NF.ITALIANO.24 giugno 2019

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EX ALLIEVI Newsfl N ewsfl aass h ANNO 8 - NUMERO 34 - 24 GIUGNO 2019

Periodico di attualitĂ religiosa e sociale della Confederazione Mondiale degli Exallievi ed Exallieve di Don Bosco Edizione italiana

Grazie!


LA VOCE DEL RETTOR MAGGIORE Tre stole, tre storie meravigliose e un cuore che non dimentica

Cari amici e lettori,

Voglio rievocare con voi tre simpatiche storie che ho vissuto durante le mie visite tra i salesiani del mondo. La protagonista assoluta di tutte le storie è una stola. La stola è una parte dell’abbigliamento del sacerdote e del diacono per le celebrazioni liturgiche. È quella striscia di tessuto del colore liturgico del giorno che il sacerdote si mette sulle spalle e lascia cadere sul petto. È il distintivo della dignità e della consacrazione del sacerdote, ricorda il giogo dolce di Nostro Signore, gli obblighi dello stato sacerdotale e simboleggia in qualche modo le pecore che il buon pastore porta sulle spalle. In questi mesi mi hanno donato tre stole che hanno per me un significato affettivo particolare. La stola di una donna anonima La prima stola mi è stata donata durante la festa di Maria Ausiliatrice, il 24 maggio a Valdocco. È una bella stola, ricamata a mano con uno stupendo filo d'oro, realizzata in centinaia di ore di lavoro. Una signora devota di Maria Ausiliatrice e di don Bosco desiderava che la indossassi nell'Eucaristia e nella processione di Maria Ausiliatrice di quella sera. Era stata confezionata con sacrificio, in semplicità, con tanta generosità e tanto amore per la Madonna. Ho celebrato l'Eucaristia con quella stola, e ho pregato in processione con quella stola, e ho offerto tutta la preghiera per le migliaia e migliaia di persone che erano lì, e in particolare proprio per quella donna (che non conoscevo, perché il dono era stato fatto in modo anonimo), il cui cuore trasudava amore all'Ausiliatrice e fede nel Signore.

La stola dei giovani sotto le bombe La seconda stola l’ho ricevuta a Damasco, in Siria, un pomeriggio in cui centinaia di ragazzi e ragazze erano nell'oratorio. In quel pomeriggio abbiamo celebrato l'Eucaristia con più di cento giovani animatori universitari. Credevamo ardentemente che la pace fosse vicina e alla fine della Messa dovevamo liberare una colomba bianca per dire a tutti che si poteva esultare per la pace, ma poco lontano da noi esplosero violenti colpi di mortaio. Ebbene, quel pomeriggio, quei giovani animatori, meravigliosi, con uno sguardo profondo e una fede realmente vissuta, mi hanno regalato una simpatica stola sulla quale c'è un ricamo in arabo che dice: «Ricordati di noi ogni volta che celebri l'Eucaristia».

La stola dei giovani carcerati La terza stola l’ho ricevuta un mese fa, durante la mia visita in Brasile, nel Mato Grosso. Al termine di un incontro con i giovani, un educatore mi ha regalato una stola che riporta sul retro, scritti con inchiostro indelebile, i 56 nomi e cognomi dei ragazzi che sono nella casa saIn copertina: La Festa del “Grazie” al Rettor Maggiore

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Dobbiamo ricordare il valore incalcolabile di ogni incontro umano, breve o duraturo, profondo o rapido che sia. Ogni incontro lascia un profumo particolare nella nostra anima. Viviamo ogni incontro umano in modo speciale. Come i tre che vi racconto. lesiana. Non sono ragazzi con una storia qualsiasi. Sono ragazzi condannati a quello che una volta si chiamava carcere minorile, sono ragazzi privati della libertà, a causa di qualche reato e che dopo il processo sono stati affidati a noi. Quei ragazzi non potevano venire all'incontro, ma mi avevano mandato la stola con i loro nomi, chiedendomi di non dimenticarli e promettendo che anche loro si sarebbero ricordati di me. Posso assicurarvi che ogni giorno li ricordo nell'Eucaristia.

Credo Credo intensamente nella sintonia e nella comunione dei cuori. Credo fortemente nella preghiera, specialmente nella preghiera degli uni per gli altri. È un'espressione vera d'amore, quella di pregare per altre persone, note o sconosciute, ma che vengono ad abitare nei nostri cuori nel momento in cui le ricordiamo. In questi anni ho capito sempre più chiaramente il motivo dell'insistenza di Papa Francesco che chiede di pregare per lui.

Per qeusto voglio lasciarvi la testimonianza dell’importante valore di queste tre stole. Voglio incidere nella mia e vostra memoria il valore incalcolabile di ogni incontro umano, breve o duraturo, profondo o rapido che sia. Ogni incontro lascia un profumo particolare nella nostra anima. Dobbiamo far sì che ogni incontro umano sia speciale. Così la nostra vita si arricchirà.

Le persone sono come le corde della chitarra, ognuna è una nota diversa, ma insieme possono suonare armonie indimenticabili. Voglio ricordare come la fede riesca a muovere cuori e volontà. Lo constato dappertutto nei miei viaggi nel mondo salesiano.

Ogni volta capisco meglio quello che don Bosco ha scritto ai ragazzi in Valdocco, quando era lontano da loro, e li ha chiamati “ladri”. Sì, così li ha definiti: «Siete tutti ladri...» e poi ha aggiunto «perché mi avete rubato il cuore».

È bello sentire che il cuore può essere rubato in un modo così amabile e pieno d’affetto, quando si cerca solo il bene delle persone.

Vi benedico tutti e vi prometto che la prossima volta che indosserò una di queste stole ricorderò anche voi che avete condiviso con me il loro significato profondo. Don Ángel Fernández Artime Rettor Maggiore

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SALUTO DEL PRESIDENTE Carissimi Exallievi ed Amici di Don Bosco,

Come ogni anno a giugno, celebriamo la festa unica e speciale per Exallievi e Amici di Don Bosco. Il 24 giugno, insieme alla celebrazione della festa di San Giovanni Battista, celebriamo l'anniversario della nostra fondazione. Esattamente il giorno del 24 giugno del 1870, accadde una storia ben nota. Carlo Gastini con un gruppo dei primi Exallievi di Valdocco ha visitato Don Bosco per congratularsi con lui il giorno in cui celebra il suo onomastico. Lo hanno ringraziato per l'inestimabile dono dell'educazione e il suo amore senza precedenti per loro.

Con il dono delle tazzine da caffè, questo è stato il primo momento in cui Don Bosco ha parlato ai suoi ragazzi come Exallievi. Da fonti storiche, sappiamo che ha invitato i primi exallievi a stare con lui e con la Famiglia Salesiana. Disse a Carlo Gastini e ai suoi amici che poteva amarli più di quando erano con lui tutti i giorni a Valdocco.

Il primo regalo degli exallievi a don Bosco erano le tazze di caffè. È interessante perché oltre alla grande cultura del caffè in Italia, Don Bosco stesso lavorava nel caffè e nella cioccolateria per un po’ quando era un ragazzino. Dopo la morte del proprietario del negozio, poiché non aveva figli, ricevette un'offerta per restare e gestire il negozio, ma Don Bosco decise che c'erano cose diverse che lo aspettavano. Un pensiero parallelo interessante mi viene in mente quando penso alle tazze da caffè. Oggi, soprattutto quando parliamo di caffè, per tracciarne l'origine, parliamo della catena da raccolto a bicchiere. Con Don Bosco e le tazze di caffè che ha ricevuto in regalo, ci spostiamo nella direzione opposta - Coppa da tagliare. Penso a quelle prime tazze di caffè per Don Bosco, erano più che un regalo per noi.

Credo che possiamo riempirli oggi, dopo 150 anni con la bontà del nostro lavoro e dei nostri progetti. Siamo invitati a riempire queste coppe con i risultati dei nostri 150 anni di storia come exallievi.

Don Bosco allora ma anche oggi ci invita a stare con lui. Il suo amore e la sua amicizia non sono una cosa temporanea. Non è qualcosa che dura per anni nemmeno la sua vita. È un'offerta e un invito ad essere buoni cristiani e cittadini onesti allora, ora e per sempre.

In questo momento speciale di ricordare l'amore di Don Bosco, vi invito a stare con Don Bosco, ad apprezzare il suo amore e la sua educazione. Quest'anno, il 24 giugno, saranno 149 anni da quella riunione molto speciale a Torino - Valdocco.

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Tra un anno saremo benedetti per essere testimoni del 150° anniversario dalla fondazione del nostro gruppo. In effetti, è un'occasione davvero speciale. Per questo, vorrei annunciare che in un anno, dal 24 giugno 2020, celebreremo l'anno giubilare degli Exallievi di Don Bosco in tutto il mondo. Da oggi vi invito a iniziare i preparativi a tutti i livelli della nostra Associazione: mondiale, regionale, nazionale, locale ma anche personale.

Vi invito a riflettere su cosa significa essere exallievi nella vita quotidiana del mondo di oggi. Qual è l'identità di essere un Exallievo e di cosa siamo chiamati ad essere in futuro?

Vi invito a portare il vostro regalo a Don Bosco anche quest'anno.

Poiché l'amore e i valori rimangono gli stessi, il mondo sta cambiando ogni giorno. Non viviamo più la vita della città italiana settentrionale di Torino sotto le Alpi, con la sua situazione economica e politica e le sfide.

Dobbiamo aggiornare la nostra identità di exallievi per le sfide del mondo di oggi. Le sfide di nuovi modi di comunicazione, nuovi bisogni e problemi. Dobbiamo capire i nuovi tipi di povertà di coloro che dovremmo aiutare.

Non ho paura che non saremmo in grado di essere veri figli e figlie di Don Bosco come Carlo Gastini e i suoi amici nel lontano 1870.

Possa Don Bosco benedire tutti i suoi Exallievi ed Amici in tutto il mondo. Distinti saluti

Michal Hort Presidente della Confederazione Mondiale degli Exallievi di Don Bosco

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IL DELEGATO MONDIALE Visione Educativa di Don Bosco I miei cari Amici Exallievi,

Saluti da Roma il giorno del nostro anniversario, 24 giugno. Avvicinandoci al nostro 150° anno giubilare nel 2020, torniamo alle origini e traiamo dalle fonti di Don Bosco, in particolare dalla sua Visione Educativa, per il nostro benessere e quello della Confederazione. Mentre il nuovo anno accademico inizia in tutto il mondo tra i mesi di giugno e settembre, riviviamo il sistema educativo di Don Bosco che ci ha donato la vita. Avendo sperimentato lo stile di vita di Don Bosco caratterizzato da un dinamismo giovanile attraverso i Salesiani, siamo chiamati a un impegno serio, creativo e inculturato per l'educazione, collaborando con coloro che costruiscono una società più degna dell'uomo. Sottolineo qui alcuni elementi importanti della sua visione:

~ Aveva Dio, i giovani e la gentilezza amorevole al centro, tenuti insieme da "carità pastorale". È "pastorale" perché cerca la salvezza delle anime rendendo giovani cittadini onesti e responsabili e buoni cristiani / persone religiose. È una "carità educativa" perché trova una risorsa nell'educazione che aiuta i giovani a sviluppare tutte le loro energie per il bene. ~ Lo stile caratteristico dell'educazione di Don Bosco consiste nel condurre i giovani a una vita di fede attraverso un percorso di amore, pazienza, ragionevolezza e comprensione umana. L'arte di comprendere un cuore umano è al centro del metodo educativo di Don Bosco.

~ La visione Salesiana è quella di raggiungere l'irraggiungibile - i più poveri alla periferia: è un'ingiustizia che tanti bambini e giovani non abbiano un'istruzione di qualità anche oggi. Questo è chiaramente indicato nel quarto obiettivo per lo sviluppo sostenibile - (Nazioni Unite, Agenda 2030). Il fratello Matthew Thaiparambil che è morto a Kolkata di recente dopo aver servito migliaia di giovani abbandonati per più di quarant'anni con tenacia e creatività è un modello meraviglioso di spesa per la crescita di quelli bisognosi. ~ La visione educativa di Don Bosco ci ispira a lavorare per la giustizia e la pace nel mondo. Traiamo ispirazione dai due grandi missionari assassinati di recente, P. Antonio César Fernández e P. Fernando Hernandez in Burkina Faso in Africa, hanno lavorato instancabilmente per cercare giustizia con la fame e la sete, specialmente educando i giovani. ~ Uso dei media digitali nell'educazione: "Quali social network avrebbe operato Don Bosco oggi?" È stata la domanda che i direttori dei Bollettini Salesiani hanno rivolto recentemente. "Userebbe tutti i media digitali attuali, soprattutto YouTube", è stata la risposta.

