Il sicomoro di giugno 2013 la preghiera

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«Chiedete

e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto » (Mt 7,7).

LA PREGHIERA: DA SEMPRE ANELITO DI DIO

A

...quel sottile bisbigliare che attira la nostra attenzione...

bitare il limite del disincanto e intuire che l'unica spiritualità che può corrispondermi è quella più spicciola, del quotidiano, delle cose piccole e quasi inavvertite. Apparentemente non c'è nulla di più squallido di una vita sola e monotona, se non fosse per Qualcuno che vivifica questa nostra vita, e lo fa quotidianamente offrendo un deserto di fiori inaspettati.

Lo avverto, lo sento che palpita di battiti non miei….

di Paola Villano Negro

Se potessimo scoprire per che cosa e come prega lo Spirito nel nostro cuore, avremmo scoperto il segreto stesso della preghiera. Ora, a me sembra che questo sia possibile, poiché lo Spirito infatti - che prega in noi segretamente e senza strepito di parole - è lo stesso identico Spirito che ha ispirato le pagine della Scrittura. E lo Spirito Santo non A Dio piace parlare attraverso un ha due preghiere diverse! piccolo frammento di esistenza, un Non si riesce a cogliere fino in granello appena, il che mi fondo il senso della preghiera consente di arrestare la corsa e personale cristiana, fino a che assaporare il mistero profondo che nella vita non si vivono tutte le conosce la fatica del passo, pagine della Scrittura, per scoprire l'asprezza della lotta, la monotonia che ciò che muove noi nel nostro dell'abitudine, la difficoltà della personale rapporto con Dio è lo comunione, l'inafferrabilità della stesso, medesimo anelito che ha Speranza. sollecitato gli uomini di preghiera

scuola di preghiera dalla Bibbia, per imparare ad “accordarci” con lo Spirito, e pregare come prega Lui. La prima cosa che colpisce in questi oranti “ispirati” della Sacra Scrittura è la grande libertà e l’incredibile ardimento con cui dialogano con Dio: niente di quella soggezione e del servilismo che gli uomini sono soliti associare alla parola “preghiera”.

Conosciamo la preghiera di Abramo a favore delle città di Sodoma e Gomorra (Genesi 18,22 -33). Abramo si rivolge a Dio, dicendo: “Davvero sterminerai il giusto con l’empio?”, come per dire: “Non posso credere che tu vorrai fare una cosa del genere!” A Ecco, qui sta la mia vita di di cui la Bibbia ci narra, nel loro ogni successiva richiesta di preghiera personale: un fatto di personale rapporto con Dio. Noi, perdono, Abramo ripete: “Vedi (Continua a pagina 2) cuore. Il cuore che parla al cuore. dunque, dobbiamo andare a

Periodico del Gruppo Esperienza Anno 17 - Giugno 2013

Parrocchia Santa Teresa del Gesù Bambino Via Edoardo Nicolardi - Napoli http://www.lesperienza.it/il-sicomoro


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come ardisco parlare al mio Signore!”. La sua supplica è “ardita” e lui stesso se ne rende conto. Ma Abramo è l’“amico di Dio” (Is 41, 8), e tra amici si sa fin dove ci si può spingere….

Pag. 2 "facciamo tre tende!" Questa deve essere la nostra preghiera personale...un mezzo per comunicare con Dio; uno stare con Dio, un colloquio intimo con Lui….e Lui stesso parlerà al nostro cuore, e non mancherà mai a questo appuntamento!

Mosè va ancora più lontano nel suo ardimento. Dopo che il popolo si è costruito il vitello d’oro, Dio dice a Mosè che è sul monte a pregare: “Scendi in fretta di qui perché il TUO popolo, che tu hai fatto uscire dall’Egitto, si è traviato”. Mosè risponde dicendo: “Al contrario, essi sono il TUO popolo, la tua eredità, che tu hai fatto uscire dall’Egitto” (Dt 9, 1229; Es 32, 7-11). La tradizione rabbinica ha colto bene il sottinteso che c’è nelle parole di Mosè: “Quando questo popolo ti è fedele, allora esso è il “tuo” popolo che “tu” hai fatto uscire dal paese d’Egitto; quando ti è infedele, allora esso diventa il “mio” popolo, che “io” ho fatto uscire dall’Egitto?”. Anche qui Mosè non è stato certo franco di cerimonie con il nostro Dio, facendogli notare questa sottigliezza di espressione….che audacia, fratelli!

