Il piatto, poggiante su piede ad
Il paesaggio di sfondo e la rigida
anello appena accennato, mostra
forma dello scudo, decorata da
un cavetto profondo e separato
un motivo trilobato sulla cuspide,
dalla tesa da una sottile linea blu
accompagnato da nastri svolaz-
che ne delimita lo stacco. Esso è
zanti, piatti e spesso terminanti in
occupato da uno stemma con cin-
due capi, sono tutte caratteristiche
que monti sormontati da tre fiori
che ci permettono di avvicinare
di papavero sfioriti in campo gial-
la nostra opera ad altre simili, le
lo, che galleggia in un paesaggio di
quali, però, mostrano tutte scelte
sfondo con una base verdeggiante
decorative della tesa molto diffe-
all’esergo e alcuni monti appuntiti
renziate. Tra queste un tondino
all’orizzonte, il cielo reso da sotti-
con tesa decorata in bianco sopra
li linee in azzurro diluito, mentre
bianco “alla porcellana” del British
intorno allo stemma svolazza un
Museum3 mostra una tecnica de-
nastro piatto con andamento si-
corativa per riempire il fondale die-
nuoso. Lo stemma non è stato
tro lo scudo molto vicina al nostro
identificato.
esemplare: si differenzia per una
La tesa è interamente occupata da
ulteriore colorazione del cielo con
Fig. 1
del giallo per rendere una luce se-
un motivo “alla porcellana”, centrato nei punti cardinali da quattro cartigli intervallati da un motivo tondeggiante
rotina. Il piatto è attribuito al Ducato di Urbino attorno al 1530.
che ricorda un melograno: la decorazione è qui realizzata in monocromia
Il confronto con un esemplare che mostra una scelta decorativa differente
blu di cobalto, che spicca sullo smalto bianco latte. L’orlo è delimitato da due
può spiegare l’attribuzione generica ad area urbinate: si tratta di un piatto
linee concentriche anch’esse blu. Il retro invece non presenta decorazioni.
del Victoria and Albert Museum4 con una tesa decorata “alla porcellana”,
Il piatto proviene dalla collezione Murray (vedi fig. 1), dove era classificato
ma su fondo blu e con decoro in lustro rosso, che porta al centro uno
e collocato tra le opere di Faenza e datato all’incirca al 1525. Nella stessa
stemma di fattura semplice e con sfondo paesaggistico coerente con il
collezione si nota la presenza di altri piatti stemmati, attribuiti a differenti
nostro; tale piatto è attribuito a Gubbio e datato 1531.
manifatture, ma alcune di queste opere, per quanto si possa desumere
Gli esempi potrebbero essere numerosi, diversificati e di livello stilistico e
dalla visione fotografica in bianco e nero, sembrano mostrare caratteristi-
importanza anche araldica differente, ma comunque ascrivibili tutti all’area
che morfologiche e scelte decorative simili; tra esse un piatto con decoro
del Ducato di Urbino attorno al 1530.
della tesa a trofei2 mostra nel cavetto uno stemma di forma simile al no-
Oltre alla provenienza dalla collezione Murray, già segnalata, aggiungiamo
stro, che poggia su una base collinare e ha sullo sfondo un cielo sfumato.
quella indicata sull’etichetta apposta sul retro del piatto, che fa riferimento
Il piatto è stato a suo tempo attribuito a bottega durantina del 1530 circa.
ad una certa collezione Douglas e forse al 1936.
1
MURRAY SALE 1929, Firenze, n. 111.
3 THORNTON-WILSON
2
MURRAY SALE 1929, Firenze, n. 71.
1
scheda.
4
2009, p. 377 n. 223 ed esemplari di confronto relativi citati in
RACHKAM 1977, p. 23 n. 698 (inv. 1731-1855). IMPORTANTI MAIOLICHE RINASCIMENTALI - 1 Ottobre 2015
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