nuovoEffatà - 07 - gen 2013

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n. 7 - Gennaio 2013 (IV)

Organo di informazione e strumento di dialogo dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia

opera di Simone Ferrarini ­ www.simoneferrarini.it

effataopgre.wordpress.com ­ effata.opg.re@gmail.com

Auguri di buon 2013 a tutti!!

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Vincent Van Gogh ­ Starry night

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Opera di copertina di Simone Ferrarini

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'OPG mi sembra una situazione in cui le persone non sono nel mondo, neanche ai margini, ma sono appesi fuori, lì lì per precipitare. Una situazione di perenne attesa, in balia del "cosa ne facciamo di questi qui". La mano del potere con lo spillo, è il rapporto del potere rispetto a questa situazione: mano ferma ma con la voglia di liberarsi di questa faccenda; e basta un piccolo gesto perché questo avvenga. nuovoEffatà

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Tralascio ogni commento di come questa situazione sia assurda socialmente ma anche economicamente, per evitare di fomentare brontolamenti vari. Nei miei ricordi c’è la mia esperienza di OPG, è stata produttiva. Avevo una decina di corsisti di vario genere: pensionati, imprenditori, baristi e operai. In un paio di mesi, partendo da zero, erano riusciti a crescere molto, quasi come solitamente avviene in un 6-7 mesi per un corso normale

all'aria aperta. Peccato che poi è finito tutto lì, perché il disegno poteva essere uno strumento bello potente di comunicazione tra esterno ed interno. La cosa che mi aveva colpito di più era l'abilità degli assistenti, gestivano i detenuti con abilità e facevano rispettare le regole con ironia. Veramente bravi. Ah… il volto appeso al palloncino è simbolicamente Van Gogh.


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capitalista colpisce ogni giorno di più. Francesco con Giovanna della redazione di nE Qui in Occidente è più importante mangiarsi un gelato che scambiarsi un bacio. Qui in Occidente l'amore, il vero amore è una malattia. Qui in Occidente bisogna stare "sereni", abolire gli stimoli sessuali e mistici. Non bisogna essere conflittuali. Benvenuti clandestini, benvenuti uomini. L'Europa e l'Occidente aspettano di essere liberati da voi e anche da noi per quel poco che ormai possiamo Uomo fare. di Francesco Vicari Noi matti come i lavoratori occidentali siamo ridotti ad i martiri australiani devastati automi OMO! Uomo dove ti trovo oggi in Occidente, dalla civiltà dell'uomo privi di pensiero a meno che non bianco - gli aborigeni. umiliato, schiavizzato, sia un pensiero funzionale a chi Ti troverò, forse ancora, fra le torturato e alienato nella comanda (vedi Scuole, magnifica luminosità riserve degli Università ecc.). dell'Oriente dove indiani d'America. Uomini venite a liberarci, l'occidentalizzazione impera Ti troverò fra i matti europei e ovunque voi siate. sovrana. americani. Io vi omaggerò e se è il caso Negli eserciti Ma so che ci sei. darò anche la mia dove Thanatos ti ha imbrigliato E pensando a te mi viene da vita per stare insieme a voi. Ti troverò nei mapuche - negli piangere - uomo del XXI sec. Navigo in questa putrescenza indigeni latino-americani. Io sono un matto, fin quando chiamata Ti troverò dove la "civiltà" non è vivrò? Fino a quando il mio Occidente ma per liberarla non ancora arrivata. corpo reggerà per imitarla. Ti troverò nel Sub-Sahara dove l'urto degli psicofarmaci? Un abbraccio da uomo gli impulsi di vita esistono Ricordatevi di me: un uomo a cui forte e gentile. ancora. piaceva il Vi stringo sul mio cuore Dove non c'è il disagio della sesso, l'amore, la comunione fra civiltà. tutti gli uomini, la solidarietà, la in memoria di Francesco Non ti troverò certo fratellanza fra l'unica razza che si 20 dicembre 2012 dentro la divisa di un carabiniere ergeva al di sopra degli o di un poliziotto. antropomorfi, la razza umana Ti troverò fra affratellata dalla ragione e i martiri dall'intelligenza che la barbarie

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Francis Bacon ­ Three studies for figures at the base of a crucifixion

