Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze

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le collezioni universitarie italiane, che si è formata nel corso di tutta la storia del Museo, dalla sua fondazione granducale fin quasi ai nostri giorni. Infatti, già i cataloghi inventariali del 1793 indicano la presenza di campioni di legni, rotelle o pezzi di tronchi di diverse dimensioni. Le provenienze interessano tutto il mondo con una netta prevalenza di specie esotiche. Anche nei primi apporti sono presenti campioni che assommano alla funzione scientifica anche un certo gusto estetico delle forme, come nel caso dei tronchetti incernierati di Fenzi o i pezzi modellati a forma di libretto donati da Lopez Netto, provenienti dal Brasile. Già nei primi decenni del ’900 l’allora direttore del Museo P. Baccarini parlando dei criteri di ordinamento della col-

lezione, collocata al 2° piano del locale oggi posto in Via La Pira, dichiarava che essa contava ben 10 sezioni geografiche relative a tutti i continenti o aree geo-climatiche. Non era però ancora una moderna Xylotheca. Perché lo diventasse si dovette aspettare il secondo dopoguerra, durante gli anni ’70, periodo nel quale l’allora direttore G. Moggi decise di normalizzare i vari reperti riconducendoli alle dimensioni internazionali standard (10×7×2 cm), in modo da favorire gli scambi con le altre sedi. Questo è avvenuto e Firenze è potuta entrare a far parte dell’Index Xylariorum (con l’acronimo FIw) arricchendo le proprie collezioni. Attualmente la Xylotheca contiene oltre 5400 campioni numerati e alcune serie complete di duplicati. A parte al-

Campioni di legni brasiliani a forma di libretto donati da L. Netto museo di storia naturale

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