Tesi di Laurea

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Università degli studi di Ferrara Anno accademico 2012/2013

OBIETTIVO 2020 DALLA VALUTAZIONE TECNICA E AMBIENTALE ALLA RIGENERAZIONE URBANA DEL COMPARTO ERP DI VIA DI ROCCA TEDALDA A FIRENZE

Laureandi

Nicola Bufo Caterina Manfredi

Relatori

Roberto Di Giulio Silvia Brunoro

Correlatore

Vincenzo Mallardo



INDICE

Abstract

Introduzione

Gli obiettivi energetici europei Il problema delle periferie urbane Il Patto dei Sindaci del Comune di Firenze

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1. Firenze Rovezzano

1.1 La perdita della forma urbana 9 1.2 Analisi urbana: infrastrutture, aree verdi, funzioni 12 1.3 Strategia per il quartiere 23

2. Il comparto ERP di via di Rocca Tedalda

2.1 Dalle case minime anni ‘50 al progetto di Gianfranco Di Pietro 27 2.2 Stato di fatto 29

3. Cove intervenire?

3.1 I metodi di valutazione della sostenibilitĂ del costruito 39 3.2 Il protocollo Itaca 42

4. Lo sviluppo del metodo di valutazione

4.1 Gli ambiti 44 4.2 I parametri ambientali 46 4.3 I parametri tecnologici 47

5. Valutazione dello stato di fatto del comparto ERP

5.1 Gli edifici in linea ad Ovest 49 5.2 Gli edifici in linea ad Est 150 5.3 Gli edifici a ballatoio 154 5.4 Motivazione delle scelte di intervento 158


6. Intervento

6.1 Rigenerazione del livello 0 160 6.2 Una nuova biblioteca di quartiere 165 6.3 Ricostruire a volume 0 166

7. Progetto architettonico

7.1 Composizione del livello 0 168 7.2 Strategie progettuali 171 7.3 Esigenze abitative odierne 180 7.4 Stanze condivise 182 7.5 Studio degli alloggi 184 7.6 Materiali a km 0 187

8. Progetto strutturale

8.1 Dal predimensionamento al modello strutturale 193 8.2 Verifica del modello strutturale 201

9. Consumi energetici 9.1 Fonti rinnovabili e soluzioni tecnologiche

10. Conclusioni

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10.1 Valutazione del progetto 218 10.2 Obiettivi raggiunti 222

Bibliografia e sitografia

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Ringraziamenti 229 Allegati




Abstract

Partendo da un’attenta analisi dello stato di fatto, coadiuvata da dettami tecnici e ambientali, il nostro lavoro si pone come obiettivo la realizzazione di nuovi alloggi ERP per la città di Firenze e il comparto di via di Rocca Tedalda. Viene sviluppato un metodo di analisi, che permette la valutazione dello stato di fatto e può essere applicato anche in contesti differenti da quello fiorentino. Questo metodo accompagnerà lo sviluppo del progetto individuandone le criticità e le potenzialità. L’intervento si inserisce all’interno della pianificazione comunale di Firenze, che prevede il raggiungimento degli obiettivi energetici europei entro il 2020, con particolare attenzione alla riduzione delle emissioni di CO2. La scelta di un tipo di progettazione più attenta alla componente ambientale parte dalla mancanza di qualità dell’abitare ancor prima del rispetto degli standard tecnologici. Lavorando alle diverse scale l’intento è quello di elaborare una strategia urbana per il quartiere in cui si inserisca il progetto dello spazio pubblico del comparto. A scala architettonica, le scelte tipologiche e compositive saranno studiate in base alle moderne esigenze abitative e strettamente legate alle necessità intrinseche in un progetto di edilizia popolare pubblica. L’attenzione verso l’uso di fonti energetiche rinnovabili e l’impiego di materiali a km 0 legano fortemente il processo produttivo e dell’intero ciclo di vita dell’edificio al contesto territoriale di Rovezzano. La verifica energetica e sismica sarà accompagnata dall’uso di software per il controllo energetico degli edifici e per il dimensionamento strutturale e la verifica degli stati limite.

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INTRODUZIONE Gli obiettivi energetici europei ‘‘Il territorio è un bene limitato, la pressione antropica ha innescato un processo che porterà il sistema verso l’entropia.’’ Nel progetto urbano è fondamentale avere capacità previsionale nel porsi degli obiettivi insieme ad una grande sensibilità nella valutazione del contesto territoriale e sociale, al fine di prevedere un macrosistema sostenibile tra cinquant’anni. L’Unione Europea si è fissata cinque obiettivi per il 2020 all’interno della strategia decennale per la sviluppo economico e sociale. Quello che riguarda più strettamente la progettazione architettonica è il tema della sostenibilità e dei cambiamenti climatici. In questo ambito l’Unione Europea si pone l’obiettivo entro il 2020 di ridurre le emissioni di CO2 del 20%, ridurre i consumi energetici del 20% e di aumentare l’uso di energie rinnovabili del 20%. Seguendo questo andamento, ci si prefigge di ridurre le emissioni di CO2 del 90% entro il 2050. La normativa europea dovrà poi essere recepita a livello nazionale da ogni stato, il quale dovrà effettuare le dovute scelte amministrative sul proprio territorio atte al conseguimento di questi obiettivi. All’interno dell’argomento sostenibilità rientrano tantissimi ambiti, quali la produzione di energia rinnovabile, i trasporti, il risparmio energetico, la produzione di rifiuti, il consumo di suolo,.. Partendo dagli attuali consumi energetici, notiamo che quelli legati alle abitazioni sono particolarmente elevati. Il patrimonio edilizio europeo oggi oggi è causa del 40% del consumo totale di energia primaria e del 36% delle emissioni di CO2. Tale consumo è legato principalmente a due fattori: l’uso di energia non rinnovabile per il riscaldamento/raffrescamento e gli usi domestici e la bassa qualità tecnologica degli edifici. Per il primo fattore si prevede di poter incrementare

Il patrimonio edilizio europeo oggi è causa del 40% del consumo totale di energia primaria e del 36% delle emissioni di CO2.

40% EPI 36% CO2

Previsioni delle fonti di energia rinnovabili nel 2020 250000

200000

150000

Pompe di calore Biomasse

100000

Eolico Solare Geotermico

50000

Idroelettrico

0

2010 2020

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notevolmente l’uso di energia prodotta da fonti rinnovabili quali il geotermico, il solare, l’eolico, le biomasse e le pompe di calore, sfruttando tecnologie con rendimenti più elevati e valutando il bilancio di emissioni di CO2 nell’ambiente. Per il secondo invece, la Direttiva 2010/31/EU ha definito nuovi standard per gli edifici, coniando il termine ‘‘Edificio a energia quasi zero’’. Articolo 2, Direttiva 2010/31/EU EDIFICIO A ENERGIA QUASI ZERO “Edificio ad altissima presta­zione energetica, determinata conformemente all’allegato I. Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo do­vrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinno­vabili prodotta in loco o nelle vicinanze.” A livello concettuale ha generato svariate interpretazioni, come per esempio il considerare ‘‘energia 0’’ tutta l’energia proveniente da fonti rinnovabili, o il lasciare spazio ad una progettazione più attenta agli aspetti ambientali piuttosto che puramente impiantistici e di efficienza tecnologica. Le strade per costruire un edificio a energia quasi zero sono quindi tante, cambiano in base al contesto territoriale in cui ci si inserisce, ma soprattutto in base alle esigenze socio culturali dei suoi abitanti. Parte fondamentale del sistema edificio sono infatti le persone che lo abitano e non si può progettare senza tenere conto delle loro esigenze e del loro stile di vita. Resta il fatto che gli obiettivi sono chiari: - Entro il 31 dicembre 2018 tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere a energia quasi zero.

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EDIFICIO A ENERGIA QUASI ZERO

1° principio Riduzione del fabbisogno energetico riscaldamento/raffrescamento elettricità acqua calda sanitaria

2° principio Energia rinnovabile in rete fabbisogno energetico perdite del sistema

3° principio Consumo di energia primaria ed emissioni di CO2 energia complessiva richiesta dal sistema

- Entro il 31 Dicembre 2020 tutti i nuovi edifici dovranno essere a energia quasi zero. Per riuscire a mantenerli, l’Unione Europea ha specificato alcuni punti in una seconda direttiva, la 2012/27/EU, in cui vengono date alcune linee guida sul come intervenire a livello nazionale dei singoli stati. Prima di tutto si incentiva l’acquisto di prodotti, servizi e costruzioni con elevati standard di efficienza energetica. In secondo luogo si impone alla pubbliche amministrazioni l’obiettivo di ristrutturare almeno il 3% degli edifici pubblici superiori ai 250 mq. Si stabilisce, infine, l’introduzione di piani di efficienza energetica locale e di sistemi di gestione dell’energia, insieme ad un uso più sistematico dei contratti di rendimento energetico.


Il problema delle periferie urbane Il patrimonio edilizio residenziale a livello europeo presenta una serie di problematiche comuni a tutte le periferie, dalle metropoli come Parigi, alle città ancora più legate al territorio rurale come Firenze. Nei vari stati membri sono in atto diverse iniziative di riqualificazione che vanno dalle Zone d’aménagement concerté che riprendono interi quartieri con forti problematiche sociali, agli interventi più puntuali di riqualificazione di un isolato urbano che devono però essere sempre inseriti in una visione d’insieme. Una delle principali cause di degrado è lo sviluppo monocentrico dei quartieri dormitorio, carenti di funzioni pubbliche che li riconnettano alla città. Questo comporta di conseguenza una bassa qualità degli spazi esterni, che diventano puramente di accesso agli edifici e di parcheggio, incapaci di favorire l’aggregazione sociale. L’appropriarsi degli spazi collettivi è fondamentale per far nascere l’identità di un luogo, latente nella maggior parte delle periferie, che si presentano tutte uguali sia per la mancanza di spazi pubblici, sia per la ripetitività e la standardizzazione degli edifici. Oltre a ritrovare gli stessi edifici uguali in città differenti (esempio lampante sono gli edifici in linea del quartiere ERP di Rovezzano a Firenze confrontati con quelli del quartiere dell’Ater a L’Aquila), si ripetono gli stessi problemi tecnologici, dovuti a una bassa qualità dei materiali e alla rapidità delle tecniche costruttive utilizzate durante l’emergenza della ricostruzione. Non mancano infine i problemi di ordine sociale, causati dalla ‘‘ghettizzazione’’ di queste aree e dall’inadeguatezza delle politiche sociali che porta all’occupazione degli alloggi popolari e alla privatizzazione di spazi collettivi. Quando è necessario intervenire? ‘‘..quando non risponde alle esigenze e contrasta con i vincoli in vigore.’’ Il punto fondamentale per Vittorio Gregotti è la rifunzionalizzazione: occorre promuovere delle centralità per attirare persone dall’esterno.

Quartiere ATER, l’Aquila

Quartiere Fabio Filzi, Milano

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Il Patto dei Sindaci del Comune di Firenze

Quartiere ERP, Rovezzano, Firenze

Quartiere ERP, Rovezzano, Firenze

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Aderendo al Patto dei Sindaci, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 2010/C/0008, approvata all’unanimità, il Comune di Firenze si unisce nella lotta ed agisce per il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato di diminuzione di emissione di CO2 di almeno il 20% entro il 2020 sul proprio territorio. L’inventario delle Emissioni è lo strumento che quantifica la quantità di CO2 emesse a causa del consumo di energia nel territorio di competenza entro un determinato periodo (per Firenze la rilevazione è stata fissata al 2005). Questo permette di identificare le principali fonti di emissioni di CO2 e le loro rispettive potenzialità di riduzione e presentare, entro un anno dalla loro firma, un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES). Il Piano individua fattori di debolezza, rischi, punti di forza ed opportunità del territorio in relazione alla promozione delle Fonti Rinnovabili di Energia e dell’Efficienza Energetica, e quindi consente di poter definire i successivi interventi atti a ridurre le emissioni di CO2. I due punti chiave del piano sono l’urbanizzazione e la mobilità. Per quanto riguarda quest’ultima, l’obiettivo di estendere la rete delle piste ciclabili esistente, consiste essenzialmente nell’incentivare ulteriormente l’utilizzo della bici negli spostamenti urbani, rendere più sicuri tali spostamenti e diminuire l’impatto ambientale del traffico urbano, favorendo anche una rete di bikesharing. Il parcheggio scambiatore prevede che, allo scopo di decongestionare i centri delle città dai mezzi privati, gli automobilisti in arrivo dalle periferie o dai centri limitrofi possano parcheggiare in opportuni parcheggi di interscambio custoditi e serviti da trasporto pubblico che li portano direttamente al centro città. A livello di tessuto urbano, in collaborazione con Casa S.P.A., si intende procedere con un programma di


riqualificazione degli alloggi ERP che, in coerenza con il piano strutturale, adotti sia in fase di progetto che realizzazione metodologie e tecniche in grado di assicurare una rapida esecuzione dei lavori ed alta efficienza secondo i principi dell’edilizia sostenibile. Secondo fattore determinante, molto dibattuto in questo periodo sulla scena amministrativa fiorentina, è il consumo di suolo. Dalla scelta di ridurre il consumo di suolo destinato all’urbanizzazione, deriva il concetto di “volumi zero” L’obiettivo sostanziale dell’azione è il contenimento dell’utilizzo di suolo e dell’aumento dei volumi delle costruzioni sul territorio comunale. È opportuno sottolineare che più che limitare, a valle del processo di valutazione effettuato durante il percorso di formazione del piano strutturale, è stata assunta una decisione radicale eliminando ogni forma di sfruttamento di nuovo suolo. Il Piano Strutturale non riconferma infatti i residui del PRG, ovvero le previsioni di aree di nuova edificazione a destinazione residenziale, produttiva e per servizi non ancora attuate che sommano circa 140.000 mq. Le uniche previsioni mantenute sono quelle derivate da lunghi contenziosi giudiziari che hanno visto l’Amministrazione comunale soccombente. Il vincolo posto si tradurrà in un riutilizzo dei volumi disponibili con conseguente riqualificazione anche sotto il profilo energeticoambientale. Il Piano strutturale nei riguardi dell’urbanistica introduce il concetto innovativo dei “volumi zero” bloccando di fatto l’aumento delle costruzioni ed individuando metodi perequativi di riqualificazione e spostamento rispettivamente degli immobili storici ed incongrui non utilizzati. La pressione demografica del territorio comunale è elevata: con i suoi 3.571 residenti per kmq (contro una media provinciale di 280) Firenze è il Comune del centro Italia con la più alta densità di popolazione. Il mercato immobiliare, dell’edilizia residenziale e conseguentemente dei servizi terziari connessi, tende quindi a

richiedere un continuo aumento dei volumi che modificano la morfologia del territorio. Nel piano strutturale sono state declinate le seguenti 4 invarianti dove viene applicato il concetto di “volume zero”: - i fiumi e le valli; - il paesaggio collinare; - il nucleo storico; - i tessuti storici e di relazione con il paesaggio collinare. Nelle quattro invarianti enunciate è sempre ammessa la sostituzione edilizia/ristrutturazione urbanistica per quegli edifici o complessi di edifici che il Regolamento Urbanistico riterrà incongrui rispetto al contesto di riferimento e ne costituiscano di fatto elementi di degrado. La qualità urbana sarà migliorata grazie al ricorso alla perequazione secondo il principio per il quale i proprietari, indipendentemente dalle specifiche destinazioni che il Regolamento Urbanistico attribuirà, partecipano, in misura proporzionale alle proprietà possedute, agli oneri derivanti dalla realizzazione delle dotazioni territoriali finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di qualità urbana.

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1. FIRENZE ROVEZZANO 1.1 La perdita della forma urbana

Con il trasferimento della capitale si prevede un forte aumento della popolazione e si vuole dare un volto moderno alla città. Il Piano Poggi del 1865 prevede la realizzazione di nuovi alloggi, infrastrutture e servizi, unita alla demolizione della cinta muraria e la conseguente creazione dei viali, di nuove stazioni e del Campo di Marte dando inizio alla prima vera espansione di Firenze. Nel primo decennio del secolo si assiste a diverse iniziative nel campo dell’edilizia popolare. Si costituisce l’ente autonomo per la case popolari, si incoraggia con incentivi l’azione delle cooperative e del Comitato degli Indigenti, fondato nel 1885 su proposta di Giulio Piccini. Fra il 1900 e il 1916 il Comitato realizza altri blocchi residenziali e il consiglio comunale delibera la fondazione dell’Iacp nel 1909. Diretto dall’ingegnere G. Bellincioni, il PRG del 1915-24 entra in vigore nel 1924 e vi resterà fino al 1958. E’ chiara l’intenzione di di utilizzare le aree ai margini della città murata, infatti gli interventi sono concentrati in tre zone: fuori la porta San Frediano, fuori la porta San Niccolò e intorno a San Jacopino. Dal 1890 al 1915 la popolazione cresce di cinquantamila unità e per far fronte all’emergenza abitativa, il PRG determina i due settori più consistenti di espansione residenziale, a nord nella zone di Romito e a sud-est a Ricorboli e riconferma il settore delle Cure, adottanto largamente la tipologia del villino. Il piano prevede anche il risanamento di alcuni settori residenziali centrali come Santa Croce con la costruzione della Biblioteca Nazionale, dello stadio di Nervi a della stazione ferroviaria del Michelucci. Nel 1927 viene fondato l’Encep, Ente Nazionale Case Economiche Popolari e nel periodo del fascismo, lo Iacp costruisce 1556 alloggi per 6010 vani in casamenti isolati e a blocco chiuso in posizione periferica.

Piano Poggi 1865

PRG 1915 - 24

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A partire dalla metà del XIX secolo la crescita e le trasformazioni, secondo una dinamica nuova e sempre più accelerata, portano alla perdita dell’equilibrio strutturale e funzionale della città antica e all’invasione urbana del territorio senza che si sia capaci di trovare la strada per nuove forme di coerenza. La dimensione negativamente provinciale di Firenze nel Novecento è misurabile in pieno nel cuore della città o nella dimensione chiusa dei quartieri. Negli anni dell’ultimo dopoguerra la storia urbana di Firenze non è la storia di una costruzione di valori, ma piuttosto la storia dell’imporsi, da una parte, della dinamica spontanea della città, somma degli interessi dei singoli, dall’altra è un faticoso continuo inseguimento di nuovi equilibri urbanistici sempre più difficili e problematici.

Piano Detti 1962

Con il Piano Detti del 1962 per la prima volta Firenze ha un programma urbanistico dettagliato e moderno per le aree extra-urbane. Vengono cancellate le più pericolose espansioni marginali del piano precendente, riducendo drasticamente le densità eccessive, introducendo in modo capillare e massiccio dei servizi nei tessuti presistenti e nei quartieri di futuro impianto, trasformando analiticamente le destinazioni d’uso in modo da proporre un generale riequilibrio della struttura urbana. Dagli anni ‘70 inizia quel processo di deindustrializzazione che insieme alla mancata crescita di popolazione, porta alla terziarizzazione e al degrado delle aree periferiche. Lungo gli assi di sviluppo urbano, come la via di Novoli, via Baccio da Montelupo, via Aretina, la necessità di una riqualificazione urbana è ancora più forte e sarà stimolata in primo luogo dalla decongestione del traffico radiale, da ottenersi grazie alle nuove infrastrutture per la viabilità e i trasporti.

Zona di espansione residenziale e isolati da ristrutturare

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Per i tessuti extra urbani la pianificazione tiene conto, non solo delle componenti funzionali agricole e naturalistiche, ma anche delle componenti morfologiche. Gli spazi prevalentemente inedificati che fanno corona alla città, sono stati come è noto largamente antropizzati nel corso dei secoli: dando luogo ad una architettura del paesaggio fortemente caratterizzata nel disegno e di indiscutibile importanza nel panorama fiorentino. Quanto alla pianura agricola delle zone di Mantignano-Ugnano e della Nave a Rovezzano, questa è ancora caratterizzata dalla presenza di aziende piccole e medie la cui produzione è direttamente influenzata dalla domanda di mercato. L’obiettivo esplicito è quello di conservare liberi quanto più è possibile i margini attuali della città edificata, di consentire che penetrazioni di verde agricolo o ambientale impediscano la saldatura a macchia d’olio dei tessuti cresciuti sulle vie di comunicazione, di permettere insomma che Firenze continui a respirare attraverso le sue colline alberate e le sue campagne coltivate.

PSC 2010

Il PSC del 2010 identifica quest’area di trasformazione come LA NAVE (UTOE 23 – Bellariva – Gavinana / UTOE 27 – Collina Nord). E’ un’area posta sulla riva destra del fiume Arno e composta dall’ex complesso produttivo Fratelli Franchi e dalle aree rivierasche ancora agricole o incolte fra il ponte di Varlungo e la caserma di Rovezzano. Tale area riveste una importanza strategica nell’ambito della riqualificazione del rapporto fra Arno e città. Essa sarà utilizzata per funzioni di parco urbano, per il tempo libero, per la realizzazione di collegamenti per la mobilità elementare e attrezzature per il turismo, comprese eventuali attrezzature extralberghiere. In tale contesto saranno ammesse anche destinazioni commerciali collegate alle funzioni di progetto. Le parti di città - PSC 2010

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1.2 Analisi urbana

La trattazione dell’argomento infrastrutture è un punto fondamentale per il quartiere sia per la presenza di alcune importanti snodi molto vicini all’area di intervento, sia per il limiti di legge che la loro presenza comporta. L’asse storico di via Aretina segna lo sviluppo est-ovest parallelo all’Arno del quartiere e il nucleo storico di Sant’Andrea a Rovezzano ne segnò il centro. La costruzione della linea ferroviaria Firenze-Roma a metà del secolo scorso ha segnato una netta divisione tra la zona pedecollinare e la sponda dell’Arno. Questa ha portato all’espansione della zona residenziale e produttiva verso il fiume sulle direttrici per Arezzo, mentre la zona collinare ha mantenuto un carattere prevalentemente agricolo. Il viadotto Marco Polo a Sud del comparto segna fortemente il paesaggio fluviale: è lo sbocco dell’uscita autostradale di Firenze Sud, che registra un abbondante flusso giornaliero di autovetture. Queste defluiscono su Via Generale Carlo Alberto dalla Chiesa verso il centro, creando non pochi problemi di traffico nelle ore di punta. Quest’ultima è una strada a 3 corsie per senso di marcia e rappresenta una vera e propria barriera tra l’area sportiva sull’Arno e l’area più strettaemnte residenziale. L’attraversamento è di tipo puntuale e regolato solo da luci semaforiche, e la carreggiata non presenta le corsie necessarie per la viabilità lenta. Avvicinandosi al comparto si incontrano altre due vie parallele al Via Generale Carlo Alberto dalla Chiesa che per essendo molto più strette segnano interrompono nettamente il percorso che collega il comparto al fiume Arno a Sud, che resta senza dubbio la zona più vissuta dai cittadini della zona per rilassarsi o passeggiare o fare attività fisica godendo sullo sfondo della vista della cupola del Brunelleschi.

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Via Aretina


Stazione di Firenze Rovezzano

La via più vicina al comparto, via di Rocca Tedalda, è una strada a doppio senso di marcia con quattro corsie, due per senso di marcia. Essa chiude a Sud l’intera area che presenta comunque strade di accesso all’interno del comparto con sensi di marcia alternati in sequenza. Essa presenta parcheggi su entrambi i lati e spazio destinato alla circolazione superiore di molto ai 3 metri minimi per senso di marcia. La velocità elevata delle autovetture e le macchine parcheggiate spesso in seconda fila lungo questa strada rendono pericolosi gli attraversamenti pedonali e ciclabili per chi ad esempio volesse arrivare dal Parco del Mensola a Nord al Parco dell’Arno a Sud. La rete delle infrastrutture non può non tener conto del trasporto pubblico su gomma urbano che collega la zona di Rovezzano al centro città con autobus che fermano in due punti sempre su Via di Rocca Tedalda (nei pressi dell’estremità Est e Ovest vicino al Parco del mensola), e che con una cadenza di 30 minuti partono in direzione centro, impiegando circa 20 minuti per giungere in stazione a S.M. Novella. Ma allo stato attuale regna una gran confusione appena scesi dal marciapiede all’interno del comparto: la sede stradale si allarga a macchia d’olio e avvolge tutti gli edifici rendendo lo spazio circostante un grande parcheggio fin sotto la stazione che attualmente non dispone nemmeno di una biglietteria automatica. Il tutto è anche accentuato dalla assenza di segnaletica orizzontale per la delimitazione dei posti di parcheggio per esempio che attualmente risultano essere mal disposti con uno spreco di superficie troppo elevato.

Via Generale Dalla Chiesa

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Questa pratica potrebbe però essere senza dubbio modificata se si pensa che la macchina può lavorare in sinergia con la seconda importante infrastruttura della nostra area, molto più centrale per il nostro progetto, che è la fermata ferroviaria di Rovezzano. E’ ben collegata al centro città con treni regionali che ogni ora viaggiano sia verso Firenze , da cui dista meno di 10 minuti, che verso Arezzo, altra meta toscana di indubbio interesse storico e culturale. Proprio sull’area di pertinenza della ferrovia, ma a Nord dei binari, c’è un area di sosta che nei documenti programmatici a cadenza triennale risulta essere destinata a parcheggio scambiatore nell’ottica di una espansione comunale proprio in questa direzione comunque legato al potenziamento della infrastruttura rappresentata dal trasporto su rotaia. Non di poco conto è poi la possibilità di attraversamento della ferrovia: attualmente impossibile nel breve tempo per le macchine, costrette infatti a spostarsi di almeno 500 metri verso Est per trovare il primo sottopasso, risulta difficile anche per i ciclomotori e per le biciclette che sfruttano uno spazio angusto all’estremità Est del comparto al cui ingresso sono presenti barriere in ferro per non renderlo carrabile.

Via di Rocca Tedalda

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La trattazione del verde è uno degli argomenti più particolari, e forse che meglio rappresentano il luogo. Lo spazio verde a disposizione del quartiere è smisurato ma sicuramente poco vissuto per difficoltà di collegamento e mancanza di servizi. Si va dal Parco del Mensola a Nord della linea ferroviaria fino al Parco del Lungarno a Sud passando per il Parco di Villa Favard appena più a Est del comparto. Il Parco del Mensola, il più vasto dei tre, confina a Sud con la linea ferroviaria Firenze-Roma e si estende verso Nord. All’interno di esso si snodano alcuni importanti sentieri ciclopedonali riportati anche nelle guide locali per la loro bellezza naturalistica e la possibilità che offrono di poter unire anche l’aspetto enogastronomico dei preappennini dai quali si riesce a godere di una splendida vista sulla città di Firenze. Questa macroarea ha al suo interno diversi tipi di verde che vanno dal bosco fitto al verde generico lasciato alla vegetazione spontanea. Il carattere principale rimane quello agricolo, come per la maggior parte dei colli fiorentini, a al suo interno si trovano realtà come quella di Villa Bracci collegate al centro urbano. Oltre al centro ricreativo e culturale per gli anziani, vengono infatti messi a disposizione dei cittadini circa 150 orti sociali. Difficile rimane il collegamento col centro urbano per la mancanza di linee di trasporto pubblico e piste ciclabili, l’unica parte attrezzata e illuminata è infatti quella più a sud. L’area verde di Villa Favard è un parco attrezzato per la sosta con diverse aree gioco per tutte le età. È un parco curato quotidianamente da addetti che ne assicurano la pulizia e la sorveglianza ma soprattutto l’apertura e chiusura dei cancelli che rappresenta la fondamentale differenza dagli altri due parchi. Il parco del Lungarno. È il parco più sfruttato dai residenti tra quelli menzionati al cui interno sono ospitate varie attività: nella zona della Nave di Rovezzano c’è un brano di parco tematico, ricco di attività sportive, e se ci si spinge verso Firenze si

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IL parco diel Mensola: percorso ciclabile e orti sociali


Parco di Villa Favard

incontrano svariate associazioni sportive prevalentemente canoistiche. La sicurezza percepita grazie alle attività sportive aperte per la maggior parte dell’anno solare e alla presenza di percorsi illuminati fa si quindi che questo sia il parco più vissuto da parte degli abitanti del quartiere di Rovezzano. Altro punto che caratterizza fortemente in positivo il Parco del Lungarno è la presenza di una pista ciclabile praticamente continua da Firenze centro fino alla località di Compiobbi, verso Arezzo. Da un lato la presenza di ex vivai abbandonati e delle fabbriche superstiti rendono l’accesso al parco fluviale difficoltoso, attraverso stretti passaggi poco curati; dall’altro elementi storici come le pescaie e i mulini caratterizzano fortemente il lungarno, che diventa collegamento tra il centro storico e la campagna. Fatta eccezione per i grandi parchi, il quartiere è caratterizzato da aree verde private: si notano i giardini annessi alle varie scuole presenti nell’area e il verde privato dei singoli complessi residenziali.

Parco dell’Arno

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Area sportiva che costeggia l’Arno

Scuola media Don Milani

La zona di Rovezzano, oggetto di analisi, risulta essere nel complesso una area di buone potenzialità a livello attrattivo di masse: colpisce subito infatti per la dotazione di scuole, nell’area immediatamente a Sud del comparto se ne contano cinque (quattro scuole elementari e una scuola media); ma anche per la sua vicinanza all’Arno, che con le sue sponde richiama cittadini intenti a fare attività fisica, nonchè fruitori della palestra tra il fiume e la strada a scorrimento veloce immediatamente dopo (Via Generale Carlo Alberto dalla Chiesa). Tuttavia questa parte di città resta ancora poco densa dal punto di vista delle attività presenti sul territori, e ciò anche perchè è la più vicina al fiume che è molto tutelato dai vari enti provinciali e regionali. man mano che ci si sposta verso Nord e verso il nostro comparto ERP si incontra una fascia quasi esclusivamente residenziale con un parco pubblico a Est e un parco pubblico a Ovest (Villa Favard). Si iniziano a trovare però i primi esercizi commerciali proprio di un’area abitata spesso ai piani terra degli edifici posti sui fronti stradali. E’ raro trovare nell’area edifici bassi monofunzionali; accade solo per il supermercato posto su via Aretina che posto ad angolo cattura meglio lattenzione godendo di una maggior visibilità. Sia via Aretina che via di Rocca Tedalda sono fortemente caratterizzate da un tipo di funzione a carattere commerciale che è quella delle concessionarie; sono infatti otto le diverse concessionarie che si possono contare camminando per queste due strade con una serie di altre funzioni, in stretta relazione con le auto; basti pensare ai moltissimi benzinai sia funzionanti che dismessi, il cui suolo è diventato un posteggio auto alle volte privato e alle volte pubblico. Anche nella nostra area di progetto insistono attività commerciali: un bar, nella parte degli edifici in linea a Ovest del comparto, e una industria di vernici nello spazio e Est tra la linea ferroviaria e gli altri edifici in linea del comparto.

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Questa scarsità di attivita commerciali, ironicamente accentuata in precedenza, è sicuramente sintomo che nell’area non c’è mercato per le piccole attività; basti infatti vedere i piani terra degli edifici in linea in cui si possono scorgere cartelli vecchi di più di vent’anni recanti la chiusura della attività! Sintomo senza dubbio della difficoltà economica del momento, si nota come l’area in esame abbia una “vocazione” esclusivamente monofunzionale individuata nella funzione residenziale e risulterebbe del tutto inappropriato proporre ulteriori spazi commerciali oltre quelli già predisposti a tale scopo ma non utilizzati da anni. Le attività calde (ovvero in grado di generare reddito) inserite nel comparto sono le stesse da anni ormai e a mantenere inalterata questa situazione di stallo contribuiscono anche le pessime condizioni in cui si trova il patrimonio edificato del comparto, dove al piano terra è facile individuare problemi di umidità o di un cattivo stato di manutenzione anche strutturale che renderebbero di certo maggiori del normale le spese per l’apertura di una attività commerciale nuova come mostarto nell’immagine di un locale al piano terra devastato da un incendio.

