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Veneto orientale e rinnovamento
IL VENETO ORIENTALE CONTINUA A RINNOVARSI ATTRAVERSO LE ODIERNE SFIDE GLOBALI

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LOGISTICA, TRASPORTI E SUPPLY CHAIN SONO I SETTORI CHE RICHIEDONO MAGGIORE SUPPORTO E INVESTIMENTI

Dagli anni ’70, a riprova della crescita costantemente superiore alla media nazionale, il Nord Est è stata una delle regioni industriali più ricche d’Europa. Senza dubbio, lo spirito imprenditoriale unito al know-how ha fatto da forza motrice alla volontà di esportazione dei beni, portando il Veneto, nei primi sei mesi del 2021, a raggiungere i 34 miliardi di euro, una crescita del 23,8% (Fonte: ISTAT). Inoltre, secondo l’analisi di Unioncamere Veneto, si prevede che le vendite all’estero raggiungeranno il +5,4% nel 2022 ed il +4,1% nel 2023.
A fronte di un volume di affari del genere, sono necessari supporto e investimenti in innovazione in settori come la logistica, i trasporti e la supply chain, ovvero la catena di approvvigionamento. Tali settori sono tra i più dinamici e, al contempo, tra i più critici a livello strategico, per quanto riguarda sia la competitività che la sostenibilità ambientale. Da considerarsi cruciale, inoltre, è il ruolo che la logistica e i trasporti hanno svolto e continuano a svolgere nei recenti eventi (la pandemia da Covid-19 e la crisi in Ucraina), soprattutto nel contesto della gestione del rischio e dell’ottimizzazione della supply chain. Evidente è poi la discrepanza strutturale tra la disponibilità di personale qualificato e la richiesta necessaria alla gestione di quest’ultima.

Le aziende del territorio del Veneto orientale, e non solo, hanno dovuto agire rapidamente sui costi, compresi gli investimenti digitali, quando la produzione e l’esportazione sono state limitate, con conseguente impatto significativo sul fatturato (sempre secondo l’ISTAT, infatti, tra gennaio e settembre 2020 le esportazioni sono diminuite in Veneto dell’11%), per poi gradualmente riprendere il trend positivo nel 2021.
Dai dati precedentemente riportati traspare che il dinamismo delle industrie del Veneto orientale, e del Nord Est in generale, si scontra con carenze culturali nella logistica, nei trasporti e nella gestione della catena di approvvigionamento, traducendosi in un innegabile calo della competitività. Tuttavia, nuove opportunità sono già presenti. A livello digitale, le grandi aziende e gli enti del territorio stanno proseguendo la loro strada dell’innovazione, facendo affidamento sul sostegno pubblico per gli investimenti resi possibili dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR), uno dei cui obiettivi è proprio quello di supportare lo sviluppo della filiera produttiva. Il Ministero per lo Sviluppo Economico include nel PNRR il Piano di Transizione 4.0, che prevede uno stanziamento totale di 13,381 miliardi di euro oltre a 5,08 miliardi del Fondo complementare, con l’obiettivo di sostenere la trasformazione digitale delle imprese incentivando gli investimenti privati in beni e attività.
Il nostro territorio di riferimento ha due importanti poli strategici in ambito logistico: il primo è certamente rappresentato da Portogruaro Interporto SpA, società a partecipazione ripartita tra pubblico (il Comune di Portogruaro, la Regione Veneto e la Provincia di Venezia) e privato. Tra i due, chi detiene la quota di maggioranza è proprio il privato rappresentato, nel dettaglio dalla Autamarocchi SpA di Trieste, che ha recentemente avviato un progetto di finanziamento per l’espansione di almeno sette nuovi binari dell’interporto, oltre che di altri lavori di ampliamento. Il progetto ha valenza sia nazionale che internazionale, ma non si riferisce unicamente al trasporto, ma anche all’intermodalità e alla gestione delle catene di approviggionamento. Va detto che le nuove infrastrutture, infatti, contemplano un elevato livello di digitalizzazione e di automazione, complementarmente ai tradizionali metodi di stoccaggio e trasporto.

A livello di sostegno economico, è il PNRR sopra citato a fornire supporto prezioso. Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili del precedente Governo ha firmato a ottobre 2022 il decreto per ripartire contributi per 55 milioni di euro del Piano Nazionale Complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alle 32 aziende ammesse al finanziamento, decisione questa per la quale la Commissione Europea si è espressa a favore. Oltre ai già citati contributi statali, è previsto un finanziamento a carico delle imprese pari a 62 milioni di euro.
A livello di dati, Portogruaro Interporto SpA ha ottenuto nello specifico 849.806,08 euro in contributi statali e 1.243.953,92 euro a carico dei beneficiari, per un totale complessivo dell’investimento pari a 2.093.760 euro. I fondi pubblici del PNC serviranno per incentivare l’acquisto di tecnologie in linea con gli standard odierni economici ed ambientali, oltre che di sicurezza.
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