Periodico italiano magazine gennaio-febbraio 2019

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ROMA FRINGE FESTIVAL : off è bello e forte Vittorio Gassman e ho terminato il percorso triennale multidisciplinare di alta formazione nel 2015”.

possibilità di essere visti non soltanto dagli operatori del settore, ma dal pubblico vero. In fondo, è il pubblico che decide il successo di uno spettacolo. Questa era la prima edizione invernale, ma spero che, dal prossimo anno, si lavori molto su questo aspetto, che è di fondamentale importanza: è il pubblico che permette al teatro di restare in vita. E noi lavoriamo per il pubblico”. Perché avete scelto di fare teatro e qual è stata la vostra formazione professonale e artistica? Elena Oliva: “Mi sono avvicinata al teatro dopo le medie, durante gli anni del liceo scientifico, in cui insegnavano teatro tra le materie. Finito il liceo, mi sono iscritta ad architettura, a Genova, la mia città di origine. Durante i 6 anni del percorso universitario, mi iscrissi a un corso serale di teatro, di quelli che ce sono troppi in ogni città (dico purtroppo, perché molti danno solamente delle illusioni). In quel periodo, ho capito che gli studi in architettura non mi avrebbero portato a nulla, almeno dal punto di vista umano. Ho deciso, quindi, di lasciare Genova

per arrivare a Roma e frequentare l’Accademia internazionale di Arte drammatica del Teatro Quirino, diretta da Alvaro Piccardi, dove ho conosciuto Alessio: eravamo nella stessa classe. E Dino Lopardo era già lì da un anno. La mia famiglia non era proprio contenta: lasciare gli studi di architettura per intraprendere una carriera che dà meno sicurezze è stato un passo importante. E poi, quando uno dice: ‘Voglio fare l’attrice’ o ‘voglio fare l’attore’, i ‘feedback’ risultano spesso delle espressioni di perplessità. Adesso, dico tranquillamente che faccio l’attrice, ma in passato, quando mi chiedevano quale lavoro svolgessi, rispondevo con un generico ‘lavoro in teatro’, per evitare l’ulteriore domanda ‘Si, ma realmente, che lavoro fai’? in Italia, questo lavoro viene visto come un hobby, un passatempo. Come tutta la cultura in generale, purtroppo...”. Alessio Esposito: “Io ho iniziato a fare teatro quasi per gioco, durante un laboratorio al liceo. Da allora, non ho più smesso. Ho partecipato al bando di concorso per l’iscrizione all’Accademia internazionale d’Arte drammatica del Teatro Quirino intitolata a

Che progetti avete ‘in cantiere’? E quando vi rivedremo sul palco? Alessio Esposito: “Il prossimo spettacolo sarà ‘Il barbiere di Siviglia’ con ‘I Tre Barba’ (Lorenzo De Liberato, Alessio Esposito e Lorenzo Garufo, ndr), che andrà in scena al Teatro Studio Uno, dal 14 al 17 febbraio. E poi, e poi, come si dice? Siamo in… ‘Attesa’...”. Elena Oliva: “Il 17 febbraio ricominciamo le prove di ‘Attesa’, che andrà in scena il 2 e 3 marzo al Teatro dell’Acquario a Cosenza, in Calabria. Tra l’altro, sono in via di definizione altre date in Campania e in Sicilia. Con Madiel saremo in scena a Roma a maggio, con lo spettacolo ‘Trapanaterra’, scritto, diretto e interpretato da Dino Lopardo e con Mario Russo. In seguito, vorrei iniziare un nuovo progetto con Dino e i Madiel, ma penso che se ne riparlerà a settembre. Per ora, dobbiamo completare ‘Attesa’: la storia di Emma riserverà al pubblico ancora tante sorprese”. maRCeLLO VaLeRi

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