Industria toscana vernici

Attività commerciali danneggiate da un recente incendio

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1.3 Strategia per il quartiere

La parola chiave del progetto a scala di quartiere è connessione: individuare le polarità, facilitarne l’accesso e ricollegarle ai percorsi principali. Prima di tutto vengono individuate le “nodalità” dell’area, ovvero le funzioni che caratterizzano e permettono la vita del quaiere di Firenze Rovezzano, tra Via di Rocca Tedalda e il fiume Arno. Localizzate le “nodalità” si è prevista la loro connessione in direzione trasversale, permettendo una maggior permeabilità e percorribilità del quartiere, individuando dunque su quali percorsi intervenire per migliorarne la fruizione. In secondo luogo vengono individuate le aree verdi presenti nelle vicinanze, ovvero i luoghi per il tempo libero e lo svago, importanti sia per gli abitanti della zona, sia per tutta la città. Il quartiere è direttamente collegato al Parco del Mensola, importante polmone verde cittadino al di là della ferrovia, e al sistema verde ciclo-pedonale del lungarno a Sud. Anche in questo caso si è provveduto a connettere il sistema del verde dal Parco del Mensola al lungarno tramite percorsi ciclo-pedonali Nord-Sud passanti per le numerose aree verdi di quatriere quali il Parco di Villa Favard, il percorso del Fiume Mensola, il Parco della Musica e la zona del campeggio prevista dall’amministrazione al posto degli ex vivai. L’analisi svolta ha permesso di individuare, quale strategia per la riqualificazione urbana del quartiere, un sistema di percorsi trasversali capaci di connettere la varie “nodalità” e gli spazi verdi, per una migliore fruizione del quartiere da parte degli abitanti della zona e di coloro che desiderino passarvi il tempo libero nel weekend.

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Percorso di accesso al Parco dell’Arno

Percorso verde di collegamento tra il parco del Mensola e quello dell’Arno

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La presenza della stazione di Rovezzano diventa fondamentale per il flusso di persone dalla periferia al centro durante la settimana e viceversa nel tempo libero. Si prevede il rafforzamento del collegamento ferroviario da Rovezzano verso il centro di Firenze ed il miglioramento del loro attraversamento con un nuovo sottopassaggio che porta al parcheggio scambiatore. Vista l’elevata affluenza anche di automobili dal’uscita autostradale, si prevede la costruzione di un parcheggio di interscambio che servirà anche la stazione ferroviaria. In questo modo Rovezzano diventa una porta d’ingresso al centro cittadino, che può essere raggiungo coi mezzi pubblici (tram, treno, autobus) o in bicicletta. Caratterizzante sarà la nuova conformazione di Via di Rocca Tedalda, esclusa dalla viabilità pesante, che sarà mantenuta su Via Generale Dalla Chiesa. Si è deciso di mantenere la carrabiltità della via, optando per una percorribilità “ibrida” ciclopedo-carrabile, con una nuova pavimentazione e conformazione dei percorsi. Particolarmente curate e caratterizzanti saranno le intersezioni con i percorsi trasversali, con le relative gerarchie.


Per il progetto della fascia ciclo-pedonale si è ripreso il sistema di sedute, alberature e fasce funzionali adottato per la ‘’piazza’’ di Varlungo dallo studio Mimesi 62. Il percorso però si articola in spazi pubblici, che ne diventano l’espansione nei punti nodali su via di Rocca Tedalda. Queste espansioni possono essere piazze per il mercato, gallerie commerciali, parcheggi, aree di sosta o aree gioco per bambini. Si va a creare quindi un gioco di spazi pubblici che si innestano sul percorso principale movimentandolo e arricchendolo di quelle funzioni in parte già presenti nel quartiere ma poco visibili. Fondamentale in questo approccio è l’appropriarsi di spazi dismessi, come quello di un ex distributore di benzina che diventa un parcheggio funzionale alle nuove attività che si insedieranno in questa rete di spazi pubblici, adottando la strategia comunale dei volumi 0 e della riqualificazione delle aree in disuso. La riorganizzazione dei parcheggi e delle aree dismesse dà respiro anche alla storica via Aretina, unico tratto di tessuto urbano nella periferia.

Riqualificazione del fornte strada a Varlungo

Vista della cupola del Brunelleschi dal viadotto Marco Polo

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2. IL COMPARTO ERP DI VIA DI ROCCA TEDALDA 1.1 Dalle case minime degli anni ‘50 al progetto di Gianfranco Di Pietro A metà del secolo scorso la costruzione della linea ferroviaria Firenze Roma ha separato il territorio collinare dalla riva di Rovezzano. La piana si é sviluppata in adiacenza ai sobborghi di Sant’Andrea e San Michele sul nuovo asse stradale di Rocca Tedalda, parallelo alla storica via Aretina. Nel 1954 il Comune costruì case popolari nel lotto compreso tra il nuovo asse stradale, la ferrovia, il Mensola e lo stradone di Rovezzano. Il progetto neorealista di Cardini, Isotta e Bartolini prevedeva nove linee di case a schiera, dette ‘‘le minime di Rovezzano’’, disposte a pettine su Rocca Tedalda. Queste saranno affiancate tre anni dopo dal progetto di Cardini, Cetica e Raspollini di sei edifici a torre presenti ancor oggi. Un’ulteriore fascia di edifici a torre sarebbe dovuta essere costruita seguendo il terrapieno della ferrovia, fino a saturare l’intero comparto. Nel 1968 l’Ente costruì altre quattro torri ad ovest del Mensola con standard più elevati, su disegno di Di Pietro e della Lega Studenti Architetti. Nel 1984 fu chiesto a Gianfranco Di Pietro di sviluppare un progetto urbano per il comparto che includesse la sostituzione delle case minime. Il quartiere concepito come una porzione di tessuto urbano è dotato di spazi comuni, attività commerciali e aree verdi, atti a favorire la socialità tra gli abitanti. I cinque isolati disposti secondo una direttrice ortogonale alla viabilità, ciascuno composto dall’aggregazione di due edifici paralleli a gradoni, risultano collegati tra loro da corti interne, ballatoi e percorsi pedonali sopraelevati. Dal punto di vista urbanistico purtroppo il sistema di passaggi non fu mai realizzato come previsto dal progetto di Di Pietro, lasciando un sistema di edifici introversi, totalmente carente di collegamenti pedonali e spazi collettivi su cui possano affacciarsi attività commerciali e servizi.

Vista aerea del comparto ERP tra il 1954 e il 1968

Progetto delle case minime di Rovezzano

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Progetto dell’ architetto Di Pietro del 1984

Si ĂŠ quindi passati dalla necessitĂ di un progetto unitario che potesse rappresentare la collettivitĂ del quartiere degli anni 50 a un sempre piĂš spiccato individualismo che ha portato gli abitanti a privatizzare gli spazi collettivi. Il degrado attuale è conseguenza di questi spazi collettivi mancati, che avrebbero bisogno di essere rivisti sia inserendo nuove attivitĂ , sia semplificando una logica di percorsi a diverse quote, di spazi ibridi che fa sentire il residente autorizzato a privatizzarli o al contrario a disinteressarsene totalmente. L’unico intervento migliorativo fatto dal Comune una decina di anni fa è stato migliorare l’efficienza energetica degli edifici a ballatoio grazie all’aggiunta di un rivestimento a cappotto.

Fig. 1: Planimetria generale insediamento. Piano secondo.

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Fig. 2: Pianta di progetto, edificio C Piano secondo.


2.2 Stato di fatto

Gli spazi pubblici sono il fulcro della vita sociale di un quartiere. Dalla vitalità di queste aree si denota il senso di comunità e la floridità delle piccole attività commerciali. Nel comparto ERP di Rovezzano lo spazio pubblico è praticamente assente, relegato a ruolo di “passaggio” o semplicemente raccordo di isolati a carattere prettamente residenziale. Al posto di un tessuto di connessione ci troviamo davanti degli spazi residuali, che di volta in volta si sono adattati alle necessità. L’uso improprio e l’abbandono di questi spazi ha portato a un forte degrado di tutto il livello 0 del comparto. Unica eccezione è uno slargo nella parte ovest su via di Rocca Tedalda, delimitato su tre fronti ( Nord, Est, Ovest ) dagli edifici in linea. Questa “piazza” non ha le potenzialità e le qualità per ressere un punto vitale e centrale alll’intero comparto. Da Marzo 2013 è addirittura stata recintata e resa inaccessibile a causa di dissestamenti nella pavimentazione. Il piano redatto per il comparto da Gianfranco Di Pietro prevedeva inoltre la creazione al piano terra degli edifici a ballatoio di locali adibiti a negozi e a uffici. Se si guarda la situazione attuale ci si trova di fronte a uno scenario totalmente diverso: il piano è rimasto completamente disatteso sia per l’incompletezza del progetto originario ma soprattutto per uno sviluppo che ha seguito altre linee direttrici.

Area verde di rispetto idrogeologico del torrente Mensola

Piazza commerciale dell’edificio a ballatoio trasformata in parcheggio

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Con la chiusura della piazza la popolazione, residente e non, si trova ora senza un luogo di sosta e di relazione ed è costretta a usare impropriamente l’enorme spazio asfaltato dei parcheggi che si insinua dappertutto tra gli edifici. Questa situazione porta la popolazione residente a un sempre maggiore senso di distacco e di non appartenenza verso quei luoghi che invece dovrebbero essere “l’anticamera” al proprio appartamento. Nella parte più a Est del comparto, invece, notiamo alcuni episodi singolari: alcuni abitanti hanno iniziato a prendersi cura degli spazi limitrofi agli edifici, dedicandoci il proprio tempo e parte del proprio denaro per creare e curare piccole aree verdi collettive. Le problematiche sociali percepibili in un primo sopralluogo sono relative all’occupazione di alcuni alloggi e alla privatizzazione dei loro spazi collettivi, e all’abandono di quegli spazi commerciali nell’edificio centrale e nei piani terra delle linee a est e ovest. Il primo spazio necessita solamente di una riorganizzazione, perchè in realtà sono presenti alcune attività di ritrovo giovanile ed un ufficio postale; gli altri sono invece inadeguati poichè progettati inizialmente per essere

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Planimetria dello stato di fatto

Sezione dello stato di fatto

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delle cantine (l’altezza interpiano è di 2,50m, le aperture sono piccole e affacciano su spazi di risulta). Vediamo che uno dei pochi spazi attivi è il bar ‘‘Hard Rocca Caffè’’, dove per entrare bisogna scendere alcuni scalini poichè il livello 0 si abbassa per avere un’altezza abitabile all’interno di almeno 3 m, con la conseguenza di non essere accessibile alle persone diversamente abili.

Stato di degrado attuale della pavimentazione della piazza tra gli edifici in linea

Stato di degrado dell’accesso principale all’edificio in linea nell’area ovest

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Una problematica rilevante delle perfierie è la sicurezza. L’idea fondamentale è che la sicurezza di un’area si raggiunge anche attraverso un controllo spontaneo del territorio da parte dei cittadini oltre che dalle Forze dell’Ordine. Ad ogni scala corrispondono perciò aspetti diversi di sicurezza che si devono affrontare in modi differenti: - alla grande scala; alla quale si fa riferimento nel collocare le funzioni e le attività per dare o meno vitalità a una determinata area durante le diverse ore del giorno e della settimana. - alla scala intermedia (cui appartiene la nostra area); quando si definisce la struttura degli spazi, le funzioni dei diversi piani degli edifici, la struttura del verde, la viabilità e i parcheggi, si va ad incidere sulla possibilità ed efficacia di sorveglianza spontanea ed identificazione tra fruitori e luoghi. - alla scala più minuta; quando si definiscono le pertinenze private, gli spazi semi-pubblici, le recinzioni, le gerarchia dei percorsi, le alberature, l’illuminazione, l’arredo urbano e gli accessi, si incide sulla visibilità e “trasparenza” degli spazi, sull’immagine e comfort dei luoghi, sulla propensione al degrado di certe aree, tutti aspetti che inevitabilmente finiscono per incidere sulla sensazione di disagio e sicurezza/insicurezza delle persone. Ricordando che sono le attività, il loro “mix”, e i flussi di persone a dare un contributo concreto alla sorveglianza spontanea degli spazi ci si rende conto che nel nostro caso questo aspetto è molto importante e centrle poichè attualmente l’area di progetto presenta, anche per la peculiare conformazione


dell’edificato, molti punti ciechi e zone senza via d’uscita percepite in modo negativo dai residenti. CPTED PREVENZIONE DEL CRIMINE ATTRAVERSO LA PROGETTAZIONE SPAZIALE L’applicazione del CPTED (Crime Prevention Through Environmental Design) all’ambiente urbano può ridurre le probabilità di reati. I principi del CPTED possono essere applicati in maniera fruttifera a tutti i tipi di intervento in particolar modo a quei progettI che comprendono aree accessibili al pubblico ed elementi ad alta generazione di attività come nel nostro intervento in cui sono previsti campi da gioco per bambini e aree mercatali. Si deve però constatare che l’attuazione di queste direttive non può essere totale ma deve essere calibrata rispetto ad altri obiettivi progettuali, perciò ci si concentrerà su quelle questioni più facilmente inseribili nel progetto e nei piani di gestione post realizzazione. A) Sorveglianza spontanea e linee visuali: La sorveglianza spontanea comporta la progettazione di edifici che aumentino al massimo la visibilità in uno spazio al fine di aumentare la sensazione di sicurezza e scoraggiare gli atti di criminalità. Linee visuali sgombre e quindi la possibilità di guardare in lontananza per un lungo tratto di strada o spazio aperto, offre a ogni fruitore sia una percezione di sicurezza, sia un adeguato spazio di reazione a qualunque possibile minaccia. Abbiamo quindi cercato di elencare i principi da prendere in considerazione per promuovere la sorveglianza spontanea: - collocare gli edifici affacciati sullo spazio aperto e/o sull’edificazione adiacente; - fissare chiare linee visuali attraverso gli spazi più problematici degli edifici e di altri caratteri del luogo; - progettare percorsi, sottopassi ed altri am biti in modo da

Cura delle aree verdi vicino agli edifici in linea ad est

Stato di fatto dell’ingresso principale all’edificio in linea nell’area est

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ridurre al minimo sbalzi di livello improvvisi e angoli ciechi, aumentando al massimo una chiara linea visiva; - aumentare al massimo la visibilità delle zone ad alto rischio come i parcheggi delle auto, trombe delle scale, sottopassi; - progettare il sistema degli spazi in modo tale che i corridoi di mobilità pedonale e i punti di destinazione siano chiaramente individuabili e dotati di abbondanti linee visuali. B) Miscele funzionali e generatori di attività:

Attività culturali chiuse dal 1996 e ritrovo dell’associazione di quartiere

In termini di sicurezza reale e percepita è importante una equilibrata miscela di usi dello spazio. Uno dei modi principali per realizzare questa sicurezza è un insieme di funzioni diverse. Le attività sono le strutture che attirano le persone, innescando quel processo di vigilanza spontanea degli spazi e riducendo le occasioni di comportamenti criminali. Nella progettazione, si devono quindi tener presenti i seguenti principi: - evitare una rigida separazione tra funzioni compatibili che potrebbe portare all’isolamento di alcuni spazi; - Incoraggiare il passaggio pedonale di attraversamento o l’attività nelle varie zone, per promuovere la vigilanza spontanea; - collocare generatori di attività o spazi di sosta con sedute alle estremità di uno spazio per creare vigilanza spontanea verso l’interno. C) Evidenziazione di usi e proprietà:

Cantina/negozio incendiato con danneggiamento della struttura portante

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Il progetto deve porre in evidenza limiti di proprietà e scopi per cui è inteso un determinato spazio. Quando la funzione è chiara, risulta esseree più improbabile l’uso illegittimo di quello spazio. Si possono perciò seguire alcuni


principi per ottenere questo risultato: - utilizzare segnalazioni visive o soglie materiche differenti per definire il variare dell funzioni; - utilizzare barriere materiali (recinzioni) o simboliche (vegetazione) per definire il cambio di funzione; - utilizzare soglie “virtuali” come il cambio di livello o di gradazione di luce. La sorveglianza spontanea comporta la progettazione di edifici che aumentino al massimo la visibilità in uno spazio al fine di aumentare la sensazione di sicurezza e scoraggiare gli atti di criminalità. Linee visuali sgombre e quindi la possibilità di guardare in lontananza per un lungo tratto di strada o spazio aperto, offre a ogni fruitore sia una percezione di sicurezza, sia un adeguato spazio di reazione a qualunque possibile minaccia. Abbiamo quindi cercato di elencare i principi da prendere in considerazione per promuovere la sorveglianza spontanea:

Parcheggio tra gli edifici del comparto e l’asse ferroviario

- collocare gli edifici affacciati sullo spazio aperto e/o sull’edificazione adiacente; - fissare chiare linee visuali attraverso gli spazi più problematici degli edifici e di altri caratteri del luogo; - progettare percorsi, sottopassi ed altri ambiti in modo da ridurre al minimo sbalzi di livello improvvisi e angoli ciechi, aumentando al massimo una chiara linea visiva; - aumentare al massimo la visibilità delle zone ad alto rischio come i parcheggi delle auto, trombe delle scale, sottopassi; - progettare il sistema degli spazi in modo tale che i corridoi di mobilità pedonale e i punti di destinazione siano chiaramente individuabili e dotati di abbondanti linee visuali. Percorso spontaneo tra il comparto e l’industria vernici

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D) Principi di progettazione esterna degli edifici: Anche la progettazione degli edifici può ridurre o aumentare la possibilità di reati e vandalismo facilitati dalla non voluta realizzazione di nascondigli. Anche in questo ambito possono essere seguiti alcuni principi per evitare che ciò accada: - assicurare che gli ingressi agli edifici siano rivolti verso spazi aperti; - ridurre al minimo le pareti cieche; - progettare gli ingressi agli edifici in modo tale da limitare le occasioni di nascondigli; - ridurre al minimo elementi o strutture che possano essere usate come “scale naturali” per accedere ai piani superiori degli edifici; - aumentare al massimo la varietà degli edifici e del verde per creare ambienti urbani interessanti; - offrire linee visive ininterrotte dall’interno dell’edificio all’esterno dopo l’ingresso in modo tale che si possa traguardare l’esterno prima di uscire e viceversa; - assicurarsi che la progettazione del verde non offra nascondigli

Appropriazione e chiusura degli spazi di pertinenza

Stato di degrado attuale dei rivestimenti dall’edificio centrale

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E) Percorsi prevedibili e vicoli ciechi: I percorsi prevedibili sono forse il problema principale, dato che consentono ai potenziali aggressori di individuare facilmente il percorso imboccato dagli utenti. Comprendono i percorsi pedonali, le scale, i sottopassi e i corridoi, dove il termine può essere in punti di possibile nascondiglio. Nella progettazione, per ridurre al minimo questi spazi, si deve tener conto dei seguenti principi: - offrire adeguate linee visuali e ben illuminate quando non esistono alternative ad un percorso obbligato; - inserire una adeguata distanza da qualunque spazio di potenziale tranello per consentire all’utente un adeguato tempo di reazione; - assicurare a quei percorsi obbligati una buona vigilanza spontanea; - contrassegnare in maniera adeguata con luci e segnaletica efficace anche i percorsi alternativi.

Aree di parcheggio(regolare e non) sotto gli edifici in linea ad est

Come detto all’inizio queste accortezze non sono sempre applicabili insieme e devono essere mediate con altri obiettivi progettuali magari rivolti ad incrementare l’aspetto energetico degli edifici (basti pensare al noto schema di alberature a foglia caduca disposte a Sud) o a dividere funzioni nettamente diverse che per necessità progettuale sono in un rapporto di stretta vicinanza.

Stato di abbandono degli spazi collettivi al piano terra degli edifici in linea

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3. COME INTERVENIRE? 3.1 I metodi di valutazione della sostenibilità del costruito Allo stato attuale non esiste una procedura condivisa e unica per la valutazione del miglior materiale da utilizzare nella costruzione di un edificio ecologico. Esistono invece numerosi strumenti che possono essere un utile supporto alle scelte progettuali perchè consentono di visualizzare in maniera più o meno completa il comportamento dei materiali edilizi per poi procedere con la scelta del più opportuno in base alle proprie necessità. L’indicatore ambientale dell’energia incorporata serve per stimare la quantità di energia utilizzata per trasformare le materie prime in prodotti edilizi. Questo parametro si riferisce all’energia complessiva utilizzata durante tutte le fasi; dall’approvvigionamento, al trasporto fino al luogo di produzione, alla lavorazione, per finire con la messa in opera del prodotto. Si parla allora di energia incorporata nel senso che un materiale non è solo ciò che si vede in opera ma ha alle spalle una serie di processi, più o meno lunghi e dispendiosi di energia, che devono essere conteggiati nella valutazione del materiale. All’energia incorporata viene spesso affiancato il termine di energia grigia, che computa anche la fase di trasporto in cantiere del materiale; mentre le unità di misura sono il MJ/Kg o MJ/mc e spesso la traduzione di questo valore in quantità di CO2 con l’obbiettivo di meglio evidenziare il tipo di lavorazione e il tipo di energia utilizzata per la trasformazione. Essendo legato all’unità di misura utilizzata il valore può trarre in inganno: dalle tabelle si nota infatti che l’alluminio ha una notevole quantità di energia incorporata ma ‘uso in fogli sottili dal peso minimo ne fa ridurre notevolmente il valore in fase di computo in opera; di contro un blocco di laterizio pieno che presenta in tabella un valore molto più basso poichè viene utilizzato in spessori maggiori porta a livello di computo generale un valore più alto di energia incorporata.

Va tenuto in considerazione però l’aspetto temporale di un materiale perchè col passare del tempo l’edificio può necessitare di opere di manutenzione e anche sostituzione che inevitabilmente portano il valore di energia incorporata ad essere più elevato. Per rendere l’idea della potenzialità del materiale sempre in relazione al tempo si può dividere il valore di energia per la durabilità del materiale o dell’edificio. Si può parlare del riuso di certi materiali (senza apporto di energia per la produzione) o di riciclo (senza l’apporto di energia per l’estrazione). Finora il valore di energia incorporata era di molto inferiore al valore dell’energia spesa in fase d’uso; ma con le restrizioni imposte in materie di efficienza energetica per gli edifici di nuova costruzione tale rapporto sarà modificato rendendo sempre più incisiva anche la fase primaria di scelta dei materiali.

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Il metodo scientifico dell’analisi del ciclo di vita (LCA) consente appunto di quantificare i danni ambientali causati da prodotti, procedure o servizi. Tale procedura serve per la comparazione degli effetti ambientali di due o più prodotti diversi, di gruppi di prodotti, di sistemi, di procedure o di comportamenti, aiuta nell’individuazione dei punti deboli e nel miglioramento delle proprietà ambientali dei prodotti. La certificazione del singolo materiale è quindi alla base della valutazione dell’intero processo di costruzione dell’edificio e in questo campo ci sono vari enti (soprattutto esteri) che operano a livelli più o meno ampi. Tra i principali esteri c’è sicuramente il sistema statunitense di classificazione dell’efficienza energetica e dell’impronta ecologica degli edifici LEED (acronimo di The Leadership in Energy and Environmental Design) basato sui punti della sostenibilità del sito, gestione efficiente delle acque, energia e atmosfera, materiali e risorse, qualità degli ambienti interni, innovazione nella progettazione, priorità regionali.Ognuno di questi parametri ha al suo interno varie specifiche da rispettare per ottenere la classificazione LEED che è divisa su una scala di quattro range: Certificato - 40-49 punti Argento - 50-59 punti Oro - 60-79 punti Platino - 80-110 punti Anche se l’applicazione degli standard LEED ha aumentato la consapevolezza delle pratiche di “costruzione verde”, il suo sistema di punteggi è pensato per edifici che si avvalgono di combustibili fossili. Più della metà dei punti disponibili nello standard vengono ottenuti in base all’utilizzo efficiente dei combustibili fossili,

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mentre soltanto pochi punti vengono concessi in base all’utilizzo di fonti energetiche sostenibili. Il LEED è uno strumento di misura e non di progettazione. Non viene adeguato al clima specifico del luogo, anche se la versione più nuova mira ad affrontare parzialmente questa lacuna. La costruzione e classificazione col metodo LEED risulta inoltre essere onerosa per i committenti proprio perchè i principi da seguire spingono i progettisti a una ricerca ulteriore su molti fronti e spesso portano a ritardi nelle costruzione. Tuttavia queste spese iniziali maggiori vengono ammortizzate nel corso della vita dell’edificio che risulta avere ambienti con una migliore qualità interna e costi di manutenzione inferiori.


Un altro è il sistema è il metodo BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method) che si configura comeun metodo di valutazione della qualità ambientale delle costruzioni definendo criteri costruttivi ambientalmente corretti. La peculiarità del metodo sta nel fatto che esso sia volontario e la certificazione è rilasciata in accordo con la società inglese BRE che delega un funzionario o autorizza un ispettore indipendente al rilascio dell’attestato. E’ organizzato anche esso in categorie principali incentrate anche sull’ aspetto gestionale dell’intero edificio, sulla qualità interna dell’abitare, oltre che sull’energia, acqua, materiali, utilizzo del territorio e inquinamento. Queste categorie sono suddivise in parametri che all’interno della valutazione finale hanno pesi differenti. Tra gli svantaggi infatti vi è la lentezza del processo di certificazione che sta appunto nella ricerca di tutte le caratteristiche di questi parametri. Vari e molteplici sono gli Enti specializzati nella certificazione delgi edifici: in Francia infatti si ha che il corrispettivo metodo di valutazione prende il nome di HQE (Haute Qualité Environnementale), in Austria il TQ (Total Quality), in Danimarca l’Energy Rating per concludere con il giapponese CASBEE (Comprehensive Assessment System for Built Environment Efficiency).

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3.2 Il Protocollo Itaca

Il panorama italiano invece propone vari metodi di valutazione: dal modello SB100 dell’ANAB (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica) a CasaClima creato dalla provincia di Bolzano, riportando il più “noto” che è il Protocollo ITACA. A livello nazionale è il Protocollo Itaca che prevede la verifica del requisito dell’energia incorporata. Il metodo di verifica consiste nella realizzazione di un inventario dei materiali da costruzione e nella valutazione dell’energia inglobata complessiva nell’edificio: il valore ottenuto, espresso in MJ, deve poi essere normalizzato tramite il calcolo del rapporto tra l’energia inglobata e la superficie utile dell’edificio. Il risultato del rapporto deve essere normalizzato per la durata della vita dell’edificio. L’energia incorporata a questo punto è espressa in MJ/mq a, con una unità di misura simile a quella dei consumi in fase d’uso. Questo passaggio proprio del protocollo italiano è apprezzabile perchè permette di confrontare in maniera diretta i valori sia al momento della costruzione che durante l’uso; inoltre si attribuisce un valore alla durata, poichè viene “divisa” l’energia incorporata per la durata dei materiali, rendendo così corretto ambientalmente anche l’uso di materiali a elevata energia incorporata purchè durevoli, in quanto essi dilazionano nel tempo gli impatti prodotti; inoltre si enfatizza l’importanza della durata dell’edificio, perchè se un edificio nasce già con un ciclo di vita ridotto temporalmente, verrà penalizzato nella valutazione poichè la sua energia incorporata andrà divisa per un minor numero di anni, innalzando il valore dei MJ/ mq a. Il lato negativo è che però il Protocollo Itaca non affronta la durata dei materiali: imponendo di dividere l’energia inglobata per la durata di vita dell’edificio, trascura di considerare le operazioni di sostituzione e manutenzione dell’edificio che innalzano il valore dell’energia incorporata. Altro aspetto negativo è che i valore dell’energia grigia per ogni materiale sono espressi in mc e ciò

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rende difficile l’uso del dato considarata la variabile densità dello stesso materiale. Questi dati poi sono sostanzialmente “premianti” per i singoli materiali mentre sarebbe più opportuno il contrario anche per incentivare i produttori alla certificazione di materiali migliori. L’assegnazione della valutazione secondo questo Protocollo avviene secondo 5 categorie di valutazione che sono: - la qualità del sito - consumo di risorse - carichi ambientali - qualità ambientale indoor - qualità del servizio Creato a inizi anni 2000 lavora per aree di valutazione e parametri usando anche esso una scala di punteggi che va dal -2 al +5 dove lo 0 rappresenta il livello di paragone. Queste categorie sono a loro volta divise in parametri variabili in numero a seconda della categoria cui ci si riferisce. Ogni parametro ha una procedura di valutazione (molte delle quali riprendono le norme UNI) e una scala con cui confrontare il punteggio e assegnare infine il valore. Non tutti i parametri hanno però lo stesso peso: all’interno della categoria ci sono parametri più “pesanti” e parametri meno pesanti per l’attribuzione del punteggio finale. Aspetto importante è che la pesatura del parametro è variabile da zona a zona dell’Italia: un esempio il parametro del gas radon che in regioni come la Toscanoa è presente in quantità minime perciò ha un peso limitato nella valutazione finale. Questo modello è stata la linea guida seguita per l’analisi sistematica di alcuni fattori (presenti nell’area di intervento di Rovezzano) che abbiam ritenuto essere i più importanti per le problematiche che essi comportano; un esempio può essere il parametro dell’isolamento acustico data la prossimità dell’area di


intervento alla linea ferroviaria Milano-Roma. Altri parametri sono stati invece trascurati rispetto all’elenco riportato nel Protocollo perchè poco attinenti con la nostra area o fuori dalla nostra analisi; come il controllo degli agenti inquinanti (radon) di cui la Toscana è ben al di sotto della media nazionale, o i punti riguardanti la qualità del servizio (il punto 5 delle schede Itaca). Questo sistema di valutazione, come la maggior parte di quelli presenti in campo estero, si basa per la sua quasi totalità su analisi tecniche e tecnologiche che troppo spesso sono separate da una accurata analisi anche qualitativa.

