Infocampagna 2013

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Editorial Elementi per la liturgia

Sento compassione di questa folla In alto a sinistra è illustrato il miracolo dei tanti saziati grazie alla condivisione del poco. Il bambino affamato con i due pesci incarna la speranza dei più deboli in un futuro degno d’essere vissuto. Gesù Cristo ha occhi per le necessità delle persone. Per evidenziarlo, l’artista rappresenta la scena dal punto di vista dell’amore di Gesù: EGLI guarda alla gente affamata e ne ha compassione. Questo viene sottolineato visivamente dal riverbero luminoso che dal davanti scende sulla tavola e sul bambino. Sento compassione di questa folla (Marco 8, 2; cfr. 6, 34): così Gesù descrive la sua missione che l’ha portato alla gente. Egli comincia a distribuire il pane e incoraggia in tal modo le persone a fare come lui. Se il nostro sguardo segue la diagonale, vediamo cosa può accadere sotto lo sguardo dell’amore di Cristo.

Assaporare la vita In basso a destra ci sono dei bambini che fanno penzolare le loro gambe da un tavolo: quel tavolo che nella scena a sinistra era ancora una barriera eretta con la violenza. Tengono in mano ciotole colme: mangiano e bevono, provano e gustano. Il tavolo è ridiventato una tavola, intorno alla quale le persone si riuniscono per il pasto comune. Nessuno deve mendicare il cibo. Le spighe sfiorano i piedi dei bambini, promettendo a tutti una vita in pienezza (Giovanni 10, 10). Questa scena corrisponde all’immagine dell’ultima cena: la nuova comunione di mensa è criterio di ogni vera liturgia,

che elimina la logica della contrapposizione e del permanere nei ruoli del ”povero” o del ”ricco”. Un ”buon pasto” può essere solo quello che permette anche agli altri di mangiar bene!

Quanti pani avete? Una domanda quotidiana con così tante sfaccettature: Sai quanto veramente possiedi? Conosci le tue capacità? Immagini quanto saresti in grado di trarne? Hai mai provato? Sono vive in te la fame di giustizia e la sete di solidarietà? La domanda contiene, anche, un interrogativo sul nostro comportamento di consumo. La formulazione di Gesù è diretta, precisa, ed esige una decisione: ”Come agisci di fronte alla povertà davanti alla porta (vicina e lontana) di casa tua?”. La tavola comune è un forte simbolo della solidarietà coi poveri. La dichiarazione di agire risolutamente nel senso del regno di Dio promette, oltre all’equa partecipazione ai doni della creazione, una vita in pienezza. Il cambiamento comincia con una domanda. Il nuovo drappo quaresimale può avviare questa ricerca e accompagnare l’impegno per un solo mondo.

Foto: Borowski/Misereor

L’autrice del drappo Ejti Stih (1957), nata e cresciuta in Slovenia, è un’artista riconosciuta in campo internazionale. Ora vive e lavora a Santa Cruz de la Tierra in Bolivia. Insegna pittura e disegno e le sue illustrazioni per libri, giornali e riviste sono molto richieste. Inoltre ha lavorato per una cinquantina di produzioni teatrali nella creazione di costumi e scenografie. www.ejtistih.com

Il drappo quaresimale e le meditazioni: Il drappo quaresimale, stampato su stoffa in due formati, è disponibile a pagamento. Lo si può ordinare tramite il tagliando di ordinazione del materiale, le nostre pagine web o chiamando ai numeri di telefono indicati sulla seconda di copertina. Le immagini possono esser scaricate dal sito: www.campagnecumenica.ch. Proponiamo anche un libretto di meditazioni sul drappo con testi di Pierre Stutz, teologo e guida spirituale che vive a Losanna.

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