City running tour per la promozione di un turismo attivo L’iniziativa “Venice by run“ a Venezia centro storico
Giulia Abbruzzese è ideatrice, insieme a Roberto Marin, del progetto di turismo sostenibile “Venice by run”. Architetto, laureata presso l’Università Iuav di Venezia, si occupa principalmente della comunicazione visiva dell’iniziativa (identità e promozione) svolgendo anche il ruolo attivo di running leader. e-mail: giulia.abbruzzese@venicebyrun.com
“Venice by run” is a sustainable tourism project born in 2015 with the aim of offering exciting experiences in Venice without undermining its fragile context given to artistic, historical and environmental factors.The running tours are designed for small groups to offer a unique visit to the most valuable historical, artistic and cultural places of the city in a different way from the tourism mass proposal: showing the everyday life of Venetians (yes, despite the high tourists flux, there are still many residents in the historical centre) and giving useful practical information to live like a local, enjoing the city without leaving a high impact on it. All this in a funny and healthy way! The tour leaders are first of all passionate runners and committed to obtain a fair trade-off between tourism and the city of Venice.
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di Giulia Abbruzzese
gni mattina è magica a Venezia: persone che portano a spasso il cane, gli addetti Veritas¹ che puliscono calli e campielli, l’allestimento dei banchi di pesce, frutta e verdura al mercato di Rialto, il camion carico di provviste per il supermercato sopra una chiatta che approda lungo la Fondamenta delle Zattere: un rituale che si ripete quotidianamente. Sembra impossibile che questa sia la città che ospita 23 milioni di visitatori all’anno². Chi la frequenta, soprattutto i turisti, rischia di non poterla apprezzare appieno, per la fatica di salire in battello, la difficoltà di attraversare il ponte di Rialto e raggiungere Piazza San Marco, l’impossibilità di fotografare luoghi e architetture senza la presenza umana. Esistono due facce della stessa città che ho scoperto correndo di mattina presto, prima che inizi il viavai di lavoratori, studenti e visitatori. Con un paio di scarpe da corsa ai piedi, si possono facilmente attraversare i diversi sestieri e godere delle bellezze, più o meno note, che caratterizzano la città. Non ci sono altri momenti della giornata in cui è possibile ammirare Piazza San Marco semi deserta, magari dopo aver attraversato aree meno turistiche come Cannaregio e Castello, soffermarsi sulla toponomastica di calli, fondamenta, rio terà, rughe, sotoporteghi, campi e campielli con la prima luce diurna e leggere le stratificazioni storiche nelle facciate degli edifici e nei materiali con cui la città è stata costruita a partire dalle sue origini. “La mattina questa luce si affaccia ai vetri della tua finestra, ti schiude l’occhio come fosse una conchiglia, ti chiama all’aperto e si mette a correre davanti a te strimpellando con i suoi lunghi raggi – come un ragazzino scatenato che batte il bastone contro la cancellata di un giardino o di un parco – su arcate, portici, comignoli di mattoni rossi, santi e leoni. Dipingi, dipingi!, ti grida la luce, scambiandoti per un Canaletto, un Carpaccio, un Guardi, oppure perché non si fida, non è tanto sicura che la tua retina sia capace di trattenere tutto ciò che lei ti squaderna davanti”³.