16 Scuola fiorentina, prima metà sec. XVI CROCEFISSIONE olio su tavola, cm 83x51 al retro, il numero 87 a vernice bianca
€ 18.000/25.000
Sconosciuto al mercato dell’arte come agli studi specialistici, il dipinto che qui si presenta per la prima volta si iscrive con ogni evidenza in quel panorama fiorentino del primo quarto del Cinquecento messo a fuoco da Federico Zeri nei suoi storici interventi sugli “Eccentrici” pubblicati nel 1962 (Eccentrici fiorentini I e II, in “Bollettino d’Arte” 1962, pp. 216-236; 314326). Accomunati da sottili ed estrose divergenze dalla norma classica variamente declinate, come dalla predilezione per vivaci narrazione a piccole figure in paesaggi fantastici, questi allievi “irregolari” di Bachiacca e del Franciabigio costituirono una variante minore della Maniera fiorentina, talvolta sfiorandone i protagonisti, e in particolare Rosso Fiorentino, o artisti meno estremi nelle loro propensioni anticlassiche, come Giovanni Antonio Sogliani e Domenico Puligo. Oltre alla rilettura capricciosa e bizzarra dei modelli del primo Cinquecento che caratterizza le anatomie stravolte dei ladroni nella nostra tavola, è anche l’intonazione nordica del paesaggio che alla Crocefissione fa da sfondo a orientare l’indagine in direzione degli “eccentrici” individuati da Federico Zeri. Tra questi, Antonio di Donnino del Mazziere (Firenze 1497-1547) ricordato da Vasari tra gli allievi di Franciabigio, è stato riconosciuto come autore di un gruppo di fogli conservati al Gabinetto dei Disegni degli Uffizi, precedentemente attribuiti da Zeri al Maestro dei Paesaggi Kress, Giovanni di Lorenzo Larciani; a questi si è aggiunto un disegno al British Museum, recante una scritta col nome dell’artista (per alcuni esempi si veda almeno M. Sframeli, in L’officina della Maniera. Catalogo della mostra, Firenze 1996, pp. 272-75).
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