MY LIFE
Margaux Bricler
Andrea Hess
Valeria Manzi
Domus Civica Venezia 8 Maggio 8 Dicembre May 8th December 8th 2019
MY LIFE
Margaux Bricler
Andrea Hess
Valeria Manzi
MY LIFE Margaux Bricler Andrea Hess Valeria Manzi
Un evento / An event
D3082 Woman Art Venice
Domus Civica 8 Maggio 8 Dicembre
Promosso da / Promoted by
May 8th December 8th
Con il patrocinio / Under the patronage
Venezia 2019
A cura di / Curated by
ACISJF Venezia Domus Civica
Brera - Accademia di Belle Arti Andrea B. Del Guercio Direzione artistica / Art director
Marco Luitprandi
Con la partecipazione / Special guest
Alberto Toso Fei
Ufficio stampa / Press office
Chiara Vedovetto
Fotografie / Photography
Alice Ghedin Daniele Mion Mark Edward Smith Grafiche / Graphics
Nuovostudio
Staff generale / General staff
Š 2019 copyright ACISJF Venezia www.domuscivica.com Prima edizione / First edition Dicembre / December 2019
Emanuele Andreoli Laura Bresciani Michele Costantini Khadija Miftah Silvia Pasqualini Silvia Pichi Vitalii Ulinici Emuoma Kelvin Ukochovwera
Mediatrici culturali / Cultural mediators
Martina Bazzanella Monica Cacciatore Francesca Maniero Anna Signoretto Accoglienza / Hospitality
Stefania Di Meglio Alice Ghedin Lidia Grotto Samantha Mazzoli Mame Ndiaje Flavia Yomo Valentina Pegoraro Mariagiusi Terrana
Ringraziamenti / Thanks to
Mariagrazia Ambrosin Catia Bolzonella Maria Grazia Bortolato Padre Vittorio Buset Lorenzo Cinotti Raffaele Dessì Elisa Dilavanzo Andrea Furlanetto Lisa Loreggian Paola Miatello Marzia Miotto Valeria Mosele Carlo Nardo Linda Pani Elisa Pistoni Francesca Salvan Elena Scarpa Laura Scarpa Michela Scrigner Isabella Torreggiani Victor Ulinici Francesca Vittori Linda Zanovello Venezia è... Festa delle Marie
Partner
CIF Centro Italiano Femminile Contributo di / Support of
Andrea Furlanetto Service Nardo Real Estate Atelier Pietro Longhi Un tocco al Vino Studio Finking Acisjf Venezia Consiglio d’amministrazione / Board of director
Andrea Bianchini Christine Huriet Don Gilberto Sabbadin
C if
Domus civica Direzione / Direction
Vincenzo Braga D3082 Comitato esecutivo / Executive Committee
Andrea Bianchini Marco Luitprandi Silvia Pichi
Informazioni / Information
Domus Civica San Polo 3082 30125 Venezia
info@domuscivica.com www.domuscivica .com www.D3082.org info@D3082.org
NARDO R E A L E S TAT E
09 Prefazione Preface Andrea Bianchini Presidente / President ACISJF Venezia 11 MY LIFE l’arte risiede a Venezia art resides in Venice Andrea B. Del Guercio Curatore / Curator 17 Margaux Bricler AGÔN
(8/ MI SPECCHIO SPACCATA NEL CONTINENTE) (8/ I MIRROR MYSELF CRACKED IN THE CONTINENT)
31 Andrea Hess Luoghi protetti Protected places 43 Valeria Manzi Al Fuoco Fire ! 55 D3082 Woman Art Venice Marco Luitprandi Coordiantore / Coordinator Chiara Vedovetto Comunicazione / Communication 61 Se non ci fosse If there were no Laura Bresciani Educatrice / Teacher Domus Civica
Venezia è una città d’arte, lo sanno tutti e tutti lo dicono. Adagiata sulla sua laguna, è stata costruita nei secoli con opere che non alterano l’armonioso equilibrio naturale, anzi, lo esaltano.
Venice is a city of art, as everyone knows and everyone says. Resting on its lagoon, it was built over the centuries with works that do not alter the harmonious natural balance, but rather enhance it.
Chi vive a Venezia e, ancor più, i turisti che vengono a visitarla, non può non sentirsi contagiato da questa atmosfera di serenità, eleganza, buon gusto e sobrietà. Tutto è a misura d’uomo. L’assetto cittadino, con il dedalo di calli, canali, chiese e palazzi danno a chiunque la sensazione di trovarsi in un luogo magico, delicato ma concreto, dove ognuno si trova automaticamente a proprio agio, con piacevoli sorprese a ogni angolo.
Those who live in Venice and, even more so, the tourists who come to visit it, cannot but feel infected by this atmosphere of serenity, elegance, good taste and sobriety. Everything is on a human scale. The city layout, with its maze of narrow streets, canals, churches and palaces, gives everyone the feeling of being in a magical, delicate yet substantial place, where everyone is automatically at ease, with pleasant surprises at every corner.
Noi della Domus Civica, veneziani DOC, che viviamo esperienze culturali dando ospitalità a studentesse universitarie confrontandoci spesso con loro, abbiamo pensato di dedicare parte dei nostri spazi alle arti: approfittando della posizione della nostra casa in una zona di grande passaggio, con un lato di vetrine che guardano sulla strada pubblica, abbiamo dato vita a D3082 uno spazio espositivo assolutamente inedito per la nostra città.
We at Domus Civica, DOC Venetians, who live cultural experiences by hosting female university students and frequently engaging with them, have decided to dedicate part of our spaces to the arts: taking advantage of the location of our house in an area of great transit, with a side of windows overlooking the public road, we created D3082, an exhibition space that is completely unprecedented for our city.
Con D3082, in linea con la vocazione artistica di Venezia e con gli intendimenti della nostra associazione (ACISJF), nata e operante per il servizio alla gioventù femminile, è stato istituito un premio per le giovani artiste consistente in una residenza d’artista a Venezia e l’esposizione delle opere nel periodo delle Biennali d’Arte.
With D3082, in line with the artistic vocation of Venice and with the intentions of our association (ACISJF), set up for and working in the service of young women, an award was established for young female artists in the form of an artist’s residence in Venice and the exhibition of works during the Art Biennials.
Intendiamo con questo non solo coinvolgere le nostre ospiti in questa nuova esperienza, ma dare visibilità e un opportunità alle giovani artiste, sia italiane che straniere.