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Quel che sento di Lord Baphomet

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otti quel che senti e fanculo chi sei,

quello che rappresenti, quello che vuoi rappresentare e le cazzate sull’essere reale. Originale… Fammi il piacere tu sei falso, io non fingo, l’apocalissi dipingo, convinciti se non ti convinco, perché non c’è asma nelle mie parole… Ma fanculo a tutti è quello che rimane succedon cose strane e io rimango con le mie abitudini stradali... Stanco di tutto e sofferente nel profondo malato dentro, respiro un sospiro della morte nuovoEffatà

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riconosco i miei peccati non mi pento delle mie colpe le luci poi le ombre la mia anima risorge... Avrai più tempo per soccombere soffocato nel rancore dove vivo e muoio violentemente si tramuta in odio... Così sono dentro me come simbiosi tra se stesse si completano e si annientano come fossero le stesse, nella nemesi delle guerre per questo son concesse... Sono l'uomo nato per essere schiavo... Disturbavo la mia mente, ininterrottamente dicevano Non ti applichi ma sei molto intelligente... Non può essere estirpato concentrato rimuovo ricordi...

E' tutto stato disegnato... Se può essere detto non può essere dimostrato, spesso in conflitto con me stesso ho imparato confuso e esternato lascio tutti senza fiato. Divorato nell'interiore, differenziato dal creato superiore e come risultato il mio stile è limitato e se dio vuole uccide i ragazzi di via mira sole…


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Cos'è la felicità?

di Sara Moustafa El Meligy

modo di constatare che la felicità che tanti credono scontata sia solo una cosa passeggera alla cui ricerca l'uomo si dedica tutta la vita. Tante volte siamo distratti dalla routine di tutti i giorni, non so; la crisi, la malinconia, la malattia, i brutti ricordi e mai ci rendiamo conto che la felicità che noi crediamo tanto lontana, in realtà non lo è. Se ci si sente tristi bisogna piangere, sfogarsi guardare intorno a noi e dentro di noi. In ognuno vi è una bellezza d'animo che non è spiegabile a parole, ma si percepisce solo osservandoci. E se si è commesso qualche errore fino ad oggi,mai pensare di non essere fra le persone appena descritte! Guai!! La felicità ci è così vicina... basta davvero poco per ritrovarla, non dico per sempre, ma quel poco che basta per trascorrere serenamente la giornata. Sorridete, stringete una mano amica, abbracciate e se tutto ciò non basta, allora guardate il cielo dalla posizione migliore che poter scrivere su questo trovate e fate scorrere lo sguardo giornalino e finalmente posso i tetti, gli alberi, chiudete gli dire di avercela fatta! Ho voluto fra occhi e ascoltate i rumori, le dare questo titolo perché mi il vento,... fatelo con sembra significativo sia per me, foglie, calma, in silenzio e da soli, in questo particolare momento, sentirete la tranquillità e capirete sia per tutti credo. La felicità, quell'attimo di serenità sarà cos'è? Oh sembrerebbe scontata che stato in grado di farvi la risposta, ma se ci pensiamo ogni problema e bene non lo è, ognuno di noi darà dimenticare la felicità. una risposta diversa e c'è chi sarà trovare Ve lo consiglio, io l'ho provato. d'accordo e chi no. Ho trovato

"in realtà non lo è mai ci rendiamo conto

che la felicità, che noi

crediamo tanto lontana,

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alve a tutti, mi chiamo Sara e mi presento perché mi sento come la ''new entry'' in un gruppo ormai consolidato. Questo è il primo articolo che mi è stato gentilmente e con tanto entusiasmo concesso di scrivere, e nel farlo devo dire che non ho potuto non sentirmi felice e allo stesso tempo orgogliosa. E' dalla seconda media che attendo di

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Dell'OPG non ci si vergogna di don Daniele Simonazzi