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4. LO SVILUPPO DEL METODO DI VALUTAZIONE 4.1 Gli ambiti

La nostra priorità diventa adesso capire quale è l’approccio migliore all’area ERP di Firenze di via di Rocca Tedalda. Per approccio migliore intendiamo la scelta della soluzione migliore tra le due ipotesi totalmente opposte che si presentano all’inizio della fase progettuale: RIQUALIFICAZIONE dell’esistente DEMOLIZIONE e nuova edificazione Dalla comparazione dei vari metodi di certificazione del costruito si può notare come la difficoltà maggiore sia insita nel creare un modello che tenga presente al suo interno sia dei parametri legati alla qualità ambientale, del sito, del contesto in cui gli edifici si trovano e sia una serie di parametri tecnici che vanno a qualificare gli aspetti legati al “come” si costruisce o si è costruito. Inoltre è opportuno considerare non solo l’edificio in sè, valutato nei suoi aspetti tecnici e qualitativi dello “spazio del vivere”, ma anche lo spazio che rispetto all’edificio assume un ruolo di anticamera e presentazione e che molto spesso risulta essere tralasciato e abbandonato senza nessuna forma di controllo o di minima progettazione. Con il termine di Ambiti si vuole quindi indicare la divisione della valutazione su tre livelli che abbracciano scale diverse di analisi: - spazio pubblico; - edificio; - alloggio. Dopo i sopralluoghi effettuati ci si è accorti della netta differenza tra gli edifici e il contesto in cui erano immersi che rappresenta quella delle periferie di molte città italiane costruite negli anni ‘60 e ora diventate quartieri dormitori. Non solo c’era una forte discrepanza tra la condizione del costruito (che come si nota

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dalle foto versa in cattive condizioni) e dello spazio urbano, ma c’era una forte differenziazione anche all’interno dello stesso ambito semplicemente spostandosi all’interno del comparto: basti pensare all’ingresso agli edifici in linea della parte Est, curati nel verde dagli stessi abitanti segno di interesse allo spazio circostante; mentre gli ingressi della parte ovest risultano essere spesso depositi per biciclette e ciclomotori. Ciò è senza dubbio dovuto al fatto che le uniche attività commerciali si trovano nella parte Ovest del comparto in cui il carattere transitorio della sosta veloce, per un caffe o per una visita all’associazione, è più evidente rispetto alla parte Est del comparto in cui la sosta è più piacevole ed è più vissuta dagli stessi residenti. Anche l’ambito dell’edificio presentava diverse contraddizioni all’interno del comparto ma queste sono duvete al fatto che alcuni degli edifici hanno beneficiato di un intervento di ristrutturazione recente che ha portato indubbiamente ad un miglioramento dell’aspetto esterno. I ballatoi centrali infatti sono

dotati ora di un cappotto esterno di cinque centimetri che li rende più efficienti rispetto agli edifici in linea a Est e Ovest del comparto. Questi, come si nota dalle foto dei sopralluoghi presentano fessure ai vari piani in corrispondenza dell’attacco tra travi e pilastri e presentano e un abbandono dei piani terra (che originariamente avrebbero dovuto ospitare attività commerciali) dovuto a problemi di umidità e degrado del livello 0. Anche per questo ambito resta la differenza tra l’area più a Est e l’area più a Ovest del comparto in cui si nota, oltre alla netta diversità del livello 0, anche un differente approccio all’edificio come mostrato per esempio nell’ingresso al vano scale. La scala dell’alloggio infine, il luogo in cui si passa la maggior parte del tempo, e che per questo comparto risulta essere sicuramente sottodimensionata (o più probabilmente sono gli alloggi ad essere sovraffollati). Sicuramente dagli anni della costruzione non ci sono state modifiche alla sistemazione in pianta dei vani degli alloggi, ma ad essersi modificate sono state sicuramente le famiglie che ci abitano. Anche per questo ultimo ambito risulta netta la distinzione all’interno delle comparto a seconda della zona di osservazione perchè variano le tipologie; edifici in linea alle estremità ed edifici a ballatoio centrali che presentano tagli di alloggi differenti. Questa divisione quindi in tre diverse aree, che sempre si ritrova per ogni ambito, è stata fatta con lo scopo di andare a caratterizzare ancora più nello specifico i punti deboli del comparto e rendere più facile l’individuazione dell’ambito maggiormente problematico su cui intervenire. La classificazione poi dei risultati ottenuti ha reso possibile l’individuazione dell’area su cui è più “urgente” intervenire, mentre l’analisi dei risultati, e la comparazione con le soluzioni minime imposte dalle Norme nazionali in merito ai vari parametri analizzati, ha reso chiara e inequivocabile la scelta da fare tra la riqualificazione e la demolizione con ricostruzione.

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4.2 I parametri ambientali

La valutazione dello stato di fatto avviene secondo una serie di parametri che come già sono ripresi da Enti di valutazione accreditati a livello nazionale ma anche da Enti che operano a livello estero. Questa parte riguarda quindi una serie di parametri che se presenti possono aumentare la qualità del vivere. Oltre alla presenza o assenza, per alcuni parametri occorre valutarne anche la quantità (i parcheggi per esempio), mentre per altri le singole caratteristiche di qualità in base a una scala di prestazione che serve poi per l’attribuzione del punteggio del parametro considerato. Sempre divisi in ambiti si hanno per questa prima parte di analisi 17 parametri con pesi differenti, ripresi dal metodo di valutazione italiano ITACA, a seconda dell’importanza che essi rivestono all’interno dell’analisi da noi effettuata. La valutazione per questa prima parte ambientale, in molti dei casi esaminati, si basa sulla analisi del luogo grazie ai reportage fotografici fatti durante i vari sopralluoghi effettuati: si ha, per esempio, che il punteggio relativo al numero dei parcheggi è attribuito dopo averli contati, oppure il punteggio relativo al parametro dell’accessibilità che è stato attribuito dopo l’analisi in loco.

46

PARAMETRI AMBIENTALI Amb. 1.1 Amb. 1.2 Amb. 1.3 Amb. 1.4 Amb. 1.5 Amb. 1.6 Amb. 1.7

Amb. 2.1 Amb. 2.2 Amb. 2.3 Amb. 2.4

Amb. 3.1 Amb. 3.2 Amb. 3.3 Amb. 3.4 Amb. 3.5 Amb. 3.6

Spazio pubblico

aree verdi qualità delle aree verdi qualità dello spazio urbano numero di parcheggi piste ciclabili accessibilità servizi e attività commerciali

Edificio

spazi comuni servizi accessibilità alloggi di differenti metrature

Alloggio

dimensioni ventilazione naturale illuminazione naturale flessibilità degli spazi interni accessibilità spazi accessori

15% 10% 10% 20% 10% 15% 20% 100% 15% 30% 35% 20% 100% 30% 20% 15% 10% 15% 10% 100%


4.2 I parametri tecnologici

La valutazione dei parametri tecnologici si basa in modo più tecnico su una serie dei norme (che spesso sono della serie UNI) riprese dal Protocollo italiano ITACA. Tuttavia questa “strada” non è stata sempre percorribile data la difficoltà nel reperire i materiali utili per il completamento perciò alcuni parametri sono stati semplificati: è il caso della trasmittanza termica periodica (Yie) la cui norma per il corretto calcolo del valore impone il calcolo delle condizioni sinusoidali per la variazione del flusso termico e della temperatura e successivamente la trasformazione in forma matriciale del flusso termico e della temperatura su ogni singolo strato della chiusura analizzata. Per il calcolo di questo valore abbiamo utilizzato allora altri due parametri , calcolati con un foglio di calcolo excell, che sono lo sfasamento e la attenuazione. Per il calcolo di altri parametri invece ci è sembrato più opportuno approfondire l’argomento utilizzando un metodo diverso da quello presente nel Protocollo per approfondire la tematica dell’inquinamento acustico la cui valutazione è sembrata a prima vista subito importante anche per le scelte progettuali da applicare in un futuro intervento sia esso di riqualificazione che di demolizione.

PARAMETRI TECNOLOGICI Tec. 1.1 Tec. 1.2 Tec. 1.3 Tec. 1.4 Tec. 1.5 Tec. 1.6

Tec. 2.1 Tec. 2.2 Tec. 2.3 Tec. 2.4 Tec. 2.5 Tec. 2.6 Tec. 2.6 Tec. 2.6

Tec. 3.1 Tec. 3.2 Tec. 3.3 Tec. 3.4 Tec. 3.5 Tec. 3.6 Tec. 3.6 Tec. 3.6

Spazio pubblico

ombreggiamento da verde effetto isola di calore permeabilità del suolo consumo del suolo inquinamento acustico gestione dei rifiuti

Edificio

consumi energetici struttura antisismica recupero acqua piovana riutilizzo strutture esistenti uso materiali riciclati uso materiali locali uso materiali ecocompatibili orientamento

Alloggio

isolamento acustico trasmittanza termica superfici consumo energia termica non rinn. consumo energia elettrica non rinn. controllo luce solare emissioni di Co2 ventilazione inerzia termica

15% 20% 20% 15% 20% 10% 100% 20% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 20% 100% 14% 18% 14% 14% 10% 10% 10% 10% 100%

47


48


5. VALUTAZIONE DELLO STATO DI FATTO DEL COMPARTO ERP 5.1 Gli edifici in linea ad Ovest

Fronte su via di Rocca Tedalda dell’edificio in linea ad ovest

49


Amb.1.1 Aree verdi: Percentuale delle aree verdi sulla superficie totale.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Superficie delle aree verdi. Superficiedi spazio pubblico esterno di progetto dell’intervento.

mq mq

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare la superficie delle aree verdi pubbliche e private presenti all’interno dell’area di progetto(A); 2. calcolare la superficie di spazio pubblico esterno di progetto dell’intervento, alla superficie totale si sottrae l’impronta a terra degli edifici (B); 3. calcolare il rapporto tra la superficie delle aree verdi e la superficie totale dell’area di progetto: A/B x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

% 0 < x < 25 25 < x < 50 50 < x < 75 75 < x < 100

PESO DEL CRITERIO 50

PUNTI -1 0 3 5

15%


Procedimento di calcolo: Superficie dell’area verde sul percorso del fiume Mensola Sv= 1033 mq Superficie totale della parte di spazio pubblico del comparto di pertinenza degli edifici a torre ad ovest St= 7942 mq Rapporto Sv/St 1033/6542= 15,7%

PUNTI

-1 51


Amb.1.2 Qualità delle aree verdi: Valutare la qualità delle aree verdi presenti nell’area di progetto in base alla presenza dei servizi che le caratterizzano.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Numero di servizi presenti: zone ombreggiate, aree giochi per i bambini, panchine o sedute, sistema di illuminazione notturna, punti di raccolta rifiuti.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare il numero di servizi presenti: zone ombreggiate, aree giochi per i bambini, panchine o sedute, sistema di illuminazione notturna, punti di raccolta rifiuti; 2. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

PUNTI nessuno almeno 2 almeno 4 più di 5

PESO DEL CRITERIO 52

-1 0 3 5

10%


Procedimento di calcolo:

L’unica area verde è il limitrofo spazio di tombatura del fiume Mensola. Questo presenta una superficie a prato e diversi alberi, ma nessun servizio. Calcolo del punteggio in base ai parametri di valutazione: zone ombreggiate: sĂŹ aree giochi per i bambini: no panchine o sedute: no illuminazione notturna: no raccolta rifiuti: no

PUNTI

-1 53


Amb.1.3 Qualità dello spazio urbano: Valutare la qualità dello spazio urbano in base agli elementi che lo caratterizzano.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Numero di servizi presenti: zone ombreggiate, panchine o sedute, marciapiedi e percorsi pedonali, sistema di illuminazione notturna, punti di raccolta rifiuti, segnaletica.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare il numero di servizi presenti: zone ombreggiate, panchine o sedute, marciapiedi e percorsi pedonali, sistema di illuminazione notturna, punti di raccolta rifiuti, segnaletica; 2. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

PUNTI nessuno almeno 2 almeno 4 più di 5

PESO DEL CRITERIO 54

-1 0 3 5

10%


Procedimento di calcolo:

La ‘‘piazza’’ tra i tre edifici in linea presenta alcuni dei parametri di valutazione come i lampioni e le panchine, ma non funziona come tale in quanto manca una relazione col piano terreno degli edifici. Oggi è inoltre chiusa al passaggio perchè la pavimentazione si presenta dissestata. Calcolo del punteggio: zone ombreggiate: sì panchine o sedute: sì percorsi pedonali: sì illuminazione: sì raccolta rifiuti: no segnaletica: no Il punteggio assegnato sarebbe pari a 3, ma a causa dell’inagibilità della piazza gli viene assegnato un punteggio negativo a sottolineare lo stato di degrado e l’impossibilità di utilizzare questo spazio.

PUNTI

-1 55


Amb.1.4 Numero di parcheggi: Valutare la presenza di un numero sufficiente di parcheggi in prossimità dell’edificio rispetto al numero di residenti.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Numero di parcheggi in prossimità dell’ edificio. Numero di residenti.

n° n°

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare il numero di parcheggi pubblici e privati in prossimità dell’edificio (A); 2. rapportarli al numero di residenti nel comparto (B) (a Firenze il PRA ha registrato 585 auto ogni 1000 abitanti nel 2011); 3. confrontare il valore calcolato (A/B) con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

%

PUNTI

INSUFFICIENTE BUONO

<58,5% >58,5%

0 3

PESO DEL CRITERIO

20%

56


Procedimento di calcolo: Numero di parcheggi esistenti negli spazi pertinenti degli edifici a torre ad ovest: 24+13+20+10=67 Numero di alloggi: 8 alloggi per piano x 4 piani x 3 edifici = 96 alloggi meno il 25% sfitti = 72 alloggi Media dei componenti famigliari: 2,5 persone per nucleo famigliare Stima del numero di abitanti complessivo delle 3 torri ovest: 72*2,5 = 180 abitanti Rapporto tra il numero di parcheggi e il numero di abitanti: 77/180= 43%

PUNTI

0 57


Amb.1.5 Piste ciclabili: Valutare la presenza di piste ciclabili che colleghino l’edificio e il comparto ai servizi limitrofi e al centro cittadino.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Presenza/assenza di piste ciclabili

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. verificare la presenza di piste ciclabili nelle adiacenze degli edifici e il loro collegamento ai servizi e al centro cittadino; 2. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

PUNTI

PRESENTI ASSENTI

0 3

PESO DEL CRITERIO 58

10%


Procedimento di calcolo: Verifica attraverso il sopralluogo e con l’ausilio di immagini satellitari della totale assenza di piste ciclabili limitrofe al comparto ERP. L’accesso più vicino ad un percorso ciclabile è sul parco lungo il fiume Arno all’altezza del centro sportivo.

PUNTI

0 59


Amb.1.6 Accessibilità: Verificare l’assenza di barriere architettoniche nell’accesso allo spazio pubblico di pertinenza e nelle vicinanze degli edifici.

DATI DI INPUT

Sopralluogo per verificare l’assenza di barriere architettoniche quali ostacoli, scalini, passaggi stretti o pericolosi.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. presenza/assenza di barriere architettoniche in tutte le parti che compongono lo spazio pubblico quali percorsi pedonali, aree verdi, parcheggi, fino alle pertinenze dell’edificio e alla sua entrata principale; 2. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

PUNTI

PRESENTI ASSENTI

0 3

PESO DEL CRITERIO 60

15%


Procedimento di calcolo: Dal sopralluogo si rileva la presenza di un dislivello di circa 15 cm tra il livello stradale e le aree limitrofe agli edifici. La piazza centrale presenta inoltre una pavimentazione dissestata che rappresenta un pericolo per tutti i tipi di utenza, al punto da essere stata delimitata con adeguata sgnaletica in previsione di una prossima risistemazione.

PUNTI

0 61


Amb.1.7 Servizi e attività commerciali di vicinato: Verificare la presenza di servizi quali scuole, palestre, uffici postali, centri anziani,.. e di piccole attività commerciali di vicinato come farmacia, alimentari, tabacchi, bar, ristoranti.

DATI DI INPUT

Attraverso mappa satellitare o sopralluogo, misurare la distanza di servizi e attività commerciali dalle residenze per verificarne l’accessibilità.

metri

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. indicare sulla planimetria del sito la posizione di servizi e attività commerciali del quartiere; 2. calcolare la distanza media in metri, da percorrere a piedi, che separa i punti di accesso all’edificio e i punti di accesso di almeno 5 strutture di servizi e di commercio al dettaglio di diversa tipologia considerate nella valutazione; 3. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

distanza in metri x > 1200 900 < x < 1200 700 < x < 900 x < 700

PESO DEL CRITERIO 62

PUNTI -1 0 3 5

20%


Procedimento di calcolo: Prendendo come riferimento il baricentro dei tre edifici in linea, si misura la distanza di cinque servizi/attività commerciali differenti: - in senso orario da sinistra distributore 226 m attività commerciali di piccola distribuzione 95 m istituto comprensivo Don Milani 212 m Scuola dell’infanzia e scuola elementare 103 m Area sportiva Virgin 564 m media aritmetica: (226+95+212+103+564)/5= 240 m

PUNTI

5 63


Amb.2.1 Spazi comuni: Valutare la presenza di spazi collettivi aperti o chiusi all’interno dell’edificio (esempio: lavanderia, terrazza, sala riunioni,.. che possano creare un co-housing all’italiana).

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Verificare la presenza di almeno uno spazio collettivo tra lavanderia, terrazza, sala riunioni o altro che possa diventare luogo di condivisione.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. Verificare la presenza di almeno uno spazio collettivo all’interno dell’edificio; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

PUNTI

PRESENTI ASSENTI

0 3

PESO DEL CRITERIO 64

15%


Procedimento di calcolo: Non sono presenti spazi comuni all’interno degli edifici in linea.

piano terra

piano primo

cantina

A

cantina

B

cantina

A

B

A A

cantina

cantina cantina

A

A

cantina

B

B

A

B

negozio

PUNTI

0 65


Amb.2.2 Servizi: Valutare la presenza di spazi di servizio collettivi all’interno dell’edificio.

DATI DI INPUT

Presenza di spazi dedicati a deposito biciclette (cantine), alla raccolta dei rifiuti, alla consegna della posta, alla pulizia degli spazi collettivi, ai posti auto (garage).

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. dare un punto ad ogni elemento presente nell’edificio: deposito biciclette; raccolta dei rifiuti; consegna della posta; pulizia degli spazi collettivi; posti auto; 2. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

PUNTI nessuno almeno 2 almeno 4 più di 5

PESO DEL CRITERIO 66

-1 0 3 5

35%


Procedimento di calcolo: Non sono presenti spazi di servizio collettivi all’interno degli edifici in linea. L’unico volume condiviso è quello del vano scala.

piano terra

piano primo

cantina

A

cantina

B

cantina

A

B

A A

cantina

cantina cantina

A

A

cantina

B

B

A

B

negozio

PUNTI

0 67


Amb.2.3 Accessibilità: Verificare l’assenza di barriere architettoniche nell’accesso all’edificio e che almeno il 5% degli alloggi sia progettato per disabili.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Sopralluogo/verifica dei disegni di progetto per verificare l’assenza di barriere architettoniche e che il 5% degli alloggi sia destinato a disabili.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. Verificare l’assenza di barriere architettoniche (A); 2. Verificare la presenza di almeno il 5% di alloggi per disabili (B); 3. Se entrambe le condizioni A e B sono verificate, confrontare coni benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

PUNTI

PRESENTI ASSENTI

0 3

PESO DEL CRITERIO 68

35%


Procedimento di calcolo: L’edificio presenta forti barriere architettoniche dovute all’assenza di un ascensore o struttura di elevazione adeguata. Inoltre dalle piante provenienti dall’ufficio urbanistica del Comune di Firenze non risultano essere presenti alloggi per disabili.

piano terra

piano primo

cantina

A

cantina

B

cantina

A

B

A A

cantina

cantina cantina

A

A

cantina

B

B

A

B

negozio

PUNTI

0 69


Amb.2.4 Alloggi di differenti metrature: Verificare la presenza di diversi tagli di alloggi adeguati ad ogni tipologia di gruppo familiare.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Calcolo del numero dei diversi tagli di alloggi.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolo del numero di differenti tipologie di alloggio; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

numero unico taglio di alloggi due tagli di alloggi tre tagli di alloggi tre o più tagli di alloggi

PESO DEL CRITERIO 70

PUNTI -1 0 3 5

10%


Procedimento di calcolo: Sono presenti unicamente due tipologie di alloggio: 60 bilocali da 27 mq (A) 36 trilocali da 38 mq (B)

piano terra

piano primo

cantina

A

cantina

B

cantina

A

B

A A

cantina

cantina cantina

A

A

cantina

B

B

A

B

negozio

PUNTI

0 71


Amb.3.1 Dimensioni dell’alloggio: Verificare che la dimensione dell’alloggio sia adeguata per il numero di componenti familiari.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Superficie dell’alloggio.

mq

Componenti della famiglia.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare la superficie per ogni taglio di alloggio (A); 2. calcolare il numero di componenti della famiglia (B); 3. calcolare il rapporto tra la superficie dell’alloggio e il numero di componenti della famiglia (A/B); 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

mq/abitante <15 15-20 20-25 25-30

PESO DEL CRITERIO 72

PUNTI -1 0 3 5

30%


Procedimento di calcolo: Alloggi U e T: bilocale da 37 mq (A), nucleo familiare composto da 2 persone (B). A/B= 37/2=19,5 mq Alloggi V e S: trilocali da 47 mq (A), nucleo familiare da 3 persone (B). A/B= 15,6 mq

PUNTI

0 73


Amb.3.2 Ventilazione naturale: Verificare la presenza di almeno due affacci per alloggio in modo da garantire la ventilazione naturale er il miglior orientamento.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Presenza di almeno due affacci (A). Migliore orientamento con gli spazi principali orientati tra sud-est e sud-ovest (B).

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. Verificare la presenza di almeno due affacci (A). 2. Verificare l’orientamento dell’alloggio (migliore se gli spazi principali sono orientati tra sud-est e sud-ovest) (B). 3. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

numero affacci nessun affaccio unico affaccio doppio affaccio due o più affacci con migliore orientamento dell’alloggio

PESO DEL CRITERIO 74

PUNTI -1 0 3 5

20%


Procedimento di calcolo: La tipologia di alloggio U e T presenza la ventilazione trasversale ma non un corretto orientamento, in quanto l’esposizione est-ovest rende difficile il controllo solare (totale assenza di adeguate schermature) e il fronte nord, seppur cieco, rappresenta una superficie disperdente per l’unica camera. La stretta vicinanza tra le due linee di alloggi sullo stesso vano scale impedisce inoltre il soleggiamento dei fronti opposti. La tipologia V e S invece ha un maggior apporto solare sul fronte sud, dove le aperture sono schermate da scuri lignei. A tutti gli alloggi è garantita la ventilazione trasversale.

PUNTI

3 75


Amb.3.3 Illuminazione naturale: Verificare la presenza di luce naturale all’interno di ogni ambiente.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Calcolo del rapporto aeroilluminante (superficie vetrata/superficie dell’ambiente).

mq/mq

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare la superficie vetrata dell’ambiente (A); 2. calcolare la superficie della stanza (B); 3. calcolare il rapporto r.a.i. tra la superficie vetrata e la superfici della stanza A/B. Da normativa deve essere maggiore di 1/8; 4. verificare la presenza di schermature e se sono fisse o mobili, in grado di garantire il benessere visivo all’interno; 5. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

PUNTI r.a.i.<1/8 r.a.i.>1/8 r.a.i.>1/8 e schermatura fissa r.a.i.>1/8 e schermatura regolabile

PESO DEL CRITERIO 76

-1 0 3 5

15%


piano primo

Procedimento di calcolo:

Il D.M. 5 luglio 1975 stabilisce il rapporto aero illuminante per le abitaizoni uguale o maggiore ad 1/8. Dall’Art. 128 del Regolamento Edilizio del Comune di Firenze si definisce superficie aeroilluminante di un locale la superficie finestrata apribile prospettante direttamente su spazi liberi, nel rispetto di quanto stabilito dal presente Regolamento in materia di distanza tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, misurati convenzionalmente al lordo dei telai delle finestre o porte finestre, con esclusione delle sole parti non vetrate. L’Art. 132 afferma che le finestrature devono essere dotate di idonei dispositivi che ne consentano l’oscuramentototale e parziale. Alloggio A soggiorno 14 mq letto 14 mq cucina 3,5 mq bagno 3,5 mq

superficie vetrata 2,70*1,10= 2,97 mq superficie vetrata (1,7*1,1+0,7*1,8)=3,13 mq superficie vetrata 0,7*1,9=1,33 mq A superficie vetrata 1,7*0,6=1,02 mq

RAI 2,97/14=0,121 > 0,125 RAI 3,13/14=0,224 >0,125 RAI A 1,33/3,5=0,6 >0,125 RAI 1,02/3,5=0,29 >0,125

Alloggio B soggiorno 14 mq letto 14 mq letto 9 mq cucina 3,5 mq bagno 3,5 mq

superficie vetrata 2,70*1,10= 2,97 mq superficie vetrata 1,6*1,1=1,76 mq B superficie vetrata 1,6*1,1=1,76 mq superficie vetrata 0,7*1,9=1,33 mq superficie vetrata 1,7*0,6=1,02 mq

RAI 2,97/14=0,121 A RAI 1,76/14=0,126 RAI 1,76/9=0,196 RAI 1,33/3,5=0,6 RAI 1,02/3,5=0,29

letto 14 mq

A

soggiorno 14 mq

bagno 3,5 mq

bagno 3,5 mq

cucina 3,5 mq

cucina 3,5 mq

A B

B

soggiorno 14 mq

Il rapporto aero illuminante è sempre uguale o superiore a 1/8 per entrambe le tipologie di alloggio e sono presenti schermature fisse (scuri).

letto 14 mq

> 0,125 >0,125 >0,125 >0,125 >0,125

soggiorno 14 mq

A B

cucina 3,5 mq

cucina 3,5 mq

bagno 3,5 mq

bagno 3,5 mq

letto 9 mq

letto 14 mq

letto 9 mq

soggiorno 14 mq

letto 14 mq

PUNTI

3 77


Amb.3.4 FlessibilitĂ degli spazi interni: Verificare la possibilitĂ di modificare nel tempo la disposizione interna degli alloggi.

DATI DI INPUT

Presenza di strutture flessibili quali pareti leggere in legno o in cartongesso su telai portanti, pareti attrezzate, facile allacciamento agli impianti.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. verificare la presenza di strutture flessibili; 2. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

PUNTI

PRESENTI ASSENTI

0 3

PESO DEL CRITERIO

78

10%


Procedimento di calcolo: Le dimensioni minime e la fitta struttura a setti portanti impediscono la flessibilità degli spazi all’interno dei singoli alloggi.

A

A

A

B

letto 14 mq

soggiorno 14 mq

bagno 3,5 mq

bagno 3,5 mq

cucina 3,5 mq

cucina 3,5 mq

A B soggiorno 14 mq

letto 14 mq

soggiorno 14 mq

A B

cucina 3,5 mq

cucina 3,5 mq

bagno 3,5 mq

bagno 3,5 mq

letto 9 mq

letto 14 mq

letto 9 mq

soggiorno 14 mq

letto 14 mq

PUNTI

0 79


Amb.3.5 Accessibilità: Verificare l’assenza di barriere architettoniche nella fruizione degli alloggi.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Verificare l’assenza di barriere architettoniche nella fruizione degli alloggi attraversi i disegni di progetto o un sopralluogo.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. verificare l’assenza di barriere architettoniche; 2. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

PUNTI

PRESENTI ASSENTI

0 3

PESO DEL CRITERIO

80

15%


Procedimento di calcolo: L’assenza di un elaborato planimetrico e la mancata possibilità di sopralluogo rendono difficile valutare questo parametro. Viste però le ridotte dimensioni degli alloggi si ipotizzano non accessibili a persone con disabilità motorie.

PUNTI

0 81


Amb.3.6 Spazi accessori: Verificare la presenza di terrazze/serre/logge private, di cantine e di garage riservati all’alloggio.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Verificare la presenza di terrazze/serre/logge private, di cantine e di garage riservati all’alloggio.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. Verificare la presenza di: 1_ terrazze/serre/logge private; 2_cantine; 3_garage. 2. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

PUNTI nessuno almeno 1 almeno 2 tutti e 3

PESO DEL CRITERIO

82

-1 0 3 5

15%


Procedimento di calcolo: Gli unici spazi accessori sono le cantine al piano terra del blocco centrale. Queste sono accessibili direttamente dall’esterno e hanno un a dimensione di circa 18 mq l’una. Sono presenti 6 cantine (sui 36 alloggi totali) e la mancanza di dati non ci ha permesso di capire se siano o meno condivise.

piano terra

piano primo

cantina

A

cantina

B

cantina

A

A

A

B

cantina

cantina cantina

A

A

cantina

B

B

negozio

PUNTI

0 83


4.2 I parametri tecnici

Tec.1.1 Ombreggiamento da verde: Rapporto tra la superficie dell’ombra portata dalle chiome degli alberi (ore 12 del 21 Giugno) e la superficie dell’area di progetto.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Planimetria satellitare e indagini sul posto per la raccolta di informazioni in merito al progetto del verde. Superficie di progetto dell’intervento.

mq

mq

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare la superficie dell’ombra portata dalle chiome degli alberi (ore 12 del 21 Giugno) (A); 2. calcolare la superficie di progetto dell’intervento (B); 3. calcolare il rapporto tra la superficie dell’ombra portata dalle chiome degli alberi e la superficie totale dell’area di progetto: A/B x 100 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

% 0 < x < 20 20 < x < 40 40 < x < 60 60 < x < 100

PESO DEL CRITERIO 84

PUNTI -1 0 3 5

15%


Procedimento di calcolo:

14 m

Per il calcolo della superficie delle chiome degli alberi (A) si è ricorso allo strumento CAD con il quale abbiamo ricalcato un’immagine aerea inserita nel programma. Questo conto però non risponde in toto alle richieste del metodo di verifica che richiede l’area ombreggiata a terra alle ore 12 del 21 giugno. Si è quindi trovato l’angolo di inclinazione solare per Firenze il 21 Giugno alle ore 12 ( 70°); quindi traslate tutte le aree di 5,1 metri verso Nord con l’accortezza di eliminare quella parte di ombra che si sovrapponeva agli edifici oppure che non rientrava più nei confini dell’area di progetto, trovando che l’area ombreggiata da verde alle ore 12 del 21 Giugno è 2976 mq.

α

α = 70°

5,1 m Schema ombreggiamento

Dati e risultati della traslazione dell’ombreggiamento

Anche per l’area di progetto si è ricorso all’uso dello strumento CAD con il quale abbiamo individuato e calcolato con precisione l’area di progetto dell’intervento (B) per questa parte di comparto che risulta essere di 8490 mq. Rapporto: A/B x 100 2976/8490 x 100 = 35%

PUNTI

0 85


Tec.1.2 Effetto isola di calore: Rapporto tra l’area delle superfici esterne sistemate a verde o pavimentate con materiali aventi un coefficiente di riflessione pari o superiore al 30% o pavimentate con elementi alveolari o ombreggiate (ore 12 del 21 giugno) e l’area complessiva delle superfici esterne.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Superficie delle aree sistemate a verde o pavimentate con materiali aventi un coefficiente di riflessione pari o superiore al 30% o pavimentate con elementi alveolari o ombreggiate (ore 12 del 21 giugno). Superficie di progetto dell’intervento.

mq

mq

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare l’area complessiva delle superfici esterne (A); 2. calcolare l’area complessiva delle superfici esterne sistemate a verde o pavimentate con materiali aventi un coefficiente di riflessione pari o superiore al 30% o pavimentate con elementi alveolari o ombreggiate (ore 12 del 21 giugno) (B); 3. calcolare il rapporto percentuale tra l’area delle superifici esterne pavimentate in grado di diminuire l’effetto “isola di calore” e l’area totale delle superfici esterne: B/A x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

% 0 < x > 20 20 < x < 40 40 < x < 60 60 < x < 100

PESO DEL CRITERIO 86

PUNTI -1 0 3 5

20%


Procedimento di calcolo: Per il calcolo dell’area complessiva delle superfici esterne (A) si è utilizzato lo strumento CAD calcolando prima la Superficie complessiva dell’area in questione andando poi a sottrarre l’area di sedime degli edifici preesistenti. Una successiva indagine effettuata è stata quella per capire quali materiali sono utilizzati al livello 0 nell’area; questo per poter poi attribuire a ognuno di essi un valore di albedo come indica la procedura. Materiali: Asfalto invecchiato Autobloccanti Verde incolto

Coefficiente di riflessione: 0,1 0,22 0,26

Testi consultati: F.M.Butera, Architettura e Ambiente, Etas, 1995 M.Iqbal, An introduction to solar radiation, 1983 Norma UNI 8477 Dall’analisi di questi libri si è notato come molti coefficienti relativi allo stesso materiale cambino a seconda delle stagioni, questo perche nei diversi periodi dell’anno alcuni colori cambiano; un esempio: il verde incolto e l’erba secca il cui valore è inferiore di 0,06 oppure un bosco di conifere d’inverno con valore 0,04 e un bosco in autunno il cui valore è 0,26.

