Corso Avanzato

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SocietĂ Amatori Schaferhund

Corso Avanzato Settore Lavoro - Giovani relatore:

Antonino Solina

Presidente Nazionale S.A.S. Sig. Luciano Musolino

Presidente Regionale S.A.S. Puglia Sig. Franco Gaudiano


Antonino Solina

di

Titoli 2012

1째 Classificato S.A.S Roma - Memorial Nino Cipriani 08/12/2012 - 09/12/2012 Giudice: Roman Guerrino Ezio 1째 Classificato Trofeo S.A.S. di Addestramento Nazionale a punti 2012


Introduzione al lavoro di

OBBEDIENZA Relatore SOLINA ANTONINO iscritto all'albo addestratori ENCI.

L’addestramento è un’arte! Un’arte ha bisogno di: Entusiasmo Disciplina Concentrazione Pazienza Umiltà e supremo Interesse Non si può imparare qualcosa sulla pratica di un’arte, se non praticandola!


CANE DA PASTORE TEDESCO Standard F.C.I. n° 166 del 30/08/1991

Traduzione della lingua originale effettuata dal Sig. Arturo Janke Redazione definitiva a cura di franco Bordignon

FEDERAZIONE CINOLOGICA INTERNAZIONALE Segreteria Generale: 14 rue Leopold II, 6530 Thuin Belgio

STANDARD FCI n. 166 del 30/08/1991

CANE DA PASTORE TEDESCO ORIGINE: Germania - 23/03/1991 CLASSIFICAZIONE F.C.I.: Gruppo I - Cani da Pastore e Bovari Sezione I - Cani da Gregge con brevetto di lavoro IMPIEGO: Cane da utilità, cane da pastore e cane di servizio polivalente



Premessa …“Il Cane è un individuo motivato da altissimo senso altruistico, tipico di un animale perfettamente socializzato. I suoi livelli di integrazione sono così completi da indurlo a comportamenti rischiosi per la salvaguardia del branco a cui appartiene. Egli sa che il gruppo è fonte di vita. Ne consegue, che la famiglia umana nella quale si trova, è “il tutto” Figlio diretto del Lupo, porta ben custodita dentro di sé, la Legge del Branco. Come il suo progenitore, è un animale rispettoso del prossimo e delle autorità.”… …“Già 15.000 anni fa, o forse più, l'uomo iniziò il lavoro di conversione da Lupo a Cane. Sfruttò la curiosità di alcuni soggetti (lupi) verso gli accampamenti, e cercò di accattivarseli offrendo loro, avanzi di cibo. Una volta conquistatane la fiducia, li seguì nella caccia per imitarne le tecniche di predazione e cattura, al fine di perfezionare le proprie, oppure, per approfittare degli esemplari già catturati. Si servì delle loro voci e del loro comportamento all'avvicinarsi di un intruso, per mettersi in allerta e proteggere così gli insediamenti. Nell'arco di “anni e anni” selezionò il Cane.”… Il Cane, una specie animale nata per volere dell'uomo, creata per accompagnarsi nella vita ad un valido aiuto e ad un compagno fedele. (Barbara Tullio “Alfa questa sconosciuta”)


“Prima di iniziare ad intraprendere un percorso di vita con un cane è necessario avere la volontà di imparare a conoscere il proprio cane. Infatti quando si sceglie un cane di “razza” il percorso verso questa conoscenza ci fa scoprire che in questa specie, oltre all'istinto, scaturiscono altre doti naturali che sono divenute memoria di razza e che si esplicitano nei singoli soggetti in pulsioni individuali che occorre esaminare nei particolari con amorevole attenzione ai dettagli”. (Giovanni Giacobbe Giacobbe)

Dietro ad ogni segnale che il cane invia, c'è una motivazione, uno stato interno che lo porta ad esprimere un insieme di comportamenti che devono essere correttamente interpretati. Per questo è l'uomo a dover fare il primo passo per imparare il “linguaggio” del cane, prima di pretendere che sia il cane ad imparare quello umano. Il rispetto del cane va raggiunto attraverso la nostra dimostrazione di autorevolezza nella “sua lingua”. L'autoritarismo condito con la violenza porta ad avere un animale che non ci capisce e che basa la sua relazione con noi soltanto sulla paura e non sul rispetto. (Antonino Solina)


