90 ANNI DI ASTE: CAPOLAVORI DA COLLEZIONI ITALIANE

Page 112

19 Jacopo Vignali (Pratovecchio, Arezzo 1592 – Firenze 1664)

IL RITROVAMENTO DI MOSE’

olio su tela, cm 184x210, con cornice coeva, dorata e incisa a motivo di piccole foglie e perlinatura

L’importante opera che qui presentiamo raffigurante Il Ritrovamento di Mosè è da ritenersi fra i capolavori del pittore fiorentino Jacopo Vignali nato a Pratovecchio in Casentino nel 1592 e morto a Firenze nel

firmato e datato sulla cesta: “JAC.VIGNA/ LI.F.

1664.

MDCXXV”

Firmato e datato 1625, il dipinto venne eseguito dal pittore su commissione di un membro della famiglia

L’opera è corredata di attestato di libera circolazione

Pucci, come documentato dalle fonti, e destinato alla Villa Pucci di Granaiolo dove rimase fino alla metà

oil on canvas, 184x210 cm signed “JAC. VIGNA/LI. F. MDCXXV on the basket

degli anni sessanta del ‘900 per poi passare nell’attuale collezione privata a Montecatini e ora proposto al pubblico in occasione della celebrazione dei novant’anni della Casa d’Aste Pandolfini.

with coeval gilded frame carved with a motiv of small leaves and a bead moulding An export licence is available for this lot

€ 120.000/150.000 $ 156.000/195.000 £ 96.000/120.000

Jacopo Vignali ebbe un ruolo importante nella Firenze del Seicento tuttavia il Baldinucci non dedicava una particolare ‘notizia’ al pittore fiorentino, ricordandolo solo brevemente come allievo di Matteo Rosselli e maestro di Carlo Dolci. Le notizie sulla vita del pittore furono raccolte per la prima volta dall’erudito Sebastiano Benedetto Bartolozzi, grazie alla documentazione costituita da lettere e dal registro di bottega che erano state messe a sua disposizione dagli eredi del pittore. Il testo di Bartolozzi (1753) risulta di fondamentale importanza per la ricostruzione del percorso artistico del pittore in particolare per le preziose indicazioni circa la committenza delle opere. Il pittore si trasferì fin da giovane età a Firenze, presumibilmente nei primi anni del ‘600, dove entrò a

Provenienza eseguito nel 1625 su commissione del Balì Pucci (probabilmente Giulio di Niccolò Pucci), Villa Pucci di Granaiolo (Castelfiorentino); acquistato negli anni ‘60 dagli attuali proprietari (collezione privata, Montecatini) direttamente dalla nobile famiglia; asta Galleria Giorgi, Firenze 6-8 febbraio 1971, lotto 149; collezione privata, Montecatini

Bibliografia S.B. Bartolozzi, Vita di Jacopo Vignali pittor fiorentino, Firenze 1753, p. XII; Prima asta d’inverno, catalogo, Firenze, Galleria Giorgi, 6-8 febbraio 1971, n. 149; F. Mastropierro, Jacopo Vignali. Pittore nella Firenze del Seicento, Milano 1973, pp. 11, 29, 69, fig. 13; P. Bigongiari, Il caso e il caos I. Il Seicento fiorentino tra Galileo e il “recitar cantando”, Milano 1974, p. 43; ed. 1982, p. 81; G. Cantelli, Mitologia sacra e profana e le sue eroine nella pittura fiorentina della prima metà del Seicento (I), in “Paradigma”, 3, 1980, p. 164, nota 49; G. Cantelli, Repertorio della pittura fiorentina del Seicento, Fiesole 1983, p. 142; G. Pagliarulo, Jacopo Vignali, in Il Seicento fiorentino. Arte a Firenze da Ferdinando I a Cosimo III, catalogo della mostra, Firenze 1986-1987, 1986, Biografie, p. 184; F. Baldassari, La pittura del Seicento a Firenze. Indice degli artisti e delle loro opere, Milano 2009, p. 708; S. Bellesi, Catalogo dei pittori fiorentini del ‘600 e ‘700. Biografie e opere, Firenze 2009, I, p. 271; G. Cantelli, Repertorio della pittura fiorentina del Seicento. Aggiornamento, Pontedera 2009, I, p. 193 ; G. Pagliarulo, Per Jacopo Vignali disegnatore: un percorso tra gli studi di figura, in “Paragone”, 64, 2013, pp. 11-46, cit. p.16.

far parte della bottega di Matteo Rosselli, divenendone in breve lo scolaro preferito. La prima notizia biografica successiva al suo trasferimento a Firenze risale al 1614, anno in cui come informa Bartolozzi, Vignali divenne confratello della Compagnia di San Benedetto Bianco e al 1616 la sua immatricolazione all’Accademia del Disegno di Firenze. Nello stesso anno eseguì per Michelangelo il Giovane uno degli scomparti minori del soffitto della Galleria di Casa Buonarroti. Nella prima metà degli anni ’20, l’artista si distinse dai condiscepoli Giovanni da San Giovanni e Domenico Pugliani per la sua originale interpretazione delle soluzioni di macchia del Guercino e delle novità post-caravaggesche. Nella seconda metà del decennio, Jacopo si avvicinò alle immagini devozionali del pittore fiorentino Francesco Curradi, come evidenzia il sentimentalismo espressivo delle figure e la stesura più morbida derivata dal Passignano. Proprio a questo tempo risale la frequentazione della bottega di Vignali da parte di un allievo illustre, Carlo Dolci. Tra il 1630 e il 1633, anni segnati dalla peste, Jacopo fu uno degli interpreti preferiti dai committenti fiorentini che gli richiesero pale da altare e quadri da sala con temi che si possono collegare alla devozione stimolata dal contagio. Ai primi anni Quaranta appartengono alcuni suoi capolavori destinati a due chiese fiorentine: la decorazione della Cappella Accolti Buontalenti alla Santissima Annunziata e le tre tele per la cappella Mazzei ai Santi Michele e Gaetano. La sua intensa attività si interruppe nell’aprile del 1663 per una malattia, a distanza di un anno dalla morte avvenuta nel 1664. L’importante dipinto qui presentato è documentato nella Vita di Jacopo Vignali pittor fiorentino scritta da Sebastiano Benedetto Bartolozzi nel 1753 (Fig. 1) dal quale apprendiamo che «per il Balì Pucci colorì la Storia di Giuseppe in atto di sottrarsi dalle mani dell’impudica moglie di Putifar; il ritrovamento del pargoletto Moisè avventurato alla corrente del Nilo». L’indicazione di «Balì Pucci» fornita da Bartolozzi dovrebbe riferirsi, come suggerisce Giovanni Pagliarulo, a Giulio di Niccolò Pucci, che alla morte del balì Roberto Pucci, avvenuta nel 1612, gli successe nel baliato di Bologna. Giulio era nato nel 1590 e nel 1629 divenne senatore come lo era stato anche il padre. Nel 1633 rivestì cariche pubbliche a Pistoia e morì nel 1672.

110

CAPOLAVORI DA COLLEZIONI ITALIANE - 28 ottobre 2014


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
90 ANNI DI ASTE: CAPOLAVORI DA COLLEZIONI ITALIANE by Pandolfini Casa d'Aste - Issuu