La preghiera cristiana è dunque ascolto. Dio ci parla: questo è lo straordinario della nostra fede.

Ma quindi, cos’è la preghiera? ….Chi fra noi non ha mai sperimentato la forza dell'andare dietro quel qualcosa che arde e spinge? L'attrazione è già appartenenza, perché il desiderio mette le ali a tutto l'essere, e spinge in Alto (o se volete nel profondo di noi stessi) verso quei luoghi e quei tempi di comunione con Dio, dove l'aria pura si respira a fatica, ma dove non è possibile non esclamare con Pietro

della caverna dove dimoriamo, come Elia......allora la Sua voce, come onda mite e riverberante richiamo, come un vento leggero, ci condurrà lontano, o dentro noi stessi, nel nostro cuore, per posarci all’ingresso di quel luogo dove avverrà l'incontro con Lui, al riparo della Sua dimora.

Eppure, spesso sembra spaventare un Dio che "sussurra", perché la richiesta implicita è di affinare i nostri sensi per poterLo cogliere…..Fidiamoci, fratelli! Fidiamoci di questo soffio leggero, impercettibile, capace di un narrare a bassa voce; fidiamoci di questo mormorio che lascia pregustare un segreto di Vita….ecco il passo di Dio! Volgiamo lo sguardo, tutte le volte che un sottile bisbigliare attira la nostra attenzione. Posiamo l'attenzione su di Lui, quando pensiamo di riconoscerLo, e ci accorgiamo che sappiamo poco, così poco di Lui.... Sostiamo in questi nostri silenzi interiori così pieni di Lui, gustiamoli, cogliamone il senso per la nostra vita personale e per la nostra vita Questi sono solo due esempi di fraterna, e rendiamo grazie di ciò uomini di preghiera, che hanno che siamo, per ciò che abbiamo o fatto del loro rapporto con Dio un abbiamo avuto. Per Grazia. rapporto schietto, vero, leale mai Perché nel nostro essere donne e disgiunto da un intimo senso della uomini è scritto il Verbo. Quando maestà e santità di Dio, e sempre, sentiremo Qualcuno che ci sempre totalmente sottomessi a accarezza il volto, potremo coprirci Lui…! con il mantello e fermarci fuori

Ecco il mio anelito.... una donna matura che sa misurarsi nella lunga e paziente attesa di questa

“voce sottile”, colei che esprime il tutto che è in ogni frammento della sua vita, colei che non ha più paura di sentirsi vulnerabile, fragile, che non teme il sentirsi definire "sensibile" come se la sensibilità fosse un difetto, perché sta imparando che le ferite della sua umanità possono trasformarsi in feritoie attraverso le quali la Vita giunge nel fluire del tempo, una vita che, potendo realizzare finalmente il suo fine, canta all'amore con il suo cuore piagato avvolto in una «fiamma che consuma e non dà pena». La sofferenza non è più un peso del disordine, ma un peso ordinato, il dolce peso del limite, sempre aperto però ad un dolce incontro. E in questo panorama di fiori e di gusti personali, che scopriremo se ci lasciamo afferrare dal Suo bisbiglio, si inserisce la preghiera comunitaria. Perché spesso la nostra preghiera comunitaria ci pare fiacca e senza slanci? Perché la preghiera fatta in comune raggiunge tutta la sua efficacia solo quando è intimamente connessa a quella personale. Preghiera comune e preghiera personale, infatti, sono in stretta relazione e sono tra loro complementari. È necessario perciò vivere maggiormente il momento dell'interiorità, della relazione filiale con Dio, del dialogo intimo con il Padre, del silenzio interiore e esteriore che rigenerano le nostre profondità più nascoste per portarne poi i frutti nella preghiera comunitaria. Riusciremo quindi ad alimentare la nostra vita fraterna ed a vederne frutti visibili con un costante personale colloquio con Dio, e con la lode e l'intercessione comunitaria che da essa prendono il passo.


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PERCHE’ PROPRIO IO? Rifugio, dialogo e ringraziamento, il mio colloquio intimo con Lui!

