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Le affascinanti novità sulla terapia del diabete mellito di tipo 2

Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Pavia

N. 3 / 2022

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PASQUALE CIRO DE CATA

Endocrinologo e Diabetologo Il diabete è ormai considerata una emergenza sanitaria a rapidissima tendenza di crescita.

La prevalenza mondiale di diabete nel 2021 è pari a 537 milioni di persone affette e si stima un aumento del 46% entro il 2045 (con un totale di circa 783 milioni di persone affette). In Italia sono oltre tre milioni e mezzo le persone che nel 2019 hanno dichiarato di essere diabetiche (con un incremento del 60% rispetto al 2000).

La prevalenza del diabete cresce con l’età: è inferiore al 3% nelle persone con meno di 50 anni e supera il 9% fra quelle di 50-69 anni. È più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,3% vs 4,1%) e nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche.

Il 90% di pazienti diabetici è affetto da diabete mellito tipo 2 ed è a rischio di sviluppo di complicanze micro e soprattutto macro-vascolari, ad aumento di mortalità e ad ingenti costi di gestione (in particolare a causa delle ospedalizzazioni, spesso legate alle complicanze cardiovascolari). L’armamentario farmacologico per la cura del diabete si è notevolmente ampliato negli ultimi anni e favorisce una personalizzazione degli schemi terapeutici. In particolare, tra i farmaci innovativi per la cura del diabete mellito di tipo 2, spiccano gli agonisti del recettore del GLP-1 (GLP-1 RA) e le glifozine (SGLT-2i). Con l’avvento di queste nuove terapie si è finalmente superato il concetto di una gestione glucocentrica della malattia a favore di una valutazione globale del paziente diabetico ed in particolare del suo rischio cardiovascolare. Tali farmaci hanno infatti dimostrato un effetto di protezione nefro, cerebro e cardio-vascolare, una riduzione del peso corporeo, un miglioramento del compenso glicemico senza rischi aggiuntivi di ipoglicemia. Entrambi possiedono un eccellente profilo di sicurezza e tollerabilità.

Gli effetti indesiderati più frequenti per GLP-1 RA sono di tipo gastro-enterico (es. nausea,vomito, diarrea); in caso di utilizzo di SGLT2-i le infezioni genito-urinarie rappresentano l’evento avverso più frequente. I risultati degli studi clinici effettuati utilizzando questi nuovi farmaci hanno rivoluzionato le indicazioni delle linee guida internazionali e italiane. Viene consigliato utilizzo di SGLT-2i in caso di scompenso cardiaco o malattia renale cronica (con VFG<60 e/o micro/macroalbuminuria) e di GLP-1 RA in caso di malattia aterosclerotica cardio-vascolare nota, o per paziente a rischio cardiovascolare alto o molto alto.

La recente Nota 100 estende alla Medicina Generale la possibilità di prescrivere in regime di rimborsabilità queste due classi di farmaci. Un’ulteriore possibilità terapeutica è rappresentata dalle associazioni pre-costituite di analogo lento insulinico con GLP-1 RA che, rispetto al solo analogo lento, permettono un controllo metabolico migliore senza aumento del rischio di ipoglicemia e con scarso impatto sul peso corporeo. Il futuro non troppo lontano è rappresentato dalle twin-incretine che, visto il loro effetto sinergico sui recettori GIP-GLP-1, hanno dimostrato un ulteriore evoluzione della terapia con maggiore riduzione del valore di emoglobina glicata e del peso corporeo. Alla luce di tutte queste importanti innovazioni farmacologiche è fondamentale una gestione integrata del paziente diabetico tra i medici di medicina generale e gli specialisti al fine di garantire una corretta prevenzione delle complicanze cardiovascolari, ridurre la mortalità, abbattere i costi di gestione e le ospedalizzazioni, facilitare gli schemi terapeutici domiciliari e migliorare così la qualità di vita dei pazienti e dei loro caregiver.

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