LABORATORI DI ANALISI CAMPIONATORE DIFFUSIVO
Il sistema “Radiello” Come determinare le SOV nell’ambiente di lavoro con uno strumento facilissimo da usare e poco costoso L’art. 225, comma 2, del D.Lgs 81/08 impone al datore di lavoro di “effettuare la misurazione degli agenti che possono presentare un rischio per la salute negli ambienti di lavoro”. In pratica, questi agenti possono essere polveri o S.O.V.; mentre le polveri si misurano facendo passare un volume noto di aria attraverso un filtro preventivamente pesato, per le SOV l’All. XLI al citato D.Lgs 81/08 consente la scelta tra diversi metodi: campionatori diffusivi, tubi di assorbimento, tubi di rilevazione. Tra questi metodi si è ormai affermato il campionatore diffusivo denominato “Radiello”, sviluppato dai laboratori della Fondazione Maugeri e attualmente commercializzato dalla Sigma-Aldrich.
cui dipende l’accuratezza dello stesso), e che viene applicato ad un adattatore verticale, di dimensioni ridotte (meno di 1 cmc) e completo di datalogger con memoria da 2048 dati. Esso si applica su una piastra di supporto e si utilizza come un normale radiello, in modo da misurare contemporaneamente temperatura e inquinamento ambientale. I dati raccolti possono essere trasferiti su PC ed elaborati graficamente e statisticamente grazie a un lettore e uno specifico software. Per esporre il radiello all’esterno, può essere utilizzata una scatola in polipropilene (box di protezione), che può essere posizionata, ad esempio, agganciandola sui pali della luce. Il box può essere assemblato sul posto, rapidamente e senza utilizzare attrezzi, e può ospitare fino a 4 radielli. Sono disponibili diversi tipi di cartucce adsorbenti: per SOV in genere; per BTEX (idrocarburi aromatici, cioè benzene, toluene, etilbenzene e xilene); per fenoli, metilfenoli e altri composti odorosi; per aldeidi; per gas acidi (SO2, NO2, HF); per ammoniaca; per acido cloridrico; per idrogeno solforato; per ozono.
COME E’ FATTO IL RADIELLO?
Il radiello è costituito da quattro componenti principali: cartuccia adsorbente, corpo diffusivo, piastra di supporto, etichetta autoadesiva. Esistono diversi tipi di cartucce adsorbenti e chemiassorbenti, a secondo dell’inquinante da captare, identificati da un numero di codice stampato sull’involucro insieme a numero di lotto e data di scadenza. Le cartucce, di lunghezza di 60 mm e di diametro variabile da 4,8 a 5,8 mm, sono racchiuse in una provetta in vetro o plastica, contenuta in un involucro termosaldato in PP trasparente, e sono monouso (tranne quelle desorbite termicamente). La cartuccia è accolta in un corpo diffusivo, che serve anche ad assicurare un afflusso regolare di aria dall'ambiente esterno; sono disponibili quattro tipi di corpi diffusivi: bianco, di impiego generale, è in polietilene microporoso con 1,7 mm di spessore e porosità media di 25+5 micron e 18 mm di lun-
ghezza; blu, che ha le stesse caratteristiche di quello bianco, ma è opaco alla luce, in quanto viene impiegato per captare gli inquinanti sensibili alla luce; giallo, è in polietilene microporoso con 5 mm di spessore e 10 +2 micron di porosità e 150 mm di lunghezza, e viene impiegato quando è necessario ridurre la portata del campionamento; corpo permeativo, ossia una membrana siliconica di 50 micron di spessore, sostenuta da una rete di acciaio inox, utilizzato per la captazione di gas anestetici La piastra di supporto è invece l’e-
lemento su cui si avvita il corpo diffusivo, ed è dotata di una clip per essere applicata agli indumenti e di una tasca adesiva trasparente per l’inserimento dell’etichetta. L’etichetta autoadesiva con codice a barre, quindi, serve a identificare la cartuccia adsorbente sul campo ed a riconoscerla in laboratorio al momento dell’analisi. Esistono poi due componenti accessori: il termometro ed il box di protezione. Il termometro, che serve per misurare il valore medio della temperatura durante il campionamento (da
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