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e feste che abbiamo trascorso in O.P.G, hanno raggiunto il loro culmine nella solennità dell’Epifania, cioè della manifestazione del Signore. Infatti insieme al Battesimo di Gesù e alle nozze di Cana, la visita dei Magi a Betlemme si esprime in un’unica festa, l’Epifania – appunto. Come sempre le feste legate al Natale sono “crudeli”. Ci mancano le persone più care, siamo in un luogo in cui si soffre, sono di più quelli di noi che vedono deluse le loro attese, c’è incertezza per l’anno che si apre… Tuttavia la Parola di Dio ci fa sperare oltre e più, speranza soprattutto in due punti che ci hanno colpito. Il primo è quello

della mangiatoia (del presepe). Gesù viene adagiato proprio là, dove ciascuno di noi abita. L’O.P.G. è una mangiatoia, ogni sezione un presepe. La condizione di Gesù è la condizione di ciascuno di noi. Gesù viene adagiato, deposto come lo sarà nel sepolcro a causa del fatto che non c’era posto, non solo per lui, ma per loro. Per molti di noi le nostre famiglie, le ASL, gli operatori che abbiamo in O.P.G. non sanno dove sbattere la testa, condividono la nostra condizione. Gesù ha iniziato facendone una scelta, la scelta dei poveri! L’altra riflessione è nata ascoltando il Vangelo della visita dei Magi. Loro che partono

guardando in alto, il cielo, le stelle giunti a Betlemme si prostrano, si abbassano, adorano il “deposto” nella mangiatoia. Questo è il loro cammino, questo è il nostro cammino. Dall’O.P.G. non si fugge, si parte. Dell’O.P.G. non ci si vergogna, si è orgogliosi di aver fatto parte della comunità cristiana che, abitandovi, lo anima. La miseria dell’O.P.G. è ciò per cui è stato abitato e ciò in cui è stato adagiato il Signore. La cella 6 della Centauro allora è il nostro presepe; N. e la sua condizione ci dicono a cosa può giungere chi ama e soprattutto davanti a Lui (Gesù o N.?) vanno aperti i nostri scrigni. E’ questa l’eredità del Natale in O.P.G.

La pizza di Nello

Frans Snyders ­ Cook with food

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opo 30 anni, con questi ingredienti, Nello è riuscito a fare la pizza!! Provatela: 1 Kg Farina 0, 1 Bustina di lievito, 2 Cucchiai di sale, ½ Cucchiaio di zucchero, Acqua un po’ alla volta, ½ Bicchiere di olio d’oliva. Fare lievitare con straccio umido su termosifone o forno per circa 2 ore. Stendere su teglia oliata con olio di semi. Cuocere 12 minuti solo con pomodoro a 220° e poi aggiungere mozzarella e condimenti e cuocere per altri 10 minuti. E buon appetito!!


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Oblio Risveglio Pensiero

di Leo Caludio in arte Alton

M. C. Escher ­ Moebius Strip II

Oblio E avanti che devi andare che tu voglia o non voglia così nel vento la foglia come il sole per le nevi come le pietre sopra un pendio così l’amore verso l’oblio. Andare pur sempre andare come i fiumi vanno al mare partendo da un pendio verso l’infinito oblio. Risveglio Un’aurora triste che se ne va un avanti che aspetta aspetto deluso il calare del sole mentre una foglia volteggia nell’aria silenziosa lasciandosi cullare dal vento un fanciullo che piange aspettando la neve mentre la sua neve si scioglie al sole però il fanciullo si risveglia baciato da una stella di mattina dimenticando questa triste aurora mattutina. Pensiero Vorrei essere un pensiero di chicchessia vorrei lasciarmi trasportare da esso vorrei vagare nel nulla cosicché io potrei e vorrei morire di nulla nel pensiero di una fanciulla.

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Anche noi siamo umani di Roby

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uesti attimi per noi rappresentano gioia in assoluto, perché nello scrivere la nostra preghiera non avevamo minimamente immaginato che sarebbe riuscita a colpire i cuori e la sensibilità del mondo esterno. In questa preghiera c’è il nostro modo di vedere le cose, in modo da poter dire liberamente che

tutti noi innocenti non lo siamo. Ma nonostante la nostra colpevolezza, nessuna società umana dovrebbe arrogarsi il diritto di emarginarci. Tutti guardavamo all’OPG e a chi sta dentro, come all’ultimo rifugio dell’umanità, ma se talvolta si trovano a subire questa esperienza per causa di una persona cara, anche se all’inizio

