Il Parco Archeologico di Aquileia

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riscoperta del patrimonio archeologico e monumentale. Nel 1970 Aquileia ha finalmente potuto dare inizio a una fase di misurata espansione, individuando come zona PEEP la vasta area posta a sud del fiume Natissa e del centro storico, interessata in origine da una zona depressa e paludosa, che si è dovuta bonificare. All’epoca, accanto al PEEP principale si è dato avvio anche alla realizzazione di un PEEP minore, nella località di Belvedere, per dare una opportunità di insediamento alle famiglie dei coloni ed ex coloni delle grandi proprietà agricole ivi operanti. La valutazione complessiva di questo sviluppo urbano, realizzatosi con i PEEP è sostanzialmente positiva per quanto riguarda l’abbondante dotazione di servizi alla residenza (parcheggi, scuole, aree verdi, aree sportive, in grandissima parte già realizzati da tempo), oltre all’inserimento di funzioni integrative quali gli esercizi pubblici e commerciali più strettamente ad essa connessi. La mobilità Tra i vari interventi suggeriti nel Piano urbano del traffico (PUT), approvato nel 2006, risulta prioritario riconsiderare il ruolo della Strada Regionale 352 attraverso il declassamento da strada regionale a strada-parco con traffico a regime limitato. La sua diversa utilizzazione funzionale a favore della prevista nuova viabilità di aggiramento che dovrebbe supportare i principali flussi di traffico turistico diretti a Grado nel periodo estivo, può dare la possibilità di riqualificare la via Giulia Augusta come strada urbana. Attualmente la S.R. 352 costituisce una barriera fisica all’integrazione fra la parte monumentale di Aquileia (Basilica, Via Sacra, Foro, Museo Paleocristiano in prossimità di Monastero e Museo Archeologico lungo la via Giulia Augusta) e il centro abitato dell’Aquileia contemporanea (piazze Garibaldi e S.Giovanni e PEEP). Il Piano urbano del traffico prevede la realizzazione di tre rotatorie lungo l’asse stradale (a nord presso la frazione di Monastero, e a sud presso Ca’ Tullio e la zona industriale e artigianale). Secondo il Piano “i flussi di traffico, rilevati nel corso del Piano urbano del traffico del 2005, sono sufficientemente intensi (al mattino 5-600 veicoli in direzione Grado e 4-500 in direzione

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Cervignano, con inversione di tendenza nella fascia pomeridiana, con punte anche di 1200 veicoli nel periodo estivo), da giustificare la realizzazione di una viabilità di aggiramento. Ma è soprattutto l’eccezionalità del contesto a rendere necessario un profondo ripensamento. I flussi di attraversamento riguardano in larga misura l’asse Grado-Cervignano e pertanto possono utilmente essere dirottati sul nuovo asse stradale, più lungo e più tortuoso, solamente se quest’ultimo costituisce una valida alternativa. Due sono le condizioni perché ciò avvenga: da un lato, devono essere realizzati gli interventi previsti dal Piano Territoriale Regionale sulla viabilità regionale, in particolare, l’aggiramento di Cervignano, in modo da rendere possibile un rapido accesso ai nodi ferroviari e autostradali, dall’altro devono essere previsti interventi di moderazione e/o limitazione del traffico sul tracciato attuale, che ne disincentivino l’uso improprio da parte di coloro che non sono diretti ad Aquileia. A questo scopo diventa essenziale ottenere il declassamento della via Giulia Augusta da strada statale a strada locale, premessa indispensabile per renderne possibile l’ambientazione come itinerario di accesso al parco e come “percorso narrante” la storia di Aquileia, eliminando completamente il transito dei veicoli pesanti.” ² Queste considerazioni, sono state accolte nel progetto del parco, con la variazione alla possibilità di interpretare la strada sterrata ad ovest del cimitero, che ricalca il margine antico delle mura della città romana, come un altro percorso di arrivo che mette in gioco il tempo della percezione e della conoscenza del paesaggio archeologico, aprendo un nuovo accesso al foro e all’area archeologica delle mura bizantine che attualmente è ignorata nel percorso di visita. I visitatori vengono fatti accedere al parco archeologico, tramite un meccanismo di iniziazione: attraverso l’ambito agricolo, la campagna coltivata, che impone un avvicinamento a piedi, una scoperta, quindi, più lenta e scenografica al luogo. Le nuove aree di sosta sono distanziate dal cuore del parco, sebbene i parcheggi attuali sono mantenuti nella loro posizione e capienza attuale.


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