruolo importante in futuro...saranno rispettivamente Vicepresidente e Presidente del nuovo Circolo Pattinatori Grosseto.

Due anni dopo i festeggiamenti per i vent’anni, ecco un’altra grande festa: il Circolo conquista sul campo, finalmente, la sospiratissima serie “A”. Artefice di questo successo il gruppo ritratto qua sopra e sotto, alla premiazione ufficiale in Comune. In queste due foto manca un elemento fondamentale della squadra, l’olandese Theo Habraken.


Sessant’anni di Storia 113 Qui a destra, una promessa ancora da mantenere... Sotto: il parcheggio di Via Manetti, da sempre, è il punto di ritrovo per le trasferte. Qui vediamo la squadra in partenza, schierata per la foto (si vede anche un piccolissimo Marco Guerrini), e in un momento di relax prima di affrontare il viaggio con il mitico Ford Transit azzurro che si vede sullo sfondo. In seguito la società ne avrà altri due, uno giallo e uno arancio.

Qui sopra, ancora un Torneo giovanile, creato per far divertire e giocare i bambini, che cominciavano ad essere davvero tanti. Questa volta per le squadre i nomi di mitiche e lontane squadre straniere. Qui sotto due formazioni, a sinistra il Reus, capitano Massimo Mariotti, a destra l’Hurrican, capitano Fabio Mangiavacchi.


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In alto a sinistra, ancora un esempio di quanto fosse importante l’hockey negli anni 70 in città. A destra un gruppo di persone davvero importanti per questa società: da sinistra Salcedo, Parri, Guerrini, Riva, Martinazzo. Più in basso due amichevoli internazionali del 1976 a sinistra contro la nazionale arrgentina, a destra con la Svizzera. Qui sopra: Circolo in trasferta a Trieste nel 1976; il secondo da sinistra con gli occhiali è Ferruccio Giomi, compianto dirigente biancorosso. Qui a sinistra un famoso Grosseto-Follonica 1-0 del Marzo 1978.


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Sopra: la prima squadra del CP Grosseto in ritiro montano nel 1978. I ragazzi sono tutti giovani e l’ambiente è goliardico e spensierato...

In queste immagini: bambini alla pista di Via Manetti nei primi anni settanta. Del resto in quegli anni si pattinava ovunque, anche sul terrazzone di casa, come testimonia la foto in basso a destra.

Un gruppo che di lì a poco, qui siamo nel 1974, farà cose grandissime. Alcuni di loro vinceranno il titolo di campione italiano in tutte le categorie giovanili, dimostrando una superiorità schiacciante; in piedi da sinistra il Presidente Prof. Marini, Biancucci, Ricci Riccardo, Giomi Angelo, Mariotti Massimo, Mariotti Enrico, L’allenatore Roberto Guerrini; accosciati da sinistra Giomi Stefano, Ledda, Madia Nicola, Scarpelli Franco, Guerrini Marco.


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Nel 1975 arriva il secondo scudetto tricolore giovanile. E’ il gruppo di cui si accennava nella pagina precedente a conquistarlo, nella categoria “Esordienti”. (foto in alto) Qui sopra tre piccoli campioni d’Italia: da sinistra Marco Guerrini, Fabio Mangiavacchi, Massimo Mariotti. Qui a fianco una formazione “Ragazzi” del 1974. Il primo a sinistra è Rosado Brugi, dirigente del Circolo scomparso purtroppo prematuramente.


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Nel 1976 i giovanissimi biancorossi della categoria “Esordienti” conquistano un altro alloro. Questa volta non è un primo posto, ma è comunque una risultato di prestigio: medaglia di bronzo ai Giochi della Gioventù, una sorta di MiniOlimpiadi che si svolgevano ogni anno in una città diversa tra tutti i giovani italiani in tutti gli sport. Nel 1978 e nel 1980 la società riuscirà poi a conquistare l’ambito Oro. Qua sotto la squadra in pista a Bologna: in piedi da sinistra Guerrini, Enrico Mariotti, Biancucci, Gualandi; accosciati Olivieri, Saccocci, Arreti, Stefano Giomi. Qua sopra un intervento di Stefano Saccocci durante la stessa manifestazione..aveva solo otto anni ma se ne vedeva già la stoffa!


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1976: Premiazioni in Via Manetti dei reduci dei Giochi della Gioventù. Questo è Enrico Mariotti.

Qui sopra Raffaele Biancucci, dietro a lui Enrico Mariotti, di lì a pochi anni i due diventeranno due colonne della prima squadra biancorossa. Lo stesso giorno, siamo nel 1976, qui a fianco Marco Mariotti con i suoi ragazzi prima di una partita. La particolarità di queste due foto è che questa bella pista con i prati verdi intorno è...il Capannino di Follonica, prima che fosse chiuso...

Uno scatto “tutti insieme” delle squadre giovanili del Circolo nel 1978, con un...intruso: Pierluigi Bonucci, il secondo in piedi da sinistra, che collaborava con Marco Mariotti come tecnico delle giovanili. In piedi da sinistra Papini, Bonucci, Mangiavacchi, Panico Mario, Gualandi, Ricci Riccardo, Brugi, Giomi Angelo, Mariotti Massimo, Biancucci; accosciati da sinistra Giomi Alessandro, Fumi Rolando, Iacoboni, Arreti, Giomi Stefano, Mariotti Enrico, Scarpelli Franco, Paoli Andres, Saccocci.


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Il 1978 fu un anno straordinario per i giovani del Circolo che vinsero il titolo italiano in ben due categorie: i “Ragazzi” già Campioni d’Italia “Esordienti” nel 1975 che a fondo pagina vediamo in una rara foto nel Palasport di Giovinazzo con la medaglia al collo insieme alle altre finaliste: da sinistra Reggio Emilia, Grosseto, Giovinazzo e Novara. Gli altri Campioni 1978 sono gli “Esordienti” di Enrico Mariotti e Stefano Saccocci, che dimostreranno la propria superiorità vincendo sia il titolo italiano che la finale Nazionale dei Giochi della Gioventù, ripetendosi poi anche nel 1980 con la stessa doppietta. La foto sopra a destra si riferisce al 1980 e si vede sullo sfondo Enrico Mariotti e in primo piano di schiena con il numero 9 un piccolissimo Franco Polverini.


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I Campioni d’Italia 1980. Da sin. in piedi Bernardeschi (arbitro) Papini, Giomi A., Ricci R., Giusti Ivo (dir.), Mariotti M., Parri (dir.), Maccherini (Presidente); accosciati da sin. Biancucci, Fumi R., Scarpelli F., Pellegrini, Arreti.

Il 1980 fu il punto più alto della parabola del settore giovanile del Circolo Pattinatori Grosseto, l’anno d’oro per eccellenza. Furono conquistati i titoli tricolori nelle categorie “Ragazzi” e “Allievi” e fu conquistata un storica medaglia d’oro ai Giochi della Gioventù. Qui a fianco la squadra allievi 1980 che vinse una edizione del Campionato italiano particolare, dato che le finali si svolgevano proprio in Via Manetti, forse un segno del destino...Questa stessa squadra, sebbene orfana di Papini, Fumi e Pellegrini che erano all’ultimo anno di categoria bisserà il titolo nel 1981, concludendo un ciclo straordinario che la ha portata a vincere in tute le categorie.

Alla fine degli anni settanta cominciarono a debuttare in prima squadra tutti i ragazzi che affollavano la piata di via Manetti nei primi anni del decennio. Eccone qualcuno: a sinistra Riccardo Ricci e Alfredo Iacoboni al centro Massimo Mariotti ancora con Iacoboni, a destra Enzo Scarpelli e Marco Tavarnesi, molto amici anche nella vita. Qui a fianco un giovanissimo Claudio Varricchio. Tutti questi, insieme a molti altri ancora, andarono a rinforzare una squadra già composta dai “Ragazzi di via Manetti” della generazione precedente, quella degli anni sessanta, a cui apparteneva Emilio Minchella (foto a sinistra in basso, qui ritratto nel 1980). Alcuni di questi diventeranno degli ottimi giocatori, qualcuno addirittura un fuoriclasse.


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5. I nostri ragazzi nella Storia

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UN GRANDE SETTORE GIOVANILE Prima di raccontare il triste epilogo della vecchia Società fondata da Mario Parri, ci sembra giusto porre l'accento sugli straordinari risultati ottenuti da quella fucina di campioni che è stato il settore giovanile del C.P Grosseto, con la speranza che i ragazzi di oggi li possano ripetere. La storia del settore giovanile del C.P. Grosseto si concludeva con il seguente palmares: 3 Titoli Italiani “Esordienti” (1975 – 1978 – 1980) ; 3 Titoli Italiani “Ragazzi” (1978 – 1982 – 1984); 2 Titoli Italiani “Allievi” (1980 – 1981); un Titolo Italiano “Juniores” (1972) e 2 medaglie d'oro alla fase Nazionale dei Giochi della Gioventù (1978-1980).


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Questo è il dettaglio degli undici titoli Italiani vinti nelle varie categorie 1972 - CAMPIONI ITALIANI CATEGORIA JUNIORES Squadre Partecipanti Circolo Pattinatori Grosseto Giglio Rosso Firenze Polisportiva Follonica CGC Viareggio Maliseti Prato Circolo Pattinatori Pistoia Pro Follonica Squadre finaliste Circolo Pattinatori Grosseto Draghi Torino A.F.P Bari Pattinatori Lodi La squadra Campione d'Italia: La Spina Giuseppe Falco Silvio Minchella Michele Colombini Alberto Citerni Roberto Minchella Alberto Valgattarri Fabrizio Artini Emilio Fantozzi Giancarlo Tambelli Giulio Allegro Doriano Uguzzoni Riccardo Pollini Enzo Allenatori: Roberto Guerrini/ Ilvo Riva


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Ecco i Campioni d’Italia 1972. In alto la squadra, qui sopra, da sinistra Emilio Artini e Giancarlo Fantozzi, grandi protagonisti delle finali. Sotto, le premiazioni, con in primo piano la squadra dei Draghi Torino sconfitta in finale.


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1975 - CAMPIONI ITALIANI CATEGORIA ESORDIENTI

Squadre partecipanti C.P. Fimet Grosseto Primavera Maliseti Atletico Forte d. Marmi Hockey Reggio Emilia

La squadra Campione d'Italia: Scarpelli Franco Biancucci Raffaele Ricci Riccardo Giomi Angelo Mariotti Massimo Mariotti Enrico Giomi Stefano Mangiavacchi Fabio Guerrini Marco Allenatore: Roberto Guerrini

La foto in alto è quella che era allegata all’articolo a fianco. Purtroppo la qualità non è buona, ma nella pagina successiva c’è un’altra foto che ritrae la squadra Campione d’Italia 1975. Qui sopra tre grandi protagonisti della finalissima di Bologna: da sinistra Massimo Mariotti, Angelo Giomi e Riccardo Ricci.


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Sopra: la squadra Campione d’Italia 1975. Sotto: il Sindaco Giovanni Finetti premia i piccoli atleti biancorossi nella sala del Consiglio Comunale cittadino, per il grande risultato raggiunto.


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1978 - CAMPIONI ITALIANI CATEGORIA ESORDIENTI Squadre Partecipanti Circolo Pattinatori Grosseto Migliarina Viareggio Maliseti Prato Polisportiva Follonica Squadre Finaliste Circolo Pattinatori Grosseto Polisportiva Follonica USPG Frassati P.S.Giacomo Villa Oro Modena La squadra Campione d'Italia: Saccocci Stefano Giomi Alessandro Giomi Stefano Gallorini Alessandro Maccherini Luca Colombini Luca Giusti Nicola Mariotti Enrico Vaglio Matteo Vincenzi Roberto Giusti Simone Guerrini Marco Paoli Andres Allenatore: Mariotti Marco

Qui sopra tre protagonisti dello scudetto Esordienti e della medaglia d’oro ai Giochi della Gioventù 1978. Da sinistra Stefano Saccoccci, Enrico Mariotti e Stefano Giomi.


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Ecco il gruppo campione d’Italia Esordienti 1978 ritratto in due momenti diversi. Sopra: da sinistra in piedi Gianpiero Saccocci, ex portiere biancorosso e padre di Stefano, Enrico Mariotti, Prosperi, Arreti, Stefano Giomi, Paolo Arreti (dirigente), Massimo Mariotti; accosciati da sinistra Alessandro Giomi, Paoli, Saccocci. Sotto, siamo alle finali Nazionali dei Giochi della GioventÚ, naturalmente vinte, da sinistra: Alessandro Giomi, Enrico Mariotti, Prosperi, Stefano Giomi, Arreti, Saccocci, Paoli.


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1978 - MEDAGLIA D’ORO AI GIOCHI DELLA GIOVENTU’ Squadre Partecipanti Circolo Pattinatori Grosseto Migliarina Viareggio Maliseti Prato Polisportiva Follonica Squadre Finaliste Circolo Pattinatori Grosseto Polisportiva Follonica USPG Frassati P.S.Giacomo Villa Oro Modena

La squadra Medaglia d’Oro: Saccocci Stefano Giomi Stefano Giomi Alessandro Gallorini Alessandro Maccherini Luca Colombini Luca Giusti Nicola Mariotti Enrico Vaglio Matteo Vincenzi Roberto Giusti Simone Guerrini Marco Paoli Andres Allenatore: Mariotti Marco


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1978 - CAMPIONI ITALIANI CATEGORIA RAGAZZI Squadre Partecipanti

La squadra Campione d'Italia:

Circolo Pattinatori Grosseto CGC Viareggio Hockey Forte dei Marmi Migliarina Viareggio Hockey Viareggio Maliseti Prato Polisportiva Follonica Hockey Pistoia

Scarpelli Franco Saccocci Stefano Mariotti Enrico Giomi Angelo Ricci Riccardo Biancucci Raffaele Mangiavacchi Fabio Mariotti Massimo Allenatore: Mariotti Marco

Semifinale a Pistoia CGC Viareggio – CP Grosseto 3 - 4 (dopo i tempi supplementari) Finali a Giovinazzo: Circolo Pattinatori Grosseto, Hockey Novara, Hockey Reggio Emilia, A.F.P Giovinazzo.

Ecco i Campioni d’Italia Ragazzi 1978 con la medaglia al collo sulla Pista di Giovinazzo, poco dopo la conquista del titolo. Da sinistra in piedi (il primo è un giocatore del reggio Emilia) Riccardo Ricci, Biancucci, Mangiavacchi, Massimo Mariotti; accosciati da sinistra Enrico Mariotti, Saccocci, Franco Scarpelli, Angelo Giomi.


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1980 - MEDAGLIA D'ORO AI GIOCHI DELLA GIOVENTU' La squadra Campione: Saccocci Stefano Giomi Alessandro Gallorini Alessandro Maccherini Luca Colombini Luca Giusti Nicola Mariotti Enrico Vaglio Matteo Vincenzi Roberto Giusti Simone Polverini Franco Allenatore: Mariotti Marco

In questa foto di pessima qualità la squadra capace di fare l’en plein nel 1980: Scudetto e Giochi della Gioventù, anche grazie allo strapotere tecnico e fisico del già fuoriclasse Enrico Mariotti. Da sinistra (salvo errori) Mariotti, Maccherini, Gallorini, Colombini, Marco Mariotti, accosciati da sin. Saccocci, Giomi Alessandro, Polverini Franco, Vaglio.

1980 - CAMPIONI ITALIANI CATEGORIA ESORDIENTI Squadre finaliste: La squadra Campione d'Italia: C.P Grosseto Mariotti Enrico Saccocci Stefano Polisportiva Follonica Vaglio Matteo Giomi Alessandro A.F.P. Giovinazzo Bari Gallorini Alessandro Vincenzi Roberto U.S.P.G Frassati Milano Giusti Simone Maccherini Luca Villa Oro Modena Polverini Franco Colombini Luca Allenatore: Marco Giusti Nicola Mariotti


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1980 - CAMPIONI ITALIANI CATEGORIA ALLIEVI Squadre Partecipanti Finali Circolo Pattinatori Grosseto WIP Trissino Laverda Breganze CGC Viareggio La squadra Campione d'Italia: Scarpelli Franco Pellegrini Luca Mangiavacchi Fabio Giomi Stefano Giomi Angelo Fumi Rolando Ricci Riccardo Mariotti Massimo Papini Piero Biancucci Raffaele Arreti Alessandro Allenatori: Mariotti Marco/Guerrini Roberto

Il portiere Luca Pellegrini, uno dei protagonisti del titolo 1980. Luca aveva iniziato da poco e non continuò poi per molto a giocare ad hockey, ma in quelle finali fu decisivo. Franco Scarpelli, che era il titolare, ebbe dei problemi e Luca, chiamato a sostituirlo, lo fece da campione!


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Da sinistra in piedi Franco Lucchetti (dirigente), Arreti, Aleessandro Maccherini (Presidente), Ivo Giusti (dirigente), Roberto Guerrini (allenatore), Angelo Giomi, Papini, Riccardo Ricci, Mangiavacchi, Pierluigi Bonucci (viceallenatore), Paolo Arreti (dirigente); accosciati da sinistra Prosperi, Ferruccio Giomi (dirigente), Rolando Fumi, Franco Scarpelli, Pellegrini, Biancucci, Massimo Mariotti.

Massimo Mariotti, uno dei principali artefici di questo come di altri successi del Circolo Pattinatori Grosseto. Qui a sinistra è con Mario Parri, dopo trent’anni quasi dalla fondazione ancora appassionato come il primo giorno e ancora vicino ai suoi ragazzi. A destra il momento della premiazione. Grosseto è ancora Campione d’Italia.


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Sessant’anni di Storia 135 Nella pagina a fianco: in questi due scatti in sequenza il momento decisivo della finalissima scudetto 1980. Siamo ai supplementari e nella foto in alto Massimo Mariotti ha appena segnato il gol decisivo. Si vedono Massimo al centro che salta nell’esultanza e dietro a lui Riccardo Ricci. Seminascosto dietro al N°2 avversario c’è Raffaele Biancucci e dietro la porta con le mani alzate si intravede Paolo Polverini. La foto sotto si riferisce a pochi secondi dopo, si vedono i cinque biancorossi dopo l’abbraccio a cui ha partecipato anche il portiere Luca Pellegrini (da sinistra Biancucci, Ricci, Mariotti e Mangiavacchi). Ma la cosa che ci sembra interessante di questa foto è la tribuna e la panchina alle spalle. Si vede la gente del Circolo che trepida per i propri ragazzi...Nell’ultima fila delle tribune si riconoscono Iacoboni, Marinoni, Bigazzi, Giuseppe La Spina e Bruno Parisotto, qualche fila sotto si riconosce il padre di Riccardo e Alessandro Ricci, i coniugi Bruzzi, zii di Massimo ed Enrico Mariotti, i cui due figli diventeranno di lì a poco giocatori. E poi la panchina, dove si coglie tutto il pathos del momento: C’è Roberto Guerrini che sta disperatamente chiedendo il Time-out, probabilmente per concordare con i suoi gli ultimi istanti dell’incontro. Accanto a lui il Presidente Sandro Maccherini che pare non reggere all’emozione del momento, al suo fianco Angelo Giomi che incita i compagni e sembra avere qualche consiglio per qualcuno...sembra quasi di rivivere quei momenti esaltanti!

Qui a fianco i protagonisti delle finali di Grosseto 1980. A sinistra i difensori: Piero Papini, Fabio Mangiavacchi e Riccardo Ricci; a destra gli attaccanti: Angelo Giomi, Massimo Mariotti e Raffaele Biancucci. Sotto un momento topico della partita: Massimo Mariotti tira un rigore, finirà sul palo.


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1981 - CAMPIONI ITALIANI CATEGORIA ALLIEVI Squadre finaliste: Circolo Pattinatori Grosseto Hockey Trissino La squadra Campione d'Italia: Scarpelli Franco Saccocci Stefano Mangiavacchi Fabio Ricci Riccardo Giomi Angelo Mariotti Massimo Mariotti Enrico Biancucci Raffaele Arreti Alessandro Giomi Stefano Panico Antonio Allenatore: Mariotti Marco


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Con lo scudetto Allievi 1981 si conclude la parabola di questa squadra, che era iniziata a Bologna nel 1975 con il titolo Esordienti, proseguita a Giovinazzo nel 1978 con lo scudetto Ragazzi e a Grosseto 1980 con il primo titolo Allievi. Fu la parabola di un gruppo eccezionale di bambini prima e ragazzi poi uniti e amici fuori dal campo e granitici dentro il campo, con in piÚ rispetto agli altri una eccellenza: Massimo Mariotti, che poi sarebbe diventato il campione che tutti conosciamo. Curioso scherzo del destino che l’ultimo atto si consumi proprio dove tutto era cominciato, a Bologna. Da sinistra in piedi: Mangiavacchi, Giomi, Mariotti, Ricci; accosciati da sin. Antonio Panico, Scarpelli F., Biancucci. Qui a fianco a sinistra Mangiavacchi, a destra Massimo Mariotti.


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1982 - CAMPIONI ITALIANI CATEGORIA allievi Squadre finaliste: Circolo Pattinatori Grosseto Maliseti Prato La squadra Campione d'Italia: Saccocci Stefano Mariotti Enrico Prosperi Umberto Giomi Stefano Arreti Alessandro Polverini Franco Vaglio Matteo Colombini Luca Bruzzi Alessandro Allenatore: Mariotti Marco

Per il terzo anno consecutivo, dimostrando uno strapotere a livello nazionale che ha pochi precedenti, il Circolo Pattinatori Grosseto è Campione d’Italia della categoria “Allievi”. Anche in questo caso si tratta della fine di un ciclo, un ciclo che ha visto protagionista unico e indiscusso un altro campionissimo del vivaio biancorosso: Enrico Mariotti. Validi comprimari nel 1978 e nel 1982 furono Stefano Saccocci, che in seguito diventerà uno dei più forti portieri italiani di sempre, e Stefano Giomi che, ad un certo punto della sua carriera, era considerato una delle migliori promesse italiane. Nella foto in basso da sinistra: l’allenatore Marco Mariotti, Alessandro Bruzzi, Saccocci, Prosperi, Stefano Giomi, Enrico Mariotti.


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1984 - CAMPIONI ITALIANI CATEGORIA RAGAZZI La Squadra Campione d'Italia: Camisoli Lorenzo Carletti Riccardo Vannini Marco Bruzzi Riccardo Polverini Roberto Polverini Franco Allenatori: Bigazzi Bruno/Mariotti Marco

Questa invece è la triste storia di un grande gruppo, purtroppo l’ultimo, che aveva già iniziato un ciclo e che avrebbe potuto ripercorrere le gesta fin qui raccontate. Purtroppo poco dopo questo primo titolo italiano il giocattolo si ruppe, il glorioso Circolo si disgregò e questi piccoli campioni, alcuni lo sarebbero diventati anche da grandi, dovettero andare a vincere altrove, come vedremo nelle pagine seguenti. in piedi da sinistra: Carletti, Vannini, Franco Polverini; accosciati da sinistra Riccardo Bruzzi, Camisoli, Roberto Polverini.


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In queste immagini l’ultimo scudetto giovanile (per ora!) della storia del Circolo Pattinatori Grossseto. Nelle due foto a destra l’allora Presidente Alfredo Biancucci premia i piccoli atleti: nella foto sopra Lorenzo Camisoli, in quella sotto il capitano, Franco Polverini, destinato poi ad una lunga e importante carriera: solo tredici anni dopo diventerà Campione del Mondo! Sotto, il gruppo, con i genitori, subito dopo la vittoria. Al centro, con la coppa in mano il “Mister” Bruno Bigazzi.


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Ed ecco gli ultimi piccoli campioni biancorossi indossare purtroppo maglie di altre società . Qui sopra da sinistra Riccardo Bruzzi, Franco Polverini e Roberto Polverini. Qui a sinistra Lorenzo Camisoli, che insieme a Roberto Polverini tornerà ad indossare il biancorosso da grande, nel 2008, nella squadra del rinato CP Grosseto (foto a destra). Sotto siamo nel 1987 e in questa formazione dell’SCS 84 di Follonica ci sono ben tre reduci di quella squadra: Franco Polverini, Riccardo Bruzzi e Roberto Polverini, rispettivamente primo, terzo e quarto da sinistra.


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Questi tre ragazzini nel giro di pochi anni diventeranno dei campionissimi, e, sebbene in anni diversi, raggiungeranno il massimo obiettivo che un bambino che si avvicina ad una disciplina sportiva sogna: diventare Campioni del Mondo! Da sinistra Enrico Mariotti, Franco Polverini e Massimo Mariotti.


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6. Quarta decade: 1981-1991 L’apoteosi e la caduta. La fine del CP Grosseto.