" dovrebbe nonostante la nostra

Goya ­ The sleep of reason produces monsters

colpevolezza

nessuna società umana

emarginarci

hanno un senso di rifiuto e cercano sempre di trovare tutte le possibili giustificazioni, poi finiscono con l’integrarsi con questa vita dura che si conduce all’interno dell’OPG cominciando a comprendere gli altri detenuti. Tutti noi, quando ci sentiamo più soli o sconfitti, ci chiudiamo in noi stessi, procurandoci così delle lunghe riflessioni, ci chiediamo come gli altri ci vedono e ci giudicano. Immagino che la società ci creda dei mostri, duri di cuore, che non sappiamo cosa sia la parola “piangere”. Sappiamo benissimo di avere sbagliato, ma ciò non significa nuovoEffatà

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che non si debba dare la possibilità di ricominciare e sperare in un futuro migliore. Proprio in questi momenti tanto tristi, sentiamo più forte il bisogno di un dialogo diretto con Cristo, che pur essendo innocente, ha pagato per tutti noi, perché solo lui può darci la forza di continuare ad affrontare con serenità la pena da scontare. Un grazie di cuore a tutti voi, che con i vostri gesti dimostrate di credere in noi, dandoci così l’opportunità di poterci esprimere… grazie!


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La notte di Corrado

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non a farci essere inutili, Per fortuna dalla finestra fredda con le imposte aperte un triste filo di luce pallida comincia a spazzare l'ombra dell'orizzonte. Per fortuna ciò che sta per nascere è il giorno e mi acquieta quasi della stanchezza dell'inquietudine. Vivo in una stanza abitata da spettri timidi e furtivi. E in mezzo a tutto ciò cammino per strada, pelandrone nel mio vagabondaggio. Le palpebre mi pesano nei piedi che trascino, vorrei dormire perché cammino. Dopo una notte mal trascorsa nessuno ci vuole bene, il sonno sfuggito si è portato via qualcosa che ci rendeva umani. Sembra che ci sia un'irritazione latente contro di noi perfino nell'aria inorganica che ci circonda. Il fatto è che noi abbiamo abbandonato noi stessi, ed è fra noi che si tesse la strategia della sorda battaglia.

Eugène Delacroix ­ Female Nude, killed from behind

e qualcuno volesse redigere un campionario di mostri non dovrebbe far altro che fotografare con parole quelle cose che la notte porta gli animi assopiti che non riescono a prendere sonno. Queste cose posseggono tutta l'incoerenza del sogno senza l'incognito alibi dello stare dormendo. Si librano come pipistrelli sulla passività dell'anima o vampiri che succhiano il sangue della sottomissione. Sono larve del precipizio e della dissipazione, ombre che riempiono la valle, le orme che restano del destino. A volte sono vermi che provocano nausea alla stessa coscienza che li culla e che li crea, altre volte sono spettri e sinistramente sondano il nulla; altre volte ancora emergono come serpi dalle assurde caverne delle emozioni perdute. Zavorra del falso, non servono ad altro se

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" che li culla

A volte sono vermi

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che provocano nausea alla stessa coscienza

e li crea

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L'amore perduto di Tommaso

L Giacomo Balla ­ Dynamism of a dog on a leash

Esci con me

’amore perduto ma

Senza di te non si può star Io con te stavo bene Ma è finito il tempo delle mele Se io t’ho fatto un torto Io nella vita mia voglio vivere Non morire e neanche uccidere Io voglio aiutare, aiutare e aiutare Se ci fosse qualcuno che mi dà amore Amare vuol dire aiutare e te il prossimo Non per sentirsi importanti o grandi Ma per sentirsi bene con tutti Chissà chissà chissà Se l’amore perduto ritornerà

di Andrea

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hi non ha mai sentito parlare di pet therapy? Beh, io sono amante degli animali e in particolare dei migliori amici dell’uomo, ovvero i cani! Beh a parere mio, condiviso con molti altri, piacerebbe essere liberi ad accarezzare il pelo di uno di loro facendosi coinvolgere dal tatto del pelo, ma senza perdere tempo vi posso garantire che avere un cane per amico non è tutto ma è molto. Soprattutto quando si hanno tanti pensieri, per non parlare dei problemi, della voglia di ammalarsi o farsi passare per tale per allettarsi giorno e notte e così scaricare i propri doveri a qualcun altro, basta essere a letto. E questo a me è accaduto nel ricordo di una mia carissima