Not only do we intend to involve our guests in this new experience, but also to give visibility and an opportunity to young female artists, both Italian and foreign.
Andrea Bianchini Presidente / President ACISJF Venezia 9
MY LIFE
l’arte risiede a Venezia art resides in Venice L’evento espositivo predispone e sviluppa le funzioni di un grande ‘Archivio’ dell’arte contemporanea. Utilizzando le tre grandi pareti poste in serie e proiettate direttamente sul pubblico passaggio, l’installazione è in grado di mostrare, di offrire allo sguardo del pubblico la percezione di una realtà fisicamente ‘inaccessibile’ ed emozionalmente riservata. Poste all’altezza della strada e in diretta relazione con la vita che vi scorre, ho ritenuto utile provare a proporre un ribaltamento tra il dentro e il fuori, in cui la singola vetrina potesse restituire, in ‘conflitto’ con una destinazione ‘commerciale’, la funzione espositiva dell’interiorità personale, e nello specifico di tre distinte ‘vite vissute’, calate nella quotidianità alla pari con coloro che attraversano pensosi e/o spensierati il quartiere verso le diverse destinazioni. Sicuramente ha giocato un del tutto inedito e ‘fuori norma’ incontro dell’arte con questo strano luogo posizionato in maniera evidente nel quartiere di San Polo a Venezia, dove scorre l’inarrestabile flusso turistico internazionale, parallelamente al vissuto quotidiano dei suoi abitanti. L’opera d’arte in forma di installazione, quindi di racconto per frammenti, attende il passante quando, voltato l’angolo, inaspettatamente, protetta dal ‘grande vetro’, secondo la lontana lezione di Marcel Duchamp e la cultura dadaista, incontra il suo
The exhibition event prepares and develops the functions of a large ‘Archive’ of contemporary art. Using the three large walls placed in series and projected directly onto the public thoroughfare, the installation is able to display and offer the public the sensation of a physically ‘inaccessible’ and emotionally reserved reality. Placed at the level of the street and directly relating to the life that flows there, I thought it useful to try to propose a reversal between the inside and the outside, in which the single window could restore, in ‘conflict’ with a ‘commercial’ destination, the exhibitive function of personal interiority, and specifically of three distinct ‘lives lived’, immersed in everyday life in the same way as those who traverse the neighbourhood in a thoughtful and/or carefree manner towards their various destinations. It has certainly generated a completely new and ‘out of the ordinary’ encounter of art with this strange place, prominently located in the San Polo district of Venice, where the unstoppable flow of international tourists flows, parallel to the daily life of its inhabitants. The work of art in the form of an installation, then of a story in fragments, awaits the passer-by when, turning the corner, unexpectedly, protected by the ‘great glass’, according to the distant lesson of Marcel Duchamp and Dadaist culture, it encounters their gaze, at-
Andrea B. Del Guercio Professore / Professor Accademia di Brera 11
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sguardo, attrae la sua attenzione e curiosità. Tre artiste europee, Margaux Bricler francese, Andrea Hess tedesca, Valeria Manzi italiana, sono state invitate a predisporre, lungo il tempo di un soggiorno veneziano di riflessione, il racconto per immagini della propria esistenza d’artista, articolando lo spazio espositivo tra esperienze intime e riflessioni emozionali, tra reazioni partecipative e giudizi di merito nella società contemporanea. Escludendo la dimensione globale di un’opera unica e totalizzante, si è privilegiato un processo artistico fondato sull’accumulo di porzioni simboliche diverse, tra soggetti indipendenti tratti dalla relazione tra diverse fasi di creatività. Un processo narrativo che invita il visitatore, colui che decide di affacciarsi su ogni singolo habitat espressivo, ad una osservazione attenta, orientata, su base personale, alla ricerca di relazioni. Il processo di frammentazione, quale memoria attiva del collage da cui l’arte moderna trae le sue origini, appare il processo linguistico che caratterizza il lavoro delle tre artiste, impegnate a ridisegnare sulle grandi pareti di fondo, il caleidoscopio della proria esperienza di donna e di artista. Margaux Bricler pone l’attenzione sul ‘mettere a nudo’ la propria esperienza fisica, all’interno di una essenziale sala da bagno, che potrebbe appartenere a un marginale contesto sociale, dall’albergo alla casa di periferia; gli elementi di conforto e di cura del corpo sono minimi e concepiti quasi al limite della sopravvivenza che per una rigenerazione fisica. La realtà dell’ambiente è talmente scarna e lontana dal comfort da arrivare a suggerire l’eliminazione dell’intimità, facendo del racconto autobiografico uno stralcio vuoto. La natura concettuale della ricerca di Margaux Bricler la distingue, nella particolare modalità di
tracting their attention and curiosity. Three European artists, Margaux Bricler from France, Andrea Hess from Germany and Valeria Manzi from Italy, have been invited to prepare, over the course of a contemplative Venetian sojourn, the story of their artist’s existence in images, structuring the exhibition space between intimate experiences and emotional reflections, between participatory reactions and judgments of merit in contemporary society. Excluding the global dimension of a unique and all-embracing work, an artistic process based on the accumulation of different symbolic portions, between independent subjects drawn from the relationship between different phases of creativity, was privileged. A narrative process that invites the visitor, the one who decides to look at each expressive habitat, to a careful observation, oriented, on a personal basis, to the search for relationships. The process of fragmentation, as an active memory of the collage from which modern art draws its origins, appears as the linguistic process that characterizes the work of the three artists, committed to redrawing the kaleidoscope of their experience as women and artists on the large walls in the background. Margaux Bricler focuses on ‘laying bare’ her physical experience, within an essential bathroom, which could belong to a marginal social context, from the hotel to the suburban house; the elements of comfort and body care are minimal and conceived almost at the limit of survival rather than for physical regeneration. The reality of the environment is so bare and far from comfort that it suggests the elimination of intimacy, making the autobiographical story an empty excerpt. The conceptual nature of Margaux Bricler’s work di-