- Aree con coefficiente di riflessione ≥ 0,3 = ASSENTI - Aree con superficie verde incolta = 2035 mq (molte aree però sono già conteggiate tra la superficie ombreggiata alle ore 12 del 21 Giugno) - Aree ombrggiate alle ore 12 del 21 Giugno = 2976 mq - Totale aree ombreggiate e aree con superficie verde (al netto delle sovrapposizioni) (B) = 3939 mq - Area complessiva delle superfici esterne (A) = 7077 mq Rapporto: B/A x 100 3939/7077 x 100 = 55%

PUNTI

3 87


Tec.1.3 Permeabilità del suolo: Quantità di superfici esterne permeabili e rispetto al totale delle superfici esterne di pertinenza dell’edificio.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Superficie delle aree permeabili. Superficie di progetto dell’intervento.

mq mq

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare la superficie delle aree esterne permeabili (A); 2. calcolare la superficie di progetto dell’intervento (B); 3. calcolare il rapporto tra la superficie esterna permeabile e la superficie totale dell’area di progetto: A/B x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

% 0 < x > 20 20 < x < 40 40 < x < 60 60 < x < 100

PESO DEL CRITERIO 88

PUNTI -1 0 3 5

20%


Procedimento di calcolo: Ogni materiale ha un proprio coefficiente di permeabilità. Tra i materiali utilizzati nella nostra area di progetto sia l’asfalto che gli autobloccanti risultano essere impermeabili o quasi all’acqua perciò queste superfici non sono state conteggiate. Unica superficie conteggiata è invece quella del verde incolto il cui coefficiente può variare dal 70% al 90% stando ai documenti consultati per l’occasione: http://www.comune.bolzano.it/UploadDocs/3180_Nuove_Schede_superfici_RIE_Ital.pdf

Diverso indice di permeabilità: superfici trattate a verde, permeabili o impermeabili

- Aree permeabili = 2035 mq - Totale aree permeabili moltiplicato per il relativo coefficiente = 2035 x 0,9 = 1830 mq - Area complessiva delle superfici esterne (A) = 7077 mq Rapporto: A/B x 100 1830/7077 x 100 = 26%

PUNTI

0 89


Tec.1.4 Consumo di suolo: Rapporto tra la superficie coperta (Sc) e la superficie dell’area di progetto.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Superficie di sedime degli edifici. Superficie di progetto dell’intervento.

mq mq

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare la superficie di sedime degli edifici (A); 2. calcolare la superficie di progetto dell’intervento (B); 3. calcolare il rapporto tra la superficie di sedime e la superficie totale dell’area di progetto: A/B x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

% 60 < x > 100 40 < x < 60 20 < x < 40 0 < x < 20

PESO DEL CRITERIO 90

PUNTI -1 0 3 5

15%


Procedimento di calcolo: Per il calcolo del criterio si è prima individuata da CAD l’area di sedime degli edifici (A) che è risultata essere di 1413 mq. Successivamente, e sempre da CAD si è passati a calcolare l’are di progetto dell’intervento (B) che è di 8490 mq. Rapporto: A/B x 100 1413/8490 x 100 = 17%

PUNTI

5 91


Tec.1.5 Inquinamento acustico: Potenza acustica rilevata da un ipotetico osservatore postonei punti A, B, C Punto A: distanza dalla ferrovia 15 metri, distanza dalla strada 75 metri; Punto B: distanza dalla ferrovia 45 metri, distanza dalla strada 45 metri; Punto C: distanza dalla ferrovia 75 metri, distanza dalla strada 15 metri;

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Planimetria per la localizzazione dei punti di rilevazione. Traffico veicolare con relativi livelli di rumore.

dB

Traffico ferroviario con livelli livelli di rumore.

dB

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 2. calcolare la potenza sonora rilevata da un ipotetico osservatore in campo aperto semisferico per i punti A, B, C;

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO BUONO OTTIMO

PUNTI “Inadempienza dei limiti massimi di esposizione al rumore per abienti esterni” “Rispetto dei limiti massimi di esposizione al rumore per abienti esterni” “Rispetto dei “VALORI DI QUALITA’ secondo l’Art. 6 del D.P.C.M. del 14/11/97” di esposizione al rumore per abienti esterni”

0 3 5

Valori limite di cui al D.P.C.M. 01.03.91 in materia di “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”, e successive modifiche (Legge 447 del 26/10/1995); Piano Comunale di Classificazione Acustica

PESO DEL CRITERIO 92

20%


Procedimento di calcolo: Dal Piano di zonizzazzione acustica del Comune di Firenze la zona rientra nella classe IV: 65 - 55 dB(A) (dBA è la curva di ponderazione usata per la valutazione del disturbo umanoma la differenza tra dB e dBA per la frequenza di 1000 Hz risulta essere nulla). (i due valori si riferiscono alle due diverse fasi della giornata: periodo diurno dalle 06.00 ÷ 22.00, periodo notturno dalle 22.00 ÷ 06.00). Anche dal D.P.C.M. 01-03-91 e successiva Legge 447 del 26-10-95 (punto 9) si nota infatti che i valori limite sono gli stessi: 65 - 55 dB(A) (valori limite di immissione). Altri dati utilizzati per i calcoli sono stati reperiti dalle seguenti fonti: - Distanza dalla due fonti principali di rumore; ferrovia e strada: Punto A 15 metri dalla ferrovia / 75 metri dalla strada Punto B 45 metri dalla ferrovia / 45 metri dalla strada Punto C 75 metri dalla ferrovia / 15 metri dalla strada - Atti del congresso: INTER-NOISE 2007 28-31 AUGUST 2007 ISTANBUL, TURKEY The spectrum shape of outdoor and indoor road traffic noise

15 m

A

30 m B 30 m 15 m

C

- Piano di zonizzazzione Acustica Alto Ferrarese, Maggio 2010 - Arpa, Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia Romagna, Sez. di Modena: RISULTATI DELLA CAMPAGNA DI MISURE PER CARATTERIZZARE L’ANTE OPERAM ACUSTICO PRIMA DEL RADDOPPIO DELLA LINEA FERROVIARIA BO-VR, COMUNE DI SAN FELICE - ANNO 2005 - Arpa, Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia Romagna, Sez. di Modena: CAMPAGNA DI MONITORAGGIO INQUINAMENTO ACUSTICO RUMORE DA TRAFFICO STRADALE, COMUNE DI CAMPOGALLIANO - ANNO 2011 - Arpa, Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Umbria: Piano di risanamento acustico della linea ferroviaria F.C.U. Risultati delle campagne di misure fonometriche - Dicembre 2006

93


Ferrovia: La propagazione del suono in ambiente cittadino può essere attenuata da alcuni fattori o incontrare alcuni ostacoli (come nel nostro caso) creati ad hoc per limitare alcuni effetti. La relazione utilizzata per il calcolo della potenza sonora di un ipotetico ricevente posto alla distanza X dalla fonte di rumore considerata è stata la seguente: Lricevente = LWsorgente - ( Ageometrica + Aatmosferica + Aterreno + Abarriere ) Aatmosferica Aterreno Ageometrica Abarriere

è usata nel caso in cui ci si riferisca a distanze superiori ai 100 metri; è dovuta alla presenza, tra sorgente e ricevente, di cespugli, alberi, erba incolta o prato; varia a seconda del tipo di fonte rumorosa; il nostro è un caso di attenuazione geometrica semicilindrica; è dovuta alla presenza, come nel nostro caso, di barriere poste nei pressi della fonte di rumore per limitarne la propagazione.

Aatmosferica = è assente nel nostro modello di studio perchè le distanze sono inferiori ai 100 metri Aterreno

= 0,01 ∙ d ∙ f1/3 = 0,01 ∙ 15 ∙ 10001/3 = 1,5 dB(A)

Ageometrica = 10 Log (d) - 5 = 10 Log (15) - 5 = 7 dB(A) Per il calcolo di questi tre fattori di attenuazione non è fondamentale l’analisi dello spettro di frequenza; ma ciò non vale per l’attenuazione dovuta alla presenza delle barriere acustiche lato ferrovia che lavorano meglio alle medio-alte frequenze (1000 Hz - 4000 Hz) mentre sono meno efficaci alle basse frequenze (50 Hz - 500 Hz). Per una più precisa stima quindi del reale fattore di attenuazione si è proceduto al calcolo dell’attenuazione, dovuta alle barriere acustiche, su quattro frequenze differenti: 500 Hz - 1000 Hz - 2000 Hz - 4000 Hz. Il calcolo, come si può notare dallo schema illustrativo, dipende anche dalla distanza tra sorgente e ricevente per cui è stato ripetuto per ciascun punto scelto per la verifica. Un altro fattore che influenza l’efficacia delle barriere riguarda il loro impiego in opera in modo continuo o in modo discontinuo. Nel nostro caso la barriera è continua per tutto il tratto considerato (ed anche oltre) perciò non verranno considerati fenomeni di diffrazione dell’onda sonora. sorgente lineare

sorgente lineare ricevente

ricevente

barriera Barriera antirumore continua, assenza di diffrazione

94

barriera Barriera antirumore discontinua, fenomeno di diffrazione


- distanza dalla ferrovia 15 metri: 3,5 m 2,2 m

15 m 1,5 m 1,8 m

Abarriere, 500 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 3 + 3 ) = 10 Log (63) = 18 dB(A)

5,7 m

3,7 m

12 m

3m

N = (2 δ/c) ∙ f = 2 ( 3,6 + 12,6 - 15,1 )/343 ∙ 500 = 3 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 500 Hz Abarriere,1000 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 6,5 + 3 ) = 10 Log (133) = 21 dB(A) N = 2 δ/c ∙ f = 2 ( 3,6 + 12,6 - 15,1 )/343 ∙ 1000 = 6,5 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 1000 Hz Abarriere, 2000 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 13 + 3 ) = 10 Log (263) = 24 dB(A) N = 2 δ/c ∙ f = 2 ( 3,6 + 12,6 - 15,1 )/343 ∙ 2000 = 13 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 2000 Hz Abarriere, 4000 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 26 + 3 ) = 10 Log (523) = 27 dB(A) N = 2 δ/c ∙ f = 2 ( 3,6 + 12,6 - 15,1 )/343 ∙ 4000 = 26 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 4000 Hz

95


- distanza dalla ferrovia 45 metri:

3,5 m 2,2 m

45 m 1,5 m 1,8 m

Abarriere, 500 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 2 + 3 ) = 10 Log (43) = 16 dB(A) N = (2 δ/c) ∙ f = 2 ( 3,6 + 42,18 - 45,04 )/343 ∙ 500 = 2 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 500 Hz Abarriere,1000 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 4 + 3 ) = 10 Log (83) = 19 dB(A) N = 2 δ/c ∙ f = 2 ( 3,6 + 42,18 - 45,04 )/343 ∙ 1000 = 4 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 1000 Hz Abarriere, 2000 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 8,5 + 3 ) = 10 Log (173) = 22 dB(A) N = 2 δ/c ∙ f = 2 ( 3,6 + 42,18 - 45,04 )/343 ∙ 2000 = 8,5 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 2000 Hz Abarriere, 4000 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 17 + 3 ) = 10 Log (343) = 25 dB(A) N = 2 δ/c ∙ f = 2 ( 3,6 + 42,18 - 45,04 )/343 ∙ 4000 = 17 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 4000 Hz

96

3,7 m

42 m

3m

5,7 m


- distanza dalla ferrovia 75 metri:

3,5 m 2,2 m

75 m 1,5 m 1,8 m

Abarriere, 500 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 2 + 3 ) = 10 Log (43) = 16 dB(A)

5,7 m

3,7 m

72 m

3m

N = (2 δ/c) ∙ f = 2 ( 3,6 + 72,11 - 75,02 )/343 ∙ 500 = 2 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 500 Hz Abarriere,1000 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 4 + 3 ) = 10 Log (83) = 19 dB(A) N = 2 δ/c ∙ f = 2 ( 3,6 + 72,11 - 75,02 )/343 ∙ 1000 = 4 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 1000 Hz Abarriere, 2000 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 8 + 3 ) = 10 Log (163) = 22 dB(A) N = 2 δ/c ∙ f = 2 ( 3,6 + 72,11 - 75,02 )/343 ∙ 2000 = 8 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 2000 Hz Abarriere, 4000 = 10 Log (20 N + 3) = 10 Log (20 ∙ 16 + 3 ) = 10 Log (323) = 25 dB(A) N = 2 δ/c ∙ f = 2 ( 3,6 + 72,11 - 75,02 )/343 ∙ 4000 = 16 con δ=a+b-c c = 343 m/s f = 4000 Hz

97


A questo punto è stata fatta una analisi sulla frequenza di passaggio dei treni, sia con le rilevazioni sul posto che con i dati riportati nel documento Arpa regione Emilia Romagna prima menzionato. Dalle rilevazioni effettuate sul posto, della durata continua di 2 ore, si è potuto però solo apprendere il numero di passaggi all’ora e il numero di carrozze per ogni treno rilevato senza riuscire a ricavare con precisione ulteriori informazioni utili come la velocità o meglio ancora un livello di potenza sonora in dB. Il rilevazione della frequenza di passaggio dei treni ha dato come risultato 1 treno ogni 8 minuti circa. Questo dato, relativo a un periodo di osservazione molto limitato, è stato utilizzato come verifica della corretta interpretazione del documento Arpa che riporta i passaggi dei treni per un periodo di 24 ore con indicazione dell’ora, del tipo di treno, del tipo di motrice, della velocità e della lunghezza del treno. Differenza fondamentale, che non può essere trascurata al fine di una corretta indicazione del numero di passaggi diurno,è il punto di rilevazione del dato: la rilevazione dell’Arpa è stata effettuata su un tratto di ferrovia a due binari mentre la ferrovia da noi analizzata è un tratto a quattro binari, il tratto di immissione alla nota “Direttissima” Roma-Firenze. Abbiamo quindi raddoppiato i dati riportati in tabella ottenendo il valore di 124 treni totali per il periodo considerato (quello diurno), con una media di 1 treno ogni 7,74 minuti ( 960/124 ) che è molto simile al dato di analisi da noi rilevato sul posto. Con tutti questi dati disponibili è stato possibile utilizzare un modello matematico per il calcolo del valore medio di emissione sonora:

Modello SCHALL 03: Questo modello permette di calcolare un Livello Medio di Emissione Lm,E , che rappresenta il livello equivalente, sempre a 25 m dall’asse centrale del binario ed a 3.5m di quota, a partire dal “valore di base” di 51 dB corretto per tener conto del numero, lunghezza e velocità dei convogli transitanti in un’ora, dell’effettivo tipo di armamento, della presenza di passaggi sopraelevati, passaggi a livello, ponti, curve, scambi, della percentuale di vagoni con freni a disco, del tipo di materiale rotabile. Il metodo si basa su questi punti principali: - Definizione del “valore di base”, pari a 51 dB(A), che rappresenta il Livello Equivalente prodotto a 25 m di distanza ed a 3.5m di altezza dall’asse del binario dal passaggio di un convoglio/ora, lungo 100m, alla velocità di 100 km/h, dotato di freni a disco, ipotizzando il terreno piano e privo di ostacoli, su binario continuo saldato rettilineo con traversine in legno; - Calcolo di un Livello Medio di Emissione Lm,E , he rappresenta il livello equivalente, sempre a 25 m dall’asse binario ed a 3.5m di quota, a partire dal “valore di base” corretto per tener conto del numero, lunghezza e velocità dei convogli transitanti in un’ora, dell’effettivo tipo di armamento, della presenza di passaggi sopraelevati, passaggi a livello, ponti, curve, scambi, della percentuale di vagoni con freni a disco, del tipo di materiale rotabile. - Suddivisione del tracciato ferroviario in tratti di limitata lunghezza, a partire dal centro di ciascuno dei quali viene effettuato il calcolo dell’energia sonora emessa. La relazione utilizzata è la seguente:

Lm,E = 10 log [ Σi 10 0.1 ( 51 + Dfz + Dd + Dl + Dv ) ] + Dfb + Dbr + Dbu + Dra

98


in cui compaiono i seguenti termini correttivi: Dfz: Influenza dei tipi di veicoli; Dd: Influenza del tipo di freni; Dl: Influenza della lunghezza del treno; Dv: Influenza della velocità; Dfb: Influenza del tipo di armamento; Dbr: Influenza dei ponti; Dbu: Influenza dei passaggi a livello; Dra: Influenza dello stridio in curva; Nel tratto considerato molti di questi parametri risultano essere pari a zero per l’assenza di ponti, per la mancanza di passaggi a livello, per la mancanza di curve e perchè è ormai legge l’uso su tutte le carrozze dei freni a disco. I parametri che risultano essere diversi da zero sono invece i seguenti: Dfz: poichè non tutti i convogli che transitano hanno una motrice di nuova generazione (per esempio ETR sui treni a lunga percorrenza) con ammortizzatori antirumore, il valore di questo coefficiente è stato preso pari a - 1; Dl:

10 log (0,01 ∙ l ) = 10 log ( 13,95 ) = + 11,45 dB

- le carrozze passeggeri hanno una lunghezza di 26 metri (media); - con l’analisi sul posto, oltre a rilevare il numero di treni per ora, ci ha fornito anche indicazioni sul numero medio di carrozze per treno che è risultato essere di 7; - la lunghezza media quindi è stata stimata in 180 metri (moltiplicando 26 ∙ 7); Immaginando di sommare tutti i treni, passanti in un’ora nel tratto considerato, in un unico convoglio la sua lunghezza risulterebbe di 1395 metri (moltiplicando 180 ∙ 7,75) Dv:

20 log ( 0,01 ∙ v ) = 10 log ( 0,6 ) = - 4,4 dB

- la velocità media dei convogli è stata calcolata facendo la media delle velocità riportate nel documento dell’Arpa regione Emilia Romagna. Dfb:

il tratto considerato è realizzato in Ballast + traversine in cemento cui corrisponde un apporto positivo di + 2 dB.

Si ottiene quindi, sostituendo i valori nella espressione precedente, il Livello Medio di Emissione alla distanza di 25 metri:

Lm,E = 10 log [ 10 0.1 ( 51 - 1 + 11,45 - 4,4 ) ] + 2 = 59 dB(A)

99


Questo risultato è però alla distanza di 25 metri dalla sorgente perciò calcoliamo il livello di potenza sonora alla sorgente aggiungendo il fattore di divergenza geometrica calcolato su 25 metri:

LWS = Lm,E + 10 log ( π ∙ d ) = 47 + 10 log (78,5) = 59 + 19 = 78 dB(A) Il valore di LWS così trovato alla sorgente è il risultato della somma di parti differenti per le varie frequenze. Al fine di sottrarre quindi l’attenuazione della barriera è necessario individuare la composizione in frequenza del risultato ottenuto. Utilizzando il documento Arpa regione Umbria si è notato che le basse frequenze hanno un peso maggiore rispetto alle medio-alte perciò si è supposto che il 50 % di esso fosse dovuto alle basse frequenza mentre l’altra metà alle medio-alte frequenze.

500 Hz

78 dB(A)

50%

1000 Hz 2000 Hz

LW1 = 77 dB(A) LW2 = 73 dB(A)

50%

4000 Hz

LW2 = 73 dB(A) LW2 = 73 dB(A)

Utilizzando la formula per il calcolo della somma di più livelli sonori si sono potute calcolare le singole potenze sonore per ogni frequenza, tenendo conto che per quelle da 1000 Hz a 4000 Hz si ha lo stesso valore:

10 log Σ 10 Li/10 = 78 dB(A) 10 log (10 L1/10 + 10 L2/10 ) = 78 dB(A) 10 log (10 7,7 + 10 7,3 ) = 78 dB(A) con:

LW1 77 dB(A) LW2 73 dB(A) Dall’equazione si nota che per la frequenza di 500 Hz verrà utilizzato il valore di 77 dB(A), mentre per le altre frequenze lo stesso valore di 73 dB(A).

100


- Si può quindi calcolare il livello di potenza sonora percepita a 15 metri dalla ferrovia andando a sottrarre ai livelli sonori prima calcolati la relativa (relativa ad ogni frequenza di analisi) attenuazione della barriera:

LAm,E = 10 log Σ 10 Li - Ageom - Abarriere /10 con: Li somma algebrica di LW1 e Abarriere, 500 , per la frequenza di 500 Hz somma algebrica di LW2 e Abarriere, 1000 , per la frequenza di 1000 Hz somma algebrica di LW2 e Abarriere, 2000 , per la frequenza di 2000 Hz somma algebrica di LW2 e Abarriere, 4000 , per la frequenza di 4000 Hz

LAm,E = 10 log (10(77 - 10 log ( 15 ∙ π ) - 18)/10 + 10(73 - 10 log ( 15 ∙ π ) - 21)/10 + 10(73 - 10 log ( 15 ∙ π ) - 24)/10 + 10(73 - 10 log ( 15 ∙ π ) - 27)/10 ) = 44 dB(A) - La stessa procedura è stata ripetuta per il calcolo a 45 metri dalla ferrovia, andando nuovamente a sottrarre ai livelli sonori prima calcolati la relativa (relativa ad ogni frequenza di analisi) attenuazione della barriera:

LBm,E = 10 log Σ 10 Li - Ageom - Abarriere /10 con: Li somma algebrica di LW1 e Abarriere, 500 , per la frequenza di 500 Hz somma algebrica di LW2 e Abarriere, 1000 , per la frequenza di 1000 Hz somma algebrica di LW2 e Abarriere, 2000 , per la frequenza di 2000 Hz somma algebrica di LW2 e Abarriere, 4000 , per la frequenza di 4000 Hz

LBm,E = 10 log (10(77 - 10 log ( 45 ∙ π ) - 16)/10 + 10(73 - 10 log ( 45 ∙ π ) - 19)/10 + 10(73 - 10 log ( 45 ∙ π ) - 22)/10 + 10(73 - 10 log ( 45 ∙ π ) - 25)/10 ) = 41 dB(A) Anche per il calcolo a 75 metri dalla ferrovia si è sottratto ai livelli sonori prima calcolati la relativa (relativa ad ogni frequenza di analisi) attenuazione della barriera:

LCm,E = 10 log Σ 10 Li - Ageom - Abarriere /10 con: Li somma algebrica di LW1 e Abarriere, 500 , per la frequenza di 500 Hz somma algebrica di LW2 e Abarriere, 1000 , per la frequenza di 1000 Hz somma algebrica di LW2 e Abarriere, 2000 , per la frequenza di 2000 Hz somma algebrica di LW2 e Abarriere, 4000 , per la frequenza di 4000 Hz

LCm,E = 10 log (10(77 - 10 log ( 75 ∙ π ) - 16)/10 + 10(73 - 10 log ( 75 ∙ π ) - 19)/10 + 10(73 - 10 log ( 75 ∙ π ) - 22)/10 + 10(73 - 10 log ( 75 ∙ π ) - 25)/10 ) = 38 dB(A) 101


Strada: Una simile analisi è stata effettuata in merito all’altra fonte di inquinamento: la strada a Sud, via di Rocca Tedalda. Il modello per il calcolo di questo valore è stato preso dal “Piano di zonizzazzione Acustica Alto Ferrarese, Maggio 2010” nel quale si riporta la seguente relazione:

Leq = L0 + CV ∙ log (V) + CQ ∙ log (Ql + r ∙ QP) - CD ∙ log [ (π ∙ d) / 1 - (i ∙ e) ] con: L0

livello sonoro di soglia, in dB(A); questo valore è stato preso pari a 20 dB(A)

CV

coefficiente di calibrazione per l’incidenza della velocità; il Piano di zonizzazzione Acustica riporta un valore per questo coefficiente pari a 30

V

è la velocità media di riferimento della strada, in km/h; per via di Rocca Tedalda è stato assunto un livello medio di velocità pari a 50 Km/h

CQ

è un coefficiente di calibrazione per l’incidenza del flusso veicolare; il Piano di zonizzazzione Acustica riporta un valore per questo coefficiente pari a 10

Ql

è il flusso orario di veicoli leggeri; per il calcolo di questo coefficiente si sono elaborati i dati del documento Arpa dell’Emilia Romagna relativi al passaggio giornaliero e settimanale di veicoli su una strada simile a via di Rocca Tedalda trovando il valore di 518 mezzi leggeri/ ora

r

è l’equivalenza acustica del mezzo pesante rispetto a quello leggero, in unità; sempre analizzando i dati del documento Arpa dell’Emilia Romagna si è trovata la corrispondenza tra mezzi leggeri e mezzi pesanti: 53 pesanti = 518 leggeri da cui il rapporto: di 1 a 10

QP

è il flusso orario di veicoli pesanti; dall’elaborazione dei dati del documento Arpa dell’Emilia Romagna si è trovato il valore di 53 mezzi pesanti/ ora

CD

è un coefficiente di calibrazione per l’incidenza della divergenza geometrica; il Piano di zonizzazzione Acustica riporta un valore per questo coefficiente pari a 30

d

è la distanza tra sorgente e ricevente; questo valore è pari a 75 per il punto A, 45 per il punto B e 15 per il punto C

i

è pari a zero se il ricevente è in vista alla sorgente, all’unità nel caso opposto; questo valore è pari a 1 per il punto A, mentre risulta essere 0 per i punti B e C

102


e

è la percentuale di edificato in un’area circolare di 100 m centrata al ricevente. questo valore è pari al 10% per il punto A, risulta nullo per i punti B e C

Si può quindi calcolare il valore Leq per i punti A, B e C:

LAeq = 20 + 30 ∙ log (50) + 10 ∙ log (518 + 10 ∙ 53) - 20 ∙ log [ (π ∙ 75) / 1 - (1 ∙ 0.1) ] LAeq = 20 + 51 + 30 - 48 = 53 dB(A) LBeq = 20 + 30 ∙ log (50) + 10 ∙ log (518 + 10 ∙ 53) - 20 ∙ log [ (π ∙ 45) / 1 ] LBeq = 20 + 51 + 30 - 43 = 58 dB(A) LCeq = 20 + 30 ∙ log (50) + 10 ∙ log (518 + 10 ∙ 53) - 20 ∙ log [ (π ∙ 15) / 1 ] LCeq = 20 + 51 + 30 - 34 = 67 dB(A) I valori così trovati non hanno bisogno di nessuna correzzione perchè nel modello è già presente un coefficiente per il calcolo dell’attenuazione geometrica.

103


Si possono ora sommare nei punti scelti come verifica i valori trovati sia per la ferrovia che per la strada:

Punto A: 75 m

15 m

A

strada

osservatore

LiA = 10 log (10 Lferrovia/10 + 10 Lstrada/10 ) + 3

ferrovia

(il fattore + 3 da aggiungere è dovuto alla natura di impulsività del rumore)

LiA = 10 log (10 44/10 + 10 53/10 ) + 3 = 57 dB(A)

Punto B: 45 m

45 m

B

strada

LiB = 10 log (10 Lferrovia/10 + 10 Lstrada/10 ) + 3

osservatore

(il fattore + 3 da aggiungere è dovuto alla natura di impulsività del rumore)

LiB = 10 log (10 41/10 + 10 58/10 ) + 3 = 61 dB(A)

104

ferrovia


Punto C: 15 m

75 m

C

strada

osservatore

LiC = 10 log (10 Lferrovia/10 + 10 Lstrada/10 ) + 3

ferrovia

(il fattore + 3 da aggiungere è dovuto alla natura di impulsività del rumore)

LiC = 10 log (10 38/10 + 10 67/10 ) + 3 = 70 dB(A)

Tali risultati superano la soglia massima di Legge solo nel punto C, con 70 dB(A) a fronte dei 65 dB(A) ammessi dalla Legge, che si trova più vicino alla strada indicando quindi come principale fonte di inquinamento acustico proprio la stada a Sud dell’area considerata. Tuttavia per i punti A e B, che sono a 15 e 45 metri dalla ferrovia, il valore è molto vicino se non uguale al massimo di Legge percui si decide di assegnare a questo parametro il punteggio di 0.

- Aspetto importante è che il D.P.C.M. del 14-11-97 riporta una tabella ulteriore in cui specifica i “Valori di Qualità” che risultano essere di 3 dBA più bassi rispetto ai massimi di legge. Nella nostro progetto punteremo ad ottenere questi valori che sono quindi di 62 - 42 dBA

PUNTI

0 105


Tec.1.6 Gestione dei rifiuti: Accessibilità delle aree di raccolta differenziata dei rifiuti solidi organici e non.

DATI DI INPUT

Planimetria satellitare e indagini sul posto per la raccolta di informazioni e seguente verifica della presenza di strategie per la raccolta differenziata dei rifiuti.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. descrivere le caratteristiche funzionali e di accessibilità dei sistemi di raccolta differenziata previsti nell’area di intervento; 2. individuare lo scenario che meglio descrive le caratteristiche dell’area e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

PUNTI “Assenza di strategie per la raccolta differenziata e non” “Presenti ma poco accessibili” “Presenti e ben accessibili” “Raccolta porta a porta”

PESO DEL CRITERIO 106

-1 0 3 5

10%


Procedimento di calcolo: Il comune di Firenze, con la ditta “Quadrifiglio”, è da sempre attento alla pulizia della città e delle strade cittadine, cercando sempre sistemi all’avanguardia per facilitare il raccoglimento e lo smaltimento dei rifiuti prodotti. Esempio pratico è la proposta di progetto per il termovalorizzatore di Case Passerin chiamato “Q.tHermo” che il Comune ha presentato alla Provincia di Firenze ed è ora in attesa delle necessarie autorizzazioni. Per passare ad un campo più limitato il Comune e la ditta sopracitata stanno promuovendo in alcune aree della Città la sostituzione dei cassonetti comuni con una serie di cassonetti interrati (8) o semi-interrati (10) che han fatto eliminare già 32 contenitori di rifiuti. L’intera area ERP è ancora servita con cassonetti di tipo tradizionale e la nostra area in esame adesso ne ha ben 12 disposti su Via di R. Tedalda in maniera contrapposta sui due sensi di marcia: - 2 per l’indifferenziata - 2 per il vetro - 2 per la plastica - 2 per la carta Anche l’accessibilità dei cassonetti è ottima visto che sono facilmente raggiungibili e la loro visione non è impedita da nessun ostacolo. Unico punto che potrebbe creare scomodità e intralcio alla circolazione è la collocazione dei cassonetti a bordo strada; la cui raccolta richiede, seppur per un brevelasso di tempo, la sosta degli ingombranti camion al centro di Via di R. Tedalda.

PUNTI

3 107


Tec.2.1 Consumi energetici: Rapporto tra energia primaria annua per il riscaldamento (EPi) e energia primaria limite prevista dal DLgs 311/06 (EPilim).

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Fabbisogno annuo di energia primaria per il riscaldamento (EPi) (B).

KWh/mq a

Fabbisogno annuo di energia primaria per il riscaldamento limite (EPilim) prevista dal DLgs 311/06 (A).