Standard F.C.I. n째 166 del 30/08/1991


Standard F.C.I. n째 166 del 30/08/1991











Addestramento Addestrare vuol dire propriamente: insegnare, preparare, ossia rendere abile qualcuno a fare qualcosa nel modo migliore possibile, cercando di sfruttare al meglio le doti caratteriali e la predisposizione fisica, là dove sia richiesta. Tutto questo diventa più complicato quando la comunicazione deve avvenire tra due soggetti di diversa specie: Uomo – cane. Per questo motivo non possiamo addestrare un cane se prima non conosciamo il suo essere e il suo modo di comunicare ed apprendere. L'addestramento di un cane è basato su due aspetti principali: Morfologia e Carattere, che insieme forniscono l'individualità del soggetto. Pertanto ogni cane è differente dall'altro, quindi è UNICO! Un errore che troppo spesso l'uomo fa è quello di trattare il cane in modo diverso da quanto prevede la sua natura, in altre parole è completamente sbagliato tentare di umanizzare il cane. Infatti se andiamo in dietro nel tempo, alle origini, non possiamo non tenere presente che l'uomo discende dalle scimmie che il cibo lo trovavano sugli alberi, mentre il cane discende dal lupo che il cibo doveva inseguirlo e ucciderlo. Pertanto tra uomo e cane ci sono soltanto delle similitudini, come ad esempio sono entrambi animali sociali, predatori, mammiferi, ma non hanno le stesse capacità intellettive, perciò il cane è e deve rimanere un cane. Tuttavia travisare sulle effettive capacità intellettive ed emotive del cane è facile se il termine di paragone è l'essere umano evoluto, ma a differenza dell'uomo il cane è incapace di immaginare, l'immaginazione infatti è un'astrazione del pensiero. Per astrazione si intende la capacità di estraniarsi dal presente, andare fuori dalla realtà con il pensiero. Il cane invece è capace di semplici associazioni legate all'azione presente o ad azioni collegate a situazioni vissute nel presente. Es. “se faccio questo… ottengo questo”. Il cane non conosce il trascorrere del tempo perché il suo pensiero non va al di là del presente. Il “torno tra poco” è sempre troppo tardi se non vuole che il “capo” vada via. Il cane soffre la solitudine perché è un animale sociale e non sa cos'è l'abbandono, perché in natura conosce il ritorno del branco, dopo la caccia, nel proprio territorio. Perciò tanto più impareremo a ragionare da cane, tanto più facile sarà il risultato del nostro impegno. Atteggiamenti del cane, spesso definiti “intelligenti”, altro non sono che l'espressione di una o più doti caratteriali che confluiscono in un comportamento sociale che spesso giova all'uomo.


Così la conoscenza della psicologia canina, lo studio del suo comportamento e delle cause che lo determinano ci consentono di prevedere i risultati finali che si potranno ottenere. In altre parole: conoscere la psicologia del cane ci consente di capire i motivi di un certo atteggiamento, ma anche, se e quando, questo atteggiamento si ripeterà e in quali condizioni specifiche. A questo punto è necessario fare una distinzione tra Etologia e Psicologia canina. Etologia canina: scienza che studia i comportamenti del cane che vive allo stato selvaggio, quindi di quei cani che devono provvedere da soli ai propri fabbisogni per la sopravvivenza dei singoli individui e della specie. Psicologia canina: scienza che studia il comportamento del cane nei suoi rapporti con l'uomo e con il mondo dell'uomo. In particolare analizza gli atteggiamenti naturali e acquisiti che siano di utilità all'uomo. Il cane sin dalle origini ha sempre vissuto nella società dell'uomo adattandosi sempre molto bene ad essa, ma da una quarantina d'anni a questa parte la società umana ha subito profondi cambiamenti che hanno coinvolto nel “progresso” anche il cane, il quale invece non è stato così pronto e veloce nell'adattarsi a questo mutamento, evidenziando difficoltà soprattutto nel carattere e nella salute, basti pensare, ad esempio, che ormai, tranne i randagi, il cane non ha più problemi di ricerca del cibo o di rifugio perché ci pensa l'uomo. Pertanto cambiando le condizioni di vita, cambiano anche le reazioni del cane stesso. Ecco perché la conoscenza della psicologia del cane deve essere quanto più profonda ed aggiornata possibile perché ciò consente di scegliere il soggetto più promettente e di selezionare dei riproduttori capaci di ripetere nei figli le loro caratteristiche.


L’Apprendimento Il cane è un animale abitudinario ed istintivo, ad un dato stimolo avrà sempre la stessa reazione. “Seduto!” Lo facciamo sedere e poi diamo il premio, naturalmente non quello che piace a noi, ma quello che più piace a lui. Ad esempio ci sono soggetti che preferiscono il contatto umano, altri il gioco, come la pallina, altri il cibo. In questo modo si esercita un condizionamento sul cane. Infatti nell'esecuzione di un esercizio, tramite l'uso della meccanica, si crea nel cane una fase che vede l'applicazione di un “negativo” che lo predispone all'azione corretta e di “due positivi” che servono da premio al cane per aver eseguito correttamente l'esercizio. Il principio della punizione (negativo) e della ricompensa (positivo) è alla base dell'educazione del cane. Sia la ricompensa che la punizione hanno un senso se impartite nell'immediatezza dell'azione dell'animale, altrimenti quest'ultimo non assocerà quello che ha fatto a quello che ha ricevuto. È bene mantenere una certa costanza nei premi e nelle punizioni in modo che una stessa azione sia lodata o condannata in ogni momento da chi è responsabile dell'educazione. Per affrontare correttamente il tema dell'Apprendimento del cane bisogna conoscere tutte le varie fasi della sua vita che viene divisa in vari periodi: a) IMPRINTING: (0-8 settimane) in questo periodo della sua vita, il cane si riconosce nella sua specie di appartenenza e poiché i cuccioli nascono ciechi e sordi è opportuno che essi interagiscano con noi quando svilupperanno questi sensi intorno alla seconda settimana di vita. b) SOCIALIZZAZIONE: (8-16 settimane) Questo periodo è ricco di avvenimenti straordinari per i cuccioli. Il concetto di “relazione con il mondo” comincia ad avere un senso più compiuto, soprattutto se potranno interagire con altre persone, animali e ambiente. Continue passeggiate, con itinerari diversificati, esperienze guidate faranno ampliare positivamente la visione del mondo e il cucciolo maturerà una giusta base psichica per un comportamento sicuro, aperto e disinvolto in ogni circostanza socializzando correttamente. Il gioco e le lotte ritualizzate rivestono grande importanza per affrontare il successivo periodo. c) ORDINAMENTO GERARCHICO: (16 settimana – 8° mese) In questo periodo il cucciolo interagendo all'interno del branco (famiglia) e alternando con noi, comportamenti dominanti a comportamenti di sottomissione, calibrerà il suo posto all'interno del branco completando la fase dell'ordinamento nella scala gerarchica. d) ETA' GIOVANILE: va dal quarto mese di vita al completo sviluppo del cane che si completa ai due anni. e) MATURITA': completa il resto della vita del cane.


