OFFICINA* 02

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8.850 m3 ed è costituito da una vasca chiodata con due campane inserite. La pianta del traliccio di guida è a forma decagonale ed è diviso in due anelli. Il traliccio è composto da colonne tonde collegate tra loro attraverso travi reticolari: sotto la base di ciascuna colonna vi è l’appoggio di un traliccio che riceve il carico verticale. Sulle colonne sono installati i montanti guida per il movimento delle campane. Osservando attentamente si possono riconoscere due fasi principali di costruzione: il gasometro originale con una campana sola fu reso telescopico con l`aggiunta di una seconda campana circa dieci anni dopo6. A sostegno di questa ipotesi, si

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Alla fine del Novecento si sono sviluppati gasometri con una capacità sempre più grande, ma con maggiori difficoltà nell’impiego del sistema idraulico. Fu inventato quindi il gasometro a secco o a disco, differente dai precedenti. Consisteva in un cilindro unico e un disco mobile che veniva inserito per regolare il contenuto del gas4. La storia Venezia si dotò presto di questo sistema innovativo e così fu inaugurata l’illuminazione a gas in Piazza San Marco nel 1841. La prima officina del gas fu

realizzata a San Francesco della Vigna, mentre la seconda fu eretta nel 1908 sull’ex-campo di San Marte5. Entrambe furono messe fuori servizio con l’avvenire del metano nel 1970. A San Francesco della Vigna oggi sono rimasti due gasometri a telescopio a due alzate, abbandonati, con danni locali di corrosione e deformazione. Tutta l`area non è più usata e non è accessibile al pubblico. Il più vecchio è il gasometro V, risalente al 1882 e visibile da Campo San Francesco della Vigna. Ha una capacità di

possono notare i due anelli di traliccio che furono costruiti con due altezze diverse e con due tecniche costruttive differenti, in particolar modo per quanto riguarda la colonna7. Questo gasometro riscontra affinità costruttive con il gasometro storico di Firenze, eretto con un brevetto francese di Lione. Dal vaporetto si riesce a scorgere più chiaramente il gasometro VI, del 1928. Ha una capacità di 8.000 m3, la stessa forma del precedente, ma gli elementi sono stati realizzati diversamente. La vasca è di calcestruzzo armato, il traliccio di guida è costituito da pilastri di profi lo angolare e per rinforzare la struttura sono state inserite travi reticolari e controventi. Rispetto all`altro gasometro questo ha un traliccio a pianta dodecagonale. La calotta fu costruita col sistema di Schwedler, un ingegnere tedesco che aveva inventato una calotta priva d’irrigidimento nella terza dimensione, una soluzione impiegata a Berlino8. In altre città dell`Italia settentrionale si possono riconoscere gasometri di im-

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