Pambianco magazine N.16 VIII

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SPECIALE NAUTICA

Salone di Genova

Riva, 122 Mythos Exterior

I BRIC E LO STATUS SYMBOL Seppur potenzialmente fondamentali per la nautica tricolore, i Paesi dell’area Bric appaiono però ancora ben lontani dall’essere considerati dei mercati di riferimento. “Quando si parla di paesi extra europei, non esiste una regione predominante sull’altra quanto a vendite”, ha spiegato Giovanni Costantino presidente di Admiral Tecnomar. “Dal Brasile alla Cina, dal Sudamerica al Messico, si tratta principalmente di singoli clienti che effettuano acquisti”. In molti casi viene ordinata un’imbarcazione dotata di tutti i comfort del caso, ma non sempre viene sfruttata per la sua funzione fondamentale, quella di navigare. Senza arrivare al caso di quel cliente che richiese un megayacht senza motore per tenerlo ormeggiato in banchina come fosse una villa di lusso, parte degli armatori di questi Paesi emergenti non hanno tuttora una cultura nautica che li porti a trascorrere intere vacanze sulle loro navi. Alla man-

canza di conoscenza del mondo del mare si aggiungono le scarse infrastrutture delle loro marine. “La Cina, per esempio, ha un grande potenziale – ha aggiunto Frediani - ma è un mercato da guardare nel medio e lungo termine proprio per questo motivo”. Discorso diverso per la Russia dove invece questa cultura è più sviluppata. “I clienti russi optano anche per dimensioni più contenute delle barche, quelle che vanno dai 50 ai 100 piedi (pari a 15 e 30 metri, ndr) – ha aggiunto Paolo Casani AD di Azimut Yacht – e questo anche perché in generale lì c’è un uso più consapevole della barca, più simile alle dinamiche del mercato europeo”. Sì al lusso, quindi, ma in generale sembra tramontata l’idea di un acquisto d’impulso. “Chi compra la nave per usarla ha cambiato le logiche di navigazione”, ha continuato Costantino, “prima optava per un open mentre ora cerca una imbarcazione che sfrutti al massimo gli spazi, che non debba per forza prevedere una velocità sostenuta e che abbia un’ottica anche green”. Grande attenzione anche alla personalizzazione perché comunque l’obiettivo è avere qualcosa che si avvicini il più possibile a un pezzo unico. “Chi sceglie Riva lo fa per entrare in una nicchia d’eccellenza”, ha spiegato Paola Procopio, brand manager del marchio che fa capo al gruppo Ferretti. Vero è però che la prossima importante novità del gruppo, presentata proprio a novembre, sarà M/Y Riva 120’ un 122 piedi (37 metri). Ispirato al passato di Carlo Riva, è il più grande yacht planante in alluminio mai realizzato prima dal marchio e che verrà difatti prodotto nel cantiere navale anconetano CRN, il sito produttivo di gruppo specializzato nella costruzione di mega yacht fino ai 90 metri e il cui primo modello è già stato venduto. Tornando all’industria della nautica, la prossima sfida sarà quella di seguire il fenomeno dei Bric, ma allo stesso tempo cominciare a presidiare anche la domanda proveniente dagli Stati Uniti. “Rappresentano comunque il 50% del mercato mondiale del settore – ha precisato Frediani - anche se noi italiani l’abbiamo storicamente poco toccato perché elemento imprescindibile per vendere lì è avere una filiale in loco con una rete di servizi ad hoc e pensata appositamente per il cliente nordamericano”. Prima di affrontare questa sfida, però, c’è da superare la nottata. 8 novembre 2012 PAMBIANCO MAGAZINE 103


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