Di tutte queste fasi della vita di un cane il periodo di socializzazione rappresenta quello più sensibile per l'apprendimento, infatti il cucciolo in questa fase allaccia tutta una serie di contatti sociali normali con i suoi simili e con l'uomo. Il cucciolo, essendo tale, è facilmente impressionabile, infatti la sensibilità è alla base dell'apprendimento e viene definita come la capacità di essere impressionato. Più un cucciolo è sensibile, più è facilmente impressionabile; più l'uomo sbaglia ad interpretare il comportamento del cane più il cane rimane male impressionato. L'unica cosa che crea confusione e turbamento in un cane è l'insicurezza dimostratagli da un conduttore incapace. Es. errori di comunicazione: abbracciare un cane è per l'uomo un segno di affetto, ma per il cane, per il suo modo di pensare, è solo la dimostrazione di una prova di forza e di superiorità. Infatti un cane non ama essere afferrato, perché non essendo in grado di astrarre con il pensiero, non è in grado di interpretare un agguato a fin di bene. Ama però essere “coccolato” da colui che riconosce come leader. Il cane cerca riparo, intimità e interazione tra le braccia del suo leader. Il periodo giovanile non è così sensibile come quello della socializzazione, ma consente ancora il mantenimento di salde qualità naturali e l'acquisizione definitiva di esperienze piacevoli ed importanti. In passato si credeva erroneamente che l'addestramento del cane non dovesse cominciare prima del compimento dell'anno di età. In realtà le conoscenze acquisite successivamente e basate sulla psicologia canina suggeriscono il contrario, ossia di sfruttare le grandi possibilità di apprendimento di cui è dotato il cucciolo. Naturalmente si tratterà di un addestramento blando, basato sulla curiosità, sulla possessività e sul gioco.



Forme di Apprendimento del cane L'apprendimento si forma e si consolida prevalentemente attraverso due forme : - apprendimento per condizionamento classico - apprendimento operante o strumentale Il primo si riferisce ad una forma di apprendimento in cui uno stimolo, apparentemente neutro, viene collegato, in un lasso di tempo brevissimo, ad uno stimolo avvalorante positivo. Si tratta quindi di una risposta automatica, ad un determinato stimolo, che non deriva da un'autonoma decisione del cane. Dopo varie ripetizioni con le relative conferme, lo stimolo neutro, diventa avvalorante. Pavlov Esempio: il cane aveva appreso a salivare al suono di una campanella dopo che questa suonava nel momento in cui veniva offerto il cibo. Con le ripetizioni il cane salivava al suono della campanella. Il secondo si riferisce a una forma di apprendimento in cui, un comportamento del tutto casuale, rafforzato da conferme positive, viene alla fine appreso come positivo. Al contrario comportamenti casuali, mai rafforzati, tenderanno a scomparire. In questo caso c'è, da parte del cane, la scelta della risposta. Skinner Esempio: i ratti avevano imparato che premendo una leva arrivava del cibo. Il porcellino d'india aveva appreso che saltando una barriera all'interno della gabbia si sottraeva a una scossa elettrica; quindi se una determinata azione (risposta) eseguita in determinata circostanza (stimolo) viene ricompensata (rinforzo) è più probabile che venga appresa e ripetuta.

Il Carattere Il carattere è un complesso di doti che sono proprie del singolo cane. Per tanto è difficile che si possano trovare soggetti di uguale carattere. Per motivi didattici si usa suddividere il carattere in diverse componenti dette anche “doti caratteriali”. In realtà è un tutt'unico talmente ben coordinato tanto che influenzando anche una sola componente caratteriale si muta il carattere. Esso è costituito dall'insieme dei rapporti dell'animale con l'ambiente, dal quale arrivano i cosiddetti “stimoli” ossia tutto ciò che induce una risposta da parte del sistema nervoso centrale. Stimolo e risposta, ambiente e predisposizione genetica si trovano in un equilibrio costantemente variabile: più lo stimolo ambientale sarà intenso e durevole, più rimarrà nascosto il bagaglio ereditario (e viceversa). Ogni comportamento (ovvero, ogni manifestazione esteriore del carattere) è costituito da tre fasi: appetitiva, consumatoria e risolutiva. È importante ricordare che ogni intervento educativo/correttivo deve essere forzatamente compiuto nella prima fase, perché nella seconda sarebbe doppiamente difficile (quando non impossibile) e nella terza, per ovvi motivi, inutile.