KWh/mq a

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare il fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento (EPi) sulla base della procedura descritta nella serie UNI TS 11300:2008 (A); 2. calcolare il fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento limite (EPilim) prevista dal DLgs 311/06 (B); 3. calcolare il rapporto percentuale tra energia primaria per il riscaldamento dell’edificio da valutare (EPi) ed energia primaria limite (EPilim) prevista dal DLgs 311/06: A/B x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

%

PUNTI

NEGATIVO x > 100 -1 ∙ n SUFFICIENTE 80 < x < 100 0 BUONO 67 < x < 80 3 OTTIMO x < 67 5 Decreto legislativo n.311/06: “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/ CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia”

PESO DEL CRITERIO 108

20%


Procedimento di calcolo: Per il calcolo dell’ EPilim (A) si è guardato al Dlgs 311/06 in cui si legge che gli edifici in questione rientrano nella categoria E1 e i valori cui fare riferimento sono quelli riportati in Tab. 1.3 in vigore dal 01/01/2010. Altri dati necessari per trovare il corretto valore sono: - zona climatica = D - GG (gradi giorno) per Firenze = 1821 Per ottenere il valore cercato (A) è necessario avere il rapporto di forma dell’edificio in questione, calcolato come Superficie/Volume. Sia il valore della Superficie che quello del Volume sono stati ripresi dalle analisi fatte nella prima fase comune del Laboratorio e sono: - Volume = 5095 mc - Superficie = 2887 mq Rapporto: Superficie/Volume = 2887/5095 = 0,57 Essendo il rapporto un valore compreso tra 0,2 e 0,9 si è quindi proceduto, come da normativa, con le interpolazioni lineari:

f2 = 34 f1 = 21,3

x1 = 1401

f=?

x = 1801

f2 = 88 f=?

f1 = 68

x2 = 2100

Interpolazione lineare S/V ≤ 0,2:

x1 = 1401

x = 1801

x2 = 2100

Interpolazione lineare S/V ≥ 0,9:

interpolazione lineare S/V ≤ 0,2: (x2 - x) / (x2 - x1) ∙ f1 + (x - x1) / (x2 - x1) ∙ f2 = (2100 - 1821) / (2100 - 1401) ∙ 21,3 + (1821 - 1401) / (2100 - 1401) ∙ 34 = (279 / 699) ∙ 21,3 + (420 / 699) ∙ 34 = 28,9 KWh/mq a

109


interpolazione lineare S/V ≥ 0,9: (x2 - x) / (x2 - x1) ∙ f1 + (x - x1) / (x2 - x1) ∙ f2 = (2100 - 1821) / (2100 - 1401) ∙ 68 + (1821 - 1401) / (2100 - 1401) ∙ 88 = (279 / 699) ∙ 68 + (420 / 699) ∙ 88 = 80 KWh/mq a Si procede quindi ad una successiva interpolazione usando i valori trovati in precedenza per calcolare il fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento limite (EPilim) prevista dal DLgs 311/06 (B). y2 = 0,9

f2 = 80

y = 0,56

y2 = 0,2

f=?

f1 = 28,9

(y2 - y) / (y2 - y1) ∙ f1 + (y - y1) / (y2 - y1) ∙ f2 = (0,9 - 0,57) / (0,9 - 0,2) ∙ 28,9 + (0,57 - 0,2) / (0,9 - 0,2) ∙ 80 = (0,33 / 0,7) ∙ 28,9 + (0,37 / 0,7) ∙ 80 = 56 KWh/mq a L’edificio ha una superficie totale abitabile di 1950 mq quindi il fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento limite (EPilim) prevista dal DLgs 311/06 (B) risulta essere: 1.950 ∙ 56 = 109.200 KWh/a Il calcolo dell’energia primaria, attualmente usata per il riscaldamento degli alloggi dell’edificio considerato, è stato effettuato con il software MC impianto 11300 considerando tra diversi alloggi (posizionati su piani diversi dello stesso edificio) e andando poi a fare una media aritmetica dei valori ottenuti: - alloggio 1 = 290,6 KWh/mq a - alloggio 2 = 215,8 KWh/mq a - alloggio 3 = 265,3 KWh/mq a media alloggi = (291 + 216 ∙ 2 + 265)/4 = 246 KWh/mq a

110


Alloggio 1

Alloggio 2

Alloggio 3

Utilizzando il valore medio precedentemente ottenuto si può arrivare a stabilire che attualmente il consumo di energia primaria per il riscaldamento dell’edificio (A) è: 1950 ∙ 246 = 480.190 KWh/a Si può procedere quindi al rapporto che risulta essere il seguente: Rapporto: A/B x 100 480.190/109.200 x 100 = 440%

PUNTI

-4 111


Tec.2.2 Struttura antisismica: Corrispondenza degli standard degli edifici alla normativa antisismica vigente.

DATI DI INPUT

Analisi degli edfici esistenti alle sollecitazioni orizzontali. Analisi degli edfici esistenti alle sollecitazioni verticali.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. ricostruire la struttura portante degli edifici; 2. calcolo delle reazioni dovute e sisma; 3. confrontare il valore calcolato con i valori della normativa vigente.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO BUONO

%

“Assenza dei requisiti minimi” “Presenza dei requisiti minimi”

PUNTI -1 0

NTC2008 - Norme tecniche per le costruzioni - D.M. 14 Gennaio 2008

PESO DEL CRITERIO 112

10%


Procedimento di calcolo: Il calcolo della struttura alle sollecitazioni di un sisma è stato effettuato nella parte di analisi comune e la tavola 07.A mostra i risultati ottenuti. Per poter comprendere il comportamento dell’edificio all’azione del sisma si ha le necessità di adottare alcune soluzioni progettuali che rendano possibile il calcolo: - si ipotizza la demolizione dei vani scala, in modo da separare i tre blocchi abitativi che compongono l’edificio al fine di permettere loro una prevedibile risposta alle azioni sismiche; infatti i tre elementi presi singolarmente sono scatolari e rispondono ai requisiti di regolarità in pianta e in altezza. I calcoli effettuati, seppur basati su un grado di conoscenza dell’edificio piuttosto basso, risultano essere positivi. L’edificio, anche grazie alle forze sismiche ridotte dai coefficienti di forma, rispetta la legge sulla sismica per gli edifici in muratura. Ovviamente il calcolo presentato è di natura preliminare e quindi deve essere corretto alla luce di analisi più approfondite.

PUNTI

0 113


Tec.2.3 Recupero dell’acqua piovana: Volume di acqua piovana recuperata e stoccata all’anno rispetto a quella effettivamente recuperabile dalla superficie captante.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Tipologia di area di captazione ed estensione.

mq

Volume di acque piovane potenzialmente recuperabili dalle aree di captazione (A). Volume di acque piovane effettivamente recuperate (B).

mc mc

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare il volume di acque piovane potenzialmente recuperabili dalle aree di captazione (A); 2. calcolare il volume di acque piovane effettivamente recuperate e stoccate (B); 3. calcolare il rapporto tra il volume di acqua piovana recuperabile e quello effettivamente recuperato: B/A x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

%

PUNTI

“Assenza di strategie di recupero di acqua piovana” “Buon recupero di acqua piovana in relazione all’impianto utilizzato” “Totale recupero di acqua piovana”

-1 0 3 5

PESO DEL CRITERIO 114

8%


Procedimento di calcolo: Dalle ricerche effettuate sull’area e dai documenti raccolti non si riscontra la presenza di strategie atte al recupero delle acque piovane che per l’area considerata risultano essere di 870 mm/anno. Anche le foto aeree non hanno dato risultati perciò il valore da attribuire è 0 che corrisponde all’assenza di strategie di recupero di acqua piovana.

PUNTI

0 115


Tec.2.4 Riutilizzo di strutture esistenti: Misure adottate per agevolare lo smontaggio, il recupero o il riciclo dei componenti

DATI DI INPUT Indagini sul posto per la raccolta di informazioni e seguente verifica dell’utilizzo di tecnologie specifiche per il riutilizzo, in parte o in toto, delle strutture portanti o di particolari componenti.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. descrivere le soluzioni e strategie adottate al fine di facilitare lo smontaggio, il riuso o il riciclo dei componenti; 2. individuare lo scenario che meglio descrive le caratteristiche dell’edificio e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

%

PUNTI

NEGATIVO “Non sono state prese misure progettuali per facilitare lo smontaggio, il riuso o il riciclo dei componenti” SUFFICIENTE “Sono state prese limitate misure progettuali per facilitare lo smontaggio, il riuso o il riciclo dei componenti, come l’uso di partizioni interne modulari o altri elementi interni” BUONO “Sono state prese misure progettuali per facilitare lo smontaggio, il riuso o il riciclo dei componenti, come l’uso di partizioni interne modulari, l’uso di strutture prefabbricate o componenti dell’involucro” OTTIMO “Sono state prese numerose misure progettuali per facilitare lo smontaggio, il riuso o il riciclo dei compo nenti, come l’uso di partizioni interne modulari e l’uso di strutture prefabbricate o elementi dell’involucro, mentre sono stati aboliti materiali misti o aggregati” PESO DEL CRITERIO

116

-1 0 3 5

8%


Procedimento di calcolo: Gli edifici considerati sono stati realizzati in laterizio pieno faccia vista, con uno spessore che va dalle tre teste per il piano terra (38 cm) alle due teste (25 cm) per i piani superiori. A livello dell’interpiano si nota, anche dall’esterno, la presenza di un cordolo cui appunto si agganciano i solai interni presumibilmente di tipo SAP cioè realizzati con una soletta costituita da travi in laterizio armato confezionate a piè d’opera, accostate e collegate tra loro con malta di cemento, caratterizzata da una suddivisione dell’armatura metallica in tondi di piccolo diametro posti a distanza non superiore a 7 cm. Passando alle partizioni interne si nota lo stesso utilizzo dei materiali: anche i muri divisori sono realizzati in laterizio pieno dello spessore di 12 cm con rifiniture interne in intonaco su entrambi i lati. Risulta quindi che non si sono prese misure per facilitare lo smontaggio, il riuso totale/parziale di strutture di tamponamenti esterni/ interni o il riciclo di parti di strutture.

PUNTI

-1 117


Tec.2.5 Uso di materiali riciclati: Percentuale dei materiali riciclati e/o di recupero che sono stati utilizzati nell’intervento.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Peso totale dei materiali ricilati e/o di recupero (B). Peso totale dei materiali utilizzati (A).

Kg Kg

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. effettuare un inventario dei materiali da costruzione impiegati per la realizzazione di elementi di involucro opaco e trasparente calcolando il peso di ognuno di essi (A); 2. calcolare il peso complessivo dei materiali e componenti riciclati e/o di recupero utilizzati nell’edificio (B); 3. calcolare la percentuale dei materiali e componenti riciclati e/o di recupero rispetto alla totalità dei materiali/componenti impiegati nell’intervento: B/A x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

%

PUNTI

0 < x < 40 40 < x < 67 67 < x < 100

-1 0 3 5

PESO DEL CRITERIO 118

10%


Procedimento di calcolo: Il calcolo di questo criterio fa riferimento esclusivamente ai materiali da costruzione impiegati per la realizzazione di elementi di involucro siano essi opachi o trasparenti. Gli elementi di involucro utilizzati sono i laterizi, lasciati sia a vista ma anche ricoperti da uno strato di intonaco, gli infissi monolastra, di sicuro non realizzati con vetro riciclato, e gli scuri esterni la cui produzione seriale lascia poco spazio all’uso di materiali riciclati visto anche la vetustĂ degli infissi. Anche per questo criterio di valutazione non risultano essere stati impiegati materiali riciclati perciò il rapporto risulta essere nullo.

PUNTI

0 119


Tec.2.6 Uso di materiali locali: Rapporto fra il peso dei materiali pesanti utilizzati prodotti localmente (aggregati, sabbia, cemento, mattoni, acciaio e vetro) e quelli totali utilizzati nella realizzazione dell’edificio.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Peso totale dei materiali ricilati e/o di recupero (B). Peso totale dei materiali utilizzati (A).

Kg Kg

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. effettuare un inventario dei materiali pesanti (aggregati, sabbia, cemento, mattoni, acciaio e vetro) impiegati per la realizzazione di elementi di involucro opaco e trasparente (chiusura verticale ed orizzontale compreso strato di inerti del vespaio) calcolando il peso di ognuno di essi (A); 2. calcolare il peso complessivo dei materiali pesanti (aggregati, sabbia, cemento, mattoni, acciaio e vetro) prodotti localmente utilizzati nell’edificio (B); 3. calcolare la percentuale dei materiali pesanti prodotti localmente rispetto alla totalità dei materiali/componenti impiegati nell’intervento: B/A x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

%

PUNTI

NEGATIVO -1 SUFFICIENTE 0 < x < 17 0 BUONO 17 < x < 67 3 OTTIMO 67 < x < 100 5 NOTA: Ai fini del calcolo del presente indicatore, si definisce di “produzione locale” un materiale che sia prodotto entro una distanza limite di 300 Km. (protocollo ITACA Regione Marche)

PESO DEL CRITERIO 120

10%


Procedimento di calcolo: Il calcolo di questo criterio fa riferimento esclusivamente ai materiali da costruzione impiegati per la realizzazione di elementi di involucro siano essi opachi o trasparenti. Difficile attribuire un punteggio per questo parametro non sapendo effetttivamente da dove furono reperiti i materiali usati nella realizzazione degli edifici ormai piÚ di 50 anni fa. Quindi per questo criterio di valutazione si presume che nn siano stati impiegati materiali locali perciò il rapporto risulta essere nullo.

PUNTI

0 121


Tec.2.7 Uso di materiali ecocompatibili: Percentuale dei materiali provenienti da fonti rinnovabili che sono stati utilizzati nell’intervento.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Peso totale dei materiali provenienti da fonti rinnovabili (B). Peso totale dei materiali utilizzati (A).

Kg Kg

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. effettuare un inventario dei materiali da costruzione impiegati per la realizzazione di elementi di involucro opaco e trasparente (chiusura verticale) calcolando il peso di ognuno di essi (A); 2. calcolare il peso complessivo dei materiali e componenti da fonti rinnovabili utilizzati nell’edificio (B); 3. calcolare la percentuale dei materiali e componenti da fonte rinnovabile rispetto alla totalità dei materiali/componenti impiegati nell’intervento: B/A x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

%

PUNTI

NEGATIVO -1 SUFFICIENTE 0<x<8 0 BUONO 8 < x <14 3 OTTIMO 14 < x 5 NOTA: Per “materiale da fonte rinnovabile” si intende un materiale in grado di rigenerarsi nel tempo (ovvero di origine vegetale o animale).

PESO DEL CRITERIO 122

10%


Procedimento di calcolo: Il calcolo di questo criterio fa riferimento esclusivamente ai materiali ecocompatibili che sono quelli in grado di rigenerarsi nel tempo (ovvero di origine vegetale o animale). Anche la stima sull’uso di questa particolare classe di materili risulta essere difficile essendo gli edifici di oltre 50 anni fa, ma con una abbastanza probabile approssimazione, dovuta al fatto che le indagini sul posto non mostrano materiali ecocompatibili ancora in uso, si può dire che il loro utilizzo è nullo. Quindi per questo criterio di valutazione il rapporto risulta essere nullo.

PUNTI

0 123


Tec.2.8 Orientamento: Quantificare l’inclinazaione delle facciate maggiori rispetto all’asse eliotermico.

DATI DI INPUT

Planimetria area di intervento.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare l’inclinazione delle facciate principali rispetto all’asse eliotermico che risulta essere inclinato di 18° verso Est; 2. stabilire quattro intervalli in base ai quali attribuire i punteggi: perfettamente parallelo 5 punti, perfettamente ortogonale -1 punto.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

%

PUNTI

facciate principali inclinate rispetto all’asse eliotermico di ± 10° ± 10° < α (delle facciate principali) < ± 40° ± 40° < α (delle facciate principali) < ± 80° ± 80° < α (delle facciate principali) < ± 100°

-1 0 3 5

PESO DEL CRITERIO 124

16%


Procedimento di calcolo: Per il calcolo di questo criterio si è ricorso all’uso dello strumento CAD. Abbiamo stabilito che il migliore orientamento possibile per un edificio è quello che offre la maggior parte delle superfici a Sud-Nord con il preciso intento di massimizzare i guadagni solari (gratuiti) nel periodo invernale. Ovviamento non è una regola sempre valida perchè la progettazione di un edificio deve essere “totale”, non può cioè prescindere da aspetti quali la giusta collocazione dei vani in base alle funzioni o la schermatura estiva degli stessi apporti solari tanto ricercati per la stagione invernale. Abbiamo quindi tracciato una retta orientata Nord-Sud e successivamente un retta parallela al lato lungo degli edifici calcolando l’angolo tre esse compreso che è risultato essere di +3°. Quindi per questo criterio di valutazione il punteggio attribuito è stato di -1.

PUNTI

-1 125


Tec.3.1 Isolamento acustico: Indice di potere fonoisolante di una partizione interna (R′w).

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Massa superficiale. Stratigrafia partizione interna.

Kg/mq

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. definire le scelte progettuali che rispettino i requisiti acustici delle sorgenti sonore interne agli edifici ed i requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti in opera come stabiliti dal DPCM 5 dicembre 1997; 2. calcolare l’ndice di potere fonoisolante di una partizione interna secondo la UNI EN 12354-3; 3. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

%

“L’indice di potere fonoisolante di una partizione interna è inferiore a 50 dB” “L’indice di potere fonoisolante di una partizione interna è compreso tra 50-55 dB ” “L’indice di potere fonoisolante di una partizione interna è compreso tra 55-60 dB” “L’indice di potere fonoisolante di una partizione interna è superiore a 60 dB”

PUNTI -1 0 3 5

DPCM 5 dicembre 1997; Norma UNI 11367

PESO DEL CRITERIO 126

14%


Procedimento di calcolo: Il D.P.C.M 05-12-97 pone dei limiti per le sorgenti sonore interne (bagni, ascensori, condotti di areazione) e per le componenti in opera degli edifici. Nel calcolo di questo parametro ci occuperemo di questo secondo punto che a sua volta si divide in: -

R′w D2m, nT, w Ln, w LAs max LA eq

indice di isolamento tra due unità immobiliari adiacenti o sovrapposte; indice di isolamento tra ambiente abitato ed esterno; indice di isolamento da rumore impattivo; rumorosità prodotta da impianti ad uso discontinuo; rumorosità prodotta da impianti ad uso continuo.

La categoria in cui rientrano le abitazioni è la A; i cui limiti sono: -

R′w D2m, nT, w Ln, w LAs max LA eq

= 50 dB (minimo) = 40 dB (minimo) = 63 dB (massimo) = 35 dB (massimo) = 35 dB (massimo)

Per il calcolo del criterio ci occuperemo solo di un valore, il più immediato e attinente con la scala dell’alloggio, data la difficoltà nel reperire le ulteriori informazioni necessarie al calcolo completo dei cinque valori. Per il calcolo di questo parametro è infatti necessario conoscere esclusivamente la stratigrafia della partizione divisoria che nel nostro caso è una parete semplice di mattoni pieni a due teste intonacata su entrambi i lati. Varie sono le relazioni (legge di massa) che permettono di calcolare questo valore, con differenti gradi di approssimazione, messe a punto da molti enti di ricerca: -

formula del CEN (Comitato Europeo di Normazione) RW = 37,5 log (m) - 44 con: m massa superficiale -

formula del rapporto tecnico UNI (Settembre 2004) RW = 20 log (m) - 2 con: m massa superficiale - “Acustica Tecnica”, Ezio Zandegiacomo, Edizioni Goliardiche, 2001 per onde con incidenza perpendicolare RW = 20 log (m ∙ f) - 42,5 con: m massa superficiale f frequenza

127


per onde con incidenza casuale

RW = 18 log (m ∙ f) - 44 m f -

massa superficiale frequenza

con:

“Progettare il Silenzio, tecniche di intervento per il benessere acustico”, Anna Magrini, EPC LIBRI, 2005

R′W = 15,4 log (m) + 8

con: m massa superficiale valida per 100 Kg/mq < m < 700 Kg/mq La differenza fondamentale tra le diverse formule proposte per il calcolo del parametro sta nel riferirsi ad una situazione “di laboratorio” o al caso “in opera”. Il parametro RW è riferito ad una serie di prove realizzate in laboratorio quindi senza imperfezioni dovute al montaggio per esempio, mentre la dicitura R′W fa riferimento a delle analisi realizzate su pareti in opera cioè facenti parte di un edificio realizzato. L’ultima relazione è quella relativa alle pareti semplici monostrato per le quali il potere fonoisolante cresce con la frequenza. Le migliori prestazioni sono fornite in generale da laterizi semipieni, data la massa più consistente. La presenza dell’intonaco rappresenta un elemento importante per l’aumento del potere fonoisolante di una parete (fino a 8-13 dB, non rilevante a basse frequenze); quindi, per fare un esempio, si ha che la presenza di uno strato di intonaco di 1,5 cm su entrambe le facce della parete porti un aumento di RW pari a 7-8 dB. La parete in opera negli alloggi analizzati ha la seguente stratigrafia:

-

Mattoni pieni Intonaco

Massa Superficiale:

128

1600 Kg/mc 1500 Kg/mc 1600 ∙ 0.12 + 1500 ∙ 0,015 ∙ 2 = 252 Kg/mq


Sostituendo i valori nella relazione si ha:

R′W = 15,4 log (252) + 8 = 45 dB Il valore risulta essere inferiore al minimo di Legge che è di 50 dB, questo perchè non sono state adottate misure per limitare la trasmissione dei rumori e l’unico potere fonoisolante che questa parete divisoria riesce a offrire è quello calcolato con la legge di massa. Questo valore negativo è stato preso in considerazione nella valutazione della migliore soluzione tra demolizione e ristrutturazione: la scelta della demolizione con ricostruzione è avvalorata appunto anche dalla scarsa qualità delle partizioni interne sulle quali bisognava intervenire, per aumentare il potere fonoisolante di almeno 5 dB per portarle al minimo di Legge, riducendo così lo spazio interno degli alloggi.

PUNTI

-1 129


Tec.3.2 Trasmittanza termica superfici: Rapporto percentuale tra la trasmittanza media di progetto degli elementi di involucro (Um) e la trasmittanza media corrispondente ai valori limite di legge (Ulim).

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Trasmittanza media degli elementi di involucro (Um). Trasmittanza termica media degli elementi di involucro corrispondente ai valori limite di legge (Ulim).

W/mq K W/mq K

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare la trasmittanza termica media degli elementi di involucro esterno (strutture opache verticali, o inclinate, chiusure trasparenti) (B); 2. calcolare la trasmittanza termica media degli elementi di involucro corrispondente ai valori limite di legge (A): verificare il valore limite di legge della trasmittanza termica di ogni elemento di involucro; 3. calcolare il rapporto percentuale tra la trasmittanza termica media degli elementi di involucro e la trasmittanza termica media degli elementi di involucro corrispondente ai valori limite di legge: B/A x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE

%

PUNTI

NEGATIVO x > 100 -1 ∙ n SUFFICIENTE 73 < x < 100 0 BUONO 50 < x < 73 3 OTTIMO x < 50 5 Decreto legislativo n.311/06: “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/ CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia”

PESO DEL CRITERIO 130

18%


Procedimento di calcolo: Per il calcolo di questo criterio si è prima fatto un inventario dei pacchetti di chiusura verticale degli edifici presenti nell’area: - Vetri monolastra: Uv = 5,4 W/mq K - Pareti verso l’esterno: Up = 1,8357 W/mq K - Ponte termico dovuto al cordolo: la trasmittanza dovuta al ponte termico viene calcolata moltiplicando il perimetro dell’alloggio per un coefficiente tratto dall’ “Atlante nazionale dei ponti termici” (codice P1) Uc = L1 ∙ P1 = 22,7 ∙ 0,75 = 17 W/ K Umedio = A1 ∙ Uv + A2 ∙ Up + L1 ∙ P1 + ... = 60,8 ∙ 1,84 + 8,9 ∙ 5,4 + 22,7 ∙ 0,75 = 176 W/ K Secondo i limiti di legge attuali le trasmittanze massime dovrebbero invece essere (considerando sempre la zona di appartenenza D): - Chiusure apribili e assimilabili (trasmittanza centrale termica): Uv = 1,9 W/mq K - Strutture opache verticali: Up = 0,36 W/mq K Si può quindi calcolare il valore medio di trasmittanza secondo la Normativa vigente (Decreto Ministeriale 26 gennaio 2010): Umedio = A1 ∙ Uv + A2 ∙ Up + L1 ∙ P1 + ... = 60,8 ∙ 0,29 + 8,9 ∙ 2,0 = 35,4 W/ K Si può procedere quindi al rapporto che risulta essere il seguente: Rapporto: B/A x 100 176/35,4 x 100 = 497%

PUNTI

-5 131


Tec.3.3 Consumo di energia termica non rinnovabile: Rapporto fra il consumo di energia primaria della tipologia di alloggio considerata (Qh) e il fabbisogno annuo di energia primaria per il riscaldamento fornita da fonte non rinnovabile.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Fabbisogno annuo di energia primaria (Qh) seguendo il calcolatore Mcimpianto11300 (UNI TS 11300:2008) (B). Fabbisogno annuo di energia primaria per il riscaldamento fornita da fonte non rinnovabile (A).

KWhp/mq a KWhp/mq a

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare il fabbisogno annuo di energia primaria (Qh) seguendo il calcolatore Mcimpianto11300 (UNI TS 11300:2008) (B); 2. calcolare il fabbisogno annuo di energia primaria per il riscaldamento fornito da fonte non rinnovabile (A); 3. calcolare il rapporto percentuale tra il fabbisogno annuo di energia primaria per il riscaldamento fornito da fonte non rinnovabile (A) e il fabbisogno annuo di energia primaria (Qh) (B): A/B x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

%

PUNTI

80 < x < 100 67 < x < 80 x < 67

-1 0 3 5

PESO DEL CRITERIO 132

14%


Procedimento di calcolo: Per il calcolo di questo parametro allo stato attuale si è verificata la quantita di energia primaria per il riscaldamento fornita da fonte non rinnovabile che è risultata essere nulla. Il rapporto allora tra l’energia primaria per il riscaldamento fornito da fonte non rinnovabile (A) e il fabbisogno annuo di energia primaria (B) risulta essere pari a 1.

PUNTI

0 133


Tec.3.4 Consumo di energia elettrica non rinnovabile: Rapporto fra il consumo annuale di energia elettrica non rinnovabile della tipologia di alloggio considerata e il consumo annuale standard della stessa tipologia di alloggio.

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Fabbisogno annuo di energia elettrica di un alloggio tipo (B). Fabbisogno annuo di energia elettrica fornito da fonte non rinnovabile a un alloggio tipo (A) .

KWhe/mq a

KWhe/mq a

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare il fabbisogno annuo a metro quadrato di energia elettrica di un alloggio tipo (B); 2. calcolare il fabbisogno annuo a metro quadrato di energia elettrica fornita da fonte non rinnovabile (A); 3. calcolare il rapporto percentuale tra il fabbisogno annuo di energia elettrica fornita da fonte non rinnovabile (A) e il fabbisogno annuo di energia elettrica di un alloggio tipo (B): A/B x 100; 4. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

%

PUNTI

80 < x < 100 67 < x < 80 x < 67

-1 0 3 5

PESO DEL CRITERIO 134

14%


Procedimento di calcolo: Alcuni dati utili per il calcolo di questo criterio sono: - residenziale (70 mq) = 3000 KWhe/mq a > 43 KWhe/mq a - commerciale (70 mq) = 5000 KWhe/mq a > 72 KWhe/mq a Per il calcolo di questo parametro allo stato attuale si è verificata la quantita di energia elettrica fornita da fonte non rinnovabile che è risultata essere nulla. Anche in questo caso il rapporto tra l’energia elettrica fornito da fonte non rinnovabile (A) e il fabbisogno annuo di energia elettrica (B) risulta essere pari a 1.

PUNTI

0 135


Tec.3.5 Controllo luce solare (fattore G): Trasmittanza solare totale minima del pacchetto tipico finestra/schermo (fattore solare - gt).

DATI DI INPUT

Trasmittanza solare media (g) delle superfici vetrate.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolare i valori di trasmittanza solare media (g) delle superfici vetrate in condizioni di massima schermatura rispettivamente per le esposizioni est, sud e ovest secondo la procedura descritta nella UNI EN 13363-1; 2. calcolare i fattori di ombreggiamento medi (Fov, Ffin, Fhor) per le esposizioni est, sud e ovest come descritto nella serie UNI TS 11300:2008; 3. calcolare i pesi da attribuire alle esposizioni est, sud e ovest in funzione dei dati climatici riportati nella UNI 10349 e della provincia di appartenenza, mediante le seguenti formule: pesoest/ovest = Irrest/ovest / (Irrnord + Irrsud + 2Irrest/ovest + Irrorizzontale) pesosud = Irrsud / (Irrnord + Irrsud + 2Irrest/ovest + Irrorizzontale) pesonord = Irrnord / (Irrnord + Irrsud + 2Irrest/ovest + Irrorizzontale) pesoorizzontale = Irrorizzontale / (Irrnord + Irrsud + 2Irrest/ovest + Irrorizzontale) DOVE: Irr = irradiazione solare globale di ciascuna esposizione (MJ/m2) 4. calcolare la trasmittanza solare totale come media dei valori calcolati per gli orientamenti est, sud e ovest pesata sulle esposizioni, mediante la seguente formula: gtot = somma (g*peso*S*Fov*Ffin*Fhor)esposizione / somma (S*peso)esposizione DOVE: g = trasmittanza solare totale per ciascuna esposizione; peso = peso attribuito a ciascuna esposizione; S = superficie opaca; Fov = fattore di ombreggiatura relativo ad aggetti orizzontali per ciascuna esposizione; Ffin = fattore di ombreggiatura relativo ad aggetti verticali per ciascuna esposizione; Fhor = fattore ombreggiatura relativo ad ostruzioni esterne per ciascuna esposizione.

136


SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

% x > 0,504 0,229 < x < 0,504 0,046 < x < 0,229 x < 0,046

Norma UNI - EN 13363-1:2008 UNI 10349 ( dati climatici )

Procedimento di calcolo:

PESO DEL CRITERIO

PUNTI -1 0 3 5

10%

Alcuni dati utili per il calcolo di questo criterio sono: - Latitudine Firenze 43° 30’ Nord - Irradiazione media Firenze 1476 KWh/mq = 5313 Mj/mq - Irr. Sud 13,9 Mj/mq - Irr. Nord 9,7 Mj/mq - Irr. Est/Ovest 16,8 Mj/mq - Irr. Orizzontale 18,6 Mj/mq Si procede quindi al calcolo del peso per ciascuna esposizione usando le formule prima citate: - Peso Sud = 13,9/(13,9 ∙ 2 + 9,7 +16,8 + 18,6) = 0,19 - Peso Nord = 9,7/(13,9 + 9,7 ∙ 2 +16,8 + 18,6) = 0,16 - Peso Est/Ovest = 16,8/(13,9 + 9,7 +16,8 ∙ 2 + 18,6) = 0,22 - Peso Orizzontale = 18,6/(13,9 + 9,7 +16,8 + 18,6 ∙ 2) = 0,24 L’alloggio considerato è quello più a Sud del blocco lungo dell’edificio in linea più a Nord; questo particolare alloggio corrisponde alla media delle condizioni relative alla presenza di ostruzioni esterne (Fhor). Spesso le ostruzioni presenti sono parziali, come alberi o case in fronte, perciò la Norma UNI TS 11300-1 consente l’uso di una accettabile approssimazione nella seguente formula: α = arctg (hed, adj - hed/2) / ded con: hed, adj è l’altezza dell’edificio adiacente hed è l’altezza dell’edificio analizzato ded è la distanza tra l’edificio analizzato e l’edificio adiacente I dati relativi a questi parametri sono stati ricavati sia dalla documentazione CAD fornitaci ma anche dalle indagini svolte sul posto.