gestire lo spazio, riducendo al minimo la distanza degli oggetti in primo piano dal filtro protettivo offerto dalla vetrina. Andrea Hess si sofferma sulla dimensione affettuosa di una umanità posto ai margini e indipendente rispetto ai processi diffusi del sistema sociale. Una coppia di amanti accompagna la visione di ‘gustosi’ quadretti affettivi, incorniciati da una forma ovale preziosa, la cui iconica presenza rimanda inevitabilmente al gusto per l’elemento decorativo; un ricordo e un’intimità protetta che ci riconduce a quegli antichi ‘ciondoli a cassa’ nei quali erano preservate le reliquie o le foto di persone scomparse. Questo elemento contrassegna per la forma geometrica associabile al volto, ricorre in forma più grande all’interno dell’arredo domestico sotto forma diffusa di una ritrattistica nella cultura europea di fine ‘700 e lungo la stagione borghese dell’800. Cosi l’associazione tra il minuetto amoroso e l’affettività raccolta in un interno privilegiato, sacralizzato dall’oro, diventa dialogo dei sensi e ironia del gioco; i gesti e le pose declinano le differenti formule del sentire, frammentandosi lungo lo sviluppo di un racconto che si libera nello spazio rinunciando alla sequenzialità del racconto, suggerendo la circolarità del tempo nell’eterno ripetersi dei sentimenti e delle emozioni. Valeria Manzi distribuisce e rivela la frantumazione iconografica della sua esistenza contrassegnata dall’impegno nella poesia. La presenza di carte piegate, unite a giochi chiaroscurali nati dal dialogo della superficie materica con la luce, lo scompaginarsi dei fogli all’insegna della sua sola sensibilità, rimanda a un profondo sentire del valore morale della memoria letteraria e di
stinguishes it, in its particular way of managing space, reducing to a minimum the distance of the objects in the foreground from the protective filter offered by the window. Andrea Hess dwells on the affectionate dimension of a humanity placed at the margins and independent of the widespread processes of the social system. A pair of lovers accompany the vision of ‘appetizing’ affective pictures, framed by a precious oval shape, whose iconic presence inevitably refers to the taste for the decorative element; a memory and a protected intimacy that brings us back to those ancient “box pendants” in which the relics or photos of deceased people were preserved. This element, with its geometric shape that can be associated with the face, recurs in a larger form in domestic furnishings in the widespread form of portraits in European culture at the end of the 18th century and during the middle-class era of the 19th century. Thus the association between the love minuet and affectivity gathered in a privileged interior, sanctified by gold, becomes a dialogue of the senses and playful irony; the gestures and poses express the different formulas of feeling, becoming fragmented over the course of a story’s development that is free in space, renouncing the sequentiality of a story, suggesting the circularity of time in the eternal repetition of feelings and emotions. Valeria Manzi shares and discloses the iconographic fragmentation of her existence marked by her commitment to poetry. The presence of folded papers, combined with chiaroscuro games arising from the dialogue of material surfaces with light, the disarray of the sheets under the sign of her unique sensibility, evokes a deep
una sensibilità colta. La componente autobiografica dell’artista è data dalla messa in comune con l’osservatore del significato prezioso delle carte quale documento e medium culturale trans-teatrale. La carta non è più solo il luogo della memoria ma il tessuto, la membrana vivente nata da un processo di osmosi tra il reale e la dimensione percettivo-sensibile; le superfici sono abitate dalla parola scritta e soprattutto dall’ombra della piega in grado di creare sottosquadri, varchi in profondità, improvvise e imprevedibili aggettanze e cambi di direzione. Il risultato che abbiamo difronte e che documentiamo in questa edizione, si è dimostrato in grado di cogliere, lungo sei mesi di programmazione, l’attenzione attiva di un pubblico posto in maggioranza troppo spesso lontano dalla percezione della cultura artistica contemporanea; con grande attenzione e rispetto di un equilibrio estetico tra racconto e riflessione, tra dichiarazione e suggerimento, le tre ‘grandi pagine’ d’arte sono riuscite a parlare di intimità, in una stagione in cui tutto è urlato, in cui la volgarità sembra imporsi sulla percezione collettiva. Un evento espositivo costruito su tre distinte voci che si pongono in emblematica sintonia con la dimensione di collegialità, di incontro internazionale tra gli artisti che specifica l’origine e la storia della Biennale di Venezia ma anche un’esperienza che apporta un contributo dall’interno di un habitat vissuto dalle nuove generazioni universitarie, fondato sulla frequentazione nel tempo, luogo privilegiato di studio e di ricerca anche per l’arte contemporanea. Un evento teso a promuovere la diffusione di un sistema di Residenze d’Artista dedicato alle nuove generazioni dell’arte al femminile a Venezia.
feeling of the moral value of literary memory and of a cultured sensibility. The autobiographical component of the artist is provided by her sharing with the observer the precious meaning of the papers as a trans-theatrical document and cultural medium. Paper is no longer just the place of memory but the fabric, the living membrane born from a process of osmosis between the real and the perceptual-sensory dimension; the surfaces are inhabited by the written word and, above all, by the shadow of the fold, capable of creating undercuts, deep openings, sudden and unpredictable projections and changes of direction. The result that we have before us and that we are documenting in this edition has proved capable of capturing, over six months of planning, the active attention of a majority of the public too often removed from the perception of contemporary artistic culture; with great attention and respect for an aesthetic balance between storytelling and reflection, between declaration and suggestion, the three ‘large pages’ of art have managed to speak of intimacy, at a time in which everything is shouted, in which vulgarity seems to impose itself on the collective perception. An exhibition event built on three distinct voices that are in emblematic harmony with the dimension of collegiality, of an international encounter between artists that specifies the origin and history of the Venice Biennale, but also an experience that makes a contribution from within a habitat lived by the new university generations, based on attendance over time, a privileged place of study and research also for contemporary art. An event aimed at promoting the spread of a system of Artist’s Residences dedicated to the new generations of women’s art in Venice. 17
Margaux Bricler AGÔN
(8/ MI SPECCHIO SPACCATA NEL CONTINENTE) (8/ I MIRROR MYSELF CRACKED IN THE CONTINENT)
Della mia storia mi è stato taciuto tanto. Gli specchi, gli ossidi, le macerie formano un canto di rovine. Qualche sagoma vorrebbe tediosamente incamminarsi verso la memoria, ma giace. Un antenato siciliano venne a fare il minatore nelle fiandre francesi. O veniva dall’altra sponda? L’ epidermide che costruisce la mia identità e mi raccoglie è mendace, e così lo desidero. Sgocciola di ruggine l’essiccazione del tempo, gli agonismi sono acidi, bianchi e neri, e giocosi. L’azzardo sa di limone, di Magna Grecia. Mi specchio spaccata nel continente. Un’autobiografia e non è la mia.
