Alfagatto

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Tabby (1), il gatto di Abraham Lincoln (1809-1865), sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America.

Tango, il gatto rosso

castrato di Sir Winston Churchill (1874-1965), politico e primo ministro inglese, ritratto da Sir William Nicholson. Vedi anche Jock e Nelson

Ted NudeGent,

vedi Octavius

Tao, il siamese protagonista

insieme al Labrador retriver Luath e al Bull Terrier Bodger dell’Incredible Journey attraverso il Canada scritto da Sheila Burnford (1918-1984) nel 1961 e diventato un film Disney due anni dopo.

Thisbé vedi Pyram

lo sconsolato sphynx interprete del Signor Bigolo (un angora bianco come il Solomon di Blofeld, reso glabro dal processo di «scongelamento») nel film Austin Powers, Il controspione (1997).

Tinker Toy, il

gatto più piccolo del mondo, un himalayano tascabile alto 7 cm e lungo 19 cm.

Mr Tinkles,

il persiano bianco con manie di onnipotenza nel film Come cani e gatti di Lawrence Guterman (2001). Il suo piano? Rendere tutti gli umani allergici ai cani in modo da poterli poi sopraffare.

Tom (2), il gatto

che dagli anni ’40 insegue il topo Jerry nei cartoni animati creati da Joseph Barbera e William Hanna.

Tabby (2), Tavy, Tittlebat, Tommy, Toozle

Tibert, il gatto che

fa a gara di astuzie con la volpe nel Roman de Renart, la racolta di racconti del XII e XIII secolo.

Toufou, il gatto di

René Barjavel (19111985), giornalista e scrittore di fantascienza francese.

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nero) di Raymond Chandler (1888-1959), creatore dell’investigatore Philip Marlow. Il suo aiuto consisteva nel sedersi sulle bozze mentre Chandler cercava di correggerle. È anche nota una sua lettera a un altro gatto: «Vieni da queste parti quando il tuo muso sarà pulito e discuteremo dello stato del mondo, della follia degli uomini, della prevalenza della carne di cavallo sebbene noi si preferisca la parte del filetto nella costata di manzo, e della nostra comune difficoltà ad avere le porte aperte al momento giusto e i pasti serviti a più frequenti intervalli. Ho ottenuto di arrivare a 5 al giorno col mio personale, ma c’è ancora margine di miglioramento».

Tiger, il gatto di Emily Brontë (1818-1848)

che giocava ai suoi piedi mentre scriveva Cime tempestose (1847) probabilmente insieme agli altri gatti menzionati nelle lettere di Emily e nei diari di sua sorella minore Anne: (3), Martha Brown, Flossey e Keeper.

Tobermory, il «‘gatto

Thomasina, la gatta

che si crede una divinità egizia protagonista del romanzo di Paul Gallico (1897-1976) Thomasina: The Cat Who Thought She Was God (1957), diventato il film Disney del 1964, Le tre vite della gatta Tomasina.

Tom Kitten,

il gatto della figlia del presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy (1917-1963), Caroline (1957), secondo inquilino felino della Casa Bianca dopo Slippers (p. 86).

Toto, il gatto che nel

1944 salvò una famiglia dall’eruzione del Vesuvio.

Taki, la «segretaria» (un magnifico persiano

Tabby

superiore’ di straordinaria intelligenza» che apprende a parlare dal signor Cornelius Appin, seminando il panico tra gli ospiti di Lady Blemely, poiché ne rivela con grande aplomb e totale indiscrezione i retroscena, nella novella di Saki (Hector Hugh Munro, 1870-1916) in Le cronache di Clodoveo, 1911.

Tonto, il gatto rosso compagno del viaggio coast-to-coast di Harry (Art Carney) nel film Harry e Tonto (1974).

Tom (1), il primo

gatto a rendere celebre questo nome, tanto che in inglese indica il gatto maschio casanova per antonomasia (Tomcat) compare nel romanzo The Life and Adventures of a Cat pubblicato nel 1760.

Topper, il gatto bianco e

nero che interpreta se stesso nel film Bright Star di Jane Champion (2009), ispirato agli ultimi giorni della vita del poeta John Keats, rubando la scena ad ogni sua apparizione.

Tyke, il gatto dello scrittore americano Jack Kerouac (1922-1969). Tweedledee e Tweedledum,

i «due bei fratelli, battezzati stupidamente» da Canon Henry Parry Liddon (1829-1890), studioso e devoto scrittore anglicano.

L’autore di Sulla Strada così lo ricorda in Big Sur (1962): «Amavo Tyke con tutto il cuore, era il mio bambino, che da piccolo dormiva proprio nel palmo della mia mano, con la sua testolina che ciondolava giù, oppure faceva le fusa per ore, fintanto che lo tenevo in quel modo, camminando o mentre stavo seduto. Era come una pelliccetta molle arrotolata sul mio polso, lo giravo attorno al polso o lo lasciavo penzolare e lui continuava a fare le fusa, e perfino quando diventò grande lo tenevo in quel modo, potevo addirittura sollevare quel grande gatto a braccia tese proprio sopra la testa e lui faceva le fusa, aveva completa fiducia in me».


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