137


αest = (14 - 13,1/2) / 4 = 60° αovest = (14 - 13,1/2) / 3 = 68° αnord = (15 - 13,1/2) / 2 = 77° αsud = (14 - 13,1/2) / 10 = 37° Si procede quindi al calcolo del parametro Fhor medio per ciascuna esposizione: si sommano i valori medi mensili riportati nella Norma UNI TS 11300-1:2008 e si divide poi per 12. - Fhor, sud = 0,44 - Fhor, est/ovest = 0,33 - Fhor, nord = 0,36 Si può adesso calcolare g secondo la Norma UNI EN 13363-1: 20008 g = τe,d ∙ g┴ + αe,d ∙ G/G2 + τe,d ∙ ( 1 - g┴ ) ∙ G/G1 con: G1 = 5 W/mq K G2 = 10 W/mq K G = (1/ G1 + 1/ G2 + 1/Ug) = (1/10 + 1/5 + 1/5,4) = 2,06 W/mq K g┴ = dal prospetto XV della UNI TS 11300-1:2008 per vetri monolastra il valore è 0,85 Dal prospetto XXII bisogna ricavare i valori di τe,d, ┴ , αe,d, ┴ , рe,d, ┴ in base al tipo di schermatura utilizzata per l’alloggio; questo perchè non si dispone dei dati forniti direttamente dal produttore. Alla schermatura esterna realizzata con scuri, mediamente opachi, di colore scuro corrispondono i seguenti valori: τe,d, ┴ = 0,2 αe,d, ┴ = 0,6 рe,d, ┴ = 0,2 Questi però non sono utilizzabili direttamente nella formula per il calcolo di g perchè riferiti alla radiazione diretta con angolo di inci denza normale (┴). Vanno perciò ricalcolati usando le seguenti formule specificate sempre nella UNI TS 11300-1:2008. τe,d = 0,65 ∙ τe,d, ┴ + 0,15 ∙ рe,d, ┴ = 0,16 рe,d = 0,70 ∙ рe,d, ┴ ( 0,75 +0,70 ∙ τe,d, ┴ ) = 0,12 αe,d = 1 - ( τe,d + рe,d ) = 1 - ( 0,16 + 0,12 ) = 0,72

138


g = τe,d ∙ g┴ + αe,d ∙ G/G2 + τe,d ∙ ( 1 - g┴ ) ∙ G/G1 g = 0,16 ∙ 0,85 + 0,72 ∙ (2,06/10) + 0,16 ∙ (1 - 0.85) ∙ 2,06/5 g = 0,136 + 0,1236 + 0,024 ∙ 0,412 g = 0,269 Lo step successivo è stato il calcolo dell’area della superficie vetrata per ciascuna esposizione utilizzando le piante forniteci: - Sup. vetrata Nord - Sup. vetrata Sud - Sup. vetrata Est - Sup. vetrata Ovest

0 mq 3,5 mq 3 mq 2,35 mq

Si procede quindi al calcolo di gtot come media dei valori calcolati per gli orientamenti est, sud e ovest pesata sulle esposizioni, mediante la seguente formula: gtot = somma (g ∙ peso ∙ S ∙ Fhor)esposizione / somma (S ∙ peso)esposizione gtot = 0,269 (0,19 ∙ 3,5 ∙ 0,44 + 0,22 ∙ 3 ∙ 0,33 + 0,22 ∙ 2,35 ∙ 0,33) / (0,19 ∙ 3,5 + 0,22 ∙ 3 + 0,22 ∙ 2,35 ) = gtot = 0,099 Considerazioni Il valore ottenuto è indicativo di un ottimo risultato. Tuttavia questo risultato è frutto di alcune soluzioni tecniche ad alta efficienza capaci di rimediare ad altre di scarse qualità. L’uso di scuri esterni a lamelle inclinate di 45° è un ottimo metodo di schermatura che infatti permette di fermare la radiazione solare prima che essa arrivi sulla superficie vetrata monolastra che rappresenta il vero punto debole del sistema schermatura-infisso. Infatti il calcolo così effettuato prevede che il sistema di scuri sia in funzione il che impedisce la visuale verso l’esterno con i benefici che essa può portare per chi abita gli spazi domestici.

PUNTI

3 139


Tec.3.6 Emissioni di Co2: Rapporto percentuale tra la quantità di emissioni di CO2 equivalente annua prodotta per l’esercizio dell’edificio in progetto e la quantità di emissioni di CO2 equivalenteannua prodotta per l’esercizio di un edificio standard con la medesima destinazione d’uso.

DATI DI INPUT

Fabbisogno annuo di energia primaria (Qh) seguendo il calcolatore Mcimpianto11300 (UNI TS 11300:2008) (B). Fabbisogno annuo di energia elettrica di un alloggio tipo (A). Apporto annuo di energia elettrica da fonte rinnovabile (A’). Apporto annuo di energia primaria da fonte rinnovabile (B’).

UNITA’ DI MISURA KW/mq a KW/mq a KW/mq a KW/mq a

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA Per il calcolo dell’indicatore di prestazione e relativo punteggio, si proceda come segue: 1. calcolare l’energia termica ed elettrica fornita annualmente per l’esercizio dell’alloggio tipo; 2. calcolare la quantità di emissioni di CO2 equivalente annua prodotta per l’esercizio dell’alloggio tipo, mediante moltiplicazione del valore di Energia Fornita di ciascun contributo: Gas naturale* 0,1997 kgCO2/kWh GPL* 0,2246 kgCO2/kWh Carbone* 0,3387 kgCO2/kWh Gasolio e Nafta* 0,2638 kgCO2/kWh * fonte MAUALE DEI FATTORI DI EMISSIONE NAZIONALI Olio residuo* 0,2686 kgCO2/kWh ** fonte GRTN, elaborazione ITC-CNR Legno e combustibile legnoso* 0,3406 kgCO2/kWh Mix elettrico** 0,2 kgCO2/kWh RSU* 0,1130 kgCO2/kWh Fonti rinnovabili 0,0 kgCO2/kWh 7. calcolare il rapporto percentuale tra la quantità di emissioni di CO2 equivalente annua prodotta dalle forme di energia utilizzata per l’esercizio dell’alloggio tipo da valutare (A + B) e la quantità di emissioni di CO2 equivalente annua non prodotta grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili (A’ + B’): (A’+B’/A + B) x 100; 8. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

140


SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

%

PUNTI

80 < x < 100 67 < x < 80 x < 67

-1 0 3 5

Procedimento di calcolo:

PESO DEL CRITERIO

10%

Alcuni dati utili per il calcolo di questo criterio sono: - 0,483 KgCO2/KWhe per creare 1 KW elettrico in rete - 0,224 KgCO2/KWhp per creare 1 KW termico in rete Un alloggio tipo, allo stato attuale, consuma 43 KWhe/mq a Un alloggio tipo, allo stato attuale, consuma 290 KWhp/mq a Per l’elettrico si producono quindi 43 ∙ 0,483 = 20,8 KgCO2/mq a Per il termico si producono invece 290 ∙ 0,224 = 65 KgCO2/mq a Per il calcolo di questo parametro allo stato attuale si è verificata la quantita di energia elettrica fornita da fonte non rinnovabile che è risultata essere nulla. Anche in questo caso il rapporto tra l’energia elettrica fornito da fonte non rinnovabile (A) e il fabbisogno annuo di energia elettrica (B) risulta essere pari a 1.

PUNTI

0 141


Tec.3.7 Ventilazione: Presenza di strategie progettuali per garantire i ricambi d’aria necessari per almeno l’80% dei locali, senza ricorrere alla semplice apertura delle finestre.

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. descrivere la presenza di strategie per garantire i ricambi d’aria dei locali; 2. individuare lo scenario che meglio descrive le caratteristiche dell’intervento in oggetto e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

%

“Dalla documentazione di progetto si evince che non si sono studiate soluzioni tecnologiche e costruttive particolari. I ricambi d’aria sono garantiti dalla sola apertura delle finestre le quali sono disposte su una singola facciata” “Dalla documentazione di progetto si evince che i ricambi d’aria dei vari appartamenti sono garantiti dalle sole finestre, le quali sono disposte in modo da ottenere una ventilazione trasversale” “Dalla documentazione di progetto si evince che i ricambi d’aria dei vari appartamenti sono garantiti non solo dalla apertura delle finestre ma anche da griglie poste o sul vetro, o sul sottofinestra, o sul muro perimetrale che si attivano al momento necessario, manualmente o meccanicamente” “Dalla documentazione di progetto si evince che, per la garanzia di un livello di ricambi d’aria accettabile in realzione alle attività occupazionali previste, si sono studiate soluzioni tecnologiche e costruttive particolari quali canali e griglie di ventilazione. L’efficacia è garantita da un sistema di ventilazione meccanico che si attiva nel momento in cui la ventilazione naturale non è sufficiente (ventilazione ibrida)”

PESO DEL CRITERIO 142

PUNTI -1 0 3

5

10%


Procedimento di calcolo: Dalla documentazione di progetto, piante progettuali dello stato di fatto e foto fatte sul posto, si evince che i ricambi d’aria dei vari appartamenti sono garantiti dalle sole finestre, le quali però sono disposte in modo da ottenere una ventilazione trasversale per ognuno degli appartamenti presenti nell’edificio.

PUNTI

0 143


Tec.3.8 Trasmittanza termica periodica: Trasmittanza termica periodica (Yie).

DATI DI INPUT

UNITA’ DI MISURA

Trasmittanza termica periodica chiusure verticali esterne dell’alloggio.

W/mq K

METODO E STRUMENTI DI VERIFICA La verifica del criterio comporta la seguente procedura: 1. calcolo dello sfasamento e della attenuazione con il foglio di calcolo Excel di “MyGreenBuildings”; 2. confrontare il valore calcolato con i benchmark della scala di prestazione e attribuire il punteggio.

SCALA DI PRESTAZIONE NEGATIVO SUFFICIENTE BUONO OTTIMO

% s≤6 6≤s≤9 9 ≤ s ≤ 12 s ≥ 12 s = sfasamento

PUNTI fd ≥ 0,6 0,35 ≤ fd ≤ 0,6 0,15 ≤ fd ≤ 0,35 fd ≤ 0,15 fd = attenuazione

-1 0 3 5

Norma EN - ISO 13786, e successivo Decreto n. 59 del 2 Aprile 2009 Art. 2 Norma UNI 10349 NOTA: Ai fini del calcolo del presente indicatore, si analizza esclusivamente la componente opaca della chiusura verticale esterna

PESO DEL CRITERIO 144

10%


Procedimento di calcolo: L’inerzia termica valuta la capacità di una parete opaca di sfasare (s) ed attenuare (fd) il flusso termico che la attraversa nell’arco delle 24 ore. L’alloggio considerato è quello più a Sud del blocco lungo dell’edificio in linea.

La composizione stratigrafica del pacchetto (come si può vedere dal disegno) non presenta alcun isolante interposto percui la trasmittanza di questo pacchetto risulta essere molto elevata, come anche di scarsa qualità sono altre importanti caratteristiche utili al fine del calcolo della trasmittanza termica periodica: - U = 1,981 W/mq K - Massa superficiale = 430 Kg - fd (attenuazione) = 0,311 - s (sfasamento) = 8,75 ore Dalla valutazione complessiva del parametro risulta essere una parete con buone proprietà di sfasamento e di attenuazione dell’onda termica, dovute in particolar modo alla alta densità dei materiali impiegati per la tamponatura. Il foglio di calcolo restituisce anche altri parametri: - risultano essere di scarso valore il potere fonoisolante ma soprattutto il valore della trasmittanza termica, ben oltre i limiti di legge attuali.

PUNTI

3 145


Qualità ambientale degli edifici in linea ad Ovest del comparto ERP

SPAZIO PUBBLICO

PUNTI

PESO

VALORE

Amb.1.1

Aree verdi

-1

15%

- 0,15

Amb.1.2

Qualità delle aree verdi

-1

10%

- 0,10

Amb.1.3

Qualità dello spazio urbano

-1

10%

- 0,10

Amb.1.4

Numero di parcheggi

0

20%

0

Amb.1.5

Piste ciclabili

0

10%

0

Amb.1.6

Accessibilità

0

15%

0

Amb.1.7

Servizi e attività commerciali

+5

20%

+ 1,00

100%

- 0,65

Totale

EDIFICIO

PUNTI

PESO

VALORE

Amb.2.1

Spazi comuni

0

15%

0

Amb.2.2

Servizi

0

20%

0

Amb.2.3

Accessibilità

0

35%

0

Amb.2.4

Alloggi differenti metrature

0

30%

0

100%

0

Totale

146


ALLOGGIO

PUNTI

PESO

VALORE

0

30%

0

Amb.3.1

Dimensioni

Amb.3.2

Ventilazione naturale

+3

20%

+ 0,60

Amb.3.3

Illuminazione naturale

+3

15%

+ 0,45

0

10%

0

Amb.3.5

Flessibilità degli spazi interni Accessibilità

0

15%

0

Amb.3.6

Spazi accessori

0

10%

0

100%

+ 1,05

Amb.3.4

Totale

Le tabelle riportano il dati ottenuti in merito all’area di Ovest per ciascuna sezione di analisi: - Spazio pubblico - Edificio - Alloggio Come si può notare dai risultati l’area ottiene un punteggio negativo per quanto riguarda lo spazio pubblico perchè presenta svariati problemi di degrado e abbandono, al punto di dover recintare la piazza centrale per motivi di inagibilità dovuti al dissesto della pavimentazione. Mancano inoltre spazi collettivi e funzioni pubbliche che facciano vivere il luogo e alcuni spazi esterni agli edifici sono stati recintati e utilizzati come deposito motocicli. Questa appropriazione dello spazio pubblico è però causa di degrado e di mancanza di valori collettivi. Gli edifici non soddisfano i parametri di accessibilità, offerta tipologica e servizi comuni e la loro morfologia rende difficile l’esposizione solare dei fronti principali degli alloggi. I singoli alloggi si dividono in due tipologie, bilocali e trilocali, entrambi di dimensioni minime e senza spazi accessori, ma che soddisfano gli standard minimi di ventilazione naturale e illuminazione.

147


QualitĂ tecnologica degli edifici in linea ad Ovest del comparto ERP

SPAZIO PUBBLICO

PUNTI

PESO

VALORE

0

15%

0

+3

20%

+ 0,60

0

20%

0

Tec.1.1

Ombreggiamento da verde

Tec.1.2

Effetto isola di calore

Tec.1.3

PermeabilitĂ del suolo

Tec.1.4

Consumo di suolo

+5

15%

+ 0,75

Tec.1.5

Inquinamento acustico

+3

20%

+ 0,60

Tec.1.6

Gestione dei rifiuti

+3

10%

+ 0,30

100%

+ 2,25

Totale

EDIFICIO

PUNTI

PESO

VALORE

Tec.2.1

Consumi energetici

-4

24%

- 0,96

Tec.2.2

Struttura antisismica

0

10%

0

Tec.2.3

Recupero acqua piovana

0

10%

0

Tec.2.4

Riutilizzo strutture esistenti

-1

10%

- 0,10

Tec.2.5

Uso materiali riciclati

0

10%

0

Tec.2.6

Uso materiali locali

0

10%

0

Tec.2.7

Uso materiali ecocompatibili

0

10%

0

Tec2.8

Orientamento

-1

16%

- 0,16

100%

- 1,22

Totale

148


PUNTI

PESO

VALORE

Isolamento acustico

-1

14%

- 0,14

-5

18%

- 0,90

0

14%

0

0

14%

0

Tec.3.5

Trasmittanza termica superfici Consumo energia termica non rinnovabile Consumo energia elettrica non rinnovabile Controllo luce solare (fattore G)

+3

10%

+ 0,30

Tec.3.6

Emissioni di CO2

0

10%

0

Tec.3.7

Ventilazione

0

10%

0

Tec.3.8

Inerzia termica

+3

10%

+ 0,30

100%

- 0,44

ALLOGGIO Tec.3.1 Tec.3.2 Tec.3.3 Tec.3.4

Totale

Le tabelle riportano il dati ottenuti in merito all’area di Ovest per ciascuna sezione di analisi: - Spazio pubblico - Edificio - Alloggio Come si può notare dai risultati l’area ottiene un punteggio positivo per ciò che riguarda lo spazio pubblico, frutto di una buona presenza di alberature e aree verdi, tenute però incolte, ma soprattutto un ottimo rapporto di consumo di suolo che rende positiva la sommatoria per la prima sezione di anlisi. Totalmente opposti invece sono i risultati per ciò che riguarda l’analisi degli edifici presenti nell’area con alcuni risultati che vanno in negativo molto oltre il range più negativo della scala di prestazione; in particolare per ciò che riguarda i consumi energetici, il cui punteggio risulta essere appunto molto penalizzante perchè i valori ottenuti sono quasi quattro volte e mezzo superiori al limite ammesso dalla Legge. Un altro punto molto svantaggioso è l’orientamento degli edifici con gli alloggi che offrono le superfici maggiori a Est e Ovest minimizzando i guadagni termici invernali. Anche per l’ultima sezione di analisi si nota una carenza per ciò che riguarda gli aspetti energetici che si ripercuotono infine sui consumi dei singoli alloggi; è ciò che accade infatti per il parametro della trasmittanza termica che risulta essere anche in questo caso circa cinque volte superiore al massimo consentito dalla Legge. Risulta essere invece molto positivo il risultato del parametro del controllo della luce solare, questo perchè il sistema oscurante usato è tra i più efficienti bloccando la radiazione prima che essa colpisca il vetro che resta però di scadente qualità essendo monolatra ad alta trasmittanza termica.

149


5.2 Gli edifici a ballatoio

Qualità ambientale dei ballatoi centrali comparto ERP

SPAZIO PUBBLICO

PUNTI

PESO

VALORE

-1

15%

- 0,15

0

10%

0

-1

10%

+ 0,30

Amb.1.1

Aree verdi

Amb.1.2

Qualità delle aree verdi

Amb.1.3

Qualità dello spazio urbano

Amb.1.4

Numero di parcheggi

0

20%

0

Amb.1.5

Piste ciclabili

0

10%

0

Amb.1.6

Accessibilità

0

15%

0

Amb.1.7

Servizi e attività commerciali

+5

20%

+ 1,00

100%

+ 1,15

Totale

EDIFICIO

PUNTI

PESO

VALORE

0

15%

0

Amb.2.1

Spazi comuni

Amb.2.2

Servizi

+3

20%

+ 0,60

Amb.2.3

Accessibilità

+3

35%

+ 1,05

Amb.2.4

Alloggi differenti metrature

+3

30%

+ 0,90

100%

+ 2,55

Totale

150


ALLOGGIO

PUNTI

PESO

VALORE

Amb.3.1

Dimensioni

+3

30%

+ 0,90

Amb.3.2

Ventilazione naturale

+3

20%

+ 0,60

Amb.3.3

Illuminazione naturale

+3

15%

+ 0,45

+3

10%

+ 0,30

Amb.3.5

Flessibilità degli spazi interni Accessibilità

+3

15%

+ 0,45

Amb.3.6

Spazi accessori

+3

10%

+ 0,30

100%

+ 2,95

Amb.3.4

Totale

Le tabelle riportano il dati ottenuti in merito all’area di Ovest per ciascuna sezione di analisi: - Spazio pubblico - Edificio - Alloggio Come si può notare dai risultati l’area ottiene un punteggio positivo per ciò che riguarda lo spazio pubblico, frutto di una buona presenza di alberature e aree verdi, tenute però incolte, ma soprattutto un ottimo rapporto di consumo di suolo che rende positiva la sommatoria per la prima sezione di anlisi. Totalmente opposti invece sono i risultati per ciò che riguarda l’analisi degli edifici presenti nell’area con alcuni risultati che vanno in negativo molto oltre il range più negativo della scala di prestazione; in particolare per ciò che riguarda i consumi energetici, il cui punteggio risulta essere appunto molto penalizzante perchè i valori ottenuti sono quasi quattro volte e mezzo superiori al limite ammesso dalla Legge. Un altro punto molto svantaggioso è l’orientamento degli edifici con gli alloggi che offrono le superfici maggiori a Est e Ovest minimizzando i guadagni termici invernali. Anche per l’ultima sezione di analisi si nota una carenza per ciò che riguarda gli aspetti energetici che si ripercuotono infine sui consumi dei singoli alloggi; è ciò che accade infatti per il parametro della trasmittanza termica che risulta essere anche in questo caso circa cinque volte superiore al massimo consentito dalla Legge. Risulta essere invece molto positivo il risultato del parametro del controllo della luce solare, questo perchè il sistema oscurante usato è tra i più efficienti bloccando la radiazione prima che essa colpisca il vetro che resta però di scadente qualità essendo monolatra ad alta trasmittanza termica.

151


QualitĂ tecnologica dei ballatoi centrali comparto ERP

SPAZIO PUBBLICO

PUNTI

PESO

VALORE

-1

15%

- 0,15

0

20%

0

-1

20%

- 0,20

Tec.1.1

Ombreggiamento da verde

Tec.1.2

Effetto isola di calore

Tec.1.3

PermeabilitĂ del suolo

Tec.1.4

Consumo di suolo

+3

15%

+ 0,75

Tec.1.5

Inquinamento acustico

+3

20%

+ 0,60

Tec.1.6

Gestione dei rifiuti

+3

10%

+ 0,30

100%

+ 1,30

Totale

EDIFICIO

PUNTI

PESO

VALORE

Tec.2.1

Consumi energetici

-2

24%

- 0,48

Tec.2.2

Struttura antisismica

0

10%

0

Tec.2.3

Recupero acqua piovana

0

10%

0

Tec.2.4

Riutilizzo strutture esistenti

-1

10%

- 0,10

Tec.2.5

Uso materiali riciclati

0

10%

0

Tec.2.6

Uso materiali locali

0

10%

0

Tec.2.7

Uso materiali ecocompatibili

0

10%

0

Tec2.8

Orientamento

-1

16%

- 0,16

100%

- 0,74

Totale

152


ALLOGGIO Tec.3.1

Isolamento acustico

PUNTI

PESO

VALORE

0

14%

0

-2

18%

- 0,36

0

14%

0

0

14%

0

+3

10%

+ 0,30

Tec.3.5

Trasmittanza termica superfici Consumo energia termica non rinnovabile Consumo energia elettrica non rinnovabile Controllo luce solare (fattore G)

Tec.3.6

Emissioni di CO2

0

10%

0

Tec.3.7

Ventilazione

0

10%

0

Tec.3.8

Inerzia termica

+3

10%

+ 0,30

100%

+ 0,24

Tec.3.2 Tec.3.3 Tec.3.4

Totale

Le tabelle riportano il dati ottenuti in merito all’area centrale per ciascuna sezione di analisi: - Spazio pubblico - Edificio - Alloggio Come si può notare dai risultati l’area ottiene un punteggio positivo per ciò che riguarda lo spazio pubblico, anche se questo risulta essere inferiore rispetto all’area a Ovest data la scarsa presenza di alberi per l’ombreggiamento, di zone verdi capaci di limitare l’effetto di riflessione della luce solare e di permettere un più veloce deflusso delle acque meteoriche nel sottosuolo. Totalmente opposti invece sono i risultati per ciò che riguarda l’analisi degli edifici presenti nell’area con alcuni risultati che vanno in negativo di poco oltre il range più negativo della scala di prestazione; sempre in merito ai consumi energetici il punteggio risulta essere penalizzante perchè i valori ottenuti sono quasi due volte superiori al limite ammesso dalla Legge. Anche in questo caso risulta essere molto svantaggioso l’orientamento degli edifici con le maggiori superfici a Est e Ovest che minimizzano i guadagni termici invernali. Per l’ultima sezione di analisi si nota una carenza per ciò che riguarda gli aspetti energetici che si ripercuotono infine sui consumi dei singoli alloggi; è ciò che accade infatti per il parametro della trasmittanza termica che risulta essere anche in questo caso circa due volte superiore al massimo consentito dalla Legge. Risulta essere altrettanto positivo il risultato del parametro del controllo della luce solare, questo perchè il sistema oscurante usato, sebbene diverso da quello usato per gli edifici in linea, è tra i più efficienti bloccando la radiazione prima che essa colpisca il vetro che resta però di scadente qualità essendo monolatra ad alta trasmittanza termica.

153


5.3 Gli edifici in linea ad est

Qualità ambientale degli edifici in linea ad Est del comparto ERP

SPAZIO PUBBLICO

PUNTI

PESO

VALORE

-1

15%

- 0,15

0

10%

+ 0,10

+3

10%

+ 0,30

Amb.1.1

Aree verdi

Amb.1.2

Qualità delle aree verdi

Amb.1.3

Qualità dello spazio urbano

Amb.1.4

Numero di parcheggi

0

20%

0

Amb.1.5

Piste ciclabili

0

10%

0

Amb.1.6

Accessibilità

+3

15%

+ 0,45

Amb.1.7

Servizi e attività commerciali

+5

20%

+ 1,00

100%

+ 1,70

Totale

EDIFICIO

PUNTI

PESO

VALORE

Amb.2.1

Spazi comuni

0

15%

0

Amb.2.2

Servizi

0

20%

0

Amb.2.3

Accessibilità

0

35%

0

Amb.2.4

Alloggi differenti metrature

0

30%

0

100%

0

Totale

154


ALLOGGIO

PUNTI

PESO

VALORE

0

30%

0

Amb.3.1

Dimensioni

Amb.3.2

Ventilazione naturale

+3

20%

+ 0,60

Amb.3.3

Illuminazione naturale

3

15%

+ 0,45

0

10%

0

Amb.3.5

Flessibilità degli spazi interni Accessibilità

0

15%

0

Amb.3.6

Spazi accessori

0

10%

0

100%

+ 1,05

Amb.3.4

Totale

Le tabelle riportano il dati ottenuti in merito all’area di Ovest per ciascuna sezione di analisi: - Spazio pubblico - Edificio - Alloggio Come si può notare dai risultati l’area ottiene un punteggio positivo per ciò che riguarda lo spazio pubblico, frutto di una buona presenza di alberature e di alcune aree verdi recintate daigli abitanti per farne dei piccoli giardini condominiali. La cura di questi spazi collettivi denuncia un forte senso di appropriazione da pate dei residenti e aggiunge qualità a uno spazio che altrimenti sarebbe di risulta tra l’edificio e i posti auto. L’assenza inoltre di dislivelli e gradini rende l’area circostante gli edifici sicura e accessibile a tutti. Totalmente opposti invece sono i risultati per ciò che riguarda l’analisi degli edifici presenti nell’area con alcuni risultati che vanno in negativo esattamente come per gli edifici della parte ovest; in particolare per ciò che riguarda l’accessibilità all’edificio, carente di un ascensore o montacarichi, e l’assenza di spazi collettivi. I singoli alloggi si dividono in due tipologie, bilocali e trilocali, entrambi di dimensioni minime e senza spazi accessori, ma che soddisfano gli standard minimi di ventilazione naturale e illuminazione.

155


QualitĂ tecnologica degli edifici in linea ad Est del comparto ERP

SPAZIO PUBBLICO

PUNTI

PESO

VALORE

0

15%

0

+3

20%

+ 0,60

0

20%

0

Tec.1.1

Ombreggiamento da verde

Tec.1.2

Effetto isola di calore

Tec.1.3

PermeabilitĂ del suolo

Tec.1.4

Consumo di suolo

+3

15%

+ 0,45

Tec.1.5

Inquinamento acustico

+3

20%

+ 0,60

Tec.1.6

Gestione dei rifiuti

+3

10%

+ 0,30

100%

+ 1.95

Totale

EDIFICIO

PUNTI

PESO

VALORE

Tec.2.1

Consumi energetici

-4

24%

- 0,96

Tec.2.2

Struttura antisismica

0

10%

0

Tec.2.3

Recupero acqua piovana

0

10%

0

Tec.2.4

Riutilizzo strutture esistenti

-1

10%

- 0,10

Tec.2.5

Uso materiali riciclati

0

10%

0

Tec.2.6

Uso materiali locali

0

10%

0

Tec.2.7

Uso materiali ecocompatibili

0

10%

0

Tec2.8

Orientamento

-1

16%

- 0,16

100%

- 1,22

Totale

156


PUNTI

PESO

VALORE

Isolamento acustico

-1

14%

- 0,14

-5

18%

- 0,90

0

14%

0

0

14%

0

Tec.3.5

Trasmittanza termica superfici Consumo energia termica non rinnovabile Consumo energia elettrica non rinnovabile Controllo luce solare (fattore G)

+3

10%

+ 0,30

Tec.3.6

Emissioni di CO2

0

10%

0

Tec.3.7

Ventilazione

0

10%

0

Tec.3.8

Inerzia termica

+3

10%

+ 0,3

100%

- 0,44

ALLOGGIO Tec.3.1 Tec.3.2 Tec.3.3 Tec.3.4

Totale

Le tabelle riportano il dati ottenuti in merito all’area di Ovest per ciascuna sezione di analisi: - Spazio pubblico - Edificio - Alloggio Come si può notare dai risultati l’area ottiene un punteggio positivo per ciò che riguarda lo spazio pubblico, frutto di una buona presenza di aree verdi, tenute tra l’altro molto bene, che tolgono spazio alla superficie edificata aumentando inoltre il rapporto tra quella permeabile e non permeabile. Ancora negativi sono i risultati per ciò che riguarda l’analisi degli edifici presenti nell’area con alcuni risultati che vanno in negativo molto oltre il range più negativo della scala di prestazione; in particolare per ciò che riguarda i consumi energetici, il cui punteggio risulta essere molto penalizzante perchè i valori ottenuti sono quasi quattro volte superiori al limite ammesso dalla Legge . Un altro punto molto svantaggioso è l’orientamento degli edifici con gli alloggi che offrono le superfici maggiori a Est e Ovest minimizzando i guadagni termici invernali. Anche per l’ultima sezione di analisi si nota una carenza per ciò che riguarda gli aspetti energetici che si ripercuotono infine sui consumi dei singoli alloggi; è ciò che accade infatti per il parametro della trasmittanza termica che risulta essere anche in questo caso circa cinque volte superiore al massimo consentito dalla Legge. Risulta essere altrettanto positivo il risultato del parametro del controllo della luce solare, questo perchè il sistema oscurante usato, lo stesso degli opposti edifici in linea, è tra i più efficienti bloccando la radiazione prima che essa colpisca il vetro che resta però di scadente qualità essendo monolatra ad alta trasmittanza termica.