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L’apoteosi e la fine del circolo pattinatori grosseto Negli ultimi anni settanta la prima squadra, dopo un ripescaggio, era scivolata definitivamente in serie B e viveva anni bui. Quegli anni bui furono, però, illuminati dalla crescita di quei ragazzi che in seguito, trasferendosi in altre squadre, contribuirono a fare grande l’hockey Italiano nel mondo, e, soprattutto, furono illuminati dalla nascita di una stella. Massimo Mariotti, appena quindicenne, esordiva in prima squadra e faceva subito vedere che apparteneva a un’altra categoria.

A destra Massimo Mariotti giovanissimo in una foto della stagione 1980/81. Al centro dell’area, davanti porta si riconosce Tavarnesi.

Nell’80/81 la squadra, già trascinata da Massimo, perse lo spareggio promozione con la Triestina e nella stagione 1981/82, il Circolo Pattinatori, che aveva trovato casa stabile al Palasport dello Stadio, tentò il rilancio nell’hockey che contava. Con l’abbinamento importante della Duk Jeans, il talento di Mariotti e del fuoriclasse argentino Carlos Moreta, si tentò la scalata all’Olimpo dell’Hockey ma anche quella stagione non nacque bene. La squadra era fortissima in attacco con Massimo Mariotti, Moreta e Marco Tavarnesi, che aveva trovato finalmente il suo spazio, ma aveva qualche lacuna in difesa, dove i giovani giocatori, tutti di casa, erano bravissimi, ma probabilmente un po’ acerbi per giocarsi un campionato ad altissimo livello. Le cose non andarono bene e ne risentì anche il clima nello spogliatoio. Finì con una sconfitta nel girone finale con Rol-


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I tre moschettieri che componevano l’attacco stellare del CP Grosseto 1981/82 targato Duk Jeans. Da sinistra Mariotti, Tavarnesi, Moreta.

ler Monza e Seregno e, la mancata promozione, disgregò l’ultimo tentativo di fare una grande squadra con atleti stranieri a Grosseto. Massimo partì verso lidi più consoni alle sue capacità, Moreta si trasferì ed il Circolo Pattinatori Grosseto abbandonò ogni ambizione. L’unica consolazione della stagione 1981/82 fu l’ennesimo titolo italiano, conquistato nella categoria allievi da Enrico Mariotti, Prosperi, Stefano Giomi, Alessandro Arreti, Stefano Saccocci.

Nell’anno 1982/83 si partì in sordina. Non c’era più lo sponsor Duk Jeans: non ci si aspettava granchè dalla squadra, orfana di Mariotti, Moreta e dei giovani Angelo Giomi e Riccardo Ricci, entrambi classe 1964, attratti dalla sirene del Castiglione della Pescaia di Oris Gabellieri. Da Follonica era arrivato Alberto Gotti, classe 1959, difensore roccioso che seppe immediatamente farsi apprezzare tanto da divenire il Capitano. La squadra conquistò una posizione onorevole in serie B e la nota positiva della stagione fu il diciassettenne Biancucci, che seppe ritagliarsi il ruolo di attaccante titolare al fianco di Tavarnesi, realizzando un buon bottino personale di reti a fine anno. Intanto si aspettava che il giovanissimo Enrico Mariotti, già in grado di fare la differenza, compisse quattordici anni, età minima per poter Alberto Gotti, difensore proveniente da Follonica seppe farsi molto apprezzare negli anni che partecipare a competizioni senior. giocò a Grosseto.


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L’esordio arrivò l’8 Gennaio 1983, a Montecchio e il Circolo Pattinatori vinse 4 a 3. Nella stagione ‘83/84 l’allenatore Marco Mariotti decise di puntare sui giovani: in porta un appena quindicenne Stefano Saccocci, sulla linea offensiva, il sedicenne Stefano Giomi, giocatore di indubbio talento ma discontinuo, il diciottenne Biancucci e la stella Enrico Mariotti. A completare il roster,gli “anziani” : Gotti, Varricchio, Andrea Scarpelli,Tavarnesi, Iacoboni e Enzo Scarpelli (classe 1958)che ebbe in questi anni il suo periodo migliore. Quell’anno il C.P. Grosseto sbaragliò tutti gli avversari, vinse il campionato e fu promosso in serie A2, divisione creata nella stagione ‘83- ‘84. I gioiellini biancorossi assursero alle cronache nazionali. Enrico Mariotti, nonostante fosse giovanissimo, era una vera forza della natura, in attacco, lui e Biancucci erano devastanti: in quel campionato di serie B si piazzarono primo e secondo nella classifica dei cannonieri, nel campionato successivo di A2, primo e terzo.

E’ Sabato 28 Aprile 1984. Il Circolo Pattinatori Grosseto è matematicamente vincitore del Campionato Nazionale di serie “B”ed è promosso in A2. Si Organizzano i festeggiamenti e vengono premiati tecnici e giocatori. E’ l’ultimo grande successo della nostra gloriosa società.

Gioiellini però che, spremuti da una stagione che li aveva visti impegnati dal campionato di serie B e quello giovanile e singolarmente in tutti raduni delle rispettive nazionali (Giomi, Saccocci e Mariotti con la Under 16 e Biancucci con la Nazionale Juniores) persero la finalissima


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del Campionato Juniores a Lodi contro il Giovinazzo di Frasca e Amato, mancando così l’unica categoria che ancora non era stata conquistata da quello straordinario gruppo nato nei primi anni 70 dalla cura di Roberto Guerrini e seguito poi con uguale maestria da Marco Mariotti.

In questa foto il gruppo della “Juniores” ritratta a Lodi alle finali nazionali 1984. Nonostante questi ragazzi avessero spopolato durante tutta la stagione, forse perché stanchi dagli impegni con la prima squadra, la Juniores e le rispettive Nazionali, non riuscirono a centrare lo scudetto tricolore. Da sinistra in piedi: Stefano Giomi, Enrico Mariotti, Alessandro Bruzzi, Raffaele Biancucci; accosciati da sinistra Umberto Prosperi, Stefano Saccocci, Giorgio Torcolacci, Eugenio Nucciotti.

In quegli anni comunque si stava formando l’ultimo grande gruppo di talenti cresciuto alla scuola del Circolo Pattinatori Grosseto. Questo gruppo era stato messo in piedi, fin dall’inizio, da Marco Mariotti e comprendeva Camisoli, i fratelli Polverini, Riccardo Bruzzi, Carrara, Vannini, Viggiani, Carletti, Fabbri e fu proprio questa squadra a rendere trionfale il 1984 del Circolo Pattinatori Grosseto che, dopo la promozione in serie A2, metteva in carniere anche il titolo italiano Ragazzi, l’ultimo purtroppo della storia biancorossa. Fra questi giocatori ebbero una discreta carriera il portiere Camisoli (1974), Roberto Polverini (1974) e Riccardo Bruzzi (1975) che arrivarono alla serie A1 con il Follonica. Soprattutto Bruzzi, fu indicato come una grande promessa ma non riuscì poi a esprimere pienamente le proprie potenzialità. Franco Polverini, classe 1973, fece invece una carriera straordinaria, unico giocatore, insieme agli eterni Massimo ed Enrico Mariotti, nato dal vivaio del Circolo che sia ancora in attività.


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La serie A2 del 1984-85 venne affrontata con la stessa formazione dell’anno precedente, unica aggiunta il ritorno dal Castiglione, di Riccardo Ricci e lo sponsor Pic Nic. I grossetani non partivano con i favori del pronostico, provenendo dalla categoria inferiore ma partita dopo partita gli avversari cominciarono a rendersi conto del valore dei giovanissimi biancorossi. Alla fine la squadra si classificò quarta, a un solo punto dal terzo posto che avrebbe significato il passaggio alla serie A1. Fu quella la prima stagione dell’esilio a Castiglione della Pescaia che sancì in pratica l’inizio della fine. Enrico Mariotti e Raffaele Biancucci. Sotto Gotti a contrasto con Paolo Maggi L’epilogo si ebbe nella stagione successiin un derby di Coppa Lega. va 1985-‘86. Ormai la fila delle Società che premevano per accaparrarsi i giovani talenti grossetani, era lunga. In special modo miravano ovviamente a Enrico Mariotti, ma anche Saccocci e Biancucci erano richiesti da più parti. A inizio anno fu deciso che si sarebbe provato ad andare in A1, per dare modo, con l’arrivo di eventuali sponsor, a coloro che avevano richieste nella massima serie, di disputarla con la maglia del Grosseto; se questo non fosse riuscito sarebbe stato ceduto chi avesse avuto richieste importanti. La squadra finì quinta giocando le ultime partite senza la necessaria concentrazione e questo segnò l’ultimo atto della prima parte della gloriosa storia del Circolo Pattinatori Grosseto.


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La società biancorossa conobbe però il proprio momento più alto, la propria apoteosi, paradossalmente proprio un attimo prima della fine. Nel 1986 i giovani talenti biancorossi compirono una vera e propria impresa e raggiunsero inopinatamente la finalissima della Coppa Italia. Se il 1975 era stato l’anno migliore della storia del Circolo, questa finale rappresenta senza dubbio il momento più alto nella storia della società. Mai si era raggiunta prima una finalissima di questa portata e si era arrivati così vicino ad un obiettivo così prestigioso. L’avversario era però di quelli proibitivi: l’Hockey Novara pluriscudettato che schierava in pratica tutta la Nazionale italiana, e schierava, fra gli altri, anche un certo Massimo Mariotti.

Finale di Coppa Italia 1986. Novara-Grosseto 7-4. I Capitani Gotti e Colamaria si stringono la mano prima dell’incontro.

La partita si svolse a Viareggio e i giovani grossetani giocarono una partita gagliarda. A lungo tennero in scacco i più titolati avvversari: Enrico Mariotti giganteggiò per lunghi tratti, Raffaele Biancucci tenne in apprensione due mostri sacri come Colamaria e Dal Lago (uno dei motivi che lo porteranno a Novara qualche anno dopo sarà il ricordo di questa partita da parte del Presidente Ubezio). Naturalmente alla lunga la maggiore classe dei piemontesi ebbe la meglio e la partita si concluse con la vittoria dei Campioni d’Italia; i giovani biancorossi chiusero con un onorevolissimo 4-7 (il settimo gol fra l’altro siglato sulla sirena finale) e tanti complimenti.


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Finale di Coppa Italia 1986. Novara-Grosseto 7-4. In alto un tentativo di tiro al volo di Enzo Scarpelli, con il suo caratteristico movimento “spazzato”. Sotto è Enrico Mariotti a tentare più o meno dalla stessa posizione di impensierire la retroguardia piemontese. Nell’altra pagina, sopra, è Biancucci, sullo sfondo, che, sgusciato via al controllo della difesa azzurra (al centro si vedono Colamaria e Stefano Dal Lago), tenta di portare un pericolo alla destra del portiere novarese. In primo piano di schiena con il numero 4 Riccardo Ricci. Sotto: è l’ultimo istante della partita, il Novara ha segnato il gol del 7 a 4 a soli sedici secondi dalla fine e nonostante tutto i giovani biancorossi non si arrendono: secondo uno schema collaudato Biancucci si porta davanti al portiere ed Enrico Mariotti tenta la “bomba” da centrocampo. Il cronometro segna 4 secondi alla fine, e il tentativo non andrà a segno, ma i giovanissimi atleti del Circolo usciranno tra gli applausi del pubblico di Viareggio, che per tutta la partita aveva fatto il tifo per loro.


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L’anno successivo, partiti Mariotti e Biancucci, Marco Mariotti tentò di tenere viva la Società con un manipolo di reduci, che non riuscirono a evitare l’ultimo posto in serie A2 e la conseguente retrocessione. Si tentò di andare avanti ancora un anno ma ormai il “giocattolo” si era rotto per sempre. Fu ancora Marco Mariotti che negli anni successivi tentò di riportare l’Hockey su pista a Grosseto, fondando anche una nuova società con il nome di Hockey Club Grosseto ma il tentativo non riuscì a decollare.


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Cammino della prima squadra dal 1981 al 1988 1981/82 – GROSSETO – SPONSOR DUK JEANS – CAMPIONATO NAZIONALE SERIE B - PROMOZIONE FALLITA AI PLAY OFF. Squadre partecipanti: C. P. Grosseto Duk Jeans Panvital Follonica S. C. Migliarina Viareggio Hockey Club Salerno Hockey Viareggio Hockey Club Rieti Hockey Sarzana Rosa giocatori Scarpelli Franco Iacoboni Alfredo Moreta Carlos Mariotti Massimo Tavarnesi Marco Scarpelli Enzo Scarpelli Andrea Ricci Riccardo Papini Piero Varricchio Claudio Biancucci Raffaele Giomi Angelo Mangiavacchi Fabio Allenatore: Mariotti Marco

Qui a fianco, Massimo Mariotti, con la sua ultima maglia biancorossa del Circolo Pattinatori Grosseto. L’anno successivo spiccherà il volo verso altre squadre ed altri traguardi. Nella foto in basso tutta la rosa 1981/82 schierata al Palazzetto di Grosseto. Da sinistra verso destra: Pierluigi Bonucci (viceallenatore), Marco Mariotti (allenatore), Franco Scarpelli, Iacoboni, Massimo Mariotti, Tavarnesi, Enzo Scarpelli, Varricchio, Andrea Scarpelli, Biancucci, Moreta, Mangiavacchi, Paolo Arreti (Direttore Sportivo).


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1982/ 83 – GROSSETO – SPONSOR MOBILI ANSELMI - CAMPIONATO NAZIONALE SERIE B - 3° CLASSIFICATO GIRONE CENTRO-SUD Squadre partecipanti: Circolo Pattinatori Anselmi Grosseto Hockey Viareggio Hockey Salerno Eurogest Castiglione della Pescaia Hockey Grandolfo Bari Mens Sana Siena Rosa Giocatori Iacoboni Alfredo Saccocci Stefano Scarpelli Andrea Scarpelli Enzo Varricchio Claudio Biancucci Raffaele Tavarnesi Marco Gotti Alberto Prosperi Umberto Nucciotti Eugenio Bruzzi Alessandro Mangiavacchi Fabio Allenatore: Mariotti Marco CP Grosseto 1982/83: da sinistra in piedi Varricchio, Andrea Scarpelli, Enzo Scarpelli, Tavarnesi, Gotti; accosciati da sinistra Nucciotti, Prosperi, Saccocci, Iacoboni, Biancucci.


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1983/84 – GROSSETO - CAMPIONATO NAZIONALE SERIE B – 1° CLASSIFICATI – PROMOSSI IN SERIE A2 Squadre partecipanti:

Rosa Giocatori

Circolo Pattinatori Anselmi Grosseto Hockey Club Salerno Gruppo Sportivo Sarzana Hockey Club Montecchio Villa Oro Modena Hockey Frassati Hockey Viareggio C.S. Piumini Pistoia Pagnucco Pordenone Italcantieri Monfalcone Rotellistica Novara Hockey Club Lodi

Iacoboni Alfredo Saccocci Stefano Ballati Piero Gotti Alberto Scarpelli Enzo Scarpelli Andrea Varricchio Claudio Prosperi Umberto Tavarnesi Marco Biancucci Raffaele Mariotti Enrico Giomi Stefano Nucciotti Eugenio Bruzzi Riccardo

Allenatore: Mariotti Marco

La squadra schierata a centropista il 28 Aprile 1984, giorno della festa per la promozione in serie A2 ottenuta in anticipo dopo un campionato straordinario condotto sempre in testa. Da sinistra: Tavarnesi, Prosperi, Nucciotti, Alessandro Bruzzi, Saccocci, Iacoboni, Enzo Scarpelli, Biancucci, Enrico Mariotti, Gotti.


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1984/85 – CASTIGLIONE DELLA PESCAIA -SPONSOR PIC NIC JEANSCAMPIONATO NAZIONALE SERIE A2 – 4° CLASSIFICATI Squadre partecipanti:

Rosa Giocatori:

Circolo Pattinatori Picnic Grosseto Amatori Modena Basmar Trissino CGC Viareggio Tricolore Reggio Emilia Cuoium Seregno Hockey Viareggio Estel Mobili Thiene Laverda Breganze UGG Gorizia Triestina Hockey Primavera Prato

Iacoboni Alfredo Gotti Alberto Varricchio Claudio Scarpelli Andrea Tavarnesi Marco Biancucci Raffaele Mariotti Enrico Saccocci Stefano Scarpelli Enzo Giomi Stefano Ricci Riccardo Allenatore: Mariotti Marco

La formazione 1984/85 che sfiorò la promozione in serie “A1”: da sinistra in piedi l’allenatore Marco Mariotti, Riccardo Ricci, Gotti, Enrico Mariotti, Enzo Scarpelli, Biancucci, Alessandro Bruzzi, il viceallenatore Pierluigi Bonucci; accosciati da sinistra Nucciotti, Iacoboni, Saccocci, Prosperi.


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1985/86 – CASTIGLIONE DELLA PESCAIA - CAMPIONATO NAZIONALE SERIE A/2 - 5° CLASSIFICATI Squadre partecipanti:

Rosa giocatori

Circolo Pattinatori Grosseto A.F.P. Giovinazzo Bari Estel Mobili Thiene Sporting Viareggio Primavera Prato Italy e Italy Modena Hockey Viareggio HC Montebello Rigonat UGG Gorizia Mobilsigla Seregno Laverda Breganze Marzotto Valdagno Rotellistica Lucana Matera Tricolore Reggio Emilia

Iacoboni Alfredo Saccocci Stefano Gotti Alberto Scarpelli Enzo Ricci Riccardo Prosperi Umberto Biancucci Raffaele Mariotti Enrico Bruzzi Alessandro Nucciotti Eugenio Cavallini Massimiliano Allenatore: Mariotti Marco

Una formazione 1985/86: da sinistra in piedi Riccardo Ricci, Enrico Mariotti, Saccocci, Enzo Scarpelli, Biancucci; accosciati da sinistra Prosperi, Gotti, Iacoboni.


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1986/87 CASTIGLIONE DELLA PESCAIA CAMPIONATO NAZIONALE SERIE A/2 -ULTIMI CLASSIFICATI Squadre partecipanti:

Rosa giocatori

Roller Monza Mobilcasa Seregno Vini Friuli Gorizia Estel Thiene Primavera Prato Detroit Follonica Laverda Breganze Benini Amatori Modena Hockey Club Viareggio Frassati Pieve San Giacomo Denim Montebello Hockey Triestina Bigali Sarzanesi Circolo Pattinatori Grosseto

Iacoboni Alfredo Fuligni Marco Germinario Ginanneschi Stefano Gotti Alberto Scarpelli Enzo Ricci Riccardo Prosperi Umberto Bruzzi Alessandro Nucciotti Eugenio Saccocci Stefano Allenatore: Mariotti Marco

1987/88- CASTIGLIONE DELLA PESCAIA-SPONSOR BUTTERONI GROSSETO - CAMPIONATO NAZIONALE SERIE B 9° Classificati Squadre partecipanti: Schylly Modena Hockey Forte dei Marmi Coserplast Matera Associazione Pattinatori Follonica CGC Viareggio G.S. Giovinazzo Bari Quinto Martini Prato Associazione Sportiva Hockey Viareggio Circolo Pattinatori Butteroni Grosseto Officine Monzesi Castiglione Rosa giocatori Iacoboni Alfredo Fuligni Marco Germinario Ricci Riccardo Bartalini

Allenatore: Mariotti Marco


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Di queste due ultime stagioni purtroppo ci resta ben poco; nè una foto, nè altro. L’unica cosa che abbiamo trovato è questo articolo, a firma di Giancarlo Capecchi, che ci sembra veramente significativo della drammaticità del momento e delle situazioni che hanno portato questa gloriosa società a scomparire, per un certo periodo, dal panorama hockeystico nazionale e dal contesto sociale cittadino.

Nella stagione 1988/89 fu disputato un ultimo campionato di serie B con allenatore Giuseppe La Spina e tutti i vecchi ragazzi del Circolo Pattinatori Grosseto: i fratelli Scarpelli, Filippo La Spina, Ricci, Iacoboni e tanti altri... Campionato che fu portato onorevolmente a termine ma alla fine del quale il vecchio Circolo Pattinatori dovette alzare definitivamente bandiera bianca. La Societa' e la squadra si sfaldarono e i nostri atleti migliori cominciarono a emigrare verso lidi piu' sicuri e piu' remunerativi. Alcuni di loro trovarono posto nelle Societa' hockeystiche della Provincia, prime fra tutte Castiglione della Pescaia e Follonica, alcuni abbandonarono definitivamente la stecca e attaccarono i pattini al classico chiodo ed altri dettero vita alla formazione dei Veterani che ancora oggi partecipa a competizioni a livello Europeo.


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i protagonisti degli anni OTTAnta: STEFANO SACCOCCI Stefano Saccocci, classe 1968, è stato, senza ombra di dubbio, il più forte portiere uscito dal vivaio del Circolo Pattinatori Grosseto, ed uno dei più forti italiani di tutti i tempi. Figlio d’arte, il padre Piero fu portiere biancorosso negli anni sessanta, cresce a pane ed hockey, essendo anche cugino di Enrico e Massimo Mariotti. Fin da piccolo è sempre con la stecca in mano, insieme ai suoi cugini e fin da piccolo sceglie la porta e quella strana posizione che attira come il miele tutti i bambini che si avvicinano all’hockey. Mostra subito le sue grandi qualità e il suo senso ella posizione e brucia tutte le tappe: a quindici anni è già il portire titolare del Circolo Pattinatori che in quell’anno dominò il campionato di serie B conquistando la serie A2. Le sue doti vengono notate e giovanissimo spicca il volo verso le grandi squadre dell’hockey italiano; prima Seregno, dove insieme ai cugini Enrico e Massimo vince praticamente tutto, e poi in fila tutte le più prestigiose società italiane: Vercelli, Bassano, Prato etc. togliendosi grandi soddisfazioni e vincendo svariati titoli. Naturalmente veste innumerevoli volte la maglia azzurra con la quale disputa un Mondiale ed un Europeo nel 1991 e nel 1992. Gioca fino a tarda età e sempre ad un ottimo livello poi, quando decide di smettere, lo fa definitivamente ed esce (almeno per ora!) dal mondo dell’hockey.


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i protagonisti degli anni OTTAnta: RAFFAELE BIANCUCCI Raffaele Biancucci, classe 1965, è stato, dopo i grandissimi campioni, uno dei migliori prodotti del vivaio del Circolo Pattinatori Grosseto. Non particolarmente dotato tecnicamente, sopperiva con una straordinaria tenacia ed un innato fiuto del gol che lo portarono ad essere un ottimo realizzatore in tutte le squadre dove ha militato. Ha fatto parte della squadra che, insieme a Massimo Mariotti, Franco Scarpelli, Fabio Mangiavacchi, Riccardo Ricci e Angelo Giomi riuscì a vincere il titolo italiano in tutte le categorie giovanili. Quando Giuliano Poccetti lo portò, appena quattordicenne, a giocare in prima squadra, i “grandi” lo sottovalutarono perché con il fisico esile e il pattinaggio all’apparenza incerto, non sembrava essere particolarmente pericoloso. Le prime volte che “il ragazzino” rubò loro palla o segnò un gol, che sembrava “impossibile”, pensarono che si trattasse di pura fortuna, poi capirono che quel ragazzo che pareva sempre fosse sul punto di cadere, ci sapeva fare davvero. Lo soprannominarono “Piovra” e conquistò la considerazione di tutti. Da allora cominciò una carriera che lo portò prima a ritagliarsi un posto di rilievo nella squadra del Circolo, che riconquistò la serie A2 e sfiorò per due volte la promozione in A1, poi a giocare nella massima serie, purtroppo fuori da Grosseto, con diverse società prestigiose, come Novara, Pordenone, Goriziana, Castiglione della Pescaia. Ebbe la soddisfazione di giocarsi per due volte la semifinale scudetto, con il Novara e con il grande Castiglione della Pescaia di Cupisti, Martinazzo, Zabalia e di vincere la Coppa Cers nel 1991 con la maglia dell’Hockey Novara. Fu convocato nel 1984 da Gianni Massari nella Nazionale Juniores. Ha sempre avuto la passione di insegnare ai bambini e lo ha fatto anche nelle società dove ha militato ed è per questo che oggi ha il ruolo di Responsabile e Coordinatore degli Allenatori del settore giovanile, oltre a quello di allenatore del nuovo Circolo Pattinatori Grosseto.


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La parola alle immagini anni Ottanta

Due ritagli di giornale dei primi anni ottanta; è il momento delle speranze di rinascita, affidate ai giovani talenti biancorossi. Sotto Massimo Mariotti, Enzo Scarpelli e Mangiavacchi esultano dopo un gol.


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Qui sopra tre fotogrammi di una prestigiosa amichevole Circolo Pattinatori Grosseto - Nazionale Argentina giocata al Palazzetto nei primi anni ottanta. In alto si riconoscono Bonucci e di schiena con il numero 5 Emilio Minchella, sotto Piero Papini e sotto ancora Minchella, Bonucci, Angelo Giomi e Massimo Mariotti.