Most of my history was withheld from me. Mirrors, oxydes and rubbles are singing as ruins. Some silhouette would tediously head for the path of Memory. Still it lies idle. A Sicilian ancestor came to dig the mines of the French Flanders. Or was he coming from the other shore? My identity is build up. I am held by an epidermis that is mendacious, and this is how I desire it. The desiccation of time is dripping rust. Sour is the agonism, and black and white, and facetious. The hazard tastes of lemon, of Magna Graecia. I am brocken-mirrored into the continent. An autobiography, and it isn’t mine. 19
AGÔN (8/ MI SPECCHIO SPACCATA NEL CONTINENTE) 2019 Fotografia analogica stampata in blueback, due specchi, pannello di lattice, backgammon, neon, porta sapone di ceramica con limone della Magna Grecia, rubinetto con ossidi di ferro, juta e corda. Dimensioni variabili. AGÔN (8/ I MIRROR MYSELF CRACKED IN THE CONTINENT) 2019 Analogue photograph printed in blueblack, two mirrors, latex panel, backgammon, neon, ceramic soap dish with lemon of the Magna Grecia, tap with iron oxides, jute and rope. Variable dimensions.
AGÔN (8/ MI SPECCHIO SPACCATA NEL CONTINENTE) 2019 Particolare AGÔN (8/ I MIRROR MYSELF CRACKED IN THE CONTINENT) 2019 Detail
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AGÔN (8/ MI SPECCHIO SPACCATA NEL CONTINENTE) 2019 Particolare AGÔN (8/ I MIRROR MYSELF CRACKED IN THE CONTINENT) 2019 Detail
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AGÔN (8/ MI SPECCHIO SPACCATA NEL CONTINENTE) 2019 Particolare AGÔN (8/ I MIRROR MYSELF CRACKED IN THE CONTINENT) 2019 Detail
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AGÔN (8/ MI SPECCHIO SPACCATA NEL CONTINENTE) 2019 Particolare AGÔN (8/ I MIRROR MYSELF CRACKED IN THE CONTINENT) 2019 Detail
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Andrea Hess Luoghi protetti Protected places Lo stato d’animo di un uomo si esprime attraverso la postura del corpo ed ogni sagoma include una storia.
The mood of a person is expressed through body posture and every shape includes a story.
Gli oggetti di gesso (homeless, lovestories) sorgono da “disegni” su stoffa esiguiti con la macchina da cucire. Ai disegni viene data forma con gesso di alabastro che una volta consolidato viene liberato dalla stoffa. Il lieve rilievo di gesso della cucitura assume la funzione del disegno e l’impronta della stoffa la vulnerabilità dell’ uomo all’interno del suo tessuto sociale.
The gypsum objects (homeless, love stories) arise from “drawings” on fabric sewn by sewing machine. The drawings are filled out with alabaster gypsum that - once consolidated - is released from the fabric. The small gypsum relief of the seam outlines the drawing and the imprint of the fabric the vulnerability of the person inside its social fabric.
Le serie ‘homeless’ e ‘lovestories’ tentano di accerchiare I due temi eterni dell’ essere umano, la ricerca di casa (interna) e legame..
The series ‘homeless’ and ‘lovestories’ attempt to surround the two eternal themes of humankind, the search of a (inner) home and closeness. 31
Luoghi protetti 2017/2019 Gesso d’alabastro su cartone 40x30x5 cm Protected places 2017/2019 Alabaster plaster on cardboard 40x30x5 cm
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Luoghi protetti 2017/2019 Particolare Protected places 2017/2019 Detail
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Luoghi protetti 2017/2019 Particolare Protected places 2017/2019 Detail
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Valeria Manzi Al fuoco Fire ! Questo il titolo della mia installazione, un lavoro fatto di pagine ricavate dal rotolo comprato anni fa, metri di carta. CosĂŹ trovandomi a progettare una vetrina di frammenti della mia natura artistica, trovo quartine, fogli e segni neri, riquadrature, pieghe. Le parole tessono insieme alle ombre la scompigliata immagine.
This is the title of my installation, a work made of pages gathered from a roll of paper bought many years ago, metres of paper. Thus whilst planning a window display of fragments of my artistic nature, I found signature sheets, pages and black marks, borders, folds. Words, together with shadows, weave the ruffled image
Parole incise su grandi matrici, al contrario, versi seminati nei miei quaderni sul tema del fuoco una parola salvata, un sentimento che non sta mai fermo. Bianco di carta, fogli, il bianco che si piega lasciando spazio alle ombre di raccontare un altro panorama.
Words are etched, backwards, onto large printing plates, verses scattered through my notebooks, all about fire, a rescued word, a feeling that will not keep still. Paper white, sheets, the white that folds leaving space for shadows to narrate another landscape. 43
Al Fuoco 2019 Punta secca su P.E.T. Carta HahnemĂšhle in rotolo h cm124 Stampa monotipata con i torchi di A14 Milano Fire ! 2019 Dry tip on P.E.T. HahnemĂšhle Paper in 124cm h rolls Monotype printing with A14 Milan presses
Al fuoco, sua la follia o il senno incendiario volevi essere travestito ti sei trovato nudo, niente con cui nascondere, cosa l’uomo può.
Fire! his is the madness or incendiary sense you wanted to dress up and found yourself naked, nothing to hide behind, what man can do.
Fuoco, quella parola salvata sotto vetro ritrovata svuotando la libreria.
Fire, that word rescued under glass and found again while emptying the bookshelf.
Al fuoco quando simili ci trova tutti stregati devoti al suo calore stufa e nel mezzo fa miccia quando le fiammelle, compaiono nelle pupille.
Fire! when it finds us all alike, bewitchingly devoted to its stove-like heat and in the middle it becomes a fuse, when the flames appear in the pupils.
Il fuoco delle cose rinviene nel soffio lieve richiama l’aria che arde l’ossigeno.
The fire of things is revived by a gentle puff, drawing the air that burns the oxygen
Il fuoco in diretta televisiva la sua presa d’assalto al cuore sanguigna grafica di carceri e cattedrali.
Fire live on television storming the heart a sanguine graphic mark of jails and cathedrals.
Oggi vorremmo forse una cura un foglio bianco, la luce che nel respiro lenta ci veste.
Today we might want a cure, a white sheet, the light that slowly dresses us in a breath.