amica di nome Saskia che dopo giorni di mio malessere, a tal punto da lasciarla fuori dalla mia stanza per giorni, fino a che incominciò a chiamarmi dalla fessura della porta grattando con le zampe fino a convincermi a farla entrare e quando entrò mi abbaiò facendomi giocare e facendomi fare un esame di coscienza su cosa non avevo svolto e poi mi chiamò giocando guardando la porta dell’appartamento, così se te lo chiede di uscire da una situazione “allettata” una persona, però cambia e non si può dire di no all’amica ad uscire con lei facendosi carico di me e portandomi ad incontrare altri amici e amiche e soprattutto cambiare aria e farmi venire

gioia nel vivere. E sì, “la vita è un cammino” e perché non farlo con un amico che si affratella senza malizia chiedendoti solo cibo, acqua e cure, chiedetelo agli ipovedenti, ai dispersi nei boschi o sotto le macerie di un terremoto e sopravvissuti! Beh in questo caso sono i cani che donano la vita concretamente, e perché no, anche con la pet therapy non è da meno psicologia.

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Giustizia riparativa

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di Daniele Marchi ntenso e partecipato il convegno conclusivo del primo anno del progetto “Verso un Centro di Giustizia Riparativa” della Cooperativa Ovile, del 30 novembre 2012. Un primo anno di attività dedicato alla sensibilizzazione del territorio ed alla raccolta di adesioni da molteplici attori ed istituzioni locali. Un trentina di incontri e 3 seminari tematici hanno permesso di condividere con tanti il senso, le prospettive e le possibili pratiche di giustizia riparativa. La giornata conclusiva si è aperta con la proiezione del bellissimo film-documentario di Gabriele conoscenza e bellezza alcune Vacis “la paura siCura”, seguita parole chiave in questa ricerca. da un denso confronto, moderato Margherita Asta, Gherardo dallo stesso Vacis, tra il direttore Colombo, Anna Cattaneo, della Caritas Gianmarco Giuseppe Cupello, Carlo Marzocchini, il Sindaco Ficarelli, Maria Pia Giuffrida Graziano Delrio e il presidente assieme a Claudia Mazzucato, del Tribunale Francesco Caruso; Paolo Boschini, Leonardo Lenzi è stato l’occasione per una e Massimo Donini. Un lungo narrazione corale intorno ai temi elenco non solo di nomi, ma di della paura e della (in)sicurezza, forti testimonianze che, da in cui spesso sono emerse, dietro diversi punti di vista, hanno le istituzioni, le persone che oggi raccontato, nella sessione ne sono responsabili; un dialogo pomeridiana, la giustizia sulle capacità della nostra città a riparativa. Ricchissimo il dialogo far fronte alle insicurezze che la “intorno alla giustizia” tra crisi porta con sé; il tentativo di Margherita Asta, familiare di cercare una strada per rimettere vittime di mafia, e l’ex al centro le relazioni, superando magistrato Gherardo Colombo. la paura di sbagliare, la paura del Appassionato il racconto di Anna diverso e rinnovando Cattaneo sulla nascita, a partire l’immagine, non solo esteriore, dal carcere, del Centro di di luoghi “paurosi per statuto” Giustizia Riparativa di Bergamo. come spesso è percepito, ad Coinvolte le voci di Giuseppe esempio, il Tribunale. Verità, Cupello e Carlo Ficarelli, nel nuovoEffatà

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Edvard Munch ­ The dance of life

raccontare l’incontro con la mediazione fatto durante quest’anno di sensibilizzazione. Competente e provocatorio l’intervento di Maria Pia Giuffrida: una vita dedicata all’amministrazione penitenziaria ed alla giustizia riparativa. Tanti gli spunti di riflessione aperti, come la “domanda di riparazione” che la chiusura degli OPG porterà con sé. Il progetto ora prosegue con l’organizzazione del corso di formazione per i mediatori, che vedrà Ovile, ed i vari partner, impegnati per tutto l’anno prossimo. Non ci sono per il momento notizie ulteriori sulle modalità di partecipazione e sul calendario. Per restare aggiornati ci si può iscrivere al sito www.giustiziariparativa.net regolarmente aggiornato sui passi del progetto.