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Una partenza (o piÚ probabilmente un ritorno, visto che è buio) da Via Manetti per una trasferta con il mitico Transit giallo (erede di quello azzurro). Siamo nei primissimi anni ottanta, si riconoscono Biancucci, Enzo Scarpelli, Tavarnesi, Andrea Scarpelli, Mangiavacchi e Varricchio. Sotto una foto scattata dalla tribuna del palazzetto di una partita del Circolo degli anni 83-84.


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La foto sopra risale alla stagione 1982/83 e mostra Biancucci e Tavarnesi che tentano di arginare il fuoriclasse argentino Josè Martinazzo, in un derby con il Castiglione a cui si riferisce il ritaglio di giornale qui a sinistra. In panchina, accanto a Marco Mariotti, subito dietro all’arbitro, si intravede il signor Anselmi, proprietario dell’omonimo mobilificio e per pochi mesi, in quell’anno, Presidente del Circolo. Il derby non ebbe storia, troppo grande il divari tecnico tra le due squadre, ma quell’anno comunque le cose andarono abbastanza bene per la squadra, che conquistò il terzo posto nel girone che le valse la conquista della poule promozione. Il girone fu ovviamente stravinto dal Castiglione che ottenne l’accesso alla serie “A”. Da notare come nella formazione del Castiglione ci siano ben tre “ragazzi di Via Manetti”: Ricci, Giomi e Allegro.


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Qua sopra 28 Aprile 1984 Grosseto Monfalcone 10-1. Festa Promozione in A2. La premiazione dell’allenatore Marco Mariotti. Sotto, alcuni momenti della partita e un immagine di Alfredo Iacoboni, elemento importante della prima squadra per tutti gli anni ottanta.


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Nella pagina a fianco, alcuni articoli di giornale relativi all’anno della vittoria in serie “B”. Non mancano, specie i primi due, che si riferiscono alla festa promozione, le note polemiche nei confronti dell’indifferenza della città verso la sua squadra di hockey. Sono i primi segnali della crisi. Sopra la grinta difensiva di Alberto Gotti. Sotto una bella immagine di un torneo estivo a Marina, nell’estate 1984, dove giocavano insieme vecchie glorie, campioni affermati già in altre squadre e giovani di belle speranze. Da sinistra in piedi: Enzo Scarpelli, Parisotto, Enrico Mariotti, Biancucci, Gotti; accosciati da sinistra Iacoboni, Massimo Mariotti, Bigazzi, Artini, Bonucci, Saccocci.




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Ci piace qui ricordare alcuni dei “ragazzi” che contribuirono a fare grande il settore giovanile del Circolo Pattinatori Grosseto ma che , per vari motivi, spesso connessi con lo studio o il lavoro , non riuscirono ad avere continuità ed a ottenere i risultati che avrebbero meritato.

ROBERTO CITERNI Classe 1955 Roberto ha iniziato a seguire la prima squadra giovanissimo. Difensore di posizione, con una grande visione di gioco, dotato di un pattinaggio elegante ha fatto parte della squadra Juniores, ha vinto il primo degli 11 Titoli Italiani nelle varie categorie giovanili. Ha giocato in serie A ed in serie B con il CP Grosseto ed ha fatto parte della formazione che nel 1975 conseguì il miglior risultato di sempre nella storia del Circolo. Ha giocato anche in serie A con il Castiglione della Pescaia; oggi è uno dei punti di forza della formazione dei Veterani ed è uno i dei Consiglieri del rinato Circolo Pattinatori Grosseto 1951.

Da sinistra: Josè Martinazzo, Giulio Tambelli, Roberto Citerni.

GIULIO TAMBELLI Classe 1954 E' stato uno degli elementi di punta del vivaio biancorosso, ha partecipato ai vari Campionati giovanili ed ha fatto parte della Squadra che nel 1972 si aggiudicò ndel Titolo Italiano Juniores. Attaccante dal pattinaggio veloce e dal tiro rapido, Giulio ha giocato in serie A con il C. P Grosseto ed il Castiglione della Pescaia dove si trasferì giovanissimo. Successivamente, anche per conciliare lo studio con la


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passione sportiva, ha giocato alcuni Campionati in serie B con la Mens Sana Siena ed ha fatto parte anche della Squadra Veterani. NEVIO BERNARDINI E' uno dei ragazzi del vivaio del C.P Grosseto che ha partecipato ai vari Campionati Giovanili, ma la sua breve presenza nel mondo dell'hockey non gli ha consentito di sviluppare a pieno le sue pontenzialità. E' rimasto comunque molto legato al mondo dell'hockey ed oggi è un valido sostenitore del rinato C.P.Grosseto 1951. BRUNO BIGAZZI classe 1952 Il prototipo del rapace di area di rigore. Dotato di buona tecnica e pattinaggio aveva nella finalizzazione il suo punto di forza. Per un periodo si è occupato anche del settore giovanile della società come istruttore, ma ha comunque continuato e continua tuttora a giocare con la squadra dei Veterani.

Nevio Bernardini

ENZO SCARPELLI classe 1958 Difensore con il vizio del gol, amava giocare da laterale in una difesa a rombo per poi andare a scaricare il tiro spazzato incrociato. Non particolarmente dotato da un punto di vista tecnico sopperiva con un grande carattere e determinazione. Ebbe il suo momento di maggiore fulgore nei primi anni ottanta, quando fu un punto di forza della squadra che riconquistò la serie “A2” andando a sfiorare per due volte la serie “A1”. Ora si è un po' allontanto dal mondo dell'hockey. ANDREA SCARPELLI classe 1960 Uno dei più grandi talenti mai usciti dalla fucina del Circolo da un punto di vista della tecnica pura di stecca e di pattinaggio. Non riuscì però mai ad esprimere a pieno

Enzo Scarpelli


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tutte le sue enormi potenzialità e rimase quindi un talento incompiuto. E' stato ed è tuttora uno dei promotori della squadra Veterani ed è uno dei soci fondatori e consigliere del nuovo Circolo Pattinatori Grosseto 1951. MARCO TAVARNESI classe 1958 Attaccante dalla grande tecnica e buoni doti fisiche, fu per alcuni anni una delle maggiori promesse della società bian- da sinistra: Andrea Scarpelli e Marco Tacorossa, dove esordì giovanissimo in varnesi. serie “A”. Negli anni però poi si è perso, anche a causa del lavoro. Si è un po' allontanato dal mondo dell'hockey ma quando capita l'occasione, come alla recente festa dei sessanta anni, non manca mai. FABIO MANGIAVACCHI classe 1964 Difensore dotato però di grandi capacità tecniche e di pattinaggio, fu un ottimo giocatore anche se il fisico imponente non gli consentiva di essere velocissimo. Molto presto però decise di dedicarsi ad altro nella sua vita e abbandonò l'hockey. E' però sempre vicino alla società, che ha sostenuto anche con il suo lavoro di Architetto, che lo ha portato a effettuare il recente restauro dell Pista di Via Manetti. EMILIO ALBERTO MINCHELLA classe 1954 Difensore con buona tecnica crebbe insieme alla prima “nidiata” dei ragazzi di via Manetti. Da sempre appassionato è sempre stato disponibile quando ci fosse stato da fare qualcosa per l'hockey. Attualmente fa parte dello staff di istruttori delle nuove leve del Circolo Pattinatori Grosseto. GIUSEPPE LA SPINA classe 1953 Portiere di indubbie capacità ma chiuso nel ruolo a Grosseto ebbe l'opportunità di fare una importante esperienza nel Modena in serie “A”. Dovette poi smettere abbastanza presto per motivi fisici. Attualmente è il preparatore dei portieri del nuovo Circolo Pattinatori. Giuseppe La Spina


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FILIPPO LA SPINA classe 1961 Attaccante mancino molto veloce, tecnico e dotato di un tiro veramente al fulmicotone. Avrebbe potuto essere un ottimo giocatore, ma si perse molto presto e non riuscì mai ad esprimere il proprio potenziale. Segue sempre, anche se dall'esterno, le vicende dell'hockey grossetano.

Filippo La Spina

CLAUDIO VARRICCHIO classe 1961 Difensore che amava spingersi anche ad offendere, dotato di una ottima tecnica individuale, ebbe modo di mettersi in mostra in prima squadra a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, prima di decidere di appendere i pattini al chiodo. Rimasto legato all'hockey è stato uno dei soci fondatori del nuovo Circolo e primo segretario.

Claudio Varricchio

PIERO PAPINI classe 1963 Giocatore completo, poteva occupare qualsiasi posizione in campo grazie alla sua ottima tecnica e al suo fisico atletico. Smise però molto presto, non senza aver avuto la soddisfazione di vincere il titolo italiano allievi del 1980. Per un periodo si è dato all'hockey in line ma adesso la sua passione è il podismo. Piero Papini

RICCARDO RICCI classe 1964 Fratello minore di Alessandro, dotato di doti fisiche veramente fuori dal comune fu per un periodo, quando passò al Castiglione di Gabellieri, un giocatore veramente importante. La sua velocità unita alla forza fisica ne facevano un difensore arcigno e insuperabile; qualche limite


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Riccardo Ricci in una foto dei primi anni ottanta.

caratteriale e una certa indisciplina tattica gli impedirono una definitiva consacrazione. Oggi è vicino alla nuova società e dovrebbe entrare nello staff tecnico degli istruttori. ROBERTO POLVERINI classe 1974 Uno degli ultimi prodotti del vivaio biancorosso, Roberto potenzialmente avrebbe potuto essere un grande giocatore. Grande tecnica, visione di gioco, carattere e determinazione. Il suo grande problema è stato sempre il suo fisico esile che lo ha sottoposto a continui infortuni lungo tutta la sua carriera. Carriera che è stata comunque buona perché ha giocato in varie squadre, tra cui il Follonica in serie “A” e la Fiorentina Hockey. Nel 2008 ha preso parte al campionato di serie “B” con il nuovo Circolo Pattinatori Grosseto 1951. Roberto Polverini


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7. Quinta decade: 1991-2001 I veterani come anello di congiunzione

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I Veterani, anello di congiunzione Negli anni in cui la Società era di fatto inattiva e non veniva disputato alcun campionato, la scintilla del “sacro fuoco” per il nostro meraviglioso sport non si è mai spenta del tutto. I “ragazzi” del periodo d'oro del Circolo Pattinatori Grosseto sono diventati uomini, hanno studiato, si sono affermati nella vita lavorativa, hanno messo su famiglia ma non volendo rinunciare al gioco, che per tanti anni li ha uniti, hanno continuato, quasi in segreto, a coltivare la loro passione. E, a un certo punto, quasi per un tacito accordo, unendo le forze con i “superstiti” di Castiglione della Pescaia e di Follonica, hanno dato vita ad una squadra di Veterani, hanno iniziato ad allenarsi e a giocare presso l'impianto di Casa Mora a Castiglione della Pescaia. Anima e instancabile organizzatore del movimento dei Veterani, che hanno quasi sempre operato con il nome di “Castiglione della Pescaia”, è da sempre Decimo Becacci che ha un passato di dirigente dell'Hockey Club Castiglione, ed è grande appassionato. Decimo Becacci Nella primavera del 1987, alcuni ex- giocatori del C.P.Grosseto, del Castiglione della Pescaia e della Polisportiva Follonica, ebbero l'idea di riprendere in mano il bastone e risalire sui pattini per giocare ad hockey, sport dal quale si erano allontanati, più per necessità che per scelta. Cominciarono a trovarsi a Casa Mora, a Castiglione della Pescaia, il venerdì sera dopo il lavoro, per disputare una partitella e dopo andare a mangiare una pizza. Erano questi reduci ed in gran parte ex giocatori del C. P Grosseto ma anche ex atleti del Castiglione della Pescaia e della Polisportiva Follonica: Roberto Citerni, Bruno Bigazzi, Alberto Colombini, Angelo Giomi , Marco Lenzi, Pietro Muzzi, Sandro Lorenzoni, Pierini, Rosi, Seggiani, Ganozzi, Paradisi, Valdrighi. A questo primissimo gruppo si aggiunsero ben presto altri ex giocatori di Grosseto (Bonucci, Parisotto, Scarpelli, Miserocchi, Fantozzi, Fommei, Mangiavacchi, Arreti) e di Follonica (Azzi, Gaeta). Così negli anni in cui per difficoltà logistiche, che si erano rivelate insuperabili, stava a poco a poco spengendosi il vecchio e glorioso C.P.


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Grosseto, iniziava un nuovo ciclo. Furono allestite quattro squadre locali di Veterani che dettero vita al “1° Trofeo Lorenzoni”. Il torneo fu concepito in memoria di un dirigente dell'Hockey Club Castiglione della Pescaia e fu disputato in due serate sulla pista del palazzetto di Casa Mora.

Decimo Becacci fu l’organizzatore del torneo, il reclutatore dei giocatori. Al torneo parteciparono altri ex giocatori di Grosseto: Emilio Artini, Giuseppe e Filippo La Spina, Alfredo Iacoboni, Enzo Scarpelli, Claudio Varricchio, Stefano Ginanneschi, tutti o quasi gli ex giocatori di CaDue immagini del Torneo Lorenzoni: sopra un gruppo di par- stiglione ed una folta raptecipanti, tra cui si riconoscono, in piedi in alto a destra Colombini, Bonucci e Bigazzi. Sotto una delle squadre, in cui presentanza di follonichesi. figurano due grossetani: Marinoni, secondo accosciato da si- Poco importa ricordare il nistra e Bigazzi, quarto accosciato da sinistra. nome delle quattro squadre e i risultati: questa fu un' occasione per ritrovarsi e per offrire un contributo all'”Associazione per la Lotta ai Tumori”. L' ingresso era libero ma le offerte fecero sì che l'evento si ripetesse per altri anni. A partire dalla terza edizione ai Soci fondatori venne l'idea di trasformare il torneo da locale a internazionale. Furono quindi contattate due Squadre straniere, il Real Club Tennis Barcino di Barcellona e il Club di Veterani di Amantadora, alla periferia di Lisbona.


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Anno 1990. Al Torneo Lorenzoni arrivano le prime squadre straniere.

Le due squadre furono invitate a spese degli organizzatori, con il tacito accordo di un invito successivo in terra straniera. Gli spagnoli aderirono subito e in autunno si svolse il primo torneo "Valsecchi" a Barcellona; i portoghesi... furono portoghesi di nome e di fatto e si fecero invitare due volte prima di contraccambiare l'invito. In quel tempo la squadra era andata delineandosi e contava su Pierini in porta (secondo portiere Rosi), Colombini, Citerni, Lenzi, Muzzi in difesa, Giomi, Azzi, Lorenzoni, Bigazzi, Fantozzi in attacco poi anche Scarpelli detto “Il Veronica”, Miserocchi detto “Excalibur”, e Maggi, che aveva lasciato l’ Hockey agonistico come giocatore ed allenatore del Castiglione, per passare ai veterani. Furono ancora i ragazzi del vecchio C.P. Grosseto, che portarono il torneo da quattro a sei Squadre, invitando una compagine di Andorra, oltre alle altre Squadre straniere. Parallelamente, una volta ogni due anni, si disputava in Spagna il torneo a invito, organizzato dal Real Club Tennis Barcino, intitolato a un loro dirigente, "Valsecchi", per il quale il gruppo maremmano fece le condoglianze agli organizzatori, credendolo morto, mentre si trattava di una dedica anomala, a un uomo vivo e in salute. Riuscirono anche a vincerlo quel torneo, anzi vinsero quello organizzato per i 75 anni di vita del club, probabilmente con il disappunto degli organizzatori che mascherarono comunque bene il dispiacere, mostrando signorilità ed amicizia nei confronti degli ospiti. Altri ex giocatori si avvicinavano frattanto agli “Amici dell’Hockey”, come si era chiamato il gruppo: Paghi, Armeni, Fagiolini, Camisoli, Saccocci, Ricci, Grotti, Boschi, Fraternale, Salvadori, Biancucci, Bennati, i fratelli Mariotti, ed altri.


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Anno 1991. I “ragazzi di via Manetti” in questo gruppo sono ben cinque: in piedi Citerni, Angelo Giomi e Parisotto (terzo, quarto e quinto da sinistra) accosciati Bigazzi e Colombini (primo e quarto da sinistra)

Col tempo il torneo passò a 8 squadre, poi a 10, successivamente a 12 e, fatto più importante, nacque un circuito di Tornei Europei per Veterani a invito, denominato "EVRICUP", che prevede un torneo all' anno da disputarsi a rotazione nelle varie nazioni. L'ultimo torneo del circuito è stato giocato all'inizio di giugno 2011 a Sintra al quale hanno partecipato oltre alle 12 squadre over 35 anche 5 squadre over 50 . Quest'ultime hanno disputato il trofeo “Jaime Labore”,un grande amico dell' hockey Veterani di Barcellona, prematuramente scomparso e che aveva ospitato tante volte nella città catalana il gruppo maremmano. Fra le squadre over 50 figuravano anche gli ormai vecchietti “Amici dell’hockey”, nella formazione composta da Fagiolini, Citerni, Scarpelli, Maggi, Lorenzoni, Gaeta, hanno ben figurato giungendo secondi, dopo aver vinto il precedente torneo a Castiglione nell’ Ottobre 2010.


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A seguire i risultati del torneo Evricup, dal suo inizio -nel 2003 - ad oggi. Evricup I Barcelona, Spain 2003: 1° Barcino 2° Castiglione 3° GEIEG Evricup II Castiglione, Italy 2004: 1° All Star Italy 2° Castiglione 3° Barcino Evricup III Gerona, Spain 2004: 1° Barcino 2° Southsea 3° GEIEG Evricup IV Zaandam, Holland 2005: 1° Barcino 2° Castiglione 3° Dream Team 4 Evricup V Wuppertal, Germany 2005: 1° Darmstadt 2° Castiglione 3° Cronenberg Evricup VI Castiglione, Italy 2006: 1° Barcino 2° Darmstadt Evricup VII Darmstadt, Germany 2006: 1° Barcino 2° Vilafranca 3° Darmstadt Evricup VIII Barcelona, Spain 2007: 1° GEIEG 2° Vilafranca 3° Barcino Evricup IX Leuven, Belgium 2007: 1° Vilafranca 2° Barcino 3° GEIEG Evricup X Vilafranca, Spain 2008: 1° Parede 2° Barcino 3° Vilafranca Evricup XI Cascais, Portugal 2008: 1° Parede 2° Barcino 3° Vilafranca Evricup XII Zaandam, Holland 2009: 1° Parede 2° Voltregà Evricup XIV Gerona, Spain 2009: 1° Vilafranca 2° Parede 3° Castiglione Evricup XV Darmstadt, Germany 2010: 1° Barcino 2° Vilafranca 3° VRC Dream Team Evricup XVI Castiglione, Italy 2010: 1° Barcino 2° Castiglione 3° Parede Evricup XVII Sintra, Portugal 2011: 1° Os Lobinhos 2° Paço d’Arcos 3° Barcino


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La parola alle immagini anni novanta

Qui sopra l’articolo con il resoconto del 1° Torneo Lorenzoni del 1987. Le immagini di questa pagina si riferiscono invece al 1988. Nella pagina accanto in basso il pannello dell’ultimo Torneo veterani Evricup disputato a Catiglione, nel 2010.


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A fianco la locandina del Torneo Lorenzoni del 1990. Qui sopra Filippo La Spina, Iacoboni e Germinario fotografati durante la stessa edizione del Torneo. Sotto i gagliardetti dei primi Clubs stranieri a partecipare al Torneo veterani.

Qui a fianco ancora Filippo La Spina in azione durante il Torneo 1990. Dietro a lui si riconosce Alberto Ballati, gloria dell’hockey follonichese e biancorosso per un brevissimo periodo, alla fine degli anni settanta.


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Tre immagini dell’edizione 1990 del Torneo Internazionale Pierluigi Lorenzoni.


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Alcuni scatti, sempre del 1990. In alto Emilio Artini a contrasto con il portiere avversario. Sotto Fabio Mangiavacchi esce con autorevolezza dalla propria area con la palla; accanto a lui con il numero 4 si riconosce Massimo Gaeta, follonichese e anche lui ex biancorosso. Sotto le due squadre straniere di quell’edizione al saluto.


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La squadra biancorossa al Torneo 1990: da sinistra in piedi Andrea Miserocchi, Artini, Enzo Scarpelli, Mangiavacchi, Filippo La Spina, Papini; accosciati da sinistra Tavarnesi, Iacoboni, Giuseppe LaSpina, Germinario. Altri ex giocatori del Circolo come Citerni, Colombini, Angelo Giomi, Parisotto, Bigazzi,giocavano comunque in altre squadre. Sotto: la squadra del Castiglione del 1991; primo, terzo, quarto e quinto da sinistra sono Colombini, Bigazzi, Citerni e Giomi.


186 Circolo Pattinatori Grosseto 1951-2011 Due formazioni al Torneo 1991. A sinistra la squadra del Follonica, si riconoscono gli ex biancorossi Marchesini (primo in piedi da sinistra) e Palmieri (secondo accosciato da sinistra) in una inedita veste da giocatore. Sotto la squadra dello SteakHouse, il cui portiere è Piero Ballati a lungo estremo difensore biancorosso. A fondo pagina gli “Amici dell’Hockey” in trasferta a Barcellona nel 1991. Ci sono Angelo Giomi, Citerni, Colombini e Piero Ballati.


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In alto a destra un articolo di giornale del 2000 con il resoconto del Torneo, anche quell’anno dedicato in favore dell’ADMO. Qui sopra il gagliardetto degli “Amici dell’Hockey” di Castiglione in occasione del Torneo “Lorenzoni” del 2002, di cui in basso è riprodotto il pannello con le firme dei protagonisti. Da segnalare che tra i motori della manifestazione sia come giocatore che come attivo organizzatore figura anche Sandro Lorenzoni, figura storica dell’hockey castiglionese e figlio di Pierluigi Lorenzoni. A fianco l’articolo del “Tirreno” con il resoconto della trasferta in Spagna dei Veterani nel 2002. La trasferta è quella in cui i nostri portacolori ottennero il successo, proprio nella ricorrenza dei 75 anni dalla fondazione del Real Club Tennis Barcino. Di quella squadra facevano parte anche due ex nazionali azzurri come Paghi e Maggi, che non a caso vinsero il trofeo come miglior portiere e miglior attaccante.


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In questo articolo, uscito sul Tirreno nel 2006, ci sono già tutti i presupposti che porteranno nel 2008 alla rifondazione del Circolo pattinatori Grosseto. E’ il resoconto del Torneo Evricup 2006, che si svolse a Castiglione, il giornalista ricorda la grande tradizione del Circolo e pone in evidenza come i nostri”ragazzi” nonostante sia tutto finito da un pò di anni non riescano a fare a meno dell’hockey, e come siano “Quelli che non rinunciano alle rotelle”. Sotto il programma del Torneo 2005 a Cronenberg, in Germania.


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i protagonisti degli anni novanta: franco polverini Franco Polverini, classe 1973, è stato l'ultimo grande campione uscito dal vivaio del Circolo Pattinatori Grosseto. Cugino di Massimo ed Enrico Mariotti e figlio di Paolo, grande dirigente biancorosso degli anni ottanta, è cresciuto a “pane ed hockey.” Dotato di uno straordinario controllo di palla e di una ottima visione di gioco, fin da piccolissimo mostrò il suo grande talento. Tutti i giocatori grossetani degli anni ottanta ricordano quel bambino piccolissimo, rosso di capelli, che faceva impazzire i suoi coetanei perchè non riuscivano a fermarlo. Nonostante avesse appena sette anni, fu portato alle Finali Nazionali dei Giochi della Gioventù del 1980, (dove il Circolo conquistò una storica medaglia d'oro), nelle quali gareggiò anche con bambini di undici anni. A quindici anni era già un talento di livello nazionale e, purtroppo, nel momento della sua esplosione, il Circolo Pattinatori “chiuse i battenti” e Franco dovette emigrare a Follonica insieme al fratello Roberto e a Riccardo Bruzzi (altri due giovani molto promettenti) per continuare l'attività. Questo trasferimento non gli impedì di diventare uno dei più grandi giocatori italiani e di fare parte della spedizione azzurra, che in Germania nel 1997, si laureò Campione del Mondo. Ha giocato in tutte le più importanti squadre italiane e attualmente è l'allenatore/giocatore del Follonica nella massima serie nazionale.

