La Gerusalemme di San Vivaldo

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Bruno Santi Soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Firenze, Pistoia e Prato

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a valle del fiume Elsa e le sue vicinanze sono un luogo cruciale per la Toscana: un punto d’incontro tra le civilizzazioni delle tre principali città che si sono contese a lungo la supremazia politica e culturale della regione: Pisa, Firenze e Siena. Le stratificazioni delle vicende storiche hanno portato a una contaminazione quantomai felice di realizzazioni artistiche e di tendenze formali, dal Medioevo in poi: si pensi – a esempio – alla presenza della testimonianza più occidentale dell’architettura romanica di tipo fiorentino, ossia la collegiata di Sant’Andrea a Empoli che convive – a pochi chilometri di distanza – con la struttura decisamente romanica pisana della pieve di Santa Maria a Chianni presso Gambassi. Ma anche all’incontro tra le espressioni figurative senesi e fiorentine nello stesso territorio, in particolare a Certaldo, Castelfiorentino e Montaione, luoghi davvero di confine e di scambio di esperienze espressive: e ne è testimone la singolare Madonna col Bambino del Museo di Santa Verdiana a Castelfiorentino, dalla singolare vicenda attribuitiva, dove han fatto significativamente capolino i nomi – prestigiosi – di Cimabue, Duccio, Giotto, fino ad arrivare alla audace ipotesi di una stretta collaborazione (in pratica inscindibile nell’individuazione delle “mani”) tra i fiorentini maestro e allievo. Ma gli esempî della cospicuità storica di questa terra potrebbero utilmente continuare, coinvolgendo realtà religiose e politiche anche di largo respiro: confini tra diocesi antiche e prestigiose (Firenze, Pisa, Volterra); sedi vica-

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