Possiate voi tutti rimanere benedetti nel costruire le vostre vite con gratitudine, le vostre famiglie con i valori divini e contribuire a un mondo migliore promuovendo l'educazione. Dio vi benedica tutti. Vostro in Don Bosco,

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P. Jayapalan Sdb Delegato Mondiale, Roma

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EDITORIALE La festa del “GRAZIE” Carissime Amiche ed Amici,

la festa del “GRAZIE”, nella sua semplicità, è una giornata all’insegna della comunione, proprio come Don Bosco voleva fossero i suoi ragazzi; anche con i diversi caratteri, con i loro difetti, ma che facessero gruppo, comunione; che stessero insieme. Le origini sono lontane, risalgono agli albori dell’Oratorio a Valdocco.

Il 24 giugno è la festa di san Giovanni Battista. A Don Bosco era stato imposto nel battesimo il nome di san Giovanni Apostolo. A Torino era popolarissima la festa del Precursore di Gesù Cristo, onorata con grandi falò e con scariche di fucileria delle truppe schierate; così i giovani iniziarono ad inneggiare, applaudire e ad offrirgli fiori in questo giorno, credendolo suo onomastico. L’affetto, la stima e la gratitudine verso Don Bosco non avevano limiti. L’occasione per dimostrare questi sentimenti era proprio la festa di san Giovanni Battista. Nel 1847 e nel 1848 gli alunni interni si erano contentati di leggere alcune brevi ma affettuose composizioni di auguri, i giovani esterni di offrirgli qualche mazzo di fiori.

Dalle Memorie Biografiche (vol. III, pagg. 534 e 535) abbiamo il dettaglio cronologico di quanto accaduto nel 1849. «Siamo nel 1849. Carlo Gastini e Giuseppe Buzzetti hanno una felice idea e in segreto per vari mesi lavorano per realizzarla. Comprano due cuori d’argento risparmiando sul cibo e conservando gelosamente le loro piccole mance. Vogliono fare un’autentica sorpresa. E ci riescono. La stanza di Don Bosco è vicina a quella dei giovani. È la vigilia di san Giovanni. A sera quando tutti i compagni sono già a letto, vanno a bussare alla porta di Don Bosco. Nonostante l’ora, molto tarda, Don Bosco li fa entrare. La sua commozione e la sua meraviglia nel vedersi presentare i due cuori d’argento e nell’udire le poche ma cordiali parole di augurio è tanta… Gli anni successivi si costituisce una commissione di giovani interni ed esterni per organizzare la sua festa. E con le offerte comprano un dono per don Bosco che regolarmente portano alla sera della vigilia della festa nella sua cameretta». Ancora oggi in tutte le Case dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice si celebra la festa del “GRAZIE”. Festeggiare non vuol dire semplicemente far festa, ma insieme ringraziare, chiedere aiuto, affidare... È un momento di “famiglia”, particolarmente emotivo. Rivolto non solo a chi è preposto a guidare la comunità educativa, ma a tutti coloro che, per diverse maniere, sono il Don Bosco di oggi.

Il sorgere del Movimento Exallievi, risale proprio all’iniziativa di un piccolo gruppo di antichi allievi artigiani dell’Oratorio di Valdocco a Torino. Guidati dal Capo rilegatore Carlo Gastini, si presentano a Don Bosco il giorno del suo onomastico, appunto il 24 giugno 1870, per esprimergli la loro riconoscenza e gli donano un piccolo servizio da caffè. Con loro vi è anche il parroco torinese Don Felice Reviglio, che accompagna alcuni studenti.

Il prossimo anno, insieme ai numerosi ex allievi ed exallieve di Don Bosco, festeggeremo 150 anni da quei momenti! Pierluigi Lazzarini

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“Perché la mia gioia sia in voi” (Gv 15,11)

La santità anche per te VII. COSA VUOL DIRE “La santità anche per te!”? • È una cosa vicina, reale, concreta, possibile. Anzi è la vocazione fondamentale. • Essere santi non è difficile, anzi è facile e ci aspetta Dio in cielo dopo il nostro camino di santità. “Quanto detto finora non implica uno spirito inibito, triste, acido, malinconico, o un basso profilo senza energia. Il santo è capace di vivere con gioia e senso dell’umorismo” (Gaudete et exsultate, 122). • Il cammino della santità non può aggirare la dimensione della croce, ma è anche pieno di gioia: “qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”. • La santità non allontana dai propri doveri, interessi, affetti. Ma li assume nella carità. La santità è la perfezione della carità e risponde dunque al bisogno fondamentale dell’uomo: essere amato e amare. Tanto più santo, quanto più uomo perché “non è che la vita abbia una missione, ma che è missione” (Gaudete et exsultate, 27). • La santità non è un “di più” facoltativo e un traguardo solo per alcuni. È la vita piena, secondo il progetto e il dono di Dio. È dunque un cammino di umanizzazione. La vera vita spirituale è fioritura dell’umano.

“Ci occorre uno spirito di santità che impregni tanto la solitudine quanto il servizio, tanto l’intimità quanto l’impegno evangelizzatore, così che ogni istante sia

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espressione di amore donato sotto lo sguardo del Signore. In questo modo, tutti i momenti saranno scalini nella nostra via di santificazione” (G et E, 31).

• La santità è un dovere (cioè una vocazione, una responsabilità, un impegno), ma anzitutto un dono. La santità è partecipazione alla vita di Dio, non perfezione moralisticamente intesa e che si presume di conseguire con le sole proprie forze, né d’altra parte traguardo accessibile solo ai “migliori” nel senso dei “più preparati”. È anzitutto un accogliere, attingendo agli strumenti della Chiesa, tra cui una solida vita sacramentale e di pietà. • Insieme, è più facile. Santità e camminare insieme ed esperienza di comu-

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nione. Questo è bello e al tempo stesso esigente.

VIII. ALCUNI POSSIBILI INDICATORI DELLA SANTITÀ? ALCUNI DINAMISMI PER AIUTARE I GIOVANI E TUTTI NOI IN QUESTO CAMMINO

• Il frutto dello Spirito Santo: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. La santità non è litigio, contesa, invidia, divisione, fretta. “La santità non ti rende meno umano, perché è l’incontro della tua debolezza con la forza della grazia” (G et E, 34). • Le virtù: non solo rifiutare il male e attaccarsi al Bene, ma appassionarsi al bene, compiere bene il bene, tutto il


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bene… “Ci santifichiamo nell’esercizio responsabile e generoso della nostra missione” (G et E, 26).

• La comunione: la santità si sperimenta insieme e si consegue insieme. I santi stanno sempre insieme (anche integrando la componente maschile e femminile). Dove ve n’è uno, ne troviamo sempre molti altri.

Per esempio: Don Cafasso, don Bosco, Madre Mazzarello, Rosmini, marchesi di Barolo, don Guanella, don Rua, Maria Romero Meneses, Laura Vicuña, Ceferino Namuncura, Giovani martiri di Poznan, Sig. Zatti, Chartoryswki, Beltrami, Stuchlý, Zeman , Braga…, e tanti altri.

La santità del quotidiano fa fiorire la comunione ed è un generatore “relazionale”. • La creatività e l’inventiva dello Spirito. La santità non è mai ripetitiva: da don Bosco sono fioriti i 31 gruppi della Famiglia Salesiana e altri in corso di riconoscimento, ed essi talvolta hanno saputo esprime sensibilità tra loro molto diverse, anche se convergenti nella radice. Imitare i santi non significa copiarli.

• La comunione ecclesiale. Nessuno è “di Paolo, di Cefa, di Barnaba”, ma tutti “siamo di Cristo e Cristo è di Dio”. Essere famiglia salesiana non significa assolutizzare il messaggio di don Bosco, ma valorizzarlo inserendolo nel tutto della Chiesa. Alcune cose non si possono chiedere a don Bosco, perché Dio le ha donate alla Chiesa attraverso altri. E allora le si chiederà ad altri santi non salesiani, ad altre tradizioni spirituali

della Chiesa. Ciò non significa essere meno Salesiani, ma credenti innamorati della Chiesa nella varietà dei suoi carismi, e coscienti di inserirsi in essa a partire dalla propria specificità. Lo stesso don Bosco ha attinto a questa pluralità e polifonia della santità a lui precedente: Ignazio di Loyola e Filippo Neri, per esempio, non solo Francesco di Sales, ecc. Tale trasversalità è presente anche nelle figure della nostra santità: Ignazio Stuchlý fu vicino ai Gesuiti; Vandor si orientò inizialmente ai Francescani. Vendrame visse, nel campo di prigionia, un’intensa esperienza di fraternità con i Carmelitani ed era una grande devoto di Santa Teresina. • La fama di santità e di segni, intesa come persistente eco della bellezza di una vita, del suo profumo evangelico, della ricchezza del suo messaggio. Gli effetti sono sempre sproporzionati rispetto alle cause apparenti. Così, anche nella “santità ordinaria, della porta accanto”, è importante valorizzare i legami che sono generatori di bene, di relazioni e amicizie, di gioia.

IX. CAMMINI DI SANTITÀ OGGI? • “Non bisogna mettere nella santità più perfezione di quella che davvero vi è” (Adrienne von Speyr). Cioè: Eroicità cristiana non è eroismo, perfezione cristiana non è perfezionismo del supereroe. • Noi sappiamo che alcuni sono santi, ma mai chi è più santo di un altro. Dio solo conosce i cuori. C’è una bellezza in ogni cosa. Vi sono molti cammini per arrivare in cielo. Non si deve chiedere a una persona ciò che lei non può e non deve dare. Dirlo è incoraggiante, risanante.

Altrimenti molti si convinceranno di non potere essere santi, perché non riusciranno mai ad esserlo al modo di alcuni santi proposti loro come modelli. • Dunque: anche i “piccoli formati” (Adrienne von Speyr) possono, a loro modo, essere perfetti.

Cioè: La santità non è mai scoraggiante. Non avere paura della santità. “Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore”. Il Paradiso è come un giardino: vi è l’umile violetta o il sublime giglio e la rosa. • Ogni santo è una parola di Dio incarnata. Non ci sono due santi uguali. Imitare i santi non è copiarli. Ognuno necessita dei propri tempi e ha un suo cammino.

Quale parola di Dio sono io? A cosa mi chiama questo?

Quale parola di Dio intuisco “sia” il giovane che ho accanto? Come aiutarlo a comprenderla e a viverla?

• La santità si misura anche con la categoria della fecondità, ma non con quella dell’efficientismo prestazionale cui oggi siamo abituati. • La santità è responsabilizzante. C’è qualcosa che solo TU puoi fare. - “Senza di me non potete fare nulla”. • L’esperienza di una sana dipendenza. Il cammino della santità è impegno, ma mai autosufficienza. Si vive insieme e genera comunione. Santi sì, ma santi insieme! Anzitutto i santi sono il capolavoro di Dio. • Santità è lasciare un segno e vivere la feconda dipendenza dei legami.

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Belgio

Passaggio di consegne al Don Bosco International

(ANS – Bruxelles)

“Don Bosco International” (DBI) è l’ufficio della Congregazione Salesiana che si occupa di promuovere i diritti dei giovani presso le Istituzioni Europee. Dopo quattro anni a Bruxelles in veste di Segretario Esecutivo di DBI, Angel Gudiña conclude il suo mandato, venendo sostituito in questa funzione da Renato Cursi, già Segretario del Dicastero per la Pastorale Giovanile dei Salesiani di Don Bosco a Roma. In occasione dell’Assemblea Generale del DBI nel 2015, il Consiglio di Amministrazione dell’organizzazione è stato rinnovato, con la nomina di don Fabio Attard SDB, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile Salesiana, a Presidente del DBI e di Angel Gudiña come Segretario

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Esecutivo. Contestualmente, l’intera struttura e la metodologia di lavoro del DBI sono state riformate e rafforzate. Un piano strategico per i tre anni successivi è stato adottato, monitorato, valutato e poi rinnovato nel 2018.

Allo stesso tempo, sono state identificate le seguenti tre priorità per il lavoro di DBI: povertà e inclusione sociale dei giovani, migrazioni e transizione dall’educazione all’impiego.

Non solo queste scelte hanno consentito alla Congregazione Salesiana di focalizzare meglio il proprio lavoro di advocacy presso le Istituzioni Europee, ma esse hanno anche contribuito a sensibilizzare sui temi dell’Unione Europea le Ispettorie delle due Regioni Salesiane dell’Europa Centro-Nord e Mediterranea, portandole

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a coinvolgersi attivamente in questi campi. Tra il 2015 e il 2019, DBI ha potuto raggiungere vari risultati: dagli incontri di alto livello (ad esempio, con l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e le Politiche di Sicurezza, con il Presidente del Parlamento Europeo e la Commissaria Europea per gli Affari Sociali e il Lavoro); all’incorporazione del DBI nelle piattaforme e reti europee, sia civili, sia ecclesiali; alla pubblicazione di prese di posizione del DBI su alcuni temi (basate sulla riflessione di esperti dalle Ispettorie Salesiane su povertà giovanile, inclusione e partecipazione); l’istituzionalizzazione della celebrazione della Festa di San Giovanni Bosco a Bruxelles insieme ad alcuni partner di rilievo; un’interazione più forte e più intensa all’interno delle reti e piattaforme Salesiane, come “Don Bosco Youth Net” e “Don Bosco Network”.