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Auguri

di Grazia Stella

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ent.ma redazione nuovoEffatà, ho piacere di inviarvi i miei auguri che vorrei pubblicaste sul sito e sul giornalino. Il prossimo anno prevede una possibità di cambiamento positivo grazie alla chiusura di queste strutture, in ritardo di 34 anni rispetto alle logiche della legge 180! Sono una familiare, lavoro nel settore psichiatrico e con questa duplice esperienza voglio comunicare agli internati che fuori ci sono molte persone disponibili a darsi da fare insieme a voi per costruire la vostra vita "normale". Ai volontari mi piacerebbe far sentire la mia gratitudine e la richiesta di utilizzare ancora a lungo questa vostra esperienza... Continuate finchè potete ad essere presenti nei luoghi dove ci sono pochi volontari e c'è un gran bisogno! Con i lavoratori dell'O.P.G. vorrei condividere le mie emozioni positive per questo passaggio che libererà anche voi dai muri che isolano il dentro e il fuori. A tutti auguro un fortunato 2013 ricco di solidarietà

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leggere la propria colpa in quella dell’altra, germogliano amicizie, spezzate confessioni e un conforto mai pienamente consolatorio ma che fa apparire queste donne come colpevoli innocenti. RECENSIONE – Il testo teatrale “From Medea“, di Grazia Verasani, viene tradotto per immagini da Fabrizio Cattani, alla sua seconda regia dopo il pluripremiato, e quasi invisibile in Italia, Il Rabdomante, del 2007. Il tema affrontato è molto forte, si parla di madri infanticide. Quando non c’è più bisogno di sottolineature, di schematismi, di ammiccamenti, di didascalie, quando il cinema invade lo schermo, il disagio dei personaggi esce dai confini del Cinema/Maternity prevedibile. Quando questo Blues accade arrivano le emozioni che a cura della Redazione le parole avevano solo lambito. Come quando la nuova arrivata, ATERNITY BLUES specchiandosi nell’acqua della - un film di Fabrizio fontana, rivive oniricamente il Cattani, con Andrea trauma inflitto e subito. O Osvart, Monica Birladeanu, quando, per una madre disperata, Chiara Martegiani, Marina la schiacciante quotidianità Pennafina, Daniele Pecci, Pascal prende le forme di un telefono Zullino, drammatico, ITA, 2011. che non la smette di squillare, della lavatrice che reclama il suo TRAMA – Ospedale Psichiatrico carico, delle liti tra i figli più Giudiziario femminile, 4 donne grandi, delle urla interminabili diverse tra loro ma legate da una del più piccolo. colpa comune: l’infanticidio. Lode a un film che affronta con Trascorrono il loro tempo sincerità, assenza di giudizio e espiando una condanna che è profondo rispetto un tema soprattutto interiore: il senso di scomodo, generalmente dibattuto colpa per un gesto che ha più nelle sue implicazioni vanificato le loro esistenze. Dalla cronachistiche che nel tentativo convivenza forzata, che a sua di sondare le radici del problema. volta genera la sofferenza di

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di Francesco de Benedittis ­ checcodeb.blogspot.com

Redazione nuovoEffatà - Direttore responsabile: Antonio Burani - Redazione: alcuni internati e volontari esterni - Segreteria: c/o don Daniele Simonazzi O.P.G. Reggio Emilia - Via Settembrini 8, 42123 Reggio Emilia / La collaborazione è benvenuta e aperta a tutti, purché rispettosa delle persone e delle norme di convivenza. / Distribuzione gratuita. Sono ben accetti contributi atti a sostenere le spese di stampa e gestione. Un contributo finanziario, anche nuovoEffatà piccolo, sarà gradito: è­possibile fare un versamento Gennaio 2013 sul conto FONDO VALLE dell’OPG di Reggio Emilia - IBAN: IT94C0518812801000000022172, BANCO S.GEMINIANO E S.PROSPERO, REGGIO EMILIA, AGENZIA VIA SAN ROCCO.


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