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Il nuovo volto di OOF
Cosa ha di speciale la rivista OOF? Tutto. Intanto siamo l’unica rivista in edizione cartacea dedicata ai condimenti in Italia – e, salvo smentite, crediamo anche l’unica nel resto del mondo.
In realtà, il protagonista quasi assoluto delle nostre pagine è stato l’olio extra vergine di oliva, e di questo un po’ ci dispiace: non siamo evidentemente equi. Ci impegneremo comunque a esserlo, da qui in avanti.
Una buona ragione per scusarci? È che sentivamo l’urgenza di dare massima priorità all’olio estratto dalle olive. Sì, paradossalmente, perché rimane un alimento molto utilizzato ovunque ma tuttora poco conosciuto ed esplorato – e soprattutto, aspetto che ci mette un po’ d’ansia, non viene visto quale marcatore culturale, ruolo che invece meriterebbe di gran lunga. C’era l’urgenza di ribadire questo ruolo e abbiamo un po’ trascurato gli altri ingredienti. Significa allora che daremo corso a un cambiamento. Ecco, il cambiamento. Cosa si intende per cambiamento? Un ribaltamento di quanto finora fatto, forse? O una naturale evoluzione del nostro percorso? Oppure una riforma sostanziale? E se si trattasse invece di una trasmutazione? Bene, lo scoprirete scorrendo queste pagine. Forse. Intanto, un’avvertenza. A partire da questo numero 16, OOF, la rivista in edizione cartacea di Olio O cina, non sarà più in lingua inglese. Cosa significa? State pur certi che non rinunciamo a atto a un’eco internazionale, con Olio O cina. Svilupperemo semplicemente un progetto nuovo, sartoriale, dedicato su misura all’utenza cui ci rivolgeremo. In modo che non si tratti solo della versione in lingua inglese di qualcosa di già pensato, vissuto e scritto in italiano e dall’Italia. Amiamo le sfide, e anche le complicazioni che queste comportano. Non ci mancheranno certo entusiasmo, risolutezza e perseveranza. Ora, però: quando c’è un passaggio, inevitabilmente una simile occasione comporta come sempre la necessità di intraprendere un cammino diverso. Si aprono pertanto nuovi varchi. Il cambiamento richiede sempre e comunque una svolta, ma anche la rinuncia a quanto già in precedenza sviluppato. Ecco allora la nuova veste grafica, un progetto e una visione inediti. Per quello che siamo stati, per quello che abbiamo realizzato, ringraziamo innanzitutto coloro che hanno dato un volto e una forma a OOF: Cristina Menotti e Fabio Berrettini. Tutti hanno apprezzato e ammirato in questi anni il loro lavoro. E grazie anche al gruppo di traduttori guidati da Anthony Green
Con l’ingresso nel nuovo ciclo di OOF, ringraziamo lo studio PR-A e il creative director Michelangelo Petralito per aver accolto l’invito a dare una di erente forma alla rivista. Ricordate, però: la forma è sostanza. Sempre. Il titolo dell’editoriale del numero 1 di OOF era già di per sé una dichiarazione di intenti, che noi qui ribadiamo a chiare lettere: “Nessuna paura del nuovo”. E ora ci facciamo un augurio: che tanta audacia e tenacia ci accompagnino in continuazione.
Grazie ai tanti lettori, e soprattutto gra- zie agli abbonati che hanno creduto nel progetto (una raccomandazione, tuttavia: non dimenticate di rinnovare l’abbonamento, ma anche di regalarlo). Grazie pure al comitato scientifico e a tutti coloro che hanno collaborato a testi e immagini. Un grande grazie in particolare alle imprese che hanno compreso il valore di OOF, testimoniandolo in modo concreto e generoso attraverso la presenza costante della pubblicità. Fare cultura ha un costo, ma l’indipendenza di una rivista ha costi ancor più elevati di quelli abituali. La cultura va sostenuta in tutti i modi possibili. Chi ci sostiene rappresenta il volto bello e virtuoso di un mondo che non sa rinunciare alla sfide. Grazie, grazie, grazie.