Molti dei cosiddetti “problemi caratteriali” dei cani esistono solo perché i loro umani sono incapaci di leggere i segnali che il cane invia immancabilmente quando si trova in fase appetitiva di un qualsiasi comportamento. Il carattere nel suo insieme si trasmette geneticamente con dei meccanismi molto complessi. L'allevamento incide molto sul carattere, per questo la scelta dei riproduttori è fondamentale, infatti accoppiando cani equilibrati e dotati caratterialmente si potranno trasmettere le caratteristiche tipiche della razza. Ovviamente non è solo la selezione iniziale a poter modificare il carattere di un cane, l'uomo infatti può incoraggiare moltissimo lo sviluppo di alcune doti, così come potrà inibirne altre. Per questo motivo è importante diffondere la cultura cinofila e far capire che il cane va educato fin dai primi mesi di età, perché in questo modo le sue doti potranno essere incanalate, incoraggiate e tenute sotto controllo. Tutte le esperienze vissute dal cane fin dalla tenera età tendono a modificare positivamente o negativamente l'indole che è la base caratteriale di derivazione genetica. Si parla infatti di Indole quando ci si riferisce a quanto trasmesso dai genitori. Si parla di comportamento appreso quando si fa riferimento alle esperienze vissute dal cane. Facciamo un po'di chiarezza dei termini dando delle definizioni: Memoria di razza: è quell'insieme di attitudini naturali del cane, contenute nel DNA, acquisite grazie al fatto di discendere da un certo tipo di cani impiegati in compiti particolari, che ne possono determinare azioni e reazioni. Il cane, insomma, agisce in un certo modo poiché nei suoi geni permane quasi un ricordo di quello che i suoi avi hanno fatto per secoli. Dote caratteriale: qualità, virtù, che ogni cane possiede naturalmente, in misura più o meno elevata, e che l'uomo può soltanto cercare di evidenziare o di inibire attraverso l'educazione/addestramento. Istinto: è un meccanismo nervoso ben organizzato, non mediato dalla ragione, sensibile a determinate stimolazioni ambientali che lo fanno risvegliare, lo mettono in funzione e lo dirigono, ed esso risponde con movimenti ben coordinati che mirano a conservare l'individuo o la specie. L'istinto animale è più complesso di quello umano, non cambia mai e diventa meno rigido e tanto più legato all'apprendimento quanto più si sale nella scala zoologica. Possiamo, allora, affermare che il comportamento dei cani si basa, prevalentemente, su istinti di autoconservazione e di conservazione della specie. Es: Istinto sessuale (è legato al naturale processo della riproduzione) Istinto materno (conservazione della specie) Istinto di sopravvivenza (autoconservazione)


Impulso: spinta emotiva non mediata dalla ragione che, a differenza dell'istinto, non è volto alla conservazione della specie e non accomuna tutti i membri della specie, ma è soggettivo. IMPULSO DI DIFESA – è la capacità del cane di intervenire prontamente in difesa del suo umano o di un altro animale che lui ritiene essere sotto la sua custodia; IMPULSO DI LOTTA – più è elevato, più il cane mostra piacere ed eccitazione nella lotta (sviluppo dell'impulso di gioco); IMPULSO PREDATORIO – è la capacità del cane di sentirsi stimolato ad inseguire una preda: la preda-animale può anche essere rappresentata in modo fittizio da un oggetto in movimento (in campo sportivo l'impulso predatorio è quello che spinge il cane ad inseguire una pallina, così come ad afferrare il salamotto o la manica); Pulsione: Impulso psichico, indipendente da stimoli esterni. Ha base psicologica, mentale e comporta dei bisogni. È una spinta che nasce da uno stato di tensione all'interno di un organismo e che raggiunge la sua meta quando riesce a porre fine a quella tensione attraverso un oggetto. Non è qualcosa solo di fisico, di corporeo, né qualcosa di puramente psichico. È un processo dinamico al confine tra corpo e psiche. Le pulsioni nel cane sono meccanismi interni che si utilizzano come rinforzi positivi o negativi per instaurare un condizionamento. Es. la pulsione predatoria fa si che il cane tenda ad inseguire tutto quello che si muove, in particolar modo se con movimenti a scatti. La predazione non è legata alla fame, la natura infatti prevede che scatti l'inseguimento verso ogni cosa che scappa. La caccia e l'inseguimento sono gratificanti di per se stessi al di là dei risultati pratici. L'autodifesa è una pulsione legata strettamente alla sopravvivenza della specie che ha come obiettivo quello di evitare pericoli gravi. L'aggressività è una pulsione fondamentale per la specie: essa fa si che soggetti dello stesso sesso abbiano un atteggiamento repulsivo uno nei confronti dell'altro. Questo salvaguarda la riproduzione e lo sfruttamento delle risorse ambientali. Pulsioni che si utilizzano in addestramento: Alimentare: è inversamente proporzionale al grado di sazietà. Più il cane è sazio, meno efficace sarà il premio. Predatoria: proporzionale allo stato di salute e alla forma fisica del cane. Quest'ultima si può far aumentare con l'allenamento, es. più si gioca con la pallina ed il cane è in forma, più il giorno dopo sarà disposto a giocare. Le pulsioni si costruiscono nelle prime fasi dell'esistenza dell'individuo e possono avere vari tipi di obiettivi. Gli istinti sono qualcosa di preformato, nascono con l'individuo e hanno sempre l'unico fine della conservazione dell'individuo o della specie.



