Il Tergicristallo - Novembre 2014

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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, Aut. C/RM/38/2011

Il mensile dell’Unasca. L’Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica.

Vietato

esportare. Perché si impedisce ad un cittadino di vendere un veicolo all’estero? Unasca solleva parecchie perplessità sulle disposizioni che dal 14 luglio scorso hanno reso molto più complicato le procedure per la radiazione di un veicolo nel caso di esportazione definitiva in ambito Ue ed extra Ue.

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novembre 2014 Anno XLVII

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manuel picardi / Europa

Obiettivo: creare una solida connessione tra i professionisti del settore. Dal mondo accademico che si è riunito a Reykjavik è stato riconosciuto all’EFA il ruolo di punto di riferimento della formazione iniziale in Europa.

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l 7 e l’8 Ottobre si è tenuto a Reykjavik il semestrale meeting EFA. Agenda molto ricca come sempre, ma che purtroppo a causa della crisi e della notevole distanza, ha visto una presenza ridotta di partecipanti. Molto interessanti sono stati gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni islandesi che hanno mostrato gli sforzi costantemente impiegati per cercare di mantenere basso il numero di morti e feriti sulle strade. Su una popolazione di circa 310.000 abitanti, più o meno come la città di Firenze, il numero di decessi sulle strade difficilmente supera la decina. È molto probabile che negli anni gli amministratori e la popolazione intera, riescano ad ottenere l’ambitissimo risultato della “vision zero”, ovvero che nessun essere umano perda la vita, sul proprio territorio, a seguito di un incidente stradale. Analizzando il territorio e la natura dei sinistri stradali, si arriva velocemente alla conclusione che la maggior parte di questi avvenga per una perdita di controllo del veicolo, spesso imputabile alle impervie condizioni atmosferiche che accompagnano la vulcanica isola per gran parte dell’anno.

Un altro intervento molto apprezzato è stato la presentazione del Progetto di Networking COST da parte del giovane ricercatore dell’Università di Firenze, Federico Giovannini. Dal mondo accademico è stato riconosciuto all’EFA il ruolo di punto di riferimento della formazione iniziale in Europa. Il progetto, orientato prevalentemente allo sviluppo olistico della formazione alle “2 ruote” prevederà una serie di incontri in giro per l’Europa, tra i vari partner economici e non, col fine di creare una solida connessione tra i professionisti di ogni specifico settore nel mondo dei motocicli. La due giorni di lavoro si è conclusa con il rituale della visita nella sede dell’autoscuola ospitante. È risultato molto interessante ascoltare la modalità di conseguimento della patente sull’isola. In linea generale ci sono tre fasi, ovvero tre Autoscuole da frequentare: nella prima si affrontano le problematiche attinenti la conoscenza della segnaletica stradale, mentre nella seconda si approfondisce la conoscenza del veicolo e le difficoltà nel gestirlo quotidianamente. La terza ed ultima fase si svolge in un ambiente chiuso al traffico e si affrontano le problematiche di controllo del veicolo nelle molto frequenti, e quindi probabili, condizioni atmosferiche avverse. 3


Esci dagli schemi. Diventa Socio.

Tesseramento 2015 Sono aperte le iscrizioni per diventare soci Unasca. Un nuovo anno per consolidarci e continuare a superare ogni ostacolo. Ovviamente, insieme.

viale di Val Fiorita, 88 – 00144 Roma – tel. +39 06 54221986 – fax +39 06 5916542 – unasca@unasca.it www.unasca.it 4


aniello raiola / navigando

Ufficiale superiore delle Capitanerie di porto

L’istituto del soccorso in mare. Il comandante di qualsiasi mezzo nautico che omette di prestare soccorso nelle ipotesi in cui è obbligatorio, è punito con la reclusione fino a due anni. La pena aumenta fino a un massimo di sei anni se dall’omesso soccorso deriva una lesione a persone, e fino a otto se deriva la morte.

L’ Seconda Parte

obbligo di soccorso in mare è stabilito in determinati casi espressamente dal codice della navigazione, a prescindere da ordini dell’autorità, a carico del comandante di qualsiasi nave o imbarcazione. L’obbligo sussiste: A. a favore di navi in “pericolo di perdersi”, cioè in pericolo di perire per naufragio, incendio o altro sinistro marittimo, se a bordo vi siano persone; B. a favore soltanto delle persone che sono a bordo di navi in pericolo di perdersi, quando non sia possibile soccorrere la nave;

tire e il suo comandante deve poter ragionevolmente prevedere un “utile risultato” (ovvero non deve essere un’impresa impossibile) e non deve essere a conoscenza di altra nave che sta portando soccorso in condizioni più idonee o perlomeno simili a quelle in cui egli potrebbe fare. Il comandante di qualsiasi mezzo nautico che omette di prestare soccorso nelle ipotesi in cui è obbligatorio, è punito con la reclusione fino a due anni. La pena aumenta fino a un massimo di sei anni se dall’omesso soccorso deriva una lesione a persone, e fino a otto se deriva la morte. Se l’omissione di soccorso non è intenzionale (colposa), la reclusione è fino a sei mesi oppure fino a tre o quattro anni nei casi di lesione o morte.

C. a favore delle persone che siano in mare in pericolo di vita; D. a favore di ciascuna delle navi entrate in collisione, anche se non siano in pericolo di perdersi né vi sia pericolo per le persone a bordo (in detto caso l’obbligo sussiste per le sole navi coinvolte nella collisione). Comunque l’obbligo di soccorso è limitato dalla condizione che si possa prestare soccorso senza grave rischio della nave soccorritrice, del suo equipaggio e dei suoi passeggeri. Altri limiti: la nave soccorritrice deve essere in navigazione o almeno pronta a par5


alberto francescut / unascabile

Mezzi pubblici, viaggi-odissea alla scoperta delle criticità.

Roberta Amadeo e Tony Golfarelli provano per credere. E documentano.

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uando si dice “toccare con mano”. Nel senso di provare per credere. Credere che - purtroppo - di chilometri da fare lungo le autostrade dell’educazione civica, delle barriere architettoniche, ne rimangono molti. Il traguardo “Integrazione completa” è ancora lungo. Su molti fronti, compreso quello dei trasporti pubblici. Ci spiegano tutto due “sentinelle” che abbiamo intercettato per Il Tergicristallo nell’ambito dei temi di approfondimento della rubrica dedicata a UNASCAbile (www.unascabile.it). Due viaggiatori: come i piccioni che portano il messaggio. “Sì, c’è ancora tanto da fare”. Per lavoro percorrono appositamente l’Italia con i mezzi pubblici proprio per capire e documentare nel tentativo di migliorare. Roberta Amadeo è tante cose in una: campionessa italiana in linea e a crono - cat. WH2 - di handbike, presidente Nazionale Aism oltre che consigliere nazionale della FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) e Vicepresidente del “Team Bee and bike”. “Sembra un assurdo ma il mio treno più funzionale in assoluto - perfettamente fruibile perché privo di barriere architettoniche e decisamente comodo - l’ho preso da Agrigento a Palermo” dice la 44enne laureata in architettura che vive a Cermenate, in provincia di Como. 6

Roberta Amadeo

I viaggi-Odissea “La tratta Milano-Roma, invece, non è così agevole - sottolinea Roberta -. E’ tutt’altro che comoda - almeno per noi con disabilità - come viene descritto”. Ovvero: “La partenza da Milano è alle 11 ma, pur avendo prenotato, si deve essere lì alle 10.30. Siccome arrivo da Como ci impiego mediamente circa 40 minuti a cui aggiungo 30 minuti di anticipo richiesto e una ventina di minuti di anticipo sul treno per Roma per sicurezza. Senza computare il tempo destinato alla ricerca del parcheggio. Tra l’altro, trovare parcheggi con i contrassegni “per i disabili” è un’impresa. In definitiva, per arrivare a Roma alle 15 devo partire da casa alle 9 e prenotare con almeno 24 ore di anticipo”. Anche sulla Venezia a Milano non è filato tutto liscio: “Non solo non c’era il posto riservato alle persone con disabilità motoria ma non c’era alcun posto libero pur avendo prenotato”. Piccione è anche Tony Golfarelli. Oltre che viaggiatore, pure lottatore: si batte come un leone. Presidente dell’AISM di Forlì-Cesena, è entrato nel consiglio comunale a Forlimpopoli. Si è buttato a pesce anche in questa nuova avventura per dare un contributo all’eliminazione delle barriere. Quelle architettoniche che trova quotidianamente a terra. Già, perché in volo scorre tutto liscio. Malato di sclerosi multipla da 27 anni, la racconta così: “Riesco a scendere più

Tony Golfarelli

facilmente da un paracadute che a salire su un autobus. Faccio 4500mt in aria senza barriere. Sarà la forza di gravità dove scendere è più agevole”. Dove proseguono i suoi viaggi-odissea: “Sulle linee Atr capita di tutto: la pedana che non scende, la fermata non ancora abilitata, l’auto parcheggiata dove l’autobus dovrebbe sostare, o la porta che si rifiuta di aprirsi”. Tony ci ha provato: “Ho contattato i vari responsabili del servizio per cercare di migliorare la situazione e anche se le cose stanno cambiando, siamo lontani dal salire e scendere tranquilli”.


damiano beltotto / controcopertina

Le croci commemorative non servono più. È necessario che il titolo di guida venga aggiornato, e non bastano le visite mediche di rito per il rinnovo, è necessario ripensare al modello stesso della nostra patente.