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Al Fuoco 2019 Particolare Fire ! 2019 Detail
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Al Fuoco 2019 Particolare Fire ! 2019 Detail
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Al Fuoco 2019 Particolare Fire ! 2019 Detail
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D3082
Woman Art Venice «Decisi che se avessi potuto dipingere quel fiore in una scala più grande, non avreste potuto ignorarne la sua bellezza.» Georgia O’ Keeffe
«I decided that if I could paint that flower on a larger scale, you couldn’t ignore its beauty» Georgia O’ Keeffe
Perché realizzare una mostra visibile dall’esterno, attraverso delle vetrate, sempre aperta? Perchè vogliamo condividere, perché non si può ignorare.
Why create an exhibition visible from outside, through glass windows, which always remain open? Because we want to share, because it cannot be ignored.
D3082 | WOMAN ART VENICE nasce nel segno dell’unicità. Uno spazio non convenzionale, un padiglione urbano. Una “mostra–manifesto”, condivisa con la città, con il pubblico passaggio, che si offre allo sguardo dei passanti, dando la percezione di una realtà fisicamente ‘inaccessibile’. D3082 è uno centro espositivo permanente, una residenza d’artista e, prima di tutto, un progetto a sostegno del lavoro delle artiste; un incubatore dedicato alla creatività femmi-nile in senso multidisciplinare.
D3082 | WOMAN ART VENICE is conceived under the sign of uniqueness. An unconventional space, an urban pavilion. An “exhibition-manifesto”, shared with the city, with the public passage, which offers itself to the eyes of passers-by, giving the perception of a physically ‘inaccessible’ reality. D3082 is a permanent exhibition centre, an artist’s residence and, first of all, a project to support the work of the female artists; an incubator dedicated to female creativity in the multidisciplinary sense.
La scelta di indirizzare la ricerca verso il mondo femminile e scaturisce dal dibattito, attuale e tutt’altro che scontato, sulle parti opportunità, il divario e la discriminazione di genere in ambito lavorativo. Questioni insolute, che hanno innescato una profonda riflessione anche nell’ambito artistico.
The choice of directing the research towards the female world stems from the debate, topical and far from obvious, regarding equal opportunities, the gender gap and discrimination in the workplace. Unresolved issues, which have also triggered a deep reflection in the artistic field. D3082 was created with the precise intention of
Marco Luitprandi Coordinatore Coordinator D3082 Chiara Vedovetto Comunicazione Communication D3082 55
D3082 nasce quindi con il preciso intento di sostenere il lavoro delle donne che hanno scelto di intraprendere la carriera artistica e che sono, a volte, ancora penalizzate da dinamiche, retaggi sociali, pregiudizi e visioni stereotipate che ne limitano l’attività. L’evidenza del gap di genere nell’andamento internazionale è nei numeri, e la situazione italiana non racconta nulla di meglio. Solo per fare un esempio, la ricerca “Donne Artiste in Italia. Presenza e Rappresentazione”, condotta nel 2018 dalle docenti NABA Silvia Simoncelli, Caterina Iaquinta ed Elvira Vannini evidenzia un ideale percorso di carriera, partendo dal conteggio del numero di artiste nelle accademie, successivamente la presenza nelle aste, le gallerie, le istituzioni pubbliche e private, la Biennale di Venezia. Quello che è emerso è che più ci si avvicina “al vertice della piramide” minore è il numero di artiste presenti: le donne che frequentano l’accademia di belle arti sono il 66% contro il 33% dei colleghi uomini, ma nelle gallerie la loro presenza cala al 25%, dato che scende ulteriormente al 19% in relazione alle mostre personali istituzionali e ar-riva al minimo del 13% con le presenze Padiglione Italia della Biennale di Venezia (con la fortunata eccezione del Padiglione Italia del 2019, con Liliana Moro e Chiara Fumari). Ad ogni passo avviene quindi una selezione e che taglia ulteriormente la presenza femminile. Soffermandosi sul dato economico, bisogna segnalare una ulteriore disparità. Secondo una ricerca condotta da In Other Words & artnet News negli ultimi dieci anni il valore delle opere d’arte prodotte da donne aggiudicate all’incanto, ha rappresentato appena il 2% del totale: una percentuale minima e limitata a pochissimi nomi, come Yayoi Ku-sama, Joan Mitchell, Louise Bourgeois, Georgia O’Keeffe. Non ultimo, sembra persistere
supporting the work of women who have chosen to pursue an artistic career and who are, at times, still penalized by dynamics, social legacies, prejudices and stereotyped visions that limit their activity. Evidence of the gender gap in the international trend can be found in the numbers, and the Italian situation does not suggest anything better. Just to give an example, the research “Women Artists in Italy. Presence and Representation”, conducted in 2018 by NABA professors Silvia Simoncelli, Caterina Iaquinta and Elvira Vannini, highlights an ideal career path, starting from the count of the number of artists in the academies, then the presence in auctions, galleries, public and private institutions, and the Venice Biennale. What emerged was that the closer one gets to the “top of the pyramid” the smaller the number of female artists present: women attending the Academy of Fine Arts account for 66% compared to 33% of male colleagues, but their presence in the galleries falls to 25%, as it falls further to 19% in relation to personal institutional exhibitions and reaches a minimum of 13% with the presence of the Italian Pavilion of the Venice Biennale (with the lucky exception of the Italian Pavilion in 2019, with Liliana Moro and Chiara Fumari). At each step, therefore, there is a selection that further cuts the female presence. If we focus on the economic data, we must point out a further disparity. According to research conducted by In Other Words & artnet News over the last ten years, the value of works of art produced by women sold by auction has represented just 2% of the total: a very small percentage and limited to very few names, such as Yayoi Ku-sama, Joan Mitchell, Louise Bourgeois and Georgia O’Keeffe. Last but not least, there seems to be a latent prejudice among collectors in considering
