Rivista Phronesis Anno XII, numero 23-24, Aprile 2015.

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Phronesis Il discorso è chiaro: nella dialettica non interessa che le premesse siano vere, o solo relativamente, perché quel che conta è che esse siano soprattutto condivise (ta dokoúnta), cioè note e riconosciute come degne di essere prese  39 in considerazione , così che l’interlocutore di turno non possa evitare di accoglierle, nel corso del ragionamento, così come l’uditorio, che svolge un ruolo testimoniale e arbitrale. Siccome, tuttavia, anche nella dialettica si discute in nome della verità, e non per agonismo, cioè per prevalere 40sull’interlocutore di turno (altrimenti si cade nell’eristica, o nella sofistica) , potremmo dire, da un altro punto di vista, che nella scienza il primato della dimostrazione (della verità) prevale sopra ogni altro, mentre nella dialettica il primato appartiene alla condivisione del discorso intorno alla verità. Il resto è conseguenza. Per ragioni analoghe, cioè proprio perché nella dialettica non è importante la incontrovertibilità delle premesse, ma piuttosto la loro condivisione, cioè l’accoglimento, in effetti, un dialettico può partire indifferentemente da un’affermazione o dal suo contrario, per sviluppare un sillogismo, come Aristotele stesso puntualizza in un passo degli Elenchi sofistici, nel quale egli torna in qualche modo sulla differenza fra dimostrazione e sillogismo dialettico, osservando quanto segue: Aristotele - citazione 4 Nessuna disciplina tecnica (techne) di quelle che forniscono dimostrazioni relative a qualche ambito naturale (physis) procede per interrogazioni [o domande]: infatti in esse non si dà la possibilità di rispondere con una qualunque delle due alternative concesse da un’interrogazione, poiché in questo caso il sillogismo non si sviluppa 190; ID., Valore epistemologico degli éndoxa secondo Aristotele (NSA I, pp. 317-332); ID., L’argomentazione in Aristotele (NSA I, pp. 299-316).  39   L’interpretazione trova conferma anche solo a livello strettamente logico, perché, come già Alessandro osservava, «la differenza fra concesso e vero non è che ciò che è concesso è falso, poiché alcune cose concesse sono anche vere (...)» (Alex. Top. 19, 22 sgg.). 40   L’eristica è agonismo perpetrato per il gusto o la soddisfazione di prevalere sull’avversario, mentre nella sofistica può esservi anche un tornaconto economico o utilitaristico (e.g., soldi, notorietà, fama di “sapiente”) (Soph. el.171 b 25-34).

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