Stimolo: Gli stimoli sono gli elementi che scatenano azioni nelle sfere pulsive sollecitate e riguardano funzioni vitali di ogni essere vivente. Sono collegati a processi sia fisici che emotivi. Le pulsioni e gli istinti possono rimanere sopiti ed essere attivati da stimoli acustici, ottici, di contatto, sensitivi e olfattivi. Soglia di stimolo: quantità di informazioni necessarie a scatenare una reazione in una delle sfere pulsive. Può essere: - Bassa: (pochissimo stimolo a reagire) cane nervoso e iperattivo adatto alla guardia. - Media: (poco stimolo a reagire) cane da utilità. - Alta: ( molto stimolo a reagire) cane spento, apatico. A questo punto possiamo arrivare ad una prima conclusione per la valutazione del carattere ottimale del pastore tedesco ideale. Deve essere un cane dotato, in maniera equilibrata, di tutte le qualità caratteriali e degli istinti sinora evidenziati affinché, correttamente stimolato, possa dare risposte ideali per divenire un cane utile. Componenti del carattere (doti caratteriali) fondamentali per una buona conoscenza dei cani da lavoro. Temperamento: velocità di reazione ad uno stimolo esterno sia piacevole che spiacevole. Maggiore è il temperamento, più veloce e facile sarà l'apprendimento. Un temperamento spinto ai limiti massimi può persino mettere in difficoltà l'istruttore. Viceversa un cane con temperamento apatico avrà sempre difficoltà di apprendimento e una resa finale costantemente bassa. Il temperamento, come tutte le altre doti del carattere, può essere influenzato dalle esperienze di vita del cane e dall'addestramento. Ci sono diversi tipi di temperamento: vivace, pronto, normale, apatico, spento. Per addestrare al meglio un cane occorre almeno un temperamento normale, poiché il temperamento spento è poco sfruttabile e quello apatico di scarso interesse. Tempra: capacità di sopportare stimoli esterni spiacevoli sia di natura fisica (dolore, bastonate) che psichica (minaccia, gesti, ecc.) senza che il comportamento del cane ne risenta. A questa dote caratteriale contribuiscono sia fattori ereditari, che familiari e di razza. Contribuiscono anche le esperienze nelle fasi precoci della vita del cucciolo (tre mesi), in questa fase infatti la tempra si sviluppa in maniera esponenziale sia in senso positivo che negativo. Anche per la tempra ci sono diverse tipologie: durissima, dura, malleabile, scarsa, molle. La tempra molle è considerata un difetto; ad es. il cane salta l'ostacolo, lo tocca e questo gli procura una leggera botta, il cane piange e non ripete l'esercizio. Anche la tempra dura è considerata un difetto perché troppo elevata; ad es. capobranco, il cane fa quello che vuole senza farsi influenzare dalle esperienze negative. La tempra ideale è quella medio – elevata; es. il cane salta l'ostacolo e anche se prende una botta non piange e ripete l'esercizio.


Docilità: non ha niente a che vedere con la “bontà” del cane, ma è una dote innata che indica la capacità da parte del cane di accettare, nel rapporto con l'uomo, un ruolo che lo vede sottoposto ad esso. Tale dote, infatti, consente al cane di essere disponibile, per accettazione, alla volontà dell'uomo ed alle sue necessità. Rappresenta quindi, la predisposizione ad esaudire, imparare, ascoltare e quindi ubbidire. In questo modo l'uomo è considerato dal cane come un suo naturale superiore, colui che in natura sarebbe il capo branco. Questo tipo di rapporto nasce in modo naturale sia per l'indole del cane, che per le sue caratteristiche di razza, e può essere migliorato o peggiorato dalla prima esperienza di socializzazione. La docilità non va assolutamente confusa con la sottomissione che è, invece, l'espressione dell'annullamento di ogni determinazione propria e volontaria del cane. In altri termini la sottomissione, al contrario della docilità, è la maniera di assoggettare e di soggiogare la volontà del cane. Curiosità: è la capacità del cane di interessarsi, in modo vivace e del tutto, naturale al mondo esterno. Questa qualità si differenzia dal temperamento perché in esso si valuta la risposta agli stimoli esterni, mentre nella curiosità si identifica uno spontaneo interesse per l'ambiente esterno. Questa dote è fondamentale in un cane da lavoro nella ricerca della pista. È sicuramente la più influenzabile durante il periodo di socializzazione del cucciolo. È ovvio che un cane “curioso” sarà anche dotato di buon temperamento. Vigilanza: è la capacità di avvertire, più o meno prontamente e a distanza ravvicinata, l'avvicinarsi di pericoli esterni spiacevoli sia per il cane, sia per il suo padrone. È una dote indispensabile per la sopravvivenza di un animale che vive libero in natura. Questa capacità è sviluppata in modo diverso fra le varie razze. Strettamente correlati alla dote della vigilanza sono i concetti di “tempo di attenzione” e di “territorio”. - Tempo di attenzione: è quella frazione di tempo in cui il cane è disponibile appieno a prestare attenzione agli avvenimenti che si presentano a lui. - Territorio: è lo spazio attorno al cane, spazio che egli considera come sua proprietà, all'interno della quale ogni intruso, sia esso cane, uomo o altro animale non è gradito. Si vede dopo il lascia e il revier. Aggressività: è definita come la capacità del cane di reagire a stimoli percepiti come minacciosi per se stesso e per l'incolumità delle cose di sua proprietà e delle persone che riconosce come propri simili. Tra le doti caratteriali del cane, pur sembrando la più influenzabile dall'addestramento, è in verità quella meno gestibile. Il cane è aggressivo perché deve ottenere il suo obbiettivo, mai per soddisfazione come accade invece nell'uomo! Combattività: è una manifestazione esterna del carattere del cane. Essa è definita infatti come la capacità del cane di rispondere ad un impulso spiacevole con un atteggiamento di lotta nei confronti dello stimolo che l'ha provocata. È pertanto il passo successivo nel tempo alla pulsione aggressiva. La combattività può già rivelarsi nei cuccioli sia attraverso il gioco, sia con gli altri cuccioli, sia con l'uomo. Si vede dopo che il cane ha afferrato la manica.


