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di Carmelo Di Mauro
L’ANGOLO di CARMELO DI MAURO
POETA, SCRITTORE E GIORNALISTA
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COLLABORA CON IL QUOTIDIANO “LA SICILIA” E CON ALCUNE RIVISTE REGIONALI E NAZIONALI. APPASSIONATO DI LETTERATURA, HA PUBBLICATO DIVERSE RECENSIONI E CRITICHE PER POETI E SCRITTORI ITALIANI CON LO PSEUDONIMO DI GABRIELE ROMAUDI. HA ORGANIZZATO PREMI LETTERARI, DIRETTO E COORDINATO IMPORTANTI MANIFESTAZIONI CULTURALI.
QUANDO MARCO PANNELLA ERA CONSIGLIERE COMUNALE A CATANIA
Ho seguito con interesse i numerosi “omaggi” resi a Marco Pannella, fondatore e leader dei radicali, dopo la sua morte all’età di 86 anni. Anche da Catania, dove negli anni ’80 è stato persino consigliere comunale della città etnea (bisogna tornare indietro nel tempo fino al 1988, quando con un drappello di radicali, tra i quali anche il cantante Domenico Modugno, Pannella è stato eletto a Palazzo degli Elefanti. È stato l’ultimo consiglio comunale prima della riforma elettorale che portò all’elezione diretta del sindaco. Proprio grazie a Pannella e ai radicali, il repubblicano Enzo Bianco fu eletto sindaco di Catania). Mai come in questa circostanza risulta appropriata la sentenza di Giacomo Leopardi: “Virtù viva sprezziam, lodiamo estinta”. Purtroppo, la nostra Terra non è stata mai generosa verso i suoi figli: “Nemo propheta in patria”. Lo stesso Leopardi non fu apprezzato dai suoi concittadini. Dopo la sua morte, però…! “Virtutem incolumen odimus, sublatam ex oculis quaerimus invidi”. Queste le parole di Orazio con le quali si vuole rilevare come spesso accada che i meriti di una persona, passati inosservati durante la sua vita, vengano riconosciuti ed esaltati dopo la sua morte. Beh, “Pannella” ne è il chiaro esempio. È giusto, comunque, rendere omaggio a un uomo che è stato sempre coerente con le sue idee e i suoi principi (condivisibili o meno, non importa) che ha sempre lottato con tutte le sue forze per affermarli. Ma tutto questo “osannare” da parte di chi in vita lo ha bistrattato o ignorato non è forse una ulteriore forma di esibizione? “Che non sia una prova della doppiezza del nostro popolo? – considera lo scrittore e studioso acese Alfonso Sciacca, nel commentare la morte di Pannella –. Perché, altrimenti, come mai quest'uomo, non è stato nominato senatore a vita? E perché gli sono stati preferiti altri personaggi che, quanto a passione politica e coraggio civile, non possono essere assolutamente paragonati a Pannella?” “Quanta ipocrisia attorno alla bara di Marco Pannella! – riconoscono i suoi “fedelissimi” radicali – Chi lo ha osteggiato ed ostacolato in vita cerca di appropriarsene ora che è morto e che non ha alcuna possibilità di ribellarsi a questa manipolazione ai suoi danni”. Come non dare ragione.