Prima di questo impiego con il DBI, Angel Gudiña, Exallievo della Casa Salesiana di Coruña (Spagna) ed attuale Segretario Generale della Confederazione Mondiale degli Exallievi di Don Bosco, ha lavorato nel Centro Nazionale Salesiano di Pastorale Giovanile a Madrid, presso la “Confederación Don Bosco” (centri-giovanili Salesiani), ed è stato anche coinvolto attivamente nelle piattaforme civili come il Consiglio Nazionale dei Giovani della Spagna. La sua prossima destinazione è la Procura Missionaria di Madrid, Spagna, dove sarà incaricato delle relazioni istituzionali e con le imprese, a partire dal 1° giugno 2019.


R EGIONI

Slovenia

Incontro degli Ispettori salesiani della Regione Europa Centro e Nord

(ANS – Veržej)

A Veržej, in Slovenia, Incontro degli Ispettori salesiani della Regione Europa Centro e Nord.

Oltre alla partecipazione di ben 18 Superiori della regione, l’appuntamento vede presenti numerose altre personalità salesiane, a cominciare dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e dal Consigliere regionale, don Tadeusz Rozmus.

Più che un semplice incontro regionale degli Ispettori dei Salesiani di Don Bosco, l’appuntamento costituisce una grande assise per riflettere assieme sul futuro del carisma salesiano nel Vecchio Continente.

Vi prendono parte, infatti, anche rappresentanti di altre realtà territoriali esterne ai confini della regione, così come rappresentanti di altri gruppi della Famiglia Salesiana o di entità salesiane: il Superiore dell’Ispettoria del Medio Oriente; l’Ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Slovenia e Croazia; il Delegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana; la Responsabile Mondiale delle Volontarie di Don Bosco; il Presidente Mondiale degli Exallievi di Don Bosco; il Segretario del “Don Bosco International”.

I lavori si sono aperti con la presentazione delle tematiche e dei partecipanti da parte del Consigliere regionale, cui è seguito un primo momento di dialogo aperto tra i

presenti e il Rettor Maggiore sul tema “Oggi e domani nelle nostre Ispettorie della Congregazione”.

Il colloquio tra il Superiore Generale della Congregazione e i vari Ispettori dell’Europa Centro e Nord è proseguito anche al mattino di mercoledì 8 maggio; mentre nel pomeriggio si è prevista un’escursione a Maribor, la città natale del Servo di Dio don Andrej Majcen, completata con una festa di ringraziamento al Rettor Maggiore e in una festosa serata culturale, animata dai gruppi giovanili salesiani della Slovenia. Giovedì 9 maggio approfonditi alcuni temi specifici: la presenza salesiana presso gli organismi e le strutture europei; l’anima-

zione della Famiglia Salesiana nella regione; la formazione dei salesiani; il Progetto “Exallievi MOR 2020”. Inoltre, ciascuna Ispettoria ha presentato il cammino ispettoriale compiuto e da compiere verso il Capitolo Generale.

Il pomeriggio dedicato a conoscere il carisma salesiano vissuto nell’Ispettoria anfitrione e il caratteristico “Centro Salesiano dell’artigianato” che sorge proprio a Veržej. Nell’ultimo giorno di lavori, venerdì 10, realizzata una valutazione sul cammino compiuto dalle varie Ispettorie nel sessennio 2014-2020, e condivise le conclusioni dell’incontro.

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N OTIZIE

Vaticano

Parere positivo dei Consultori teologi alla Causa del Servo di Dio Augusto Bertazzoni

(ANS – Città del Vaticano)

Il 12 marzo 2019 nel corso del Congresso Peculiare dei Consultori Teologi svoltosi presso la Congregazione delle Cause dei Santi è stato dato parere pienamente positivo, in merito all’esercizio eroico delle virtù, alla fama di santità e di segni del Servo di Dio Augusto Bertazzoni, arcivescovo di Potenza, nato a Pegognana (Mantova) il 10 gennaio 1876 e morto a Potenza il 30 agosto 1972. Il Servo di Dio frequentò l’oratorio salesiano di Torino e vi incontrò Don Bosco, che ebbe una grande influenza sulla sua formazione.

La Positio venne presentata il 27 settembre 2013 da don Pierluigi Cameroni, SDB, Postulatore in sede romana, ed ebbe come relatori in un primo tempo il padre Daniel Ols, OP., successivamente, padre P. Zdzisław Kijas, OFM Conv., e come collaboratore mons. Gerardo Messina, già vice-postulatore, coadiuvato dalla dott.ssa Lodovica Maria Zanet, collaboratrice della Postulazione salesiana. È bello ricordare che questo passaggio fondamentale della Causa è avvenuto il 12 marzo, giorno della morte di san Luigi Orione, che con il giovane Augusto Ber-

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tazzoni fu allievo dell’oratorio di Valdocco a Torino. Entrambi furono tra i ragazzi che nel 1887 offrirono la loro vita per la salvezza di Don Bosco; mentre, da parte sua, il Santo dei Giovani aveva anche profetizzato che il giovane Augusto sarebbe diventato vescovo. Mons. Bertazzoni fu buon Pastore e padre

Fu padre per le vittime della guerra e per gli Ebrei confinati in Basilicata, lungimirante educatore dei giovani, e si spese perché i sacerdoti della sua diocesi, insieme a religiosi e religiose fatti venire numerosi, si dedicassero nella formazione dei giovani, tanto nelle scuole, quanto nell’Azione Cattolica; a tutti loro raccomandava di avere “spirito di paternità” per le nuove generazioni.

Nella notte dell’8 settembre 1943 i bombardamenti aerei sull’Italia meridionale lo resero privo di tutto, eppure non volle abbandonare il suo gregge nell’ora del dolore; così non accettò l’offerta fattagli dalla Santa Sede di trasferirlo ad altra sede più comoda e prestigiosa.

dei poveri, vero uomo di Dio, uomo di fede e di preghiera, predicatore instancabile della Parola di Dio, attento alle necessità spirituali dei fedeli ed anche dei non credenti, per i quali si spese fino alla fine, offrendo a Dio, per il bene delle Chiese che aveva guidato come vescovo, le sofferenze che lo portarono alla morte.

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Partecipò al Concilio Vaticano II e lasciò il governo delle diocesi il 30 novembre 1966, ritirandosi nel silenzio e nella preghiera. In Basilicata era giunto come “portatore di pace nel nome di Dio”, e lì morì e volle essere sepolto.

Dopo questo passo, il prossimo avrà luogo nella Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi. Quindi il Sommo Pontefice autorizzerà la promulgazione del decreto di Venerabilità.


N OTIZIE

Eswatini

Un premio speciale per gli studenti che si sono distinti nello sport

Lo Swaziland, ufficialmente Regno di eSwatini (o Ngwane, nome adottato alla proclamazione dell'indipendenza ma poco usato), è uno stato dell'Africa meridionale. Manzini, Eswatini – aprile 2019

Il 12 aprile, presso la “Salesian High School” di Manzini, appartenente alla Visitatoria dell’Africa Meridionale (AFM), si è svolta la cerimonia di consegna dei premi speciali agli studenti che si sono distinti nello sport.

Il Preside, Petros Horton, lui stesso exallievo dell’Istituto, si è congratulato con loro incoraggiandoli ad essere buoni ambasciatori per la scuola e la società.

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N OTIZIE

Vaticano

Avviata la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di don Silvio Galli, SDB (ANS – Roma)

Il 12 giugno 2019, VII anniversario della nascita al cielo di don Silvio Galli, è stato ufficialmente presentato al vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, il Supplex libellus, cioè l’istanza ufficiale con la quale la Congregazione Salesiana chiede l’apertura dell’Inchiesta diocesana sulle virtù, la fama di santità ed i segni di don Silvio Galli, Sacerdote Professo della Società di san Francesco di Sales.

Don Silvio Galli nasce il 10 settembre 1927 a Palazzolo Milanese (MI) da Giuseppe Galli e Luigia Carcano, primo di otto fratelli. Battezzato il 12 settembre 1927, viene cresimato il 3 ottobre 1938 dal beato card. Alfredo Ildefonso Schuster. Finite lodevolmente le elementari, frequenta il ginnasio presso l’Istituto salesiano “Sant’Ambrogio” di Milano. Terminato il noviziato a Montodine (CR), emette la prima professione come salesiano l’11 settembre 1943 e quella perpetua nel 1949. Dopo gli studi filosofici a Nave (BS) e quelli di teologia a Milano e a Bol-

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lengo (TO), viene ordinato sacerdote il 1° luglio 1953.

Durante il tirocinio pratico a Varese, stringe una profonda amicizia spirituale con Domenichino Zamberletti, un ragazzino morto in concetto di santità.

Destinato alla casa di Bologna, consegue la laurea in Lettere e dal 1959 fino al termine della vita sarà a Chiari (Brescia), dedicandosi nei primi anni all’insegnamento degli aspiranti alla vita salesiana e poi, con il passare degli anni, sempre più nel servizio generoso ai poveri, agli immigrati, ai carcerati, a chi ha fame, a chi non ha casa, ai tossicodipendenti, agli alcolisti, ai malati di mente, a variegate forme di povertà materiale, spirituale e morale. Nell’accoglienza di numerosissime persone esercita il ministero dell’ascolto, della consolazione, della riconciliazione e dell’esorcismo. Anima e cura la formazione dei Salesiani Cooperatori, dei soci dell’ADMA, degli Exallievi di Don Bosco e di numerosi vo-


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lontari che collaborano alla sua opera caritativa. Con l’aiuto di generosi volontari e benefattori fonda il centro d’accoglienza “Auxilium”. Con la vita e la parola insegna a scoprire e a servire Cristo nei poveri, testimoniando la carità del Buon Pastore.

Don Galli, sempre a disposizione nell’antico chiostro quattrocentesco di San Bernardino, è stato fino all’ultimo assediato da un’umanità dolente in cerca di conforto, di consiglio e di preghiera: per tutti, senza tregua, in ogni istante della sua vita, ha donato la parola giusta, l’assicurazione della preghiera, la benedizione di Maria Ausiliatrice, la consolazione dello Spirito Santo.

Così si presentava: «Io non sono che un povero prete, non ho altro che la veste sacerdotale che indosso. Meraviglia anche me che tutte le persone afflitte da problemi, a volte irrisolvibili, si rivolgano a me. Do la mia benedizione anche alle loro famiglie, poi li mando via con la convinzione che se pregheranno e lo faranno con fede i loro problemi si risolveranno».

«Solo con la preghiera, potentissima arma, con la fede nella Madonna e nel suo figlio Gesù, a volte si risolvono questi problemi».

Conclude la sua vita terrena il 12 giugno 2012, circondato da una diffusa fama di santità e di segni che con gli anni vanno crescendo tra persone di ogni ceto sociale, che riconoscono in lui un uomo di Dio, un autentico devoto di Maria Ausiliatrice, un vero Figlio di Don Bosco, confermando così la sua promessa: «Appena giungo in Paradiso mando una cesta piena di grazie a tutti coloro che mi hanno conosciuto».

Un giovane ha testimoniato: «Don Galli: una guida, un maestro, un amico, un gigante della fede. Per tutti noi non ha lasciato impronte sulla sabbia, bensì un cammino di luce sulla strada per l'Eternità». Con la Causa di don Silvio Galli salgono a 169 i candidati alla santità della Famiglia Salesiana.

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N OTIZIE

Haiti

Associazione degli ex allievi del Collegio Domenico Savio

L'Associazione contava 50 membri nel 2017. Abbiamo aperto un gruppo chat dove abbiamo invitato gli altri e dal 2018, il numero è salito. Oggi, ci sono 236 studenti, insegnanti e sacerdoti all'interno del gruppo.

L'obiettivo più importante degli Ex allievi di Don Bosco di Haiti è quello di creare opportunità per i bambini più indigenti in modo che abbiano accesso all'istruzione di base a un costo proporzionale. Il secondo obiettivo dell'associazione è quello di creare in IMPACT nella nostra comunità aiutando gli alunni e i giovani del nostro paese continuando la missione di Don Bosco. Lavorare per aiutare gli ex allievi di Don Bosco a diventare "sale della terra e luce del mondo".

Mettere le nostre conoscenze e competenze, come professionisti laici, al servizio dei nostri membri, della famiglia salesiana e della società, adempiendo il motto: "buoni cristiani e onesti cittadini ".

