Rivista lasalliana 1-2010

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Ricordando fratel Anselmo Balocco

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dell’obbligo. Ricevette l’incarico nel 1957 e lo assolse fino al 1970, quando incombenza e titolo furono aboliti. Si trattava di un impegno gravoso, che fr. Anselmo sommò agli altri cui non si sottrasse in quegli anni44. Oltre alle ispezioni45, che comportavano momenti di ascolto e di presenza in classe, di esame dei testi adottati, di adempimenti burocratici, di contatti con le autorità religiose e scolastiche (e non infrequentemente, di conversazioni didattiche con gruppi di insegnanti) l’incombenza lo obbligava a relazioni circostanziate da inviare al prelato Segretario della SC del Concilio46. Unico rappresentante di istituto religioso laicale, fr. Anselmo fu, nella fase preparatoria del Concilio Vaticano II, membro della Pontificia Commissione della disciplina del Clero e del popolo cristiano. L’imponente documentazione che conservò, annotata in latino con puntigliosa precisione, ricorda anche (20.5.1961): a proposito della costituzione De cura animarum: In congregatione cum S.S. Johannes XXIII. Conseguenza della competenza riconosciutagli, fu l’incarico che mantenne fino alla fine dei suoi giorni di Consultore vaticano per la catechesi. Ciò comportava un esame attento e il conseguente giudizio critico dei testi di religione per la scuola che gli venivano sottoposti. Il carteggio con la Commissione vaticana, in parte conservato, testimonia la consueta coscienziosità dell’esperto e la frequenza con cui veniva interpellato. Fu un incarico cui tenne molto negli ultimi anni di vita, non rinunciando a spedire (vezzo veniale) su carta intestata anche corrispondenza privata. Si è accennato al periodo di eccezionale fervore per la catechesi che animò entram-

Qui soccorrerebbe la ‘contabilità - solo aritmetica, non certo di merito - che somma gli impegni romani (Jesus Magister e altre facoltà di Roma) alle conferenze e alle lezioni in varie parti d’Italia e alle pubblicazioni. È bene ricordare che negli anni ’60-’65 fr. Anselmo fu anche Consultore conciliare. 45 Anche al proposito ci atterremo all’abitudine di puntualizzare, tipica di fr. Anselmo. Dalle sue carte ricaviamo le tappe del suo professionale ‘giro d’Italia’, raccogliendole per anni: 1957: Civitavecchia, Tivoli, Lanciano; 1958: Camerino, Firenze, Fano, Grosseto, Sutri, Sulmona, Livorno, Recanati, Todi; 1959: Alatri, Assisi, Città di Pieve, Fabriano, Veroli, Senigallia, L’Aquila, Lucca, Pisa, Pistoia, Rieti, Massa; 1960: Anagni, Arezzo, Avezzano, Cagli, Chieti, Segni, Siena, Velletri, Civita Castellana, Bagnoregio, Prato, Roma (1), Viterbo; 1961: Urbino, Pesaro, Roma (2); 1962: Vasto, Spoleto, Roma (3); 1963: Jesi, Osimo; 1965: Cortona; 1966: Campobasso, Frosinone, Isernia; 1968: Montefiascone; 1970: Città di Castello, Foligno, Nocera Umbra e Gualdo Tadino. 46 Ad es., in quella del ’58, da Fano (3-5 febbraio), dopo aver riassunto tono e sostanza dei colloqui preliminari con il Vescovo e il Provveditore, passa in rivista e valutazione gli insegnanti di religione della città, riferisce anche i giudizi dei responsabili scolastici, ed esprime senza reticenze sia i meriti sia le manchevolezze. Riporta le impressioni che ha tratto assistendo in qualche classe alla lezione di religione e dà conto del clima culturale in cui si trovano a vivere gli insegnanti di religione della città, nel nostro caso della preoccupazione destata dal Movimento di Coop. Educativa «che diffonde praticamente l’agnosticismo religioso attraverso il Metodo Freinet con la rivista MCE, redatta a Firenze e stampata a Fano. Ne unisco una copia in allegato. Il Vescovo e il Provveditore agli studi ne sono al corrente, e il primo auspica che si possa contrastarne il passo attraverso l’AIMC, l’UCIIM e altri organismi cattolici». 44


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