Dispersioni. Cultura letteraria a Mantova tra Medio Evo e Umanesimo

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24,90 €

CULTURA LETTERARIA A MANTOVA

www.officinalibraria.com

tra medio evo e umanesimo

Andrea Canova è nato a Mantova nel 1967 e insegna Filologia italiana e Letteratura italiana all’Università Cattolica (Brescia). Ha studiato i racconti di viaggio nell’età delle grandi scoperte geografiche, il romanzo cavalleresco nel Quattrocento e il rapporto tra letterati e artisti in età umanistica. Ha pubblicato le edizioni critiche e commentate della Relazione del viaggio attorno al mondo di Antonio Pigafetta (Padova, Antenore, 1999), dell’anonimo romanzo cavalleresco Falconetto (Mantova, Arcari, 2001) e dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo (Milano, Bur-Classici, 2011).

andrea c a n ova

La storia della cultura italiana tra Medio Evo e Umanesimo è innanzitutto una storia di centri geografici, di uomini e di libri che operano e che si spostano tra città e corti diverse in uno scacchiere complesso e mutevole. Nell’Italia settentrionale una della maglie più importanti di quella rete è costituita dalla città di Mantova e dalla corte dei Gonzaga che, saliti al potere nel 1328, la dominarono per tre secoli. Questo libro ricostruisce la prima fase della signoria gonzaghesca, spingendosi fino agli estremi del Quattrocento e spiega che cosa accade nel contesto letterario cittadino mentre in quello figurativo si alternano esperienze cruciali come quelle di Pisanello e di Andrea Mantegna. Le ricerche portano in luce protagonisti noti e meno noti: i primi seguaci di Petrarca, Vittorino da Feltre maestro umanista con i suoi allievi pronti a spargersi per l’Europa, versatili funzionari di corte lesti a capire i vantaggi della nuova arte tipografica, gentiluomini della bella società intenti ad appropriarsi delle ultime mode poetiche fiorentine, stampatori impazienti di approntare nuove edizioni di Dante e di Boccaccio. Nella sfera intellettuale dell’élite gonzaghesca pulsano e si amplificano le dinamiche più generali dell’epoca, ma Dispersioni non trascura nemmeno la cultura diffusa, le letture della borghesia esterna alla corte, proponendo una visione sociologicamente equilibrata che recuperi i frammenti di un quadro lacerato dal tempo e discostandosi dai non pochi luoghi comuni accumulatisi nella bibliografia corrente. Alla narrazione dei fatti segue un’antologia di testi e documenti che espone i dettagli, vicende piccole e grandi, il giro vorticoso di persone e libri in città lungo gli anni, in un modo storicamente più vero, non oleografico e forse per questo più «sentimentale».

andrea canova

DISPERSIONI

cultura letteraria a mantova tra medio evo e umanesimo



dispersioni


In copertina Andrea Mantegna, San Sebastiano, particolare, 1470 circa, Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie

Progetto grafico Paola Gallerani Impaginazione Chiara Bosio Redazione Marta Materni Fotolito Pluscolor, Milano Stampa Monotipia Cremonese, Cremona Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. isbn: 978-88-97737-18-6 © Officina Libraria, Milano, 2017 www.officinalibraria.com Printed in Italy La pubblicazione di questo volume ha ricevuto il contributo finanziario dell’Università Cattolica sulla base di una valutazione dei risultati della ricerca in essa espressa. Si ringraziano per il sostegno il Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, Fondazione Cariverona e Fondazione Comunità Mantovana Onlus


andrea canova

s DISPERSIONI cultura letteraria a mantova tra medio evo e umanesimo


SOMMARIO 7 PREMESSA Opere citate in forma compendiosa 09 Nota alle trascrizioni 10 Abbreviazioni 10 11

QUADERNO 13 STAGIONI E OMBRE VIRGILIANE 29 CONTINUITÀ E FRATTURE. PETRARCA 43 DOPO NOVATI. A PROPOSITO DI CODICI E CARTEGGI GONZAGHESCHI NEL TRECENTO 57 DENTRO E FUORI MANTOVA 69 PRIMO INTERMEZZO. CULTURA LETTERARIA E ISTITUZIONI ECCLESIASTICHE: ALCUNI APPUNTI 83 LETTERATURA IN VOLGARE 91 ECLETTISMI E AVANGUARDIE 129 SECONDO INTERMEZZO. IN PODESTERIA (SUL MS. URB. LAT. 643) 137 ESPERIMENTI E IMPORTAZIONI 149 LATINO E VOLGARE 173 UN EPILOGO POSSIBILE