Il nostro primo incontro di ex allievi di Don Bosco è stato in Florida nel maggio 2018. Questo è stato un incontro di riconnessione per la maggior parte di noi che non si sono visti per molti anni. Abbiamo scambiato idee e creato piani per il futuro dell'Associazione. Tra i nostri primi risultati, abbiamo sponsorizzato la partecipa16

zione degli studenti del College Dominique Savio Haiti nella Diamond Challenge dell'Università del Delaware nel mese di aprile 2019. Siamo tutti impegnati e coinvolti, ma abbiamo bisogno di maggiori informazioni. Dovevamo razionalizzare i nostri piani.

Dopo un anno di pianificazione, la seconda riunione di ACODOSAH si è tenuta a Boston, dal 24 maggio al 26 maggio 2019. Il tema: celebrare il passato, plasmare il futuro.

Il primo giorno siamo stati accolti dal professor Yves Devaris e dalla compagna nella sua residenza. Alcuni studenti che non avevano partecipato alla riunione lo scorso anno, erano presenti, rendendo l'incontro e il benvenuto ancora più emozionante. R. P Bonny Francois responsabile della scuola salesiana è venuto da Haiti per partecipare nel weekend degli Ex allievi e recitare la preghiera di benvenuto. La serata è proseguita con i nostri cantanti Iselande D., romane P. Joseph, Jean Michel C. e il nostro chitarrista con la prima canzone dedicata a Don Bosco. Attraverso risate e gioia, ci siamo abbandonati ai ricordi. Abbiamo mangiato il delizioso antipasto preparato dalla nostra hostess. La serata è finita molto più tardi di quanto ci aspettassimo. Anche se a

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tarda notte, il Comitato si è riunito per alcune ore per concretizzare i piani per il prossimo gala. 25 maggio, sabato mattina, Jude Elie ha incontrato il Comitato ex allievi per finalizzare il piano per il gala. Alle 19.00, il gala è iniziato. I nostri ospiti d'onore erano R. P Hector Pascal responsabile degli ex allievi di Haiti, con la presenza di R. P Bonny Francois. Il maestro della cerimonia, la signora Romane, ha aperto la cerimonia con una preghiera guidata da padre


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Bonny. Poi c’è stato il discorso di R. P Hector Pascal sul contributo delle missioni Salesiane nella comunità haitiana.

L'anziano Ex allievo Germain ha presentato i valori dell'Associazione. Ha cantato. Ha recitato una poesia. I partecipanti hanno cantato le canzoni Don Bosco e Domenico Savio. Ha suonato diversi brani musicali.

Le targhe di gratitudine sono state date da Patrick Dorce a: R. P Hector Pascal, R. P Jean Sylvain Jeannot, e ai professori: Mme Carole A. Devaris, Michele Comeau, Marie Catherine Auguste, Pierre Arnel Napoleon, Johnson Dolce e l'ex allievo Gérald Thermil per il suo sostegno agli studenti Salesiani di Haiti.

R.P Bonny presenta all'assistenza i bisogni della scuola e degli alunni ad Haiti e ha richiesto il sostegno degli ex allievi. Poi è stata servita una deliziosa cena a buffet. Il Gala si è concluso alle 23.00. Il comitato dedicato ha scelto di organizzare un incontro dopo la serata di gala per discutere di eventuali problemi che c’erano o sarebbero potuti sorgere.

Domenica mattina, 26 maggio, il comitato e gli ex allievi si sono incontrati al professor Devaris House, c'era un preciso bisogno di guida degli anziani. Abbiamo

chiesto cortesemente la presenza di RP Hector, ci siamo uniti per chiarire una serie di questioni, preoccupazioni e domande sulle nostre missioni, l'obiettivo, la carta degli ex allievi, i vari progetti che abbiamo per la nostra comunità e la nostra partecipazione al Giubileo del 2020.

Alla fine di questo incontro di tre giorni, riteniamo di aver identificato diversi errori passati, abbiamo progettato piani di crescita. Siamo fiduciosi che il nostro prossimo incontro sarà più fruttuoso e ci aspettiamo di avere più ex allievi nell'Associazione. La data per il prossimo incontro non è ancora decisa, ma il luogo è

New York e ci auguriamo che la presenza di altri exallievi provenienti dall'Associazione mondiale di Don Bosco ci aiuti a creare IMPATTO nella nostra comunità. Il tema sarà "COSA HO FATTO?". Ci si aspetta che ogni membro del comitato realizzi un risultato che presenterà con orgoglio nel giorno dell’incontro e dei saluti. L'aspettativa è che ogni membro del comitato, ogni membro dell'Associazione sia un modello per gli altri nella comunità attraverso il rispetto delle regole dell'Associazione e di Don Bosco.

ACODOSAH

Jude Elie Presidente degli Ex allievi di Don Bosco Haiti

(Associazione degli ex allievi del collegio Domenico Savio d’Haiti) ex allievi di Don Bosco creata a luglio 2017.

I membri del Comitato originario includevano: Jude Elie, Presidente Patrick Dorcé, Vice-Presidente Remy Exant : Portavoce e Helena Blanc: Assistente negli Stati Uniti Paul Wilner: Tesoriere e Lesly Dieudonné: Assistente Tesoriere Yanick Louis: Segretario, Kethlie Pierre Louis: Assistente Segretario e Islande Derosier: Consulente. Elder Germain , Hervé Jestimé : Delegati Pierre Richard Alexandre, Carasco Arias, Jean Michel Caceus : membri generali Yverose Francois and Gusman Saint Fleur: portavoci ad Haiti EX ALLIEVI Newsflash - 24 giugno 2019

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Slovacchia

Una lapide commemorativa per don Boleslaw Rozmus, SDB

Slovacchia – giugno 2019

Il 1° giugno sui Monti Tatra si è svolta la cerimonia di installazione e benedizione di una lapide commemorativa per un giovane salesiano don Boleslaw Rozmus, morto nel 1996 mentre guidava in quei luoghi un gruppo di studenti.

Oltre a diversi rappresentanti arrivati da Slovacchia e Polonia, erano presenti anche i rappresentanti delle case di formazione del noviziato della Slovacchia e del teologato di Cracovia, con il direttore del noviziato, don Peter Timko, e l’Ispettore di Cracovia (PLS), don Adam Par-

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szywka. L’Eucaristia è stata presieduta dal Consigliere per la Regione Europa Centro e Nord, don Tadeusz Rozmus, fratello maggiore di don Boleslaw.

Da 23 anni gli exallievi di don Boleslaw si incontrano regolarmente ogni anno la prima domenica di ottobre sui Monti Tatra e celebrano una Messa in suo ricordo nella Valle di Chocholowska.

Nel cimitero commemorativo di Strbske Pleso si trovano attualmente due lapidi salesiane: quella di don Boleslaw e di un novizio della Repubblica Ceca, morto anche lui sulle montagne nel 2007.

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Mongolia

Celebrare la Pasqua a Shuuwuu Ulaanbaatar, Mongolia – aprile 2019

La piccola comunità cattolica di Shuuwuu, a 50 km dalla comunità di Ulaanbaatar, è composta da 40 fedeli della parrocchia e ha celebrato con tre salesiani la veglia pasquale, nella tradizionale tenda mongola denominata “Ger”, adibita a cappella.

La Delegazione salesiana della Mongolia attualmente conta dieci salesiani situati a Ulannbaatar e Darkhan, e porta avanti una scuola tecnica, tre centri giovanili, vari progetti agricoli e di sviluppo sociale.

Oltre ai 10 salesiani, la Famiglia Salesiana in Mongolia si compone di 5 Figlie di Maria Ausiliatrice, 18 Salesiani Cooperatori e alcune centinaia di Exallievi di Don Bosco, che vengono pian piano formati e organizzati.

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India

Mumbai, India – marzo 2019

Per oltre 30 anni la squadra di hockey della scuola salesiana “Don Bosco Matunga” di Mumbai ha dominato il circuito scolastico di questo sport, che negli ultimi anni è in crisi.

Un nuovo campo da hockey per il Don Bosco Matunga

Per rilanciarne la pratica, il 30 marzo presso il “Don Bosco Matunga”, è stato inaugurato un nuovo campo in erba sintetica, di dimensioni standard e approvato dalla Federazione Internazionale di Hockey.

Dopo la cerimonia di inaugurazione, presieduta da don Godfrey D’Souza, Superiore dell’Ispettoria di Mumbai (INB), si è svolta una partita tra una squadra composta da stelle nazionali dell’hockey, ex olimpionici, e un’altra composta da exallievi e studenti del Don Bosco Matunga.

Sudafrica Johannesburg, Sudafrica – maggio 2019

In preparazione al Capitolo Ispettoriale della Visitatoria Africa Meridionale (AFM), i membri del capitolo hanno partecipato, dal 5 al 10 maggio, al ritiro spirituale guidato da don Jayapalan Raphael, Delegato Mondiale dell’Associazione degli Exallievi, sul tema “Vivi Gesù, dona Gesù”.

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Ritiro spirituale in preparazione al Capitolo Ispettoriale


N OTIZIE

Incontro degli Exallievi delle Scuole di Oswiecim

Polonia

Oswiecim, Polonia – giugno 2019

Gli exallievi delle Scuole Salesiane di Oswiecim si sono radunati, per il loro incontro annuale, nell’Istituto Salesiano “Don Bosco” di Oswiecim (PLS).

Il programma ha previsto, tra le altre cose, un incontro degli exallievi con i loro insegnanti di allora, la celebrazione eucaristica, una foto ricordo e un pic-nic presso la Piazza Don Bosco.

Ci sono stati anche momenti di condivisione dei ricordi degli anni precedenti legati all’educazione nelle scuole salesiane di Oswiecim. Foto: don Paweł Gacek SDB

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N OTIZIE

Portogallo

Lisbona -20 Maggio Il vice segretario di Stato per gli affari parlamentari, Duarte Cordeiro, ha fatto visita di cortesia alla "sua" scuola, l'ex OSJ. Era accompagnato dagli ex studenti Rodolfo, Hélder e António, che erano suoi compagni di classe e sono attualmente imprenditori. «È un piacere tornare alla nostra scuola. Rivedere questa casa e incontrare di nuovo i Salesiani che ci hanno aiutato a crescere, il Dr. Orlando e il P. Marcelino. Ci è piaciuto così tanto che anche i nostri figli e nipoti sono qui e si sentono molto felici», ha detto. Pe. António Marcelino, SDB Fonte: Boletim Informativo Hoje Funchal - 4 maggio 2019 Gli exallievi salesiani di Funchal hanno celebrato la Giornata regionale del vecchio studente. Come negli anni precedenti, il Centro per gli exallievi è stato aiutato da molti nell'organizzazione dell'incontro: comunità salesiana, comunità educativa e studenti. Il numero di regali è stato molto significativo e abbiamo persino avuto la grande soddisfazione di ricevere ex studenti provenienti da paesi lontani, che si sono presi la briga di pianificare i loro viaggi e quindi di aggiungere un po 'di vivacità alle celebrazioni. I forti legami di amicizia che ci legano sono stati, ancora una volta, rafforzati. Siamo e saremo sempre studenti salesiani! João Luís Fernandes Fonte: Boletim Informativo Hoje

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Il Vice Segretario di Stato Duarte Cordeiro torna nella “sua” scuola

Giornata regionale dell’ex studente salesiano


N OTIZIE

Il pastello alla crema donato a Papa Francesco

Portogallo

Lisbona - maggio 2019

João Castanheira, ex allievo dei Salesiani a Lisbona, durante la visita del Papa in Portogallo, per il centenario delle Apparizioni di Fatima, ha donato a Papa Francesco la famosa pasticceria portoghese.

Si è trattato di prodotti della pasticceria Aloma, di cui è proprietario e che per tre volte è stata vincitrice del titolo di miglior torta alla crema di Lisbona.

Dal Vaticano, dai servizi di consulenza della Segreteria di Stato della Santa Sede, ha poi ricevuto un messaggio di ringraziamento.

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N OTIZIE

Gran Bretagna

Exallievo salesiano premiato dalla Regina (ANS – Londra)

In occasione del compleanno della Regina Elisabetta d’Inghilterra, don Michael Fava, il cappellano cattolico dell’Esercito Britannico con il maggior grado di anzianità, nonché exallievo dell’Istituto Salesiano di Farnborough, è stato insignito del titolo di “Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico”. Nel novembre 2018 don Fava era già stato nominato Vice Cappellano Generale, divenendo il primo cattolico ad assumere tale incarico.

