Periodico italiano magazine gennaio 2018

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incopertina

In ogni settore la competenza è fondamentale per rag

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sto ho voluto utilizzare un materiale rigido, con spessori sottili che uniti potessero creare degli spessori più grandi. Una sovrapposizione delle diverse finiture. Per quanto riguarda la scelta formale, la scelta è caduta su elementi che sono ironici per eccellenza: gli insetti e in particolare la mosca dalla quale poi viene fuori il nome. Ci sono state, in seguito, altre collezioni sempre di ispirazione naturalistica perché mi piaceva l’idea di accostare il naturale a un materiale plastico. Ci sono delle finiture del plexiglass che lo rendono simile al vetro. Da questo progetto ne sono nati

altri che hanno un filo conduttore, una coerenza. Perché è importante nel proprio lavoro, evolversi ma mantenere una coerenza. Per cui l’ideal del modulo e della sovrapposizione ha portato ad altri progetti che mi sono stati richiesti oppure che ho realizzato ed esposto in alcune mostre. Ad esempio un’installazione a parete luminosa che è costituita di questi moduli che riproducono delle foglie, copiate da una pianta vera, che sono retroilluminate e hanno queste finiture specchio e semitrasparenti. Sono state esposte al Plast (il museo della plastica di Napoli)”. Un altro progetto, che mi è stato richiesto dalla ‘Città della scienza’, prendeva spunto dalle diatomee, degli organismi microcellulari presenti nell’acqua, che hanno delle caratteristiche di particolare lucentezza e trasparenza. Da questo tema, sono nate delle lampade”. Cosa ti piace di più del tuo lavoro? “Tutto. Il lavoro che faccio sia

come architetto, sia come designer, è estremamente vario. La parte creativa è certamente stimolante. Rispondere a una necessità, trovare una soluzione progettuale alle richieste del cliente. La cosa interessante è che, quando ti viene dato un tema, al contempo hai anche una serie di limiti di vario genere (di natura tecnica, legati al materiale, alle lavorazioni, ai costi). Tutti questi limiti danno la direzione al progetto. Come in un imbuto, il progetto ‘si libera’ di tutto quello che non fa parte di se stesso. Superare la sfida e trovare la soluzioneè molto stimolante”. Per te eccellenza fa rima con... “Sicuramente, con la crisi il mercato è completamente cambiato rispetto al passato e occorre evolversi attraverso la ricerca, adattarsi, ampliare le proprie capacità. Direi che eccellenza fa rima con duttilità”.

Matteo Anatrella Fotografo

Matteo Anatrella, ci spieghi il concept cel servizio che hai realizzato per ‘La mosca bianca’? “Il servizio nasce da un’idea di corpi che si fondono e diventano oggetti. E di oggetti che perdono la specifica funzione primaria e che da inanimati si animano. Una funzione mutualistica tra le parti: l’uno diventa l’altro e viceversa” Nell’immagine si percepisce una sorta di freddezza. “Sì, come se non avesse né una

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