157


5.4 Motivazione delle scelte di intervento

Tutte queste infiormazioni sono state messe a sistema creando una griglia di valutazione generale per ottenere un risultato univoco al fine di individuare con precisione quale fosse l’area più problematica e quindi quella che richiede una priorità di intervento. Da questa analisi parametricas si evince come la zona di intervento su cui ricade la nostra scelta di intervento sia quella degli edifici in linea a Ovest perchè hanno raggiunto un punteggio nettamente inferiore in merito alla qualità tecnologica rispetto ai ballatoi e perchè il punteggio della qualità ambientale risulta essere di molto inferiore rispetto a quello degli edifici in linea a Est del comparto. La scelta della modalità di intervento è stata presa in relazione ai parametri poco soddisfacenti e soprattutto in relazione alla tipologia degli interventi necessari per portarli ai minimi di legge. Si è seguito quindi un ragionamento per assurdo andando a considerare l’ipotesi della riqualificazione: - Volendo riqualificare gli edifici esistenti ci si imbatterebbe come primo vincolo nella normativa nazionale per gli interventi volti alla riqualificazione delle strutture esistenti nonché al loro adeguamento alle normative vigenti. Gli edifici in linea hanno attualmente una altezza di interpiano inferiore ai minimi di legge fissati in 270 cm dalla Legge 457/1978 Art.43. Si ha quindi che ogni intervento conservativo nei confronti di questi edifici deve portare a norma questo parametro, ma le scelte possibili non sono molte; occorre infatti demolire i solai interni per poi riposizionarli ad una altezza minima a norma dal punto di vista Legislativo. Questo adeguamento lascerebbe per un periodo le partizioni verticali, alte circa 14 metri, fragili dal punto di vista delle azioni orizzontali sulla struttura; non solo, una volta ricollocati i solai ad una distanza maggiore le strutture verticali si

158

andrebbero a ricaricare con però una distribuzione delle forze non più omogenea e di non precisa caratterizzazione; senza contare che molto probabilmente i solai saranno più spessi, perchè di nuova realizzazzione e con standard qualitativi migliori che portano però anche un peso maggiore, probabilmente non sopportabile dalle pareti murarie, che necessiteranno di adeguamenti strutturali. Ma forse ciò che più conta in tutto ciò è l’aspetto economico di un intervento simile, senza dubbio enorme. - Un ipotetico progetto di riqualificazione si porterebbe dietro una serie di problemi che riguardano punti fondamentali del nostro metodo di valutazione come è il riutilizzo di un impianto urbano degli anni ‘50 caratterizzato da un livello 0 poco sfruttabile e senza una gerarchia netta degli spazi come già puntualizzato in fase di analisi. - Passando agli edifici si può notare come la stretta vicinanza tra di essi porti delle difficoltà aggiuntive nella dotazione degli edifici di sistemi passivi come serre solari e pannelli fotovoltaici; - Non è da escludere poi l’ombreggiamento relativo che ogni edificio porta sull’altro rendendo minimi i guadagni solari per quello più a Nord dei tre che risulterebbe di gran lunga il più energivoro per il riscaldamento invernale - Quest’edificio a Nord poi ha un problema non indifferente che a d una prima analisi è sembrato essere il problema più importante dell’area in esame: la ferrovia. Trovandosi ad una distanza inferiore a 15 metri dal primo binario della tratta RO-FI il parametro di isolamento acustico degli ambienti interni necessita di una maggiore impiego di risorse materiali e tecnologiche per portare ai minimi di legge questo importante parametro che va poi ad incidere anche sulla qualità ambientale dell’alloggio nell’ultimo degli ambiti della nostra griglia di valutazione.


159


6. UNA NUOVA TESTATA PER IL COMPARTO 6.1 Rigenerazione del livello 0

Dall’analisi dello stato di fatto è emersa una permeabilità unilaterale al livello 0 attraverso percorsi paralleli comuni ad auto e pedoni. Per superare questo senso di barriera creato dagli edifici a ballatoio, è stato aperto un nuovo percorso pedonale che ne attraversa il piano terra da est a ovest. Aprendo i cancelli e ripulendo le superfetazioni dei ballatoi si crea un collegamento centrale a tutto il comparto che collega nuovi spazi pubblici. Le tre espansioni su via di Rocca Tedalda già previste nella strategia di quartiere assumono un ruolo chiave nella connessione dei due percorsi, uno più resideziale che attraversa il comparto e uno più pubblico che costeggia l’asse stradale principale. Quest’ultimo sarà a viabilità rallentata grazie a limitatori di velocità e un restringimento della carreggiata. Come prima polarità ad est viene creata una piazza con la riorganizzazione dei parcheggi esistenti e la risistemazione dell’area verde. In posizione centrale viene riqualificato il piano terra dell’edificio a ballatoio commerciale in modo tale da incentivare la riapertura dei negozie da facilitare il collegamento della stazione ferroviaria con l’intero quartiere: uno spazio totalmente aperto e pedonale che da semplice passaggio diventa un luogo di scambio e di relazione. Nell’area dove interverremo ad ovest, infine, la funzione principale sarà quella della biblioteca di quartiere. La sua posizione è chiave nel progetto in quanto fa da testata al percorso pedonale e nel contempo da raccordo tra uno spazio pubblico più residenziale ed uno che si raccorda a via di Rocca Tedalda. Area di rispetto geologico e naturalistico è quella del torrente Mensola, che delimita il comparto ad ovest. Attrezzata con sedute, giochi e un sistema di illuminazione diventa un parco urbano che raccorda il nuovo percorso ciclabile proveniente dal Parco del Mensola a nord fino a raggiungere la sponda del fiume Arno e ricollegarsi al percorso esistente verso i centro storico. Le alberature esistenti vengono mantenute ed incrementate principalmente nella fascia verso la ferrovia per attenuare l’inquinamento acustico dovuto al transito dei treni.

160


161


162


Planimetria di progetto del comparto

Sezione di progetto del comparto

163


Il parametro dell’inquinamento acustico è stato quindi migliorato grazie alla barriera alberato verso la ferrovia e il rallentamento della velocità delle auto sull’asse stradale. Altro parametro che è stato migliorato è la permeabilità del suolo, attraverso l’uso di pavimentazioni autobloccanti nelle aree di parcheggio. Gli altri materiali esterni utilizzati sono la pietra serena, estratta nella vicina Fiorenzuola, possiamo dire a km 0, e i mattoni riciclati dalla demolizione selettiva degli edifici in linea.

164


6.2 Una nuova biblioteca di quartiere

Inserire una nuova funzione in un quartiere richiede la garanzia di un raggio d’utenza e alcuni standard urbanistici. Per il giusto dimensionamento della biblioteca è stata presa come riferimento la biblioteca del quartiere Barco a Ferrara, realtà piccola ma estremamente attiva, anch’essa collocata in un quartiere residenziale periferico. Il numero di famiglie residenti del quartiere nord ovest di Ferrara è di 11573 famiglie, paragonabile agli 11570 nuclei famigliari del quartiere 2 di Firenze. La biblioteca ferrarese ha una superficie di 700 mq, 86 posti lettura, 16 computer e 60220 volumi. Per quanto riguarda il raggio d’utenza, notiamo che all’interno del quartiere 2 di Firenze sono presenti altre due biblioteche, la Mario Luzi e la Dino Pieraccioni. Sommando i servizi forniti da queste due biblioteche notiamo che non raggiungiamo gli standard della biblioteca del quartiere Barco. Ipotizziamo quindi che sia necessario implementare il servizio bibliotecario di 20000 volumi per il prestito costruendo una biblioteca di circa 230 mq. Come accade per il quartiere ferrarese, gli utenti della biblioteca non sono esclusivamente i residenti nel quartiere, ma grazie al servizio interbibliotecario e alle attività culturali, è capace di attirare altri lettori. Si è scelto per questo motivo di collocare la biblioteca sulla piazza principale, con l’intenzione di dare una maggiore identità al quartiere e aumentandone la polarità. Per quanto riguarda gli standard urbanistici, si è intervenuti riqualificando l’area sul lato opposto di via di Rocca Tedalda di un ex distributore dismesso e trasformandola in un parcheggio a servizio della biblioteca e di tutte le nuove attività che può accogliere la piazza come per esempio il mercato ortofrutticolo settimanale.

Biblioteche del quartiere 2 famiglie residenti nel quartiere 2: 11570

Biblioteca Mario Luzi 18000 volumi 120 posti lettura 12 computer

biblioteca Dino Pieraccioni: 26000 volumi (1600 multimediali) 85 posti lettura 32 periodici

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6.3 Ricostruire a volume 0

La scelta di ricostruire due edifici residenziali che occupino esattamente il volume corrispondente dei tre demoliti parte dalla strategia a volume 0 del piano strutturale del comune di Firenze. A questa indicazione si affiancano alcune normative urbanistiche che definiscono l’area del comparto soggetta a piano particolareggiato. Il limite massimo di 13 m di altezza (all’intradosso dell’ultimo solaio), determina un massimo di quattro piani in elevazione e ci porta alla scelta di sfruttare almeno uno dei due piani terra per le residenze. Altri limiti sono dati dalla distanza della ferrovia, che secondo l’Art. 49 del D.P.R. 753/1980 deve essere minimo di 30 m, e dall’area di rispetto G1 del torrente Mensola, individuata tra le aree di salvaguardia nella legge regionale 1 del 2005. Ultimo vincolo è quello idrogeologico dettato dall’Autorità di Bacino del fiume Arno - PAI Pericolosità idraulica: a causa della presenza del torrente, non è permesso fare piani interrati o seminterrati. Questi margini, insieme alla distanza di 10 m dal fronte strada e alla distanza tra gli edifici per garantirne il miglior soleggiamento solare durante tutte le stagioni, portano ad un’area edificabile parecchio limitata. Per questo motivo, insieme a quello della sicurezza e del controllo, è stato scelto di creare due unici spazi pubblici ampi su cui si affacciano le residenze e le attività principali. Questi due spazi pubblici si differenziano per la qualità delle funzioni: il primo su via di Rocca Tedalda è totalmente pubblico e le persone sono invitate ad entrarvi da via di Rocca Tedalda, il secondo è uno spazio semipubblico, in quanto aperto a tutti, ma con funzioni fruibili principalmente dai residenti del comparto ERP.

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7. PROGETTO 7.1 Composizione del livello 0

RIFERIMENTO Creazione di una testata per il percorso pedonale centrale al comparto ERP. Questa diventerà, per la funzione che ospita, un riferimento per l’intero quartiere di Rovezzano e non solo per i vicini residenti.

MARGINI L’area presenta due limiti impermeabili: l’asse ferroviario FirenzeRoma e via di Rocca Tedalda. Da questi occorre tenere delle distanze da normativa che ci determinano il margine del costruito. L’altra fascia di rispetto, definita area G1 da PSC, è quella del fiume Mensola. E’ un margine permeabile ed una potenzialità per il comparto.

COSTRUITO Dopo un ravvicinato alternarsi di pieni e vuoti,spazi coperti e attraversamenti, il percorso ci conduce in uno spazio aperto, intorno a cui gli edifici lineari alti formano una quinta, mentre il terzo blocco di un piano crea uno sfondo. Verso la ferrovia si avrà un blocco pieno con funzione di barriera, verso Rocca Tedalda invece il piano terra sarà più permeabile. Verso il parco infine si avrà una struttura leggera che si relaziona col parco e con la piazza, riportando il percorso su Rocca Tedalda.

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PERCORSI La precedenza è data al pedone: il livello 0 si dirama dal percorso pedonale e diventa connessione tra il fronte strada pubblico su Rocca Tedalda e lo spazio semipubblico residenziale. Il percorso ciclabile che collega il parco del Mensola al fiume Arno attraversa il parco fino a raggiungere la stazione ferroviaria e incrocia il percorso ciclo-pedonale che collega il quartiere al centro di Firenze. La viabilità carrabile viene rallentata su via di Rocca Tedalda, mentre via della Ripa serve il comparto e la stazione. AREE VERDI Il verde pubblico dal parco continua lungo il percorso centrale con giardini pubblici, e lungo la pista ciclabile con un filare di alberi. Su Rocca Tedalda viene mantenuto il viale alberato esistente e si crea un fronte strada sulla linea del progetto di Varlungo. Una fascia di alberi fa infine da barriera verso la ferrovia. Una fascia di verde viene assegnata ai residenti al fine di favorire la cura e il senso di appropriazione anche verso gli spazi collettivi. FUNZIONI Vengono pensate nuove funzioni per il quartiere oltre alla biblioteca: un mercato ortofrutticolo settimanale, legato al territorio rurale del parco del Mensola e degli orti sociali, e viene dato un nuovo spazio all’esistente attività di ristoro ‘‘Hard Rocca Caffè’’. A livello di comparto, progettiamo la nuova sede dell’associazione di quartiere e un tagesmutter a sostegno delle famiglie. Sempre al piano terra, infine, vengono inseriti una serie di servizi per i residenti come un circolo ricreativo per anziani e diversi spazi di deposito biciclette.

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7.2 Strategie progettuali

L’obiettivo di costruire un edificio a energia quasi zero ha comportato alcune scelte progettuali e tecnologiche, anche relative alla futura utenza. Un edificio compatto ha una minor superficie disperdente, si è scelto quindi di tenere un volume pieno con un rapporto S/V pari a 0,83, in cui le uniche aperture importanti sono in realtà dei volani termici. Il rivestimento esterno a cappotto costituisce un’efficace e particolare tipologia di isolamento termico, ottenuto applicando il materiale coibente esternamente alla struttura e proteggendolo con una rasatura di finitura. Tra i numerosi materiali utilizzabili per realizzare questo sistema è stato scelto un isolante in fibra di legno, reputato migliore per la maggiore inerzia ed eco-compatibilità dello stesso. I principali vantaggi del sistema a cappotto sono: - ecosostenibilità - sfasamenteo dell’onda termica - riduzione dei ponti termici - no condensa interstiziale - isolamento acustico Caratteristica dell’edificio preso in analisi è il piano terra, questo si relazione con lo spazio esterno e diventa luogo di incontro. Le attività e i servizi al piano terra occupano spazi particolarmente flessibili e trasparenti. Le ampie vetrate lasciano intravedere la corte residenziale dal fronte su Rocca Tedalda, creando quella connessione visiva fondamentale per incuriosire chi viene da fuori e per la sicurezza dei residenti. Questa trasparenza si alterna al pieno dei mattoni di recupero che identificano gli accessi ai piani residenziali e caratterizzano la pavimentazine al livello 0. L’altro edificio, parallelo all’asse ferroviario, presenta invece un piano terra residenziale con tagli piccoli di alloggi progettati per persone anziane e disabili, con il loro cortile di pertinenza.

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Per garantire la privacy a questi alloggi si è rialzato il piano terra di 0,60 m rispetto alla quota dei percorsi ciclabili e pedonali che lo affiancano. Inversamente per delimitare i cortili privati si è scelto di utilizzare una siepe bassa che segue i riempimenti in mattoni a quota +0,60 m per permettere la visuale dall’interno verso l’esterno e quindi il controllo sullo spazio collettivo. In copertura è stato utilizzato un sistema di verde pensile estensivo a spessore ridotto. Questa particolare scelta è stata dettata dall’esigenza di contenere i carichi che gravano sulla struttura orizzontale (115 kg/mq a massima saturazione d’acqua) e di ridurre al minimo le necessità di manutenzione. Ma il principale vantaggio è dato dalla permeabilità della superficie, che permette l’assorbimento delle acque piovane e il loro graduale rilascio nel sistema di raccolta, impedendone il sovraccarico in caso delle sempre più frequenti precipitazioni eccezionali. La vegetazione è composta da una mixitè di varietà di sedum, la quale si adatta alle condizioni climatiche del luogo e varia nel suo aspetto a seconda delle stagioni. I principali vantaggi di un tettoverde sono quindi: - isolamento termico - basso impatto ambientale - regolazione idirica - protezione strati impermeabilizzanti - rispetto delle biodiversità Il fronte sud si articola in pieni e vuoti, dove il vuoto è l’elemento caratterizzante i singoli alloggi. Uno spazio flessibile delimitato da una doppia porta vetrata a libro, che funziona come loggia in estate e come serra in inverno. La gestione di questo spazio viene lasciata agli utenti, i quali in inverno hanno un guadagno termico dato dal giardino d’inverno, mentre nella stagione calda possono sfruttare questo spazio come una loggia o come un’espansione del soggiorno. Il fronte nord è, invece, più chiuso per ridurre al minimo le dispersioni termiche durante l’inverno.

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Sezione ambientale di progetto

Sezione ambientale di progetto

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Le parti vetrate sono sempre a tutta altezza, di 3,20m al piano terra e di 2,70m ai piani superiori. Il modulo base è largo 1,20m e può essere raddoppiato formando un’apertura di 2,40m. Le serre invece hanno dimensioni maggiori e infissi più stretti per favorirne l’apertura e la chiusura a libro. Il sistema di oscuramento segue sempre le proporzioni delle finestre, scorrendo su delle guide nascoste nel cornicione marcapiano. ‘‘Preferite materiali non nocivi per la salute e con un basso impatto ambientale durante tutto il ciclo di vita (dall’approvvigionamento della materia prima ai processi di produzione, trasporto, montaggio fino allo smaltimento o eventuale riutilizzo). Utilizzare materiali a km 0, ossia provenienti dal territorio locale, significa ad esempio ridurre l’inquinamento e il consumo di energia dovuto ai mezzi di trasporto. L’edilizia a km 0, valorizzando i materiali del luogo e le tecniche costruttive locali, riveste anche un importante valore sociale e culturale nel rispetto del paesaggio.’’ (La mia casaclima - i materiali) L’intonaco rappresenta la scatola, il volume riscaldato effettivo degli alloggi. Il colore giallo riprende quello degli altri edifici del comparto in cui si integra la nuova costruzione, distaccandosi da quella tradizione fiorentina del bianco e del grigio della pietra serena. Il legno rappresenta il movimento, la parte flessibile dell’alloggio. In legno sono i telai degli infissi e delle serre, che si trasformano in logge in estate, e i pannelli scorrevoli di regolazione dell’irraggiamento solare. Questi ultimi presentano delle lamelle in legno fisse orizzontali che permettono la migliore schermatura durante l’estate. Il vetro rappresenta lo spazio permeabile. Il piano terra ospita le funzioni collettive e il vetro ne diventa l’insegna grazie a stampe serigrafate. Ai piani superiori la superficie vetrata delimita uno spazio flessibile che può essere abitabile o funzionare come volano termico (loggia o serra solare).

Composizione delle aperture

Materiali usati in prospetto

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Pianta del piano primo

Prospetto sud

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7.3 Esigenze abitative odierne

Come sistema di aggregazione degli alloggi è stata scelta la tipologia in linea, molto diffusa a Firenze, per la possibilità di fare alloggi col doppio affaccio nord - sud ed aggregarli in modo lineare. Si sono posti una serie di obiettivi dettati principalmente dalla necessità di fare un’edilizia popolare di qualità: - possibilità di disporre di tagli di alloggi diversificati secondo il numero dei componenti il nucleo di utenza - possibilità di avere all’interno di alloggi dello stesso taglio soluzioni tali da rispondere alle esigenze di nuclei di diversa composizione qualitativa - qualità della soluzione distributiva - disponibilità per diverse soluzioni di arredo - compatibilità con l’ambiente delle soluzioni proposte - disponibilità di spazi di uso collettivo - l’aggregabilità delle tipologie di alloggi - la flessibilità interna degli alloggi - la flessibilità tra alloggi - possibilità di ampliamento degli edifici - tenere conto del contesto ambientale e socio-culturale - tenere conto delle prescrizioni esistenti, in ordine ai tipi edilizi, contenuti negli strumenti urbanistici comunali, in particolare nei Piani di Zona. E’ inoltre fondamentale considerare la variazione di popolazione, negli ultimi anni notiamo infatti un aumento della popolazione anziana, una riduzione media della dimesione della famiglia ed un aumento del numero dei nuclei di utenza. La famiglia tipo infatti non è più costituita solo da una coppia di genitori e due/tre figli, ma sono sempre più frequenti nuclei famigliari composti da un genitore e un bambino, dalla coppia di anziani, dall’anziano più una persona che lo assiste e da convivenza tra studenti o giovani lavoratori.

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E’ noto che gli IACP non sono in grado di stabilire prima della progettazione quali saranno gli assegnatari degli alloggi e che quindi non è possibile progettare gli spazi su misura per determinate esigenze. Ci sono due possibilità: 1- partendo da un’analisi dei profili di utenza dei potenziali assegnatari di quel comune individuare, statisticamente, la composizione dei vari nuclei di utenza; quindi prevedere nei vari interventi una percentuale di alloggi di ogni taglio, nelle alternative studiate, che rispetti la diversa composizione della domanda 2- la seconda è basata sulla scomposizione dell’alloggio in parti invarianti (il maggior numero possibile) e variabili, pronte ad essere ultimate nel momento della consegna all’assegnatario. Inoltre l’alloggio deve essere arredabile con arredi preesistenti e non fatti su misura o ancor meglio deve predisporre già l’arredo base come la cucina, gli armadi e le scaffalature, integrate in un sistema di partizioni interne a secco. Ognuno dei tipi edilizi consolidatasi nella prassi costruttiva affida la propria logica interna a determinate regole che fissano i limiti di accettabilità delle variabili progettuali. Ciò comporta una progettazione specifica degli alloggi in relazione al tipo edilizio in cui devono essere inseriti. Le amministrazioni comunali fissano quindi indici di fabbricabilità, altezza, ingombri planovolumetrici e lasciano agli IACP solo la decisione sul taglio degli alloggi. Siamo partiti quindi dai dati forniti da Case S.P.A., che mostrano come il numero medio di componenti famigliari sia di due persone, con una media di età di 49 anni. A questi numeri abbiamo aggiunto alcuni tagli di alloggi più grandi per soddisfare la domanda delle famiglie più numerose, in aumento nell’ultimo decennio in seguito agli ultimi fenomeni di immigrazione.

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7.4 Stanze condivise

Per stanza condivisa si intende una stanza che può essere trasformata(switched) da uno spazio a un altro. L’idea della stanza condivisa viene dal concetto tedesco di Schaltzimmer ( letteralmente ‘‘stanza di cambio’’); questa è uno spazio non definito che si trova tra due unità abitative e può essere attribuito all’una o all’altra. Nell’ipotesi classica che i due alloggi abbiano una sola stanza da letto, questo spazio permette ad uno dei due di guadagnare una una camera da letto o uno studio extra. La stanza condivisa rimane uno spazio flessibile nel tempo permettendo agli abitanti di vivere nello stesso spazio pur avendo un appartamento proporzionato alle loro necessità. Viene anche data la possibilità al proprietario di ridistribuire questo spazio nel momento del cambio di affittuari con esigenze differenti. La posizione del blocco servizi è critica nel determinare la flessibilità di un alloggio poiché determina la posizione degli elementi fissi in pianta. Poiché la cucina e il bagno sono le stanze che cambieranno posizione con minor probabilità nel tempo, è meglio considerarle all’inizio del processo di progettazione, e disegnare la pianta dell’alloggio vuota eccetto per il blocco servizi. Fornire all’utente degli spazi non finiti, che possono essere suddivisi e riorganizzati in base alle sue esigenze è l’idea base dell’alloggio flessibile. Parlando di edilizia sociale si forniscono gli arredi base del blocco servizi e si lascia libertà di gestione degli spazi ai destinatari, eventualmente tenendo un affitto leggermente più basso nel primo periodo per compensare i costi. Sistemi mobili di chiusura, per esempio della zona cucina rispetto al soggiorno, favoriscono l’adattabilità degli spazi anche nel breve termine.

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7.5 Studio degli alloggi

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7.6 Materiali a km 0

Dettaglio dell’infisso esterno

Chiusura verticale esterna e partizione principale

Partizioni interne

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La maggior parte dei materiali utilizzati nel progetto provengono dal territorio fiorentino, i principali sono, oltre alla struttura, le tamponature, gli isolanti e le finiture. La fibra di legno è di origine vegetale, la sua produzione prevede un minimo impatto di energia, con un consumo totale di energia primaria di soli 17 MJ/Kg. Le sue caratteristiche fisiche a due densità differenti sono le seguenti: Densità 160 Kg/mc Resistenza termica 4 K/W Fattore di resistenza al vapore 5 Elevata resistenza meccanica Buona inerzia termica Densità 50 Kg/mc Resistenza termica 1,3 K/W Fattore di resistenza al vapore 2 Per le chiusure verticali esterne sono stati utilizzati i blocchi poroton, che garantiscono al tempo stesso un buon isolamento termico e un’ottima inerzia termica alla parete. Le caratteristiche fisiche sono le seguenti: Densità 800 Kg/mc Resistenza termica 1,53 K/W Fattore di resistenza al vapore 10 Elevata resistenza meccanica Buona inerzia termica Per le partizioni verticali interne tra alloggio e alloggio e per le pareti dei blocchi di servizio, quali cucine e bagni, sono stati riciclati i mattoni provenienti dalla demolizione selettiva degli edifici esistenti. L’ energia grigia contenuta in questo materiale si può considerare pari a 0, in quanto riciclato dalla demolizione. Il progetto Market uptake of an automated technology for reusing old bricks (Rebrick), finanziato dall’Unione europea, stima

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che il riutilizzo di ogni mattone evita l’immissione in atmosfera di 0,5 kg di CO2 che verrebbe prodotta dalla costruzione di un nuovo mattone. Inoltre riutilizzando i vecchi mattoni si trasferisce la loro storia e si applica il loro carattere ai nuovi edifici, essi diventano esempi tangibili del potenziale che si nasconde nei detriti delle demolizioni. Le caratteristiche fisiche dei mattoni pieni sono le seguenti Densità 1500 Kg/mc Resistenza termica 0,15 K/W Fattore di resistenza al vapore 10 Elevata resistenza meccanica Buona inerzia termica

Materiali a km 0

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8. PROGETTO STRUTTURALE 8.1 Dal predimensionamento al modello strutturale

Obiettivo dell’analisi strutturale è stato il dimensionamento ragionato della struttura per evidenziare come questo si interfacci profondamente con la progettazione architettonica e tecnologica, persino in un edificio semplice come quello proposto. Se in una prima fase di progettazione architettonica è importante il predimensionamento delle strutture, si ha che molto spesso questo non risulta verificare le normative vigenti in materia sismica soprattutto. Infatti la zona in esame, Firenze, rientra in classe sismica 2, la seconda nella zonizzazzione nazionale su un massimo di 4, che è così definita: Zona 2: sismicità media, PGA fra 0,15 e 0,25 g. Comprende 2.345 comuni (in Toscana alcuni comuni ricadono nella zona 3S che ha lo stesso obbligo di azione sismica della zona 2). Risulta infatti molto restrittiva dal punto di vista dei coefficienti moltiplicativi di amplificazione dell’evento sismico (PGA) rendendo più complessa la verifica dei minimi di Legge. Nel nostro procedere progettuale si è partiti col predimensionare la struttura nelle sue parti fondamentali (travi e pilastri) e nel verificare poi che la soluzione adottata per questi elementi rispettasse le verifiche. I risultati ottenuti allora, seppur ammissibili allo SLU (con sisma applicato), non risultavano verificare lo SLD (con sisma applicato) sotto due aspetti: - la deformazione, che risulta essere maggiore del 5/1000 dell’altezza dell’edificio per i piani secondo e terzo; - la deformazione relativa dei pilastri, che supera il valore del 5/1000 relativo all’altezza di interpiano.

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Diagramma della deformata

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Il diagramma della deformata mostra anche bene l’effetto della torsine dovuto a campate non perfettamente simmetriche e ai vani scala disposti asimmetricamente rispetto alla mezzeria della struttura.


Il diagramma dei pilastri invece mostra come lo spostamento relativo di quelli del piano primo sia ben oltre il valore massimo del 5/1000; la stessa cosa accade in prossimità dei vani scala in cui le travi a ginocchio, incernierate ai pilastri, creano pilastri più tozzi rispetto a quelli vicini sia a destra che a sinistra con una rigidità diversa responsabile dell deformazione molto superiore di queste particolari pilastrate .

Diagramma dello spostamento relativo dei pilastri

Si sono allora individuate le cause della verifica non soddisfatta e si è capito che esse sono strettamente legate alla progettazione architettonica: i pilastri esili e le travi a spessore per la continuità del senso orizzontale in prospetto rendono poco resistente l’intera struttura sotto azione sismica in direzione Y (cioè una accellerazione al suolo perpendicolare al lato più lungo dell’edificio) A questo punto erano chiare le possibili soluzioni da attuare e i passi da compiere in successione per arrivare a definire un modello che verificasse anche le condizioni sismiche allo SLD. Si sono allora modellate due soluzioni fittizie, che non corrispondevano alla volontà progettuale da noi seguita, ma che verificando le normative vigenti anche in merito agli spostamenti massimi ammissibili, ci hanno aiutato nella creazione di un modello per la nostra struttura che verificasse tutte le condizioni imposte dalla Normativa nazionale che è il D.M. del 14/01/2008.

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La soluzione proposta nel modello 2 mostra infatti come intervenendo solo sulle travi a spessore (ipotizzate 54 x 24 cm) e portandole ad essere travi emergenti (30 x 80 cm) le due verifiche vengono soddisfatte. E’ una soluzione però infattibile perchè comporterebbe una variazione di non poco conto nel prospetto perchè non si potrebbe utilizzare la soluzione delle finestra e tutta altezza; oppure non si riuscirebbe a rimanere nei limiti di massimi di altezza imposti dal PSC del Comune (NTA Art. 29 - Sottozone edificate sature B.1; altezza massima consentita 1400 cm) senza cambiare la stratigrafia delle chiusure orizzontali rendendole meno performanti dal punto di vista energetico o dell’isolamento acustico. Questo passaggio è stato però utile perchè ha fornito indicazioni indispensabili sul dimensionamento degli elementi che era necessario cambiare in una ultima fase in cui abbiam costruito il modello strutturale completo nelle verifiche imposte dalla Norma. Le verifiche effettuate sono state sempre allo SLD con sisma ipotizzato come la norma prevede nelle sue combinazioni massime. Si nota come la deformata massima allo SLD riporti un valore di 6,07 cm che è molto inferiore al massimo di legge del 5/1000 dell’altezza che per il nostro edificio risulta essere di 7,00 cm in virtù di una altezza di 1400 cm.

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Diagramma della deformata con travi in altezza


Anche la verifica del 5/1000 in merito allo spostamento relativo dei pilastri risulta essere soddisfatta ma con uno scarto non elavato rispetto al livello che la norma impone come minimo che è del 5/1000. Un ulteriore variazione della sezione delle travi, in aumento, avrebbe portato sicuramente ad un abbassamento del valore del 5/1000 di interasse tra i pilastri ma l’obiettivo di queste verifiche era trovare la minima sezione che rispondesse alle verifiche imposte dalla Normativa nazionale per poter poi capire nella fase di modellazione quali sezioni utilizzare.

Diagramma dello spostamento relativo dei pilastri nel modello con travi in altezza

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La soluzione proposta nel modello 3 mostra INVECEcome intervenenedo solo sui pilastri, che da essere 30 x 50 cm diventano 50 x 100 cm, le due verifiche allo SLD vengono soddisfatte nuovamente. E’ una soluzione anche questa infattibile perchè comporterebbe una variazione nel prospetto del piano terra soprattutto il quale non riuscirebbe più a conferire quel senso di leggerezza proprio del materiale utilizzato; ma soprattutto in pianta perchè ad ogni piano di avrebbero dei pilastri molto lunghi e spessi responsabili inevitabilmente di una variazione della disposizione degli alloggi interni. Le verifiche effettuate sono state sempre effettuate allo SLD con l’azione del sisma ipotizzata come la norma prevede nelle sue combinazioni massime. Si nota come la deformata massima allo SLD riporti un valore di 6,71 cm che è anche stavolta inferiore al massimo di legge del 5/1000 dell’altezza che per il nostro edificio risulta essere di 7,00 cm in virtù di una altezza di 1400 cm.

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Diagramma della deformata del modello con i pilastri di sezione maggiore


Anche la verifica del 5/1000 in merito allo spostamento relativo dei pilastri risulta essere soddisfatta ma con uno scarto non elavato rispetto al livello che la norma impone come minimo che è del 5/1000. Un ulteriore variazione della sezione delle travi, in aumento, avrebbe portato sicuramente ad un abbassamento del valore del 5/1000 di interasse tra i pilastri ma l’obiettivo di queste verifiche era trovare la minima sezione che rispondesse alle verifiche imposte dalla Normativa nazionale per poter poi capire nella fase di modellazione quali sezioni utilizzare.