Ha commentato don Fava: «Sono stupito da questa notizia, ma molto grato per il riconoscimento che rappresenta per la Cappellania Cattolica nell’Esercito, e del ruolo dell’Ordinariato Cattolico nelle Forze Armate. È un grande onore ricevere questo premio, che accolgo a nome di tutti». Don Fava è stato assegnato nel 1997 al Dipartimento dei Cappellani dell’Esercito Reale Britannico. Oltre a servire nel Regno Unito, ha prestato servizio in Germania e Cipro e ha servito durante le missioni operative in Bosnia, Sierra Leone, Kosovo e

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Afghanistan. È stato nominato Cappellano Onorario della Regina nel 2017 ed è stato Amministratore Apostolico dell’Ordinariato Militare durante il periodo di “sede vacante” (maggio 2015 - settembre 2018).

Sacerdote diocesano di Portsmouth, mantiene la sua salesianità nei ricordi e nella formazione ricevuta all’Istituto Salesiano di Farnborough.

Parlando di lui, mons. Paul Mason, Ordinario Militare, ha detto: «Negli oltre due decenni di servizio come Cappellano dell’Esercito, don Fava si è distinto per la sua singolare miscela di professionalità premurosa e di sensibile servizio pastorale e sacerdotale. Nel ricevere il titolo di “Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico”, il fedele impegno di don Michael nella sua vocazione sacerdotale e il suo servizio come cappellano dell’Esercito Britannico vengono riconosciuti e valorizzati in un modo davvero significativo. Tutti noi dell’Ordinariato Cattolico delle Forze Armate siamo molto orgogliosi di lui e felicissimi di vederlo onorato in questo modo dalla Regina». by Barry Hudd


A NNIVERSARI

Paraguay

Il primo Centro degli Exallievi di D. Bosco festeggia 110 anni di esistenza (ANS - AsunciĂłn)

Il 19 marzo 1909 venne fondato il Centro "Juan Bosco" degli exallievi dell'Istituto Salesiano "MonseĂąor Lasagna", il primo Centro degli Exallievi di Don Bosco in Paraguay. Da allora il Centro ha funzionato ininterrottamente, con riunioni settimanali della Commissione direttiva.

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A NNIVERSARI

Polonia

Aleksandrów Kujawski: il centenario dell’Istituto Kujawskie

(ANS – Aleksandrów Kujawski)

Molti “miracoli”, grandi e piccoli, si sono verificati ad Aleksandrów Kujawski negli ultimi decenni. Soprattutto, “miracoli” dell’educazione salesiana, che hanno generato tanti frutti nella vita dei moltissimi ragazzi che sono cresciuti tra le aule dell’istituto salesiano “Kujawskie” nel corso dei suoi 100 anni di esistenza. Per questo, sabato 18 maggio, l’intera comunità educativa e la famiglia scolastica hanno festeggiato l’importante anniversario. I preparativi per questa grande festa sono durati per diversi mesi e hanno visto coinvolte molte persone alle quali sta molto a cuore l’idea di educazione nello spirito di Don Bosco.

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Le celebrazioni del centenario dell’Istituto Kujawskie, che quest’anno sono combaciate con la Festa dell’Ispettoria della Polonia Nord (PLN), con sede a Piła, hanno avuto inizio con una solenne Eucaristia nella chiesa parrocchiale di Maria Ausiliatrice, presieduta dall’Ispettore, don Roman Jachimowicz, SDB.

Dopo i saluti del Direttore dell’Istituto, don Grzegorz Gruba, tutti i presenti – exallievi, allievi, genitori, impiegati, benefattori, rappresentanti delle autorità locali e salesiani – hanno potuto ascoltare l’omelia dell’Ispettore, che ha tracciato un breve percorso storico dell’opera e ha incoraggiato a continuare a prendersi cura del suo buon sviluppo e a coinvolgere le future generazioni di cittadini e di abitanti

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A NNIVERSARI

delle aree circostanti. Poi, al termine dell’Eucaristia, don Jachimowicz ha consegnato dei souvenir ai Salesiani che quest’anno celebrano i loro anniversari di professione religiosa e ordinazione presbiterale.

Quindi i partecipanti alla festa, accompagnati da una banda musicale e da canti su Don Bosco, hanno poi attraversato le strade della città fino all’Istituto, dove li aspettava la parte artistica della giornata, nella quale si è ricordata la storia del santo torinese, facendo anche riferimento alla tradizione centenaria della scuola. Infine, dopo aver letto la lettera commemorativa del presidente della Repubblica di Polonia, Andrzej Duda, e gli auguri del Ministro per l’Istruzione Nazionale, la si-

gnora Anna Zalewska, diversi ospiti hanno preso la parola. Ulteriori festeggiamenti si sono svolti nel campo sportivo della scuola: è stato un momento di incontro tra docenti e diplomati, foto condivise, balli e visite all’interno dell’Istituto. Degna di nota è stata la presenza di tanti exallievi, in particolare degli anni ‘40 e ‘50 del secolo scorso, oltre che dei neodiplomati della scuola superiore.

In occasione del centenario dell’Istituto è stata anche realizzata un’apposita pubblicazione, intitolata Kolegium Kujawskie 1919-2019. Zatrzymane chwile. don Krzysztof Tomeczkowski, SDB Foto: Aniela Mazurkiewicz, Grzegorz Chojnacki

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A NNIVERSARI

Messico

Il successo di questi 75 anni a “Revolución” è stato il carisma di Don Bosco (ANS – Guadalajara)

La presenza salesiana di “Revolución”, a Guadalajara, ha recentemente festeggiato il 75° anniversario. Le celebrazioni hanno avuto inizio lo scorso 24 maggio, in occasione della festa di Maria Ausiliatrice, con l’Eucaristia presieduta dall’Ispettore di Messico-Guadalajara, don Hugo Orozco Sánchez, alla presenza del Direttore dell’opera, don Óscar Miguel Martínez, del Rettore della chiesa, don Arnulfo Fajardo, di tanti salesiani, membri della Famiglia Salesiana, allievi ed exallievi insieme alle loro famiglie, ai parrocchiani e tanti simpatizzanti dell’opera salesiana. L’opera salesiana sulla “avenida Revolu-

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ción” iniziò quando l’arcivescovo locale, mons. José Garibi Rivera, affidò ai salesiani, nel 1935, la cura della cappella dedicata a Maria Ausiliatrice. Ben presto la cappella, oltre ad offrire le celebrazioni eucaristiche, divenne un oratorio festivo.

A partire dal 1947, per opera di don Ignacio Sandoval, nacque la “Scuola Messico”, che si prendeva cura dei bambini e dei giovani più bisognosi.

Più tardi, nel 1963, la scuola fu incorporata nella Segreteria di Educazione Pubblica e aprì le sue porte per diventare la Scuola Salesiana “Anahuac Revolución”, esclusivamente maschile; mentre accanto


A NNIVERSARI

alla chiesa di Maria Ausiliatrice c’era la scuola femminile; e tutto questo complesso, per decenni, ha formato un’unica presenza salesiana.

Durante l’omelia della Messa, don Orozco ha ricordato «Maria Ausiliatrice come esempio materno, compagna e mediatrice, come figura amorevole che scopre di essere amata da Dio».

Terminata la celebrazione, nei locali della scuola si è svolto il festival “75 años de luz”, uno spettacolo di arti circensi che si è concluso con i fuochi d’artificio e che ha rappresentato un’allegoria del giorno e della notte, di luci e di ombre, in omaggio a coloro che attraverso questo tempo e in quel luogo sono stati luce per centinaia

di bambini e ragazzi. Don Martínez, da parte sua, ha detto a margine dei festeggiamenti: «Il successo di questi 75 anni è stato il carisma di Don Bosco, il modo di trattare i ragazzi. Siamo stati una casa dove essi si sono sempre potuti sentire amati e accolti: siamo diventati una famiglia, un cortile dove incontrarsi e fare amicizia, una scuola dove trovare Dio e scoprire la vita sacramentale». L'opera salesiana che si trova in “avenida Revolución” a Guadalajara è attualmente composta dalla chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice e dalla scuola salesiana “Anahuac Revolución”, che è una delle tre scuole salesiane di questa città, servite da un’unica comunità di salesiani.

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S OLIDARIETÀ

Malta

Exallievi di Don Bosco lanciano un programma di accompagnamento e tutoraggio per giovani senzatetto (ANS - Sliema)

La Federazione Nazionale degli Exallievi e Amici di Don Bosco ha lanciato in questo mese di maggio un programma di tutoraggio e accompagnamento per assistere

i giovani senzatetto. Questo programma, finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma “Erasmus+”, aiuterà queste persone vulnerabili a conoscere meglio se stesse, le proprie abilità e il proprio ambiente, per permettere loro di seguire un

percorso che le conduca ad ottenere maggiore stabilità e successo.

Il programma è stato lanciato con il titolo di “Mentor Power” e si compone di un manuale generale e di una guida per i formatori, e al seminario di presentazione del programma hanno partecipato i rappresentanti di oltre 20 organizzazioni attive nel settore. I due sussidi prodotti verranno utilizzati congiuntamente dai salesiani in un programma pilota per il reinserimento dei giovani nelle loro comunità di appartenenza.

A questo progetto europeo partecipano anche altre realtà salesiane: il centro di accoglienza “Osanna Pia Home”, di Malta; la “Zdruzenie exallievov don Bosca na Slovensku”, della Slovacchia; “Cunamh Teo” (Salesiani di Don Bosco), dell’Irlanda; il “Centro di Fraternità Exallievi di Don Bosco - Alberto Marvelli”, in Italia; e la “Confederacion Nacional de Antiguos

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S OLIDARIETÀ

Alumnos y Antiguas Alumnas de Don Bosco”, per la Spagna.

Bryan Magro, Presidente della Federazione Nazionale degli Exallievi e Amici di Don Bosco di Malta, l’organizzazione guida del progetto, ha manifestato: «La nostra intenzione era quella di creare un manuale generale e di una guida per i formatori affinché potessero essere implementati nel nostro programma di tutoraggio e accompagnamento.

La Federazione Nazionale degli Exallievi di Malta ha previsto anche l’apertura, durante quest’estate, del “Marvelli Residence”, che permetterà di ospitare tre giovani senzatetto o comunque rimasti

privi del sostegno della famiglia.

Questo progetto è realizzato in collaborazione con l’Associazione Maltese dell’Ordine di Malta e il centro “Osanna Pia”.

Ma volevamo anche creare uno strumento che potesse essere utilizzato da altre organizzazioni per sviluppare i propri programmi di aiuto ai giovani vulnerabili. La risposta a questo progetto da parte di altre ONG è stata massiccia, e stiamo anche esaminando le modalità di collaborazione reciproca che possiamo sviluppare su ulteriori progetti legati al tutoraggio e all’accompagnamento dei giovani vulnerabili».

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O NESTI

CITTADINI E BUONI CRISTIANI

Filippine

Santi in maniche di camicia di p. Eli Cruz, SDB

Uno psicologo, Jerome Bruner, una volta disse: «Gli adulti che non usano la narrazione stanno perdendo un potente alleato».

Ho raccolto storie di giovani che hanno vissuto e imparato dalla scuola di Don Bosco, il "padre e maestro della gioventù". Attraverso le loro storie, abbiamo accesso ai loro spiriti. Attraverso i loro spiriti catturiamo le preoccupazioni e i progetti che rendono significativa la vita per i giovani.

Ho scelto i giovani di Don Bosco perché desidero onorare San Domenico Savio, che morì santo adolescente, l'archetipo dell'eroismo giovanile e della santità. Così come San Giovanni Bosco è il santo adulto che ha ispirato molti altri giovani a dimostrare al mondo che l'età non è una barriera per vivere vite eroiche e sante.

Ho scelto tre giovani del Collegio Tecnico Don Bosco nella città di Mandaluyong (Filippine), le cui vite ordinarie sono state piene di straordinario contenuto spirituale e morale: Joseph Sigmund Ocasion, Dorilag Chiminello e Roderick Flores.

Questo ricordo è dedicato a tutti i giovani che possono vivere per uno scopo più grande del loro e abbracciare un mondo più ampio del loro...

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O NESTI

CITTADINI E BUONI CRISTIANI

Chiminello Dorilag il Premio Nobel di Dio

Il 25 dicembre 1983, nella cappella settecentesca del Collegio tecnico Don Bosco nella città di Mandaluyong: mentre il mondo intero celebra la nascita della Vita il giorno di Natale, una manciata di parenti e amici condividono la tristezza pungente di un padre, una madre e tre fratelli in lutto per la morte del loro primogenito, Joseph Chiminello Dorilag. Nel pomeriggio precedente Chim muore di tubercolosi del fegato. Ha 18 anni ed è al secondo anno di ingegneria nel Don Bosco Technical College.