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e abbiamo parlato qualche numero fa: gli incidenti stradali sono diminuiti, almeno secondo le statistiche dell’Istat che anticipano i risultati del 2013. Ma il problema dei decessi sulle nostre strade è grave. Non più tardi di qualche settimana fa una bambina di 3 anni di nome Lucia ha perso la vita nell’incidente che ha coinvolto la macchina guidata da suo padre. Stavano tornando da una giornata di mare: dopo essersi immessi sulla Romea la macchina sbanda e carambola contro quella che procedeva in senso opposto. L’impatto violentissimo non lascia speranze per la bambina che, per colpa di un colpo di frusta, muore sul colpo. A Roma un padre di 38 anni con suo figlio di 7 sono stati centrati da una macchina mentre rientravano a casa dopo una partita di calcio. A Massa Finalese un bambino di 11 anni è stato ucciso, travolto da una macchina mentre andava in bicicletta. I numeri ci dicono che dall’inizio dell’anno sono già morti 49 bambini, nel 2013 sono stati 52 i minori uccisi da sinistri automobilitici. Insomma, una ecatombe. Tassi alcolemici al di là del bene e del male, velocità eccessiva, educazione stradale becera e sottovalutazione di quello che si sta facendo. Al di là delle tragedie, delle fatalità, del destino cinico, della data di scadenza che ognuno di noi si porta sulla carta d’identità divina, ci sono almeno tre cose che non possono e non devono passarla liscia: per prima cosa la sicurezza delle nostre strade. Da quanti anni la Romea è sotto accusa per i morti che a cadenza settimanale la irrorano di

sangue? E il bello è che ogni volta che viene piantata la croce commemorativa di una vita di un motociclista o di un bambino un Sindaco, un Presidente di Provincia, un Assessore promettono nuove e ingenti misure di sicurezza tipo autovelox e similari. Ma poi i soldi per mettere a posto la Romea come la E45 o come le altre migliaia di strade assurde che ci ritroviamo o non saltano fuori o non bastano. Secondo: la sicurezza dei mezzi. Pare che la macchina che ha ucciso il papà e il bambino di Roma, oltre ad essere lanciata a velocità folle, avesse pure le gomme lisce. Insomma una bomba a orologeria. E immagino che siano più d’una le macchine che per i motivi più disparati, per esempio la crisi economica che colpisce le nostre famiglie, siano in condizioni di sicurezza pessime. E dal 15 novembre vige l’obbligo della dotazione invernale. Ma oltre agli obblighi, non è possibile studiare misure che aiutino le nostre famiglie alla manutenzione dei mezzi di trasporto? Infine: l’educazione stradale. Il progetto RinnovaTi di Unasca mi ha fatto molto pensare: quante volte ci diciamo, magari ridendo tra amici “ah, se dovessi rifare oggi la patente non passerei mai”. È necessario che il titolo di guida venga aggiornato, e non bastano le visite mediche di rito per il rinnovo, è necessario ripensare al modello stesso della nostra patente. Un po’ come ha fatto Unasca che oggi propone un percorso di formazione e aggiornamento utile proprio per questo motivo. Magari, ma comprendo che il pensiero possa assomigliare ad una utopia, aiuterebbe anche quei cialtroni che se ne vanno in giro ubriachi e impuniti a uccidere i nostri figli per strada. 7


sommario / In questo numero top news / In primo piano Attualità. Radiazioni: così non va.

_14 Attualità. Una soluzione che colpisce tutti senza colpire nessuno.

_18 Attualità. Consiglio Nazionale Autoscuole. Avanti così.

_19 Sermetra. Il dialogo con il mondo assicurativo.

_22 Attualità. Obiettivo: vittime zero.

Formazione. Strade da Amare. Che successo questo tour!

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_10 Europa. Creare una solida connessione tra i professionisti del settore.

Navigando. L’istituto del soccorso in mare.

Unascabile. Mezzi pubblici, viaggi-odissea alla scoperta delle criticità.

Direttore Editoriale Vincenzo Cannatella Presidente Unasca

Direttore Responsabile Damiano Maria Beltotto Coordinamento di Redazione Mattea Guantieri Redazione Andrea Altinier Anna Barbetta Andrea Cinerari Manuel Picardi Provider Editoriale Nove34 s.r.l. via del Bersagliere, 19 37123 Verona tel. +39 045 595245 www.nove34.com Contributor Marika Bressan Francesco Osquino Aniello Raiola Claudio Sorbo

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Registrato presso il Tribunale di Roma al n° 30/1997 in data 20/01/1997. Numero iscrizione Roc: 9057. Abbonamento postale 10 €. / Chiuso in redazione il 30.10.2014. Tutti i materiali, cartacei e non, inviati alla redazione non saranno restituiti.

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Controcopertina. Le croci commemorative non servono più.

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editoriale / il punto di vista

Verso un codice della strada più attuale. Emilio Patella / Segretario Nazionale Autoscuole

Le autoscuole Unasca non aspettano che il Codice della Strada venga modificato, ma iniziano da ora a lavorare per rinnovarsi.

S

ono finiti alla Camera i lavori per legge Delega al Governo per le modifiche al Codice della Strada. Giovedì 9 ottobre la Camera ha approvato il testo, che ora passerà al Senato. Su questo numero del giornale troverete un’intervista e un parere autorevoli, certamente più competenti di questo mio fondo. A me preme sottolineare che si tratta di uno sforzo, dichiarato fin dall’inizio, di rendere il Codice della Strada snello, leggibile sia dagli operatori del settore che dai semplici cittadini, attuale e in linea con una circolazione sempre maggiore, ma anche sempre più variegata. Credo che in parte questo sforzo sia riuscito, anche se in un tema così generale si ritrova spesso la tentazione di “buttarci dentro” di tutto. Nel seguire i lavori parlamentari a volte ci siamo stupiti di certi emendamenti e determinate richieste, che poco avevano a che fare con i principi di una delega. Perché è importante ricordare che non si tratta delle modifiche al Codice, ma dei principi che il parlamento detta al Governo per riformare il Codice. Le norme vere e proprie verranno scritte in seguito, parte nel Codice stesso, ma parte al di fuori, con decreti e norme specifiche o in recepimento di norme comunitarie. La nostra stessa attività di autoscuola sarà in parte contenuta nel Codice (vi è un principio relativo alla disciplina dell’esame per il conseguimento della patente) e parte fuori dal Codice, come del resto già avviene con le direttive sulla patente di guida

e sulla Carta di qualificazione del conducente. Tutto ciò sottolinea l’importanza del lavoro associativo in ambito nazionale e in ambito comunitario. Tornando alla legge delega troviamo elementi di novità nell’attenzione posta agli utenti deboli, in particolare pedoni e ciclisti, alle aree urbane pensate anche in funzione degli stessi, all’utilizzo di nuove metodologie di controllo, alla riformulazione delle sanzioni e delle responsabilità dei conducenti, anche minorenni. Nella fase di stesura della legge delega ci siamo attivati per suggerire alle forze politiche alcuni principi, in particolare quello accennato relativo ai criteri di valutazione degli aspiranti conducenti, rispondere ai pareri richiestici, seguire il dibattito in corso. Ancora maggiore sarà l’impegno nella fase di scrittura delle norme, poiché li, da tecnici, avremo esperienze da portare e contributi da proporre. Ma per le autoscuole, “scuole per l’educazione stradale, la formazione e l’istruzione dei conducenti” l’impegno maggiore verrà dopo, a lavori conclusi, e sarà quello di aggiornare i cittadini sulle principali novità, formare i futuri conducenti in base alle nuove norme, essere un punto di riferimento per tutti gli utenti della strada in caso di dubbi, curiosità, contenziosi, ecc. Insomma continuare a svolgere il proprio ruolo con professionalità e passione. Le autoscuole Unasca non aspettano che il Codice della Strada venga modificato, ma iniziano da ora a lavorare per rinnovarsi, rinnovare i conducenti e contribuire al diffondersi di una cultura della sicurezza. 9


attualitĂ / codice della strada

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codice della strada / attualità

Obiettivo: vittime .

zero

Il presidente della Commissione Trasporti della Camera, Michele Meta, spiega a Il Tergicristallo i principi che stanno alla base delle modifiche del Codice della Strada: dall’utenza vulnerabile all’inasprimento delle sanzioni, quello che è indispensabile – dice - è la certezza della pena.