Diagramma dello spostamento relativo dei pilastri di sezione maggiore

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8.2 Verifica del modello strutturale

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La soluzione adottata per l’edificio preso in considerazione è frutto quindi di un processo come detto che ha analizzato una serie di soluzioni intermedie via via sempre più prossime al rispetto dei dettami sismici imposti dalla Norma. Come si nota dalla carpenteria riportata in basso si è adottata la soluzione delle travi in altezza con una sezione uguale a quella del modello di studio numero 2, solo dove possibile: - per le travi che vanno dalla lettera B alla lettera O; - nella travata interna, indicata con il numero 2, che è quella più caricata perchè la zona di influenza dei carichi si estende per metà nella parte superiore e per metà nella parte inferiore La soluzione trovata è formata da un numero di pilastri “orizzontali” superiore al numero dei pilastri “verticali” perchè la deformazione risultava essere maggiore nella direzione più lunga dell’edificio perciò il numero maggiore dei pilastri disposti lungo questa direzione orizzontale serve a meglio contrastare la combinazione di carico sismica agente in questa direzione. Si è cercato poi di tenere la disposizione in pianta dei pilastri il quanto più simmetrica possibile evitando anche il fenomeno di torsione inevitabilmente presente per la diversità tra le campate 1-2 e 2-3. Per il modello finale si sono svolte una serie di altre veriche, prima fra tutte l’analisi delle fondazioni. Si voleva verificare che tutta la superficie a contatto col terreno risultasse compressa e non ci fossero zone tese in fondazione pericolose perchè non funzionanti correttamente. La figura riportata sotto mostra come il minimo valore risulti ancora essere negativo come imposto dalla Norma.

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Diagramma delle pressioni del terreno sulle travi di fondazione


L’analisi ha poi riguardato le caratteristiche della sollecitazione da utilizzare per il successivo calcolo delle armature. Si riportano i grafici relativi ai massimo di sforzo normale, taglio e momento rappesentato dalle due diverse angolazioni per maggior chiarezza.

Diagramma dello sforzo normale

In merito al diagramma del momento si nota come i valori in fondazione risultino essere cinque volte maggiori di quelli relativi alle travi in elevazione. Questo valore è dovuto senza dubbio alla posizione del lotto molto vicina al fiume Arno, e quindi all’utilizzo di coefficienti relativi al terreno, ipotizzato di tipo alluvionale, molto limitativi.

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Diagramma del taglio

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Diagramma del momento


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Diagramma della deformata allo stato limite di danno

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Infine le verifiche allo SLD della deformata dell’edificio e dello spostamento relativo dei pilastri. Ambedue le verifiche risultano essere soddisfatte con valori al di sotto dei massimi di Legge: - per la deformata si ottiene un massimo di 6.36 cm ( inferiore al valore limite di 7.00 cm)


Diagramma dello spostamento relativo dei pilastri allo stato limite di danno

La verifica allo SLD dei pilastri invece mostra lo spostamento relativo massimo che dalla figura riportata sotto si vede interessare in maniera particolare i pilastri del piano primo. Resta comunque soddisfatta anche questa verifica perchè il valore massimo risulta essere di 4.93 millesimi dell’altezza a fronte di 5/1000 consentiti dalla Norma.

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9. CONSUMI ENERGETICI 9.1 Fonti rinnovabili e soluzioni tecnologiche

Per verificare che il progetto raggiunga gli obiettivi energetici prefissati e rientri quindi all’interno delle strategie di pianificazione del Comune di Firenze e dell’Unione Europea, abbiamo affiancato la progettazione ambientale all’uso di software per il calcolo dei consumi e la certificazione energetica degli edifici. In primo luogo è stato verificato l’irraggiamento solare con il software ‘‘Autodesk Ecotect Analysis’’: uno dei fattori che influivano negativamente nella valutazione degli edifici preesistenti era il loro orientamento, ma soprattutto la loro vicinanza, con la conseguenza che alcuni fronti non venivano mai colpiti da luce solare diretta pur essendo rivolti ad est e ovest. La distanza tra i nuovi edifici è pari a circa il doppio della loro altezza e permette il giusto irraggiamento delle facciate in tutte le stagioni dell’anno. La disposizione parallela a via di Rocca Tedalda permette inoltre di sfruttare al massimo l’energia solare sul fronte sud grazie alle serre ottimizzando il guadagno solare invernale, quando l’inclinazione del Sole è di circa 30° rispetto all’orizzonte. Al tempo stesso consente, grazie ad accorgimenti come la rientranza delle logge e degli opportuni schermi frangisole, di regolare l’irraggiamento solare durante l’estate, quando l’inclinazione del Sole è di circa 70° rispetto all’orizzonte. In secondo luogo si è localizzata la centrale di cogenerazione a biomasse prevista tra le strategie di quartiere in posizione strategica per poter servire tutti gli edifici del comparto senza troppe dispersioni nel trasporto del teleriscaldamento. Ogni edificio è collegato in rete alla centrale e dispone di uno spazio al piano terra con una caldaia che ha funzione di collettore e distribuzione dell’acqua calda sanitaria e di regolazione della temperatura per l’impianto di riscaldamento a pavimento funzionante a 30°-40°C. Da questo punto parte la rete di distribuzione ai singoli alloggi che avranno ognuno il proprio contatore.

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Il sistema di cogenerazione a biomasse utilizza fonti biologiche per attivare la combustione nel bruciatore; le fonti possono essere residui agricoli (cippato, sfalci,..), pollina( escrementi del pollame), o pellet. La biomassa è considerata una fonte rinnovabile in quanto si rinnova continuamente in natura. La produzione di energia da biomassa avviene nelle due fasi seguenti: 1. nel bruciatore avviene la combustione della biomassa: il gas di scarico pulito ad alta temperature attiva la turbina che, collegata all’alternatore, produce l’energia elettrica. 2. L’aria calda, in uscita dalla turbina, è utilizzata da un motore endotermico, o dalla caldaia a biomassa per riscaldare l’acqua destinata ad usi sanitari; l’energia termica si utilizza inoltre per azionare il funzionamento delle turbina stessa. L’efficienza del sistema a biomassa dipende dal tipo di combustibile utilizzato, ovvero dalla qualità della biomassa, è comunque possibile affermare che tale potenza sia pari o superiore rispetto a quelle di sistemi tradizionali di produzione di energia, e comporta un notevole risparmio economico. Il recupero della materia prima non è un problema perchè è presente una area boschiva situata a soli 5 km dal comparto ERP che si sviluppa nel tratto immediatamente collinare di 0,6 kmq, per poi divenire area montana. La biomassa può quindi facilmente essere reperita a km 0 riducendo gli impatti sull’ambiente dovuti al trasporto del combustibile. Questo tipo di attività favorirebbe così non solo il guadagno ambientale ed economico, ma anche la formazione di cooperative di lavoratori che aiuterebbero a mantenere puliti i boschi, fornendo il legno per il processo di cogenerazione. La centrale è stata dimensionata per servire 350 alloggi di energia elettrica e termica.

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Produzione e KW elettrici: 1000 MWh/anno 175 KW Produzione e KW termici: 2400 Mwh/anno 700 KW Temperatura dell’acqua in uscita: 70°C Cippato necessario: 2000 t/anno Area ipotizzata per prelievo cippato: (considerando la ricrescita) 1575000 mq Area necessaria per la centrale di cogenerazione: 400 mq Area necessaria di deposito del cippato: 125 mq Per calcolare il fabbisogno energetico di entrambi gli edifici residenziali progettati, occorre considerare un totale di 49 alloggi di superficie media pari a 70 mq e quattro spazi commerciali di circa 100 mq. Abbiamo quindi le seguenti superfici: Superficie riscaldata complessiva: 3972 mq Superficie riscaldata residenziale: 3444 mq Superficie riscaldata commerciale: 528 mq Per una stima dei fabbisogni di energia elettrica si è ipotizzato che un alloggio di 70 mq consumi in media 3000 KWhe/a, quindi 49 alloggi necessitano di 147000 KWhe/a. Uno spazio commerciale di 100 mq invece consuma in media 7150 KWhe/a, considerando anche il raffrescamento estivo, quindi quattro attività necessitano di 14000 KWhe/a. Per calcolare i consumi energetici dell’edificio si parte dal calcolo dei consumi dei singoli spazi differenziandoli per destinazione d’uso secondo il seguente procedimento: 1. Calcolo dei consumi energetici di tre alloggi aventi la stessa superficie ma posti a tre piani differenti e con varie tipologie di superfici disperdenti.

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N

2. Media aritmetica dei risultati ottenuti per calcolare i consumi di un alloggio tipo. 3. Stima dei consumi per le attività commerciali. 4. Calcolo dei consumi relativi al numero totale di alloggi (si considerano i consumi per entrambi gli edifici).

S Secondo piano (solai inferiore e superiore riscaldati)

L’Indice di Prestazione Energetica esprime il consumo totale di energia primaria per il riscaldamento invernale (in regime continuo degli impianti, 24h) riferito all’unità di superficie utile. EPi limite residenziale: 2412,27 KWh/mq a Consumo di energia primaria residenziale: 830,93 MWh/a EPi limite commerciale: 281,34 KWh/mq a Consumo di energia primaria residenziale: 148,54 MWh/a Fabbisogno energetico totale: 979,47MWh/a

O S Terzo piano (solaio inferiore riscaldato solaio superiore non riscaldato) N

S

212

Confrontando questi valori con l’energia prodotta dalla centrale di cogenerazione si verifica che non sono necessari ulteriori impianti come il fotovoltaico o il solare per coprire i fabbisogni dell’utenza. Questa soluzione ci permette di mantenere le superfici di copertura e pavimentazione il più permeabili possibili e di incrementare le alberature per attenuare l’inquinamento acustico, valorizzando sempre più la qualità dell’abitare. Obiettivo fondamentale è la riduzione delle emissioni di CO2, partendo sempre dai risultati del software MC impianto 11300, calcoliamo le emissioni complessive: Emissioni di CO2 residenziale: 3572,87 KgCO2/anno Emissioni di CO2 commerciale: 653,66 KgCO2/anno Emissioni di CO2 complessive: 4228,53 KgCO2/anno Emissioni di CO2 edifici preesistenti: 174853 KgCO2/anno Si evidenzia una riduzione del 97,5% delle emissioni di CO2 nel progetto di nuova costruzione rispetto agli edifici preesistenti.


6. RACCOMANDAZIONI (5)

ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE ENERGETICA Edifici residenziali

1. INFORMAZIONI GENERALI (1) Codice certificato

Prestazione Energetica/Classe a valle del singolo intervento

Interventi

Tempo di ritorno (anni)

1)

Validità

2)

Riferimenti catastali

3)

Indirizzo edificio

4)

Nuova costruzione

Passaggio di proprietà

Proprietà

Telefono

Indirizzo

E-mail

5)

Riqualificazione energetica

PRESTAZIONE ENERGETICA RAGGIUNGIBILE (2)

0,000

(<10 anni)

kWh/(m²·a)

7. CLASSIFICAZIONE ENERGETICA GLOBALE DELL'EDIFICIO

2. CLASSE ENERGETICA GLOBALE DELL'EDIFICIO

SERVIZI ENERGETICI Riscaldamento INCLUSI NELLA CLASSIFICAZIONE

Edificio di classe: A+

Raffrescamento

Acqua calda sanitaria

(6)

Illuminazione

3. GRAFICO DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE GLOBALI E PARZIALI (2) Emissioni di CO2 [KgCO2/(m²·a)]

1,205

Rif. legislativo =59,572 kWh/(m²·a)

8. DATI PRESTAZIONI ENERGETICHE PARZIALI 8.1 RAFFRESCAMENTO (*)

8.2 RISCALDAMENTO

Indice energia primaria (EPe) [kWh/(m²·a)]

Indice energia primaria (EPi) [kWh/(m²·a)]

4,199

Indice energia primaria limite di legge (d.lgs. 192/05) [kWh/(m²·a)]

41,572

Indice involucro (EPi,invol) [kWh/(m²·a)]

15,419

Rendimento impianto

Rendimento medio stagionale impianto

367,23

Fonti rinnovabili [kWh/(m²·a)]

Fonti rinnovabili [kWh/(m²·a)]

0,000

Indice energia primaria limite di legge [kWh/(m²·a)] Indice involucro (EPe,invol) [kWh/(m²·a)]

4. QUALITÀ INVOLUCRO (RAFFRESCAMENTO) (3) 5. METODOLOGIE DI CALCOLO ADOTTATE (4)

I

II

III

Metodo calcolato di progetto

IV

V

20,981

( g) [%]

8.3 ACQUA CALDA SANITARIA Indice energia primaria (EPacs) [kWh/(m²·a)]

8.4 ILLUMINAZIONE 1,846

Indice energia primaria (EPill) [kWh/(m²·a)] Indice en. primaria limite di legge [kWh/(m²·a)]

213


6. RACCOMANDAZIONI (5)

ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE ENERGETICA Edifici residenziali

1. INFORMAZIONI GENERALI (1) Codice certificato

Prestazione Energetica/Classe a valle del singolo intervento

Interventi

Tempo di ritorno (anni)

1)

Validità

2)

Riferimenti catastali

3) 4)

Indirizzo edificio Nuova costruzione

Passaggio di proprietà

Proprietà

Telefono

Indirizzo

E-mail

5)

Riqualificazione energetica

PRESTAZIONE ENERGETICA RAGGIUNGIBILE (2)

0,000

(<10 anni)

kWh/(m²·a)

7. CLASSIFICAZIONE ENERGETICA GLOBALE DELL'EDIFICIO (6)

2. CLASSE ENERGETICA GLOBALE DELL'EDIFICIO

SERVIZI ENERGETICI Riscaldamento INCLUSI NELLA CLASSIFICAZIONE

Edificio di classe: A+

Raffrescamento

Acqua calda sanitaria

Illuminazione

3. GRAFICO DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE GLOBALI E PARZIALI (2) Emissioni di CO2 [KgCO2/(m²·a)]

1,038

Rif. legislativo =60,302 kWh/(m²·a)

8. DATI PRESTAZIONI ENERGETICHE PARZIALI 8.1 RAFFRESCAMENTO (*)

Indice energia primaria (EPi) [kWh/(m²·a)]

3,617

Indice energia primaria limite di legge [kWh/(m²·a)]

Indice energia primaria limite di legge (d.lgs. 192/05) [kWh/(m²·a)]

42,302

Indice involucro (EPe,invol) [kWh/(m²·a)]

4. QUALITÀ INVOLUCRO (RAFFRESCAMENTO) (3) 5. METODOLOGIE DI CALCOLO ADOTTATE (4)

214

I

II

III

Metodo calcolato di progetto

IV

V

8.2 RISCALDAMENTO

Indice energia primaria (EPe) [kWh/(m²·a)]

Indice involucro (EPi,invol) [kWh/(m²·a)]

7,543

Rendimento impianto

41,291

Rendimento medio stagionale impianto

208,54

Fonti rinnovabili [kWh/(m²·a)]

Fonti rinnovabili [kWh/(m²·a)]

0,000

( g) [%]

8.3 ACQUA CALDA SANITARIA Indice energia primaria (EPacs) [kWh/(m²·a)]

8.4 ILLUMINAZIONE 1,591

Indice energia primaria (EPill) [kWh/(m²·a)] Indice en. primaria limite di legge [kWh/(m²·a)]


6. RACCOMANDAZIONI (5)

ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE ENERGETICA Edifici residenziali

1. INFORMAZIONI GENERALI (1) Codice certificato

Prestazione Energetica/Classe a valle del singolo intervento

Interventi

Tempo di ritorno (anni)

1) 2)

Validità

3)

Riferimenti catastali

4)

Indirizzo edificio Nuova costruzione

Passaggio di proprietà

Proprietà

Telefono

Indirizzo

E-mail

5)

Riqualificazione energetica

PRESTAZIONE ENERGETICA RAGGIUNGIBILE (2)

0,000

(<10 anni)

kWh/(m²·a)

7. CLASSIFICAZIONE ENERGETICA GLOBALE DELL'EDIFICIO (6)

2. CLASSE ENERGETICA GLOBALE DELL'EDIFICIO

SERVIZI ENERGETICI Riscaldamento INCLUSI NELLA CLASSIFICAZIONE

Edificio di classe: A+

Raffrescamento

Acqua calda sanitaria

Illuminazione

3. GRAFICO DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE GLOBALI E PARZIALI (2) Emissioni di CO2 [KgCO2/(m²·a)]

1,078

Rif. legislativo =81,804 kWh/(m²·a)

8. DATI PRESTAZIONI ENERGETICHE PARZIALI 8.1 RAFFRESCAMENTO (*)

8.2 RISCALDAMENTO

Indice energia primaria (EPe) [kWh/(m²·a)]

Indice energia primaria (EPi) [kWh/(m²·a)]

3,757

Indice energia primaria limite di legge (d.lgs. 192/05) [kWh/(m²·a)]

63,804

Indice involucro (EPi,invol) [kWh/(m²·a)]

10,973

Rendimento impianto

Rendimento medio stagionale impianto

292,04

Fonti rinnovabili [kWh/(m²·a)]

Fonti rinnovabili [kWh/(m²·a)]

0,000

Indice energia primaria limite di legge [kWh/(m²·a)] Indice involucro (EPe,invol) [kWh/(m²·a)]

4. QUALITÀ INVOLUCRO

(RAFFRESCAMENTO) (3)

5. METODOLOGIE DI CALCOLO ADOTTATE (4)

I

II

III

Metodo calcolato di progetto

IV

V

20,381

( g) [%]

8.3 ACQUA CALDA SANITARIA Indice energia primaria (EPacs) [kWh/(m²·a)]

8.4 ILLUMINAZIONE 1,652

Indice energia primaria (EPill) [kWh/(m²·a)] Indice en. primaria limite di legge [kWh/(m²·a)]

215


216


La sezione cielo-terra, fatta sul lato corto dell’edificio, mostra la volontà di avere una superficie continua tra lo spazio interno all’alloggio e lo spazio flessibile della loggia/serra, con laconseguente scelta di infissi a tutta altezza. Partendo dal piano terra si è scelto di creare un solaio sospeso con intercapedine d’aria per ovviare ai problemi derivanti dalla presenza di gas radon (anche se minimi in tutta la Toscana rispetto alla media nazionale). La sezione è fatta in corrispondenza del tagesmutter perciò abbiamo, come strato di calpestio una pavimentazione in linoleum colorato sicuramente più adatta al gioco dei bambini in età infantile. I solai interpiano aggettano sul fronte esterno per evidenziare la linearità dell’edificio in facciata: particolare attenzione nella posa degli strati isoalnti è fondamentale per evitare i ponti termici. La soluzione dello sbalzo poi, realizzata con gli elementi strutturali portanti, nasconde il sistema di guide degli scorrevoli e in prospetto viene vista come un elemento continuo rivestito con una lamiera di acciaio zincato sagomato. Lo strato di finitura interna degli alloggi è realizzato in gres e si prevede la soluzione del riscaldamento a pavimento ad ogni livello, in quanto garantisce un maggior comfort termico ed un rendimento ottimale lavorando a basse temperature. In copertura il tetto verde estensivo con uno stato di 12 cm di terra ha la funzione di isolamento e inerzia termica e diminuisce ulteriormente il rapporto tra superficie permeabile e superficie dell’area in fase di valutazione finale col metodo da noi studiato. Si nota anche in dettaglio la soluzione strutturale delle travi in spessore utilizzate per le travi di bordo di ogni piano permettendo altresì la continuità degli infissi per tutta l’altezza di interpiano. Il sistema a cappotto accostato alla muratura forata di elementi in poroton garantisce una trasmittanza termica di molto inferiore ailimiti di normativa ma soprattutto l’inerzia termica, fondamentale per il clima temperato di Firenze.

Fiorenzuola Sesto fiorentino

76 km

14 km Firenze Osmannoro 12 km

Rovezzano 0 km Signa 25 km

-97,5% EMISSIONI DI CO2

217


10. CONCLUSIONI 10.1 Valutazione del progetto

Qualità ambientale del progetto di nuova costruzione

SPAZIO PUBBLICO

PUNTI

PESO

VALORE

0

15%

0

Amb.1.1

Aree verdi

Amb.1.2

Qualità delle aree verdi

+5

10%

+ 0,50

Amb.1.3

Qualità dello spazio urbano

+5

10%

+ 0,50

Amb.1.4

Numero di parcheggi

+3

20%

+ 0,60

Amb.1.5

Piste ciclabili

+3

10%

+ 0,30

Amb.1.6

Accessibilità

+3

15%

+ 0,45

Amb.1.7

Servizi e attività commerciali

+5

20%

+ 1,00

100%

+ 3,35

Totale

EDIFICIO

PUNTI

PESO

VALORE

Amb.2.1

Spazi comuni

+3

15%

+ 0,45

Amb.2.2

Servizi

+3

20%

+ 0,60

Amb.2.3

Accessibilità

+3

35%

+ 1,05

Amb.2.4

Alloggi differenti metrature

+5

30%

+ 1,50

100%

+ 3,60

Totale

218


ALLOGGIO

PUNTI

PESO

VALORE

Amb.3.1

Dimensioni

+5

30%

+ 1,50

Amb.3.2

Ventilazione naturale

+5

20%

+ 1,00

Amb.3.3

Illuminazione naturale

+5

15%

+ 0,75

+3

10%

+ 0,30

Amb.3.5

Flessibilità degli spazi interni Accessibilità

+3

15%

+ 0,45

Amb.3.6

Spazi accessori

+3

10%

+ 0,30

100%

+ 4,30

Amb.3.4

Totale

Le tabelle riportano il dati ottenuti in merito all’area di Ovest per ciascuna sezione di analisi: - Spazio pubblico - Edificio - Alloggio Come si può notare dai risultati il nuovo progetto vede nettamente migliorata la qualità ambientale. Gli obiettivi di progetto sono stati raggiunti in quanto sono stati incrementati i parametri che influivano più pesantemente sulla valutazione degli edifici preesistenti. A livello di spazio pubblico è stato incrementato il numero di parcheggi, ora sufficiente a soddisfare la necessità dei residenti, e sono state mantenute, se non incrementate le attività commerciali e i servizi. A scala di edificio si è fatta attenzione all’accessibilità di questo in tute le sue parti, e si mette a disposizione un’offerta di tagli di alloggi differenti atti a soddsfare tutte le necessità dei nuclei famigliari odierni. Per quanto riguarda l’alloggio, infine, si è mantenuto il parametro fondamentale del doppio affaccio e della ventilazione naturale, e si sono aumentate le dimensioni dei singoli vani, adeguandosi all’ attuale stile di vita, per esempio di un ragazzo che in camera non dorme solamente ma ci passa la maggior parte del suo tempo e necessita di una scrivania con computer e una libreria; oppure una coppia di anziani potrebbe ritrovarsi a vivere nuovamente col figlio disoccupato o con una persona che li assista.

219


QualitĂ tecnologica del progetto di nuova costruzione

SPAZIO PUBBLICO Tec.1.1

Ombreggiamento da verde

Tec.1.2

Effetto isola di calore

Tec.1.3

PermeabilitĂ del suolo

Tec.1.4

Consumo di suolo

Tec.1.5

Inquinamento acustico

Tec.1.6

Gestione dei rifiuti

PUNTI

PESO

VALORE

0

15%

0

+3

20%

+ 0,60

0

20%

0

+5

15%

+ 0,75

0

20%

+ 0,60

+3

10%

+ 0,30

100%

+ 2,25

Totale

EDIFICIO

PUNTI

PESO

VALORE

Tec.2.1

Consumi energetici

0

24%

0

Tec.2.2

Struttura antisismica

0

10%

0

Tec.2.3

Recupero acqua piovana

+3

10%

+ 0,30

Tec.2.4

Riutilizzo strutture esistenti

-1

10%

- 0,10

Tec.2.5

Uso materiali riciclati

0

10%

0

Tec.2.6

Uso materiali locali

+5

10%

+ 0,50

Tec.2.7

Uso materiali ecocompatibili

0

10%

0

Tec2.8

Orientamento

+5

16%

+ 0,80

100%

+ 1,50

Totale

220


PUNTI

PESO

VALORE

Isolamento acustico

+3

14%

+ 0,42

+3

18%

+ 0,90

+5

14%

+ 0,70

+5

14%

+ 0,70

Tec.3.5

Trasmittanza termica superfici Consumo energia termica non rinnovabile Consumo energia elettrica non rinnovabile Controllo luce solare (fattore G)

+3

10%

+ 0,30

Tec.3.6

Emissioni di CO2

+5

10%

+ 0,50

Tec.3.7

Ventilazione

+3

10%

+ 0,30

Tec.3.8

Inerzia termica

+5

10%

+ 0,50

100%

+ 4,76

ALLOGGIO Tec.3.1 Tec.3.2 Tec.3.3 Tec.3.4

Totale

Le tabelle riportano il dati ottenuti in merito all’area di Ovest per ciascuna sezione di analisi: - Spazio pubblico - Edificio - Alloggio Come si può notare dai risultati il nuovo progetto vede notevolemente incrementata notevolmente la qualità tecnologica. Gli obiettivi di progetto sono stati raggiunti in quanto sono stati incrementati i parametri che influivano più pesantemente sulla valutazione negativa degli edifici preesistenti. A livello di spazio pubblico è stato incrementata la permeabilità del suolo, attraverso accorgimenti sui materiali di pavimentazione dei parcheggi e l’aumento della superficie permeabile anche in copertura, e seguendo la strategia del volume 0 del Comune di Firenze si è mantenuta la medesima superficie coperta dell’esistente senza aumentare il consumo di suolo. A scala di edificio si è fatta attenzione ai consumi energetici, nettamente migliorati fino a raggiungere una classe energetica A+, e all’orientamento degli edifici, ora ottimale per sfruttare l’irraggiamento solare. Per quanto riguarda l’alloggio, infine, si sono migliorati simultaneamente il comfort interno e la prestazione energetica, incrementando notevolemente l’isolamento acustico tra le unità abitative e la trasmittanza termica delle chiusure, diminuendo di conseguenza i consumi di energia termica ed elettrica non rinnovabili.

221


222


10.2 Obiettivi raggiunti

La semplicità formale degli edifici e l’attenzione alle necessità dell’utenza insieme ad un’analisi metodica e mirata, ha permesso di lavorare sulla qualità degli spazi: a partire da quella percezione di sicurezza e ed appartenenza che trasformano uno spazio anonimo in un luogo, fino alla funzionalità distributiva dei singoli alloggi. La qualità che emerge nel progetto deve essere una linea guida fondamentale per un sistema di valutazione, attualmente troppo legati ai parametri tecnologici di efficienza energetica. Il metodo utilizzato nella valutazione dell’esistente e come linea guida per la riqualificazione è risultato efficace nell’accompagnare la progettazione al raggiungimento degli standard sia qualitativi che tecnologici. Sono stati raggiunti, infatti, tutti gli obiettivi prefissati dall’Unione europea di riduzione delle emissioni di CO2, riduzione del fabbisogno energetico e di uso di energie rinnovabili, inserendosi in modo ottimale all’interno delle strategie pianificatorie territoriali del ‘‘volume 0’’ e della rigenerazione di aree degradate o dismesse. Il progetto promuove la valorizzazione del territorio e l’utilizzo delle fonti energetiche e dei materiali locali, creando un’attrattiva periferica non tanto per episodi eccezionali, quanto per la gestione e la valorizzazione delle proprie risorse.

223


224


BIBLIOGRAFIA

Fonti storiche: NUTI FRANCO, Tre quartieri INA-casa in Toscana, Polistampa, Firenze, 2004. VINCENZO AQUILANI, MICHELE DI SIVO, VITALE MODICA, La formazione dell’edilizia popolare e sovvenzionata a Firenze nell’analisi di alcuni programmi e interventi all’inizio del secolo, Libreria Editrice Fiorentina, 1979. IACP/ATER 1909-1999 Novant’anni di case popolari a Firenze, a cura di Adriana Toti, Alinea editrice, Firenze, 2000. GIOVANNA BALZANETTI STEINER, Tra Città e Fiume i Lungarni di Firenze, Alinea editrice, Firenze 1989. V. SAVI, Quartiere residenziale Rovezzano, Firenze, in ‘‘Domus’’ 708, 1989, pag 52-61. S.STUCCHI, Quartiere residenziale di Rovezzano a Firenze, in ‘‘L’industria delle Costruzioni’’, 230, 1990, pag 18-27. Metodi di valutazione: MONICA LAVAGNA, Life Cycle Assessment in edilizia. Progettare e costruire in una prospettiva di sostenibilità ambientale, Hoepli, Milano, 2008. Progettazione: MARIO ZAFFAGNINI, Progettare nel processo edilizio : la realtà come scenario per l’edilizia residenziale, Luigi Parma, Bologna, 1981. TATJANA SCHNEIDER, JEREMY TILL, Flexible housing, Architectural Press, Oxford 2007.

225


Tecnologia: ALESSANDRO FASSI E LAURA MAINA, L’isolamento ecoefficiente, guida all’uso dei materiali naturali, Edizioni Ambiente, Città di Castello, 2009. ANNA MAGRINI, Progettare il Silenzio, tecniche di intervento per il benessere acustico, EPC LIBRI, Firenze, 2005. ROBERTO GIACCHETTI, Fondamenti di dinamica delle strutture e di ingegneria sismica, EPC LIBRI, Roma, 2004. ENRICO SICIGNANO, EMIDIO NIGRO, Progettazione edile antisismica, Maggioli editore, Dogana, 2001. Normative di riferimento: PSC 2010 del Comune di Firenze Patto dei Sindaci del Comune di Firenze Il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile del Comune di Firenze NTC2008 - Norme tecniche per le costruzioni - D.M. 14 Gennaio 2008 DPCM 5 dicembre 1997 Sitografia: http://www.wsed.at (ciclo di conferenze sul tema degli edifici a energia quasi zero) http://www.itaca.org (per il protocollo Itaca) http://www.comune.fi.it http://www.casaspa.it http://www.greenreport.it/news/consumi/rebrik-come-riciclare-e-riutilizzare-i-vecchi-mattoni-per-nuovi-edifici/ http://pcfarina.eng.unipr.it/Public/OldPAPERS/SCHALL.pdf (per il modello Schall) http://www.arpa.umbria.it/resources/docs/Relazione_finale_FCU.pdf (Piano di risanamento acustico della linea ferroviaria) http://www.arpa.emr.it/cms3/documenti/_cerca_doc/modena/progetti_ambientali/Relazione_Ante_Operam.pdf http://www.itaca.org/documenti/normativa/AllegatoDDGLombardia_5796_2009.pdf http://85.37.108.166/PSC/9.%20ACUSTICA%20STRATEGICA/Relazione%20tecnica.pdf

226


227


228


RINGRAZIAMENTI

Per averci affiancato in questo lavoro, Prof. Roberto Di Giulio, Prof. ssa Silvia Brunoro Prof. Vincenzo Mallardo Per la disponibilità e gli utili suggerimenti, Ing. Michele Bottarelli Ing. Enrico Milani Arch. Emanuele Piaia Per la licenza studenti del software di calcolo strutturale, Società 2si, Ferrara Nicola: a mamma e papà e chicca, a zia e agli zii, a chi è stato lontano per cinque anni ed oggi è qui, anche a chi dei lontani oggi non è qui, alle squadre di Ferrara e San Gabriele, al capitano e all’unico mister, a chi per cinque anni ha condiviso con me albe, mattine, pomeriggi, sere e serate, notti e nottate, case, stanze, letti, pranzi, caffè, cene.. a Pellico. Caterina: a chi ha condiviso con me questi cinque anni e a chi ha sentito un po’ la mia mancanza, a mamma, papà, Enrico a Marco, agli amici di sempre e ad Anita.

229


ALLEGATI 1. Obiettivi e metodo di valutazione


231


2. Analisi urbana del quartiere di Rovezzano a Firenze


233


3. Analisi ambientale e tecnologica del comparto ERP


235


4. Analisi energetica e strutturale


237


5. Progetto del comparto, una nuova testata


239


6. Progetto di nuova costruzione a volume 0


241


7. Edificio residenziale su via di Rocca Tedalda


243


8. Edificio su via di Rocca Tedalda, piano tipo e prospetto sud


245


9. Studio degli alloggi e mateeriali a km 0


247


10. Studio degli alloggi e materiali a km 0


249


11. Progettazione strutturale


251


12. Raggiungimento degli obiettivi energetici e qualitativi


253



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