Chim prende il nome da due Giuseppe: San Giuseppe nel giorno della festa in cui nasce e p. Joseph Chiminello, un anziano prete che sua madre allatta presso il Centro di riposo Scalabrini in California. Da San Giuseppe Chim apprende il silenzio e la dedizione al lavoro, e da p. Giuseppe la paziente resistenza nella sofferenza. Primo figlio di Fe e Isidro Dorilag, nato il 19 marzo. Entrato al liceo nell'Istituto tecnico Don Bosco nella città di Makati, lo considera il primo grande successo. Si laurea nel marzo 1981 con il signor Vicente Racaza, primo preside laico della scuola. Dopo la laurea la salute di Chim inizia a dare problemi: dolori interni cronici si sviluppano per un ingrossamento di milza e fegato. Gli prescrivono il riposo a casa. I computer affascinano Chim. All'inizio del secondo semestre mostra con orgoglio il tesserino di studente di Electronic Data Processing, Training and Services (EDPTS). Scrive il 30 gennaio 1983: «L'essenza della conoscenza è di applicarla nei fatti con amore per il servizio del prossimo; non in parole per il gusto di mostrarlo ... Questo è anche vero con la tua fede».

La stessa convinzione radicata affiora negli appunti delle lezioni: «Un uomo saggio ama la fede e la dedizione al suo lavoro, mentre un uomo pigro cerca spesso il denaro... Una persona intelligente è uno che ha idee originali per il benessere dei suoi simili... L'uomo è creato per amare e non rispondere ai test». Ad uno zio molto vicino, Tiyoy Artus, scrive: «Da quando avevo 15 anni, ho fatto ricerche sullo sviluppo di un alimentatore perpetuo (PPS). Questa macchina genererà energia per sempre. Ho già risolto il problema, ma non ho soldi per installare l'attrezzatura... Tiyoy Artus, per dirti francamente, aspiro ad essere il primo filippino Premio Nobel. So che Dio è sempre con me, che Gesù non mi mancherà mai, che un giorno avrò davvero successo perché mi fido molto di lui ... Ho fatto questa ricerca non per ottenere fama, gloria e fortuna, ma per aiutare le persone, specialmente i filippini ... Amo il mio paese ... Voglio che il mondo sappia che noi filippini abbiamo una voce nelle scienze ... Questo PPS sarà la mia firma, il ricordo del mio amore per il mio paese prima che io possa andare via dalla terra».

Chim ha tenuto nascoste le sue sofferenze tranne che col caro amico, p. Joseph Chiminello, con il quale corrisponde regolarmente. Il 23 maggio 1983, Chim gli comunica: «Padre, soffro da tre anni... sudo copiosamente; fegato e milza si sono gonfiati... Questo mi colpisce molto, fisicamente e mentalmente. Sono stato umiliato e disprezzato a causa della cattiva salute. Solo pochi amici e parenti mi sono rimasti fedeli. Tuttavia, ho continuato a fi-

darmi del Signore. Volontà, autodeterminazione, fede e speranza sono le virtù che mi tengono in vita».

Chim intraprende ingegneria elettronica e delle comunicazioni presso il Don Bosco Technical College, Mandaluyong City, dopo i corsi di formazione informatica. Ma quando si iscrive al primo semestre del 1983 la salute peggiora. Per questo scrive il suo antidoto su un foglio di prescrizione del medico: «Qui a Don Bosco ci si aspetta che porti frutto». Non riesce a sostenere gli esami di medio termine del primo semestre. Chiede di sostenere esami speciali e supera tutte le materie. La sua ultima voce è una singola riga sotto la data del 12 dicembre: «Primo quiz in Fisica 235». Perde il test per un esame finale più difficile. Quella mattina viene portato di corsa all'ospedale San Juan de Dios a Manila. Trasferito all'ospedale generale delle Filippine per un intervento chirurgico il 15 dicembre 1983, subisce per dieci ore la prima grande operazione. Quattro giorni dopo riceve la visita del decano del Collegio, p. Precioso Cantillas, SDB, poi rettore del Don Bosco Technical College e vescovo di Maasin, Leyte, nel sud delle Filippine. Il 23 dicembre ancora complicazioni; i medici decidono di intervenire una seconda volta. È l’ultima possibilità per salvargli la vita. Ma Chim non riesce a recuperare. Alle 2 pomeridiane del 24 dicembre Chim muore dopo un improvviso arresto cardiaco. Chim è morto lontano, lontano dalla sua ambizione di diventare il primo filippino vincitore del Premio Nobel.

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O NESTI CITTADINI E BUONI CRISTIANI

Roderick Flores

destinato ad essere un eroe adolescente Roderick Flores (1969-1984) apparteneva alla Associazione scout del Don Bosco Technical College di Mandaluyong (Filippine). Annegò nel tentativo di salvare due compagni, sorpresi da crampi mentre nuotavano. Il suo corpo fu ritrovato una settimana dopo. «L’atto eroico di gettarsi per salvare i compagni è stato solo il punto culminante di una lunga successione di innumerevoli gesti di altruismo compiuti quotidianamente». Questa la testimonianza dell’Arcivescovo salesiano Francesco Panfilo.

Roderick, per gli amici Erick, nasce a Mandaluyong (Filippine) il 3 gennaio 1969. Ama fare sport, danzare; premiato a scuola per la buona condotta. Frequenta l’Istituto Salesiano e, prima di iniziare le lezioni, una delle sue abitudini è la visita al SS. Sacramento nella Cappella dell’Istituto. Frequenta la sezione Elettronica e appartiene ad un gruppo denominato “430 SLC”, come la macchina superlusso della Mer-

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cedes che, nella psicologia dell’adolescenza, indica come i ragazzi vogliano puntare alla qualità super. A 15 anni si iscrive negli scout del Collegio Salesiano e partecipa ad un accampamento di tre giorni, organizzato dal “Don Bosco Technical College” di Mandaluyong, in un’isola dell’arcipelago. Nel primo pomeriggio del 18 agosto 1984, i “senior” scout Roderick Flores, Eric Edmund Benedicto e Joseph Victor Giron percepiscono un imminente pericolo per i giovani esploratori Glen Magsadia e Noel Briones. Entrambi hanno un attacco di crampi mentre nuotano insieme a fr. Jose San Juan (ora sacerdote missionario salesiano a Timor).

Roderick e Benedicto rapidamente si tuffano in acqua, mentre fr. San Juan e Giron tornano a terra per cercare una corda. Raggiungono gli juniores ma una grande onda spinge il gruppo verso il largo. A que-

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sto punto anche Roderick sente il morso dei crampi e chiama Benedicto, che lo spinge a riva. Benedicto si volta di nuovo verso Magsadia che, impaurito, si aggrappa disperatamente alle sue spalle, facendo affondare entrambi.

Dalla riva Roderick se ne accorge e, nonostante sia ancora in preda ai crampi, in un impeto di generosità si rituffa nel mare agitato. Afferra Magsadia con una mano e sente la presenza di Benedicto con l’altra. Proprio in quel momento un'altra gigantesca onda si riversa su di loro e, quando finalmente si calma, Benedicto, Magsadia e Briones sono salvi. Il corpo di Roderick non riemerge; viene ritrovato una settimana dopo sulla sponda opposta di San Juan, nella provincia di Batangas. La sua morte evidenzia il meglio nella comunità educativo-pastorale, come testimoniato dalla signora Enriquetta Benesa, consigliera di Roderick e primo dirigente


O NESTI CITTADINI E BUONI

laico della scuola: «Cercando di aiutare a perlustrare il mare ci siamo sentiti veramente una grande famiglia. È stata un’occasione di orgoglio perché Don Bosco ha prodotto un ragazzo-eroe». Il 30 agosto 1984 Roderick viene sepolto nel "giardino salesiano" del Manila Memorial Park a Paranaque.

«Tutto di carattere», ha attestato il Vescovo di Alotau-Sideia, Papua Nuova Guinea, mons. Francesco Panfilo, rettore e amico confessore di Roderick da quando il ragazzo è in terza elementare. «Il suo eroismo è il culmine di innumerevoli atti di generosità per aiutare i bisognosi. Almeno durante gli otto anni del mio rettorato, nessuno lo supera in generosità e bontà». L’atteggiamento riflessivo viene fedelmente catturato da Ed Castrillo, ex allievo della scuola e artista nazionale filippino per la scultura, che ha creato il

CRISTIANI

busto di Roderick, ora posizionato nella scuola. Dalla morte di Roderick in agosto, nessuno tra i compagni di classe ha occupato il suo posto nell'ultima fila della classe 430. È rimasto vuoto, lo stesso vuoto che continuano ad avere i cuori delle persone che lo amavano.

Verso la fine della omelia alla Messa funebre, mons. Panfilo ha riassunto: «I 15 anni di Erick sono stati vissuti appieno. Non si è avvicinato a Dio a mani vuote, ma nella purezza del cuore, con mani piene di atti d’amore, con un’anima gradita al Signore. Dio lo amava perché era buono, perché era generoso e puro e così lo ha preso con sé prima che i mali di questo mondo lo avessero toccato». A tutt’oggi, il vescovo Francesco Panfilo conserva una foto di Roderick all’interno del breviario, per chiedere l’intercessione del ragazzo nelle intenzioni del suo mentore.

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L IBRI

Vaticano

Papa Francesco: “Che salesiano per i giovani di oggi?”

(ANS – Città del Vaticano)

In occasione delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, pubblichiamo la prefazione del Santo Padre al volume curato da Antonio Carriero, SDB, “Evangelii Gaudium con don Bosco”, testo in cui la Famiglia Salesiana riprende in chiave educativo-pastorale il messaggio dell’Esortazione apostolica di Papa Francesco. Nella Prefazione Papa Bergoglio mette in luce la “misura alta della vita cristiana” che il santo fondatore mise in pratica nella periferia sociale di Torino e offre alcuni spunti su come portare avanti la sua missione nel mondo di oggi.

«Voi salesiani siete fortunati perché il vostro fondatore, Don Bosco, non era un santo dalla faccia da “venerdì santo”, triste, musone... Ma piuttosto da “domenica di Pasqua”. Era sempre gioioso, accogliente, nonostante le mille fatiche e le difficoltà che lo assediavano quotidianamente. Come scrivono nelle Memorie Biografiche, “il suo volto raggiante di gioia manifestava, come sempre, la propria contentezza nel trovarsi tra i suoi figli” (Memorie Biografiche di Don Giovanni Bosco, volume XII, 41). Non a caso per lui la santità consisteva nello stare “molto allegri”. Possiamo definirlo quindi un “portatore sano” di quella “gioia del Vangelo” che ha proposto al suo primo grande allievo, San Domenico Savio, e a voi tutti sa36

lesiani, come stile autentico e sempre attuale della “misura alta della vita cristiana” (Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, 31).

Il suo è stato un messaggio rivoluzionario in un tempo in cui i preti vivevano con distacco la vita del popolo. La “misura alta della vita cristiana” Don Bosco la mette in pratica entrando nella “periferia sociale ed esistenziale” che cresceva nella Torino dell’800, capitale d’Italia e città industriale, che attirava centinaia di ragazzi in cerca di lavoro. Infatti, il “prete dei giovani poveri e abbandonati”, seguendo il consiglio lungimirante del suo maestro san Giuseppe Cafasso, scendeva per le strade, entrava nei cantieri, nelle fabbriche e nelle carceri, e lì trovava ragazzi soli, abbandonati, in balia dei padroni del lavoro, privi di ogni scrupolo. Portava la gioia e la cura del vero educatore a tutti i ragazzi che strappava dalle strade, i quali ritrovavano a Valdocco un’oasi di serenità e il luogo in cui apprendevano ad essere “buoni cristiani e onesti cittadini”.

È lo stesso clima di gioia e di famiglia che ho avuto la fortuna di vivere e gustare anche io da ragazzo frequentando la sesta elementare al Collegio Wilfrid Barón de los Santos Ángeles, a Ramos Mejía. I salesiani mi hanno formato alla bellezza, al lavoro e a stare

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molto allegro e questo è un carisma vostro. Mi hanno aiutato a crescere senza paura, senza ossessioni. Mi hanno aiutato ad andare avanti nella gioia e nella preghiera.

Come ebbi occasione di ricordarvi nella visita alla Basilica di Maria Ausiliatrice, il 21 giugno 2015, torno a raccomandarvi i tre amori bianchi di Don Bosco: la Madonna, l’Eucaristia e il Papa. Oggi si parla poco della Madonna con lo stesso amore con cui ne parlava il vostro Santo.

