Importanti Maioliche Rinascimentali

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Il piatto presenta basso cavetto e larga tesa appena

Anche in questo caso si riconosce l’uso di più incisioni:

inclinata. L’orlo sul retro mostra tre filettature a rilievo

Porzia in una delle madri nell’opera La strage degli inno-

concentriche. Poggia su basso piede privo di anello.

centi (vedi fig. 1)7, mentre l’ancella è tratta dall’incisione

La scena raffigurata è quella del suicidio di Porzia

con Gli ebrei che raccolgono la manna (vedi fig. 2)8. Il con-

perpetrato in un modo tanto inusitato e così descrit-

testo è quello tipico dell’architettura rinascimentale9.

to da Marziale : “Dixit et ardentis avido bibit ore fa-

Un suggerimento sull’immagine del fuoco tratto da

villas. I nunc et ferrum, turba molesta, nega”. Come

un’incisione di Marcantonio Raimondi10 ci deriva da un

sempre Xanto Avelli ci descrive la scena aiutandoci

articolo di Maria Cristina Villa, nel quale viene pubblicato

nella comprensione con una spiegazione sul retro

il piatto in relazione all’influenza della pittura di Raffaello

Vedi Porzia ch’il ferro el/fuoco affina. historia Yφ; uti-

nella maiolica del Rinascimento11.

lizzando nella legenda la frase tratta dai Trionfi del

Concordiamo con la datazione proposta dalla studiosa,

Petrarca apponene la scritta historia e non fabula

che pubblica il piatto come opera degli anni 1528-1529,

poiché si tratta di un episodio di storia romana e non

non solo per la presenza della lettera Y/φ12 o lettera fe-

1

2

di una vicenda mitologica . 3

liciana, all’uso della quale il pittore resterà fedele fino al

Fig. 1 (part.)

Porzia, figlia di Catone Uticense e moglie di Marco

1530 circa, quando comincerà a firmare per esteso. Tra

Giunio Bruto, uno degli assassini di Giulio Cesare,

le opere affini ricordiamo un piatto con Narciso della Wal-

alla notizia della morte del marito (42 a.C.) si uccide

lace Collection e uno registrato nell’archivio postbellico

ingoiando dei carboni ardenti. Questa vicenda stori-

del Metropolitan Museum of Art di New York con Atteone,

ca è narrata da Valerio Massimo4, che così descrive

che condivide con l’opera precedente la fedeltà alle stes-

il tragico atto: “Quando venisti a sapere che il tuo

se fonti incisorie. Nella stessa serie è stato poi inserito un

sposo Bruto era stato sconfitto e ucciso a Philippi,

piatto con Egeo, che abbiamo avuto occasione di appro-

poiché non ti si dava un pugnale, non esitasti a in-

fondire lo scorso anno13: anche questo piatto è databile

ghiottire castissimi carboni ardenti, imitando con il

al 1528-1529, ma mostra un disordine compositivo che

tuo coraggio femminile la morte virile di tuo padre”.

non riscontriamo nella sintassi pacata e armonica dell’o-

I carboni ingoiati da Porzia sono “castissimi”, perché

pera in corso di studio.

la castità era stata la dote principale di questa don-

Le figure di scorcio, con i volti appena visibili, sono

na coraggiosa: e la castità era una delle virtù fonda-

abilmente utilizzate da Xanto Avelli nella composizione

mentali della matrona romana . A far passare Porzia

dell’opera, mentre la tenda le conferisce un tocco di co-

per leggenda non fu dunque il suicidio in sé, ma il

lore richiamando il gusto per il verde scuro, così ricono-

5

modo in cui Valerio Massimo lo descrive, cioè “tale

scibile nelle opere del maestro rodigino. Lo scorcio del Fig. 2 (part.)

da meritare l’ammirazione di tutti i secoli futuri”: e da

paesaggio è proporzionato e apre la composizione, che

superare addirittura il coraggio dello stesso padre.

risulta ancora schematica e rigorosa, con un’attenzione

La giovane donna è dipinta sulla sinistra del piatto mentre, seduta su un

alle proporzioni che in altre opere andrà perduta.

gradino, inghiotte le braci; a destra un’ancella, sconvolta, cerca aiuto e in

Altri piatti rivelano la stessa fonte di ispirazione: la Porzia di un piatto di-

basso un cagnolino, con una piccola preda in bocca, guarda lo spettatore

pinto con il pittore LU Ur, datato 1535, e uno con legenda simile e datato

con fare smarrito; al centro il focolare, protagonista della composizione.

1541 siglato con la X, ora al Victoria and Albert Museum.

Il piatto è stato pubblicato in occasione degli atti del convegno su Fran-

Il piatto, appartenuto alla collezione di Micheal J. Taylor, è stato venduto in

cesco Xanto Avelli a cura di Carmen Ravanelli Guidotti : a questo studio

un’asta Sotheby’s nel 198114 ed è in seguito transitato alla galleria Barbe-

faremo riferimento per l’analisi del piatto.

rini di Terni.

6

Epigrammi, I, 42: “Tacque,/e con frenetica bocca inghiottiva/Rovente bragia. Via via/Piccola gente fastidiosa: provati/Adesso a rifiutarle un ferro”.

1 MARZIALE,

2 PETRARCA,

Triumphus cupidinis, III, 31.

3 MALLET

2008, p. 34 spiega come le prime legende utilizzate da Xanto siano in genere citazioni da Petrarca, come in questo caso, spiegando poi il probabile significato delle stesse cui le citazioni erano associate. Sul petrarchismo di Xanto Avelli si veda anche HOLCROFT 1988, pp. 225-235.

4

VALERIO MASSIMO III, 2, 15 e IV, 6, 5.

5 Come

ci rammenta Eva Cantarella nel suo studio sulle donne romane (CANTARELLA 1999, pp. 121-122), Porzia non era univira: aveva infatti sposato Bruto in seconde nozze, dopo il divorzio da Bibulo, e non era quindi “quel tipo di matrona di cui i romani continuavano ad esaltare le virtù”. Cantarella ci rammenta che molto forte era il concetto della castità e gli autori latini che ci narrano di Porzia in realtà non fanno alcun riferimento ai suoi due matrimoni, riservando l’attenzione al fatto che fosse moglie di Bruto, un campione dei repubblicani, e soprattutto figlia di Catone.

6

RAVANELLI GUIDOTTI 2007, pp. 70-89.

7

BARTSCH, vol. 29/15, n. 14 (Nicolas Beatrizet).

8

BARTSCH, vol. 26/14, n. 8 (Agostino Veneziano su disegno di Raffaello, oggi perduto).

9

Si vedano in merito le maioliche della mostra di Milano in BERNARDI 1981.

10 BARTSCH, 11 VILLA

vol. 27/14 (La fortezza).

2002, pp. 54-67.

12 Per

il “segno Y/φ” si veda quanto detto in MALLET 1980, p. 68, e quindi in ID. 2007, p. 34; per la lettera feliciana quanto detto da Carmen Ravanelli Guidotti in ID. 2007 p. 72, che ci ricorda come gli studi paleografici registrino questo segno come incluso tra le abbreviazioni e diffuso alla fine del Quattrocento grazie a Felice Feliciano (1443-1479).

13 ANVERSA

in PANDOLFINI 2014, pp. 168-173 n. 38.

14 SOTHEBY’S,

Londra, 14 aprile 1981, n. 28. IMPORTANTI MAIOLICHE RINASCIMENTALI - 1 Ottobre 2015

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