Ci può descrivere quali sono stati i principi ispiratori del lavoro di revisione del Codice della Strada appena approvato alla Camera?

Partirei, quasi banalmente, dalla semplificazione e dal rinnovamento: il vecchio Codice aveva oltre vent’anni e, dalla sua approvazione, era stato sottoposto a diverse operazioni di restyling; ne era dunque venuto fuori un malloppo di oltre 300 norme, che aveva oggettivo bisogno di una revisione. Serviva, insomma, una nuova

carta e dei doveri civici. Sono stati due decenni in cui è cresciuto il volume del parco mezzi, in cui la tecnologia è evoluta – e può essere messa in vari modi al servizio della sicurezza: basti pensare ai tutor sulle autostrade – ed è cresciuta anche l’attenzione pubblica nei confronti della cosiddetta “utenza vulnerabile”: bambini, anziani, disabili, pedoni, ciclisti, altri utenti di mezzi a due e tre ruote, che non possono essere considerati cittadini di serie B. Poi, naturalmente, c’è il grande tema

della sicurezza, che va perseguita migliorando le norme esistenti e introducendone di nuove.

Ecco, appunto, parliamo di sicurezza: in che modo sarà resa ancora più concreta nel prossimo Codice? Se siamo riusciti a dimezzare le vittime della strada negli ultimi anni, dobbiamo ora porci l’obiettivo “vittime zero”. È un obiettivo simbolico, purtroppo, perché non esiste un

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attualità / codice radiazioni della strada

Paese al mondo senza un incidente mortale, ma la direzione deve essere quella. Per quanto riguarda il criterio da seguire, il nuovo Codice cerca di riequilibrare i rapporti tra prevenzione, formazione e repressione: da sole non bastano, mentre insieme possono portare a grandi risultati. Dal lato pratico, vengono introdotti meccanismi premiali per gli automobilisti virtuosi e l’inasprimento delle sanzioni per chi lede l’incolumità di altri utenti della strada; contemporaneamente vengono chiamati in causa anche gli enti proprietari e gestori delle strade: limitazione della presenza a bordo strada di ostacoli fissi artificiali, disciplina rigorosa della pubblicità, revisione complessiva dell’uso della segnaletica, possibilità di allargare le “zone 30” nelle aree urbane, laddove la presenza di utenza vulnerabile è particolarmente significativa.

Continui episodi di cronaca hanno rafforzato la richiesta di istituire il reato di omicidio stradale, ipotesi che vede il favore anche di importanti rappresentanti di Governo: qual è la sua posizione in materia? E basterà la revoca perpetua della patente a fermare i pirati della strada? 12

Il cosiddetto ergastolo della patente, contenuto in una proposta di legge a mia prima firma, è il massimo della pena prevedibile da un Codice della strada: l’eventuale introduzione del reato di omicidio stradale, su cui la delega al governo lascia comunque una porta aperta, è infatti argomento da modifica del Codice penale, e dunque ha bisogno di una trattazione a sé. Credo che l’ergastolo della patente per i pirati della strada sia un deterrente fortissimo, perché non poter più guidare per tutta la vita è una pena piuttosto dura, con evidenti conseguenze pratiche. Poi, se la Commissione Giustizia o il governo stesso decideranno di proseguire nell’esame delle proposte sull’omicidio stradale, daremo certamente un contributo – come Commissione Trasporti – a fissare i casi in cui il reato sia configurabile. Di certo, quello che è indispensabile è la certezza della pena: ma questo è un problema che riguarda tutta la giustizia italiana, non solo il nostro settore.

Come si possono potenziare i controlli sulle strade per prevenire l’incidentalità? Quello dei controlli è un mio pallino, da anni, perché conosco bene la situazione degli altri Paesi e so quanto

siano importanti ed efficaci. Ripeto spesso alcune cifre, che danno l’idea della situazione: a fronte di 6 o 7 milioni di controlli annui in Francia o Germania, l’Italia supera a stento quota un milione e 200 mila. Altrove, essere fermati dalle forze di polizia per una verifica è la normalità, e questo scoraggia i comportamenti illeciti; da noi è una possibilità remota, e si fa strada l’idea che valga la pena rischiare, perché tanto nessuno se ne accorgerà. Il problema è chiaro: servono risorse. Ma io ho ben chiara anche la soluzione: destinare il 15% dei proventi delle multe statali proprio a rafforzare la sicurezza, e quindi anche ai controlli sulle strade.

La possibilità di far circolare bici e scooter nelle corsie preferenziali dei bus non rischia di mandare in tilt il trasporto?

Non esiste una risposta valida per tutte le circostanze: occorre distinguere caso per caso, perché la situazione di Roma – tanto per fare un esempio – è profondamente diversa da quella di una cittadina della pianura Padana. Ecco perché il nuovo Codice della strada disporrà che siano i sindaci a decidere: nessuno, meglio di loro, conosce la viabilità del proprio Comune.


codice della strada / attualità

Appunti per conoscerlo meglio... Eletto Consigliere regionale del Lazio nel 1990, nel 1994 viene eletto Capogruppo in Regione del PDS. Dal 1995 al 2000 è Assessore regionale ai Trasporti e Lavori Pubblici della Regione Lazio. Rieletto in Regione nel 2000, ricopre la carica di Capogruppo dei DS e Coordinatore dell’Ulivo in Consiglio regionale. Dal 2001 al 2006 è segretario regionale dei Democratici di Sinistra del Lazio. Viene eletto deputato alla Camera nel giugno 2005. Nella XV Legislatura è Presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni. Capogruppo Pd nella commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni. Eletto nella Circoscrizione XV Lazio 1.

Le principali novità.

Ecco i cinque punti che caratterizzano le modifiche al Codice della Strada già approvate alla Camera dei Deputati. Reato di omicidio stradale. Il testo approvato dal-

la Camera parla di omicidio stradale. Tuttavia, trattandosi di una nuova fattispecie da introdurre nel codice penale, il testo si limita a prevedere, “nel caso in cui il conducente cagioni la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale”, la “revoca della patente” e l’”inibizione della guida sul territorio nazionale a tempo indeterminato”. Tutto ciò, in attesa che la nuova fattispecie venga introdotta nel codice penale, anche nei casi già previsti di omicidio colposo derivanti dalla violazione di norme del codice della strada da parte di persone in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, reati per i quali, peraltro, è prevista la pena della reclusione da due a sette anni, con la possibilità di arrivare fino a 15 anni in caso di omicidio plurimo.

Car pooling, UberPop. Il car pooling sarà regolamen-

tato come “servizio di trasporto, non remunerato, basato sull’uso condiviso di veicoli privati tra due o più persone che debbano percorrere uno stesso itinerario, o parte di esso, messe in contatto tramite servizi dedicati forniti da intermediari pubblici o privati, anche attraverso l’utilizzo di strumenti informatici”.

Assicurazione e revisione. Il nuovo Codice della stra-

da favorirà l’utilizzo di sistemi telematici che consentano di controllare lo stato della revisione, l’esistenza e la validità

dell’assicurazione Rc, nonché se il veicolo è oggetto di denuncia di furto oppure è sottoposto a misure quali il sequestro o la confisca penale. Inoltre, saranno inasprite le sanzioni per chi circola senza Rc auto o con l’assicurazione scaduta.

Aree di sosta e taxi. Sarà revisionata l’attuale normativa relativa alla sosta tariffaria con l’introduzione di multe proporzionali ai tempi di permanenza illegittimi e con una soglia di tolleranza non soggetta a sanzione. Ciascun comune, poi, potrà riservare appositi spazi per il parcheggio delle donne in gravidanza e di chi trasporta bambini di età non superiore a due anni.