Q

uando mi è stato chiesto di scrivere quest’articolo mi sono domandata: “Perché proprio io?” Ma subito il mio cuore si è dato una risposta. Per me la preghiera è sempre stata la mia unica arma da usare nei momenti difficili e bui della vita. È sempre stata un modo per ringraziare il Signore per i benefici che mi ha donato in questa vita. È un dono che il nostro Signore ci ha fatto…….e noi Cristiani siamo chiamati a pregare!!! Pregare significa abbandonarsi nelle braccia del Padre come un bimbo fa con la sua mamma. Bisogna lasciare operare lo Spirito dentro di noi. Quando prego lascio i miei pensieri e provo a fare silenzio dentro di me; la preghiera è il mezzo per comunicare con Dio, è uno stare con Dio, un colloquio intimo con Lui, dove Lui stesso ci parla con il cuore. Non c’è un modo o uno stile di pregare, la preghiera è personale, essa deve diventare luogo dove io possa trovare l’Amore di Gesù, dove io possa sentire il suo calore e il suo abbraccio. C’è un dialogo attraverso la preghiera che avviene tra me e Dio, questo dialogo deve essere sincero, costante, sapiente, di fiducia, di amore e di speranza, portandoci alla contemplazione di Dio e alle lode di Dio, perché Lui è il Creatore e il Padre. Nella preghiera c’è un affidarsi a

Dio; quando ci siamo affidati totalmente, Lui ci rivela la Sua volontà, il disegno che ha su che in risposta all’invito rivoltogli ciascuno di noi: “Padre non sia da Dio di chiedergli qualunque fatta la mia volontà, ma la tua cosa, dice: “Donami, Signore, un volontà” (Lc 22,42). Il Signore ci lev shomea, un cuore capace di parla attraverso la preghiera; ascolto” (I Re 3,9). Noi uomini tante volte è proprio in quel abbiamo bisogno silenzio che si sente la sua voce. essenzialmente di questo, per È molto importante confidare nel conoscere la volontà di Dio e ad Suo aiuto ed essere consapevoli essa ispirare la nostra vita, per che a Lui tutto è possibile: accogliere l’Amore di Dio e “Chiedete e vi sarà dato; cercate rispondergli amando Lui e i e troverete; bussate e vi sarà nostri fratelli. La nostra preghiera aperto; perché chiunque chiede deve essere quindi di speranza, riceve e chi cerca trova e a chi di amore e di fede verso Colui bussa sarà aperto” (Mt 7,7). La che ci ha amato e ha dato la Sua preghiera cristiana è innanzitutto vita per salvarci dal peccato. ascolto. Dio ci parla! Questo è lo Preghiamo chiedendo anche straordinario della nostra l’intercessione fede. Per farsi conoscere, della nostra Dio ha scelto liberamente Mamma Celeste di rivelarsi a noi; ci parla e dei Santi. In come ha fatto con ogni preghiera Abramo e tante volte ci non dobbiamo chiede dei sacrifici: “Il mai dimenticare Signore disse ad Abram, di ringraziare Vattene dal tuo paese, Dio: la Sua dalla tua patria e dalla generosità è casa di tuo padre, verso il infinita e senza paese che io ti indicherò. Farà di Lui non siamo nulla. te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò «Se vuoi trovare Dio, coloro che ti benediranno abbandona il mondo esteriore coloro che ti malediranno e rientra in te stesso. maledirò e in te si diranno Tuttavia, non rimanere in te stesso, benedette tutte la famiglie ma oltrepassa te stesso, della terra” (Gen 12,1-3).

di Lella Cava

perché tu non sei Dio:

Dobbiamo essere come il Egli è più profondo e più grande giovane Re Salomone

di te !»

S. Agostino


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ALLA SCOPERTA DELLA PREGHIERA ...come parlare con Dio come un figlio fa con il padre?