Foto di Sandro Pellegrinetti



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i mariotti, una leggenda del c.p. grosseto Tutta la storia del Circolo Pattinatori Grosseto, passata e recente, è legata indissolubilmente alla storia della famiglia Mariotti. Ancora oggi se si parla di hockey su pista a qualche grossetano possono succedere due cose: se l'interlocutore è giovane non sa di cosa si stia parlando, se ha più di quarant’anni dice immancabilmente: “Ah, sì, mi ricordo... una volta c'erano i Mariotti , che erano forti, in questo sport !” Marco, il capostipite, ha iniziato a pattinare negli anni cinquanta nella Società grossetana e ha tramandato la sua passione prima alla moglie Gina, che è stata a lungo Dirigente del sodalizio biancorosso ma soprattutto ai due figli Enrico e Massimo, che sono divenuti due tra i più importanti atleti di tutti i tempi a livello mondiale. Per lunghi anni fu Marco Mariotti a portare avanti la Società, coadiuvato da pochi Dirigenti e amici, Società nella quale ha ricoperto tutti i ruoli possibili, da atleta a Presidente. Fin dagli anni settanta tutta la famiglia, compreso il cane Diana, era sempre in giro per l'Italia, ovunque ci fosse una partita di hockey da giocare o anche solo da vedere e trasmisero questa loro passione a tutti coloro che gli stavano vicini, amici e parenti; basti pensare che grandi atleti come Stefano Saccocci, Riccardo Bruzzi, Roberto e Franco Polverini sono tutti nipoti di Marco e Gina!


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marco mariotti Classe 1939 Marco Mariotti ha percorso la storia del Circolo Pattinatori Grosseto da poco dopo la sua fondazione (nella prima metà degli anni‘50) alla sua conclusione quando, lasciato ormai solo a gestire una barca alla deriva e con tutti i migliori atleti del vivaio che avevano ragionevolmente scelto di migrare versi lidi più sicuri e più remunerativi, non aveva più mezzi né possibilità per andare avanti. Marco ha ricoperto tutti i ruoli nel Circolo Pattinatori Grosseto; ha cominciato come atleta, ha continuato come allenatore, poi Consigliere e infine Presidente: un personaggio unico e inimitabile. Come atleta è passato con ecletticità sorprendente dall'atletica, alle corse su strada e al gioco dell'hockey. Marco ha vinto sia nelle corse su strada che nell'hockey, ma ha vinto soprattutto come allenatore, contribuendo a creare un gruppo di Campioni, fra cui i figli Massimo ed Enrico, che hanno raggiunto le cime più alte dell'Hockey Mondiale. Nell'avventura hockeystica la sola persona che gli è stata sempre vicina era ed è la moglie Gina che, quando lui è rimasto solo a gestire la Società, ha ricoperto vari incarichi in seno al Consiglio del Circolo dal 1983 in poi. Marco, un atleta dal fisico possente e dal carattere mite, rappresenta un punto di riferimento dell'hockey grossetano, una leggenda che continua da oltre 50 anni e che continuerà ancora per molto tempo, tramite Massimo ed Enrico Mariotti, oggi rispettivamente allenatore della Nazionale Italiana e colonna portante della difesa della Nazionale stessa.


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massimo mariotti Classe 1964 Undici scudetti, tredici Coppe Italia, tre Supercoppe, una Coppa Lega, una Champions League, sei Coppe Cers, una Coppa Intercontinentale, oltre 1300 reti segnate in carriera, due volte Campione del Mondo e una volta Campione d'Europa... Potrebbero bastare questi numeri straordinari e ir-

ripetibili a descrivere quello che è stato ed è ancora Massimo Mariotti, da tutti definito “Mister Hockey”, come il titolo della sua biografia uscita di recente. Ma i numeri non bastano, perché Massimo è molto di più. Ha rappresentato, probabilmente, il miglior interprete di sempre di questa disciplina a livello mondiale, non tanto e non solo per le eccezionali doti tecniche (forse in esse il fratello Enrico addirittura lo superava) ma per le straordinarie doti caratteriali e mentali. Massimo, classe 1964, in campo


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era un vero leader, dotato di una intelligenza di gioco e di una grinta uniche, doti che oggi impiega con successo, nella sua attività di allenatore del CGC Viareggio Campione d'Italia e di Commissario Tecnico della Nazionale Italiana. Già quando era giocatore si intuiva che sarebbe stato un grande allenatore. Giocare insieme a lui, per un attaccante, significava avere in dote un gruzzolo di gol sicuri, dato che oltre a essere un discreto marcatore è stato probabilmente il miglior uomo-assist italiano di sempre. Non a caso ha formato insieme a Pino Marzella (pugliese, uomo gol ed altro mostro sacro dell'hockey pista italiano), la più forte e straordinaria coppia di attaccanti di sempre. Per raccontare la carriera di Massimo Mariotti, ci vuole (come è stato fatto) un intero libro; qui ci limiteremo a trasmettere le impressioni di chi l'ha visto crescere e diventare un giocatore di forza e bravura inimitabili. Quando era piccolo le squadre dove ha militato hanno sempre conquistato il titolo tricolore, e spesso e volentieri veniva schierato con bambini anche di due categorie sopra, risultando sempre uno dei migliori. A quattordici – quindici anni faceva già la differenza a livello senior, a diciassette anni trascinò il Follonica, squadra neopromossa in serie A, alla semifinale scudetto. Dopo essere stato il migliore tra i giocatori, oggi si avvia a diventare il migliore come allenatore, ruolo in cui ha disputato (alcune anche come giocatore) dieci delle ultime undici finali scudetto, vincendone ben sei.


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enrico mariotti Classe 1969 E' stato, a detta di fratello Massimo, il miglior giocatore italiano degli ultimi venti anni. Noi oseremmo dire che forse è stato qualcosa di più. Fatta eccezione per Massimo stesso, che era un giocatore completamente diverso per caratteristiche tecniche e fisiche, tanto che i due si completavano e insieme nella stessa squadra risultavano praticamente imbattibili, è stato probabilmente il migliore di sempre. Chi frequentava la pista di Via Manetti nei primissimi anni settanta, restava sbalordito nel vedere un bambinetto di due o tre anni stare sui pattini e giocare con la stecca come un giocatore vero. Enrico è nato così: un vero fenomeno, e un fenomeno lo era anche dal punto di vista fisico. A sei anni era grande come un bambino di dieci e giocava con i bambini di quell'età strapazzandoli regolarmente. Quando arrivò ad avere dieci anni e si trovò con i suoi pari età era imbarazzante vederlo giocare. Li sovrastava di una buona spanna in altezza, ma soprattutto era letteralmente di un altro pianeta da un punto di vista tecnico. Il padre Marco, allenatore, gli doveva dire di smettere di segnare per non umiliare troppo gli avversari! Enrico era un predestinato. E del resto essendo il figlio di Marco e il fratello di Massimo non poteva essere diversamente. A dodici tredici anni faceva già la differenza negli allenamenti


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della prima squadra del Circolo Pattinatori, che aspettava impaziente che compisse i quattordici anni (età minima per le competizioni senior) per schierarlo titolare. A diciannove anni era Campione del Mondo in una Nazionale Italiana nella quale costituiva già una delle colonne portanti. A ventiquattro anni, nel Mondiale di Milano 1993, fu proclamato “migliore giocatore del Mondo”. La sua carriera si è svolta quasi parallela a quella del fratello Massimo, con cui ha condiviso gran parte delle vittorie ma con una eccellenza in più: nel 1996, a testimonianza del suo valore mondiale, fu acquistato dal Club più importante e prestigioso al mondo: il FC Barcellona, che altro non è che la sezione hockey della stessa Polisportiva di cui fa parte anche la squadra di Messi e Guardiola. E' stato il primo italiano in assoluto ad indossare quella maglia (prima ancora dei calciatori Coco e Zambrotta) ed è stato il primo italiano a vincere la Champions League (poi rivinta col Follonica del fratello Massimo). Inoltre è diventato il giocatore più titolato al mondo, avendo vinto anche la Supercoppa Europea, nel 1996 con la maglia blaugrana. Oggi, a quarantadue anni , è ancora Campione d'Italia col Viareggio ed è stato ancora una volta una colonna della Nazionale italiana ai Mondiali di San Juan.


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Gli stranieri e gli “oriundi” del circolo PaTTINATORI Nel Circolo Pattinatori Grosseto hanno giocato diversi giocatori provenienti da altre città, quasi tutti da Follonica, e quattro stranieri, un olandese e tre argentini. In questo capitolo vorremmo ricordarli brevemente, sperando di non dimenticare nessuno! Cominciamo dagli stranieri di cui inseriamo una breve descrizione: Kiko Salcedo, argentino classe 1949, fu il primo straniero a indossare la maglia biancorossa nel 1971, anno della prima apparizione del Circolo in serie A. Era un attaccante rapido e bravo, che seppe attirare in quel campionato, sfortunato per i biancorossi, l’interesse del Viareggio, che l’anno dopo lo acquistò. Tornò poi a più riprese in Maremma, terra alla quale è molto legato.

Esteban Dioniso Salcedo

Theo Habraken Qui a fianco la classe cristallina di Raul Martinazzo, in una Pista di Via Manetti stipata in ogni ordine di posti...E l’argentino ripagava il pubblico con giocate entusiasmanti e numeri di alta scuola. Se il 1975 fu una annata fantastica lo dobbiamo molto anche a lui...

Theo Habraken, classe 1953, olandese alto e biondo con il fisico statuario. Arrivò nel 1972 e seppe conquistare il cuore di tutti i grossetani: i tifosi dell’hockey per la sua straordinaria forza in campo e... le tifose per la bella presenza. Purtroppo è scomparso nel 2004.


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Raul Martinazzo, argentino classe 1946, sicuramente il giocatore più forte che abbia mai indossato la gloriosa casacca del CP Grosseto. Gran signore fuori dal campo, in campo era favoloso sul piano della tecnica individuale ed elegante sui pattini. E’ stato uno dei principali artefici del campionato 1975, nel quale il Circolo fece a lungo paura al Novara di Olthoff e Battistella. Carlos Moreta, anche lui argentino, classe 1964, attaccante dal gran fisico, dal dribbling e dal tiro fulminante, arrivò a Grosseto appena diciassettenne nel 1981- ‘82, per riportare la squadra nella massima divisione, insieme al coetaneo Massimo Mariotti: non ci riuscirono, probabilmente per la giovane età di entrambi. Carlos avviò comunque una lunga carriera in Italia, giocando in svariate e importanti squadre.

Carlos Moreta

Questi i giocatori provenienti da altre Società che hanno vestito la maglia biancorossa in varie epoche: Aloisi Fulvio (Follonica) Anedda Claudio (Follonica) Angiolini Loriano (Follonica) Baccani Diego (Follonica) Ballati Piero (Follonica) Ballati Alberto (Follonica) Bernardeschi Carlo (Follonica) Bennati Massimo (Follonica) Buccianti Marco (Follonica) Cavallini Massimiliano (Follonica) Ceccarelli Giovanni (Follonica) Cordovani Andrea (Follonica) Filippazzi Francesco (Follonica) Gabellieri Oris (Follonica) Gaeta Gerardo detto Massimo (Follonica) Giannone Edoardo (Castiglione) Gotti Alberto (Follonica) Imperato Biagio (Follonica) Marchesini Vincenzo (Follonica) Muzzi Pietro (Follonica) Natali Renzo (Roma)

Fulvio Aloisi

Vincenzo Enrico Marchesini


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Neri Luciano (Modena) Palmieri Sergio (Follonica) Pardini Riccardo (Viareggio) Pieraccini Piero (Follonica) Quaceci Diogo (Follonica) Riccò Riccardo(Follonica) Oltre ai giocatori anche alcuni Allenatori arrivarono da altre città: Neri Luciano (Modena) Poccetti Giuliano (Follonica) Riva Ilvo (Follonica) Tiezzi Bruno (Siena) Aloisi Fulvio (Follonica) Sergio Palmieri

giocatori provenienti da altre squadre Il ricordo di A.COLOMBINI Un ricordo veloce per alcuni giocatori che in tempi successivi hanno fatto le fortune del Circolo Pattinatori Grosseto. Vincenzo Marchesini detto "Enrico": giocatore dalla forza fisica "devastante", grande trascinatore,contro il quale ben poco potevano gli avversari in serie B. Sergio Palmieri: portiere atletico, che "danzava in porta", come si usava negli anni ‘70. Capace di immolarsi sui tiri degli avversari, senza protezioni al tronco, in quanto asseriva che lo appesantivano. Uomo spogliatoio, insostituibile e grande amico. Oris Gabellieri: difensore classico, "di posizione" ma molto efficace e difficilmente superabile anche da giocatori più veloci e fisicamente più forti. Claudio Anedda: portiere "freddissimo", il contrario esatto di Palmieri, di sicuro rendimento ed atleta eccezionale. Piero Ballati: del quale si ricorda in particolare la vittoriosa prestazione in un Grosseto , già in fase calante e poi retrocesso sul Follonica . Sconfitta che forse costò il titolo a quest' ultima. Due parole di apprezzamento anche su i due tecnici che vennero a Grosseto da Follonica:


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Ilvo Riva: allenatore della promozione e del terzo posto in serie “A”. Pratico, di buon senso, si trovò a gestire un campione eccezionale come Martinazzo e, con senso della realtà, evitò di imbrigliarlo negli schemi e nei compiti che dovevano osservare tutti gli altri giocatori. Giuliano Poccetti: un atletaallenatore che sapeva e sa di tecnica hockeystica ed al quale molti giocatori sono debitori nei miglioramenti della loro tecnica di base. Qui a fianco Giuliano Pocceti, per qualche stagione tecnico biancorosso. Allenatore sanguigno e grande intenditore di hockey, ha ricoperto importanti incarichi anche in Federazione ed è personaggio di riferimento per l’hockey follonichese ed italiano in genere. Sotto Ilvo Riva con un gruppo dei suoi ragazzi: da sinistra in piedi Nicolettti, Allegro, Fantozzi, Fommei, Riva, Guerrini, Artini, Bigazzi Ceccarelli; accosciati da sinistra: Ricci, Bonucci, Tavarnesi, Colombini.


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I nostri “ragazzi” in azzurro Insieme a Massimo ed Enrico Mariotti sono cresciuti e si sono affermati, in periodi diversi ed in contesti diversi, numerosi altri atleti cresciuti nel vivaio dopo il 1966, dei quali ci piace ricordare quelli che hanno fatto parte, nelle diverse categorie e con diverse fortune, della Squadra Nazionale di Hockey. Questi “ragazzi” sono l'orgoglio della nostra società, e ci auguriamo che tantissimi tra i nuovi bambini del Circolo seguano le loro orme; ma quello che più conta è che insieme a loro altre centinaia di bambini hanno giocato, si sono divertiti, hanno fatto una sana attività fisca e sono cresciuti come sportivi e come uomini, ed è quello che potranno fare certamente anche i nostri nuovi “ragazzi”. Li presentiamo in ordine di nascita:

Bruno Parisotto (1951) Emilio Artini (1954) Alberto Colombini (1954) Giancarlo Fantozzi (1954) Alessandro Ricci (1959) Angelo Giomi (1964) Massimo Mariotti (1964) Franco Scarpelli (1964) Raffaele Biancucci (1965) Stefano Giomi (1967) Stefano Saccocci (1968) Enrico Mariotti (1969) Franco Polverini (1973) Riccardo Bruzzi (1975)

Qui a fianco Stefano Saccocci, ancora con la maglia biancorossa. Ha indossato poi in seguito molte volte l’azzurro, prima a livello giovanile e poi con la senior.

Abbiamo chiesto all'attuale Tecnico della Nazionale e gloria biancorossa Massimo Mariotti di stilare un breve profilo per ognuno di loro:


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PARISOTTO BRUNO (1951) Il mio ricordo di Bruno è un po’ sfocato nel tempo ma ricordo un atleta che aveva già allora il senso della squadra e teneva la testa alta, cosa per quei tempi molto rara. Probabilmente il carattere e il fisico non gli hanno consentito una carriera ancora più importante.

Bruno Parisotto in azione.

COLOMBINI ALBERTO (1951) Classico terzino di posizione per l’hockey di quei tempi, il buon allungo e la conoscenza dei propri limiti lo portarono a essere uno dei protagonisti del miglior risultato della storia del C.P.Grosseto in serie A. ARTINI EMILIO (1954) A mio avviso, il “Portoghese”, precursore dei tempi nelle tecnica individuale e nel pattinaggio, ha fatto grandi cose ma la sua gestione d’atleta non è stata delle migliori. Con maggiore accortezza avrebbe potuto essere il miglior giocatore italiano tra il 1970 e il 1980. Idolo della mia


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gioventù mi ha trasmesso trucchi nella tecnica individuale. Primo grossetano a vincere la Coppa Italia (Follonica 1978). FANTOZZI GIANCARLO (1954) Esploso tardi rispetto a Emilio, è stato il primo grossetano a vincere lo scudetto, a giocare il Mondiale e l’ Europeo con l’Italia: era dotato di grandi cambi di direzione e di un tiro di piatto veramente unico. Forse il carattere e le piccole insicurezze non gli facevano prendere atto di quanto fosse forte e di come non avesse nulla da invidiare a giocatori come Barsi e Girardelli, che all’epoca ricoprivano il suo stesso ruolo. RICCI ALESSANDRO (1959) Schierato a 16 anni titolare in serie A, nel C.P.Grosseto al terzo posto in classifica, è stato un portiere di alto livello nella prima parte della carriera, quando ha conteso a Cupisti il ruolo di titolare nel Forte dei Marmi. Esplosivo e spettacolare, un po’ debole nei rasoterra. Ha vestito le maglie del Lodi e del Novara, dove con il sottoscritto, nel 1984/85 vinse tutto (scudetto, Coppa Italia e CERS). Ha avuto una carriera di prestigio, per poi abbandonare l’attività ancora giovane.

Due grandi portieri biancorossi: Alessandro Ricci e Franco Scarpelli


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SCARPELLI FRANCO (1964) Potenzialmente più forte portiere che il Grosseto potesse avere! Dotato di posizione, sicurezza, spettacolarità ma di un carattere fragile che non gli ha permesso di avere una carriera strepitosa. BIANCUCCI RAFFAELE (1965) Dotato di buona tecnica ma non di tiro dalla distanza e di grande velocità di pattinaggio, ha saputo però sfruttare delle buone doti di opportunismo e posizione come punta d’area. GIOMI ANGELO (1964) Come tanti ragazzi del C.P. Grosseto, che avevano buone doti tecniche, non ha saputo sfruttarne alcune, tipo un ottimo gancio e buona qualità di base, Tali doti però non erano supportate dal carattere e da scelte adeguate nel momento cruciale della carriera. GIOMI STEFANO (1967) Atleta valido come il fratello, forse con maggiori possibilità, ma le scelte non felici, il carattere a volte eccessivo non gli hanno permesso di fare maggiore carriera.

I fratelli Stefano (a sinistra) e Angelo Giomi. In gioventù erano due autentiche promesse dell’hockey nazionale, poi per motivi diversi si sono un pò persi e non hanno mantenuto le aspettative che su di loro si erano riversate.


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MARIOTTI ENRICO (1969) Sicuramente per completezza tecnica il più forte giocatore italiano degli ultimi 20 anni, con un gran tiro di piatto e rovescio accompagnato da grande visione di gioco. Unico giocatore italiano ad aver vestito la maglia del Barcellona. POLVERINI FRANCO (1973) Uno dei tre campioni del mondo del C.P.Grosseto. Ottimo portatore di palla e discreto uomo-squadra, anche se a volte tende a ritardare l'assist di qualche secondo che nell’hockey può fare la differenza. Comunque non si diventa campioni del mondo per caso… Poteva forse raccogliere più successi per le qualità tecniche. BRUZZI RICCARDO (1975) Ragazzo dotato di buona tecnica ma con un carattere forse troppo mite. Nel momento del passaggio dalla fase adolescenziale a quella dell’ l’hockey, dovendo scegliere tra quest’ultimo come professione e il lavoro (complice un periodo di crisi economica dell’hockey) ha scelto il secondo, precludendosi una buona carriera.

Franco Polverini.


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9. Sesta decade: 2001-2011. Rinasce il CP Grosseto! capitolo offerto da: Centro Estetico Edonè Via Monte Cengio 17A Grosseto Tel. 0564451661


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Già da diversi anni quando capitava che due o più dei vecchi giocatori, allenatori, dirigenti si incontrassero per caso, si finisse per parlare di come sarebbe stato bello far rinascere dalle proprie ceneri il Circolo Pattinatori Grosseto, e si sa che quando la brace resta viva, può bastare una scintilla affinchè il fuoco si riaccenda. La scintilla in quel caso, fu una intervista che Massimo Mariotti rilasciò, nella primavera del 2008, al quotidiano Il Tirreno di Grosseto, nella quale, auspicava il ritorno dell'hockey nella sua città. Quell'intervista fu letta da Raffaele Biancucci e Claudio Varricchio, che all'epoca lavoravano insieme e che, casualmente, avevano appena rivisto Roberto Guerrini, di ritorno da uno dei suoi viaggi intorno al mondo. I tre ne parlarono e Roberto, ancora attivissimo come una volta, iniziò a muoversi per raccogliere consensi. Di lì a pochi giorni si svolse una cena, alla quale parteciparono Roberto Guerrini, Alberto Colombini e tanti altri vecchi giocatori e dirigenti del Circolo, nel corso della quale si parlò a lungo di quest’idea. Il fuoco ormai aveva ripreso a crepitare vigoroso e, in quei giorni, furono organizzate diverse riunioni, a cui partecipò anche lo stesso Massimo Mariotti, oltre a tantissimi ex giocatori ed ex dirigenti. Il 12 Giugno del 2008 fu rifondato il Circolo Pattinatori Grosseto 1951, con soci fondatori: Alberto Colombini - Presidente Pierluigi Bonucci - Vicepresidente Claudio Varricchio - Segretario Raffaele Biancucci – Responsabile Settore Tecnico Roberto Citerni – Responsabile finanza Aldo Ulmi – Amministrazione e Contabilità Andrea Scarpelli - Consigliere Andrea Miserocchi - Consigliere Roberto Guerrini - Consigliere Dino Grotti - Consigliere (recentemente è stato cooptato nel consiglio anche il Dr. Lamberto Menchetti) A fianco: Andrea Scarpelli, consigliere del nuovo Circolo e uno dei soci fondatori.


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Fu deciso di partecipare subito ad un Campionato federale di serie B, anche per dare alla città e alle istituzioni un segnale importante di presenza e di volontà di rinascita, nonostante la società non avesse più nessuna casa. Furono intrapresi colloqui con gli amministratori locali, che promisero intanto di restituire alla società la sua casa naturale, la Pista di via Manetti, e di provvedere entro breve alla costruzione di un impianto coperto per la pratica dell'hockey sul territorio comunale. La soluzione individuata fu la pista di pattinaggio di Braccagni, che avrebbe dovuto essere coperta, soluzione che però, a tutt'oggi (Giugno 2011), è ancora ferma allo stato di idea. Nel frattempo fu allestita la squadra, che disputò il campionato di serie B. Fu trovato uno sponsor abbastanza importante, la società Pediatrica di Livorno, che garantì una certa tranquillità economica e la squadra onorò il proprio campionato, senza infamia e senza lode, agli ordini di Fulvio Aloisi, che dette una mano unicamente per l'amicizia che lo legava ai dirigenti biancorossi. Il campionato fu disputato giocando le gare interne al Palagolfo di Follonica, di fronte a un imbarazzante deserto.

Ecco il Circolo che partecipò al campionato di serie B 2008-2009. Facevano parte di questa squadra ancora tre dei “ragazzi di via Manetti”: il vecchio capitano Biancucci, Roberto Polverini e Lorenzo Camisoli. In piedi da sinistra Bennati, Polverini, Biancucci, Filippazzi, l’allenatore Aloisi; accosciati da sinistra Giannone, Camisoli, Baccani, Quaceci.


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A questo punto il ghiaccio era rotto e si doveva pensare a ricostruire il settore giovanile, per dare continuità a tutto quello che era stata la società negli anni precedenti. Fu deciso di non ripetere l'esperienza della prima squadra, almeno fino a quando non ci fosse l'impianto disponibile in città, di impiegare le risorse che erano rimaste dalla sponsorizzazione dell'anno precedente, interamente per comprare attrezzature e materiali da dare ai nuovi piccoli hockeysti, che avrebbero partecipato ai corsi di avviamento al pattinaggio. Il tempo passava, si era nella primavera del 2009, e ancora, il Circolo Pattinatori era senza una casa. Ormai via Manetti era stata di fatto assegnata, seppur inadeguata per mille motivi (era scoperta, non c'erano spogliatoi e neanche uno sgabuzzino per lasciare il materiale didattico), ma costituiva per i dirigenti biancorossi una vera e propria chimera, dato che per problemi, lavori e burocrazie varie non poteva essere utilizzata.

Le foto di queste due pagine sono tutte relative all’estate 2009 alla pista del Cottolengo.

Se pur fra le citate difficoltà, la Società decise di andare avanti ed affidò a Raffaele Biancucci, Responsabile del Settore Tecnico, il compito di ricercare una soluzione. Biancucci si mise subito al lavoro e contattò Don Giovanni della Parrocchia di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, (curiosamente consacrata proprio nel 1951!), che possedeva una vecchia pista di pattinaggio, fatiscente e piena di polvere e sassi, e lo convinse a lasciarlo andare lì a fare i primi corsi. Venne contattato Corrado Valdrighi, che aveva alle spalle una lunga esperienza di maestro di pattinaggio a Castiglione della Pescaia, furono comprati i pattini per i piccoli nuovi pattinatori e Venerdì 22 Maggio 2009 si riunì il primo gruppo di bambini alla Pista del Cottolengo.