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tra i collezionisti un pregiudizio latente nel considerare più “a rischio” l’investimento in opere di artiste, perché potenzialmente instabili e fragili nella costruzione di una carriera, in quanto sottoposte a scelte e pressioni che potrebbero ostacolarne l’andamento. In primis la maternità e la famiglia. Un circolo vizioso che sembra inesauribile, nonostante i timidi segnali di cambiamento. Sono queste riflessioni che hanno spinto l’A.C.I.S.J.F di Venezia a dar vita a D3082, non a caso in questa città e proprio in questo palazzo, che ha una storia, un’identità e una missione ben precisa: la Casa della Studente Domus Civica. Un pezzo di storia veneziana che ha preso vita negli anni Cinquanta del secolo scorso, grazie ad una donna: Rosa Zenoni Politeo, filantropa e figura di spicco nel mondo dell’associazionismo, che si spese in prima persona per l’acquisto e il recupero dello stabile Novecentesco, perché diventasse una Casa delle Donne. E così è stato. Oggi Domus Civica è un convitto universitario femminile, gestito appunto da A.C.I.S.J.F Venezia, associazione internazionale di sostegno alla giovane, che persegue l’intento sociale dell’accoglienza e il supporto di studentesse, lavoratrici lontane da casa, ma anche di donne prive di mezzi, immigrate, vittime di abusi, accolte in un contesto educativo aperto e familiare. Un supporto che si estende al lavoro delle artiste; grazie all’iniziativa e all’ospitalità di Domus Civica, accedendo al bando di residenza attivo dal 2020, potranno vivere, lavorare ed esporre nel periodo di Biennale Arte. Durante l’anno, lo spazio sarà aperto ad incontri, eventi, esposizioni, dibattiti che favoriscano l’indagine su questo tema. Tutto questo accade a Venezia, una città sto-
it more “risky” to invest in the works of female artists, since they may be unstable and fragile in their career construction, being subject to choices and pressures that could hinder their development. First of all, motherhood and family. A vicious circle that seems inexhaustible, despite the tentative signs of change. It is these reflections that led the A.C.I.S.J.F. of Venice to establish the D3082 - not by chance - in this city and in this very building, which has a very specific history, identity and mission: the Casa della Studente Domus Civica. A piece of Venetian history that came to life in the fifties of the last century, thanks to a woman: Rosa Zenoni Politeo, a philanthropist and a leading figure in the world of associations, who personally paid for the purchase and recovery of the building in the twentieth century, so that it could become a House of Women. And so it did. Today Domus Civica is a university boarding school for women, managed by A.C.I.S.J.F. Venice, an international association for the support of young women, which pursues the social intent of welcoming and supporting female students, female workers far from home, but also women without means, immigrants, and victims of abuse, who are welcomed in an educational context that is open and familial. A support that extends to the work of female artists; thanks to the initiative and hospitality of Domus Civica, accessing the call for active residence from 2020, they will be able to live, work and exhibit during the period of the Art Biennale. During the year, the space will be open to meetings, events, exhibitions and debates that encourage the investigation of this theme. All this happens in Venice, a city historically de-
ricamente votata all’arte, in cui è percepibile la volontà di essere riconosciuto come centro di ricerca dei linguaggi contemporanei, insieme e oltre il periodo di Biennale Arte. Lo testimoniano la lunga e consolidata tradizione accademica, correlata da residenze, progetti espositivi e, non ultimo, da gallerie che hanno dedicato la propria attività al lavoro di artisti emergenti.
voted to art, where the desire to be recognized as a research center for contemporary languages is perceptible, together with and beyond the period of the Art Biennale. This is attested to by the long and consolidated academic tradition, linked by residencies, exhibition projects and, last but not least, by galleries that have dedicated their activities to the work of emerging artists.
Perseguendo questi intenti, D3082 vuole porsi in sintonia e continuità con la dimensione di incontro internazionale che specificano l’origine e la storia della città, apportando un contributo specifico: sostenere il lavoro delle artiste, arricchire il programma di residenze collaborative internazionali, configurandosi come centro di studio e di ricerca per l’arte contemporanea e per proseguire nel dibattito sulla parità di genere.
In pursuing these aims, D3082 wants to be in tune and in continuity with the dimension of international encounter that specifies the origin and history of the city, making a specific contribution: supporting the work of the artists, enriching the program of international collaborative residencies, configuring itself as a center of study and research for contemporary art and for continuing the debate on gender equality.
La prima esposizione, organizzata al D3082, dal titolo MY LIFE a cura di Andrea B. del Guercio, è il punto di partenza per raccontare l’inizio di una nuova, vivace realtà artistica. Un evento espositivo costruito su tre distinte voci: interpretando questo particolare spazio espositivo e anticipando l’esperienza della residenza, Margaux Bricler (Parigi, 1985), Andrea Hess (Stuttgart, 1967) e Valeria Manzi (Milano, 1970) hanno predisposto nel tempo di un soggiorno veneziano, il racconto per immagini della propria esistenza: frammenti di narrazione poetica, ridisegnate in un caleidoscopio esperienziale, tra riflessioni intime ed emozionali, tra reazioni partecipative e giudizi di merito nella società contemporanea.
The first exhibition, organized at D3082, entitled MY LIFE, curated by Andrea B. del Guercio, is the starting point to tell the story of the beginning of a new, lively artistic reality. An exhibition event built on three distinct voices: interpreting this particular exhibition space and anticipating the experience of the residence, Margaux Bricler (Paris, 1985), Andrea Hess (Stuttgart, 1967) and Valeria Manzi (Milan, 1970) have prepared, over the course of a Venetian stay, the story through images of their existence: fragments of poetic narrative, redrawn in an experiential kaleidoscope, between intimate and emotional reflections, between participatory reactions and judgments of merit in contemporary society.
Verso un pezzo di storia ancora da scrivere, dove il femminile in «arte» non sarà solo il genere del sostantivo.
Towards a piece of history still to be written, where the feminine in “art” will not be only the gender of the noun. 59
Se non ci fosse If there were no Se non ci fosse l’A.C.I.S.J.F. (Association Catholique International au Service de la Jeunesse Féminine) a Venezia non ci sarebbe la Domus Civica, e se non ci fosse la Domus Civica … bisognerebbe inventarla!
If there were no A.C.I.S.J.F. (Association Catholique International au Service de la Jeunesse Féminine) in Venice there would be no Domus Civica, and if there were no Domus Civica ... it would have to be invented!
Una realtà in vita e “in via”, come dice il motto dell’associazione stessa, dal lontano 1897 (anno in cui l’Associazione Internazionale di Volontariato e Servizio, senza scopo di lucro, è nata a Friburgo, fin dall’inizio con lo scopo di rispondere ai bisogni della gioventù femminile che si trovava lontana dal proprio ambito familiare), la Casa della Studente Domus Civica sposa e porta avanti dal 1947 le finalità dell’Associazione seguendone le linee guida.