F

in dalla mia più tenera età ad oggi il mio concetto di Preghiera è sempre stato “unidirezionale”, un “Ti do tanto e mi aspetto di ricevere tanto”. Ho cercato, sin da piccolo nella Bibbia, di conoscere il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, e ricordo con una certa nostalgia e tenerezza le parole che fecero più effetto su di me: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto". (Mt 7,7) Queste parole di Matteo sono sempre state per me ancora di salvezza, e guida nella cecità della mia fede. Questo per me era il fondamento della Preghiera fino a poco tempo fa…. È duro affrontare la realtà quando Dio non ascolta le tue preghiere o almeno - chiariamo meglio - non esaudisce il tuo volere. Ma veniamo all’origine, e cioè da quando tutto per me è iniziato. La preghiera per me, come dicevo, è sempre stata intesa come un binomio indissolubile con la mia personalissima FEDE in Gesù Cristo, tant’è che al passo del vangelo di Matteo seguivano successivamente nel mio cuore i seguenti passi: Mc 9,23: «Un giorno un padre chiede a Gesù la guarigione di suo figlio e gli dice: "Se è possibile, guariscilo". E Gesù: "Se tu puoi? Tutto è possibile per chi crede"». Mc 11,22-23: «Abbiate fede in Dio! In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Levati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato». Lc 7,50; Mc 5,34; 10,52: «La tua fede ti ha salvato».

Ai guariti Gesù dice quasi sempre così; ai guariti Gesù non diceva "la fede in me ti ha salvato" o "in Dio", ma "la tua fede". Cioè, era la fiducia che essi avevano, che aveva operato la guarigione. Insomma credo si sia capito che per me la preghiera è il mezzo chiaro e unico in cui Dio ascolta la nostra “FEDE”, un mezzo con il quale non solo Lui ci parla e ci trasmette il suo “Amarci senza limiti” ma anche il “mezzo” attraverso il quale la nostra fede può toccare quell’amore infinito che è Dio, e arricchirsi di Lui. Negli anni, purtroppo, ho scoperto che la mia preghiera è sempre stata intesa da me, come un ancora di salvezza e non come un porto sicuro in cui rifugiarmi quotidianamente, soprattutto quando c’è bel tempo. È così è accaduto che, quando la consapevolezza di “usare” la preghiera solo nei momenti tempestosi della mia vita - quando ne avevo bisogno, ha preso piede nel mio cuore, è giunto anche il momento/bisogno di far maturare quello che in buona fede, era il mio rapporto personale con Dio. La mia preghiera ha attraversato dunque questa fase intensa di buio in cui se c’era, era una preghiera arida, senza senso, a volte un luogo in cui mi colpevolizzavo, poiché non riuscivo a parlare a Dio come un Figlio fa con il Padre... Decisi di prendere un tempo di silenzio, un tempo senza preghiera…. ed è stato proprio nell’assenza totale di dialogo con Lui che ho scoperto che… MI MANCAVA…. !

di Felice di Lauro parlare di Dio con i fratelli e con gli sconosciuti, e addirittura anche il solo pensare a Lui durante una giornata magari faticosa, o perché no alzare gli occhi al cielo e ringraziarlo per le cose semplici della vita, come l’aria che respiriamo, il Sole che ci scalda il viso, o la scoperta che dentro ogni cosa del mondo c’è Dio. Come tutte le cose belle, anche questa sembrava terminare…. nella mia vita, la preghiera, che era sempre stata, tranne quel breve periodo di totale assenza, luce per la mia fede, ma ora si lasciava vedere nella sua interezza… nel lato che l’uomo, definirebbe, “NEGATIVO” e cioè: "Padre non sia fatta la mia volontà, ma la Tua volontà" (Lc 22,42). Ed è questo l’ultimo passo, ad oggi, nel mio percorso personale con la preghiera.

Questa frase del Vangelo di Luca, che altro non è che la preghiera che 2000 e passa anni fa Gesù lasciò a noi in eredità, è intimamente dura. Dura perché molte volte il Padre Nostro, colui a cui rivolgo, talvolta, con quella fede grande quanto un granello di senape, la mia preghiera, non si piega alla “nostra volontà”; sono persuaso, infatti, che non è mancanza di amore del Padre verso il Figlio, ma piuttosto consapevolezza che ciò che noi chiediamo con fede talvolta è contro la Sua volontà, ciò che noi reputiamo giusto non fa altro che celare cose più grandi della nostra volontà. Mentre altre volte ti trovi a dover affrontare delle situazioni nella vita, in cui ti chiedi, “perché Padre proprio a me?” oppure “che ho fatto io di male per avere Ora non dò più importanza alla questo da Te”... quantità di minuti o di ore ma alla Certo è inspiegabile come a volte qualità del rapporto con Dio, e cioè il una preghiera possa all’apparenza pregare con cuore sincero, senza non esser ascoltata da Dio, ma alla preoccuparmi del “modo” e del fine se abbiamo davvero fede, solo “tempo”. Le parole da usare per me allora, abbiamo la certezza che la non sono più un peso, ma tutto è Sua volontà è di certo migliore della diventato preghiera, dal leggere la mia, per quanto dura che sia; e la parola di Dio quotidianamente, al preghiera fatta con il cuore puro e


Il Sicomoro - Giugno 2013 sincero ci aiuta a comprendere che le Sue strade non sono le nostre, i Suoi tempi non sono i nostri tempi e, come è oramai chiaro, la Sua Volontà non è la nostra.