181

TESTI E DOCUMENTI 183 PER LA STORIA DELLA BIBLIOTECA GONZAGHESCA. DAL CARTEGGIO CON PADOVA 187 LA LAUDA SALVE IESU CRISTO SALVATOR SUPERNO IN CASA MALOSELLI 194 ZACCARIA SAGGI Sonetti Lettere relative ai Commentarii di Giovanni Simonetta Inventario dei libri

194 203 207

212 ANSELMO FOLENGO Sonetti Inventario dei libri

212 216

221 DOMENICO SILIPRANDI Lettera a Ludovico Gonzaga Il sonetto Rigido Bertramino scognoscente

221 222

224 CORRISPONDENZA TRA GIORGIO MERULA E LUDOVICO GONZAGA 227 LETTERA DI RANIERO ALMERICI A LUDOVICO GONZAGA 228 INVENTARIO DELLA LIBRERIA DI ALVISE SILIPRANDI E GIANFRANCESCO STELLINI 243 LETTERA DI PAOLO ATTAVANTI A FRANCESCO GONZAGA 247

TAVOLE 257 INDICE DEI NOMI E DELLE OPERE ANONIME 268 INDICE DEI MANOSCRITTI E DEI DOCUMENTI D’ARCHIVIO



PREMESSA

All this happened, more or less. Kurt Vonnegut, Slaughterhouse-five

ualche anno fa, Giorgio Bernardi Perini mi chiese di curare la parte letteraria di una nuova Storia della cultura mantovana che aggiornasse l’allora cinquantenne Mantova. La storia. Le lettere. Le arti dell’Istituto Carlo d’Arco per la Storia di Mantova. Pensai allora innanzitutto a un volume che coprisse il lungo periodo tra l’alto Medio Evo e la fine del Quattrocento, suddividendo gli argomenti in base a un criterio prevalentemente cronologico, ma in parte tematico, e distribuendoli a un gruppo di colleghi. I saggi furono scritti, ma l’iniziativa naufragò a causa dei problemi finanziari della Fondazione Banca Agricola Mantovana che avrebbe dovuto sostenerla: fallimento non isolato, e nemmeno tra i più gravi, nell’odierno panorama economico e culturale in via di desertificazione. Decisi allora di riscrivere il mio saggio daccapo, in una maniera più libera dalle regole che la pur gradita coabitazione con altri autori imponeva, allargando lo sguardo, aggiungendo nuove schede e mettendo a frutto la possibilità di una seconda parte del lavoro sotto forma di antologia di testi letterari e di documenti. Nel corso del tempo il libro ha assunto sempre più la fisionomia di un giornale di viaggio costruito attorno agli appunti raccolti in biblioteca o in archivio, alla luce di novità o di recuperi del già edito, spesso malnoto. Da questa prassi deriva il Quaderno che apre il volume, una specie di diario alimentato da ricerche parallele. Ho rinunciato alla comoda soluzione della raccolta di articoli, preferendo la messa in serie di notizie vecchie e nuove, e arrischiando sintesi più generali, talvolta assai provvisorie. Spero che il risultato, nelle sue fatali imperfezioni, generi qualche scintilla e soprattutto faciliti i percorsi altrui: alcune piste sono state solo aperte e attendono di essere battute. E spero altresì che l’andamento a tratti desultorio, con i suoi obbligati ritorni sul tracciato e con gli intermezzi che rallentano la trama portante, non sia troppo legato al mio modo di vedere le cose. Ho avuto spesso la sensazione di un succedersi non lineare di nomi e fatti storici, come di un affastellamento di piani temporali simile a quello vissuto da Bill Pilgrim, il protagonista di Mattatoio n. 5. Una convergenza di strati non separabili nella Mantova medievale e umanistica, ma anche nell’odierna, molto confusa e molto cambiata rispetto a quella in cui, quasi trent’anni fa, ho cominciato a studiare le lettere dell’Archivio Gonzaga. L’impressione attuale (che non intendo disgiungere dal mio atteggiamento affettivo di mantovano a tempo ormai solo parziale) è quella di un patrimonio a serio pericolo di disgregazione, di una memoria selettiva concentrata su pochi giacimenti a ritorno economico sicuro, ma cui è stato ormai spremuto ogni incanto. Da qui derivano 7