Si affidava a Dio pregando la Madonna e quella fiducia in Maria gli dava il coraggio di affrontare sfide e pericoli della vita e della sua missione. L’Eucaristia, come secondo amore di Don Bosco, deve ricordarvi di avviare i ragazzi alla pratica della liturgia, vissuta bene, per aiutarli ad entrare nel mistero eucaristico e non dimenticate anche l’Adorazione. Infine, l’amore al Papa: non è solo amore per la sua persona, ma per Pietro come capo della chiesa e come rappresentante di Cristo e sposo della Chiesa. Dietro quell’amore bianco per il Papa, c’è l’amore per la Chiesa. L’interrogativo che dovete porvi è: “Che salesiano di Don Bosco bisogna essere per i giovani di oggi?”. Io direi: un uomo concreto, come il vostro fondatore, che da giovane prete ha preferito alla carriera di precettore nelle famiglie dei nobili il servizio tra i ra-


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gazzi poveri e abbandonati. Un salesiano che sa guardarsi attorno, vede le situazioni critiche e i problemi, li affronta, li analizza e prende decisioni coraggiose. È chiamato ad andare incontro a tutte le periferie del mondo e della storia, le periferie del lavoro e della famiglia, della cultura e dell’economia, che hanno bisogno di essere guarite.

E se accoglie, con lo spirito del Risorto, le periferie abitate dai ragazzi e dalle loro famiglie, allora il regno di Dio inizia ad essere presente e un’altra storia diventa possibile. Il salesiano è un educatore che abbraccia le fragilità dei ragazzi che vivono nell'emarginazione e senza futuro, si china sulle loro ferite e le cura come un buon samaritano. Il salesiano è anche ottimista per natura, sa guardare i ragazzi con realismo positivo.

Come insegna ancora oggi Don Bosco, il salesiano riconosce in ognuno di loro, anche il più ribelle e fuori controllo, “quel punto di accesso al bene” su cui lavorare con pazienza e fiducia. Il salesiano è, infine, portatore della gioia, quella che nasce dalla notizia che Gesù Cristo è risorto ed è inclusiva di ogni condizione umana. Dio infatti non esclude nessuno. Per amarci non ci chiede di essere bravi. E né ci chiede il permesso di amarci. Ci ama e ci perdona. E se ci lasciamo sorprendere con quella semplicità di chi non ha nulla da perdere, sentiremo il nostro cuore inondato di gioia. Quando queste caratteristiche vengono a mancare, ecco quei musi lunghi, facce tristi. No! Ai ragazzi si deve portare questa notizia bella, una notizia vera contro tutte le notizie che passano ogni giorno sui gior-

nali e la rete. Cristo è veramente risorto, e a dimostrarlo sono stati Don Bosco e Madre Mazzarello, tutti i santi e i beati della Famiglia Salesiana, come anche tutti i membri che ogni giorno trasfigurano la vita di chi li incontra perché si sono lasciati loro per primi raggiungere dalla misericordia di Dio. Il salesiano diventa così testimone del Vangelo, la Buona Notizia che nella sua semplicità deve confrontarsi con la cultura complessa di ogni Paese. Mettere insieme semplicità e complessità, per un figlio di Don Bosco, è una missione quotidiana. L’ampio commento che segue, rilegge l’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium

in chiave salesiana. È affidato a grandi esperti delle diverse discipline che, con fine sensibilità e sotto la lente di Don Bosco, mettono in risalto il pensiero del Papa in collegamento con le diverse situazioni attuali, per educare e orientare al bene dei ragazzi e dei giovani.

Sono convinto che la lettura di queste pagine potrà fare del bene a tutti i figli e alle figlie di Don Bosco sparsi nel mondo, e a quanti condividono il carisma educativo salesiano. Troveranno nelle pagine di questo testo molti spunti di interpretazione della realtà e di rinnovamento della prassi educativa al servizio dei ragazzi e dei giovani del nostro tempo».

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L IBRI

Un libro sulla nostra Storia di Ex Allievi di Don Bosco Nel dicembre 2016 fui invitato a curare Ex Allievi Newsflash, la Rivista ufficiale della Confederazione Mondiale degli Ex Allievi. Prima di assumere il delicato incarico presi parte ad alcune riunioni della Giunta Mondiale, per venire ancor più a conoscenza di quali fossero le aspettative e i desideri nei miei riguardi.

Concordato il tutto, mi sentii di proporre un’operazione letteraria mai affrontata in passato. «Che ne dite se pubblichiamo un libro sulla nostra storia?». Lessi lo stupore sui visi di tutti.

Ma venne ben presto il placet. Dopo il quale aggiunsi: «La mia intenzione è quella di far uscire il libro per il 150° anniversario della nostra “nascita” come Ex Allievi, cioè il 24 giugno 2020».

Per rendere la panoramica descrittiva più completa possibile ho ritenuto doveroso riservare questo spazio nella nostra Rivista.

Piano di lavorazione

2018 = Catalogazione ordinata in Cartelle e File su pc.

Ad oggi, giugno 2019, dopo aver letto e consultato circa 450 pubblicazioni, la situazione è la seguente: • Foto scannerizzate e suddivise per argomento = 1.350.

• Cartelle storiche = 14 (presunti Capitoli del libro) - Catalogati nelle singole Cartelle circa 1.000 file.

2019 = Scrittura, composizione, impaginazione, revisione coordinata di tutto il materiale.

2020 = (gennaio-febbraio): stampa e allestimento in Tipografia.

Ogni Federazione, Unione, ma anche il singolo ex allievo, possono ancora inviare materiale che contempli:

2017 = Ricerca, scelta e acquisizione del materiale di archivio (libri, riviste, giornali, foto, ecc.).

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Richiesta di collaborazione

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• Cenni storici (non oltre 40-50 righe su file word)

• Elenco Ex Allievi morti in Guerra (possibilmente con foto – formato jpeg)

• Foto storiche (bianco/nero o colori) in formato jpeg.

I file, in italiano o inglese, devono categoricamente essere inviati entro (e non oltre) il 30 settembre 2019 alla seguente mail: pierluigi.2208@tiscali.it

Ringrazio tutti coloro che risponderanno a questo invito. Don Bosco non mancherà certo di ricompensare quanti si sentiranno e saranno coinvolti in questa iniziativa. Sarà un libro per un pubblico che non ha età. Per i giovani, che vedranno “all’azione” nomi di cui avevano solo sentito parlare, e per gli anziani, che rivivranno con un pizzico di nostalgia gli anni più belli della loro vita. Nei prossimi numeri di Ex Allievi Newsflash vi terremo aggiornati sullo sviluppo dei lavori. Pierluigi Lazzarini


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L’Istituto Tecnico Don Bosco di Tarlac lancia un libro per i settant’anni della scuola

Filippine

Tarlac City, Filippine – 31 gennaio 2019

TARLAC Lupi grigi mascotte della scuola

In occasione della festa di Don Bosco, l’Istituto Tecnico Don Bosco di Tarlac City ha presentato un libro illustrato dal titolo: “Il futuro inizia a settant’anni”.

Il libro, pubblicato dall’Associazione degli exallievi di quel Centro, è stato realizzato per celebrare il 70° anniversario dell’Istituto, il primo in tutto il Paese ad essere stato intitolato a Don Bosco.

Nelle sue pagine vengono raccontate le storie di alcuni exallievi, insieme alle tradizioni e al ruolo educativo svolto negli anni dall’Istituto.

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FAMIGLIA S ALESIANA

Portogallo

Pellegrinaggio nazionale della Famiglia Salesiana Giornata del Movimento Giovanile Salesiano

(ANS – Fatima)

“Con Maria, la santità è allegria” è stato il tema del 67º Pellegrinaggio della Famiglia Salesiana del Portogallo al Santuario di Fatima, svoltosi nel fine-settimana del 1819 maggio. E sempre a Fatima, nella giornata di sabato 18, i giovani del Movimento Giovanile Salesiano (MGS), che frequentano le opere dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), hanno celebrato la loro Giornata Nazionale.

Guidato dall’Ispettore del Portogallo, don José Aníbal Mendonça, dall’Ispettrice delle FMA, suor Rosa Cândida Gomes, e dal De-

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legato Nazionale per la Famiglia Salesiana, don Joaquim Taveira da Fonseca, il pellegrinaggio ha riunito nella devozione a Maria circa 800 persone appartenenti a diversi gruppi della Famiglia Salesiana.

L’apice delle attività è stato raggiunto nella giornata di domenica, con l’Eucaristia presieduta all’interno del santuario dall’arcivescovo di Evora, mons. Francisco Senra Coelho. Il presule, exallievo salesiano dell’Istituto Don Bosco di Maputo, in Mozambico, nell’omelia ha ricordato la «completa e disinteressata testimonianza sacerdotale» di Don Bosco, che ha saputo «amare, difendere, promuovere e dare la propria vita per i bam-

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FAMIGLIA S ALESIANA

bini, adolescenti e i giovani più poveri».

Per questo ha invitato tutti i pellegrini ad essere missionari dell’amore di Dio attraverso «gesti concreti di Vangelo vissuto e condiviso». Mons. Senra Coelho, già il giorno precedente aveva preso parte alle “attività salesiane”, unendosi ai giovani del Movimento Giovanile Salesiano per la mostra “Arte e Fede” realizzata presso il Centro Paolo VI, all’interno del programma della Giornata Nazionale del Movimento Giovanile Salesiano. Organizzato dalla Pastorale Giovanile Salesiana e dal Delegato Nazionale, don Ál-

varo Lago, l’appuntamento giovanile ha radunato 500 giovani provenienti dalle diverse case dei Salesiani e delle FMA del Portogallo, che hanno celebrato Maria vivendo la spiritualità giovanile ereditata da Don Bosco e Madre Mazzarello.

I ragazzi hanno vissuto tanti momenti insieme alla Famiglia Salesiana, come il Saluto alla Madonna, lo spettacolo "Arte e Fede" e il Rosario nella Cappellina delle Apparizioni. Durante la giornata i giovani hanno partecipato a vari laboratori, e alla fine hanno terminato le attività con un concerto di preghiera.

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FAMIGLIA S ALESIANA

Spagna

Confraternite Salesiane un riflesso del carisma di San Giovanni Bosco

(ANS – Siviglia) Nel mondo delle Confraternite Salesiane (Hermandades e Cofradías) il tempo liturgico della commemorazione della risurrezione di Gesù occupa un posto privilegiato, perché unisce la devozione, l’azione sociale e il protagonismo dei giovani. Su tutto il territorio si contano oggi circa 30 entità di fedeli, dipendenti dalle rispettive arcidiocesi e nate, in gran maggioranza, nell’alveo delle Associazioni degli Exallievi di Don Bosco.

Come Corporazione nata nel seno dell’Associazione degli Exallievi, la Confraternita di Malaga ha manifestato il suo marcato carattere salesiano. L’impulso apostolico, il servizio alla gente, la semplicità delle celebrazioni, il desiderio di essere presenti tra i giovani e le famiglie umili, il lavoro, l’iniziativa e la profonda devozione mariana sono aspetti propri della spiritualità salesiana.

«Le Confraternite Salesiane sono rappresentate da un consiglio consultivo e organizzativo, alle dirette dipendenze del delegato della Famiglia Salesiana e quindi dell’Ispettore. Il Coordinatore, inoltre, appartiene al Consiglio della Famiglia Salesiana dell’Ispettoria Spagna-Maria Ausiliatrice», spiega Manolo Orellana Delgado, Coordinatore delle Confraternite.

C’è anche spazio per la formazione, l’incontro e la promozione del protagonismo dei giovani. Un esempio si è potuto sperimentare lo scorso novembre durante il V Incontro ispettoriale delle confraternite salesiane, al quale sono state rappresentate le esigenze e le proposte delle confraternite, con il motto “In Fraternità, i giovani prima di tutto”. Sotto questo titolo è significativo anche il programma di at-

“Per tutte queste ragioni, il 20 giugno 1996, l’allora Ispettore, don Eusebio Muñoz Ruiz, ha concesso il titolo di ‘Confraternita Salesiana’ e con il desiderio di approfondire l’impegno verso i giovani”.

Questo desiderio di espandere il senso di fratellanza è ciò che ha incoraggiato il processo di creazione del Consiglio Ispettoriale della Confraternite Salesiane. 42

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tività sviluppato tutto attorno. Per esempio, nel 2019 si celebrano i primi 75 anni della Confraternita di Las Palmas di Ciudad Real. La vita piena delle Confraternite Salesiane non si limita esclusivamente ad una stagione di penitenza durante la settimana della Passione o ai tridui e ai culti propri della Quaresima. Numerosi esempi si possono trovare anche nelle collaborazioni realizzate dalla Confraternita “del Prendimiento” di Cordoba con la Fondazione Don Bosco, attraverso il piano di emancipazione “Miguel Magone” o il calendario delle campagne di solidarietà della Confraternita “del Despojado” di Cadice. Piccoli esempi della vita piena di queste Confraternite salesiane, riflesso del carisma di San Giovanni Bosco.