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Agli ordini di Corrado Valdrighi e Raffaele Biancucci i bambini erano appena sette: Francesco Fanciulletti, Lorenzo Biancucci, Marco Benelli, Lorenzo Alfieri, Noah Cenni, Lorenzo Marchesini, Matteo Giuggioli. Fu una lunga estate di giochi, divertimenti, e di apprendimento dei primi passi del pattinaggio, e alla fine di quei mesi, i bambini erano già una ventina. Si poneva il problema più grosso, che era poi quello di sempre: come affrontare la stagione invernale, ormai alle porte. Si cominciò a cercare tra le palestre, che le scuole davano in affitto nelle ore pomeridiane, i bambini erano ancora nella fase di apprendimento del pattinaggio e non avevano bisogno di un campo di hockey regolamentare, ma avveniva una vera lotta all'arma bianca, specie nei circoli didattici dove le circoscrizioni si occupavano della distribuzione delle ore. Fino a quando, quasi per caso, non si contattò il Primo Circolo Didattico che, nella scuola di via Giotto, aveva disponibili alcune ore pomeridiane. Era stato trovato uno spazio per gli allenamenti invernali! E ai dirigenti del circolo didattico piacque così tanto l'idea del pattinaggio, che si instaurò un rapporto, poi sfociato in un progetto, ancora in piedi, che porta gli istruttori del C.P. Grosseto a insegnare pattinaggio ad alcune classi della


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scuola elementare di via Einaudi e via Giotto. La prima stagione invernale fu un grande successo, con i bambini che, sempre seguiti da Biancucci e Valdrighi, crescevano e si divertivano moltissimo sui pattini. Erano sempre più numerosi, tanto che a Maggio 2010, al termine della stagione di Via Giotto, il numero era salito fino a 35 e i due istruttori dovettero dividersi la già piccola palestra, per poter seguire i bambini appena arrivati da una parte e i più esperti dall'altra. Per tutta la primavera del 2010 si era ancora in attesa di una soluzione per la Pista di Via Manetti. La società era già ufficialmente affidataria dell'impianto, ma di fatto non poteva utilizzarlo, a causa delle pessime condizioni dello stesso, che lo rendevano inagibile e pericoloso per l'incolumità dei bambini e delle persone che venivano a vederli o ad accompagnarli. Si era deciso di partecipare a un bando, che prevedeva la concessione di contributi per la manutenzione e il recupero degli impianti sportivi. Il progetto risultò essere uno dei vincitori e si aspettava ormai da mesi l'assegnazione ufficiale, per poter dare inizio ai lavori. I bambini erano abbastanza bravi sui pattini e non si poteva pensare di riutilizzare la pista del Cottolengo, una volta terminato il contratto con la scuola di via Giotto, cioè a fine Maggio. I tempi furono lunghi, con i lavori, affidati dalla società alla Mangiavacchi Costruzioni e a Fabio Mangiavacchi come Direzione lavori. Anche questa scelta era in linea con la tradizione, dato che Fabio era stato un giocatore del C.P. Grosseto, ed era figlio di quell'Egidio, anche lui giocatore, che aveva, in pratica, costruito l'impianto di via Manetti.

Una bella immagine della pista di Via Manetti, finalmente restaurata...


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Fatto sta che l'estate 2010 se ne andò senza poter svolgere attività, contrariamente a quanto avrebbero voluto gli allenatori, che non intendevano interrompere il grande lavoro svolto durante l'inverno, anche perchè temevano, cosa che puntualmente avvenne, di perdere qualche bambino con l'inattività estiva. Fu soltanto all'inizio del settembre 2010 che, finalmente, il Circolo Pattinatori Grosseto ritornò alla sua antica casa, la Pista di Via Manetti. Per festeggiare l'avvenimento, il 16 ottobre fu organizzata una grande festa con tutti i bambini in pista e, al termine, quelli più bravi, giocarono una partita (la prima partita di bambini giocata in via Manetti dopo almeno trenta anni!), alla presenza del Sindaco Emilio Bonifazi e dell'Assessore allo Sport Paolo Borghi. Il Sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, e l’Assessore allo Sport, Paolo Borghi, parlano ai bambini del Circolo Pattinatori Grosseto durante la festa per la riapertura di VIa Manetti, il 16 Ottobre 2010. Nelle pagine successive alcuni momenti di quella giornata,

Ormai i bambini che avevano iniziato da più tempo erano pronti per l'hockey vero e proprio e non poteva bastare una piccola palestra senza sponde e porte. Ci si preparava a partecipare, pur da neofiti, alle prime attività federali, e bisognava che i bambini si allenassero per bene, in un campo idoneo. Fu allora deciso che i ragazzini che avrebbero partecipato all'attività federale hockey, sarebbero rimasti anche durante l'inverno in via Manetti, agli ordini di Raffaele Biancucci, mentre quelli ancora più indietro nella preparazione, e le nuove leve, che continuavano ad arrivare, sarebbero rimaste in via Giotto, naturalmente riconfermata, agli ordini di Corrado Valdrighi. Il problema, per quanto riguardava Via Manetti, non era tanto il freddo (anche se l'assenza di spogliatoi accentuava la cosa), perché, in fondo il calcio, l’atletica, il tennis, si svolgono all'aperto anche d’inverno; il pro-


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blema era costituito dalla pioggia, che anche quando durava solo cinque minuti, pregiudicava lo svolgimento dell'allenamento, a causa della pericolosità della pista scivolosa e dei danni alle attrezzature che poteva causare (mazze che si aprivano, cuscinetti arrugginiti...). Purtroppo il tributo meteorologico pagato durante l'inverno 2010/2011 fu molto alto, come alto fu il numero degli allenamenti saltati, ma bene o male l'attività andò avanti e i piccoli atleti biancorossi sono cresciuti a dismisura nella stagione passata. Una stagione che ha visto la partecipazione della società al campionato regionale Under 10 (per i nati negli anni 2001/2002) e Minihockey (per i nati dal 2003 in poi). Nel frattempo si è ampliato anche il numero degli istruttori; Corrado Valdrighi è stato supportato da Bruno Parisotto, mentre Emilio Minchella coadiuva Raffaele Biancucci con i piccoli hockeysti. Sempre con Biancucci collabora Giuseppe La Spina come preparatore dei portieri. La prima squadra giovanile del Circolo del nuovo corso a scendere in pista è stata quella che ha partecipato, con il mister Raffaele Biancucci, alla giornata Minihockey di Prato il 7 Novembre 2010. Il Minihockey è una versione ridotta dell'hockey per bambini, nella quale si gioca tre contro tre in un terzo di pista, con pallina leggera, porte ridotte, senza portiere, ma con una sagoma di legno a difendere la porta. Quel giorno, per problemi vari, solo tre piccoli atleti hanno potuto prendere parte alla manifestazione, cioè il minimo consentito. I loro nomi erano: Marco Benelli, Lorenzo Biancucci e Zeno Marcoaldi. Si sono comportati onorevolmente, vincendo anche qualcuna delle nove partite a cui parte. I dirigenti che erano presenti a quella giornata ebbero un sussulto di commozione nel vedere, insieme agli


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altri, anche quei tre bambini dalla maglia rossa, con scritto sul petto “CP Grosseto 1951”. Invece, il 21 di Novembre dello stesso anno il sodalizio biancorosso ha partecipato alla prima giornata del campionato regionale Under 10 e, dovendola organizzare in casa, non disponendo di impianto idoneo, ha usufruito dell'ospitalità del Siena Hockey ed è scesa in campo, nella città del Palio, uscendo sconfitta, ma con la grande felicità di esserci, finalmente!

Sopra, Prato 7/11/2010. Dopo tanti anni dei bambini del Circolo tornano ad incrociare le stecche in una partita ufficiale con altri bambini. (nella foto il Sarzana). Sotto, la squadra Under 10 che ha disputato il campionato 2010/11 ripresa anch’essa all’esordio, a Siena, il 21/11/2010.


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Gli atleti biancorossi erano: il portiere Matteo Maggio, Andrea Fusco, Lorenzo Marchesini, Alessandro Bardini, Luigi Turco, Gabriele Bradley e i giovanissimi (classe 2003) Lorenzo Biancucci e Filippo Gambelli. Questo gruppo ha disputato tutto il campionato Under 10, uscendo sempre sconfitto nel confronto con bambini che praticavano l'hockey da molti più anni, ma mostrando una crescita impressionante e passando da sconfitte per 9 a 2 o 7 a 0 (mai presi però più di 9 go!), fino all'ultima partita con il CGC Viareggio (tra l'altro una delle migliori del lotto), con una sconfitta per 2 a 1 maturata a 1 minuto e 20 dalla sirena finale. Tali dati lasciano presagire un futuro senz'altro più roseo per i giovani pattinatori grossetani. Al contrario, invece, i piccoli del Minihockey, che giocavano con bambini che avevano iniziato più o meno nel loro stesso periodo, hanno ottenuto un numero di vittorie sempre crescenti, tanto da indurre Raffaele Biancucci a “convocare” un numero sempre più alto di piccoli atleti, fino a raggiungere tre formazioni, con undici giocatori complessivi, all'ultimo raduno di Follonica il 22 maggio 2011. Elenchiamo di seguito i nomi dei bambini del nuovo Circolo Pattinatori Grosseto fino al giugno 2011, e chissà che qualcuno di loro non ripercorra le gesta di altri, di cui abbiamo parlato in questo libro. Avviamento e Scuola Pattinaggio: Angelo Rondini, Samuele Tincani, Cenni Mathis, Leonardo Bruni, Goffredo Corvino, Tommaso Bruni, Federico Vichi, Francesco Mattera, G. Cesare Ronzini, Giovanni M. Carotenuto, Alberto di Nella, Lapo Vigetti, Giorgio Vigetti, Elia Lazzeri,Silvio Bellino, Nick Bellino, Carlino Satya, Carlino Sheva, Veltro Costanzo, Veltro Angela, Bucci Ginevra, Bucci Edoardo, Tiede Maddalena, Giulio Cecchi, Riccardo Rossi, Andrea Luigi Ferraro, Sebastiano Giannini, Eric Orlando, Matteo Pellegrino, Damien Hellier, Valerio Piccioni, Eugenio Piccioni. Minihockey e Scuola Hockey: Marco Benelli, Zeno Marcoaldi, Lorenzo Biancucci, Lorenzo Alfieri, Filippo Gambelli, Giovanni Leopizzi, Lorenzo Vannicelli Casoni, Alessandro Nicchi, Blu Burroni, Samuel Cardi, Gabriele Bradley, Tommaso Romagnoli, Simone Romagnoli, Eugenio Finamore, Giovanni Fusco, Alessio Casaburi, Giacomo Pietrini, Raffaele Tiede, Leonardo Tiede. Squadra Under 10 2010/2011: Matteo Maggio, Andrea Fusco, Alessandro Bardini, Luigi Javier Turco, Lorenzo Biancucci, Lorenzo Marchesini, Filippo Gambelli, Gabriele Bradley.


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LA CRONACA DI UN PICCOLO GRANDE EVENTO Sabato 11 Giugno 2011 si è celebrata, a distanza di tre anni esatti dalla rinascita, la festa dei sessanta anni del Circolo Pattinatori Grosseto, al Palasport di Casa Mora di Castiglione della Pescaia. La festa si è svolta con un’ esibizione dei piccoli pattinatori del corso di avviamento al pattinaggio, un combattutissimo torneo di hockey tra quattro squadre, tutte composte da piccoli giocatori del sodalizio biancorosso e, per concludere, una grande cena sociale, che ha visto la partecipazione di circa centocinquanta persone tra genitori, dirigenti, simpatizzanti, vecchi giocatori e vecchi dirigenti. Un bel segnale per quella che, ormai possiamo dirlo, è la vera rinascita di questa società. E’ stata una giornata bellissima, anche se, i dirigenti della società sono dovuti andare a chiedere ospitalità per poterla organizzare, data la mancanza di un impianto per poter praticare l’hockey pista sul territorio comunale del capoluogo. I bambini dell'Avviamento, cioè coloro che sono impegnati nei primi rudimenti dell'apprendimento delle tecniche di pattinaggio, hanno dato dimostrazione ai loro genitori e al pubblico presente, dei progressi fatti

Sopra, il gruppo dei partecipanti alla festa dell’11 Giugno 2011. Sotto i bambini dell’avviamento al pattinaggio. Nella pagine successiva, alcuni momenti dell’esibizione dell’Avviamento.


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durante il periodo invernale, esibendosi in esercizi di abilità , solo pochi mesi prima assolutamente impensabili, guidati dal loro maestro Corrado Valdrighi. Ciliegina finale un’ entusiasmante partita di pallamano sui pattini! Questi i nomi dei piccoli partecipanti: Angelo Rondini, Samuele Tincani, Mathis Cenni, Leonardo Bruni, Goffredo Corvino, Tommaso Bruni, Federico Vichi, Francesco Mattera.


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Dopo l'esibizione dei bambini dell'Avviamento si è svolto il torneo di hockey, intitolato alla memoria del fondatore Mario Parri, il cui figlio Ezio ha premiato alla fine, i piccoli atleti. Tutte le squadre hanno usufruito dell'operato di due soli portieri che hanno disputato tutte le partite, parando un tempo per uno per ogni squadra. Si trattava di: Matteo Maggio e Gabriele Bradley. Alle squadre sono stati dati nomi di fantasia, esattamente come succedeva negli anni settanta, quando questi tornei tra i piccoli del CP Grosseto erano molto frequenti, e alle squadre venivano attribuiti nomi di immaginarie squadre sudamericane, oppure di personaggi dei fumetti (Topolino, Paperino etc.). Le squadre erano costituite in maniera omogenea, con un bambino della squadra Under 10 per ogni squadra, il “capitano”, e gli altri componenti distribuiti omogeneamente tra i piccoli atleti della squadra Mini Hockey e i bambini provenienti dall'Avviamento più preparati a livello tecnico e, pertanto, ritenuti da Raffaele Biancucci e il suo staff, “pronti” per una vera partita di hockey. Per molti di loro si trattava della prima partita della loro vita e, nonostante l'emozione, sono stati tutti veramente bravi. Purtroppo al Torneo non hanno potuto prendere parte due elementi importantissimi della squadra Under 10: Alessandro Bardini, per motivi familiari e Andrea Fusco, presente alla giornata, ma impossibilitato a scendere in campo da un banale incidente domestico. Il Torneo è stato vinto dalla squadra dei Leopardi, che hanno battuto in una emozionante finale i Leoni per due a zero, con doppietta di Lorenzo Biancucci, che alla fine è stato anche il capocannoniere del Torneo con undici centri.

Nelle pagine successive scatti relativi alle partite del 2° Torneo Mario Parri. Qui sopra: il pubblico segue le partite.


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Sopra, a destra, il figlio ed il nipote di Mario Parri premiano i piccoli atleti del Circolo Pattinatori Grosseto. Sotto, i circa centocinquanta partecipanti alla grande cena che ha concluso la festa.


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LA PRESENTAZIONE DEI “CAMPIONI DI DOMANI” Visto che nel corso del libro abbiamo stilato i profili di tutti i grandi giocatori che hanno indossato la maglia biancorossa, abbiamo deciso di stilare un breve profilo anche di questi nostri nuovi piccoli atleti, sperando così di portare loro fortuna per la futura carriera sportiva. Ecco quindi le squadre partecipanti al Torneo Parri con i profili dei giocatori. LEONI: Luigi Javier Turco: capitano dei Leoni, Luigi è uno dei migliori talenti del nuovo Circolo e fa parte della squadra Under 10. Classe 2001, è dotato di una buona tecnica, buona soprattutto perché “istintiva”, nata cioè dal talento puro e non tanto dal lavoro in pista. Deve migliorare dal punto di vista caratteriale e imparare a passare un pò di più la palla...

Tommaso Romagnoli: classe 2004, è, come il fratello Simone, uno dei bambini provenienti dall’Avviamento di Corrado Valdrighi, e, come il fratello, ha disputato la sua prima partita in questo torneo, comportandosi benissimo. E’ molto sciolto sui pattini, ma dovrebbe impegnarsi un po’ di più negli allenamenti per fare il salto di qualità.

Simone Romagnoli: classe 2002, più grande di Tommaso e un pò più sicuro sui pattini, grazie al maggiore controllo del proprio corpo e a una più costante applicazione negli allenamenti. Sta facendo grandi miglioramenti ed è probabilmente vicino al salto di qualità.


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Alessandro Nicchi: classe 2000, ha iniziato a pattinare relativamente tardi, e ne ha pagato dazio, con una maggiore difficoltà nell’apprendimento delle tecniche più difficili, ma ha dalla sua grande passione e molto impegno. Continuando così recupererà presto terreno.

Eugenio Finamore: nato nel 2002, un po’ penalizzato dal fisico longilineo, che ha creato all’inizio problemi di baricentro, sta facendo passi da gigante, mosso da grande passione e impegno.

TIGRI: Lorenzo Marchesini: nipote d’arte, il nonno è Enrico Marchesini, ex giocatore che ha militato, oltre che nel Follonica e in Nazionale, nel Circolo Pattinatori Grosseto una quarantina di anni fa. Lorenzo è del 2002, fa parte della squadra Under 10 ed era il capitano delle Tigri. E’ tecnicamente uno dei più preparati, grazie anche al nonno e al babbo (anche lui giocatore), che lo hanno seguito fin da quando è salito sui pattini. Per il momento, però, non mostra una passione smisurata e ogni tanto “salta” qualche allenamento, cosa che gli fa fare passi indietro rispetto ai progressi compiuti.


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Blu Burroni: classe 2003, fa parte della squadra Mini Hockey. Nonostante sia pochissimo tempo che pattina, è forse potenzialmente uno dei talenti migliori tra i bambini del nuovo Circolo, perché riesce a fare in maniera naturale tutti i nuovi movimenti che gli allenatori gli chiedono, aiutato anche dal fisico minuto. Se mantiene la passione che attualmente dimostra, può arrivare lontano.

Giovanni Fusco: Giovanni è del 2004, ma nonostante la giovane età è già abbastanza dotato. Il suo problema è che durante gli allenamenti tende un po’ a “scansare” le fatiche... ma vista l’età è comprensibile. Se comincia ad applicarsi di più, può diventare molto bravo.

Marco Benelli: Marco è nato nel 2003 ed è stato uno dei primi bambini del Circolo. Fin dall’inizio, nelle partitine fatte in allenamento per divertimento, ha mostrato propensione per difendere la porta e quindi Giuseppe La Spina lo sta preparando per il ruolo di portiere, nel quale dimostra buone capacità. Può però giocare anche da difensore, e, nel torneo, è stato schierato in questo ruolo.

Alessio Casaburi: Alessio è nato nel 2003 ed è uno di quei bambini che stanno cominciando, dopo aver imparato le basi del pattinaggio, a prendere il bastone in mano. Anche per lui quelle del torneo sono state le prime partite, e si è comportato molto bene.


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SQUALI: Filippo Gambelli: Filippo è solo del 2003, ma ha già fatto parte della squadra Under 10 ed era il capitano degli Squali. Dotato di un fisico atletico (nonostante la giovanissima età), può riuscire bene in qualsiasi sport, perché ha grandi capacità motorie. Durante l’ultimo inverno ha perso un po’ di allenamenti, questo fatto gli ha lasciato in eredità delle piccole lacune tecniche, che, grazie alla passione che dimostra, colmerà presto.

Samuel Cardi: Samuel è il più piccino di tutti, classe 2006, ma è già bravissimo nei fondamentali di pattinaggio e se la cava abbastanza anche con la stecca. Anche lui “parente d’arte”, lo zio è Massimo Bennati, giocatore che ha indossato la maglia biancorossa del Circolo nel 2008. Aveva iniziato a pattinare a Follonica, prima che i genitori scoprissero che esisteva una società anche a Grosseto. Lorenzo Vannicelli: classe 2003, Lorenzo, tra i primi a iniziare, ha avuto un po’ di difficoltà a ingranare. E’ stato bravo, perché ha tenuto duro e ora sta colmando le lacune tecniche con velocità e al torneo ha dimostrato anche una qualità insospettabile, dato il carattere mite: una grande grinta. Giacomo Pietrini: classe 2003, proviene dall’ Avviamento di Corrado Valdrighi. All’inizio sembrava in grande difficoltà, specie nelle tecniche di pattinaggio, poi nel finale di stagione, complice anche l’acquisto di un fiammante paio di pattini nuovi, che gli hanno dato il supporto tecnico, ha fatto il salto di qualità e ora è letteralmente un altro. Deve ancora lavorare su qualche fondamentale, soprattutto di stecca.


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LEOPARDI: Lorenzo Biancucci: il capitano dei Leopardi è il figlio di Raffaele, cosa che gli ha dato, rispetto agli altri, il vantaggio di essere stato messo sui pattini a due anni e mezzo e di avere avuto quindi molti insegnamenti in più. Questo vantaggio gli consente di essere, in questo momento, il più preparato da un punto di vista di tecnica pura, nonostante il fisico molto piccolo, che lo penalizza nei contrasti. Da parte sua ci mette una passione smisurata e non mancherebbe ad un allenamento per nessun motivo. Come Filippo Gambelli, nonostante sia solo del 2003, ha già preso parte al campionato Under 10.

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Lorenzo Alfieri: è uno dei sette pionieri del primo allenamento al Cottolengo. Nonostante sia solo del 2004, era uno dei più avanti del gruppo, dotato di un innato senso del gol, con buone capacità di equilibrio e, soprattutto, straordinarie qualità caratteriali. Purtroppo si è dovuto assentare dalle piste per un periodo piuttosto lungo. Questo problema lo ha, ovviamente, penalizzato, ed è rimasto un pò indietro rispetto agli altri bambini sul piano puramente tecnico, ma con il suo carattere, il suo talento e la sua passione, si riprenderà presto e potrà diventare un ottimo giocatore.

Zeno Marcoaldi: Zeno è del 2004 e, come altri, ha un po’ faticato all’inizio. Anche lui però, ora sta cominciando a fare il salto di qualità e, nonostante abbia ancora da lavorare su alcuni fondamentali, sta facendo enormi progressi. Mostra autentica passione per questo sport e sicuramente ne raccoglierà i frutti.


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Giovanni Leopizzi: classe 2002, ha iniziato a pattinare relativamente da poco. All’inizio ha dovuto combattere con qualche problema di coordinazione, non superato del tutto, ma ha saputo stringere i denti e, in questi ultimi tempi, ha fatto progressi enormi. Attua molto bene la fase difensiva, dove ha un buon “occhio” sugli anticipi. Di seguito i profili dei due portieri e dei due piccoli atleti dell'Under 10 che hanno dovuto dare forfait al torneo, ma che restano due colonne dell'attuale rosa del Circolo Pattinatori Grosseto. Gabriele Bradley: classe 2002, dotato di un fisico abbastanza importante che gli ha creato all’inizio qualche problema, ha mostrato un vivacizzarsi della passione da quando gli è stato proposto di provare a cimentarsi come portiere. Ha fatto per ora pochissimi allenamenti in porta con Giuseppe La Spina, ma visto come ha raddoppiato gli sforzi in allenamento rispetto a quando faceva il giocatore, raccoglierà presto buoni risultati

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Matteo Maggio: Matteo è del 2001, ma dimostra almeno due o tre anni di più. E’ stato il portierone della squadra Under 10, di cui era un autentico punto di forza, ed è stato il primo bambino su cui ha potuto lavorare Giuseppe la Spina. Letteralmente innamorato di questo sport e del suo ruolo, deve essere gestito oculatamente e tenuto con i piedi per terra, per evitare che la passione lo bruci troppo e troppo in fretta e abbia poi effetti negativi. Detto questo, Matteo possiede tutti i requisiti per continuare la tradizione dei grandi portieri grossetani: Alessandro Ricci, Franco Scarpelli, Stefano Saccocci.


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Alessandro Bardini: dotato di una passione smisurata e di un incredibile talento per tutto ciò che è in equilibrio (non a caso pratica anche il windsurf e lo skateboard), Alessandro è nato per il pattinaggio. A questo si aggiunge una intelligenza di gioco e una capacità di leggere le situazioni non comuni per la sua età (è del 2002). Il suo punto debole è la stecca, su cui deve lavorare ancora molto, ma non ci sono dubbi che lo farà.

Andrea Fusco: il più grande della squadra Under 10 (è nato nel 2000), ma uno degli ultimi ad avere iniziato l’attività, all’interno della stessa squadra. Andrea è dotato di capacità atletiche e di coordinazione non comuni, che gli consentono di praticare con successo qualsiasi sport. Grazie a queste doti ha potuto recuperare in fretta il gap con gli altri bambini e oggi è un punto di forza della squadra. Migliorato tantissimo nella stecca, ma soprattutto nella posizione in campo e nell’anticipo difensivo, deve ancora lavorare nel pattinaggio, dove ha qualche difetto da limare.