Neopatentati, multe e ricorsi. Per quanto riguar-

da i neopatentati sparirà la norma che prevede il divieto di guidare, nel primo anno di patente, auto con più di 70 kW e oltre 55 kW/tonnellata. Il limite sarà ridotto a sei mesi e, anche durante questo periodo, si potrà “aggirare” se al fianco del neopatentato ci sarà una persona di età non superiore a 65 anni in possesso di patente B o superiore. L’importo delle multe e le sanzioni accessorie saranno rivisti in funzione di principi di “ragionevolezza”, con “meccanismi premianti” e di “graduazione in funzione della reiterazione”. I ricorsi andranno consegnati al comando di Polizia che ha accertato la violazione e il termine per la presentazione sarà per tutti (anche Prefetto e Giudice di pace) di 30 giorni. 13


attualità / radiazioni

Radiazioni: così non va. La pratica della radiazione non può essere stravolta dall’oggi al domani senza passare per uno strumento istituzionale (un decreto per esempio), ma soltanto attraverso una circolare che a sua volta si basa su un parere che Aci ha fatto proprio.

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l tema non è semplice, perché parlare di radiazioni per esportazione significa aprire una finestra su un mondo (quello del commercio delle auto usate) dovendo far riferimento a delle norme (la burocrazia italiana) che, come sovente accade, non è chiara. E nella non chiarezza delle norme succede che si emanano direttive che vanno direttamente a penalizzare i cittadini, il mercato e le imprese. Intanto partiamo dal principio: cos’è la radiazione per esportazione. È quella pratica in base alla quale si radia dal Pubblico Registro Automobilisto un mezzo al fine di ottenere un foglio di via dalla Motorizzazione Civile per trasportare con targa provvisoria il mezzo stesso all’estero. Qual è il rischio di radiare un mezzo dal PRA? Ovviamente che il mezzo in questione non venga esportato. Secondo questa semplice segnalazione, l’ACI ha recentemente adottato un nuovo sistema rispetto alla consuetudine di accettare una semplice autodichiarazione per provvedere alla radiazione: non si radia-

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Mattea Guantieri /

@matteaguantieri

no più i mezzi di trasporto. Ora, l’utente della strada potrebbe pensare che queste siano questioni di lana caprina, ma così non è: nè nel metodo nè nel merito. Nel metodo perché la pratica della radiazione non può essere stravolta dall’oggi al domani senza passare per uno strumento istituzionale (un decreto per esempio), ma soltanto attraverso una circolare che a sua volta si basa su un parere che Aci ha fatto proprio. Nel merito perché per arginare un fenomeno chiaramente esistente sebbene limitato, si va a danneggiare un intero comparto e il suo mercato. E che il problema esistesse è un fatto segnalato da Unasca già dal settembre del 2009 quando denunciò ad Aci, MEF e MIT l’aumento di casi di false radiazioni per esportazione per “ripulire” i veicoli da vincoli (ipoteche) così come prima si radiavano per togliere i fermi amministrativi. E se una volta il PRA con il suo comportamento non risultava essere troppo severo con i furbetti della radiazione, oggi con questa nuova disposizione non solo non risolve il problema, piuttosto ne

amplifica la portata perché così facendo aumenta le esportazioni senza radiazioni, poiché lo consentono le disposizioni internazionali e comunitarie. Insomma, le radiazioni per esportazione potrebbero risultare l’ennesimo problema di ACI che non solo si ritrova con tutte le associazioni del settore molto in difficoltà e, per così dire, sul piede di guerra, ma che ha già dovuto pubblicare una serie di distinguo sul merito della disposizione certamente senza farci una bella figura. Questione complessa, quindi, che mette alla luce almeno due fattori: primo, fino a ieri si è adottata una pratica che non scoraggiava i comportamenti truffaldini, secondo, per metterci una pezza si rischia di mettere in ginocchio un mercato che ha già problemi seri, se non serissmi. E cosa diremo, quindi, a chi dal dopoguerra gestisce un regolarissimo commercio transfrontaliero di veicoli (per esempio quelli incidentati)? Il tema, come si diceva, è spinoso. Categorie sul piede di guerra e cittadini privati di un diritto inalienabile. Come finirà?


“Sembra che abbiano prevalso interessi di categoria per la Riproduciamo in perdita di gestione di Italia le “Best questi mezzi” practices” che hanno

radiazioni / attualità

“C

onfindustria Ancma è stata sollecitata da alcuni importanti associati al fine di supportare e far presente le preoccupazioni dei rispettivi dealers, che non avendo una propria associazione di riferimento non riescono a far sentire la propria voce. In sintesi ci fanno presente che le nuove procedure per la radiazione per esportazione hanno complicato molto le cose. Per i dealer si tratta di una valvola di sfogo importante per aiutare il cliente a disfarsi di un veicolo invendibile in Italia senza sostenere costi per la demolizione. Con il nuovo sistema adottato tutto diventa più difficile in quanto la procedura è molto complicata. Sicuramente esiste un fenomeno di traffico di veicoli rubati verso l’estero che riguarda sia auto che moto. Tuttavia non si hanno prove in tal senso e normalmente i dealer corretti vendono con regolare fatturazione a commercianti italiani che successivamente esportano i veicoli. Ancora una volta no c’è una percezione di una prassi illegale Claudio De Viti – Ancma così rilevante. La prassi precedente era semplice e funzionale, permetteva di realizzare valore per veicoli che in Italia non hanno più richiesta. Sembra invece che abbiano prevalso interessi di categoria per la perdita di gestione di questi mezzi. La legalità deve essere totale e applicata con efficace contrasto ai furti (pene certe e reali ai ladri), controlli dei veicoli circolanti con verifiche e pene certe ai truffatori. Una proposta che è emersa fa riferimento a un modulo di assunzione di responsabilità del concessionario, senza valore fiscale, riportante tutti i dati della concessionaria e copia del documento d’ identità del cliente. Sul modulo vengono riportati targa, telaio e dati del proprietario e viene firmato e timbrato dalla concessionaria che consegna una copia a PRA e MCTC, una al commerciante che si occuperà del trasporto e una da tenere in archivio. Se il mezzo risultasse rubato il concessionario ne sarebbe responsabile. Partiamo dal presupposto che i mezzi sono prevalentemente con valore prossimo allo zero destinati verso il mercato africano. Per i mezzi di valore maggiore e che si spostano in Europa, il concessionario è responsabile”.

già funzionato all’estero.

Salvatore Di Carlo – Fiat Group Automobiles S.p.a La recente circolare emanata dal servizio centrale del PRA ha radicalmente modificato le modalità di radiazione dei veicoli per esportazione. Quale è la posizione della sua Associazione al riguardo?

Per gli impatti che il tema della “Deregistrazione per Esportazione” ha sia sui flussi commerciali dei nostri prodotti, che sui risultati per noi cogenti in tema di riciclaggio degli ELV (End of Life Vehicles), siamo sicuramente favorevoli all’uso di questo strumento per agevolare le esportazioni dei veicoli usati, chiedendo unicamente il contrasto dell’illegalità, affinché dietro questa opzione non vengano nascoste operazioni di demolizioni di veicoli fine vita (dunque rifiuti a tutti gli effetti) non lecite in Paesi terzi. Per questo motivo siamo concordi con una via documentale che sia più semplice possibile e tuttavia capace di dare la miglior garanzia di legalità del flusso.

Si parla di traffico illecito di veicoli radiati per esportazione. Quali notizie avete in tal senso? Siamo al corrente dell’incremento di radiazioni per l’esportazione (ad esempio, nel 2013 si è attestata attorno alle 565.000 la cifra di autovetture radiate per esportazione, passando in 4 anni dal 20% al 40% circa di tutte le radiazioni effettuate in Italia –elaborazioni di dati PRA - ). Queste potrebbero anche nascondere profili di illegalità, dal punto di vista fiscale, di responsabilità civile e ambientale. Si può supporre, ad esempio, che alcuni veicoli radiati per esportazione vengano invece reimmatricolati in Italia con targa estera, oppure che tali autovetture vengano demolite immediatamente con commercializzazione dei pezzi di ricambio sui mercati nazionali ed internazionali.

Quali proposte ritenete si possano adottare per garantire la libera circolazione dei veicoli e nel contempo contrastare eventuali prassi illegali nella demolizione dei veicoli? Per contrastare l’export illegale di veicoli fuori uso riteniamo si debbano promuovere e rafforzare attività per il controllo della radiazione per esportazione atte a impedire traffici illegali da export di veicoli fuori uso (rifiuti), anche mediante la sensibilizzazione ed il coinvolgimento degli enti competenti sulla materia (Motorizzazione Civile, ACI). E’ anche importante coordinare tali attività con altri enti ed autorità europee, in modo da poter cogliere e riprodurre in Italia alcune “Best practices” che hanno già funzionato all’estero. 15


attualità / radiazioni

“Vanno verificati gli effettivi risultati

sul fenomeno delle esportazioni illecite di veicoli fuori uso”.