Pag. 5 Lui ci chiede solo di elevare il nostro Spirito a Lui… fare silenzio dentro di noi, anche solo per un minuto, e lasciar parlare Lui… Impossibile? Forse lo è… lo è quando noi vogliamo seguire degli schemi, vogliamo ripetere parole su parole, preghiere su preghiere senza sentirle veramente dentro il cuore…

Mi lancio in questo che per me è atto di totale abbandono a Lui… lo faccio perché negli anni ho scoperto che inchinarsi alla Sua volontà non è un atto da deboli, ma un atto di La preghiera ha molte sfumature, e immenso coraggio. non è possibile dire “questo è un Ricordo di nuovo a me stesso, più modo giusto di pregare” e “quello è che a voi lettori, che la preghiera è in sbagliato”, ma il mio augurio/ tutte le cose, anche quelle brutte, quelle che a volte ci fanno soffrire…

Come è grande la potenza della preghiera!

preghiera, che rivolgo soprattutto a me, è che un giorno possa riuscire a giungere a vette che per ora sento inesplorate… il totale abbandono nella preghiera, la costanza quotidiana anche nel poco, e la fede cieca, saranno le armi che condurranno la mia preghiera ad essere sempre più sincera e renderanno (e in parte lo fanno già) la Mia Croce più leggera, perché la preghiera è la cura a tutti i nostri dolori… la preghiera è l’amore di Dio che entra in noi.

semplicemente al buon Dio quello che voglio dire,

«La si direbbe una regina la quale abbia ad ogni senza far delle belle frasi, e sempre mi capisce. Per

istante libero adito presso il Re, e possa ottenere me la preghiera è uno slancio del cuore, è un tutto ciò che chiede. Non è affatto necessario per semplice sguardo gettato verso il Cielo, un grido di essere esaudite leggere in un libro una bella gratitudine e di amore nella prova come nella formula composta per la circostanza; se così fosse, gioia, insomma è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che

ahimè! Come sarei da compatire! Al di fuori dell’ufficio divino, che sono indegnissima di recitare,

non ho il coraggio di sforzarmi a

mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù».

cercare nei libri delle belle preghiere: ciò mi fa Santa Teresa del male alla testa, ce ne sono tante! E poi sono tutte

Gesù Bambino

belle, le une più delle altre. Non ce la farei a dirle tutte, e, non sapendo quale scegliere, faccio come i bimbi che non sanno leggere, dico molto

UNA PREGHIERA CORAGGIOSA, NON UNA PREGHIERA PER CORTESIA! “Spesso anche quanti vogliono bene a chiedere un miracolo, per chiedere Gesù non rischiano troppo nella loro fede e non si affidano completamente a Lui; ma perché questa incredulità? Credo che è proprio il cuore che non si apre, il cuore chiuso, il cuore che vuole avere tutto sotto controllo. È un cuore, dunque, che non “dà il controllo delle cose a Gesù”. Tutti noi abbiamo un pezzo di incredulità, dentro. È necessaria una preghiera forte, e questa preghiera umile e forte fa che Gesù possa fare il miracolo. La preghiera per

un’azione straordinaria dev’essere una preghiera coinvolta, che ci coinvolga tutti. Una preghiera coraggiosa, che lotta per arrivare a quel miracolo; non quelle preghiere per cortesia, «Ah, io pregherò per te», e poi dico un Pater Noster, un’Ave Maria e mi dimentico. No! Una preghiera coraggiosa, come quella di Abramo che lottava con il Signore per salvare la città, come quella di Mosé che aveva le mani in alto e si stancava, pregando il Signore; come quella di

tante persone, di tanta gente che ha fede e con la fede prega, prega. La preghiera fa miracoli, ma dobbiamo credere! Io penso che noi possiamo fare una bella preghiera … e dirgli oggi, tutta la giornata: «Credo, Signore, aiuta la mia incredulità» ... e quando ci chiedono di pregare per tanta gente che soffre nelle guerre, tutti i rifugiati, tutti questi drammi che ci sono adesso…... pregare, ma con il cuore il Signore: «Fallo!», ma dirgli: «Credo, Signore. Aiuta la mia incredulità» che anche viene nella mia preghiera. Facciamo questo, oggi”. Dall’omelia di Papa Francesco del 20 maggio 2013