premessa

le mie Dispersioni: concetto solitamente adoperato nella storia dell’arte, ma che si può applicare bene a testi manoscritti o a stampa e a documenti che la storia ha provveduto a spargere per il mondo. Non mi spiace che il titolo ricordi un po’ la «controcultura» di un tempo, e coerentemente si tratta di un libro nutrito di indagini centrifughe, guidate dalla curiosità per ambiti diversi, anacronistiche in giorni di pertinenze disciplinari e valutazioni dei «prodotti della ricerca». Si cerca, insomma, di capire che cosa è successo, senza troppe apprensioni. Devo ringraziare tante persone, la cui gentilezza ha migliorato la forma e il contenuto di questo libro: spero di non avere dimenticato i loro nomi nelle note più puntuali. Fin dal progetto originario è stata importante la collaborazione con gli amici Paolo Gresti, che si è occupato della letteratura in volgare mantovano delle origini, e Paolo Pellegrini, che ha affrontato invece l’Umanesimo quattrocentesco latino. Sono lieto che i loro contributi abbiano poi trovato un altro esito e che possano ora essere citati in queste pagine. Giuseppe Frasso è stato il mio primo lettore. Da Marco Petoletti ho ricevuto molti suggerimenti e generose segnalazioni. Le mie ricerche mantovane si sono incrociate con quelle, preziose, di Giuseppe Crimi e Valerio Sanzotta e ne hanno tratto grande vantaggio. Luisa Onesta Tamassia e Pasquale Di Viesti mi hanno assistito negli scavi in Archivio di Stato e alla Biblioteca Teresiana. Un pensiero riconoscente a chi mi è venuto in soccorso in maniere differenti ma sempre necessarie: Giovanni Agosti, Cosimo Burgassi, Claudio Ciociola, Italo Giannelli, don Alessandro Giganti, Marco Giola, Isabella Lazzarini, Maria Antonietta Marogna, Fabio Piccinelli, p. Marco Rainini o.p., Massimo Rodella, Daniela Sogliani, Stefano Serventi, Jacopo Stoppa. Una richiesta di perdono, per le vessazioni che ho loro inflitto, al Personale della Sala di consultazione dell’Università Cattolica di Milano e a quello della Sala di studio dell’Archivio di Stato di Mantova, cui devo aggiungere Simona Bellesini per i suoi precisi riscontri a distanza: «Però quanti bibliotecari e archivisti italiani, generosi e attenti dovrei pure ringraziare!» (G. Billanovich). Questo libro sarebbe rimasto un’intenzione se ai due estremi della tratta Milano-Mantova non ci fossero stati mia moglie Lia, mia figlia Benedetta e i miei genitori ad attendermi. Mentre le ultime pagine prendevano forma, mia madre Maria e Giorgio Bernardi Perini se ne sono andati: a loro queste Dispersioni sono ora dedicate, nel ricordo inestinguibile di chi le ha scritte.

A. C.

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Andrea Canova è nato a Mantova nel 1967 e insegna Filologia italiana e Letteratura italiana all’Università Cattolica (Brescia). Ha studiato i racconti di viaggio nell’età delle grandi scoperte geografiche, il romanzo cavalleresco nel Quattrocento e il rapporto tra letterati e artisti in età umanistica. Ha pubblicato le edizioni critiche e commentate della Relazione del viaggio attorno al mondo di Antonio Pigafetta (Padova, Antenore, 1999), dell’anonimo romanzo cavalleresco Falconetto (Mantova, Arcari, 2001) e dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo (Milano, Bur-Classici, 2011).

andrea c a n ova

La storia della cultura italiana tra Medio Evo e Umanesimo è innanzitutto una storia di centri geografici, di uomini e di libri che operano e che si spostano tra città e corti diverse in uno scacchiere complesso e mutevole. Nell’Italia settentrionale una delle maglie più importanti di quella rete è costituita dalla città di Mantova e dalla corte dei Gonzaga che, saliti al potere nel 1328, la dominarono per tre secoli. Questo libro ricostruisce la prima fase della signoria gonzaghesca, spingendosi fino agli estremi del Quattrocento e spiega che cosa accade nel contesto letterario cittadino mentre in quello figurativo si alternano esperienze cruciali come quelle di Pisanello e di Andrea Mantegna. Le ricerche portano in luce protagonisti noti e meno noti: i primi seguaci di Petrarca, Vittorino da Feltre maestro umanista con i suoi allievi pronti a spargersi per l’Europa, versatili funzionari di corte lesti a capire i vantaggi della nuova arte tipografica, gentiluomini della bella società intenti ad appropriarsi delle ultime mode poetiche fiorentine, stampatori impazienti di approntare nuove edizioni di Dante e di Boccaccio. Nella sfera intellettuale dell’élite gonzaghesca pulsano e si amplificano le dinamiche più generali dell’epoca, ma Dispersioni non trascura nemmeno la cultura diffusa, le letture della borghesia esterna alla corte, proponendo una visione sociologicamente equilibrata che recupera i frammenti di un quadro lacerato dal tempo e discostandosi dai non pochi luoghi comuni accumulatisi nella bibliografia corrente. Alla narrazione dei fatti segue un’antologia di testi e documenti che espone i dettagli, vicende piccole e grandi, il giro vorticoso di persone e libri in città lungo gli anni, in un modo storicamente più vero, non oleografico e forse per questo più «sentimentale».

andrea canova

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