Sociabilità: è paragonabile alla docilità, non relativamente al rapporto cane – padrone, ma al rapporto cane-società. Non va confusa con la socializzazione, che invece è un periodo di tempo nel quale il cane impara ad inserirsi nella gerarchia sociale. Possessività: è la dote che consente al cane di entrare in possesso di un oggetto che suscita curiosità. Il cane diventa proprietario, padrone di qualcosa o di qualcuno. Il gioco diventa possessività tanto che il cucciolo lo difende con accanimento contro chiunque tenti di espropriarlo. Resistenza: è la capacità di sopportare sforzi fisici e psichici senza dare segni di stanchezza. Le azioni istintive vengono portate a termine senza lasciarsi distrarre. È importante non confondere il temperamento con il nervosismo: Il cane di buon temperamento è vivace, pronto, attento e interessato a tutto ciò che avviene attorno a lui; è capace di prendere iniziative, ricerca soluzioni ai problemi e supera facilmente le avversità. Se stimolato, è deciso ma, soprattutto, è immediato nell'applicare ciò che ha imparato. Queste qualità risulteranno particolarmente utili in fase di addestramento quando andremo a stimolare il nostro cane nei suoi impulsi. Infatti durante l'addestramento, prima o poi, si è costretti ad esercitare delle pressioni sulla volontà e sul fisico del cane; ebbene, il soggetto dotato di buon temperamento, finite le pressioni, ha la possibilità di ritornare velocemente ad una condizione psicologica normale. È fornito, quindi, di una notevole capacità di ripresa. Di questa caratteristica non è invece dotato, il cane la cui briosità è frutto di carenza di nervi. Infatti il cane nervoso si mostra nelle sue posture in maniera simile a quello di buon temperamento; è appariscente, attento e vivace, ma se gli lanciamo un boccone non sempre lo afferra al volo; se riceve uno sgarbo rimane frustrato, se ha un incidente lo memorizza e al ripetersi di quella situazione si comporta sempre negativamente. Il cane di temperamento, invece, afferra sempre al volo il bocconcino o tutto ciò che si muove, se riceve uno sgarbo rimane perplesso e se è vittima di un incidente, lo memorizza, ma al ripetersi dell'accaduto è in grado di valutarne la risposta, inoltre è in grado di superare più agevolmente le difficoltà. Questo potenziale è direttamente proporzionale alle capacità di apprendimento, inoltre riuscire ad associare e combinare le azioni, modificando il proprio comportamento, crea una adattabilità sempre vincente.


Come devono essere le doti naturali presenti in un cane da pastore tedesco Diffidenza: media Coraggio: medio alto Istinto alla lotta: medio alto Tempra: da elevata a molto elevata (non eccessivamente elevata perché il cane altrimenti tenderebbe a diventare capobranco). Docilità: media (non elevata perché il cane altrimenti tenderebbe ad essere troppo sottomesso) Istinto alla preda: elevato (perché è quello che lo porta alla preda e quindi influenza – istinto alla lotta) Istinto allo scovo: elevato (il cane ha già localizzato la preda e comincia a fare degli accertamenti: es. quando inizia l'esplorazione dei revier si nota che il cane spinge con più foga verso l'ultimo in quanto fiuta l'emanazione della preda). Istinto al riporto: medio elevato (perché il cane lavora con la bocca). Istinto alla corsa: medio alto Istinto alla caccia: elevato Istinto al nutrimento: medio (un cane che mangia velocemente è un animale a cui manca sicurezza).

Natura del rinforzo Non è difficile stabilire quali sono i rinforzi a cui un cane tende. Sicuramente cibo, approvazione del capo branco e partecipazione al gioco sono cose sicuramente da lui desiderate e che cerca di ottenere con un impegno diretto. Se sapremo utilizzare intelligentemente questi rinforzi, l'apprendimento sarà facilitato. I cani sono per natura animali socievoli che sviluppano con estrema rapidità attaccamento e fedeltà nei confronti degli esseri umani. Questo rapporto tra padrone e cane, come tutte le relazioni intime, lascia ampio margine alle incomprensioni e agli attriti, specialmente quando il desiderio di avere un cane è soddisfatto in modo irrazionale o comunque senza le opportune conoscenze del suo comportamento. Considerare il cane come essere umano al pari degli altri membri della famiglia crea quasi sempre incomprensioni e disturbi di comportamento da parte del cane. Esso non è in grado di obbedire alle regole nel senso che noi attribuiamo al termine. Può magari fermarsi con il padrone, tutte le volte che questi si ferma, perché ne ha acquisito l'abitudine, non perché ad esempio è pericoloso attraversare la strada. Infatti, se verrà provocato da uno stimolo al di là della strada, sicuramente l'attraverserà. Pertanto saranno le associazioni a creare l'apprendimento passando da “sbagliare” la maggior parte delle volte, a un numero via via minore di errori, fino ad “agire” bene la maggior parte della volte. Questo concetto è bene averlo sempre a mente quando si addestra, poiché, circostanze eccezionali possono indurre il cane a trascurare quanto già appreso.


Capo branco Per il cane è geneticamente fondamentale leggere la relazione gerarchica del suo branco e dove non riconosce un leader che agisce chiaramente come tale, infatti, in mancanza d'altro, assume da se' questo difficile compito, comportandosi di conseguenza. Quindi per meglio capire il discorso dell'addestramento è opportuno chiarire il concetto di capo branco. A due mesi il cucciolo lascia il suo branco e si ritrova in un nuovo contesto. Essendo un animale sociale, cercherà di inserirsi nel nuovo branco con la necessità di trovare un riferimento autorevole e determinante per il suo sviluppo. Questo riferimento non dovrà avere un comportamento dispotico e oppressivo con il cucciolo, ma dovrà essere piuttosto guida esperta, protettiva, amorevole e punto di forza per insegnargli quali comportamenti mettere in atto di volta in volta. Inoltre, essendo l'apprendimento del cane di tipo associativo e il tempo di associazione rapidissimo (1/2 di secondo), è evidente che, in questo schema, non c'è posto per dubbi e incertezze da parte del capo branco, quindi un addestramento condotto con consapevole decisione e autorità è utile per una corretta stabilità psichica del nostro cane.