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SUI PASSI DI SANTA TERESA D’AVILA «L’orazione mentale non è altro che un trattare con amicizia, intrattenendosi molte volte da soli a soli con Chi sappiamo che ci ama»

S. Teresa

d’Avila, nata in Spagna nel 1515 fu proclamata Dottore della Chiesa nel 1970 da Paolo VI , il quale ebbe a dire nel corso della Omelia: "È questa la luce, resa oggi più viva e penetrante, che il titolo di Dottore, conferito a Santa Teresa, riverbera sopra di noi. Il messaggio dell’orazione!" Abituiamoci quindi al termine orazione. Santa Teresa ci fa capire che l’orazione è una cosa ben diversa dalla preghiera vocale abitudinaria, recitata a memoria, anche se l’una non esclude l’altra; anzi, se s’impara a fare orazione vera, anche la preghiera recitata a memoria impareremo a farla in modo diverso, più personale e più intimo, più “dialogato”. E nessuno deve considerarsi escluso dalla possibilità di percorrere il suo cammino e di ricevere grazie simili a quelle che lei stessa ha sperimentato nel corso della sua vita, tutta improntata alla preghiera ed al rapporto a “tu per tu” con Dio, da “solo a Solo con Dio”. I consigli di Santa Teresa d’Avila nei suoi scritti sono molto semplici e dimostrano come la preghiera può aver diversi livelli di elevazione: partendo dalla preghiera (o “orazione”) vocale, passando per quella mentale (che è legata anche alla meditazione), si può arrivare alla “orazione di raccoglimento” e ad un livello ancora più elevato: l’“orazione di quiete”. Nell’esercizio di questa “fatica” Dio può decidere di farci arrivare all’“orazione d’unione” e, più in alto, fino alla contemplazione e all’estasi.

I livelli più elevati sono solo dono di Dio, ma quelli iniziali sono alla portata di tutti, e dovrebbero fare parte del cammino di ogni cristiano. Possiamo perciò imparare direttamente da Santa Teresa a vivere un rapporto personale con il Signore; Teresa è un’innamorata di Gesù, e in tutti i suoi testi esprime il desiderio di contagiarci nell’amore per la preghiera: “La mia intenzione è d’ingolosire le anime per un bene così elevato”. Essere “da solo a solo” con Dio non significa pregare isolato dagli altri, perché possiamo avere una esperienza di intimità con Dio anche in una grande assemblea liturgica. Quel “solo a Solo” significa che per me, in quel momento, c’è solo Lui e io non desidero altro che staccarmi da tutto ciò che non è Lui, che mi distrae da Lui. È un’attitudine interiore. Molti insegnano che nella preghiera bisogna svuotarsi di tutte le rabbie e le preoccupazioni, deponendole ai piedi di Gesù, consegnandole nelle sue mani. A volte è difficile, ma possiamo fare anche di queste difficoltà l’argomento della nostra orazione. Nell’orazione si è davanti a Dio, con la propria anima messa a nudo, e nella verità. Per Teresa pregare vuol dire guardare Gesù, fargli compagnia, parlargli secondo lo stato d’animo che abbiamo, e ascoltarlo È molto bella la preghiera che troviamo nel Libro “Cammino di perfezione”: «Camminiamo