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I “RAGAZZI” DI IERI, MAESTRI DI OGGI, GLI ATLETI DI DOMANI Per respiare, anche solo in minima parte, l’atmosfera di questa società per coloro che ne hanno vissuto l'ambiente nei gloriosi anni passati, è utile leggere la sezione “Amarcord” di questo libro. Ogni ricordo, ogni commento parla di amicizia, di ambiente sano, di scherzi, di risate, di lezioni di sport e di vita. E per poter portare avanti un impegno così grande, come quello di far rinascere una società di questo tipo, di insegnare ai bambini una disciplina difficile come l'hockey, con le difficoltà aggiuntive di non avere un impianto adeguato, dovendo sperare che non piova e non sorgano altri problemi, è necessaria una passione che viene da lontano. Una passione che solo coloro che erano bambini in quegli anni meravigliosi e che hanno ricevuto quegli insegnamenti, possono avere. E sono loro, i “ragazzi” di ieri, che oggi hanno i capelli grigi, a essere i maestri di oggi per i futuri campioni di domani. Solo loro possono far rivivere certe emozioni, perché le conservano nell’anima, marchiate a fuoco, e costituiscono un imprinting, che si apprestano a tramandare a coloro che fra venti o trenta anni (ci auguriamo!) le trasmetteranno ad altri bambini, simili a come sono loro oggi e a come erano i loro maestri trenta anni fa... Raffaele Biancucci, Giuseppe La Spina, Emilio Minchella, Bruno Parisotto... stanno costruendo qualcosa di molto importante e basta andare una volta alla pista in via Manetti perché sembri che il tempo si sia fermato e si risentano gli stessi rumori, le stesse risate, gli stessi rimbrotti, le stesse bonarie prese in giro... Qualcuno, alla festa dei sessant'anni, ha detto una cosa molto bella e molto vera: “C'è proprio un bell'ambiente, sano, si vede che tutti si divertono, bambini e allenatori, e che c'è un gran feeling tra loro...” Un ambiente del genere non è solo merito degli attuali maestri, ma anche dei loro maestri e continuerà, speriamo, nei secoli dei secoli... Fino a quando ci sarà qualcuno che potrà raccontare la magica atmosfera della Pista di Via Manetti.


UNA GRANDE SCUOLA DI HOCKEY Alla luce dei risultati raggiunti e considerando le difficoltà relative a una "casa" propria dove praticare questo sport, possiamo dire, senza possibilità di smentita, che il Circolo Pattinatori Grosseto ha rappresentato e rappresenta, con alcuni dei suoi personaggi ai massimi vertici dell'Hockey Italiano e Mondiale, una Scuola, una Palestra, una esplosione di talenti, che ha pochi precedenti in Italia. Scorrendo le pagine di questo volume, che percorre sessanta anni della sua storia, si può evincere che, senza mezzi, senza impianti, senza una organizzazione manageriale adeguata, il Circolo Pattinatori Grosseto ha fatto scuola nel mondo dell'hockey e il nome di Grosseto ha risuonato e risuona ancora, attraverso i suoi figli migliori, in tutte le più prestigiose Arene italiane, europee, mondiali. Rivolgiamo un accorato appello all'Amministrazione Comunale, al CONI, alla Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio, alle Autorità cittadine, agli sportivi, ai tifosi e ai genitori, affinché ci aiutino a far si che il nome di Grosseto abbia ancora il giusto risalto nel mondo dell'hockey, per rinverdire, il lustro di una Scuola, che tanto onore ha dato e, siamo certi, continuerà a dare, grazie al rinato “CIRCOLO PATTINATORI GROSSETO 1951”. Sentiamo qui l’esigenza di ringraziare in modo particolare alcune persone che hanno reso possibile con il loro apporto fondamentale non solo la rinascita del Circolo Pattinatori Grosseto, ma la sua sopravvivenza e continuità. Innanzitutto il Ragionier Aldo Ulmi, già giocatore del Circolo, il quale, continuando la tradizione della famiglia Ulmi nella dirigenza biancorossa, ha preso su di sè non solo l’onere di Consigliere, ma anche della gestione amministrativa della Società. Un grazie anche alla Società Edilferro, in modo particolare nella persona del signor Orlandini, che non ha mai fatto mancare il sostegno economico ai progetti per i piccoli biancorossi con pattini e stecca. Infine una menzione particolare vorremmo riservarla al signor Stefano Osti, vecchio tifoso ed appassionato del Circolo, che è stato vicino alla società nei momenti più difficili, dando un contributo determinante per la sua sopravvivenza, per questo motivo è stato insignito, dal Consiglio Direttivo del Circolo Pattinatori Grosseto 1951 dell’onoreficenza di Socio Benemerito a vita.


10. Amarcord, le emozioni che non si dimenticano.

capitolo offerto da:

Associazione Nasdaq Castiglione della Pescaia


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Prof. Gianni Marini: Ex Presidente e attuale Presidente Onorario del Circolo Pattinatori Grosseto. “Il Sogno” Durante il periodo della mia presidenza alla guida del Circolo Pattinatori Grosseto, compimmo un grande sforzo per innalzare l'Hockey Grossetano al rango che ormai gli competeva, dopo quasi venti anni dalla sua fondazione. La mia più grande soddisfazione fu quando, nel fatidico campionato del 1975, riuscimmo a battere di misura il blasonato Follonica e arrivammo terzi, dopo l'Hockey Club Novara e il Laverda Breganze Di quel periodo ricordo il grande rapporto di stima che ci legava tutti: atleti, dirigenti, pubblico, autorità cittadine ed il grande sogno di diventare “i primi” che, come quasi tutti i sogni,purtroppo non si realizzò … Spero e Vi auguro che con questa vostra nuova iniziativa abbiate maggior fortuna di quella che avemmo noi a suo tempo. Roberto Guerrini: Classe 1938 “Lo sport maestro di vita”. Nel 1951, quando iniziò l'avventura rotellistica a Grosseto io c'ero; ero solo un ragazzino con in calzoni corti, ma diedi il mio modesto contributo alla fondazione del Circolo Pattinatori Grosseto, insieme a Mario Parri, Giuseppe Guidi, Dedo Sensini, Franco Niccolai, Adriano Giusti, Alberto Pacini e pochi altri. Cominciammo con le corse su strada, ebbi molte soddisfazioni e ottenni delle vittorie, alcune anche importanti, poi passai all'hockey, come Capitano e Allenatore di una squadra, che raccolse sempre più proseliti ma modesti successi, soprattutto perché, per la mancanza di una pista di pattinaggio a Grosseto, andavamo a giocare a Follonica e a Marina di Grosseto e ci allenavamo in Piazza de Maria. Poi venne la pista di Via Manetti e la creazione del vivaio di un centinaio di ragazzi e bambini, dal quale in pochi anni uscirono i futuri campioni d'Italia, di Europa, del Mondo. Per me lo sport in generale e il pattinaggio e l'hockey in particolare, hanno rappresentato una guida, uno sprone, un modo di essere, di vivere la mia gioventù. Lo sport mi ha tenuto lontano dal fumo dei bar, dal bere, dalle tentazioni della droga, dalla passività della televisione e mi ha forgiato il carattere, mi ha insegnato la lealtà dell'agone sportivo, della competizione franca e pura, che aveva come massimo premio la vittoria, una medaglia, una coppa, un applauso, una vittoria su te stesso prima che sugli avversari, sui tuoi limiti. Lo sport e questo sport in particolare, mi ha dato tanto , oserei dire tutto ciò di cui avevo bisogno in una fase importante e formativa della mia vita. La cosa straordinaria è che oggi, che potrei giocare fra gli Over‘70, l’hockey continua a darmi, attraverso le decine di ragazzi e bambini che abbiamo iniziato a questa disciplina sportiva, le stesse sensazioni e le stesse emozioni che mi dava più di mezzo secolo fa! Marco Mariotti: Classe 1939 “Raccontarsi...” Raccontarsi è difficile, perchè nasce il dubbio che la vera identità, legata alle diverse opinioni dei conoscenti, sia diversa, quindi mi limiterò a descrivere quello che mi ha dato questa meravigliosa disciplina, tra le più difficili sul profilo della tecnica individuale e di squadra. In primis devo ringraziare mia moglie Gina, che con me ha abbracciato questo sport, che conosceva già, avendolo vissuto con il cugino Dedo Sensini, prima della nascita del Circolo Pattinatori (fondato da lì a poco con la specialità della corsa -1951-). Ha seguito tutte le squa-


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dre al mio fianco, come dirigente accompagnatore, addetto all'arbitro e alla cura dell'abbigliamento sportivo. Io ho iniziato per caso, grazie ad uno dei miei zii (Don Giulio, un prete), che aveva i pattini e li usava in un terrazzo. Mia madre, in occasione di una sua visita a Grosseto, lo convinse a regalarli a me. Così, a quei tempi (1950), potevo scorrazzare la sera per via Dei Mille con quei pattini a cintolini e le ruote di fibra. Dopo qualche anno iniziai a frequentare, in contemporanea all'atletica leggera, il Circolo Pattinatori, che oltre alla corsa strizzava l'occhio anche all'hockey. Fu una disciplina che mi incantò subito per le sue difficoltà, molto simile al calcio per le porte e il gioco di squadra. Si doveva gestire una pallina con una stecca, correndo sui pattini, con continui scatti e brusche frenate... bellissimo! Me ne innamorai. Attaccai la malattia a mia moglie e dopo anche ai figli. La più grande soddisfazione è stata seguire questo sport con tutta la famiglia (anche il cane Diana) per tutta l'Italia, cosa che, nei limiti degli impegni, avviene tutt'oggi. Dall'agonismo sono passato in contemporanea (1966), a fare l'allenatore nelle giovani leve con il compagno di squadra Roberto Guerrini. Quanti ragazzi abbiamo conosciuto! Quante soddisfazioni ci hanno dato! Non a caso, a distanza di mezzo secolo, sono loro che provano a far rivivere questa disciplina che purtroppo, non essendo sport olimpico, incontra molte difficoltà a reperire una struttura idonea e indispensabile per costruire le basi di una Società e dare l'opportunità di tirare su un vivaio di giovani che possano dimostrare ai propri concittadini quanto valgono, senza emigrare in altre città. Questa disciplina mi ha dato molto, inclusa la possibilità e la gioia di aver cresciuto i miei due figli, Massimo ed Enrico, che sono diventati due autentici campioni nel mondo dell'hockey. Ha dato e sta dando, con i sui atleti grossetani, lustro alla città , forse molto di più di quello che hanno fatto altre discipline, sulle quali il Comune ha investito notevoli risorse per le strutture. Per fare un ovvio paragone riguardo agli impianti con altre realtà limitrofe, basta guardare Follonica, Castiglione della Pescaia e la stessa Marina di Grosseto. Questo è il mio più grosso rammarico, anche se le soddisfazioni hanno di gran lunga prevalso Ora ho il desiderio che i miei figli, già affermati in questa specialità, possano costruire qualcosa di positivo, preferibilmente non andando sempre a regalare grosse soddisfazioni fuori da Grosseto. Franco Ottavi: (il Maschietto) Classe 1938 “... Quando ricordo mi assale la nostalgia...” All'hockey e al pattinaggio ho dedicato gran parte della mia gioventù e qualche volta ho anche sacrificato il lavoro per poter partecipare alle gare. E' stata una grande passione, anche se il mio carattere timido e riservato non mi ha sempre consentito di raggiungere alti traguardi, specialmente nelle corse su strada. Dei compagni di quel periodo ricordo Gianfranco Maggi, Nello Miserocchi, Roberto Guerrini, Bruno Petrucci, Pacini Alberto, i Fratelli Frosolini, Vigni Franco ed altri. Spesso, quando rievoco i bei tempi trascorsi con loro mi assale la nostalgia... Bruno Caziolato: Classe 1942 “... E parlare delle “zingarate” ... Del periodo del pattinaggio e dell'hockey, legati alla mia giovinezza, ho alcuni flashback: i compagni, la macchina di Adamo ( il noleggiatore che ci accompagnava accalcati nelle trasferte più lontane), il panino dopo la partita, le corse su strada e le gomitate che ci davamo per sopravanzare l'avversario... Eravamo un gruppo di amici, tali siamo rimasti e ancora oggi, ogni tanto, ci incontriamo per rivivere momenti felici e parlare delle “zingarate”, che facevamo con Mario Parri, il Presidente, ma soprattutto l’Amico, uno di noi...


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Franco Niccolai : (“Il Biondo”) Classe 1933 “...Sbagliammo treno e finimmo a...” Mario Parri, Roberto Guerrini, Pierluigi Manganelli (detto Nazzica), Marco Mariotti, Bruno Petrucci, Nello Miserocchi, Alberto Pacini, Adriano Giusti, Giuseppe Guidi, sono i nomi che più spesso mi tornano in mente, e mi fanno ripercorrere una parte importante della mia vita e della mia giovinezza. Fra le infinite vicende, ricordo che, quando stavamo tornando ida Bologna, dove eravamo andati a disputare la finale del Campionato di hockey, sbagliammo treno e finimmo a Chiusi, dove non c'era la possibilità di ripartire fino al giorno seguente. Con Mario Parri alla nostra guida, convincemmo il proprietario del bar della stazione di Chiusi a ospitarci per la notte nei suoi locali e a fornirci gratuitamente cibo e bevande, dal momento che non avevamo abbastanza soldi per pagare. Bruno Bigazzi: Classe 1952 “ … Un rapporto di amicizia e stima..” I miei ricordi cominciano un giorno del '66 quando, seduto sulle tribune della nuovissima pista di Via Manetti, stavo assistendo a un allenamento degli hockeysti del C.P. Grosseto. L'allenatore Roberto Guerrini si avvicinò alla transenna, mi chiamò e mi disse se volevo imparare a pattinare. Alla mia risposta positiva, mi disse di andare negli spogliatoi, prendere un paio di pattini e raggiungerlo in pista: da quel momento iniziò un rapporto di amicizia e di stima con il mondo dell'hockey, con i suoi atleti, con i suoi dirigenti ed in particolare con Mario Parri, che è stato per noi non solo il Presidente, ma un amico e un compagno delle avventure sportive. Alberto Pacini: Classe 1936 “...E ricordo e ricorderò sempre Mario Parri...” E' passato molto tempo, un tempo felice e spensierato, ma i ricordi cominciano ad affievolirsi e, spesso, svaniscono. Mi ricordo del gruppo inseparabile di amici: Dedo Sensini, Adriano Giusti, Franco Ottavi, Franco Vigni, “Il Biondo” (Franco Niccolai), “Nazzica” (Pier Luigi Manganelli), e Roberto Guerrini, Maggi Franco... Ricordo una gara a Siena,nel circuito della Lizza, quando “addrizzai” la curva in discesa e feci un volo di 3 metri; ricordo quando a Bologna si dormì in un dormitorio pubblico, perché non avevamo abbastanza soldi per l'Albergo; ricordo quando a Bassano del Grappa dovevamo fare tre gare ciascuno, ma per mancanza di fondi per l'iscrizione facemmo solo una gara a testa... Ricordo e ricorderò per sempre Mario Parri, il “piccolo Padre” di tutti. Adriano Giusti: Classe 1936 Un allenamento fra “imprecazioni” e risate Ci si dava l'appuntamento al “Villaggio Curiel “ sulla Senese, due volte la settimana per gli allenamenti della corsa su strada, capitanati dal signor Guidi, l' allenatore del Circolo Pattinatori Grosseto. Quella sera eravamo in tanti : Dedo Sensini, Pacini Alberto, i Fratelli Frosolini, Goito, il Maggi, Nello Miserocchi , Franco “ il biondo” , Nazzica, suo fratello e io. Tutti in fila indiana pattinavamo alacremente verso Roselle e Batignano, nostra meta di allenamento , e ci davamo il cambio per metterci alla testa del gruppo per dare l'andatura, un po' come fanno i corridori in bicicletta, quando nella discesa di Batignano, dopo una curva, il capofila ( (Dedo Sensini) cadde rovinosamente e tutti noi con lui e ci ritrovammo in terra, come tanti birilli. Quando ci rialzammo non vi sto a raccontare “ le bestemmie” e le imprecazioni all'indirizzo di quei “ figli di bona donna” che avevano sparso del breccino sulla strada, provocando il bloccaggio delle ruote dei pattini. Dopo qualche minuto, considerato che nessuno aveva riportato gravi lesioni, scoppiammo in una risata generale, e, con i pantaloncini


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strappati, gomiti e ginocchia sbucciati, tutti indolenziti e un po' arrabbiati, facemmo ritorno a Grosseto . Fulvio Aloisi: Classe 1943 “Il passato che rivive” Nel sessantesimo anno dalla fondazione del Circolo Pattinatori Grosseto sono stato invitato alla giornata, e poi alla cena che festeggiava questo avvenimento. Ho rivisto con enorme piacere amici grossetani con i quali ho avuto la fortuna di poter giocare insieme in un “favoloso” campionato di serie “C”, che ci vide vincere il titolo italiano di categoria alla Montagnola di Bologna contro il Breganze, ricco di giovani importanti, tra i quali Giulio Fona. Mi ricordo che ero stato mandato dalla Pro Follonica “per punizione” al Mamma Francesca Grosseto, società di cui era Presidente un “certo” Mario Parri, che già conoscevo, ma che non avevo mai avuto come dirigente. Fu un anno, invece, di sacrifici, ma anche di enormi soddisfazioni, di emozioni semplici, belle, vere. Mario ogni settimana mi consegnava le trenta, cinquanta lire per ogni volta che ero venuto in macchina da Follonica, e ci aggiungeva sempre qualcosa, magari una confezione di tortellini dello sponsor..! Quando era presente, in casa o in trasferta, lo vedevo sempre sereno, sicuro che i suoi ragazzi avrebbero dato tutto per lui e per la loro squadra. Fu un caro amico, come amici mi furono tutti quegli atleti con i quali quell'anno guadagnammo la promozione in serie “B”. Alla cena, essendomi messo alla fine di una tavolata e guardando tutte le persone che avevo davanti, i dirigenti attuali della società, i genitori, i piccoli atleti del nuovo Circolo chiacchierare, ridere, scherzare con sincerità ho pensato che in quell'ambiente il buon Parri sarebbe stato il re. Ho chiuso gli occhi e ho sentito che lui era ancora con noi, e con il suo Circolo Pattinatori Grosseto! EnnioTerenzi: Classe 1940 Quel che ricordo del periodo del pattinaggio... Ho iniziato a pattinare a 17 anni, nel 1957. Questo sport, con il quale ho avuto da subito un buon rapporto, è divenuto in breve la mia maggiore attività ricreativa. L’iscrizione al Circolo Pattinatori Enal Grosseto è stata contemporanea all’inizio dell’attività agonistica e, qualche buon risultato nelle prime gare, mi ha incoraggiato a proseguire. Lavoravo come meccanico tornitore e non avevo molto tempo libero. Il tempo, comegli altri pattinatori del Circolo, lo trovavo la sera dopo cena e nei giorni di festa. Gli allenamenti, per la corsa su strada, li facevamo dalle sei di mattina fino alle sette e mezzo, prima di andare a lavoro ma pattinare non era così semplice a quei tempi. I problemi nascevano già per l’acquisto dei pattini perché non c’erano grandi disponibilità economiche e, in genere, si doveva ripiegare sull’usato. Li dovevamo adattare, trovare u scarpe adatte, posizioni idonee all’uso per la corsa o per l’hockey ( con lo stesso paio di pattini si facevano entrambe le attività). Sorgeva anche il problema delle ruote di legno: non si potevano certo comprare treni di ruote per la corsa e per l’hockey. Trovammo il modo, quando quelle da 60 mm. per la corsa si spiattellavano, di tornirle fino a 40 mm. per utilizzarle per l’hockey. L’impegno era continuo. Di stress a quel tempo non si parlava, ma ho la sensazione di averlo conosciuto molto da vicino. L’età rappresentava l’antidoto, l’ amor proprio e la voglia matta di riuscire a fare qualcosa di cui essere fiero, sono state, almeno per me, le molle che hanno spinto agito da propulsori. Arrivare a pattinare e addirittura fare agonismo era il premio, la fase terminale di una attività di preparazione sia fisica che organizzativa che, per quei tempi e per le mie possibilità, erano abbastanza impegnative. Il decennio in cui ho svolto attività agonistica è stato quindi caratterizzato da impegno, lavoro, ansie e preoccupazioni ma anche soddisfazione e divertimento, in un alternarsi di emozioni. Il terreno di coltura di questo periodo è stato il vincolo di amicizia esistente


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tra noi pattinatori grossetani, il clima, tra lo scanzonato e il goliardico che, caratterizzava il nostro stare insieme, sia nelle sedute di allenamento che nelle trasferte, nelle gare e nelle riunioni sociali. L’ animatore principale, era “il Capino” (Mario Parri), ma gli altri non erano da meno. Ovviamente esistevano anche i periodi caratterizzati dai musi lunghi per l’esito di qualche gara,perché si facevano poche corse su strada o per qualche dissidio di natura tecnica, ma tirando le somme,guardo a quel periodo, rivivendo momenti emozionanti e mi rendo conto che ha positivamente influito sulla mia formazione. Pierluigi Bonucci: Classe 1949 “L'insegnamento...” Nel 1964, avevo appena 15 anni, la Polisportiva Barbanella comprò 10 paia di pattini, bastoni e ginocchiere; un dirigente (Faenzi) si improvvisò allenatore, il piazzale di Via De Amicis si rivelò perfetto come pista, dieci ragazzetti furono i fortunati componenti della squadra, che si iscrisse al Campionato Allievi, perdendo tutte le partite e segnando solo due goal, di cui uno su rigore. Come “miglior goleador” della squadra, preso atto del suo superamento d'età per la categoria, il mio Babbo una sera mi accompagnò a una riunione del Circolo Pattinatori Grosseto (presso gli Uffici Enal), nel corso della quale, si decise di farmi entrare nella Società come unico “bimbo”: Bruno Parisotto ed Aldo Ulmi si aggiunsero subito dopo. La mia orgogliosa appartenenza al Circolo Pattinatori Grosseto è durata 15 anni, nel corso dei quali ho imparato a pattinare, a giocare a hockey, a vincere, a perdere, a stare in panchina e a fare il Capitano. Successivamente, nel corso della vita lavorativa, ho impiegato del tempo a capire cosa realmente avessi imparato, ovvero il significato profondo dell’hockey: la volontà di arrivare in fondo. Questo sport non era e non è destinato agli onori della grande cronaca sportiva ma non importa; è difficile da imparare, richiede equilibrio, controllo, riflessi ed i ragazzini a cui ci dedichiamo, se avranno costanza, riceveranno lo stesso insegnamento che ho ricevuto io. Con questo scopo svolgo, indegnamente, il ruolo di Vice Presidente del Circolo Pattinatori Grosseto 1951. Raffaele Biancucci: Classe 1965 ... L'hockey e io. Era un estate di tanti anni fa... avrò avuto sei o sette anni. In quel tempo, con i miei amici di Via Depretis (dove abitavo) e zone limitrofe, eravamo costantemente alla ricerca di un prato verde, dove giocare a pallone. Di solito giocavamo in mezzo alla strada ma non ci piaceva... .Non erano le automobili a darci noia, allora ne passava una ogni mezz'ora ma l'asfalto, che non rappresentava il fondo adatto per il calcio. Quando scoprimmo le aiuole verdi intorno alla pista di Via Manetti, cominciammo a frequentarle quotidianamente. Avevo notato che su quella pista c'erano molti atleti, con pattini e bastoni, ma i primi tempi li avevo quasi ignorati. Un giorno, mentre dopo una dura partita eravamo a dissetarci alla cannellina, proprio accanto alla pista, dall'interno dell'impianto si avvicinò a noi un signore alto e moro, con una tuta sportiva e dei bellissimi pattini ai piedi e ci chiese se avevamo voglia di provare a pattinare... Il signore era Roberto Guerrini e da quel giorno entrai nel magico mondo dell'hockey... Un mondo fantastico, mai visto o sentito prima, ricco di nuove scoperte: le palline, le mazze Reno, le ruote con tutte le palline di ferro, per metterle dentro ci voleva la biro nel mezzo...) All'inizio fu un po' dura imparare a pattinare, ma poi divenne solo divertimento e sano sport. Negli anni in questa società ho imparato l'amicizia, il rispetto per i compagni e per gli avversari; la voglia di vincere e la capacità di sdrammatizzare le (poche) sconfitte. Sono cresciuto come atleta e come uomo, restando lontano dai pericoli della strada e dalle cattive amicizie. Nei mesi estivi vivevamo alla pista: i più piccoli facevamo gli allenamenti per primi, poi c'erano i più grandi e dopo cena si allenava la prima squadra. Il nostro gruppo, con Massimo