Il gioco Nonostante il gioco sia, in molte specie, una prerogativa degli individui giovani, i lupi adulti si intrattengono spesso a giocare. Durante il gioco, sia i lupi che i cani si scambiano frequentemente il ruolo di aggressore e vittima e quando questo rituale viene espresso da movenze leggere ed elastiche possiamo essere sicuri che il cane sta giocando. È necessario tenere presente che nel gioco si esprimono comportamenti guidati dagli impulsi sessuale, predatorio ed aggressivo. Chi possiede un cane deve conoscere queste implicazioni, poiché, talvolta, ci si lascia rassicurare dalla natura, apparentemente divertita dell'aggressività, espressa nel gioco. I giochi aggressivi, diretti verso gli altri cani o persone sono spesso segnali anticipatori dell'aggressività da dominanza. Evitare, quindi, di giocare con soggetti inclini a comportamenti dominanti se non si è del tutto convinti di avere la necessaria autorità del capo branco.


La dominanza A volte si sente dire “il mio cane è dominante!” Non esiste il cane che nasce dominante, ci sono, invece, cani con comportamenti prevalenti di dominanza in una o più sfere pulsive che, se non riconosciuti tali dai proprietari diventeranno dominanti all'interno della famiglia.

L'espressione della dominanza La dominanza, se non controllata, di solito sfocia in un attacco. Pertanto è interessante conoscere le posture attraverso le quali essa si manifesta in modo da anticipare, correggere e canalizzare tali comportamenti. I comportamenti dominanti vengono esternati nei seguenti modi e nelle seguenti situazioni: - quando il cane ha lo sguardo fisso negli occhi del padrone; - quando ha posizione eretta, orecchie tese in avanti, coda eretta e tesa, talvolta rizza il pelo sul collo e protende le labbra in una espressione tipica. Inoltre potrebbe ringhiare o provare a mordere; - quando il padrone gli consente di poggiargli le zampe addosso o comunque in situazioni in cui si riducono le differenza di altezze; - quando il cane si lascia allontanare con sempre maggior difficoltà dal luogo di riposo in special modo se prende il posto sulla poltrona del padrone; - se gli si lascia a disposizione il pasto (sempre errato) tende a non mangiare tutto e subito e magari a difenderlo; - quando si rifiuta di lasciare gli oggetti che trattiene mostrandosi eccessivamente possessivo; - quando è lento nell'obbedire ai comandi spostandosi con movimenti rigidi; - quando non sempre segue il padrone, gironzolandogli attorno per ottenere attenzioni; - se è lui che indica quando è il momento del pasto, della passeggiata o quando vuole uscire. Pur non esibendo un comportamento aggressivo, le ripetute conferme alle sue richieste, possono indurlo a sentirsi dominante. Vi è, dunque, il rischio che in futuro lo diventi. Talvolta è difficile comprendere segnali che appaiono contradditori, per esempio il cane ringhia, ma tiene le orecchie indietro. In questi casi il cane sta vivendo una sorta di conflitto che potrebbe sfociare in azioni imprevedibili. La dominanza, inoltre, varia anche in base al luogo. Sul proprio territorio il cane si sente sicuramente più dominante e propenso all'aggressività che non fuori; se ha acquisito, con successo, un tale comportamento è probabile che in presenza degli stessi stimoli scatenanti ripeterà quanto già fatto.


Il conduttore La capacità di dominare il cane può essere spontanea in chi è cresciuto con i cani, oppure appresa, anche involontariamente, frequentando con dedizione, pazienza e impegno una buona scuola di addestramento, ma chi non ha avuto tali esperienze e vuole iniziare un percorso di vita con un cane, soprattutto se nello sport, ha bisogno di imparare per bene ad essere un “conduttore”. Per alcune persone, ad esempio, risulta più difficile dominare per via dell'età, dell'altezza, del timbro di voce, del sesso o per carenze di personalità. Così anche per i conduttori ci sono diverse tipologie che vanno dall'ottimo, al distinto, al buono, al discreto, al sufficiente, al mediocre, allo scarso, per finire all'insufficiente. Le ultime tre tipologie di conduttori sono quelle che dimostrano chiaramente di non essere, né per natura, né per apprendimento, portati a condurre e tanto meno ad addestrare un cane. A volte risulta più facile dominare il cane a chi non ha un rapporto intenso con esso, infatti, il cane impiega un certo lasso di tempo per attribuire un ruolo alle persone e potrebbe sottomettersi momentaneamente perché insicuro; ma la stessa insicurezza può essere motivo sufficiente a scatenare l'aggressione. Vale la pena ricordare che in natura sono gli inferiori gerarchici a mettere in atto rituali di sottomissione per mantenere chiaro il proprio ruolo, per cui continue coccole e carezze immotivate possono essere mal interpretate.

Sottomissione Di solito l'animale esprime la propria sottomissione nei seguenti modi:

· dirige lo sguardo altrove; · si acquatta, con le orecchie all'indietro (sottomissione attiva); · la coda è portata bassa con leggero scodinzolio (sottomissione attiva); · il cane si rotola su un fianco, una zampa è sospesa in aria, espone la regione inguinale, potrebbe urinare (sottomissione passiva); Vivere con un cane è un'esperienza affascinante, ma lo è ancor di più se lo si capisce.