insieme, Signore: verrò dovunque voi andrete, e per qualunque luogo passerete passerò anch’io». Un’indicazione importante anche per noi, per aiutarci a portare Dio in tutte le nostre faccende.... Molti santi e mistici e uomini spirituali hanno descritto come fare questo percorso e cosa vi hanno trovato: in fondo basta chiedere a loro. Naturalmente questa piccola suggestione è veramente un accenno e sarebbe bello poterlo approfondire, ma credo che si possa intravedere la ricchezza che si cela dietro la spiritualità di Santa Teresa appena accennata, e da questa partire per giungere anche personalmente verso infiniti, enormi spazi di crescita. Se queste poche parole faranno nascere la curiosità di capirne di più o magari di provare ci sarà gran soddisfazione, altrimenti vi resti l’idea che è una bella opportunità della vita in Dio che è proprio un peccato non cogliere! Come per studiare le stelle ci vogliono i cannocchiali, i radar, le sonde spaziali (e non bastano gli occhi dell’uomo e non serve a nulla il calibro o il metro del muratore o il termometro) così per capire Dio non basta la mente: ci vogliono gli strumenti propri della crescita spirituale. Esercitiamoci all’uso di questi “strumenti”...la preghiera è uno di questi. (Paola Villano Negro)


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"Dio

non attende da te parole, ma il tuo cuore", dice S. Agostino. Certo, noi siamo tentati di scegliere testi che producano esaltazioni interiori, ma non dimentichiamo che la qualità della Parola di Dio è di essere cibo quotidiano e, come ogni nostro pasto, non sempre può dare a noi quella soddisfazione e quell'appagamento di cui soltanto in rari momenti ci è dato di godere. Tratto da “Pregare la Parola” di Enzo Bianchi

È

VOLARE ALTO SULLE VIE DEL WEB ... la nostra cappellina virtuale!

passato più di un anno e mezzo da quando insieme ai fedelissimi del GruGionline (il vecchio sito del Gruppo Esperienza) si è deciso di sperimentare il passaggio a Facebook…..nei primi giorni col gruppo ancora vuoto abbiamo pubblicato qualche nota (tutte per altro ancora online) provando a scimmiottare le dinamiche del forum….. subito abbiamo toccato con mano (e con mouse!) l’enorme differenza che il nuovo strumento ci avrebbe portato in termini di condivisione; dopo un periodo più o meno lungo di scambio di idee ci accorgemmo tutti che, seppure con Facebook ne avevamo guadagnato in termini di praticità ed efficacia di comunicazione, ne avevamo certamente perso in quanto a qualità e importanza di contenuti! È infatti evidente la grande differenza sul piano dei contenuti tra un forum e un social network come Facebook. Nel primo caso, i contenuti assumono, anche in termini di spazio, un ruolo primario: commenti e testi vengono messi tutti sullo stesso piano, a prescindere da chi ha introdotto l’argomento (non c’è il menù a cascata per i commenti

successivi al primo!), e si ha la facoltà di raggrupparli seguendo criteri che permettano una ricerca facile degli stessi, che rispecchi maggiormente esigenze, attitudini e interessi dell’utente. Nel caso di Facebook o di un social-network in generale, acquisiscono maggiore visibilità solo i contenuti “più graditi”; quello che importa è condividere a tutti i costi l’immediato, dandogli anche importanza ma perdendola subito dopo, non appena quell’immediato non è più tale; col passare del tempo infatti tutto si disperde nell’etere informatico, divenendo difficile da recuperare. Pur consapevoli di questa differenza, che per il nostro ritrovo virtuale ha significato “volare basso”, il trasferimento si è reso comunque necessario per vari motivi: l’esperienza del Grugionline era per molti versi conclusa, la sua gestione diveniva sempre più faticosa a causa degli impegni di chi lo amministrava (a fronte tra l’altro di una quasi totale assenza di partecipazione), e il mezzo stesso era divenuto obsoleto rispetto nuovi mezzi di comunicazione e

di Marco Ironico del nuovo modo di utilizzare la rete stessa, perfettamente rappresentati da Facebook. Col passare del tempo però, sempre nuovi fratelli hanno aderito al gruppo su Facebook (ad oggi siamo 305!!!) e, a dirla tutta, sempre più fratelli si sono lasciati trasportare dal vento dell’informatizzazione! Lo splendido risultato è che oggi l’utilizzo preponderante del gruppo su Facebook è quello di una immensa cappellina virtuale, dove molti vi si rivolgono per affidare i propri cari, le proprie tribolazioni, i propri dubbi i propri pensieri alle preghiere di coloro che appartengono al Gruppo!!! E tutto ciò nessuno di noi lo avrebbe mai immaginato! È proprio vero che le vie del Signore sono infinite, anche se il riconoscimento da parte della Chiesa tutta sui nuovi media è cosa più che consolidata! Ma quel volare basso a noi non piace! Sia io che altri fratelli custodiamo sempre il desiderio ardente di volare alto anche sulle vie del web……. e nell’attesa di quelli di domani, rendiamo lode al Signore dei frutti di oggi.