A reality in life and “underway”, as the motto of the association itself says, since 1897 (the year in which the non-profit International Association of Volunteering and Service was founded in Freiburg, from the outset for the purpose of meeting the needs of young women who were far from their families), the Casa della Studente Domus Civica has married and pursued since 1947 the aims of the Association by following its guidelines.
Se l’impegno preminente dell’Associazione, con i suoi servizi in Italia ed all’estero, è da sempre quello di aiutare le giovani a sviluppare al meglio le proprie risorse, a qualificare la propria competenza, a sapersi collocare adeguatamente nella società e in particolare nel mondo del lavoro, a Venezia ACISJF offre accoglienza ed ospitalità a tutte le giovani studentesse, senza alcuna distinzione di nazionalità, estrazione e religione, provenienti da ogni contesto sociale, privilegiando chi risiede più lontano da Venezia, o coloro la cui
If the primary commitment of the Association, with its services in Italy and abroad, has always been to help young people develop their resources to the best of their ability, to upgrade their skills, to know how to place themselves adequately in society and in particular in the world of work, the ACISJF in Venice offers welcome and hospitality to all young female students, without any distinction of nationality, extraction and religion, from any social context, giving priority to those who reside further away from Venice, or those
Laura Bresciani Educatrice / Teacher Domus Civica 61
condizione familiare risulti meno agiata. Desidera creare, insieme alle proprie ospiti, una comunità che sia educante, formativa e rassicurante, capace di rispondere e provvedere alle esigenze e alle necessità di ognuna; capace di mettere in luce ogni persona e di creare un ambiente di intereducazione quotidiana. Propone alle studentesse universitarie che accoglie un luogo di studio e un ambiente dove sia possibile maturare la propria personalità in un clima di dialogo e libertà.
whose family status is less affluent. It wishes to create, together with its guests, a community that is educational, instructive and reassuring, able to respond and provide for the needs and requirements of each person, able to give prominence to each person and create an environment of daily inter-education. It offers university students a place to study and an environment where it is possible to develop one’s personality in an atmosphere of dialogue and freedom.
Come per tutte le case ACISJF, attente ad accogliere giovani donne bisognose di alloggio per motivi legati al lavoro, o alla condizione economica, o a un disagio sociale, o allo studio, o a situazioni “svantaggiate”, anche la Domus Civica ospita giovani donne e nello specifico, da più di 60 anni, principalmente studentesse universitarie, risultando così uno dei collegi più “storici” di Venezia. Un Comitato di volontari guida la casa collaborando all’individuazione delle linee di indirizzo del lavoro educativo e occupandosi delle decisioni relative alla gestione dell’immobile, del patrimonio, del personale dipendente. La cura della vita quotidiana è affidata ad un’equipe educativa e ad uno staff con mansioni diversificate.
As for all ACISJF homes, attentive to welcoming young women in need of housing for reasons related to work, economic conditions, social hardship, study, or “disadvantaged” situations, the Domus Civica also hosts young women and, for more than 60 years, mainly university students, thus becoming one of the most “historical” colleges in Venice. A Committee of volunteers oversees the home, collaborating in identifying the guidelines for educational work and taking care of decisions relating to the management of the property, assets and employees. The care of daily life is entrusted to an educational team and a staff with diverse tasks.
La gestione si prefigge sostanzialmente due obiettivi: mettere le studentesse (mediamente 95 ogni anno accademico) nelle condizioni di fare ciò per cui vengono a Venezia (studiare, conseguire una laurea, crescere sotto il profilo culturale) ed offrire loro un’esperienza di crescita e arricchimento sul piano umano (personale, relazionale, culturale), attraverso una esperienza significativa di vita comunitaria e spirituale (che attraversa tutti i precedenti livelli), cosicché, al termine della permanenza in Domus, come guar-
The management has two main objectives: to enable the students (an average of 95 each academic year) to do what they come to Venice for (study, obtain a degree, grow culturally) and offer them an experience of growth and enrichment on a human level (personal, relational, cultural), through a significant experience of community and spiritual life (which spans all previous levels), so that, at the end of their stay at Domus, as if looking back, they themselves can verify that they have achieved their academic goals and that they
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dandosi indietro, esse stesse possano verificare di aver raggiunto i propri obiettivi accademici e di essere cresciute nell’autonomia, nelle relazioni interpersonali, nel sapere. Deve essere prima di tutto chiaro che cosa, come Casa Studentesca, la Domus Civica voglia essere: non un semplice dormitorio, quanto piuttosto un luogo di ospitalità e accompagnamento educativo. Si lavora perché vi sia un ambito stimolante per la maturazione umana, cristiana, atto a promuovere un approfondimento culturale, civile, di crescita nella responsabilità personale e nella corresponsabilità. Si riconosce che l’esperienza universitaria rappresenta una singolare occasione di formazione umana, culturale e professionale. Se si pensa che nella casa studentesca, la giovane ormai adulta, sta compiendo il suo ultimo passaggio formativo, prima della consapevolezza piena della responsabilità personale e civile, è dunque essenziale ricordare sempre che acquisisce ed affina questa sensibilità attraverso strumenti assembleari o rappresentativi: gruppi di lavoro autogestiti (sorti liberamente, sia per servizio, sia per proporre attività) che si facciano carico di iniziative da realizzare nella quotidianità della casa o siano meramente di servizio. I momenti di aggregazione, anche quelli ludici come le feste, le attività di piano, le attività sportive, ecc., favoriscono lo sviluppo di un clima di amicizia sia all’interno della casa studentesca ma anche con studenti di altre case studentesche rappresentando occasioni di apertura/accoglienza verso e dall’esterno.