Antonio Cernicchiaro, vice direttore generale di UNRAE, spiega la sua posizione sulle radiazioni e sulle disposizioni Aci. La recente circolare emanata dal servizio centrale del PRA ha radicalmente modificato le modalità di radiazione dei veicoli per esportazione.Quale è la posizione di UNRAE al riguardo?

Antonio Cernicchiaro, Vice Direttore Generale UNRAE 16

Dall’emanazione della Direttiva europea 2000/53/CE e del relativo Decreto Legislativo n. 209 del 2003 che l’ha resa applicabile in Italia, l’UNRAE ha dedicato grande attenzione all’evoluzione della normativa in materia di veicoli fuori uso, considerate le responsabilità organizzative ed economiche che tali disposizioni impongono alle Case automobilistiche. L’UNRAE unitamente ad altre Organizzazioni del settore auto e di quello dell’autodemolizione, ha sottoscritto con il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Econo-

mico un Accordo di Programma per la gestione dei veicoli fuori uso e monitora costantemente i fenomeni e le dinamiche che caratterizzano quest’area. In questo quadro, pertanto, l’UNRAE ritiene necessaria l’adozione di misure che tendano ad ostacolare le operazioni di esportazioni illecite di veicoli fuori uso che non rispettano le norme ambientali e pesano negativamente sulla sostenibilità economica della filiera con possibili ripercussioni sulla tenuta dell’intero sistema realizzato dalle Case automobilistiche. E’, altresì, evidente che le disposizioni impartite in proposito non debbano ledere l’attività di quei soggetti che operano nel settore automotive e legittimamente effettuano esportazioni di veicoli verso mercati dove la domanda è più so-


radiazioni / attualità

stenuta rispetto a quella che, purtroppo, oggi dobbiamo registrare in Italia.

Si parla di traffico illecito di veicoli radiati per esportazione. Quali notizie avete in tal senso?

Nell’ambito del Tavolo ministeriale dell’Accordo di Programma per la gestione dei veicoli fuori uso il fenomeno delle radiazioni per esportazioni illecite di veicoli fuori uso è stato più volte sollevato, ed è uno degli argomenti prioritari sul quale si è focalizzata l’attenzione dei Ministeri competenti, al fine di promuovere azioni di contrasto. La crescita di tali operazioni che si è registrata negli ultimi anni, e che coincide, tra l’altro, con l’abrogazione delle radiazioni per ritiro definitivo in area privata, ha spinto la Pubblica Amministrazione ad intervenire. La maggior parte delle radiazioni per esportazione si può stimare che corrisponda ad attività commerciali di vendita di veicoli usati all’estero, ma una quota significativa rimane coinvolta in operazioni non corrette che vanno ostacolate.

Quali proposte ritenete si possano adottare per garantire la libera circolazione dei veicoli e nel contempo contrastare prassi illegali nella demolizione dei veicoli?

Le modifiche apportate alla prima circolare emanata dall’ACI hanno consentito, per quanto a conoscenza di UNRAE, un’adeguata ripresa dell’attività da parte di operatori che esportano veicoli usati all’estero, mentre vanno verificati, visto l’ancor breve periodo di vigenza delle nuove disposizioni impartite, gli effettivi risultati sul fenomeno delle esportazioni illecite di veicoli fuori uso. Anche la Commissione Trasporti della Camera ha allo studio misure che disciplinino in maniera più funzionale ed efficace la materia. L’UNRAE è disponibile ad offrire il proprio contributo per migliorare la normativa in questione, al fine di garantire i diritti di tutte le categorie coinvolte.

Federauto:

“Non intacchiamo le operazioni lecite, condotte da operatori onesti”. tanto difficile come quella che attraversiamo, costituisce una fonte di business non trascurabile. In ogni caso, il confronto che abbiamo immediatamente attivato con gli uffici dell’ACI ci ha portato progressivamente ad una serie di approfondimenti che hanno consentito all’ACI di cogliere gli elementi di legalità e di garanzia idonei ad adattare le nuove procedure, senza compromettere l’attività economica degli operatori. Certo è stato un passaggio difficile, anche perché, come noto, dietro c’è anche un problema di supposte attività illecite che nessuno si sente di poter difendere.

Gian Franco Soranna – Federauto

La recente circolare emanata dal servizio centrale del PRA ha radicalmente modificato le modalità di radiazione dei veicoli per esportazione. Quale è la posizione della sua Associazione al riguardo?

Indubbiamente la prima circolare dell’ACI, quella emanata il 3 luglio 2014, ha avuto un impatto molto negativo sull’attività delle nostre associate che, in sostanza, hanno visto seriamente compromessa la possibilità di effettuare le regolari operazioni di esportazione extra UE e di cessione verso Paesi dell’Unione. Un danno significativo perché il canale delle esportazioni di veicoli usati, in una fase di mercato

Si parla di traffico illecito di veicoli radiati per esportazione. Quali notizie vete in tal senso?

Notizie non ne abbiamo e penso che la questione non possa che riguardare gli organi inquirenti e la magistratura. E’ evidente che gli illeciti vanno indagati e perseguiti, ma è anche vero che queste finalità non devono in alcun modo intaccare le operazioni lecite, condotte da operatori onesti.

Quali proposte ritenete si possano adottare per garantire la libera circolazione dei veicoli e nel contempo contrastare eventuali prassi illegali nella demolizione dei veicoli? Oggi abbiamo raggiunto un equilibrio. Onestamente parlare di proposte per contrastare eventuali prassi illegali è difficile, perlomeno in mancanza di casistiche e sentenze.

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attualità / radiazioni

Una soluzione che colpisce tutti senza colpire nessuno.

La sintesi di Ottorino Pignoloni che spiega come la battaglia per la legalità si debba combattere non a colpi di burocrazia, ma attraverso la sinergia tra lo Stato e tutti i soggetti che quotidianamente lavorano sul campo. Si combattono davvero le truffe zero, un problema (che Unasca aveva santimenti burocratici e, nel contemcon la circolare sulle radazioni sollevato già nel 2009) sia stato af- po, permettere al legittimo tracciato del Pra? frontato con una manovra eccessiva, compratore di esercitare tale diritto In Italia tutte le procedure che riguardano l’usato sono molto più pesanti che all’estero. E questa disposizione appare non solo non giustificata, ma opposta rispetto ai princìpi comunitari della libera circolazione delle merci e che ribalta letteralmente il “modus operandi” consolidatosi da 22 anni e che, si ripete, era basato sulle norme (artt. 99 e 103 CDS) tuttora vigenti. Ci sembra che, come quasi sempre accade in Italia dove i controlli sono pari a 18

incoerente e controproducente.

Sono necessari dei correttivi?

Assolutamente sì, ma nel segno della trasparenza e della professionalità, nonché dello snellimento burocratico che Unasca chiede da tanto tempo. Le istituzioni devono introdurre delle norme che permettano al venditore, sia esso commerciante che privato cittadino, di vendere il proprio veicolo senza gravarsi di rischi e inutili appe-

in Italia (come in ogni altra parte del mondo) nel rispetto delle leggi italiane e di quelle comunitarie (in materia di libera circolazione dei beni).

Siamo sicuri che rendere più difficile anche l’esportazione dell’usato sia una mossa azzeccata?

A noi sembra, al contrario, che questa soluzione colpisca tutti senza colpire nessuno.


consiglio nazionale autoscuole / attualità

Consiglio Nazionale Autoscuole

Avanti così.

Dai progetti riguardanti l’aggiornamento conducenti a quello relativo alla formazione periodica degli istruttori ed insegnanti di autoscuola, è stata chiara da parte di tutti la volontà a partecipare sempre più attivamente alla vita associativa. Andrea Altinier /

S

abato 25 ottobre pomeriggio, in contemporanea con l’Assemblea del Centro Studi, si è svolto il Consiglio Nazionale Autoscuole. C’è stata un’ampia partecipazione, anche di semplici iscritti, non delegati, ma desiderosi di ascoltare le novità e di partecipare alla vita associativa. Particolarmente

@altinier1981

folta la delegazione della provincia di Ragusa, capeggiata dal segretario provinciale Salvatore Tasca. Presenti anche alcuni non iscritti, che hanno voluto conoscere Unasca. Ha partecipato anche il Dottor Francesco Foresta, della Direzione Generale del Ministero dei Trasporti, che ha raccontato le ultime novità europee e il lavoro che sta portando avanti il Mini-

stero dei Trasporti nell’ambito dell’Ue. Il segretario Nazionale Emilio Patella ha relazionato sulla legge delega di modifica del Codice della Strada, sullo stato dei lavori per sburocratizzare e semplificare le procedure di richiesta patente, duplicati, certificazione delle guide obbligatorie e ha presentato due importanti progetti, che sono stati il ”sale” della giornata.