Per raggiungere il gruppo digita nella casella di ricerca di Facebook “Santa Teresa di GB - Gruppo Esperienza” o collegati all’indirizzo https://www.facebook.com/groups/270232919671828; clicca su “Iscriviti al gruppo” in alto a destra e attendi che gli amministratori ti aggiungano.


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LA PREGHIERA… LUOGO D’AMORE ! Senza alcun dubbio la preghiera è un mezzo, uno strumento forte e necessario che ci avvicina a Dio. Ma io preferisco definirla in modo diverso: un "luogo". Considero la preghiera la stanza più accogliente e calda del cuore, la più nascosta e silenziosa. È il rifugio nei momenti di tristezza, desolazione e sconforto, ma al tempo stesso luogo dove la gioia e l'esultanza si

trasformano in canti di lode e di ringraziamento. È la stanza degli specchi, nei quali si riflettono tutte le zavorre, gli errori, i dubbi, le preoccupazioni, i peccati… è il luogo della verità che viene a galla! Ma è soprattutto il luogo dell'affidamento, della pace e della grazia, è il rifugio dell'amore, dell'abbraccio caldo e consolatore del Padre che ti culla tra le braccia e che nel

IL NOSTRO “CARBURANTE” Parlare della preghiera mi rende sempre molto felice. È una dimensione che ho fatto molto presto mia e che cerco di coltivare ogni giorno. “Prima di tutto chiedi a Dio con costante e intensa preghiera di portare a termine quanto di buono ti proponi di compiere”. Questa celebre frase ha fatto particolarmente breccia in me: in un preciso momento della mia vita decisi di dedicare almeno due momenti della mia giornata alla preghiera. Non importa dove sono, cosa sto facendo: mollo tutto per 4-5 minuti e prego. Non c’è luogo dove io non abbia pregato. Perché questo bisogno? Per spiegarvelo devo farvi un esempio: quando si va in vacanza, o per chi ha la fortuna di essere già sposato, cosa fa

abitualmente, almeno due volte al giorno? Chiama i propri genitori. Una volta la mattina e l’altra la sera….per me pregare è come fare la telefonata a mamma e papà a cui dici: “Mà, Pà buongiorno qui tutto bene”. Quindi, la mattina dico: “Signore tutto bene. Sono io, qui tutto ok, inizio la mia giornata. Ci sentiamo più tardi”. La sera invece: “Signore sono ancora io quello di stamattina, oggi è stata una giornata faticosa; intensa; bella. Buona notte”. Altro elemento che mi ha aiutato a vivere più intensamente la preghiera è stato quello di capire che bisogna “dedicarsi ad essa con frequenza”. Anche in questo caso devo ricorrere ad un altro esempio. Possiamo immaginarci ciascuno come una macchina.

di Pina Russo silenzio sussurra all'amato figlio parole d'amore infinito. È il luogo dell'accoglienza e della custodia dei fratelli, della condivisione delle gioie e delle croci. Non c'è formula, non c'è orario, non c'è chiave, non c'è timore… è il luogo della nudità, della conoscenza di sé e di Dio! La preghiera è il luogo che ci unisce, e che ci tiene saldi alla nostra unica speranza!

di Luca Fiorenzo Tipo il cartone Cars per intenderci. Per far sì che le automobili possano accendersi e muoversi queste hanno bisogno di carburante. Giusto? La preghiera è il mio, anzi il nostro carburante. Per poter percorrere lunghi tragitti bisogna fare continui rifornimenti, e la frequenza della preghiera non può non essere che quella con cui "si fa benzina". Altrimenti si rischia di rimanere a secco. E si sa, spingere la macchina è sempre più faticoso che guidarla, no? I miei rifornimenti preferiti sono generalmente uno al mattino e uno alla sera. Ma vi invito a trovare il più adatto a voi. Liturgia delle ore, Rosario, Devozioni…..ce ne sono di tutti i gusti. L’importate è pregare…

Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse in avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo. Gesù alzò lo sguardo e gli disse: <<Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua>>. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. (Lc 19, 1-6) Il sicomoro è l’albero su cui sale Zaccheo; è ciò che gli permette di vedere oltre il proprio punto di vista e i propri limiti,


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