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ed Enrico Mariotti, Angelo e Stefano Giomi, Fabio Mangiavacchi, Piero Papini, Riccardo Ricci e altri, su quella pista restava i fino all'ora di cena. Erano gli anni spensierati della fanciullezza e non esisteva modo migliore per trascorrere le ore, i giorni! Con il passar del tempo l’avventura è diventata più di un gioco, sono cominciati ad arrivare i risultati sportivi e alcune squadre importanti si sono interessate ai più bravi di noi. Per un certo periodo feci dell'hockey anche il mio lavoro, ma questa è un'altra storia... L'hockey mi ha dato tutto. Mi ha insegnato a vivere in mezzo agli altri, a sacrificarmi per ottenere le vittorie, a non abbattermi quando qualcosa andava male, in quanto grazie al lavoro quotidiano, si poteva migliorare e rimediare. Ho sperimentato le gioie delle vittorie più impensate, l'orgoglio, la consapevolezza e la sicurezza in me stesso, che mi hanno consentito di diventare adulto senza complessi e paure. Il Circolo Pattinatori Grosseto mi ha dato la possibilità di avere un po' di soldi, per cominciare l’attività lavorativa, ma soprattutto mi ha regalato quelle emozioni che non ho più provato in nessun altro momento della vita. E tutto questo lo devo solo ed unicamente al Circolo Pattinatori Grosseto. E’ qui che ho passato gli anni migliori della mia vita, e qui che ho imparato tutto quello che poi mi ha consentito di vivere la mia vita come poi l’ho vissuta. E tutto questo senza dover mai pagare niente. Nessuna quota di iscrizione, nessuna retta, niente da pagare quando ci portavano a giocare anche per più giorni: ricordo i sei giorni a Bologna per i Giochi della Gioventù, oppure i tre giorni a Giovinazzo per i campionati italiani (che naturalmente vincemmo!)....Per questo quando è venuta fuori l’idea di far ripartire questa società che si era per così dire...addormentata, sono stato uno dei più convinti fautori; per questo oggi insegno l’hockey e la vita a tanti bambini che sono assolutamente uguali a come eravamo noi quarant’anni fa e spero di dare loro anche solo metà di quanto ho avuto io dai miei maestri di allora.... Giancarlo Fantozzi: Classe 1954 ... Chi l'avrebbe mai detto? La mia prima immagine dell’hockey risale a un’estate degli anni‘60 , quando insieme ai miei compagni di quartiere - e del Palazzone -, assistemmo nei campi di via Manetti all’arrivo di personaggi vestiti in un modo mai visto… Pattini ai piedi, imbottiture in più parti del corpo, magliette e pantaloncini colorati, addirittura due di tali ‘personaggi’ erano ancora più imbottiti e avevano delle maschere grigliate! Una volta scesi in pista, facevano dei rumori mai sentiti: la pallina impattava sui bastoni e faceva un botto simile allo sparo di un’arma da fuoco, le ruote dei pattini che, portavano ai piedi, stridevano a ogni frenata . Ricordo che rimanemmo a bocca aperta, per tutta la durata dello spettacolo. Nessuno di noi aveva mai visto una cosa del genere! Alla fine degli allenamenti, uno di loro si avvicinò a noi e ci disse: “ Ragazzi, vi interesserebbe provare questo sport? Noi vogliamo creare una squadra di giovani.” Non fece in tempo a finire, che all’unisono ”rispondemmo di sì! Quell’atleta, era Roberto Guerrini, che insieme ad altri della squadra dei “grandi”, si alternò poi, a insegnarci i primi rudimenti dell’hockey. Ricordo nitidamente il giorno in cui cercai di convincere babbo e mamma a comprarmi i primi pattini al negozio di sport in via Garibaldi. Quando il Signor Fommei disse il prezzo a mia madre, lei da buona veneta rispose: “Sé massa sghèi!!” Ma tornai a casa con i pattini nuovi e dieci rate da mille lire. Era strana la sensazione di pattinare, anche noi bardati come i giocatori grandi, rincorrendo la pallina nera. Eravamo sempre lì, tutti i giorni, dopo pranzo fino a sera, completamente invaghiti della stecca e, quando potevamo, andavamo nella vicina Follonica a vedere i campioni di serie A alla “Pista dei pini”. Da ragazzino mai avrei pensato che tanti di loro sarebbero diventati compagni e avversari. “4 novembre 1966… L’alluvione... quanta tristezza! La nostra pista di pattinaggio sommersa da acqua e fango; nella mia incoscienza mi dispiaceva di più per l’impianto, che non per i quattro metri d’acqua che avevamo in casa!


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Abitavo a pochi metri dal Ponte dei Macelli, dove confluivano tutte le acque dell’Ombrone, che, straripando, trascinarono mucche, cani, presse, auto… Quando il fiume si ritirò, andammo tutti insieme a pulire la pista. Ricordo che vi trovai un vecchio grammofono inscatolato ancora funzionante, un bel casco di banane, che mangiammo, ignari dell’igiene, e tante altre curiose cianfrusaglie. I primi campionati giovanili ci portarono a girare la Toscana, che non conoscevamo., Ogni domenica era una piccola vacanza. I viaggi lunghi avvenivano in treno, mentre le trasferte più vicine le facevamo con il mitico Montiani (l’autista delle ambulanze), che quando s’arrabbiava, “dove s’era s’era” fermava il pulmino, faceva scendere coloro che erano troppo chiassosi e, dopo qualche chilometro, si fermava ad aspettare i rei per poi ripartire... Ogni trasferta era un’avventura: una volta a Forte dei Marmi, Beppe La Spina, il “tom tom” degli anni ’70, suggerì la strada al Montiani e, invece che al palazzetto, ci ritrovammo in una porcilaia! A livello agonistico, con il passar del tempo diventavamo sempre più bravini, raggiungendo buoni obbiettivi. E, con l’avvento degli stranieri - Salcedo, Abraken, e, soprattutto, il mostro sacro Raoul Martinazzo, mio grande maestro - l’hockey grossetano fece un grande balzo, fino a giocarsi le partite alla pari delle squadre più titolate, come il Novara, il Monza, la Triestina. Nel‘78 accettai di andare a Lodi, dove giocava il grande Livramento e vi rimasi fino all’ ‘84. In quel periodo vinsi un titolo italiano, giocai una finale di Coppa campioni contro il Barcellona e feci parte della Nazionale girando un po’ il mondo. In seguito passai al Castiglione della Pescaia, in serie A, fino al ’91, con una pausa nel Siena in A2 nel (1988), finendo poi la mia attività di giocatore nel Grosseto del presidente - allenatore Mariotti, passando dalla serie B in A2. Al termine dell’attività sportiva, mi sono sempre e solo dedicato al settore giovanile a Follonica, dove i miei figli hanno giocato e uno di loro gioca ancora. Ho inventato un campus di hockey estivo nella vicina Montieri, affinchè i giovani possano continuare a coltivare tutto l’anno questo sport. Spero di saper insegnare come mi è stato insegnato dagli strani personaggi che incontrai in “quel” pomeriggio dell’estate del ’65. Bruno Parisotto: Classe 1951 I miei pattini La mia esperienza con i pattini è iniziata alla fine degli anni ’50, quando insieme a un amico, ci dividevamo l’unico paio di pattini “a morsetto” che avevamo a disposizione. Non è facile descrivere la sensazione che ho provato fin da allora nel mettere i pattini: era come “volare”. La vicenda divenne più impegnativa quando l’ amico si munì di un altro paio di pattini e cominciammo a fare piccole corse fra di noi, con inevitabili cadute e relative sbucciature. Nei primi anni 60’ a Grosseto venne costruito il parco giochi di Via Ximenes, con relativa pista di pattinaggio, luogo che divenne la nostra meta quotidiana. La pista, pur non essendo di grandi dimensioni, dava il piacere di poter pattinare su un pavimento di mattonelle lisce. Angelo, un ragazzo che frequentava il parco giochi e che aveva i pattini con la piastra, ci parlava di una pista molto più grande, che si trovava a Marina di Grosseto. e che io la immaginavo immensa! Poco tempo dopo fui invitato dal C. P. Grosseto, che militava nel Campionato di Serie C e che giocava proprio a Marina di Grosseto, a partecipare a un allenamento. Il primo impatto fu sbalorditivo, in quanto la pista era veramente grande rispetto a quella del parco giochi di Via Ximenes e quella stessa sera mi vennero forniti anche un paio di pattini e una mazza. Dopo qualche giro di riscaldamento noi, più giovani, uscimmo per lasciare il posto a coloro che si dovevamo allenare. Ricordo che il battesimo vero e proprio si svolse semplicemente con la frase: “Vieni dentro, ora tocca a te”. Appena entrato mi sentii perso, non sapevo cosa fare e dove stare, gli altri compagni mi giravano attorno a una velocità impressionante, facevano le curve, si fermavano in un attimo, soprattutto senza cadere, e, in più, con la mazza facevano quasi sparire la pallina. C'era un altro ragazzo che stava iniziando la mia stessa sera l’avventura dell’hockey, Pierluigi Bonucci. Così iniziò la mia “carriera” nel mitico mondo dell'hockey, carriera che mi portò a giocare pri-


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ma in Serie C, poi in Serie B e, infine, nella massima divisione. Fui anche convocato, insieme ad Emilio Artini, al raduno della Nazionale Italiana Juniores. I campionati del C.P. Grosseto si svolgevano a fasi alterne e dopo un lungo periodo nella Serie Cadetta la squadra raggiunse la Serie A e nel 1975 combatté fino all'ultimo per aggiudicarsi lo scudetto. Purtroppo nel corso degli anni subii numerosi infortuni e, nel 1978, dovetti rinunciare all'attività agonistica. Di questo importante periodo della mia vita, ricordo soprattutto gli amici, con i quali ho condiviso tante battaglie, alcune vittorie e molte sconfitte che, comunque, hanno cementato i nostri legami, anche fuori da quella “pista magica”, che più di 40 anni fa mi aveva affascinato e che continua ad affascinarmi anche oggi, ogni volta che scendo in campo per allenare i nostri nuovi “futuri Campioni”. Alberto Colombini: Classe 1954 ... Un bel gruppo di amici Anch'io voglio dare il mio contributo a questo libro, che racconta la nostra storia. I ricordi e le emozioni sono così numerosi, che è difficile scegliere pochi episodi. Cercherò di affidarmi a dei “flash back”... E inizierò dal giorno in cui giunsi a Grosseto, nella primavera del 1968, dallo Skating Follonica, società dall'insigne blasone, ma dalle scarse risorse economiche, e mi vidi consegnare dal mai abbastanza compianto Presidente Mario Parri, una borsa di materiali sportivi, colma di ogni ben di Dio, pattini compresi. Fui talmente felice, che ricordo di averla lasciata aperta nell'ingresso di casa mia, affinché mio padre, che si alzava la notte per il suo lavoro di ferroviere, la vedesse. Ricordo anche il foglietto che scrissi e lasciai sopra la borsa: “Guarda come mi tratta il Grosseto!”. Il sottoscritto ha avuto la fortuna di vivere gli anni d'oro di questa società, quelli che, sotto la presidenza del signor Marini, (Mario Parri, ci tengo a dirlo, era sempre presente, fulcro e collante del gruppo) videro l'affermarsi del Circolo Pattinatori Grosseto nel panorama sportivo delle varie città. In quegli anni si verificò la crescita dal unto di vista tecnico e umano del primo gruppo di ragazzi innamorati dell'hockey (Bonucci, Parisotto, Bigazzi, La Spina, I fratelli Minchella, Artini, Fantozzi, Citerni, Tambelli, Ricci, il sottoscritto e tanti altri), e soprattutto l'arrivo in Maremma di fior di campioni, dai quali imparammo tanto. Alludo a Salcedo, il primo campione, arrivato in una stagione sfortunata, quella della prima esperienza in Serie A, nella quale eravamo tutti troppo immaturi e che, nonostante il suo contributo, terminò con la retrocessione. Penso anche a Theo Habraken, “il tulipano biondo”, giocatore di una forza straripante, che alternava l'hockey a rotelle a quello su ghiaccio, artefice della promozione in Serie A, nel 1974 e idolo di tutte le sportive, per il suo aspetto attraente, purtroppo prematuramente scomparso, dopo anni di sofferenze, il 22. 03. 2004 all'età di 53 anni. E ricordo, infine, Raoul Martinazzo, il migliore di un vivaio di grandi hockeisti, atleta dell'anno in Argentina nel 1973, grande campione e grande uomo, che ci aiutò in modo decisivo a raggiungere il 3° posto nel Campionato di Serie A nel 1975, ancora oggi il fiore all'occhiello della società. Accanto a loro grandi giocatori italiani fecero in quegli anni la nostra fortuna: portieri-saracinesca come Palmieri e Anedda, difensori fortissimi come Marchesini e Gabellieri, attaccanti di valore assoluto come Pardini. Noi grossetani imparavamo, crescevamo,scoprivamo che eravamo in grado di mostrare il nostro valore. La nostra generazione maturò in effetti molti successi e, ancor più si fecero valere i nostri successori, che vinsero tutto o quasi, e innervarono le squadre al vertice dell'hockey nazionale per anni e anni, fino ai giorni nostri. Alcuni particolari ricordi di quegli anni, come il sodalizio Marini-Riva (quest'ultimo recentemente scomparso), le trasferte vissute come gite di un gruppo di amici, i 1500 spettatori presenti in via Manetti, che costrinsero il Comune ad ampliare le tribune, mi tiene oggi come ieri compagnia, ed è alla base del mio personale impegno a riportare l'hockey in questa città.


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L'hockey è uno sport che “ti entra nelle vene”. La nostra bellissima storia lo dimostra e noi stiamo lavorando tutti insieme, mettendo da parte i personalismi e qualche vecchia ruggine, affinchè continui e si arricchisca di nuovi successi. Roberto Citerni: Classe 1955 Il mio racconto Il torneo di hockey giovanile disputato a Castiglione della Pescaia l'11 giugno scorso e intitolato all'indimenticabile Presidente Mario Parri, ha riportato me e, credo, i miei ex compagni di squadra dei tempi d'oro di questo sport, indietro nel tempo. Avevo 10 anni quando entrai a fare parte della nascente squadra di hockey grossetana, fortemente voluta e organizzata da Mario Parri. Per Grosseto si trattava di uno sport nuovo, ma noi giovanissimi e le nostre famiglie ci credemmo subito e la vecchia pista di via Manetti divenne la nostra palestra. Ricordo che preparare la borsa, controllare che non mancasse nulla, che i pattini fossero a posto e correre in pista, divenne, il momento piu' bello della mia giornata. Il gruppo era legatissimo e quando, per un incidente, perdemmo Luciano Artini, fu come perdere un fratello. Da quel giorno disputammo le gare con impegno ancora maggiore , in sua memoria. Gli allenatori, Roberto Guerrini prima e Marco Mariotti poi, erano stupendi e con certosina pazienza e costanza, seppero portare la squadra a livello nazionale. Durante il periodo estivo, mi trasferivo a Castiglione della Pescaia dove si recava anche Roberto Guerrini e, quando c'erano gli allenamenti o le gare, lui mi veniva a prendere a casa e poi mi riaccompagnava. Per le trasferte, a seconda delle distanze, partivamo la mattina o il pomeriggio con il pulmino del Montiani e, durante il tragitto eravamo euforici, ansiosi, animati dalla voglia di vincere. Al ritorno il nostro umore dipendeva ovviamente dal risultato ottenuto: se avevamo vinto era il... caos...; se avevamo perso regnava un silenzio di tomba. Attraverso varie fasi, i pulcini dell'hockey grossetano divennero allievi, poi juniores,e in quest’ultimo stadio, compimmo il grande salto divenendo partita dopo partita Campioni d'Italia. Il merito della nostra crescita fu senz’altro del Presidente Mario Parri, che non fece mai mancare la sua presenza, il suo incoraggiamento, l'insegnamento che lo sport comporta sacrifici e deve essere sempre espressione di onestà, di dignità, di solidarietà. Vivemmo anni meravigliosi che oggi auguro di vivere ai giovanissimi giocatori del 2000. Oggi noi, giocatori dei tempi gloriosi, abbiamo i capelli brizzolati ma conserviamo la passione per l'hockey, tant’è che ci continuiamo ad allenare una volta alla settimana, non solo per mantenere una condizione fisica ma sopratutto per conservare il rapporto di amicizia e stima che ci unisce. Questi allenamenti ci consentono anche di partecipare ogni anno a un torneo internazionale nel quale giochiamo con squadre provenienti da tutta Europa, accomunati dalla grande passione per questo sport. Onoriamo l'hockey che Mario Parri ci ha insegnato. Vorrei concludere rivolgendo tanti auguri a voi, giovanissimi di oggi, sperando che possiate fare tesoro di quanto ho voluto raccontare, e che sappiate rinnovare i fasti dell'hockey grossetano. Marco Guerrini: Classe 1967 “ ... il profumo di eucalipto alla Pista di Via Manetti.” Da quando ho iniziato a muovere i primi passi i pattini sono entrati nella mia vita: mio padre correva su strada e giocava ad hockey e mia sorella Lorella praticava il pattinaggio artistico. Sulla scia della famiglia ho iniziato presto a pattinare e a giocare ad hockey ed ho partecipato prima ai Giochi della Gioventù e in seguito ai vari campionati ragazzi, allievi e juniores.


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Ma mio padre si trasferì presto a Londra per ragioni di lavoro, io lo seguii ed entrambi abbandonammo l'hockey. Di quei tempi, ormai lontani, ricordo lo spirito di gruppo che univa noi giovani, la voglia di partecipare, la gioia di esserci e, in primavera... il profumo di Eucalipto alla pista di Via Manetti! Giuseppe La Spina: Classe 1953 Tutto cominciò con l'hockey... Tutto cominciò un giorno del 1967 quando, passando davanti alla pista di Via Manetti, mi fermai a osservare alcuni ragazzi della mia età che si stavano allenando. L'allenatore mi vide e, avvicinatosi, mi chiese se avessi voluto iniziare a pattinare. Colto di sorpresa, risposi con un si annuendo in modo indeciso, in quanto non sapevo cosa avrei potuto dire ai miei genitori e le spese che avrebbero dovuto sostenere per colpa di quel mio si. La mia incertezza fu subito smontata dall’allenatore, che mi disse di tornare il giorno successivo, andare in troniera, prendere un paio di pattini e iniziare la mia avventura rotellistica. Iniziai come terzino ma data la mia scarsa abilità nel pattinaggio, Roberto Guerrini, l'allenatore che mi aveva reclutato, mi disse: “Giuseppe, prova a fare il portiere” e da qual giorno fui portiere e in questo ruolo ho giocato per molti anni, vincendo anche nel 1972 il Titolo Italiano Juniores, partecipando a vari campionati di Serie A e B e dal 1976 al 1979 giocando con il Modena. L'hockey e il pattinaggio sono stati il mezzo per togliermi dalla strada, mi hanno permesso di vivere in gruppo e conoscere persone in varie parti d'Italia. Con gli altri componenti della squadra abbiamo condiviso gran parte del tempo libero e ricordo quel periodo come uno dei più belli della prima parte della mia vita. Spero di poter dare una fattiva collaborazione alla crescita del rinato Circolo Pattinatori allenando i bambini, che si dedicano a questa disciplina nel ruolo di portieri, quello che nel lontano 1967 mi è stato insegnato. Andrea Miserocchi: Classe 1963 Dagli allievi ai veterani La mia avventura hockeystica è iniziata a Follonica, dove sono nato, all'età di 5 anni ma non ho mai partecipato a campionati con la prima squadra, limitando la mia attività al settore giovanile. Varie vicissitudini mi hanno condotto presto a Grosseto dove per motivi di lavoro non mi è stato possibile continuare l'attività sportiva. Ho ripreso a giocare a hockey da alcuni anni e mi definisco un giocatore anomalo, che è passato dalle categorie giovanili ai... Veterani! Credo di essere stato sempre più un organizzatore che un giocatore, infatti da tempo mi dedico all'organizzazione dei Tornei Veterani e spero di poter fare qualche cosa per il rinato Circolo Pattinatori Grosseto 1951, di cui sono Dirigente, e di poter presto vedere realizzato il sogno di centinaia di persone, atleti, dirigenti, appassionati di questo sport di avere a Grosseto un impianto sportivo degno delle tradizioni della città in cui vivo. Andrea Scarpelli: Classe 1960 Il mio approccio con l'hockey. Il mio approccio con l'hockey e' avvenuto quando avevo circa otto anni in maniera quasi scontata, in quando abitavo nello stesso palazzo dove viveva Guerrini Roberto, che aveva iniziato a tabula rasa l'arruolamento per avviarci al pattinaggio . Già allora non era facile contraddirlo e ricordo che oltre a me furono arruolati in quella zona: Marinoni Antonio (“Tano”), Ciarapica Maurizio, Belli Rodolfo, e, poco più tardi, i miei fratelli Enzo e Franco e altri bambini di cui non ricordo il nome. Deduco il periodo dal ritrovamento della mia prima tessera del CPGR, datata 1969, suggellata


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dalla firma Presidenziale del mitico Mario Parri. Spesso partivamo da casa a piedi con una borsa più grande di noi e andavamo ad allenarci alla pista di via Manetti. Sino all'eta' di 15 anni ho partecipato a livello agonistico nelle varie categorie giovanili, poi, avendo iniziato l’attività lavorativa, le mie apparizioni sono state un po' incostanti. Comunque ho partecipato a quasi tutti i campionati del Grosseto fino al 1990, per poi fare esperienze varie nella Castiglionese, nel A.S. Marina e infine un anno a Prato. Un po’ di tempo dopo la passione mi ha portato a frequentare la squadra veterani Castiglione dove tuttora, nonostante gli acciacchi dell'età, non più verdissima, ogni venerdì sera, facciamo una partita di allenamento, per poter partecipare almeno una volta all'anno al torneo internazionale, denominato “EVRICUP”, che ha assunto un importanza rilevante nel panorama hockeistico europeo veterani. Questo sport, per quanto mi riguarda, e' stato molto importante dal punto di vista formativo, in quanto mi ha permesso di relazionarmi con le persone più disparate, insegnandomi come ci si deve comportare con gli altri in un contesto duro come l'agonismo sportivo. Dell’hockey, però, più' che l'agonismo, ho apprezzato la bellezza dei gesti tecnici e l’attrazione per la tecnica mi ha portato, a volte, a essere poco utile per il gioco di squadra e contestato dai compagni, per la tendenza a eccedere nel possesso-palla. Vorrei qui menzionare mio fratello Franco, oggi prematuramente scomparso, in quanto e' stato il giocatore che ha portato lustro alla famiglia Scarpelli, vincendo vari campionati nazionali giovanili e partecipato a convocazioni della nazionale juniores. Da qualche anno faccio parte, compatibilmente con i miei impegni lavorativi, della dirigenza del nuovo Circolo Pattinatori Grosseto, che mira alla rinascita di questo sport a Grosseto, e che, nonostante le difficoltà' per il reperimento dell'impianto, conta già di un numero consistente di hockeisti in tenera età . Marco Tavarnesi: Classe 1958 ...ed oggi che gioco a carte e bevo vino per tutti rimango... “Provolino” Ho partecipato a tutti i tornei dal livello giovanile fino alla prima squadra. Ho fatto gare di pattinaggio di corsa a Marina di Grosseto con i pattini da hockey che pesavano tre volte di più di quelli da gara. Non ho svolto attività da dirigente e accompagnatore. Ho esordito in serie A all'età di 17 anni nel 1975 sulla pista di viale Manetti, contro il mitico Novara, perdemmo 3 a 2 ma la mia più grande soddisfazione è stata di aver segnato una delle due reti. Ho poi partecipato a diverse finali per accedere alla serie A1, in quanto nella serie inferiore eravamo sempre ai vertici della classifica. In una di queste finali, giocata a Bologna all'interno del palazzetto, c'era un caldo soffocante, ma non era concesso bere durante la partita per un errore di valutazione dell'allenatore che riteneva che i liquidi danneggiassero le prestazioni dell'atleta; l'errore si ripeteva anche nella fase di preparazione della partita, quando ci veniva consigliato di mangiare carne al posto della pasta. Un ricordo molto bello è legato all'anno 1980 quando vinsi il titolo di capocannoniere della Serie B, con circa 40 reti, pur svolgendo il servizio militare. Da giovane tutto il mio tempo libero l'ho dedicato all'hockey, con immensi sacrifici perché a quei tempi ci voleva tanta passione per affrontare le trasferte con il pulmino 238, nel quale, quando pioveva, entrava l’acqua, perchè era privo di rivestimento e, nel quale, si dormiva sulle borse per terra. Mi ricordo le trasferte più lunghe, come quelle di Trieste, dove si giocava, si vinceva, si mangiava un panino e si tornava indietro. Nel periodo in cui la società aveva disponibilità economica, andammo tre giorni in trasferta, muniti di ogni comodità, e perdemmo sonoramente, (forse perchè ci eravamo rilassati troppo, non essendo abituati agli agi. La disciplina dell'Hockey ha contribuito anche alla formazione del mio carattere, rendendomi più freddo e razionale nell'affrontare le difficoltà nella vita, come nel lavoro. Purtroppo il mio lavoro non mi permette di prendere impegni duraturi presso la nuova società. L'hockey mi ha marchiato a vita, in quanto l'allenatore Roberto Guerrini mi mise il soprannome di “Provolino”, con il quale sono ancora bonariamente chiamato dagli amici.