Al tavolo dei lavori il Dottor Francesco Foresta, il segretario Emilio Patella e il vice segretario Antonio Datri.

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attualità / consiglio nazionale autoscuole

Cesare Galbiati presenta il progetto “Rinnovati”.

Il primo progetto è quello relativo all’ aggiornamento conducenti, che abbiamo denominato “RinnovaTi”. In particolare Cesare Galbiati, componente della segreteria nazionale autoscuole, ha illustrato il lavoro svolto e i contenuti del manuale che Unasca ha realizzato in collaborazione con Essebi Italia e con contributi importanti (Bosh, Contralco, La Nuova Guida, Il Dottor Vedovi, ecc.). Lo scopo Lo scopo della campagna è quello di distinguere le autoscuole Unasca dalle altre e dagli altri soggetti che offrono il servizio di rinnovo della patente, ma 20

Andrea Onori presenta i corsi di formazione per insegnanti e istruttori.

anche quello di iniziare a dimostrare che è indispensabile e possibile arrivare ad una aggiornamento dei conducenti che hanno conseguito la patente da molti anni. E’ stata anche presentata la proposta che Unasca offre ad autoscuole e consorzi che vogliono organizzare corsi di formazione periodica per insegnanti e istruttori di autoscuola. Un progetto curato e seguito per conto della segreteria autoscuole da Giovanni Mancini, con l’interfaccia del Centro Studi Cesare Ferrari, nello specifico rappresentato da Andrea Onori.

La proposta comprende diversi argomenti, con relativi docenti, che garantiscono un corso di alta qualità, attuale, sintonizzato sulle esigenze e le aspettative di coloro che abitualmente vivono la realtà dell’autoscuola. Da ultimo è stato distribuito un questionario relativo alla formazione e agli esami delle categorie A e B, per iniziare a raccogliere dati, pareri e suggerimenti, in vista di ulteriori modifiche della normativa. Sarà una grande consultazione a cui parteciperanno oltre ai titolari, anche gli insegnanti e gli istruttori di autoscuola.


direzione nazionale unasca / attualità

Il tavolo da sinistra il Dottor Filippi, Valeria Cecilia, Presidente Cannatella, Ottorino Pignoloni, Yvonne Guarnerio.

Direzione Nazionale Unasca

Sempre in prima linea.

Si è riunita la Direzione Nazionale Unasca che ha approvato il bilancio preventivo, deliberato la quota e discusso il regolamento della consulta dei consorzi di autoscuole. Una giornata intensa quella di sabato 25 ottobre. Al mattino si è riunita la Direzione Nazionale Unasca per l’approvazione del bilancio preventivo e per stabilire la quota del 2015. La Direzione ha approvato un bilancio estremamente ”prudente” in considerazione del perdurare della crisi che colpisce il Paese e di conseguenza le nostre attività. Ha quindi confermato anche il valore della quota associativa che, come lo scorso anno, sarà di €. 350,00. La Direzione ha poi discusso e approvato il “regolamento della consulta dei consorzi di autoscuole” presentato dalla segreteria nazionale

autoscuole. Si tratta di un passo importante che potrà dare il via ad una collaborazione più proficua tra l’associazione e i consorzi di autoscuole, con la finalità da una parte di rappresentare e portare avanti le esigenze dei consorzi, dall’altra aumentare il numero degli iscritti. La Direzione ha anche analizzato i risultati della campagna di comunicazione integrata. Valeria Cecilia e Damiano Beltotto hanno presentato, con l’aiuto di dati e grafici, il lavoro svolto da Effeci Comunication e Nove34 per affermare sempre più l’immagine di Unasca e delle aziende che rappresenta.

Nazionale La Direzioneo il bilancio ha approvat o 2015, preventiv o la quota confermandel prossimo d associativa 350 euro! anno a 21


sermetra / assicurazioni

Sermetra Assistance:

il dialogo con il mondo assicurativo. Andrea Cinerari /

@andreacinerari

Sermetra Assistance apre una nuova opportunità per gli Associati Unasca che svolgono attività di intermediazione assicurativa. Una risposta in più, che certifica il privilegio di appartenere all’Associazione e che rafforza la sinergia tra Unasca e il Gruppo Sermetra. In questa intervista parla Denis Girola, Presidente di Sermetra Assistance.

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Sermetra Assistance è un progetto che nasce da lontano, ci racconta qualcosa? Sermetra Assistance è un’agenzia plurimandataria che distribuisce prodotti assicurativi tramite le proprie agenzie su tutto il territorio nazionale. Avevamo in mente un modello flessibile, che prevedesse la possibilità di gestire più mandati. Attraverso una rete di professionisti, abbiamo la possibilità di dialogare in modo credibile con i soggetti che operano nel mercato assicurativo e sviluppare partnership che permettano di crescere e creare valore.


assicurazioni / sermetra

Quali sono i mandati di Sermetra Assistance? Oggi sono Direct Line, Genertel, Genial+, Mapfre e Europ Assistance. Dico “oggi” perché questa è la fotografia attuale. Non vogliamo fermarci: la nostra idea è creare qualcosa di unico, che combini un’offerta completa e competitiva a strumenti all’avanguardia che consentano una gestione sempre più snella. Siamo in continuo movimento e, a breve, ci saranno novità. Aprire la possibilità di Sermetra Assistance agli Associati Unasca è una bella sfida, quali sono gli obiettivi? Anzitutto è una scelta che va nel segno di quanto deciso con la fondazione di Sermetra Holding. Ampliare la rete, sotto il segno della professionalità, con l’obiettivo di generare valore. Credo possa essere vincente per tutti: per i cittadini, per le agenzie Unasca che ampliano l’offerta, per i Soci Sermetra che hanno ideato il modello e ne traggono benefici. Quale è l’offerta di Sermetra Assistance? Seppure in continua evoluzione, possiamo già affermare che l’offerta è assolutamente varia per soddisfare tutti i bisogni dell’automobilista e del suo nucleo familiare. Tra le polizze maggiormente richieste possiamo annoverare la Quality Driver di Genertel, che propone forti sconti di tariffa abbinati ad un servizio unico offerto dalla tecnologia della black box; oppure la Guasti Meccanici di Mapfre, grazie alla quale possiamo smettere di preoccuparci delle disavventure che talvolta colpiscono gli organi meccanici del veicolo. La lista è lunga, grazie anche a Direct Line e Europ Assistance, con i servizi offerti da una centrale operativa di assistenza sanitaria (ma non solo!) prima in Europa per efficienza e professionalità. Ma parlare di “offerta” semplicemente descrivendo i prodotti sarebbe riduttivo: il nostro è un sistema che consente al cittadino di soddisfare il suo bisogno di sicurezza con coperture all’avanguardia da parte dei migliori assicuratori sul mercato, e permette all’intermediario di essere competitivo in termini di proposta, ma al contempo di lavorare con minori costi e

Denis Girola, Presidente di Sermetra Assistance

incombenze, con l’affidabilità garantita da un gruppo solido e innovativo come Sermetra. Vi rivolgete a chi già svolge attività di intermediazione. Perché dovrebbero aderire a Sermetra Assistance? Perché è un’opportunità in più, che si può aggiungere ai propri mandati. Per poter gestire il proprio cliente con efficacia e senza spreco di energie e risorse. Abbiamo investito su uno strumento informatico che ci consente di integrare i processi di preventivazione, emissione e archiviazione in cloud di tutta la documentazione. L’intermediario può così concentrarsi sulla consulenza, forte di un’offerta competitiva per il proprio cliente ed altamente remunerativa per lui. Sermetra Assistance è una freccia in più al proprio arco. Il “settore assicurativo” vive un momento di grande trasformazione, cosa ne pensa? Inevitabilmente, ci stiamo muovendo verso una maggiore informatizzazione. Le riforme varate e allo studio riguardano tutti gli attori del mercato e introducono tematiche come la firma digitale, la documentazione in formato elettro-

nico, l’utilizzo di sistemi di pagamento online da parte di imprese e intermediari, la conservazione sostitutiva digitale. Il sistema “spinge” verso la dematerializzazione e la concorrenza. Capacità, dinamismo, professionalità: caratteristiche che non possono mancare nel consulente assicurativo di oggi. Tutti questi argomenti vanno nella direzione che stiamo tracciando, nel segno dell’informatizzazione, della trasparenza, della professionalità. Qual è il ruolo di Sermetra Assistance nel processo? Sermetra Assistance non entra nel processo di gestione del proprio cliente: quello è demandato esclusivamente alla sensibilità dell’intermediario, unico a conoscere i bisogni della propria clientela. Abbiamo però costituito un quartier generale, a Milano, che supporta quotidianamente la rete nella gestione delle attività di agenzia: dalla formazione di prodotto, alla consulenza, ai dubbi di carattere operativo. Ma Sermetra Assistance è molto di più: un cuore pulsante di idee e lavoro, per confezionare un’offerta sempre più innovativa, competitiva e remunerativa. Ed essere un vero volano per il business delle agenzie. 23


formazione / giovani

Strade da Amare. Che successo questo tour!