S TATUTO DELLA C ONFEDERAZIONE M ONDIALE

Statuto della Confederazione Mondiale Præit ac tuetur / Ci precede e ci protegge Roma, 5 dicembre 2015

Capitolo IX Elezioni della Presidenza Confederale Mondiale Art. 32 - Commissione elettorale

Dieci mesi prima della scadenza degli incarichi confederali la Giunta Esecutiva Confederale Mondiale nominerà una Commissione elettorale composta da almeno 3 membri, dal Segretario Generale Mondiale e dal Delegato Confederale Mondiale. Il Segretario Confederale Mondiale è il Presidente di questa Commissione. I compiti della Commissione elettorale sono:

a) Elaborare un regolamento di votazione.

b) Richiedere le candidature per la Presidenza Confederale Mondiale 6 mesi prima delle operazioni elettorali.

c) In caso di convocazione dell’Assemblea per corrispondenza, provvedere allo spoglio finale dei voti ricevuti per corrispondenza e rendere nota la lista degli eletti, mediante apposito verbale.

d) Richiedere agli eletti la votazione della terna da sottoporre al Rettor Maggiore. e) I membri della Commissione non possono essere candidati alla elezione della Presidenza.

f) La Presidenza Confederale Mondiale sottoporrà alla Commissione Elettorale la lista completa di coloro che hanno diritto di voto. Questa lista sarà pubblicata sul sito e altre reti sociali degli Exallievi almeno 1 mese prima della data fissata per le elezioni.

Art. 33 - Candidature

a) Ogni Confederazione o Federazione Nazionale può presentare fino a 3 candidature, 1 delle quali è riservata ad un Gex (giovane exallievo o exallieva); è necessaria l’approvazione del Presidente, del Delegato nazionale, dell’Ispettore del territorio di tesseramento dello stesso candidato e della moglie o del marito se è sposato. b) La lista approvata sarà comunicata a cura della Commissione Elettorale almeno 2 mesi prima dell’Assemblea Mondiale.

c) In nessun caso saranno ammesse candidature presentate oltre tale termine.

d) I candidati GEX devono avere un’età compresa tra i 18 anni e i 30 anni nel momento in cui vengono nominati.

Art. 34 - Elezioni

a) Elezione del Presidente Confederale Mondiale, del Segretario Generale Mondiale e Tesoriere Confederale Mondiale.

Il Presidente della Commissione elettorale, concluse le operazioni di voto e scrutinio, e subito dopo aver provveduto all’esposizione davanti all’AsEX ALLIEVI Newsflash - 24 giugno 2019

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S TATUTO

DELLA

C ONFEDERAZIONE M ONDIALE

semblea Generale Mondiale dell’elenco completo dei candidati e dei rispettivi voti conseguiti, consegna al Rettor Maggiore la terna di nomi dei candidati più votati, tra i quali il Rettor Maggiore designerà il Presidente Confederale Mondiale.

Gli aventi diritto al voto eleggeranno i candidati a Segretario Generale e Tesoriere Confederale durante l’Assemblea Mondiale indicati da un’apposita lista. Il candidato che ottiene il numero più alto dei voti durante l’Assemblea verrà eletto per la posizione per cui era candidato. I candidati possono essere nominati per due funzioni. Una volta eletto il candidato non è eleggibile per altre funzioni.

Nel caso che una persona venga eletta per due funzioni, la Commissione Elettorale gli chiede di procedere ad un’opzione. La seconda persona con il numero più alto di voti viene conseguentemente eletta per la funzione resasi vacante.

Qualora non si ricevessero candidature per le funzioni esecutive (Segretario e Tesoriere), nella prima riunione della Presidenza Confederale, i nuovi eletti debbono cooptare un candidato idoneo per ogni funzione vacante. b) Membri della Presidenza Confederale Mondiale: i Consiglieri Regionali

Gli aventi diritto al voto che appartengono ad una Regione possono votare tutti i candidati di quella Regione (secondo i voti attribuiti in base all’art. 31) per eleggere i membri della Presidenza Confederale. I membri della Presidenza Confederale Mondiale votano per i candidati della Regione a cui appartengono. Il Delegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana e il Delegato Mondiale sono considerati come appartenenti alla Regione Europa. Il candidato che ottiene il maggior numero di voti nella propria Regione diventa Consigliere Regionale per quella Regione. Il giovane che ottiene il maggior numero di voti nella propria Regione diventa Consigliere Regionale GEX per quella Regione. Art. 35 - Durata

a) Il Presidente Confederale dura in carica 6 anni e può essere riconfermato 1 sola volta tenendo presente che non sono computabili eventuali incarichi precedentemente assunti nella Presidenza. I membri della Presidenza durano in carica 6 anni e, ordinariamente, possono essere rieletti 1 sola volta.

b) Gli stessi criteri di durata valgono per gli eventuali membri cooptati nella Presidenza e nella Giunta.

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EX ALLIEVI Newsflash - 24 giugno 2019

c) In caso di dimissione o morte del Presidente o del Vice Presidente, il Rettor Maggiore, informato rispettivamente dal VicePresidente o dal Presidente, indica alla Presidenza una coppia di nomi tra i componenti superstiti tra cui la stessa Presidenza provvederà alla nomina del sostituto fino alla normale scadenza del mandato precedente. d) In caso di dimissioni o di morte di un membro della Presidenza Confederale, il Presidente convocherà la Giunta Esecutiva Confederale Mondiale per:

~ La presa d’atto ufficiale delle dimissioni del Consigliere o del decesso. ~ Le comunicazioni di rito, in caso di morte, alla Famiglia Salesiana. ~ Il programma delle attività consequenziali quali l’attribuzione della carica di Consigliere di Presidenza al primo dei non eletti (adulto o GEX a secondo dei casi) della circoscrizione regionale cui apparteneva il Consigliere; nel caso in cui si tratti di un membro della Giunta Esecutiva Confederale, la nomina del nuovo consigliere sarà effettuata da parte della Presidenza, così come sopra integrata.

In mancanza di un candidato disponibile in graduatoria, la Presidenza Confederale Mondiale può cooptare un sostituto.

e) L’Exallievo investito di rilevanti cariche pubbliche e private, non può espletare mandati, specialmente quello di Presidente. Per la valutazione d’eventuali casi particolari è competente la Presidenza Confederale Mondiale.

Capitolo X

Informazione e Comunicazione

Art. 36 - Organi di informazione

a) La Presidenza Confederale Mondiale attiva attraverso il sito ufficiale della Confederazione l’animazione e l’informazione periodica per le Confederazioni e Federazioni nazionali e per quanti siano interessati alle attività associative. Il sito può essere integrato dalla pubblicazione di un foglio notizie. b) Ogni Federazione Nazionale è chiamata a collaborare con articoli, notizie, esperienze che si ritiene utile far conoscere a livello mondiale attraverso i suddetti organi.


S TATUTO DELLA C ONFEDERAZIONE M ONDIALE Capitolo XI

Gonfalone, distintivo, benemerenze, giornate celebrative

Art. 37 - Gonfalone, distintivo, benemerenze e giornate celebrative

a) Il Gonfalone Confederale mondiale è custodito presso la sede della Confederazione Mondiale in Roma. Presenta il volto di Don Bosco. Viene esposto in occasione di solenni celebrazioni, ricorrenze, congressi internazionali e mondiali, riunioni e incontri.

b) Il Distintivo, assieme al Gonfalone, è segno visibile dell’unità della Confederazione e d’appartenenza alla medesima. Disegnato e coniato a cura della Presidenza Confederale Mondiale, è depositato presso la Segreteria Generale Mondiale. Riproduce sostanzialmente il disegno originale approvato nel Secondo Congresso Internazionale del 1920. c) Il distintivo d’oro di benemerenza, altri attestati di fedeltà e diplomi particolari sono concessi per segnalati servizi. d) Si celebrano le seguenti feste annuali:

~ 31 gennaio Festa di San Giovanni Bosco ~ 24 maggio Festa di Maria Ausiliatrice ~ 24 giugno Festa Mondiale degli Exallievi per commemorare l’onomastico di Don Bosco e la nascita del Movimento Exallievi ~ 5 ottobre Festa del Beato Alberto Marvelli ~ 5 dicembre Festa del Beato Filippo Rinaldi ~ 8 dicembre Festa dell’Immacolata e commemorazione dell’inizio della Famiglia Salesiana.

Gli Exallievi di Don Bosco partecipano inoltre alle celebrazioni della Famiglia Salesiana organizzate a livello nazionale, ispettoriale e locale.

Capitolo XII

Finanziamento

a) La quota annuale, versata da ogni Confederazione o Federazione Nazionale, espressione d’appartenenza alla Confederazione Mondiale. Le Confederazioni o Federazioni Nazionali sono tenute a contribuire al mantenimento della Confederazione Mondiale attraverso le quote stabilite dalla Presidenza Confederale Mondiale in relazione al numero degli associati. La Presidenza Confederale Mondiale deciderà annualmente l’importo della quota di appartenenza da parte di ciascuna Confederazione e Federazione Nazionale tenendo conto del reddito medio procapite nazionale.

La Presidenza Confederale Mondiale fissa ogni anno l’ammontare della quota d’appartenenza. Questa quota è versata da ogni Confederazione o Federazione Ispettoriale, o da ogni Federazione Nazionale se non ci sono Federazioni Provinciali. Nel caso in cui la Federazione Nazionale è composta da varie Federazioni Ispettoriali la quota è dovuta da ogni Federazione Ispettoriale. Nel caso in cui la Confederazione o Federazione Nazionale non sia costituita, la quota è dovuta da ogni Federazione Ispettoriale. b) Donazioni e progetti. Con questa finalità è permesso al Tesoriere Confederale Mondiale di organizzare attività e progetti. La Confederazione Mondiale è autorizzata a ricevere entrate e contributi di diversa provenienza con le finalità previste nel presente Statuto.

Art. 39 - Spese

In base alle effettive entrate e secondo il preventivo proposto dal Tesoriere Confederale Mondiale, la Presidenza Confederale può, ogni anno, destinare un certa somma ad un membro della Presidenza Confederale per l’esecuzione di un progetto proposto e approvato.

Il Tesoriere Confederale Mondiale può saldare le spese di viaggio e le altre spese dei membri della Presidenza Confederale e della Giunta Esecutiva Confederale Mondiale o d’altre persone, soltanto se c’è un permesso previo della Giunta Esecutiva Confederale Mondiale. (Qualsiasi spesa deve essere accompagnata da relativa fattura). (Continua nel prossimo numero)

Art. 38 - Modalità di finanziamento della Confederazione Mondiale La Confederazione Mondiale riceve i mezzi finanziari da:

EX ALLIEVI Newsflash - 24 giugno 2019

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EX ALLIEVI Newsflash

Periodico di attualità religiosa e sociale della Confederazione Mondiale degli Exallievi ed Exallieve di Don Bosco

Direzione e Redazione Ex Allievi Newsflash Opera Salesiana Teresa Gerini Via Tiburtina, 994 - 00156 Roma (Italia) tel. (+39) 06.409.003 Internet: www.exallievi.org E-mail: newsflash@exallievi.org

Casa Generalizia Sede Centrale Salesiana Via Marsala, 42 - 00185 Roma (Italia) tel. (+39) 06.656.121 Centralino Fax (+39) 06.656.12.556 Internet: www.sdb.org E-mail: rmg@sdb.org

Direzione e Coordinamento redazionale Pierluigi Lazzarini (pierluigi.2208@tiscali.it)

IL NOSTRO NUMERO DI CONTO

Segretaria di Redazione Veronica Messano

Collaboratori di questo numero Papa Francesco, Don Ángel Fernández Artime sdb, Michal Hort, don Jayapalan Raphael sdb, don Eli Cruz sdb, Jude Elie, João Luís Fernandes, Barry Hudd, Peter Kovác, don António Marcelino sdb, Gian Francesco Romano, don Krzysztof Tomeczkowski sdb

Nome: Confederazione Mondiale Exallievi ed Exallieve di Don Bosco Bank: Banco Posta Indirizzo: Roma, Italia IBAN: IT53 0076 0103 2000 0004 3261 007 SWIFT Code: BPPIITRRXXX Bank Account Number: 43261007

Foto/immagini e Fonti Archivio Ag. ANS, AustraLasia, Boletim Informativo Hoje, Grzegorz Chojnacki, Aniela Mazurkiewicz, don Paweł Gacek SDB

La Rivista trimestrale (Italiano, Inglese, Spagnolo, Francese e Portoghese) è consultabile sul sito ufficiale www.exallievi.org in queste scadenze: 25 DICEMBRE (Santo Natale); PASQUA DI RESURREZIONE; 24 GIUGNO (nascita degli Ex Allievi); 5 OTTOBRE (Beato Alberto Marvelli)

Traduzioni

Ag. ANS - Veronica - Nisaury

Ag. ANS - Nisaury Ventura

Ag. ANS - Redazione

Ag. ANS - Nisaury Ventura

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