Nozioni di Genetica DNA: è la molecola della vita. Ha la forma di una doppia elica che si avvolge su se stessa in maniera molto ordinata per formare i cromosomi. Cromosomi: sono regioni specifiche della molecola del DNA, che contengono l'informazione necessaria per lo sviluppo di un carattere morfologico e psicologico. Patrimonio genetico o genoma: corredo di cromosomi contenuti in ogni cellula dell'organismo. Nel cane il numero di cromosomi per ogni cellula è 78. Gameti: cellule maschili e femminili portatrici del patrimonio genetico (spermatozoo e ovulo). Fenotipo: aspetto esteriore di un individuo che lo contraddistingue (grandezza, forma, struttura, etc.). Esso subisce nel tempo numerose variazioni pur restando fedele e certi parametri di base tipici della specie e dell'individuo. Genotipo: patrimonio genetico dell'individuo che è il risultato delle caratteristiche ereditarie fornite dai genitori. Fenotipi variabili nel cane: 1 conformazione e taglia 2 costituzione e lunghezza degli arti 3 struttura e portamento della testa 4 tipo, dimensioni e portamento della coda 5 tipo e portamento delle orecchie 6 serie di colori base 7 intensità della pigmentazione 8 disposizione, ampiezza ed intensità delle pezzature 9 tipo di pelo 10 colore degli occhi, del tartufo e della pelle 11 gruppi sanguigni ed altri caratteri fisiologici 12 malattie ereditarie, resistenza e predisposizione ad agenti patogeni 13 caratteri comportamentali: eccitabilità, aggressività, paura, ipo e iper sensibilità, predisposizioni, ecc.


La riproduzione Gli animali di ogni specie “riproducono” esseri “uguali” a se stessi. Ma “uguali” non vuol dire identici, cioè esiste nell'ambito della specie e della razza una variabilità legata in parte alle variazioni degli ambienti nei quali gli esseri vivono e con i quali reagiscono e una variabilità dovuta al corredo genetico. Valutazione della discendenza Con la valutazione morfo-funzionale si osserva il riproduttore per quello che è fisicamente e caratterialmente. Con l'esame della genealogia (pedigree) si può fare una stima presunta di ciò che trasmetterà. Ma la valutazione obiettiva, scientifica, di quello che è il suo patrimonio genetico si ha solo dall'esame della sua discendenza. Le mutazioni Un carattere che non è presente in nessuno dei due genitori, né in nessun altro individuo degli ascendenti, deriva da una modifica o mutazione intervenuta in un gene e può essere trasmesso alla discendenza come ogni altro carattere. L'organismo che ne è responsabile e ne diventa portatore viene chiamato mutante e la modifica ereditaria mutazione. L'eredità delle mutazioni Nello studio delle mutazioni ereditarie si distinguono due diversi gruppi: 1) mutazioni da selezione ossia tutte quelle mutazioni morfologiche, funzionali e comportamentali favorite dalla selezione che l'allevatore opera per ottenere caratteri a lui graditi. 2) mutazioni accidentali sono considerate eventi casuali dovuti a mutazioni attribuibili spesso ad un solo gene. Allevamento Allevare in purezza significa “conservare” e migliorare tutte quelle caratteristiche morfologiche che distinguono una razza dall'altra. Conservare e migliorare, in una razza, tutti quei comportamenti che l'uomo è riuscito a fissare per ottenere dal cane prestazioni specializzate. Consanguineità Nell'allevamento dei cani spesso è usata la consanguineità che consiste nell'accoppiare tra loro individui parenti al fine di aumentare l'omogeneità della popolazione per ottenere così individui uniformi, simili ai loro predecessori e che trasmettono costantemente determinati caratteri. Con l'aumentare di questa omogeneità genetica si possono però manifestare anche caratteri considerati indesiderati che hanno avuto fino ad un certo punto un comportamento recessivo (nascosto). Perciò la consanguineità non crea geni nuovi o geni indesiderati, ma permette solo che si manifestino geni recessivi (nascosti) di cui ogni animale è portatore.


Metodi di allevamento Imbreeding: si pratica accoppiando parenti in 1° e 2° grado (genitori per figli, fratelli per sorelle). Metodo non più usato. Linebreeding: è una forma di riproduzione consanguinea larga, cioè fra soggetti con grado di parentela che varia fra il 5° e il 10° di parentela. Outbreeding: riproduzione che avviene tra soggetti appartenenti a correnti di sangue diverse, ma pur sempre della stessa razza. Incrocio Riproduzione che avviene tra soggetti in possesso di un diverso patrimonio genetico, cioè soggetti che si differenziano almeno per due geni o per un carattere geneticamente puro, dando luogo appunto, ad un incrocio. IMPORTANTE La consanguineità tende a non favorire la variabilità genetica, ma oltre un certo livello provoca infertilità e comparsa di caratteri indesiderati. Per questo non si deve assolutamente dimenticare, che le razze canine sono un'operazione genetica totalmente umana, nata con lo scopo di elevare al massimo alcuni tratti somatici e caratteriali propri di alcuni individui. Pertanto il patrimonio delle razze canine si tutela attraverso una selezione attenta e rigorosa. Inoltre è fondamentale tenere presente che nel cane l'azione di selezione può portare a variazioni in tempi relativamente brevi, in quanto si tratta di una specie con basso intervallo tra generazioni e con buona prolificità.



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