Un gioco ideato da Unasca e una formula di successo che ha ricevuto il plauso del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In attesa del grande Forum sulla sicurezza che si terrà a Napoli nel mese di novembre, Antonio Datri, Vice Segretario Nazionale Autoscuole Unasca, ci racconta tutte le fasi del progetto.

A

ottobre in Campania migliaia di giovani hanno riempito le strade di 62 Comuni della regione, per poi mettersi alla prova, divertendosi, con le regole della strada nelle principali piazze della Regione. Un gioco ideato da Unasca e una formula di successo che ha ricevuto il plauso del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In attesa del grande Forum sulla 24

Anna Barbetta /

@annabarbetta

sicurezza che si terrà a Napoli nel mese di novembre, Antonio Datri, Vice Segretario Nazionale Autoscuole Unasca, ci racconta tutte le fasi del progetto.

Come è nata l’idea del progetto Strade da Amare e come è stata messa in pratica? Il progetto “Strade da Amare” era già stato realizzato lo scorso anno, quando la Direzione Generale Territoriale Centro Sud del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

aveva coinvolto Unasca come Associazione di categoria, insieme ad altri enti, come la Prefettura, la Provincia e la Regione. Dopo un tavolo istituzionale, è stato deciso di trasformare il progetto in “Strade da Amare in tour”, sviluppato quest’anno in collaborazione con il Miur regionale della Campania. Abbiamo coinvolto i ragazzi facendoli partecipare attivamente in un gioco itinerante per la formazione e l’educazione alle norme della strada.


giovani / formazione

Antonio Datri, Vice Segretario Nazionale Autoscuole Unasca

In quali piazze e scuole si è svol- abbiamo distribuito alle scuole parteci- mese di novembre e che chiuderà il tour. to? Il tour è iniziato con un flash mob in panti un attestato di riconoscimento. Sarebbe molto bello riuscire ad orga62 comuni della Campania, una manifestazione in cui i ragazzi hanno coinvolto in prima persona la cittadinanza. È stata una partecipazione particolarmente attiva, perché era da poco avvenuto un grave incidente a Salerno. I ragazzi hanno manifestato il proprio disappunto bloccando le strade, ballando e cantando, e la gente è rimasta molto colpita. Poi sono partiti i tour itineranti nei Comuni di Napoli, Giugliano, Benevento, Nocera Inferiore, Villaricca, Torre Annunziata, Orta di Atella, Qualiano e Boscoreale, dove i ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori hanno partecipato al gioco ludico-educativo ideato da Unasca.

nizzare il prossimo tour all’interno della

Pensa che possa essere diffuso Città della Scienza, per dare un segnale anche in altre piazze? È un pro- positivo anche in questo luogo.

getto partito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, quindi speriamo che anche le altre Direzioni Generali sul territorio possano iniziare a fare questo tipo di formazione. Lo stesso Direttore Generale, l’ing. Sergio Dondolini, ha mandato qui un suo rappresentante per vedere come poter sviluppare il gioco.

E adesso? Aspettiamo il Forum sulla sicurezza che si svolgerà a Napoli nel

Avete altri progetti di formazione? Stiamo lavorando con l’Associa-

zione Nazionale dei Pensionati per fare aggiornamento anche agli over 65 anni sulle nuove norme del codice della strada, con la Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il progetto si chiama “Anzia.. moci in sicurezza”, e partirà proprio in occasione del Forum sulla sicurezza che si terrà a Napoli.

Come è stato pensato il gioco? Crede che con il divertimento si sia trovata la chiave giusta per attirare l’attenzione dei più giovani? Il progetto ha attirato moltissimo i ragazzi, sia con il flash mob che con il gioco. Si tratta di una sorta di gioco dell’oca, con varie tappe, in cui due squadre di due diversi istituti devono rispondere a delle domande specifiche sulla conoscenza del codice della strada. Se il caposquadra risponde correttamente alla domanda, aumenta il punteggio e si può avanzare nel gioco. Alla fine, poi,

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Gli anni ‘50 e ‘60 hanno visto l’inizio del boom della “motorizzazione” in Italia. Sull’onda dell’entusiasmo iniziale, poche erano le riflessioni sulle conseguenze future di questo cambiamento radicale del modo di spostarsi e, in fondo, di concepire una parte della nostra vita. Come sempre, prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine e, a fronte di un crescita esponenziale del numero di incidenti e di morti su strada, ci si è iniziati a porre delle domande e, soprattutto, a interrogarsi su come intervenire. Sono state migliorate le infrastrutture, è stata accresciuta considerevolmente la sicurezza dei veicoli, sono state modificate le norme ma, purtroppo, dove si è si è intervenuti in modo più limitato è proprio su colui che è il principale responsabile dei danni: il conducente. Ma cosa significa migliorare le abilità dell’uomo al volante? Vuole dire principalmente due cose, la prima consiste in una vera educazione stradale che parta fino dall’infanzia e che sia affidata a veri esperti e non a individui di “buona volontà”, ma di scarse competenze specifiche; la seconda è quella di indagare a fondo su tutti gli aspetti psicologici che si nascondono (talvolta non troppo in profondità), dietro a un atto apparentemente così semplice e naturale come quello della guida. Infatti, la guida non è per nulla naturale per il conducente, individuo “costruito” per la velocità del “passo d’uomo”. Egli necessità perciò di apprendimento e allenamento di specifiche competenze per poter realmente affermare di “guidare in sicurezza”. Più volte, nelle norme relative alla formazione dei conducenti e dei loro formatori, si è affacciata la parola “formazione psicologica” ma, quasi sempre, in fase di conversione definitiva delle leggi non se ne è più trovata traccia, quasi come se la sua introduzione spaventasse o criminalizzasse il settore. Forse, vista la situazione attuale, è giunta l’ora di introdurla seriamente. Questi e molti altri sono i “perché” di questo testo, primo nel suo genere in Italia, che propone a tutti gli addetti del settore una profonda riflessione sulla materia che porti a un sensibile cambio di rotta nella educazione stradale degli aspiranti conducenti. Il testo è stato scritto e pensato da docenti dell’Unità di ricerca in Psicologia del Traffico dell’Università Cattolica del sacro Cuore di Milano (con i quali si è ormai instaurata da anni una proficua collaborazione e scambio di idee). Quest’opera è composta di una classica parte cartacea (176 pagine stampate a colori) più un innovativo complemento multimediale di corredo, disponibile su www.tiguidalatesta.it Su tale parte, si trovano otto filmati necessari alla comprensione e assimilazione dei contenuti degli 8 capitoli che compongono l’opera, più una serie di esercitazioni/riflessioni sugli argomenti proposti. L’accesso al sito è facilitato dell’utilizzo dei QR Codes presenti nel libro, ed è riservato ai possessori del libro stesso, che dovranno inizialmente registrarsi per poterne usufruire. GLI AUTORI PRINCIPALI Maria Rita Ciceri Professore di Psicologia Generale presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC) di Milano. E’ direttore dell’Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico (http://progetti.unicatt.it/psicotraffico) presso la medesima università. E’ responsabile scientifico del Corso di Perfezionamento in Psicologia del Traffico, unico corso di alta formazione in tale ambito sul territorio nazionale, e di numerose ricerche sperimentali e applicate sul sistema traffico. Federica Confalonieri Psicologa del Traffico, lavora presso l’Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico dell’UCSC di Milano. Interessi inerenti la ricerca sulle componenti attentive e percettive implicate nel compito di guida e conseguenti interventi di formazione rivolti agli utenti della strada. Debora Lombardi Psicologa del Traffico, lavora presso l’Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico dell’UCSC di Milano. Ha approfondito lo studio degli aspetti legati alla comunicazione efficace applicata al sistema Traffico, degli interventi di formazione sulla percezione del rischio e sulla valutazione dell’idoneità psicologica alla guida.