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Enrico Mariotti: Classe 1969 Ho iniziato a pattinare appena ho imparato a camminare. Ho iniziato a pattinare appena ho imparato a camminare. Vedevo mio padre e mio fratello passeggiare su quelle ruote e anch’io le volevo. I primi pattini piccolissimi con i cintolini mio padre me li mise con le ruote quasi bloccate, per evitare pericolose cadute. Dopo un pò di giorni oltre a camminare ci correvo e così iniziammo a sbloccare pian piano le ruote. A differenza di mio fratello, avevo un fisico notevole e ho sempre dimostrato un’età maggiore. Allora il limite di età per l’agonismo era di 6 anni e poichè i miei compagni di squadra avevano da 1 a 3 anni più di me, abbiamo fatto il 1° campionato perdendo tutte le partite, in quanto io non potevo tesserarmi in federazione avendo solo 5 anni. In effetti ho quasi sempre giocato in categorie superiori, in quanto mio cugino Saccocci Stefano (portiere) nato il 2 novembre 1968 era più grande di circa 2 mesi (io sono nato l’8 gennaio 1969) e nella nostra squadra militavano compagni del 1967. Sin da allora ho iniziato a sudare sette camice per migliorare le tecniche di pattinaggio e di stecca, che sono indispensabili per raggiungere degli obbiettivi. I grandi traguardi, però, si raggiungono con buone squadre e, per questo motivo, a 17 anni ho iniziato la mia avventura in società più attrezzate e organizzate. La prima è stata Reggio Emilia, dove iniziai a conoscere la serie “A”, il secondo anno andai a Vercelli con mio fratello Massimo, che ho seguito a Monza, Seregno, Novara, e insieme siamo riusciti a toglierci tante soddisfazioni, sia a livello di club che di Nazionale. Dopo Novara le nostre strade si sono separate. Io ebbi una richiesta dal Barcellona, che non potevo rifiutare, in quanto poteva definirsi il raggiungimento del sogno. Il F.C. Barcellona era infatti,, una società senza uguali per organizzazione e forza economica. Una polisportiva che, fino allo scorso anno, ha stanziato, solo per l’hockey, tre milioni di euro e quest’anno, dovendo sanare il bilancio, ha ridotto a due milioni e settecento milioni di euro! La società ci forniva lo stesso vestiario del calcio, trasferte in pullman e aereo, festeggiamenti cittadini per il conseguimento delle vittorie. I cinque anni in Spagna sono stati un’avventura indimenticabile, ho stretto anche numerose amicizie con giocatori e dirigenti, che mantengo tuttora. Sono l’unico italiano, a oggi, iscritto all’albo degli atleti del Barcellona. Dopo questo periodo la chiamata di mio fratello a Prato segnò il mio ritorno in Italia, ma la sete di vittorie non era affatto appagata, infatti vinsi con il Prato, il Follonica, il Viareggio. Massimo Mariotti: Classe 1964 Da piccolissimo piangevo... Da piccolissimo piangevo quando vedevo mio padre che pattinava, perché pensavo che si potesse far male, ma dopo poco tempo salii anch’io su quelle otto ruote, che divennero il mio giocattolo preferito, insieme al calcio, gioco di massa per eccellenza. In tutte e due le attività avevo buona attitudine e le coltivai entrambe. Sotto il portico, alternavo l’hockey e il pallone con mio fratello Enrico, i cugini e qualche amico del vicinato. Poi venne il momento di dover scegliere e scelsi l’hockey. Tanti amici, tante vittorie e titoli, dalle quattro categorie delle giovanili ai trofei della senior in città diverse (Follonica, Novara, Vercelli, Monza, Seregno, Prato, Follonica, Viareggio) per finire con ben 101 presenze in Nazionale e con la contemporanea qualifica di allenatore, per ben 12 anni nei club e 2 anni nella Nazionale Senior. Una particolarità importante del mio percorso è stata l’aver condiviso con mio fratello ben 14 campionati italiani e relative coppe internazionali e 57 presenze in Nazionale, nonostante sia di 5 anni più giovane di me e abbia militato 5 anni in Spagna. Una vita tutta dedicata all’Hockey, con tantissime soddisfazioni e qualche lato negativo, ma il fatto che più mi rattrista è il non avere avuto la possibilità di chiudere la carriera nella mia città natale, ovvero a Grosseto. Un altro mio desiderio è quello di veder entrare l’hockey definitivamente nelle olimpiadi, e


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non solo a scopo dimostrativo, come avvenne nel 1992 a Barcellona, quando, peraltro, vincemmo la medaglia di bronzo. Roberto Fommei: Classe 1959 Mi ricordo la geniale iniziativa... Mi chiamo Roberto Fommei e sono nato il 26 settembre 1959. Iniziai a giocare a hockey incoraggiato da mio zio, anche lui giocatore, nell’estate del 1970 o 1971, non ricordo con precisione. Ricordo invece la geniale iniziativa del Circolo Pattinatori Grosseto di coinvolgere tutti noi, ragazzi, che in quel periodo iniziavamo a pattinare, in un torneo composto da squadre con nomi argentini. Se la memoria non mi inganna c’erano: il Botafuego, il River Plate, il San Juan ed il Flamengo. Io giocavo nel Botafuego. Subito dopo venni tesserato nel Circolo Pattinatori Grosseto e partecipai a tutti i campionati giovanili di hockey, regionali e italiani, fino al 1977. Giocai anche in tutti i tornei di quel periodo, tra i quali il più prestigioso era il torneo “Bonacossa”, giocato tra le prime quattro squadre classificate nel campionato di serie A e le relative migliori formazioni giovanili. Furono anni vivacissimi per l’hockey grossetano e, oltre alle numerose competizioni ufficiali, ricordo divertenti invenzioni, come il torneo dei “bagnetti” alla pista di Marina di Grosseto, nel quale venivamo schierati in formazioni miste di tutte le categorie: (allievi, juniores, seniores). Nonostante fossi molto giovane, un po’ per merito, un po’ come premio di incoraggiamento, venni anche convocato varie volte nella cosiddetta “prima squadra”, che partecipava al campionato italiano di serie B e poi a quello di serie A. Feci parte, a pieno titolo, della squadra che partecipò al campionato italiano di serie A nel 1977 -‘78, durante il quale decisi di smettere di giocare a hockey. Ancora oggi mi domando quale sia stato il vero motivo di quella scelta... Vorrei provare a parlare un po’ delle emozioni, dei sentimenti, che ho provato in quegli anni. Non è facile trovare le parole adatte a descrivere l’hockey, a spiegare le ragioni che mi indussero a scegliere proprio quello sport. Mi sono detto che lo preferii ad altre discipline, perché correndo sui pattini provavo l’esaltazione della prestazione agonistica, la rapidità di azione che acuisce la prontezza dei riflessi, l’agilità necessaria per bruschi cambi di movimento, la coordinazione di più movimenti fatti contemporaneamente in velocità e così via. Ma mi sono reso conto che in questo modo stavo pensando al mio sport in modo asettico. In realtà io ho scelto soprattutto il Circolo Pattinatori Grosseto, gli amici dirigenti, allenatori, giocatori, che mi hanno fatto vivere questo meraviglioso sport come un gioco ricco di momenti di divertimento, di gioia e di condivisione di forti emozioni. Lo sport, lo sappiamo, è metafora di vita e io, fin da ragazzino, nella storica pista di via Manetti, grazie al vivaio in cui crescevo, ho capito che i traguardi vanno conquistati con dedizione, preparazione, impegno e lealtà, perché nella vita puoi, forse, riuscire a ingannare gli altri, ma mai te stesso. E questi valori restano e superano i confini dello sport. Mi sono sentito parte di un gruppo che gareggiava seguendo tali valori, che, uniti allo spirito indomito, ci consentivano di essere sconfitti, ma mai “vinti”. Con il mio ‘amarcord voglio dare il bentornato al Circolo Pattinatori Grosseto. Dino Grotti: Classe 1967 Ho iniziato a pattinare a 5 anni... Ho iniziato a pattinare a 5 anni per seguire mio fratello Gianni, più grande di me di tre anni, diventato un appassionato del pattinaggio giocando con gli amici nel piazzale davanti casa. Negli anni ‘70 -‘80, a Grosseto il pattinaggio nelle tre discipline della corsa, dell’hockey e artistico, aveva molti seguaci grazie all’abilità e alla capacità dei dirigenti di trasmettere la passione per questi sport. Pattinare è un’attività affascinante, ma sicuramente non è facile, in particolare l’utilizzo del pattino “tradizionale”, richiede grandi capacità di agilità, equilibrio e forza.


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Ricordo ancora il mio primo pattino: non aveva la scarpa fissa, ma una “slitta”, dove si inserivano le scarpette e si fissava il tutto con due lacci. Iniziai a correre per il CE.SO.BA, squadra grossetana diretta da un grande appassionato, Giovanni Sbrilli, nella quale hanno militato tanti campioni. Durante la mia permanenza in questa società vinsi, nel giro del primo anno due titoli italiani, nei due anni successivi fui tesserato con i “pattinatori grossetani”, poi andai nell’A.S Marina, dove sono rimasto fino a fine carriera . Mi piace ricordare che, anche in questa squadra, ho avuto la fortuna di conoscere grandi uomini, come il presidente Antonio Rosati, che tutti conoscono come “Vasco”o“Il pelato”, Silvano Rosini e tanti altri. Anche l’A.S.Marina è stata una fabbrica di campioni, tra i quali Marco Fuligni, campione europeo, che è divenuto mio allenatore quando avevo 17 anni. Grazie alla sua guida, moderna, attenta e appassionata ho avuto la possibilità di vincere 6 titoli italiani, un campionato europeo, due coppe Italia e diventare primatista del Mondo dei 30 km su strada. Oggi continuo a coltivare la passione per le rotelle nella squadra Hockey Veterani Castiglione, nella quale sono stato accolto con grande senso di “carità” dai miei compagni, infatti, con il sorriso, devo confessare che accetto volentieri gli scherni e i simpatici insulti, che mi rivolgono quando sbaglio passaggi e tecniche di gioco. Come dirigente del rinato Circolo Pattinatori Grosseto è mio intento far tornare alla ribalta anche la disciplina della corsa. Mi preme ringraziare gli Allenatori dei bambini, che ho visto giocare alla festa di Giugno del nostro Circolo, in quanto hanno saputo trasmettere alle nuove leve la passione per il pattinaggio, vera benzina del nostro sport. I bambini hanno mostrato di essere già dei veri giocatori. Egidio Mangiavacchi: Classe 1940 Cos'è stato l'hockey per me? Cosa è stato l’hockey per me? Innanzitutto mi ha permesso di conoscere tanti amici che non ho perso nel tempo; mi ha dato la possibilità di girare l’Italia, da Trieste a Palermo, in un periodo in cui non era così facile viaggiare; mi ha dato la forza necessaria per affrontare le difficoltà e mi ha abituato a lottare per ottenere i successi, anche nella vita. I ricordi sono molti, legati soprattutto alle battaglie nei campi “caldi” di Viareggio o Forte dei Marmi; in alcuni casi si tratta di episodi, o, come nel caso di una partita a Prato, nel corso della quale gli avversari, in svantaggio, tiravano regolarmente le palline nel campo di grano attiguo, per non far terminare la partita. Ricordo anche l’odissea del ritorno da una trasferta con la macchina di Petrucci, che ebbe un grave guasto e ci costrinse ad arrivare a casa, , alle 8 di mattina; e, come dimenticare gli allenamenti del giovedì sera nell’attuale piazza Esperanto, nel corso dei quali, prima di giocare, dovevamo armarci di scopa e ripulire l’asfalto dai resti e dalle cartacce del mercato… Fabio Mangiavacchi: Classe 1964 Quel gol che non si dimentica... Cosa prova il cestista autore del canestro decisivo sulla sirena o il rigorista che risolve la finale, insomma l’atleta che decreta il successo, ormai insperato, della propria squadra? Molto probabilmente un misto di euforia, stordimento, felicità incontenibile che, forse, soltanto le vittorie nello sport riescono a provocare. Beh, tutto questo, o almeno qualcosa di molto simile, credo di averlo sperimentato in prima persona, e la cosa basterebbe a rendermi grato per sempre all’hockey ed al Circolo Pattinatori Grosseto. Accadde nel giugno del ’78, il 25 per la precisione. Mentre in Argentina i tiri da lontano di Nelinho e Dirceu avevano da poco spento le velleità di una bella Nazionale Italiana, un’altra “grande” impresa sportiva si stava compiendo, magari in un luogo un po’ più vicino e con meno risalto da parte dei media. A Giovinazzo, in provincia di Bari, infatti, la squadra del Cir-


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colo Pattinatori si stava giocando il campionato italiano nella partita decisiva con il Reggio Emilia. Sarebbe bastato un pareggio, per la miglior differenza reti nel girone, ma le cose si stavano mettendo al peggio: 3 a 2 per gli Emiliani. Dopo un’intera stagione di vittorie, quella sconfitta avrebbe costituito un beffa amarissima, ma inon riuscivamo a segnare e il tempo scorreva velocemente… Mancavano soltanto tre minuti alla fine quando, Massimo Mariotti si spostò sull’angolo, per battere una punizione e io, anticipando il difensore, impattai la pallina al volo, infilandola in rete. . I momenti successivi li ricordo in maniera un po’confusa... e non soltanto per gli anni trascorsi... Certamente fui travolto, oltre che dai compagni, da quello stato di ebbrezza analcolica, che ho tentato di descrivere prima. La partita si concluse sul 3 a 3 e lo scudetto andò al Grosseto. In realtà quello di Giovinazzo non fu il primo titolo italiano conquistato con le giovanili, né sarebbe stato l’ultimo: nel ’75 avevamo già vinto la categoria esordienti a Bologna, mentre nell’ ’80, a Grosseto, avremmo poi ottenuto il titolo allievi, replicato nell’‘81, di nuovo a Bologna. Si potrebbe obiettare che era facile vincere le partite con Massimo Mariotti dalla propria parte. E’ impossibile negare che la sua presenza ci agevolasse non poco, ma va reso merito anche agli altri elementi della squadra: Franco Scarpelli e Luca Pellegrini, i portieri, Riccardo Ricci, Piero Papini, Andrea Miserocchi e Fabio Mangiavacchi in difesa, Angelo Giomi, Massimo Mariotti, e Raffaele Biancucci in attacco. Un patrimonio, quello delle giovanili del CPG che si sarebbe in gran parte disperso, tranne sporadiche eccezioni. La mia carriera proseguì per un solo anno in prima squadra nella (stagione ‘81-‘82), con diverse buone prestazioni, un setto nasale rotto e qualche rete, (cosa notevole per un difensore piuttosto ruvido e non avvezzo al gol), prima che impegni di studio e altri interessi, ponessero la parola fine al mio breve, ma “assolutamente indelebile,” rapporto con il mitico hockey. Indimenticabili restano i momenti dell’infanzia e dell’adolescenza legati a questo sport. Avvicinato “forzatamente” all’hockey fin da piccolissimo, per seguire le vicende di babbo “Gigio”, ma ancora poco interessato alle imprese del genitore, passavo le serate, giocando a bordo campo con gli altri “figli d’arte”. Molti avranno ricordato la funzione sociale ed educativa che il Circolo Pattinatori ha svolto per diverse generazioni di “ragazzi” nati tra gli anni ’40 e ’70... Senza voler scomodare teorie pedagogiche, evitando di assimilare i nostri allenatori a novelli Montessori, resta indubbio che l’hockey, come tutti gli sport di squadra, abituasse alla condivisione e allo spirito di gruppo, sviluppando gli anticorpi per inopportuni individualismi o manie di protagonismo. Poteva accadere, che in quella famosa estate ’78, reduce dall’impresa nelle finale e ancora pieno d’orgoglio, venissi apostrofato da Franco Scarpelli con un: “Bella prova a Giovinazzo!”, ma, al fine di stemperare il mio entusiasmo, lo stesso Scarpelli aggiunse: “… bella l’autorete che mi hai fatto in semifinale!” Ciao Franchino! Emilio Minchella: Classe 1954 Una scuola di vita Mi chiamo Minchella Emilio Alberto e ho iniziato lo sport dell'hockey nel 1965. In quegli anni veniva costruita la Pista di via Manetti, vicino a casa nostra, e, insieme ai miei amici, mi piaceva andare a vedere gli allenamenti. Un giorno, si avvicinò un giocatore (era Roberto Guerrini) e ci chiese se volevamo provare a pattinare. Da quel momento iniziò la nostra avventura nell'hockey. I primi tempi perdevamo quasi tutte le partite, poi cominciammo a migliorare e, addirittura, a entrare tra le prime due o tre squadre del campionato, fino ad arrivare, nel 1972, a vincere il titolo di Campioni d'Italia Juniores. Quel giorno toccammo il cielo con un dito! Questo sport per me è stato una scuola di vita; ho incontrato tanta gente, stretto vere amicizie, girato l'Italia dal sud al nord. Ho imparato, confrontandomi con gli avversari, a rispettare le regole e ho forgiato la personalità, maturando come uomo. Oggi sono molto felice che la società stia risorgendo dalle ceneri, perché non era possibile


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che tutto finisse così… Nel rinato Circolo Pattinatori Grosseto, cerco di dare una mano, nei limiti del mio tempo e della mia esperienza, sperando che i nuovi, piccoli atleti un giorno arrivino a essere dei campioni, come i loro storici predecessori! Franco Polverini: Classe 1973 Il sogno di indossare quella maglia biancorossa... I miei ricordi del Circolo Pattinatori Grosseto sono magici. Ho iniziatola mia esperienza sulla pista di via Portogallo a circa 6 - 7 anni, ma frequentavo anche altre piste: quella di via Lago di Varano e quella storica di via Manetti... Ho giocato tutte le giovanili nel Grosseto, seguendo con il mio babbo le trasferte della prima squadra, dove militavano molti grandi giocatori. Ricordo con emozione le vittorie, le sconfitte, i pianti.. e purtroppo anche la lenta fine della società, quando ci venne a mancare un punto di appoggio, un palazzetto tutto per noi... Ho sempre sognato di giocare in prima squadra nel Circolo Pattinatori Grosseto, ma quando ho raggiunto i 15 anni, ovvero l’età per farlo, sono stato costretto a ‘emigrare’, per l’assenza di strutture….. Aldo Ulmi: Classe 1950 “...spirito di appartenenza” Ricordo che quando iniziai a giocare ad Hockey , a soli 13 anni, ero l'unico ragazzino del gruppo e mi sentivo sperduto in mezzo a tutti quei giganti, imbottiti dalla testa ai piedi, che facevano “sperire” la pallina. Un ricordo molto bello fu il mio debutto in serie B, a Giovinazzo, dove pareggiammo 1 a 1 ed io parai un rigore decisivo...Un altro bel ricordo è la vittoria ai Campionati Italiani di serie C nel 1967 e la grande paura nella pista del Rapid Modena, l'anno successivo, quando accadde veramente di tutto.... Ma il ricordo più bello è lo spirito di appartenenza e di sacrificio che ci legava tutti, giovani, meno giovani e giovanissimi e che faceva di noi un grande “gruppo”! Giulio Tambelli: Classe 1954 “.... ogni tanto sogno di giocare ad Hockey.....” Da bambino abitavo in Via Manetti e ricordo bene quando fu fatta la pista proprio di fronte a casa mia, ricordo bene anche quanto faticammo a ripulirla dopo l'alluvione e quanti rimproveri ho preso da mia madre quando tornavo a casa pieno di fango...... Ricordo che dopo la scuola ci trovavamo tutti alla pista e passavamo il pomeriggio pattinando, giocando, scherzando e fra noi, ragazzi, Dirigenti, Allenatori era nata una grande amicizia ed un grande senso di appartenenza: eravamo tutti orgogliosi di quello che stavamo facendo, consci di essere parte della storia del Circolo Pattinatori Grosseto. I pattini sono stati il mio grande amore fin da quando avevoi dieci anni ed anche oggi che non ho più tempo di correre dietro alla “pallina nera”, ogni tanto, sogno di giocare ad Hockey......


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Curiosità

L’evoluzione del logo del Circolo Pattinatori nel corso degli anni.

In alto a sinistra la lettera del CONI con cui si annuncia il premio di trecentomila lire alla società e il conferimento della Medaglia d’Oro, massima onoreficenza sportiva, a Mario Parri. A destra una lettera di auguri su carta intestata della società. La curiosità è che la carta indica l’anno di fondazione nel 1952, ma è palesemente un errore.

Il Calendarietto del primo campionato di serie A, quello del 1971.


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In alto l’invito originale alla festa per la promozione del 1967. Qui a fianco, a sinistra la lettera con cui veniva prestato Giancarlo Fantozzi all’MDA Roma durante il servizio militare; a destra la tessera Enal di Bruno Parisotto del 1966. Sotto: ragazzi diversi in anni diversi, ma la stessa passione...Così si prendeva nota dei risultati quando non c’erano i computers...


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A sinistra, anno 1975, una pagina del “Monterosa” dove si illustravano i profili dei giocatori del grande Circolo, che avrebbe regalato agli sportivi biancorossi la migliore stagione di sempre. A destra, in alto, il primo cartellino di Lorenzo Camisoli, sotto a sinistra il Diploma che la Federazione rilasciò ai piccoli Campioni d’Italia 1975 della categoria Esordienti, a destra il cartellino di riconoscimento di Massimo Mariotti ai Campionati Europei con la Nazionale.

Sopra: altri tempi! Oggi le comunicazioni avvengono tramite E-mail, allora la Federazione inviava telegrammi...E potevano essere buone notizie, come quella a sinistra, la convocazione di Biancucci in Nazionale Juniores (fortunatamente al Circolo arrivavano spesso di questi telegrammi....) oppure decisamente cattive, come quella a destra, la squalifica di Citerni per una giornata.


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Sommario PREFAZIONE RINGRAZIAMENTI RICONOSCIMENTI

3 5 7

Legenda LA MISSIONE HOCKEY E PATTINAGGIO CENNI STORICI

12 13 14

PRIMO CAPITOLO – LA FONDAZIONE E LE ORIGINI La struttura societaria I Dirigenti dalla fondazione ad oggi Ricordi personali dei grandi Dirigenti

17 18 19 22

SECONDO CAPITOLO DECADE 1951/1961 Le corse su strada. I protagonisti degli anni 50 L'Hockey su pista “...e così si cominciò a giocare ad Hockey” Il cammino dal 1955 al 1961

27 28 46 50 53

TERZO CAPITOLO – DECADE 1961/1971 “1966, finalmente una pista tutta per noi!” Il cammino dal 1961 al 1971 I protagonisti degli anni 60

61 62 67 78

QUARTO CAPITOLO – DECADE 1971/1981 Gli anni d'oro del Circolo Pattinatori Grosseto Il cammino dal 1971 al 1981 I protagonisti degli anni 70

88 89 96 105

QUINTO CAPITOLO – I NOSTRI “RAGAZZI” NELLA STORIA Un grande settore giovanile: le vittorie dal 1972 al 1984

121 122

SESTO CAPITOLO – DECADE 1981/1991 L’apoteosi e la fine del Circolo Pattinatori Grosseto Il cammino dal 1981 al 1988 I protagonisti degli anni 80 Gli altri “ragazzi” del Circolo

143 144 152 159 170


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SETTIMO CAPITOLO – DECADE 1991/2001 I Veterani, anello di congiunzione I protagonisti degli anni 90

175 176 189

OTTAVO CAPITOLO – I PROTAGONISTI SENZA TEMPO I Mariotti, una leggenda che dura da 50 anni Gli stranieri e gli oriundi del C.P. Grosseto I nostri “ragazzi” in azzurro

191 192 198 202

NONO CAPITOLO – DECADE 2001/2011 La rinascita del Circolo Pattinatori Grosseto 1951 La cronaca di un piccolo-grande evento La presentazione dei “”Campioni di domani” I ““ragazzi”di ieri, Maestri di oggi, gli atleti di domani. Il Circolo Pattinatori Grosseto, una grande “Scuola” di Hockey

207 208 220 225 232 233

DECIMO CAPITOLO Amarcord, le emozioni che non si dimenticano

234 235

CURIOSITA’

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Nota sull’autore: ROBERTO GUERRINI, grossetano, pattinatore ed hockeysta della prima ora, banchiere, giornalista iscritto alla Associazione della Stampa Italiana in Gran Bretagna, ha scritto saggi sul Mercato Finanziario Internazionale e libri di Pensieri e Poesie. Dopo oltre trenta anni di lavoro all’estero è tornato a vivere nella sua Maremma ed a interessarsi ancora di hockey.



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