have developed in autonomy, in interpersonal relationships, in knowledge. It must first of all be clear what, as a Student House, the Domus Civica wants to be: not just a dormitory, but rather a place of hospitality and educational accompaniment. We are working to ensure that there is a stimulating environment for human and Christian maturity, capable of promoting a profound cultural and civil growth in personal responsibility and co-responsibility. It is recognized that university experience represents a unique opportunity for human, cultural and professional development. If one considers that in the student house, the young woman, by now an adult, is completing her last formative step, before the full awareness of personal and civil responsibility, it is therefore essential to always remember that she acquires and refines this sensitivity through instruments of assembly or representation: self-managed work groups (which have arisen freely, both for service and for proposing activities) that take charge of initiatives to be carried out in the daily life of the house or are merely of service. The moments of aggregation, even those of play, such as parties, planning activities, sports activities, etc.., promote the development of a climate of friendship both inside the student house, but also with students of other student houses representing opportunities for openness / welcome both to and from outside. The figure of the educators is central, supported by all the other colleagues. Above all, they are
Centrale è la figura degli educatori, supportati da tutti gli altri colleghi. A loro spetta innanzitutto quell’impegno di saggezza e visione che consenta di cogliere e valorizzare le risorse provenienti dalle differenze e dalle peculiarità di ciascuno sia di carattere sia di doti naturali, sia di cultura, sia di capacità relazionali. In questa prospettiva il dialogo con il direttore e con i responsabili della casa studentesca è un momento significativo nella vita della casa. Prima di accedere ed essere accolti al suo interno, infatti, un colloquio tende ad accertare le caratteristiche salienti della personalità della giovane, le motivazioni della scelta universitaria, le risorse intellettuali, la buona disposizione alla vita, eventuali percorsi formativi e esperienze in gruppi, associazioni giovanili. Allo stesso tempo per tutte le studentesse, ma specialmente per le giovani donne in difficoltà, la casa studentesca cerca di attuare un’accoglienza nel senso di un autentico “Incontro”. L’accoglienza prepara ad un Incontro cioè ad un rapporto che lascia un segno. Per prima cosa la persona accolta deve sentirsi riconosciuta (“riconoscere” non è semplicemente identificare dal profilo, dal comportamento, dal nome), riconosciuta vuol dire accolta in tutta la pienezza dell’identità che la caratterizza. La persona ha bisogno di sentirsi riconosciuta, cioè capita. Questo “capire” è qualcosa di importante, qualcosa che mette in moto un processo e ha bisogno di una sensibilità, ha bisogno di un ragionamento in cui mente, sentimenti, atteggiamenti sono tutti in movimento ed allora si entra nell’area dell’accoglienza. Per fare questo non bisogna giudicare! È la condizione rispettando la quale noi possiamo mettere in moto l’accoglienza, la comprensione,
responsible for the commitment to wisdom and vision that allows them to grasp and value the resources that come from the differences and peculiarities of each individual, both in terms of character and natural, cultural and relational skills. In this perspective, the dialogue with the director and with the managers of the student house is a significant moment in the life of the house. Before entering and being welcomed into the house, in fact, an interview tends to ascertain the salient characteristics of the personality of the young woman, the reasons for her choice of university, her intellectual resources, her positive attitude to life, as well as any formative paths and experiences in groups or youth associations that she may have undertaken. At the same time, for all students, but especially for young women in difficulty, the student house tries to implement a welcome in the sense of an authentic “encounter”. The welcome is a preparation for an Encounter, that is, a relationship that leaves a mark. First of all, the person welcomed must feel recognized (“recognizing” is not simply identifying by profile, by behaviour, or by name); recognized means welcomed in all the fullness of the identity that characterizes the young woman. The person needs to feel recognized, that is, understood. This “understanding” is something important, something that sets a process in motion and requires a sensitivity and a reasoning in which mind, feelings and attitudes are all in motion - it is then that one enters the welcoming area. To do this one must not judge! It is the condition under which we can set in motion our reception, understanding, recognition ... judging is a strong temptation and inhibits under65
il riconoscimento … il giudicare è una tentazione fortissima ed impedisce la comprensione, l’identità, l’ascolto. Una volta che la persona si sente accolta, capita, non giudicata, noi possiamo dire di riuscire a creare una sorta di intimità. Costruire un’intimità significa il massimo dell’accoglienza, cioè sapere che ci si può fidare, sapere che ci si può scambiare anche senza parole qualcosa di importante. L’incontro forte è questo: la persona attraverso questa accoglienza non incontra solo qualcuno, ma incontra sé stessa, mentre incontra qualcuno. Accoglienza è gratuità, ma anche competenza, condivisione, intendendo una gratuità non in termini economici, ma di rapporti. L’accoglienza non si compera! La “Gratuità” è l’elemento che dà senso alle cose che si fanno, è una forma di amore; il senso della gratitudine poi arriverà da tutto questo. Strumenti essenziali per il raggiungimento di tali obiettivi sono la “cogestione” della casa e la “relazione”.
standing, identity and listening. Once the person feels welcomed, understood, not judged, we can say that we can create a sort of intimacy. Building an intimacy means the maximum of acceptance, that is, knowing that you can trust, and knowing that one can exchange something important even without words. The strong encounter is this: through this reception the person does not only meet someone, but meets herself while meeting someone else. Welcoming is about giving freely, but also about competence and sharing, meaning giving freely not in economic terms, but in terms of relationships. A welcome is not bought! Giving freely is the element that confers meaning on the things we do, it is a form of love; the sense of gratitude will then emerge from all this. The ‘’co-management’’ of the house and the ‘’relationship’’ are essential tools for achieving these objectives.
«L’idea fondamentale è dunque quella di offrire un’occasione, anche inaspettata (chi arriva in Domus Civica per lo più è preoccupata di nient’altro che di mettere un tetto sulla testa), l’occasione, cioè, di incontri, molti e diversi, con altre persone; di un sostegno in caso di difficoltà di diverso ordine; di un inserimento in un ambiente familiare anche lontano da casa, un ambiente che però sia anche stimolante ad uscire dai propri individualismi ed egoismi, stimolante ad aprire e perturbare i consueti orizzonti culturali, stimolante a vivere e a ripensare, per chi lo desideri, la propria fede»
«The fundamental idea is therefore to offer an opportunity, perhaps unexpected (those who arrive at Domus Civica are mostly worried about nothing more than putting a roof over their heads), the opportunity, that is, of meetings, many and varied, with other people; of support in case of difficulties of a different order; of a placement in a family environment also far from home, an environment that is also a stimulus to escape from one’ s own individualism and selfishness, a stimulus to broaden and perturb the usual cultural horizons, a stimulus to live and rethink, for those who wish, one’s own faith»
Dott.ssa Anna Passerelli, direttrice della Domus Civica anni 1991-1995
Dr Anna Passerelli, Director of Domus Civica from 1991-1995 67
WOMAN ART VENICE
un evento an event
D3082 Woman Art Venice ACISJF Venezia Domus Civica a cura curated by
Andrea B. Del Guercio