MANUALE di PSICOLOGIA del TRAFFICO 26


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attualità / territorio

Con Unasca sempre più radicati sul territorio. In collaborazione con il Registro Storico FMI, il Centro Studi Cesare Ferrari ha organizzato un incontro a Napoli il 18 ottobre, al quale ha partecipato anche Vincenzo Cosentino, responsabile della procedura FMI/Unasca. Il Presidente del Registro Storico FMI Salvatore Pascucci ci racconta il sistema FMI/Unasca. sue 180mila moto iscritte e l’UNASCA è una rete di studi di consulenza di comprovata serietà ben radicata sul territorio.

Salvatore Pascucci, Presidente del Registro Storico FMI

Quali sono gli obiettivi della sinergia tra Registro Storico Fmi e Unasca? Vogliamo offrire insie-

me agli utenti appassionati di moto d’epoca un servizio di alta qualità realizzato da professionisti. Questo è possibile in quanto il Registro Storico FMI rappresenta il primo registro motociclistico d’Italia dall’alto delle 28

Che cosa significa, in particolare per chi lo fa la prima volta, entrare nel “sistema FMI/Unasca” e a quali vantaggi porta? Il

sistema FMI/UNASCA permette agli studi di consulenza che hanno aderito ai corsi di formazione il vantaggio di avere un percorso dedicato gestito da un tutor che supporta gli studi durante l’iter delle iscrizioni.

Quali sono le criticità attuali che il Registro incontra nel settore? La collaborazione con Unasca in questo senso è stata produttiva? Generalmente il target degli appas-

sionati di moto d’epoca vede quest’ultimi poco avvezzi all’uso dei sistemi informatici, questo si scontra con le nuove procedure informatizzate messe a punto dal registro storico FMI per ridurre i tempi d’iscrizione. Gli studi di consulenza UNASCA abituati alle procedure informatizzate sono i più adatti a supportare gli appassionati in queste nuove procedure.

Quali sono le strategie future per diffondere le politiche della Federmoto e del suo Registro Storico? Il Registro Storico aumen-

terà notevolmente la propria presenza alle mostre scambio di moto d’epoca, nonché sono in programma una serie di iniziative culturali quali convegni e ed esposizioni statiche su tutto il territorio nazionale.


patente / formazione

Arriva Rinnovati.

Il manuale di Unasca che “rinnova” il conducente.

“R

innovati - non rinnovare solo la patente ma anche il conducente” è il titolo del nuovo manuale di Unsaca, che, quasi come un motto, anticipa chiaramente il contenuto e lascia intuire quelle che sono le finalità della nuova pubblicazione, già disponibile dal mese di Settembre. Grazie al contributo e alla collaborazione dei migliori esperti del settore (Bosh, Contralco, La Nuova Guida, Il dottor Vedovi e altri ancora) nasce una manuale che vuole assecondare la pressante necessità di aggiornamento da parte dei conducenti rispondendo a tutte le loro curiosità: dalle ultime novità normative relative alla patente e alle assicurazioni, ad un ripasso delle regole di guida in autostrada e nelle rotatorie, fino alle caratteristiche dei veicoli e all’utilizzo delle nuove tecnologie, sia che riguardino gli pneumatici che il mondo delle due ruote. Se lo scopo è quello del rinnovamento è importante anche un ripasso delle regole di guida. Nel manuale, per

Nasce un manuale che vuole assecondare la necessità di aggiornamento da parte dei conducenti rispondendo a tutte le esigenze e curiosità. esempio, una sezione è dedicata alle intersezioni con circolazione rotatoria. Partendo da alcune curiosità sulla nascita delle prime rotatorie (in Italia la prima a Lecco nel 1989), viene ricordato il comportamento più corretto che devono adottare i conducenti e vengono spiegati gli effettivi vantaggi di questo tipo di intersezione: ottimizzazione della fluidità del traffico, maggiori garanzie di sicurezza (ridotti del 90% i feriti gravi o morti rispetto gli incroci a raso tradizionali), minori costi gestionali e di mantenimento e possibilità di valorizzare l’arredo urbano. Un altro aspetto che il manuale non intende trascurare è quello relativo alle novità normative che riguardano le patenti di guida. Per conformasi alla Direttiva Comunitaria denominata “2006/126/CE”, in Italia,

a partire da Gennaio 2013, sono stati introdotti significativi cambiamenti: sono aumentate le categorie di patente, cambiate le età per conseguirne alcune, sono state apportate modifiche alle modalità di esame ed è stato inoltre introdotto un modello unico di patente adottato in tutti i 27 paesi comunitari per facilitare la circolazione dei cittadini evitando tutti gli ostacoli burocratici. Tutte queste informazioni e, quelle inerenti il rinnovo patenti vengono spiegate in modo chiaro e semplice nella sezione dedicata del manuale che, in questo caso, funge quasi da promemoria. Il manuale sarà distribuito gratuitamente agli utenti che si rivolgeranno alle autoscuole Unasca. 29


assicurazioni / infortuni

L’Istituto assicurativo pubblico, interrogato sul tema degli infortuni avvenuti nel settore delle autoscuole, informa che per esso grava il numero di oltre cento infortuni l’anno, oltre settanta dei quali avvenuti con l’uso del mezzo di trasporto.

A

ffrontare il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore della autoscuole appare più semplice rispetto ad altre aree lavorative. Questo settore infatti è situato in una posizione strategica, destinata ad assicurare una bella fetta di sicurezza nella circolazione stradale e, in parte, in quella nautica. Svolge un ruolo strategico perché risponde, attraverso i propri servizi, alla realizzazione dei processi formativi legati al rilascio della patenti private e professionali (anche secondo i nuovi precetti comunitari) e, quindi, al caposaldo determinato dal dovere di rispetto delle regole della circolazione, sancite in primo luogo dai codici e dalle prescrizioni connesse. Purtroppo, non sempre ad una ricerca delle aziende rivolta ad assicurare la qualità dei servizi verso i terzi, corrisponde un’altrettanta coerenza di comportamenti o capacità di intervento preventivo verso i rispettivi lavoratori dipendenti. Ma la sicurezza è un valore in sé e pertanto deve andare oltre il rispetto delle regole che la devono assicurare e, in particolare nei settori legati ai trasporti e all’uso di un mezzo circolante, siamo altrettanto certi che prestare la dovuta attenzione alla sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici possa contribuire in modo determinante ad assicurare anche la sicurezza dei servizi offerti. Certamente l’alta frammentazione insita nell’organizzazione del settore, insieme allo scarso numero di aggregazioni anche di tipo consortile, non ha consentito lo sviluppo nel tempo di veri e propri momenti di analisi degli infortuni e delle malattie professionali presenti nelle attività delle autoscuole, pertanto anche la risposta ai vari eventi appare ancora realizzata in modo non strutturato. Quale sindacato di categoria da sempre fortemente attento ai temi della salute e sicurezza nel lavoro del mondo dei trasporti, riteniamo che 30

La crisi c’è, ma la guardia non va abbassata.

di Nadia Fanelli

Nadia Fanelli – Responsabile Salute e Sicurezza Filt Cgil Nazionale

nell’Ente bilaterale, costituito recentemente nel settore, tale problematica potrebbe agevolmente trovare spazi di studio e di ricerca. Quello che ci preme sottolineare sin da oggi è la necessità dello sviluppo di alcuni temi correlati. Particolare attenzione dovrà essere posta per l’area degli istruttori, sicuramente i più esposti ai diversi rischi lavorativi presenti sia sulla strada sia in mare. In analogia ad entrambe le tipologie la-

vorative (terrestre e marittima), la valutazione dei rischi, si sarà soffermata sui pericoli derivanti da agenti fisici quali il rumore e le vibrazioni al corpo intero e alle conseguenze muscolo scheletriche di tali fattori di nocività, anche in rapporto alla possibile insorgenza di malattie professionali. Altra importante considerazione, va rivolta al rischio infortunistico, con una particolare attenzione a quello stradale che spesso viene considerato e “archiviato” come mero “incidente stradale” e trattato, anche a livello assicurativo, senza un’analisi efficace della causa lavorativa che potrebbe averlo determinato. L’Istituto assicurativo pubblico, interrogato sul tema degli infortuni avvenuti nel settore delle autoscuole, ci ha informato che per esso grava il numero di oltre cento infortuni l’anno, oltre settanta dei quali avvenuti con l’uso del mezzo di trasporto. Considerato che gli assicurati nelle autoscuole risultano essere poco meno di diecimila, il conto è presto fatto e la necessità di ulteriori approfondimenti, appare evidente. Il dato assoluto, anche in questo caso, inganna, mentre un serio ragionamento rispetto agli indici di frequenza e gravità può riportare tutti di fronte ad una cruda realtà, che non può permettere a nessuno di abbassare la guardia.


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